Le dieci opere nate durante i giorni del lockdown sono state il biglietto da visita con cui il Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato ha mostrato alla città la sua voglia di ripartire, superando il momento drammatico e straordinario che stavamo vivendo.
Marinella Senatore, Nico Vascellari, Marzia Migliora, Eva Marisaldi, Flavio Favelli, Marcello Maloberti, Massimo Bartolini, Elena Mazzi e Andreco sono gli artisti che hanno risposto all'appello. Le loro bandiere sono ora esposte all'interno del museo toscano, tra i primi sul territorio italiano a riaprire lo scorso maggio, dopo circa dieci settimane di chiusura.
«Nei prossimi mesi –racconta la direttrice Cristina Perrella- il rapporto fisico con i nostri spazi sarà riservato principalmente a un pubblico di prossimità e questa sarà un’occasione importante per aumentare la familiarità dei cittadini con il museo e rafforzare una dimensione territoriale. Altrettanto importante sarà rimanere connessi al mondo. Da questo punto di vista l’uso dello spazio digitale sarà uno dei contesti in cui alimentare il pensiero critico e il confronto con la scena culturale globale, oggi che la condivisione di pensieri, contenuti, esperienze è più essenziale che mai e può generare nuovi scenari per l’arte nazionale e internazionale».
Globale e locale si incontreranno, dunque, questa estate al Pecci, che continuerà a produrre contenuti multimediali e, nello stesso tempo, punterà i riflettori sui suoi concittadini, a partire dai più piccoli. Pensa, infatti, a loro il laboratorio didattico su «Extra Flags» e la call pubblica, lanciata in occasione della riapertura, per co-progettare uno strumento digitale per la visita autonoma del museo dedicata alle famiglie con bambini dai 6 ai 12 anni.
L'attività di progettazione partecipata, in linea con i protocolli di sicurezza, si svolgerà all'aperto, nel giardino antistante il museo, e consentirà di creare una guida multimediale da scaricare sul proprio smartphone per visitare in autonomia il centro pratese, alla scoperta della sua architettura, del suo giardino delle sculture e delle sue collezioni.
Per quanto riguarda la programmazione espositiva il museo toscano apre, questa estate, le porte alla prima mostra italiana dedicata all’acclamato fotografo e poeta cinese Ren Hang (1987-2017), tragicamente scomparso a neppure trent’anni.
L’artista, le cui opere sono ritenute in Cina pornografiche e sovversive, è noto soprattutto per la sua ricerca su corpo, identità, sessualità e rapporto uomo-natura, che ha per protagonista una gioventù cinese nuova, libera e ribelle.
I suoi nudi appaiono su un tetto tra i grattacieli di Pechino, in una foresta di alberi ad alto fusto, in uno stagno con fiori di loto, in una vasca da bagno tra pesci rossi che nuotano oppure in una stanza spoglia; i loro volti sono impassibili, le loro membra piegate in pose innaturali. Cigni, pavoni, serpenti, ciliegie, mele, fiori e piante sono utilizzati come oggetti di scena assurdi, ma dal grande potere evocativo.
L'esposizione, visitabile fino al prossimo 23 agosto, allinea novanta scatti, accompagnati da un portfolio che documenta il backstage di uno shooting di Ren Hang nel Wienerwald nel 2015 e un’ampia sezione di libri rari sul suo lavoro.
Nello stesso periodo sarà possibile vedere «The Missing Planet, visioni e revisioni dei “tempi sovietici” dalla collezione del Centro Pecci e da altre raccolte», a cura di Marco Scotini e Stefano Pezzato, con progetto di allestimento di Can Altay.
L'esposizione propone un’immersione nelle ricerche artistiche sviluppate dagli anni Settanta a oggi nelle ex repubbliche sovietiche, dalla Russia alle province baltiche, caucasiche e centro-asiatiche, che parte dalla rilettura del ricco nucleo di opere dedicate a quest’area geografica presenti nella collezione del Centro Pecci, già esposte nelle mostre «Artisti russi contemporanei» (1990) e «Progressive nostalgia» (2007).
«L’intento della nuova rassegna -raccontano dal Pecci, nelle note di presentazione- è pertanto quello di agire sul tempo, ma anche “contro il tempo”, in favore di un tempo che deve ancora accadere. Per questo, tra metafora e realtà, lavora sull’immaginario cosmico e utopistico che ha accompagnato l’epopea dell’Unione Sovietica, trasformando lo spazio espositivo del museo in uno «Space Shuttle», dentro al quale «Solaris» di Andrei Tarkovskij incontra «Once in the XX Century» di Deimantas Narkevicius come pure «Kunst camera» di Sergei Volkov e «Perestroika» di Erik Bulatov».
In occasione della mostra viene presentata «Interregnum», video installazione di Adrian Paci (Scutari 1969), composta da un montaggio di sequenze di funerali di dittatori comunisti di diverse nazionalità ed epoche, recuperate dagli archivi di stato o dalle trasmissioni televisive nazionali albanesi.
L'opera mostra uomini, donne, bambini ripresi in primo piano, in lacrime, oppure da lontano, in code chilometriche: la morte di un leader libera il dolore dei singoli che, dice l’artista albanese, «non era contemplato nella società comunista».
Una programmazione, dunque, varia quella del Centro Pecci di Prato per questa Fase 3 dell'emergenza sanitaria per il Covid-19, con l'intento di regalare un po' di cultura in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo. D'altronde - lo diceva anche Fëdor Dostoevskij- «la bellezza salverà il mondo».
Didascalie delle immagini
[Fig. 1]Elisabetta Benassi, Bumblebee needs protection for humankind’s sake, 2017-2020. Bandiera in tessuto nautico, 210 x 300 cm. Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, courtesy dell’artista; [fig. 2] he Missig Planet. Visioni e revisioni dei "tempi sovietici" dalle collezioni del Centro Pecci ed altre raccolte, 2019. Vista dell'allestimento al Centro Pecci. Ph. Ela Bialkowska, OKNOstudio; [fig. 3] Ren Hang, Girl with Ants, 2014. Courtesy Stieglitz19 and Ren Hang Estate; [fig. 4] Ren Hang, Kissing Roof, 2012. Courtesy Stieglitz19 and Ren Hang Estate; [fig. 5] Ren Hang, Peacock, 2016. Courtesy Stieglitz19 and Ren Hang Estate; [fig. 6]Ren Hang, Muur, 2016. Courtesy Stieglitz19 and Ren Hang Estate
Informazioni utili
Centro Pecci per l'arte contemporanea, Viale della Repubblica, 277 – Prato. Orari: dal giovedì alla domenica, dalle ore 12 alle ore 20. Ingresso: Ingresso gratuito per tutti, fino al 31 luglio, alle mostre The Missing Planet. Visioni e revisioni dei ‘tempi sovietici’, Mohamed Keita: KENE/Spazio, Adrian Paci. Interregnum, Extra Flags | Ingresso alla mostra Ren Hang. Nudi intero 7,00 €, ridotto 5,00 €. Informazioni: +39 0574 5317, info@centropecci.it. Sito internet: www.centropecci.it
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