ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

domenica 1 ottobre 2017

A Milano Mirò rilegge Prévert

Si apre con un omaggio all’arte grafica di Joan Miró la nuova stagione espositiva della galleria Deodato Arte di Milano. L’esposizione, visibile dal 28 settembre al 4 novembre, presenta un’accurata selezione di incisioni e litografie del maestro catalano realizzate principalmente tra gli anni Cinquanta e Ottanta, anche se non mancano testimonianze degli anni Trenta.
È, infatti, con il trasferimento a Palma de Maiorca, dove viene allestito un laboratorio di incisione e litografia, che l’artista può confrontarsi con maggior continuità con questa tecnica artistica, dalle molteplici possibilità espressive e comunicative, che ben si sposa con la sua arte, versatile, ricca di simboli e di colori accesi. L’utilizzo di strumenti inusuali come pettini, chiodi, dita e altro ancora, oltre al contatto diretto e fisico con i materiali, contribuisce a rendere ancora più personali le lastre incise, dalle quali emerge una forte connessione anche dal punto di vista emozionale.
Spesso destinate a volumi e riviste pubblicate in tiratura limitata, che si tratti di incisioni calcografiche a puntasecca, acqueforti o litografie a colori, le grafiche di Miró sono fedeli testimoni del suo linguaggio e al tempo stesso creano tra immagine e testo, reinterpretato secondo la propria sensibilità, un perfetto connubio.
Nell’esaustiva panoramica dei lavori in mostra s’incontrano alcune opere degli anni Trenta che attestano le prime sperimentazioni incisorie come «Daphnis et Chloé» e «Fraternity» dal carattere narrativo e perfettamente rappresentative delle tematiche trattate.
Di matrice più astratta, sebbene con chiari riferimenti ai titoli, sono le litografie della serie «Haï-Ku» degli anni ‘60 come «Herbes d’été», «La bouge du sanglier» e «Au portrait couvert de neige», dove dalla semplice forma geometrica, dai piccoli punti e dalle macchie di colore è possibile scorgere soli, stelle, lune, occhi, figure femminili e uccelli, soggetti prediletti dell’artista. Questa ampia galleria di figure stilizzate, filiformi, surreali nasconde -dietro ad un’apparente semplicità e leggerezza- un’essenza più complessa, espressione di riflessioni profonde e di uno stato d’animo inquieto.
Colori pieni, vivaci che si contrappongono a linee e contorni neri, figure che fluttuano e galleggiano insieme alle parole, caratterizzano le tavole del poemetto «Le lézard aux plumes d'or» (1971), uno fra gli esempi più evidenti della compenetrazione fra disegno e testo. L’argomento trattato nella favola fa riferimento a una lucertola con le piume d’oro ed è molto vicino alle tematiche legate al sogno e ai mondi fantastici indagati costantemente dall’artista catalano.
Più essenziali, per quanto concerne linee e colori, sono le litografie realizzate per la serie dedicata a «L’enfance d’Ubu» (1975). François Ubu, protagonista di tre opere teatrali di Alfred Jarry, impersona un uomo adulto dall’atteggiamento primitivo, vile e avido di potere, di cui Miró sceglie di inventare e rappresentare l’infanzia; la figura fittizia di questo soggetto si muove in un mondo irreale, popolato da animali e creature fantastiche, che si contrappongono alla reale natura di Ubu conosciuta nell’immaginario collettivo.
Particolarmente significativi sono inoltre i lavori incisori accompagnati da poesie di Jacques Prévert, tratti dal libro in tiratura limitata «Adonides» (1975), le cui pagine originali esposte mettono in evidenza sulla stessa lastra l’incisione di versi e il disegno a simboleggiare la totale unione delle due arti e dei due artisti.
Di grande impatto sono l’incisione e acquatinta «Sans titre III» del 1981 su carta guarro capace di fornire uno spiccato effetto tridimensionale, evocativo del bassorilievo e il manifesto realizzato in occasione dei mondiali di calcio del 1982, un’opera d’arte colorata, fresca che andò a sostituire la vecchia classica iconografia del torero e delle corride, ottenendo uno strepitoso successo.

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Joan Miró, Senza Titolo, 1975. Incisione dal libro Adonides con poesia di Jacques Prévert, cm 40x33,5; [fig. 2] Joan Miró, Sans Titre III, 1981. Incisione ad acquatinta su carta Guarro, cm 92x72,5; [fig. 3] Joan Miró, Senza Titolo 2, 1974. Litografia a colori, cm 27,8x56,5 

Informazioni utili 
Joan Miró. Capolavori grafici. Deodato Arte, via Santa Marta, 6 – Milano. Orari: martedì – sabato, ore 10.30-14.00 e ore 15.00-19.00. Ingresso libero. Informazioni: tel. 02.80886294, galleria@deodato-arte.it. Sito internet: www.deodato.com. Dal 28 settembre al 4 novembre 2017

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