Hanno vissuto negli stessi anni, ma in due luoghi geograficamente distanti: uno in Sardegna, l'altro in Trentino. Quasi certamente non si sono mai incontrati, anche se hanno preso parte entrambi all'Esposizione internazionale di arti decorative e industriali moderne di Parigi, tenutasi nel 1925. Ma -per uno strano gioco del destino- hanno condotto una ricerca stilistica simile, che li ha resi protagonisti di prim'ordine nel campo delle arti applicate e del design contemporaneo. Stiamo parlando di Eugenio Tavolara (Sassari, 1901–1963) e Fortunato Depero (Fondo, 1892 – Rovereto, 1960), le cui produzioni artistiche sono al centro del progetto espositivo che Nicoletta Boschiero e Manolo De Giorgi hanno curato per il Mart – Museo d'arte moderna di Trento e Rovereto e che rimarrà visibile al pubblico fino a domenica 14 settembre negli spazi della Casa d'arte futurista Fortunato Depero.
Marionette, figure meccaniche, giocattoli, arazzi, tappeti e sculture in esposizione fanno colloquiare, idealmente, le suggestioni del folklore popolare italiano con l'estetica avanguardista di inizio secolo.
Simili per tipologia, tecniche e ricchezza, i lavori esposti rappresentano, infatti, l’energica e specifica identità di chi li ha concepiti: dagli oggetti di Eugenio Tavolara emerge prepotentemente l'interesse per la tradizione sarda; da quelli di Fortunato Depero la vicinanza all'estetica futurista e alla creatività della sua terra.
In Sardegna come in Trentino, i due artisti rilanciano e promuovono l’artigianato locale, conducendo personalmente aziende e commerci. Il maestro trentino favorisce la nascita di centri di produzione, lavoro ed economia; parallelamente, il maestro sardo fonda negli anni Trenta la Casa Alba, coinvolgendo artisti, disegnatori e soprattutto centinaia di artigiani locali, depositari di tecniche e saperi antichi e raffinati, che vengono riscoperti e riproposti in una nuova e più contemporanea interpretazione.
I curiosi legami tra i due maestri, oltre a quelli evidenti dal paragone tra le produzioni e le opere (si pensi ai celebri logo, ai giocattoli, alle figure meccaniche, ai disegni e ai tappeti), scaturiscono anche dall’aver vissuto attivamente lo stesso tempo, interpretando le medesime istanze e tendenze. Per esempio, nell’Esposizione internazionale di arti decorative e industriali moderne di Parigi, Fortunato Depero partecipa, con Giacomo Balla ed Enrico Prampolini, allestendo una sala dedicata al futurismo; Tavolara presenta, invece, figure meccaniche e pupazzi in legno che gli valgono una medaglia d’oro e ampie segnalazioni da parte della critica.
La mostra, intitolata «La manifattura delle case d'arte», raccoglie molti oggetti del maestro sassarese, alcuni dei quali mai presentati fuori dalla Sardegna nella loro interezza. È il caso di un gruppo di animali intagliati in legno, provenienti dalla collezione Luisangela e Rosaria Tavolara, il cui impianto primitivo rimanda chiaramente ai graffiti rupestri e alle rappresentazioni tribali.
In esposizione si trova anche la celebre «Cavalcata sarda», esposta nel 1940 alla Triennale di Milano e in seguito donata al principe Umberto II di Savoia; il gruppo ricostruisce il corteo svoltosi a Sassari nel 1939, in occasione della visita degli eredi al trono e appartiene oggi alla collezione Isola della Regione autonoma di Sardegna.
A Casa Depero si possono, inoltre, ammirare i ciociari, i cantanti, i grassoni di Teulada, provenienti dalle collezioni Tilocca, e due gruppi di proprietà del Comune di Sassari: i venticinque pezzi del gruppo scultoreo «Processione dei misteri» (1928), sul Venerdì santo, e le trentadue statuine della famosa «Mascherata sassarese» (1937), raffigurante un corteo di uomini vestiti da donna, suonatori in pelli di capra, baffuti contadini ingonnellati, di una straordinaria forza grottesca.
Giocattoli e pupazzi rappresentano, non senza un pizzico di ironia, un mondo popolare in miniatura. A differenza di Fortunato Depero, l'artista sassarese dà vita a personaggi fortemente caratterizzati, che rivelano spesso na tendenza espressionista nella deformazione violenta dei visi e dei corpi, nella ricerca del grottesco. Come scrive Giuliana Altea: «lo sguardo sul mondo sardo è sì affettuoso, ma per nulla carezzevole o protettivo» .
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Eugenio Tavolara, «Cavalcata sarda», anni Cinquanta. Collezione Isola - Istituto sardo organizzazione lavoro artigiano - Regione autonoma della Sardegna; [fig. 2] Eugenio Tavolara, «Bue grasso», 1959. Collezione Luisangela e Rosaria Tavolara; [fig. 3] Eugenio Tavolara, «Processione dei misteri», 1928. Comune di Sassari
Informazioni utili
«Tavolara e Depero. La manifattura delle case d'arte». Orari: martedì-domenica, ore 10.00-18.00; venerdì, ore 10.00-21.00; lunedì chiuso. Ingresso: intero € 11,00; ridotto € 7,00; gratuito fino ai 14 anni. Informazioni: tel.0464.438887 o info@mart.trento.it. Sito internet: www.mart.trento.it. Fino al 14 settembre 2014.
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