Dopo la pausa forzata, dovuta alle limitazioni imposte dalla pandemia, che ha portato alla cancellazione della passata edizione, la manifestazione, promossa e prodotta dalla Fondazione Palazzo Magnani, con la locale Amministrazione comunale, è pronta a invadere la città di Reggio Emilia con decine di progetti fotografici che si interrogano sul ruolo della cultura visiva in questo particolare momento storico, ponendo l’attenzione sulla natura complessa e sfaccettata delle immagini, che proprio grazie alla loro indeterminatezza, provvisorietà, ambiguità e complessità, sono un ottimo punto di partenza per aiutarci a ripensare il mondo in cui viviamo.
L’appuntamento per gli amanti della fotografia è fissato, pandemia permettendo, per il periodo che va dal 21 maggio al 4 luglio.
Con una rinnovata direzione artistica, in cui Walter Guadagnini sarà affiancato da Diane Dufour – direttrice fino al 2007 di Magnum Photos, fondatrice dello spazio espositivo Le Bal (Parigi) e collaboratrice di Fotografia europea dal 2015 al 2017 – e di Tim Clark – curatore e docente, fondatore e capo redattore del magazine on-line «1000 Words» – il festival animerà i palazzi Magnani e da Mosto, i Chiostri di San Pietro e quelli di San Domenico, la Biblioteca Panizzi, Spazio Gerra, i Musei civici, la collezione Maramotti e, per la prima volta, sette piazze cittadine, così da far convivere al meglio le restrizioni di questo periodo con la nostra voglia di cultura.
A causa dell’attuale situazione sanitaria, si è scelto per il weekend inaugurale, quello dal 21 aò 23 maggio, un palinsesto di eventi digitali, rimandando al fine settimana dal 18 al 20 giugno gli incontri con gli artisti, le conferenze, il bookfair dedicato agli editori indipendenti, le letture portfolio e i workshop, pensati per alimentare un confronto culturale trasversale a partire dalla fotografia. In quella occasione il pubblico potrà ascoltare le lectio magistralis degli architetti Mario Cucinella e Stefano Boeri e incontrare artisti come Joan Fontcuberta, Alex Majoli, Antoine D’Agata, Sophie Whettnall, Vittorio Mortarotti e Anush Hanzehiam, David Jimenez, Noemie Goudal, Francesco Jodice e molti altri.
Dal teatro quotidiano di Alex Majoli al Giappone di Marco Di Noia: mostre open air
Open air sarà, per esempio, il progetto «Opera Aperta» di Alex Majoli, commissionato e prodotto dalla Fondazione I Teatri e da Reggio Parma Festival, in collaborazione con Fotografia europea: una trentina di gigantografie sparse per la città racconteranno la teatralità della nostra vita quotidiana. «Mi son detto, cosa succede se monto delle luci, degli strobe potenti, attorno a persone che stanno facendo qualcosa di normale, che so, prendere un caffè, fare la spesa, seguire un funerale?», spiega a questo proposito il fotografo sul sito della Magnum. «Succede – rispondono dalla Fondazione I Teatri - che la scena della strada diventa la scena di un teatro e tutto sembra avvenire su un palcoscenico».
All’aperto, al Parco del Popolo, sarà visibile anche #nyc, un’indagine multiforme, comica e straziante sulla vita contemporanea a firma di Jeff Mermelstein; mentre «Virus» di Antoine d’Agata, progetto sul Covid-19, sarà allestito sulle finestre di un palazzo di via Secchi. In piazza Vittoria, invece, si terrà la mostra «Eden» di Soham Gupta, dedicata a una città immaginaria che progressivamente lascia spazio alla natura. Infine, Joan Fontcuberta presenterà un importante progetto partecipativo, realizzato per donare a Reggio Emilia un’opera permanente dedicata alle collezioni di Palazzo dei Musei, da sempre fonte di ispirazione per il fotografo catalano. Si tratta di «Curiosa meraviglia», un grande foto-mosaico simile a un album di famiglia o una pagina di Facebook a cielo aperto.
Con lo spazio aperto si confronterà anche il fotografo vincitore della open call lanciata dal festival per questa edizione: Marco Di Noia con «Tottori», progetto che racconta la storia di uno strano fenomeno astronomico: un’opera multimediale ispirata alle dune di una piccola e tranquilla città sulla costa occidentale del Giappone. Una mostra open air sarà anche «Terra – Luna», il progetto degli otto ragazzi dai 18 ai 25 anni che hanno partecipato, tra febbraio e marzo, allo «Speciale Diciottoventicinque», il percorso formativo organizzato da Fotografia europea.
Nove mostre ai Chiostri di San Pietro, cuore pulsante del festival
Per gli eventi al chiuso Fotografia europea sta mettendo a punto modalità «flessibili» e «alternative», disposta a fare ricorso anche alle visite virtuali e alle dirette in streaming per workshop, incontri e presentazioni di libri, pur di non mancare all’appuntamento con il suo pubblico. Così Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia, spiega la scelta: «L'epoca che stiamo vivendo ha più che mai bisogno di bellezza, di sapere, di socialità. Il tema stesso di Fotografia europea 2021 è in sé una sfida, uno stimolo, peraltro profondamente radicato nella nostra terra. Sognare un presente e un futuro che sappiano affrancarci dai terribili effetti dell'emergenza sanitaria è l'unico modo per continuare a vivere. A fianco delle misure mediche, della difesa del diritto alla vita, alla salute, c'è bisogno di pensiero, di confronto, di arte».
Cuore pulsante del festival saranno, come consuetudine, i Chiostri di San Pietro, dove sono in programma nove mostre. Si spazia da «L’isola» di Vittorio Mortarotti e Anush Hamzehian a «Telluris» di Noémie Goudal, da «Aura» di David Jimènez a «Halfstory Halflife» di Raymond Meeks, progetto realizzato alle cascate delle Catskill Mountains di New York, che indaga l’amicizia e la giovinezza. Donovan Wylie, con «The Tower Series», esamina, invece, le architetture, per lo più invisibili, che intrecciano la presenza del conflitto nel tessuto della vita quotidiana; mentre Piergiorgio Casotti ed Emanuele Brutti, con «Index G», mettono in scena una specie di opera teatrale del silenzio, fatta di assenza di personaggi e delle loro storie peculiari, in cui le cose viste e raccontate rimangono non dette e sospese nel tempo. Concludono il percorso espositivo del primo piano i lavori di Lebohang Kganye e Yasmina Benabderrahmane, mentre al piano terra è esposta la mostra «Universo dentro di Sophie Whettnall, artista che usa la fotografia come mezzo di archiviazione e fonte di ispirazione.
Da Palazzo Magnani alla Biblioteca Panizzi, una città intera per scoprire il meglio della fotografia internazionale
Dal teatro quotidiano di Alex Majoli al Giappone di Marco Di Noia: mostre open air
Open air sarà, per esempio, il progetto «Opera Aperta» di Alex Majoli, commissionato e prodotto dalla Fondazione I Teatri e da Reggio Parma Festival, in collaborazione con Fotografia europea: una trentina di gigantografie sparse per la città racconteranno la teatralità della nostra vita quotidiana. «Mi son detto, cosa succede se monto delle luci, degli strobe potenti, attorno a persone che stanno facendo qualcosa di normale, che so, prendere un caffè, fare la spesa, seguire un funerale?», spiega a questo proposito il fotografo sul sito della Magnum. «Succede – rispondono dalla Fondazione I Teatri - che la scena della strada diventa la scena di un teatro e tutto sembra avvenire su un palcoscenico».
All’aperto, al Parco del Popolo, sarà visibile anche #nyc, un’indagine multiforme, comica e straziante sulla vita contemporanea a firma di Jeff Mermelstein; mentre «Virus» di Antoine d’Agata, progetto sul Covid-19, sarà allestito sulle finestre di un palazzo di via Secchi. In piazza Vittoria, invece, si terrà la mostra «Eden» di Soham Gupta, dedicata a una città immaginaria che progressivamente lascia spazio alla natura. Infine, Joan Fontcuberta presenterà un importante progetto partecipativo, realizzato per donare a Reggio Emilia un’opera permanente dedicata alle collezioni di Palazzo dei Musei, da sempre fonte di ispirazione per il fotografo catalano. Si tratta di «Curiosa meraviglia», un grande foto-mosaico simile a un album di famiglia o una pagina di Facebook a cielo aperto.
Con lo spazio aperto si confronterà anche il fotografo vincitore della open call lanciata dal festival per questa edizione: Marco Di Noia con «Tottori», progetto che racconta la storia di uno strano fenomeno astronomico: un’opera multimediale ispirata alle dune di una piccola e tranquilla città sulla costa occidentale del Giappone. Una mostra open air sarà anche «Terra – Luna», il progetto degli otto ragazzi dai 18 ai 25 anni che hanno partecipato, tra febbraio e marzo, allo «Speciale Diciottoventicinque», il percorso formativo organizzato da Fotografia europea.
Nove mostre ai Chiostri di San Pietro, cuore pulsante del festival
Per gli eventi al chiuso Fotografia europea sta mettendo a punto modalità «flessibili» e «alternative», disposta a fare ricorso anche alle visite virtuali e alle dirette in streaming per workshop, incontri e presentazioni di libri, pur di non mancare all’appuntamento con il suo pubblico. Così Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia, spiega la scelta: «L'epoca che stiamo vivendo ha più che mai bisogno di bellezza, di sapere, di socialità. Il tema stesso di Fotografia europea 2021 è in sé una sfida, uno stimolo, peraltro profondamente radicato nella nostra terra. Sognare un presente e un futuro che sappiano affrancarci dai terribili effetti dell'emergenza sanitaria è l'unico modo per continuare a vivere. A fianco delle misure mediche, della difesa del diritto alla vita, alla salute, c'è bisogno di pensiero, di confronto, di arte».
Cuore pulsante del festival saranno, come consuetudine, i Chiostri di San Pietro, dove sono in programma nove mostre. Si spazia da «L’isola» di Vittorio Mortarotti e Anush Hamzehian a «Telluris» di Noémie Goudal, da «Aura» di David Jimènez a «Halfstory Halflife» di Raymond Meeks, progetto realizzato alle cascate delle Catskill Mountains di New York, che indaga l’amicizia e la giovinezza. Donovan Wylie, con «The Tower Series», esamina, invece, le architetture, per lo più invisibili, che intrecciano la presenza del conflitto nel tessuto della vita quotidiana; mentre Piergiorgio Casotti ed Emanuele Brutti, con «Index G», mettono in scena una specie di opera teatrale del silenzio, fatta di assenza di personaggi e delle loro storie peculiari, in cui le cose viste e raccontate rimangono non dette e sospese nel tempo. Concludono il percorso espositivo del primo piano i lavori di Lebohang Kganye e Yasmina Benabderrahmane, mentre al piano terra è esposta la mostra «Universo dentro di Sophie Whettnall, artista che usa la fotografia come mezzo di archiviazione e fonte di ispirazione.
Da Palazzo Magnani alla Biblioteca Panizzi, una città intera per scoprire il meglio della fotografia internazionale
Palazzo Magnani riproporrà, invece, «True fiction – Fotografia visionaria dagli anni '70 ad oggi», la prima antologica in Italia dedicata al fenomeno della staged photography, la tendenza che, a partire dagli anni Ottanta, ha rivoluzionato il linguaggio fotografico e la collocazione della fotografia nell’ambito delle arti contemporanee mostrando il lato più immaginifico della fotografia.
Mentre a Palazzo da Mosto ci saranno l’esposizione «Home Is Where One Starts From», dedicata ai photobooks di natura documentaria e artistica, e «Camere che sognarono camere», con i lavori del tedesco Thomas Demand e dello scozzese Martin Boyce per la collezione d’arte contemporanea Girefin di Reggio Emilia.
Ai Chiostri di San Domenico va in mostra la «Giovane fotografia italiana», progetto, alla sua ottava edizione, che valorizza i talenti under 35. Domenico Camarda, Irene Fenara, Alisa Martynova, Francesca Pili, i Vaste Programme (ovvero Leonardo Magrelli, Alessandro Tini e Giulia Vigna), Martina Zanin ed Elena Zottola sono i protagonisti della nuova mostra, che si avvale della curatela di Ilaria Campioli e Daniele De Luigi.
Il percorso può continuare ai Musei civici, dove sarà allestita la mostra «Incontri! Arte e persone», con gli scatti nati dal lungo laboratorio che ha coinvolto il fotografo Luca Manfredi e persone con fragilità. Alla Biblioteca Panizzi, infine, si terrà «Tesori in mostra», esposizione di alcuni tra gli oggetti più preziosi della collezione che vanno a creare - si legge nella presentazione - «una Wunderkammer civica, un’enciclopedia visiva che porta al cuore della storia, delle vicende, della ‘biografia’ della città».
Come consuetudine, Fotografia europea avrà anche un Circuito Off, con centinaia di mostre cittadine in negozi, ristoranti, studi, cortili e case private, sedi storiche, gallerie d’arte.
Che siano in bianco e nero o a colori, che prendano la forma canonica della fotografia a parete o quelle più contemporanee del wallpaper o dell’installazione tridimensionale, le tante immagini esposte a Reggio Emilia affrontano il mondo contemporaneo con la volontà non solo di raccontarlo, ma anche di trasformarlo e di renderlo un posto migliore. «Perché sognare - raccontano i curatori di Fotografia europea - significa anche farsi veggenti, nel momento in cui il mondo, come in questa difficile stagione, diventa opaco, difficile da interpretare».
Mentre a Palazzo da Mosto ci saranno l’esposizione «Home Is Where One Starts From», dedicata ai photobooks di natura documentaria e artistica, e «Camere che sognarono camere», con i lavori del tedesco Thomas Demand e dello scozzese Martin Boyce per la collezione d’arte contemporanea Girefin di Reggio Emilia.
Ai Chiostri di San Domenico va in mostra la «Giovane fotografia italiana», progetto, alla sua ottava edizione, che valorizza i talenti under 35. Domenico Camarda, Irene Fenara, Alisa Martynova, Francesca Pili, i Vaste Programme (ovvero Leonardo Magrelli, Alessandro Tini e Giulia Vigna), Martina Zanin ed Elena Zottola sono i protagonisti della nuova mostra, che si avvale della curatela di Ilaria Campioli e Daniele De Luigi.
Il percorso può continuare ai Musei civici, dove sarà allestita la mostra «Incontri! Arte e persone», con gli scatti nati dal lungo laboratorio che ha coinvolto il fotografo Luca Manfredi e persone con fragilità. Alla Biblioteca Panizzi, infine, si terrà «Tesori in mostra», esposizione di alcuni tra gli oggetti più preziosi della collezione che vanno a creare - si legge nella presentazione - «una Wunderkammer civica, un’enciclopedia visiva che porta al cuore della storia, delle vicende, della ‘biografia’ della città».
Come consuetudine, Fotografia europea avrà anche un Circuito Off, con centinaia di mostre cittadine in negozi, ristoranti, studi, cortili e case private, sedi storiche, gallerie d’arte.
Che siano in bianco e nero o a colori, che prendano la forma canonica della fotografia a parete o quelle più contemporanee del wallpaper o dell’installazione tridimensionale, le tante immagini esposte a Reggio Emilia affrontano il mondo contemporaneo con la volontà non solo di raccontarlo, ma anche di trasformarlo e di renderlo un posto migliore. «Perché sognare - raccontano i curatori di Fotografia europea - significa anche farsi veggenti, nel momento in cui il mondo, come in questa difficile stagione, diventa opaco, difficile da interpretare».
Didascalie delle immagini
Andy Skoglund, Revenge of the Goldfish, 1981. Archival color photograph, cm 88.9 x 69.2 ca..Courtesy: Paci contemporary gallery (Brescia – Porto Cervo, IT); [fig. 2] Andy Skoglund, True Fiction Two, 1986 - 2004. Ink and blue car, cm 25 x 62.5. Courtesy: Paci contemporary gallery Brescia – Porto Cervo, IT); [fig. 3] Alex Majoli, Scene #0410. Grecia. Lesbos. Mytilene. 2015; [fig. 4] COVID-19, Paris, France, Lockdown, 2020 © Antoine d’Agata e Magnum Photos; [fig. 5] Soham Gupta, Eden, 2018-incorso; [fig. 6] Raymond Meeks, Halfstory #1370997, 2017. Casemore Kirkeb; [fig. 6] ©Alisa Martynova, Untitled from series Nowhere Near, 2019; [fig. 7] © Domenico Camarda, Untitled 02, from Liquido series, 2017; [fig. 8] ©VasteProgramme, The long way of Ivan Putnik, 2019
Informazioni utili
Fotografia europea 2021 - Sulla Luna e sulla Terra / fate largo ai sognatori!. Reggio Emilia, sedi varie. Preview: 15-16 maggio 2021. Dal 21 maggio al 4 luglio 2021. Sito internet: www.fotografiaeuropea.it