Al Museo di fotografia contemporanea di Cinisello Balsamo due opere per riflettere sulla guerra
L'arte e la cultura possono essere non solo strumenti di conoscenza, ma anche di confronto e di pace. Parte da questa considerazione il nuovo progetto espositivo del
Mufoco - Museo di fotografia contemporanea di Cinisello Balsamo, nel Milanese. In un momento storico di estrema tensione, che vede l’ombra della guerra proiettarsi di nuovo sull’Europa,
Villa Ghirlanda propone, nel suo ingresso, uno speciale dialogo tra le opere
«Shields» (2018) di Paolo Ciregia (Viareggio, 1987) e
«Snorkeling» di Cosimo Veneziano (Moncalieri, 1983), entrambe realizzate in Ucraina in anni recenti.
La prima opera, conservata nelle collezioni del museo lombardo, si compone di due fotografie che registrano le «ferite» di entrambe le fazioni coinvolte nel conflitto russo-ucraino del 2014. La trama delle immagini proviene dalla scansione digitale di una piccola porzione di uno scudo antisommossa della polizia ucraina, sottratto dai manifestanti durante gli scontri e utilizzato in seguito contro le stesse forze dell’ordine. Sulla superficie è impressa quindi la somma della battaglia, attraverso una serie di graffi e incisioni, «cicatrici» come memorie di entrambe le parti in conflitto. Il risultato è una composizione astratta, nella quale l’oggetto rappresentato diventa sindone delle ferite della rivoluzione. Il titolo della serie di cui le opere fanno parte, 125, rimanda al numero di persone che sono morte negli scontri di quei giorni.
L’opera
«Snorkeling» (2019) di Cosimo Veneziano, che sarà esposta in museo a partire dal 9 aprile, muove, invece, dalla volontà di indagare l’ambiguità dell’idea di monumento in relazione con i rivolgimenti politici e culturali della storia. Il lavoro,
vincitore dell’Italian Council 2019, è costituito da due immagini che raffigurano due statue riprodotte in serigrafia su cui l’artista è intervenuto manualmente, velando e nascondendo parzialmente le sagome con stratificazioni di pigmento rosso e giallo.
Il primo dei due monumenti è un’opera dello scultore e compositore piemontese
Pietro Canonica (1869-1959), che fu incaricato di realizzare una statua per lo
zar Nikolaj Nikolaevič Romanov, installata nel 1912 in piazza Manejnaja a San Pietroburgo e distrutta pochi anni dopo, nel 1917, durante la rivoluzione. Il secondo è, invece, un monumento dedicato a
Lenin, realizzato per essere presentato nel padiglione sovietico all’Esposizione universale di New York del 1939. Nel 1946 la statua fu spostata a Kiev, all’epoca unica capitale di una repubblica dell’Urss a non ospitarne una. Sopravvissuta alla caduta dell’Unione Sovietica, venne rimossa solo nel 2015, in seguito al movimento di protesta conosciuto come Euromaidan.
Per maggiori informazioni:
www.mufoco.org.
«Women: un mondo in cambiamento», il National Geographic racconta un secolo di storie al femminile
È un viaggio nelle storie ispiratrici, commoventi e straordinarie di donne che hanno superato limiti e avversità, tracciando nuove strade per sé stesse e per gli altri quello che propone la
mostra «Women: un mondo in cambiamento», promossa da
National Geographic, in programma,
dal 1° aprile al 19 giugno, nei cinque
centri dello shopping di Land of Fashion: il Franciacorta Village a Rodengo Saiano (Brescia), il Valdichiana Village a Foiano della Chiana (Arezzo), il Mantova Village a Bagnolo San Vito (Mantova), il Palmanova Village ad Aiello del Friuli (Udine) e il Puglia Village a Molfetta (Bari).
L’itinerario espositivo si articola in
sei sezioni espositive: Gioia, Bellezza, Amore, Saggezza, Forza e Speranza. Scatto dopo scatto, viene raccontato un secolo di storia e il modo in cui, nei diversi continenti, le donne sono state percepite e trattate, quanto potere hanno (o non hanno) avuto, come hanno affrontato le loro sfide e scoperto nuovi orizzonti.

Le immagini spaziano dalle più semplici situazioni di vita quotidiana alle provocazioni e alle battaglie per i diritti, dalle ballerine di samba che si riversano nelle strade durante il carnevale di Salvador da Bahia alle raccoglitrici di foglie di the in Sri Lanka, dalla maestosità variopinta dell’abito tradizionale caraibico con cui sfilerà la studentessa Wendy Fitzwilliam, eletta miss Universo 1998, all’atto di protesta di una ragazza che si rade il capo sulla scalinata del Campidoglio della West Virginia. Sono, poi, esposti il ritratto di una donna afghana in burqa integrale rosso che trasporta sulla testa una gabbia di cardellini, potente metafora di oppressione, e l’immagine di libertà e armonia di Mary Lengees, una delle prime donne custodi del Reteti Elephant Sanctuary in Kenya, ma non solo.
Il direttore di National Geographic Italia,
Marco Cattaneo, così parla del progetto: «Nonostante i molti movimenti che si sono battuti per i diritti delle donne, con le ovvie differenze tra regione e regione, in tutto il mondo le donne soffrono ancora di discriminazioni di varia natura. E sono loro a soffrire di più nelle situazioni di crisi, come ha dimostrato anche la pandemia da SARS-CoV-2. Questa mostra, che abbiamo il piacere di presentare negli spazi dei Village Land of Fashion, vuole essere il racconto di ciò che è cambiato nell’ultimo secolo e una testimonianza di quanto ancora bisogna lavorare per arrivare a una vera parità».
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito
www.landoffashion.it.
Didascalie delle immagini: 1. India - L’esuberanza dell’Holi, la festività delle polveri colorate, è stata fino a poco tempo fa considerata inappropriata per le vedove. Sfidando gli antichi pregiudizi, le associazioni di sostegno di Vrindavan le hanno invitate a partecipare ai festeggiamenti che si tengono in città.
Amy Toensing, 2017; 2.Saggezza - Studentesse ghanesi portano le sedie per la cerimonia di inaugurazione della Maranatha Maternity Clinic.
Randy Olson
2007
«Transito al 9no Circulo», Ricardo Garcia racconta il dramma dei niños soldados
Arriva per la prima volta a Milano
«Transito al 9no Circulo», progetto dell’artista
Ricardo Garcia, protagonista alla 58ma Biennale di Venezia nel Padiglione Venezuela.
Quindici lavori su carta, esposti negli spazi della
Basilica di San Celso (martedì – domenica, ore 16.00-19.00) per iniziativa di
Laq – lartquotidien con il
Santuario di Santa Maria dei Miracoli, denunciano l’orrore della guerra e il problema dei «niños soldados», ovvero il pericolo della perdita dei diritti essenziali per i bambini precisati nella «Convenzione sui diritti dell’infanzia», stipulata dall’Unicef il 20 novembre 1989.
L’esposizione, curata da
Elisabetta Mero e accompagnata da un testo di
Celina Pérez Blanco, sarà inaugurata il 28 marzo, alle ore 18, per rimanere aperta fino al 7 aprile.
Parte del ricavato della vendita delle opere sarà devoluto alla Caritas a sostegno delle famiglie ucraine arrivate a Milano.
I lavori in mostra, con volti sofferenti ed emaciati di «bambini soldato», che richiamano alla nostra memoria le figure del periodo blu picassiano, fanno parte di un progetto più ampio, dal titolo «Transito al 9no Circulo», che allude al nono girone dell’«Inferno», nel quale Dante e il poeta Virgilio incontrano i traditori e i fraudolenti, eternamente intrappolati nel ghiaccio. La letteratura universale ha sempre costituito una fonte di ispirazione per l’artista nell’analisi della condizione umana e sociale; la
«Divina Commedia» è un punto di riferimento essenziale come avviene anche nella serie «Dante soy yo», presentata al Museo de arte contemporáneo - Mac di Caracas nel 2016.
Ricardo Garcia, la cui arte presenta forti richiami al muralismo messicano di
Diego Rivera, osserva con coraggio l’orrore delle guerre che il mondo ha sperimentato e che, purtroppo, sta ancora sperimentando. Focalizza la sua attenzione sul dramma dei civili innocenti, coinvolti nei conflitti, costretti a fuggire e abbandonare le proprie case e famiglie o, addirittura, a combattere e uccidere.
Il pensiero corre immediatamente alla cronaca di questi giorni, agli ultimi eventi che stanno martoriando l’Ucraina. Negli occhi delle figure disperate di Ricardo Garcia, che tanto ricordano le vittime dei «Disastri della Guerra» di
Francisco Goya, possiamo ritrovare tutto il dramma dei rifugiati ucraini e di coloro che combattono un conflitto assurdo.
«La guerra non si può umanizzare. Si può solo abolire». L’aveva detto Albert Einstein. Gino Strada ne aveva fatto un credo. Ricardo Garcia, con le sue opere alla Basilica di San Celso, lo ricorda a tutti noi.
Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito www.lartquotidien.com.
Maschere e poesia: arrivano a Milano i Familie Flöz
Fascino, ironia, poesia, malinconia, sogno e ilarità: c’è questo e molto altro negli spettacoli della compagnia berlinese
Familie Flöz, nata nel 1994 da un’idea di Hajo Schüler e Markus Michalowski, insieme a un gruppo di studenti di recitazione e mimo della Folkwang- Hochschule di Essen, che oggi vanta con i suoi «spettacoli silenziosi» migliaia di repliche in trentaquattro Paesi di tutto il mondo e numerosi premi ricevuti in più di venticinque anni di attività.
Questa settimana i mimi-attori
Andres Angulo,
Johannes Stubenvoll e Thomas van Ouwerkerk sono approdati, con le loro grandi maschere e il linguaggio universale dei gesti, a Milano, dove fino al 3 aprile porteranno in scena, al teatro Menotti, il mondo divertente, poetico, magico e carico di umana fragilità che li ha resi non solo apprezzati, ma anche facilmente riconoscibili dal grande pubblico.
La programmazione è iniziata con
«Teatro Delusio», uno spettacolo di «teatro nel teatro», in cartellone dal 22 al 24 marzo, che gioca con le innumerevoli sfaccettature del mondo teatrale. Mentre la scena diventa
backstage e il
backstage è messo in scena, sul palco si rappresentano diversi generi teatrali, dal mondo opulento dell’opera a scene d’amore passionali, e dietro le quinte i tecnici di scena Bob, Ivan e Bernd, tre aiutanti instancabili divisi dal luccicante mondo del palcoscenico solo da un misero sipario, vivono una vita all’ombra della ribalta, fatta di sogni e quotidianità.
«Feste», in cartellone fino al 3 aprile, è, invece, una favola per adulti, senza parole. La storia prende spunto dai preparativi per un matrimonio in una villa sul mare. Nel cortile, tra gag comiche e spunti drammatici, il personale lavora senza sosta per cucinare, preparare, sorvegliare, pulire e riordinare. Tutti fanno del loro meglio perché la festa funzioni a meravigli e ottenere così il rispetto da parte dei ricchi proprietari della casa.
Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito
www.teatromenotti.org.
Lazio, una primavera di concerti al Museo del saxofono Sarà l'energia assoluta dello
swing mescolata con la musicalità frenetica e ritmica degli anni Cinquanta e Sessanta tra Italia e Stati Uniti ad aprire la stagione primaverile di concerti promossa dal
Museo del saxofono di Maccarese. Sabato 26 marzo, alle ore 21:30, i sette musicisti della
«Big Night Players» - Francesco Sofia (voce), Andrea Pedroni (sax tenore), Carlo Capobianchi (tromba), Walter Fantozzi (trombone), Paolo Bernardi (pianoforte), Giordano Panizza (contrabbasso) e Marco Della Torre (batteria) – proporranno al pubblico un percorso tra canzoni iconiche quali «That’s amore», «Buonasera, signorina», «Just a gigolò», «Tu vuo’ fa l’americano», «Torna a Surriento», «Carina», «Oh Marie», «Ciao, ciao, bambina», «Sotto il cielo di Roma» e «Mambo italiano».
La programmazione proseguirà domenica 3 aprile con un omaggio al
gospel, che vedrà in scena
Dimitri Espinoza Grechi al sax tenore e
Paolo «Pee Wee» Durante all’organo Hammond.
Sabato 9 aprile è prevista, invece, la
presentazione di «Saxophones», il
catalogo ufficiale del museo, frutto del grande lavoro di acquisizione, studio e ricerca svolto da
Attilio Berni.
L’opera, che si è avvalsa del contributo di prestigiosi esperti internazionali del settore, «include – si legge nella nota stampa - numerose immagini di qualità, approfondimenti e notazioni tecnico-descrittive delle varie metamorfosi dello strumento che si intrecciano con le storie personali degli inventori e dei musicisti che lo hanno imbracciato». A seguire è in programma un concerto del
«Classic Jazz Quintet».
Mentre sabato 23 aprile i riflettori saranno puntati sul progetto
«Big Block City», ultimo lavoro di
Angelo Trane e
Andrea Rongioletti composto e realizzato durante il periodo del
lockdown, che vedrà in scena anche la cantante
Letizia Liberati.
Sabato 7 maggio sarà, dunque, la volta della
«Ciribiribin Italian Swing Orchestra» con il concerto «Do You speak Italiano?», un viaggio tra melodie indimenticabili in compagnia delle note di artisti quali Alberto Rabagliati, Bruno Martino, Natalino Otto, Fred Buscaglione, il Trio Lescano e molti altri. Mentre a chiudere la rassegna primaverile sarà, sabato 21 maggio, un quartetto capitanato da
Susanna Stivali con un progetto interamente dedicato all’enorme e diversificato lavoro del poeta, scrittore, autore e compositore
Chico Buarque de Hollanda.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito:
https://www.museodelsaxofono.com/.
Al via la prima edizione di «Doorscape», il concorso di architettura di Oikos Venezia e Fondazione Querini Stampalia Si chiama «Doorscape» il concorso internazionale lanciato da Oikos Venezia, azienda leader nella progettazione e design di porte di ingresso di alta gamma, e dalla Fondazione Querini Stampalia, per il sostegno e la diffusione della cultura architettonica dello spazio d’ingresso nelle sue molteplici accezioni, funzioni e collegamenti.
Le iscrizioni al contest - che vede il coinvolgimento, in veste di aziende partner, di Adler, Iseo e Laminam - sono aperte
fino al 15 gennaio 2023, sul sito www.doorscape.eu, per architetti, ingegneri,
designers, progettisti, creativi e studenti di architettura.
Il progetto deve riguardare lo spazio che precede e segue l’accesso al luogo abitato, rispondendo a due fondamentali parametri: l’architettura d’ingresso è pertinente a un edificio residenziale, di tipo unifamiliare o plurifamiliare; il progetto deve coprire un’area massima di 300 metri quadrati.
Il vincitore ha diritto a
un premio in denaro di 10.000,00 € e il progetto verrà esposto, insieme agli altri finalisti, alla Fondazione Querini Stampalia, in occasione della
18. Mostra internazionale di architettura de La Biennale di Venezia. La scelta dello spazio espositivo non è ovviamente casuale: l’area progettata da
Carlo Scarpa nel museo veneziano si presta, infatti, per sua natura a un approfondimento sul concetto di spazio, di ingresso e di soglia.
Gli elaborati dei partecipanti saranno valutati e premiati da una giuria internazionale di massimi esperti di settore. La giuria sarà presieduta da
Michele De Lucchi & Amdl Circle, un professionista e uno studio di architettura che incarnano l’idea di contaminazione dei saperi. Gli altri giurati saranno:
Donatella Calabi (storica delle città),
Alessandra Chemollo (fotografa),
Emanuele Coccia (filosofo),
Luciano Giubbilei (
landscape e
garden designer) e
Eugenia Morpurgo (
designer ricercatrice). «Forte della presenza di professionisti che riflettono sugli spazi in modo complementare, la giuria – spiegano gli organizzatori - riflette il carattere dell’intera operazione e i criteri di selezione dei progetti: il contenuto di ciascun progetto in concorso, oltre a dimostrare le competenze tecniche adeguate, non dovrebbe trascurare il taglio culturale che l’intera operazione persegue».
Per maggiori informazioni:
www.doorscape.eu.
5 Continents Editions porta in libreria «Maria Lai. Ricucire il dolore. Tessere la speranza»
È uscito in libreria giovedì 24 marzo il
volume «Maria Lai. Ricucire il dolore. Tessere la speranza», scritto da
Micol Forti, studiosa che dal 2000 dirige la collezione d’arte contemporanea dei Musei vaticani, in occasione della mostra allestita lo scorso anno alla Cantina Antichi Poderi di Jerzu, paese sardo tra le cui case l’artista ha vissuto da bambina insieme alla sua famiglia. A pubblicare il libro, disponibile in lingua italiana e inglese, è la
5 Continents Editions di Milano, che ha in catalogo anche i volumi «Maria Lai. Legarsi alla montagna» (2021), «Maria Lai. I luoghi dell’arte a portata di mano. Quattro mazzi di carte per argomentare sul fare arte, leggere l’arte, ridefinire l’arte» (2021), e «Maria Lai. Tenendo per mano il sole» (2019).
Il libro propone un racconto inedito del percorso artistico di Maria Lai (Ulassai, 1919 – Cardedu, 2013) che, a partire dalla sua riscrittura della storia sacra con soggetti espressamente legati alla tradizione religiosa, in particolare ai temi della nascita e della morte - come i «Presepi» e le «Via Crucis» -, arriva fino ai disegni eseguiti in giovane età, dalla metà degli anni Quaranta fino agli anni Sessanta, nei quali l'artista, attraverso tratti tanto essenziali quanto decisi, ritrae la cultura locale e la quotidianità domestica.
Figure di donne al lavoro, mentre setacciano, impastano il pane, lavano panni, siedono al telaio, o accudiscono i bambini, insieme alle - meno frequenti - figure di uomini, pastori, pescatori, contadini, cacciatori con lo «scoppio» in spalla, e ancora, animali e qualche sintetico paesaggio: Maria Lai osserva e rappresenta la realtà in tutte le sue forme, la verità della sua terra, dei posti dove ha vissuto, delle persone che ha incontrato, dei libri che ha letto, delle opere che ha visto, degli affetti che l’hanno circondata nel corso della sua lunga vita. Ed è proprio a partire da questa realtà, dalla sua realtà, che prende le mosse la sua visione artistica.
Per Maria Lai l’arte ha a che fare con il senso dell'esistere, incarna le fragilità e le potenzialità della vita, e questa ricerca artistica ed estetica emerge perfettamente dalle opere presenti all’interno del volume.
Pagina dopo pagina, il libro mette in luce, ancora una volta, come il «fare arte» per Maria Lai debba rispondere alle esigenze e alle domande concrete e fondamentali dell'uomo, a quel bisogno di ricerca che muove anzitutto dalla propria intimità. Come afferma Micol Forti, «attraverso tutta la sua opera, Maria Lai ha dimostrato che l’arte, quella che nasce dal confronto con la tradizione sacra e quella che germoglia dall’osservazione del reale, ha tra i suoi compiti più alti e ambiti rivelare il senso dell’esistere, svelare i misteri del nascere e del morire, diventare orizzonte del nostro ‘errare’ e accogliere il cammino verso una meta che possiamo solo intuire».
Per maggiori informazioni:
www.fivecontinentseditions.com.