ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

lunedì 1 marzo 2021

Da Marialba Russo a Chiara Fumai, un anno alla scoperta della multidisciplinarietà con il Centro Pecci di Prato

Aggiornato sabato 1° maggio 2021, alle ore 17:30 - Sarà una mostra su Marialba Russo (Napoli, 1947), fotografa che con sguardo antropologico ha documentato gli anni Settanta, un periodo carico di fermenti politici, culturali, lotte operaie e femministe, ad aprire la stagione espositiva 2021 del Centro per l'arte contemporanea «Luigi Pecci» di PratoDa sabato 8 maggio, dopo una serie di slittamenti dovuti alla situazione pandemica, sarà possibile ammirare la serie fotografica «Cult Fiction»,  che riprende in modo sistematico i manifesti dei film a luci rosse apparsi nelle strade di Napoli e Aversa tra il 1978 e il 1981, rappresentativi sia della spinta verso la liberazione sessuale di quegli anni sia di una raffigurazione ancora fortemente oggettificata del corpo della donna. In un allestimento che riproduce la materia effimera e l’impatto forte della pubblicità stradale, verranno presentati oltre cento scatti, scelti tra i più significativi della serie.
Sempre sabato 8 maggio aprirà un'altra mostra che focalizza l'attenzione su una figura femminile: a tre anni dalla sua prematura scomparsa, l’istituzione pratese dedica a Chiara Fumai (Roma, 1978 – Bari, 2017) la retrospettiva «Poems I Will Never Release», a cura di Milovan Farronato e Francesco Urbano Ragazzi, con la collaborazione di Cristiana Perrella.
La rassegna è parte di un ampio progetto che mette insieme diverse istituzioni europee con lo scopo di rivisitare il lavoro dell’artista, preservarne il lascito e trasmetterlo a un vasto pubblico. Presentata alla fine del 2020 al Centre d’Art Contemporain Genève di Ginevra, la mostra farà, poi, tappa nei prossimi mesi a La Loge di Bruxelles e alla Casa Encendida di Madrid, permettendo così a più Paesi europei di approfondire l’indagine su una personalità creativa che ha lavorato in modo marcato sui linguaggi della performance e dell'estetica femminista del XXI secolo.
La rassegna raccoglie un corpus molto completo di opere, che traducono in forma materiale le performance di Chiara Fumai, pur rispettando l’intento programmatico dell’artista di non documentarle. Tra questi lavori ci sono «I Did Not Say or Mean “Warning» (Premio Furla nel 2013) racconto poetico sulla collezione della Fondazione Querini Stampalia di Venezia, la video-installazione «The Book of Evil Spirits» (2015), che documenta le sedute spiritiche della medium Eusapia Palladino, e l’installazione ambientale «The Moral Exhibition House» (2012), presentata per la prima volta a Documenta 13 Kassel, in cui la casa è uno spazio per l'insurrezione femminista sotto forma di un freak show domestico.
L’intero percorso espositivo documenta come Chiara Fumai, ribellandosi a una sorta di pregiudizio latente legato al suo essere un’artista donna, abbia «messo a punto – si legge nella nota stampa - un vocabolario di minaccia, rivolta, violenza ma anche noia, atto ad innescare situazioni scomode, per promuovere i suoi ideali di femminismo anarchico. Le sue opere - collage, ambienti e azioni - evocano figure femminili che, con il loro coraggio e la loro rabbia, hanno lasciato un segno per poi essere escluse o dimenticate».
L'omaggio alla creatività femminile proseguirà il 19 giugno con «Senza Fretta», personale dell'artista e danzatrice Simone Forti (Firenze, 1935), cura di Luca Lo Pinto ed Elena Magini: un focus su una serie di lavori sviluppati a partire dalla metà degli anni Ottanta, le News Animation, che analizzano la relazione tra linguaggio, movimento e fisicità, a partire dalle notizie scritte sui quotidiani.
La mostra include performance, opere su carta, video e opere audio e è accompagnata da una sorta di «colonna sonora», costituita dalla stessa artista che legge il suo «The Bear in The Mirror», una collezione di storie, prosa, poemi, disegni, foto, lettere, appunti e memorie.
La rassegna vedrà, a cadenza settimanale, la presentazione di performance storiche di Simone Forti, tra cui «Scramble», «Sleepwalkers/Zoo Mantras», «Song of the Vowels», «Cloths» e «Rollers». Concluderà il percorso espositivo la presentazione di un nucleo di disegni inediti, concepiti durante il lockdown della primavera 2020: i «Bag Drawings», buste della spesa come espressione diretta di un’emotività legata al quotidiano e al familiare.
A maggio, dal giorno 15, ci sarà anche «Cambio», progetto che parte da un’indagine sulla responsabilità ambientale del design e sull’industria del legno condotta dallo Studio Formafantasma, organizzato in collaborazione con la Serpentine Gallery di Londra.
Nei programmi iniziali del Centro Pecci, che dipenderanno molto dal procedere della situazione pandemica, l’indagine tra arte e design continuerà dopo l’estate, quando saranno protagonisti al Centro Pecci alcuni artisti italiani di fama internazionale, caratterizzati da una comune capacità di eclettica sperimentazione attraverso i linguaggi e i materiali, con la mostra «Domus Aurea», a cura di Cristiana Perrella. «Da un lato Francesco Vezzoli - interessato da sempre all’analisi della storia del gusto borghese, al modo in cui le sue evoluzioni segnano passaggi fondamentali dell’epoca moderna, rivelandone in controluce aspetti psicologici profondi - dall’altro Martino Gamper - designer noto per il suo irriverente approccio ai grandi classici del modernismo - coinvolgono - si legge nella nota stampa - gli oggetti di Gio’ Ponti in un gioco di rimandi visivi e concettuali che riflette sul ‘paesaggio domestico' e sugli elementi che lo abitano. Nella mostra le ceramiche di Ponti saranno messe in relazione alle sculture e ai ricami di Vezzoli, in un allestimento che si avvale degli arredamenti di Martino Gamper, al fine di proporre un’ideale dimensione domestica, una Domus Aurea in cui passato, presente e futuro si mescolano».
Verrà, infine, proposta un’importante mostra personale di Cao Fei (Guangzhou, 1978) con opere che esplorano le trasformazioni della Cina contemporanea affrontando domande universali sul prossimo futuro, con una particolare attenzione all'impatto dell'accelerazione della crescita economica, dello sviluppo tecnologico e della globalizzazione sulla società. Il progetto è realizzato in collaborazione con il Maxxi - il Museo nazionale delle arti del XXI secolo, e vedrà la presentazione in contemporanea, a Prato e a Roma, di due mostre dedicate all’artista, rispettivamente curate da Cristiana Perrella e Hou Hanru e Monia Trombetta.
Infine, prosegue anche nel 2021 la valorizzazione del patrimonio del Centro Pecci: non solo le opere della collezione – protagoniste di un nuovo allestimento tematico – ma anche gli archivi e la biblioteca, risorse preziose per la comunità, diventeranno sempre più accessibili e produttivi in termini di ricerca generata. Anche l’imponente archivio di Lara-Vinca Masini, di circa 200mila oggetti tra libri, documenti e opere, andrà – come desiderio della studiosa recentemente scomparsa – ad arricchire il Cid/Arti visive, Centro di ricerca e documentazione del Centro Pecci.
Gli archivi e i materiali da loro conservati, collocabili fra lo statuto del documento e quello dell’opera d’arte, saranno, inoltre, i protagonisti della mostra «Musei di carta», curata da Stefano Pezzato e Andrea Viliani, curatore e responsabile del Crri - Centro di ricerca castello di Rivoli.
Il lavoro delle artiste donne, la sperimentazione attraverso linguaggi e materiali diversi, l’attenzione alla ricerca e al progetto sono, dunque, i cardini della nuova stagione espositiva del Centro Pecci di Prato, che dovrà fare i conti, come tutti i musei, con l’andamento dell’emergenza sanitaria, rischiando così che la programmazione possa essere soggetta a slittamenti di data o a modifiche dell’ultimo minuto. «Nonostante l'oggettiva difficoltà a fare previsioni, – dichiara la direttrice Cristiana Perrella, appena confermata alla guida del museo per i prossimi tre anni – mi sento di dire che sarà un anno importante. Si raccoglie il risultato di un triennio di lavoro molto intenso e concentrato sul definire un'identità chiara per il museo come centro di ricerca e produzione culturale legato al carattere, alla vocazione, alle storie del territorio ma allo stesso tempo partecipe del dibattito internazionale sui suoi temi più aggiornati e rilevanti e inserito in un'intensa rete di scambi e collaborazioni con principali istituzioni italiane e straniere. Molto è stato fatto in questa direzione e su queste basi continueremo a costruire la programmazione di tutte le attività del Centro Pecci per i prossimi anni del mio mandato».

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Chiara Fumai, The Book of Evil Spirits, 2015. Production stills Photo: PRed; [fig. 2, 3 e 4] Exhibition view of Chiara Fumai, Poems I Will Never Release (2007–2017) at Centre d’Art Contemporain Genève (November 28, 2020 ‒ February 28, 2021). © Centre d’Art Contemporain Genève. Photo: Mathilda Olmi; [fig. 5] Chiara Fumai, The Moral Exhibiton House, 2012 Digital Collage Photo: Blerta Hocia; [fig. 6] Simone Forti, A Free Consultation, 2016 Evanston, Illinois January 30, 2016 Cinematography. Jason Underhill; [fig. 7] Cao Fei, Asia One, 2018. Video still © Cao Fei Sprüth Magers e Vitamin Creative Space; [fig. 8] Francesco Vezzoli, Sketch for Domus Aurea,2020. Collage su carta

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