«C'era una volta un omino di niente. Aveva il naso di niente, la bocca di niente, era vestito di niente e calzava scarpe di niente. Si mise in viaggio su una strada di niente che non andava in nessun posto. Incontrò un topo di niente e gli domandò: - Non hai paura del gatto? - No davvero, - rispose il topo di niente- in questo paese di niente ci sono soltanto gatti di niente, che hanno baffi di niente e artigli di niente…». C'è tutto lo spirito giocoso e surreale di Gianni Rodari (Omegna, 23 ottobre 1920 – Roma, 14 aprile 1980) nella mostra «L’omino di niente», che il Magazzino delle Idee di Trieste ospita in occasione della cinquantunesima edizione della Barcolana, in programma in città nella giornata di domenica 13 ottobre.
L'occasione è offerta dalla recente pubblicazione da parte della EL edizioni della storia rodariana «L'omino di niente», tratta dalla raccolta «Favole al telefono», insieme di racconti che un fantomatico signor Bianchi di Varese, professione commesso viaggiatore, racconta tutte le sere al telefono a sua figlia.
A illustrare il nuovo volume, trentadue pagine dedicate ai bambini dai 4 anni in su, è Olimpia Zagnoli (Reggio Emilia, 1984), illustratrice ormai residente Oltreoceano, che ha prestato il suo pennino a marchi come Fendi e Benetton, al Guggenheim Museum di New York e a importanti giornali internazionale come «The New York Times», «The Washington Post», «The Guardian» e «La Repubblica».
Ne è nato un album effervescente, giocoso e divertente che Edizioni EL pubblica quest’anno, in occasione del centenario della nascita di Gianni Rodari, in cantiere nel 2020, con l'intento di far scoprire ai più piccoli uno dei più visionari poeti e scrittori italiani del Novecento.
Non è un caso che questa mostra, in cartellone dal 3 al 13 ottobre, in contemporanea con la rassegna «Vivian Maier, The Self-Portrait and its Double», abbia luogo a Trieste. In città, infatti, ha sede la maggiore casa editrice italiana specializzata in libri per ragazzi, la Edizioni EL, che utilizzando anche i marchi Einaudi Ragazzi e Emme Edizioni oggi pubblica tutta l’opera di Gianni Rodari.
Ma non è tutto. Per un'incredibile coincidenza «L’omino di niente» esce in libreria proprio nei giorni che precedono la cinquantunesima edizione della Barcolana, di cui Olimpia Zagnoli firma il manifesto promozionale.
Dopo le polemiche dello scorso anno per la cartellonistica di Marina Abramovic, che con lo slogan «Siamo tutti sulla stessa barca» aveva scatenato l’ira di alcuni politici locali, la regata friulana torna a un’immagine più rassicurante, ma non per questo meno impegnata socialmente.
Con lo stile che la contraddistingue -colorato, dalle linee essenziali e dai richiami pop- Olimpia Zagnoli raffigura uno dei momenti più emozionanti della Barcolana, quando alla partenza migliaia di barche si disperdono nel mare.
L’intento è quello di far pensare alla bellezza del nostro mare, ma anche alla sua fragilità e al suo essere un ecosistema da preservare come invita a fare il fiore posto dall’artista in primo piano.
La locandina è, però, anche un omaggio a uno degli scrittori più amati del territorio, Umberto Saba, che ha descritto Trieste come una città dalla grazia scontrosa, paragonandola a «un ragazzaccio aspro e vorace, con gli occhi azzurri e mani troppo grandi per regalare un fiore».
L’esito di questo casuale e fortunato incontro tra la Barcolana e l’uscita del libro «L’omino di niente» è, grazie all’intervento di Erpac, l’esposizione delle tavole dell’album realizzato da Olimpia Zagnoli: un tributo a Gianni Rodari e un modo per dare a Trieste un ruolo da protagonista nelle celebrazioni di questo importante centenario dello scrittore, che da qui, idealmente, prende avvio, con il racconto per immagini di una storia che stuzzica la fantasia e ci fa tornare per qualche minuto bambini.
Informazioni utili
L'omino di niente. Magazzino delle Idee, Corso Camillo Benso conte di Cavour, 2 – Trieste. Orari: da martedì a domenica, ore 10.00-20.00; lunedì chiuso. Ingresso gratuito. Informazioni: info@magazzinodelleidee.it | tel. 040.3774783 | tel. 0481.91697. Sito internet: www.magazzinodelleidee.it. Dal 3 al 13 ottobre 2019.
ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com
lunedì 7 ottobre 2019
venerdì 4 ottobre 2019
Dieci anni di ColornoPhotoLife, tra «effimero ed eterno»
Sembra ieri che Gigi Montali, circondato e spinto dall’entusiasmo dei soci del gruppo fotografico «Color’s Light», inaugurava il ColornoPhotoLife. Da allora, invece, sono passati due lustri e il prossimo 18 ottobre la manifestazione spegne le sue prime dieci candeline.
«L’effimero e L’eterno», due termini strettamente legati al mondo dell’obiettivo fin dai tempi del dagherrotipo, fanno da filo rosso a questa edizione, che porterà nella splendida location della Reggia di Colorno, in provincia di Parma, il lavoro di importanti autori della scena nazionale e internazionale.
Tra le mostre più attese c’è «Luigi Ghirri. Tracce nel labirinto», una selezione di quarantuno fotografie vintage, utilizzate dall’artista reggiano nel 1991 per il progetto «Dentro un antico labirinto», nato dalla proposta di Arturo Carlo Quintavalle di realizzare insieme un libro ampiamente illustrato, concepito come una lettura del paesaggio italiano attraverso la storia dell’arte, la letteratura e, ovviamente, l’opera di Ghirri stesso.
L’esposizione del fotografo di Scandiano è, però, solo uno dei tanti motivi per recarsi in questi giorni d’autunno alla Reggia di Colorno.
Nello spazio del piano nobile della dimora emiliana sarà, infatti, possibile ammirare anche «Celebrità», settanta splendide fotografie a colori e in bianco e nero che ritraggono volti e atteggiamenti di notissimi attori, registi, scrittori e personaggi dello spettacolo, immortalati da Chiara Samugheo tra la fine degli anni ’50 e la metà degli anni ’80.
Tra gli appuntamenti in cantiere merita una segnalazione anche l’esposizione «Polvere» della milanese Sara Munari, classe 1972, che è andata in Sardegna, armata di mappe e indicazioni, alla ricerca di tracce legate alla preistoria.
Sempre al piano nobile della Reggia sarà, poi, possibile vedere anche una piccola raccolta di Giovanni Chiaramonte, apprezzato autore del progetto «Interno perduto», un viaggio nella Bassa Modenese tra le cose perse a seguito della scossa di terremoto del 29 maggio 2012, che ha colpito il cuore dell’Emilia.
Le crepe sui muri, le strutture cadute, gli edifici transennati e la totale assenza di esseri umani trasformano i luoghi immortalati dal fotografo in scenografie quasi metafisiche, che ci fanno meditare sulla fragilità del nostro territorio.
Sempre alla Reggia di Colorno, negli spazi dell’appartamento del Duca, sarà, poi possibile vedere il reportage di un talento emergente come il ventottenne Lorenzo Zoppolato che è stato in Messico, in occasione del dias de los muertos, riti che nelle culture sudamericane hanno così preziose peculiarità da suscitare le attenzioni dell’Unesco, che li tutela come patrimonio dell’umanità. Ne è nato un incontro-racconto, intitolato «La luce necessaria», che indaga -spiega Pippo Pappalardo- «il senso della scomparsa e quello dell’assenza, il legame che si vuol far sopravvivere, la nostra fedeltà alla memoria, la volontà di riprendere il filo di qualcosa, magari muovendo dalle tracce intraviste in un attimo di festa, di attesa dell’anima».
Nell’appartamento del Duca espone anche il friulano Francesco Comello (Udine, 1963), protagonista con il suo reportage cubano «Yo soy Fidel», insieme ad altri autori interessanti del panorama nazionale.
Sempre alla Reggia, nello spazio Venaria, meritano un occhio di riguardo la rassegna sulla casa di Gabriele D’Annunzio, a cura del gruppo «Color’s Light», e la serie di scatti proposta da Antonio Mascolo, quarantacinque anni di giornalismo alle spalle e un grande amore per la sua città, Parma, o meglio per la zona dell’Oltretorrente, percorsa a piedi in lungo e in largo per oltre due anni e immortalata in più di cinquemila scatti. Mentre Stefano Anzola, allo Spazio Mupac Aranciaia, ci racconta le diverse modalità e tipologie di gioco dei bambini nel mondo.
«ColornoPhotoLife» fa tappa anche a Parma con una mostra che incontrerà sicuramente il favore di chi ama celebrare gli anniversari più importanti della nostra storia.
Allo spazio BDC28, chiesa sconsacrata nel centro storico della città emiliana, verranno celebrati, dal 17 al 24 novembre, i cinquant’anni dall’allunaggio con «The Bright Side of the Moon - fotografie vintage dagli archivi Nasa».
Oltre a due roadbook di Apollo 13 e Apollo 15, centosettanta fotografie vintage relative ai primissimi lanci e training (1950 - 1966) e alle missioni dei programmi Mercury (1960 - 1963), Gemini (1964 - 1966) e Apollo (1966 - 1972) raccontano le varie fasi dell’impresa di Neil Armstrong e soci sulla Luna, «piccolo passo per l’uomo, grande passo per l’umanità», ancora oggi considerato letteralmente incredibile dai dietrologi dello spazio.
L’autenticità degli scatti, provenienti dagli archivi della Nasa, è comprovata non solo dalla tipologia di pellicola scelta e dal carattere fotografico usato, ma anche avvalorata dal timbro dell’ente spaziale.
In bianco e nero o a colori, queste fotografie sono tutte testimonianze dal pregio inestimabile, perché raccontano nel dettaglio il periodo di preparazione dell’operazione spaziale e la fase del lancio e della missione, che tenne milioni e milioni di spettatori letteralmente attaccati allo schermo televisivo.
Oltre a vantare un indiscutibile valore scientifico, storico e culturale, questi scatti possiedono, inoltre, un’intrinseca e intramontabile qualità artistica che documenta la bellezza della Terra e degli altri oggetti celesti, catturando allo stesso tempo il coraggio e l’audacia dello spirito umano.
Sempre a Parma, negli spazi di Palazzo Pigorini, è già possibile ammirare il progetto di Marco Gualazzini per Contrasto: «Resilient», una serie di reportage realizzati in Africa dal 2009 al 2018. L’esposizione, aperta fino al prossimo 27 ottobre, testimonia, attraverso quaranta fotografie, in che modo il continente africano reagisca ai problemi e alle crisi che lo flagellano con una capacità di resilienza straordinaria e insieme drammatica.
Quelle che scorrono lungo le pareti sono storie poco raccontate e che nessuno vorrebbe sentire. È il caso delle immagini provenienti dal Congo, Paese piegato dalle credenze popolari e dal rapporto tra religione e stregoneria, dove chi soffre di malattie mentali viene tuttora considerato un indemoniato e lo stupro è usato come arma di guerra.
Gualazzini punta il suo obiettivo anche sui problemi del Mali, tormentato dalla guerra e dalle infiltrazioni islamiste nell’Africa subsahariana. Guarda alle condizioni del Sudan del Sud e della Somalia, uno tra i Paesi più pericolosi e meno accessibili per stranieri e giornalisti. Racconta la crisi umanitaria in corso lungo il bacino del lago Ciad, che il cambiamento climatico sta portando alla desertificazione.
Anche quest’anno, ColornoPhotoLife può contare, infine, sulla qualificata collaborazione dello CSAC -Centro studi e archivio della comunicazione dell’Università di Parma, per dare vita a momenti di approfondimento, che spaziano dal concorso con lettura di portfolio agli incontri con autori e protagonisti della fotografia italiana, senza dimenticare i workshop con Sara Munari, Marco Gualazzini e Francesco Comello, dedicati rispettivamente ai temi «Portfolio fotografico, idee, perché, come», «Il lavoro fotogiornalistico» e «Trovare la storia».
Un cartellone, dunque, ricco di spunti quello proposto dal festival fotografico di Colorno, che per due giorni,dal 18 al 20 ottobre, trasformerà la Reggia nella capitale italiana della fotografia, offrendo ai visitatori l'opportunità di guardare alla nostra realtà di tutti i giorni con occhi nuovi, per «cogliere l’eterno nel disperatamente effimero», che è poi -raccontano gli organizzatori- la «grande magia della vita».
Didascalie delle immagini
[Fig. 1, 2 e 3] ColornoPhotoLife. Colorno. Fotografia di Gigi Montali; [fig. 4] Luigi Ghirri, Uno scatto della serie «Dentro un antico labirinto». Credit: Eredi di Luigi Ghirri; [fig. 5] Lorenzo Zoppolato, uno scatto della serie «La luce necessaria»; [fig. 6] Chiara Samugheo, Sandra Milo; [fig. 7] Immagine esposta nella mostra «The Bright Side of the Moon - fotografie vintage dagli archivi Nasa». Copyright: Nasa; [fig. 8] Enrico Volpi per la mostra «A casa del Vate», dedicato a Gabriele D'Annunzio; [fig. 9] Sara Munari, uno scatto del progetto «Polvere»; [Fig. 10] Chiara Samugheo, Joan Collis
Informazioni utili
ColornoPhotoLife 2019. ColornoPhotoLife. Reggia di Colorno – Colorno (Parma). Orari: nei giorni del festival, dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15.00 alle ore 18.00. Ingresso: gratuito per tutte le mostre tranne per quelle su Luigi Ghirri e Chiara Samugheo, entrambe visitabili al prezzo di € 4,50 con braccialetto identificativo. Informazioni: tel. 0521.312545, reggiadicolorno@provincia.parma.it, info@colornophotolife.it. Sito web: www.colornophotolife.it. Dal 18 al 20 ottobre 2019.
«The Bright Side of the Moon - fotografie vintage dagli archivi Nasa». BDC28, Borgo delle Colonne, 28 – Parma. Orari: venerdì, sabato e domenica, ore 16.00-20.00. Ingresso gratuito. Per informazioni: Spazio BDC28 Borgo delle Colonne, 28 – Parma. Informazioni: tel. 0521.312545, info@bonannidelriocatalog.com. Sito web: bonannidelriocatalog.com. Dal 18 ottobre al 24 novembre 2019.
Resilient. Marco Gualazzini. Palazzo Pigorini, Strada della Repubblica, 29A - Parma. Orari:
mercoledì e giovedì, dalle ore 15.00 alle ore 19.00, dal venerdì alla domenica, dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15.00 alle ore 19.00 (lunedì e martedì chiuso) Ingresso gratuito. Sito web: www.comune.parma.it/cultura. Dal 20 settembre al 27 ottobre 2019.
«L’effimero e L’eterno», due termini strettamente legati al mondo dell’obiettivo fin dai tempi del dagherrotipo, fanno da filo rosso a questa edizione, che porterà nella splendida location della Reggia di Colorno, in provincia di Parma, il lavoro di importanti autori della scena nazionale e internazionale.
Tra le mostre più attese c’è «Luigi Ghirri. Tracce nel labirinto», una selezione di quarantuno fotografie vintage, utilizzate dall’artista reggiano nel 1991 per il progetto «Dentro un antico labirinto», nato dalla proposta di Arturo Carlo Quintavalle di realizzare insieme un libro ampiamente illustrato, concepito come una lettura del paesaggio italiano attraverso la storia dell’arte, la letteratura e, ovviamente, l’opera di Ghirri stesso.
L’esposizione del fotografo di Scandiano è, però, solo uno dei tanti motivi per recarsi in questi giorni d’autunno alla Reggia di Colorno.
Nello spazio del piano nobile della dimora emiliana sarà, infatti, possibile ammirare anche «Celebrità», settanta splendide fotografie a colori e in bianco e nero che ritraggono volti e atteggiamenti di notissimi attori, registi, scrittori e personaggi dello spettacolo, immortalati da Chiara Samugheo tra la fine degli anni ’50 e la metà degli anni ’80.
Tra gli appuntamenti in cantiere merita una segnalazione anche l’esposizione «Polvere» della milanese Sara Munari, classe 1972, che è andata in Sardegna, armata di mappe e indicazioni, alla ricerca di tracce legate alla preistoria.
Sempre al piano nobile della Reggia sarà, poi, possibile vedere anche una piccola raccolta di Giovanni Chiaramonte, apprezzato autore del progetto «Interno perduto», un viaggio nella Bassa Modenese tra le cose perse a seguito della scossa di terremoto del 29 maggio 2012, che ha colpito il cuore dell’Emilia.
Le crepe sui muri, le strutture cadute, gli edifici transennati e la totale assenza di esseri umani trasformano i luoghi immortalati dal fotografo in scenografie quasi metafisiche, che ci fanno meditare sulla fragilità del nostro territorio.
Sempre alla Reggia di Colorno, negli spazi dell’appartamento del Duca, sarà, poi possibile vedere il reportage di un talento emergente come il ventottenne Lorenzo Zoppolato che è stato in Messico, in occasione del dias de los muertos, riti che nelle culture sudamericane hanno così preziose peculiarità da suscitare le attenzioni dell’Unesco, che li tutela come patrimonio dell’umanità. Ne è nato un incontro-racconto, intitolato «La luce necessaria», che indaga -spiega Pippo Pappalardo- «il senso della scomparsa e quello dell’assenza, il legame che si vuol far sopravvivere, la nostra fedeltà alla memoria, la volontà di riprendere il filo di qualcosa, magari muovendo dalle tracce intraviste in un attimo di festa, di attesa dell’anima».
Nell’appartamento del Duca espone anche il friulano Francesco Comello (Udine, 1963), protagonista con il suo reportage cubano «Yo soy Fidel», insieme ad altri autori interessanti del panorama nazionale.
Sempre alla Reggia, nello spazio Venaria, meritano un occhio di riguardo la rassegna sulla casa di Gabriele D’Annunzio, a cura del gruppo «Color’s Light», e la serie di scatti proposta da Antonio Mascolo, quarantacinque anni di giornalismo alle spalle e un grande amore per la sua città, Parma, o meglio per la zona dell’Oltretorrente, percorsa a piedi in lungo e in largo per oltre due anni e immortalata in più di cinquemila scatti. Mentre Stefano Anzola, allo Spazio Mupac Aranciaia, ci racconta le diverse modalità e tipologie di gioco dei bambini nel mondo.
«ColornoPhotoLife» fa tappa anche a Parma con una mostra che incontrerà sicuramente il favore di chi ama celebrare gli anniversari più importanti della nostra storia.
Allo spazio BDC28, chiesa sconsacrata nel centro storico della città emiliana, verranno celebrati, dal 17 al 24 novembre, i cinquant’anni dall’allunaggio con «The Bright Side of the Moon - fotografie vintage dagli archivi Nasa».
Oltre a due roadbook di Apollo 13 e Apollo 15, centosettanta fotografie vintage relative ai primissimi lanci e training (1950 - 1966) e alle missioni dei programmi Mercury (1960 - 1963), Gemini (1964 - 1966) e Apollo (1966 - 1972) raccontano le varie fasi dell’impresa di Neil Armstrong e soci sulla Luna, «piccolo passo per l’uomo, grande passo per l’umanità», ancora oggi considerato letteralmente incredibile dai dietrologi dello spazio.
L’autenticità degli scatti, provenienti dagli archivi della Nasa, è comprovata non solo dalla tipologia di pellicola scelta e dal carattere fotografico usato, ma anche avvalorata dal timbro dell’ente spaziale.
In bianco e nero o a colori, queste fotografie sono tutte testimonianze dal pregio inestimabile, perché raccontano nel dettaglio il periodo di preparazione dell’operazione spaziale e la fase del lancio e della missione, che tenne milioni e milioni di spettatori letteralmente attaccati allo schermo televisivo.
Oltre a vantare un indiscutibile valore scientifico, storico e culturale, questi scatti possiedono, inoltre, un’intrinseca e intramontabile qualità artistica che documenta la bellezza della Terra e degli altri oggetti celesti, catturando allo stesso tempo il coraggio e l’audacia dello spirito umano.
Sempre a Parma, negli spazi di Palazzo Pigorini, è già possibile ammirare il progetto di Marco Gualazzini per Contrasto: «Resilient», una serie di reportage realizzati in Africa dal 2009 al 2018. L’esposizione, aperta fino al prossimo 27 ottobre, testimonia, attraverso quaranta fotografie, in che modo il continente africano reagisca ai problemi e alle crisi che lo flagellano con una capacità di resilienza straordinaria e insieme drammatica.
Quelle che scorrono lungo le pareti sono storie poco raccontate e che nessuno vorrebbe sentire. È il caso delle immagini provenienti dal Congo, Paese piegato dalle credenze popolari e dal rapporto tra religione e stregoneria, dove chi soffre di malattie mentali viene tuttora considerato un indemoniato e lo stupro è usato come arma di guerra.
Gualazzini punta il suo obiettivo anche sui problemi del Mali, tormentato dalla guerra e dalle infiltrazioni islamiste nell’Africa subsahariana. Guarda alle condizioni del Sudan del Sud e della Somalia, uno tra i Paesi più pericolosi e meno accessibili per stranieri e giornalisti. Racconta la crisi umanitaria in corso lungo il bacino del lago Ciad, che il cambiamento climatico sta portando alla desertificazione.
Anche quest’anno, ColornoPhotoLife può contare, infine, sulla qualificata collaborazione dello CSAC -Centro studi e archivio della comunicazione dell’Università di Parma, per dare vita a momenti di approfondimento, che spaziano dal concorso con lettura di portfolio agli incontri con autori e protagonisti della fotografia italiana, senza dimenticare i workshop con Sara Munari, Marco Gualazzini e Francesco Comello, dedicati rispettivamente ai temi «Portfolio fotografico, idee, perché, come», «Il lavoro fotogiornalistico» e «Trovare la storia».
Un cartellone, dunque, ricco di spunti quello proposto dal festival fotografico di Colorno, che per due giorni,dal 18 al 20 ottobre, trasformerà la Reggia nella capitale italiana della fotografia, offrendo ai visitatori l'opportunità di guardare alla nostra realtà di tutti i giorni con occhi nuovi, per «cogliere l’eterno nel disperatamente effimero», che è poi -raccontano gli organizzatori- la «grande magia della vita».
Didascalie delle immagini
[Fig. 1, 2 e 3] ColornoPhotoLife. Colorno. Fotografia di Gigi Montali; [fig. 4] Luigi Ghirri, Uno scatto della serie «Dentro un antico labirinto». Credit: Eredi di Luigi Ghirri; [fig. 5] Lorenzo Zoppolato, uno scatto della serie «La luce necessaria»; [fig. 6] Chiara Samugheo, Sandra Milo; [fig. 7] Immagine esposta nella mostra «The Bright Side of the Moon - fotografie vintage dagli archivi Nasa». Copyright: Nasa; [fig. 8] Enrico Volpi per la mostra «A casa del Vate», dedicato a Gabriele D'Annunzio; [fig. 9] Sara Munari, uno scatto del progetto «Polvere»; [Fig. 10] Chiara Samugheo, Joan Collis
Informazioni utili
ColornoPhotoLife 2019. ColornoPhotoLife. Reggia di Colorno – Colorno (Parma). Orari: nei giorni del festival, dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15.00 alle ore 18.00. Ingresso: gratuito per tutte le mostre tranne per quelle su Luigi Ghirri e Chiara Samugheo, entrambe visitabili al prezzo di € 4,50 con braccialetto identificativo. Informazioni: tel. 0521.312545, reggiadicolorno@provincia.parma.it, info@colornophotolife.it. Sito web: www.colornophotolife.it. Dal 18 al 20 ottobre 2019.
«The Bright Side of the Moon - fotografie vintage dagli archivi Nasa». BDC28, Borgo delle Colonne, 28 – Parma. Orari: venerdì, sabato e domenica, ore 16.00-20.00. Ingresso gratuito. Per informazioni: Spazio BDC28 Borgo delle Colonne, 28 – Parma. Informazioni: tel. 0521.312545, info@bonannidelriocatalog.com. Sito web: bonannidelriocatalog.com. Dal 18 ottobre al 24 novembre 2019.
Resilient. Marco Gualazzini. Palazzo Pigorini, Strada della Repubblica, 29A - Parma. Orari:
mercoledì e giovedì, dalle ore 15.00 alle ore 19.00, dal venerdì alla domenica, dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15.00 alle ore 19.00 (lunedì e martedì chiuso) Ingresso gratuito. Sito web: www.comune.parma.it/cultura. Dal 20 settembre al 27 ottobre 2019.
giovedì 3 ottobre 2019
A Roma il «realismo visionario» di Andrey Esionov
Che profumo ha l’arte? Risponde anche a questa domanda la mostra dell'acquerellista Andrey Esionov (Tashkent – Uzbekistan, 1963), maestro indiscusso dell'arte figurativa russa contemporanea, allestita fino al prossimo 25 gennaio negli spazi dei Musei di San Salvatore in Lauro a Roma.
«Realismo visionario», questo il titolo della rassegna capitolina, prevede, infatti, anche il coinvolgimento sensoriale del visitatore grazie all’allestimento di Laura Bosetti Tonatto, «naso» professionista conosciuto in tutto il mondo, che dal 1986 crea profumi per le maggiori case cosmetiche e che, in passato, ha già arricchito di sensazioni olfattive eventi espositivi e realtà culturali in giro per il mondo. Ne sono un esempio la mostra «Caravaggio un quadro, un profumo» all’Ermitage a San Pietroburgo e il Museo nazionale d’arte orientale di Roma, per il quale ha curato la sezione «Aromatica: essenze, profumi e spezie tra Oriente e Occidente», ricreando, tra l’altro, l’Acqua Siriana (I secolo a.C.) e l’Acqua Admirabilis (1609) di Giovanni Maria Farina, diventata in seguito la famosa Acqua di Colonia.
Lasciandosi avvolgere dalle fragranze ideate da Laura Bosetti Tonatto sarà così possibile ammirare a Roma -seconda tappa di un tour in Italia, che ha già toccato la scorsa primavera Firenze e che arriverà anche a Milano e Venezia- un centinaio di opere del maestro, membro titolare dell'Accademia Russa di Belle Arti, presente, tra l’altro, in raccolte museali a Mosca (Moscow Museum of Modern Art), San Pietroburgo (Museo di Stato russo), Firenze (Accademia delle arti del disegno), Kazan (Museo statale di Belle arti della Repubblica del Tatarstan) e Taskent (Museo delle arti dell'Uzbekistan).
L’esposizione allinea in particolare acquerelli e disegni, selezionati dal curatore Marco di Capua, che raccontano l’interesse dell’artista per la ritrattistica, per i monumenti delle grandi città e per la realtà che ci circonda, anche la più insignificante, spesso popolata da passanti, pittori di strada, bambini e animali.
Fonte di ispirazione di questi lavori sono stati i frequenti viaggi in Europa, i cambiamenti epocali e gli avvicendamenti politici dell'ex Unione Sovietica, vissuti da Andrey Esionov in prima persona.
Dal turismo di massa dei ricchi agli ingenti flussi migratori della parte indigente della popolazione mondiale, la mostra testimonia così -raccontano gli organizzatori- «i mutamenti e le contraddizioni dell'umanità nell'intricato rapporto con il proprio io, con la propria coscienza, concentrata unicamente sul consumo o sul sogno di consumo».
La realtà viene, però, trasfigurata, dando vita a una sorta di rappresentazione visionaria. Andrey Esionov non usa, dunque, dispositivi ottici, pellicole o fotocamere per creare una nuova realtà, partendo dal dato oggettivo, ma si affida solo a mezzi puramente artistici. «Le composizioni immaginarie di Esionov e le peculiarità stilistiche creative visualizzano l’armonia della realtà e l’immaginazione che ispira la percezione e l’immaginazione associative», ha scritto a tal proposito Alexander Rozhin, accademico dell’Accademia delle arti russa, redattore capo della rivista «The Tretyakov Gallery Magazine».
La carriera artistica di Andrey Esionov è abbastanza recente. Portate a termine tutte le tappe della formazione artistica classica, il maestro russo, per venti anni, si è preso, infatti, una pausa da tele e colori, dedicandosi all'imprenditoria. È tornato all'arte soltanto nel 2010, consacrandosi a pieno alla pittura: questo ritorno è stato per Esionov -a suo stesso dire- come «riprendere a respirare».
L'intervallo di sospensione dalla pratica artistica per il maestro si è dimostrato, come già ricordato, un periodo di intensivo accumulo di esperienze visive e strutture compositive, che successivamente hanno trovato riflesso nelle opere.
In un breve arco di tempo Esionov ha volutamente dato prova di sé in diversi generi pittorici, primo fra tutti il ritratto. La sua notorietà si fonda, infatti, sulla serie dei ritratti ad olio su tela di intellettuali russi: lo scrittore Vladimir Voinovich, i registi cinematografici Petr Todorovsky ed Eldar Ryazanov, il campione mondiale di scacchi Anatoly Karpov, il presidente dell'Urss Michail Gorbaciov e altri ancora. Ciò nondimeno, la tecnica prediletta da Esionov è, come già ricordato, l'acquerello, da lui interpretato in chiave innovativa e contemporanea.
Il pittore ricrea l'immagine di un istante di vita, sospeso tra la raffigurazione realistica e una dimensione «altra», simbolica e favolosa. Nelle sue opere ciò che da principio appare come un riflesso fugace del quotidiano si tramuta in qualcosa di straordinario. Perché niente è come appare e ogni attimo può essere indimenticabile. Basta guardarlo con gli occhi della poesia.
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Andrey Esionov, «Dresda. Teatrplats», 2015 Сarta, acquerello, 76×56; [fig. 2] Andrey Esionov, «L'irrealtà di qualcun altro», 2017 Сarta, acquerello, 76×56; [fig. 3] Andrey Esionov, «Voce assoluta», 2018 Сarta, acquerello, 110 ×70
Informazioni utili
«Realismo visionario. Gli acquerelli di Andrey Esionov». Musei di San Salvatore in Lauro, Piazza San Salvatore in Lauro, 15. Orari: da martedì a sabato, ore 10-13 e ore 14-19; domenica, ore 10-13; lunedì e festività chiuso. Ingresso gratuito. Informazioni: redazione@ilcigno.org | tel. 06.6965493. Sito internet: www.esionov.it. Fino al 25 gennaio 2020.
«Realismo visionario», questo il titolo della rassegna capitolina, prevede, infatti, anche il coinvolgimento sensoriale del visitatore grazie all’allestimento di Laura Bosetti Tonatto, «naso» professionista conosciuto in tutto il mondo, che dal 1986 crea profumi per le maggiori case cosmetiche e che, in passato, ha già arricchito di sensazioni olfattive eventi espositivi e realtà culturali in giro per il mondo. Ne sono un esempio la mostra «Caravaggio un quadro, un profumo» all’Ermitage a San Pietroburgo e il Museo nazionale d’arte orientale di Roma, per il quale ha curato la sezione «Aromatica: essenze, profumi e spezie tra Oriente e Occidente», ricreando, tra l’altro, l’Acqua Siriana (I secolo a.C.) e l’Acqua Admirabilis (1609) di Giovanni Maria Farina, diventata in seguito la famosa Acqua di Colonia.
Lasciandosi avvolgere dalle fragranze ideate da Laura Bosetti Tonatto sarà così possibile ammirare a Roma -seconda tappa di un tour in Italia, che ha già toccato la scorsa primavera Firenze e che arriverà anche a Milano e Venezia- un centinaio di opere del maestro, membro titolare dell'Accademia Russa di Belle Arti, presente, tra l’altro, in raccolte museali a Mosca (Moscow Museum of Modern Art), San Pietroburgo (Museo di Stato russo), Firenze (Accademia delle arti del disegno), Kazan (Museo statale di Belle arti della Repubblica del Tatarstan) e Taskent (Museo delle arti dell'Uzbekistan).
L’esposizione allinea in particolare acquerelli e disegni, selezionati dal curatore Marco di Capua, che raccontano l’interesse dell’artista per la ritrattistica, per i monumenti delle grandi città e per la realtà che ci circonda, anche la più insignificante, spesso popolata da passanti, pittori di strada, bambini e animali.
Fonte di ispirazione di questi lavori sono stati i frequenti viaggi in Europa, i cambiamenti epocali e gli avvicendamenti politici dell'ex Unione Sovietica, vissuti da Andrey Esionov in prima persona.
Dal turismo di massa dei ricchi agli ingenti flussi migratori della parte indigente della popolazione mondiale, la mostra testimonia così -raccontano gli organizzatori- «i mutamenti e le contraddizioni dell'umanità nell'intricato rapporto con il proprio io, con la propria coscienza, concentrata unicamente sul consumo o sul sogno di consumo».
La realtà viene, però, trasfigurata, dando vita a una sorta di rappresentazione visionaria. Andrey Esionov non usa, dunque, dispositivi ottici, pellicole o fotocamere per creare una nuova realtà, partendo dal dato oggettivo, ma si affida solo a mezzi puramente artistici. «Le composizioni immaginarie di Esionov e le peculiarità stilistiche creative visualizzano l’armonia della realtà e l’immaginazione che ispira la percezione e l’immaginazione associative», ha scritto a tal proposito Alexander Rozhin, accademico dell’Accademia delle arti russa, redattore capo della rivista «The Tretyakov Gallery Magazine».
La carriera artistica di Andrey Esionov è abbastanza recente. Portate a termine tutte le tappe della formazione artistica classica, il maestro russo, per venti anni, si è preso, infatti, una pausa da tele e colori, dedicandosi all'imprenditoria. È tornato all'arte soltanto nel 2010, consacrandosi a pieno alla pittura: questo ritorno è stato per Esionov -a suo stesso dire- come «riprendere a respirare».
L'intervallo di sospensione dalla pratica artistica per il maestro si è dimostrato, come già ricordato, un periodo di intensivo accumulo di esperienze visive e strutture compositive, che successivamente hanno trovato riflesso nelle opere.
In un breve arco di tempo Esionov ha volutamente dato prova di sé in diversi generi pittorici, primo fra tutti il ritratto. La sua notorietà si fonda, infatti, sulla serie dei ritratti ad olio su tela di intellettuali russi: lo scrittore Vladimir Voinovich, i registi cinematografici Petr Todorovsky ed Eldar Ryazanov, il campione mondiale di scacchi Anatoly Karpov, il presidente dell'Urss Michail Gorbaciov e altri ancora. Ciò nondimeno, la tecnica prediletta da Esionov è, come già ricordato, l'acquerello, da lui interpretato in chiave innovativa e contemporanea.
Il pittore ricrea l'immagine di un istante di vita, sospeso tra la raffigurazione realistica e una dimensione «altra», simbolica e favolosa. Nelle sue opere ciò che da principio appare come un riflesso fugace del quotidiano si tramuta in qualcosa di straordinario. Perché niente è come appare e ogni attimo può essere indimenticabile. Basta guardarlo con gli occhi della poesia.
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Andrey Esionov, «Dresda. Teatrplats», 2015 Сarta, acquerello, 76×56; [fig. 2] Andrey Esionov, «L'irrealtà di qualcun altro», 2017 Сarta, acquerello, 76×56; [fig. 3] Andrey Esionov, «Voce assoluta», 2018 Сarta, acquerello, 110 ×70
Informazioni utili
«Realismo visionario. Gli acquerelli di Andrey Esionov». Musei di San Salvatore in Lauro, Piazza San Salvatore in Lauro, 15. Orari: da martedì a sabato, ore 10-13 e ore 14-19; domenica, ore 10-13; lunedì e festività chiuso. Ingresso gratuito. Informazioni: redazione@ilcigno.org | tel. 06.6965493. Sito internet: www.esionov.it. Fino al 25 gennaio 2020.
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