ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

giovedì 26 ottobre 2017

L’uomo e il paesaggio: settanta foto in mostra a Biella

L’uomo, il paesaggio e l’influenza che l’uno esercita sull’altro sono al centro della mostra fotografica «Terre di uomini», che Chiara Dall’Olio cura per la Fondazione Fotografia Modena e Palazzo Gromo Losa. L’esposizione, in programma dal 27 ottobre al 7 gennaio a Biella, comprende oltre settanta opere di ventisette artisti, che prendono in esame differenti visioni del paesaggio, con particolare riferimento alla tradizione americana, africana e italiana.
Il percorso espositivo, che presenta opere provenienti per la quasi totalità dalla Fondazione Fotografia Modena, si apre con un omaggio all’opera dei grandi maestri della fotografia statunitense: da Ansel Adams, che nelle sue fotografie evoca la leggendaria ultima frontiera, a Edward Weston, interprete, negli anni Trenta e Quaranta, di particolari della natura in chiave estetica e allegorica, per arrivare, negli anni Sessanta, alle sperimentazioni di Callahan e Siskind, che restano tuttavia sempre nel solco tracciato da Adams, della fotografi pura ed elegante. Fondamentale, poi, la figura di Stephen Shore, che immortala la provincia americana finalmente con la pellicola a colori, utilizzata anche da Misrach per agli ampi spazi desertici che richiamano l’attenzione allo sfruttamento della natura effettuato dall’uomo. Lo stesso tema si ritrova nelle periferie industriali di Gossage, così come nei lavori che negli stessi anni Ottanta vanno conducendo anche i fotografi europei. Nel mezzo si collocano autori come White, Caponigro, Bullock e Chappell, interpreti di una fotografia visionaria e contemplativa, che riflette innanzitutto sul posizionamento dell’essere umano nel mondo. L’uomo è anche al centro delle ricerche di Friedlander e di Van Deren Coke, prodotto di una società che è andata sviluppandosi negli anni Sessanta e Settanta, tenendo ai margini il diverso, in nome di un benessere collettivo e di uno sfrenato consumismo, inevitabili conseguenze del capitalismo americano.
Nonostante un territorio naturale affascinante ed estremo che condiziona fortemente la vita quotidiana, gli autori africani non si lasciano ammaliare dalla perturbante bellezza della natura. La fotografia è narrazione di un contesto quotidiano difficile, spesso conflittuale, in cui non c'è spazio per la contemplazione e il paesaggio resta sullo sfondo.
Tra i vari scatti si possono vedere la foresta nigeriana sfruttata e inquinata dagli oleodotti di Osodi, le tracce dell'apartheid in lembi di terra remota raffigurate da Goldblatt, o la vita di tutti i giorni ritratta da Nunn. Anche i cani ritornati randagi dopo essere stati abbandonati dai bianchi in fuga dalle fattorie dopo la fine dell’apartheid, ritratti da Naudé, sono un emblema del recente passato sudafricano. Nella periferia di Tangeri ripresa da Barrada c’è tutta la precarietà di una nazione come il Marocco, così come nelle immagini della prima campagna elettorale democratica del Congo, fotografata da Tillim nel 2006, la tensione delle piazze è palpabile. Tuttavia, la speranza di un futuro normale resiste, come vediamo nelle immagini di Apagya, dove gli adulti si collocano dentro un fondale che è il sogno a occhi aperti di un mondo nuovo.
E in Italia? Il paesaggio italiano è stato da sempre uno dei soggetti più amati dai fotografi nostrani, fin dalle sue origini, un’eredità quasi scontata dal lontano Rinascimento. Difficile, per un autore contemporaneo, liberarsi da un approccio -che poi è una visione- così fortemente radicato, difficile anche solo immaginare un paesaggio diverso dal Bel Paese. Sono fotografi come Franco Fontana -che interpreta il mondo in campiture di colore- o come Luigi Ghirri -che volge l'attenzione alla provincia della pianura padana- a dimostrare fin dagli anni Settanta che non esiste solo la bellezza delle coste o delle Alpi italiane. Sulla loro scia, Fossati indaga le rive del Po, che diventano quasi un paesaggio lunare, e Guidi ferma lo sguardo sulle contaminazioni che l'industria ha portato al nostro territorio, segnandolo e in molti casi deturpandolo. Occorre allora allontanarsi, prendere il largo come Mimmo Jodice che, da moderno Ulisse, ricerca nei luoghi del Mediterraneo le radici di una cultura ancora vibrante di forza. Oppure allargare il campo visivo e fare entrare nella fotografia il brulicare dell'attività umana moderna, invisibile ma palpabile presenza nelle fotografie di architetture di Basilico, colorata e invasiva massa nei paesaggi alpini di Niedermayr, che ormai hanno perduto per sempre il fascino selvaggio, la wilderness tanto amata da Ansel Adams, tanto che la fotografia stessa non può più essere unica, ma è frammentata in più cornici, spezzata come lo sguardo contemporaneo.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Minor White, Golden Gate Bridge, 1959. Stampa alla gelatina d’argento;  [fig. 2] Luigi Ghirri, Formigine, 1984. Dalla serie Il profilo delle nuvole, c-print, 39 x 49,5 cm; [fig. 3] Franco Fontana, Paesaggio urbano, New York, 1979. c-print, 45 x 30 cm. © l’artista

Informazioni utili
Terre di Uomini. Adams, Shore, Goldblatt, Ghirri, Basilico, Jodice e altri 21 grandi fotografi raccontano il paesaggio. Palazzo Gromo Losa, corso del Piazzo, 22/24 - Biella. Orari: venerdì e sabato, ore 15.30-19.00; domenica, ore 10.00-13.00 e ore 15.30-19.00; 1° novembre, 8 e 26 dicembre, 1° e 6 gennaio, ore 10.00-13.00  e ore 15.30-19.00; mostra chiusa il 25 dicembre. Ingresso: intero € 7,00, ridotto € 5,00 → Soci Touring Club, Soci FAI, Soci Plein Air, Tessera Abbonamento Musei Torino e Piemonte, Amici di Castelli Aperti, gruppi di almeno 12 persone; ingresso gratuito → under 25, studenti universitari con tesserino, disabili + 1 accompagnatore, insegnanti se accompagnano una classe, giornalisti con patentino, guide turistiche con patentino | visite guidate per gruppi (min. 12 - max. 25 persone) a cura di Ideazione Società Cooperativa  € 65,00 a gruppo in aggiunta al prezzo del biglietto (tel. 329.1866660). Informazioni: tel. 015.2520432 o info@fondazionecrbiella.it | tel. 059.6139623 o cell. 335.1621739, mostre@fondazionefotografia.org. Sito internet: www.fondazionefotografia.org. Dal 27 ottobre al 7 gennaio 2018.

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