Artemisia Gentileschi ritorna alla sbarra. Accade a Torino, nella Sala del Senato di Palazzo Madama, dove mercoledì 2 aprile si rivivrà il celebre processo che vide protagonista, nel Cinquecento, la pittrice romana, nota per aver contribuito alla diffusione del caravaggismo nella città di Napoli e per essere stata vittima di uno stupro da parte di Agostino Tassi, amico e collega pittore del padre Orazio.
L’appuntamento, in programma dalle ore 21, è inserito nel format «Personaggi e protagonisti: incontri con la storia» di Elisa Greco che, in passato, ha visto al banco dei testimoni anche Winston Churchill, Margaret Thatcher e Tony Blair, interpretati da professionisti provenienti dal mondo giuridico, politico e intellettuale come l’onorevole Paolo Gentiloni e il dirigente d’azienda Chicco Testa.
A far rivivere Artemisia Gentileschi e la sua dolorosa vicenda processuale, una tra le più seguite causes célèbres dell'epoca, sarà Giovanna Milella, giornalista Rai e per cinque edizioni segretario generale del Prix Italia; mentre il presidente della Corte sarà interpretato da Franco Debenedetti, editorialista e politico italiano. L’accusa verrà sostenuta dal pubblico ministero Stefano Dambruoso, magistrato, membro della Commissione Giustizia e Questore della Camera dei Deputati, con il collegio di Difesa composto da Giovanni Monchiero, componente della Commissione permanente Affari sociali della Camera dei Deputati, e da Anna Simioni, talent leader di Ernest&Young. Testimone di difesa sarà, invece, suor Giuliana Galli, membro del Consiglio di amministrazione della Compagnia di San Paolo. Al termine del dibattimento (che non prevede un copione prestabilito), il pubblico esprimerà, con una propria votazione, il verdetto finale reso noto dal Presidente della Corte.
«Protagonista del processo -racconta Elisa Greco- sarà un'Artemisia non solo artista, ma figlia e donna, che con la sua arte è riuscita a superare i suoi tempi». La Gentileschi è, infatti, non solo un’apprezzata interprete della prima espressione pittorica «di genere», ma anche un’eroina del femminismo moderno. Di lei si ricordano tele di grande richiamo come «Susanna e i vecchioni», «Autoritratto come allegoria della pittura» o «Giuditta che decapita Oloferne», che la fecero definire da Roberto Longhi, in un articolo del 1916, «l'unica donna in Italia che abbia mai saputo che cosa sia pittura e colore, e impasto, e simili essenzialità». Ma la pittrice romana è anche un’artista che è stata capace di affermarsi in un mondo, fino ad allora (e ancora per molto tempo), totalmente maschile. Merito, questo, della raffinata pittura e del forte carattere, grazie al quale la Gentileschi sopportò anche le tortuosità burocratiche e le tante calunnie che animarono il processo ad Agostino Tassi.
Occasione per ripercorrere la storia dell’autrice seicentesca è una delle mostre attualmente in corso a Palazzo Madama, dove è esposta la «Santa Caterina» degli Uffizi, una tela datata 1620, in dialogo con due opere di Orazio Gentileschi: il «San Gerolamo» (che ebbe come soggetto Pietro Molli) e una «Santa Caterina» già attribuita a Bassante e proveniente dalla collezione Einaudi.
Il lavoro di Artemisia Gentileschi, usualmente conservato nel museo fiorentino, potrebbe essere un autoritratto, o anche raffigurare Maria Maddalena d’Austria, moglie del duca Cosimo II de Medici. La donna dipinta indossa una ricca veste di velluto e una corona tempestata di gemme, a ricordare le sue nobili origini ed è raffigurata in un atteggiamento contemplativo. La mano sinistra è appoggiata sulla ruota dentata, uno degli strumenti con cui l'artista fu torturata durante il processo. La destra regge la palma simbolo del martirio. Il risultato è una figura di forte presenza fisica, che si staglia dal fondo scuro come affacciandosi sulla ribalta di un palcoscenico.
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Artemisia Gentileschi, «Autoritratto come allegoria della Pittura», 1638-39, Royal Collection, Windsor; [fig. 2] Artemisia Gentileschi, «Santa Caterina», 1620 circa, Uffizi, Firenze
Informazioni utili
Il processo di Artemisia Gentileschi. Palazzo Madama – Sala di Palazzo Madama, piazza Castello – Torino. Quando: mercoledì 2 aprile 2014, ore 21. Ingresso: € 30,00. Informazioni e prenotazioni: tel. 011.5211788 , e-mail prenotazioniftm@arteintorino.com.
Artemisia Gentileschi. La Santa Caterina degli Uffizi. Palazzo Madama, piazza Castello – Torino. Orari: martedì-sabato, ore 10.00-18.00; domenica, ore 10.00-19.00; chiuso il lunedì (a biglietteria chiude un'ora prima). Ingresso (valido per la visita a tutte le collezioni di Palazzo Madama): intero € 10,00, ridotto € 8,00, libero per tutti il primo martedì del mese (se feriale). Informazioni: tel. 011.4433501. Sito web: www.palazzomadamatorino.it. Fino al 3 giugno 2014.
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