ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 11 ottobre 2024

Giornate Fai d’autunno 2024, l’Italia svela i suoi tesori

«72 beni, di cui 57 aperti al pubblico e 15 in restauro, oltre 300.000 iscritti, una sola missione: prendersi cura del patrimonio storico, artistico e paesaggistico dell’Italia». Così il Fai – Fondo per l’ambiente italiano Ets riassume la sua attività quasi cinquantennale, iniziata nel 1975 per iniziativa di Giulia Maria Crespi, Renato Bazzoni, Alberto Predieri e Franco Russoli.
L’intento, pienamente riuscito, era quello di salvare luoghi dimenticati o trascurati ma meritevoli di essere mantenuti, aprendoli al pubblico e rendendoli fruibili, vissuti, curati. Da allora 85mila metri quadrati di edifici storici e oltre 8,6 milioni di metri quadrati di paesaggio - castelli, ville e palazzi, ma anche vallate alpine, edifici rurali e industriali, parchi, orti, giardini, baie marine, chiese e conventi, case e botteghe - sono stati salvati da abbandono, degrado e incuria.
Quello del Fai - Fondo per l’ambiente italiano è un impegno concreto, quotidiano e minuzioso, che ha bisogno dell’aiuto di tutti anche per implementare soluzioni e buone pratiche per la transizione ecologica così da adattarsi alla crisi climatica e prevenire i danni dei suoi sempre più tangibili e nocivi effetti su monumenti e paesaggi.
Nasce da questa considerazione «il mese del patrimonio», l’«Ottobre del Fai», una raccolta fondi, on-line e in presenza, il cui slogan è: «Il futuro dell’Italia nelle nostre mani».
Cuore di questa grande campagna nazionale di sensibilizzazione al destino dei tesori artistici, culturali e ambientali del nostro Paese sono le «Giornate Fai d’autunno», manifestazione giunta alla sua tredicesima edizione, che quest’anno aprirà le porte di «700 luoghi d’arte e natura, insoliti e curiosi, poco conosciuti e valorizzati, alcuni dei quali solitamente inaccessibili, in 360 città, grazie all’impegno, alla creatività e alla passione di migliaia di volontari», dai giovanissimi «apprendisti ciceroni» - quasi novemila studenti appositamente formati in collaborazione con i loro docenti - ai delegati territoriali. L’appuntamento è per sabato 12 e domenica 13 ottobre.

Dal borgo di Tellaro al museo diffuso di Liliana Cano: le «chicche» delle Giornate Fai d’autunno 

L’edizione 2024 disegna una vastissima, variegata e curiosa mappa che illustra e racconta l’Italia, attraverso beni e paesaggi preziosi, tutti da scoprire, tra cui alcune imperdibili «chicche», molto spesso custodite in piccoli centri abitati. È il caso della Villa del Castellaccio a Uzzano, sulle colline toscane della Valdinievole, che si dice abbia fatto da sfondo alla verve creativa di Giacomo Puccini, compositore del quale nel 2024 ricorre il centenario della scomparsa: secondo la tradizione, in questa casa privata e ancora abitata, eccezionalmente aperta per i soli iscritti al Fai, furono composti, nel 1895, il secondo e il terzo atto della «Bohème».
Un’altra «dimora d’artista» visitabile durante le «Giornate Fai d’autunno» è Villa Colombaia, il rifugio culturale di Luchino Visconti sull’isola di Ischia, in Campania, residenza ricca di dettagli di forte impronta Liberty, tra vetri coloratissimi e pavimenti grecizzanti, le cui sale ospitano i costumi usati sulle scene e sui set del regista, nonché bozzetti, foto e sceneggiature; mentre le ampie terrazze offrono viste panoramiche sul mare e sul verde boschivo composto da lecci, eucalipti e pini.
Altra «chicca» da non perdere è il Convento di Renacavata a Camerino, nelle Marche, primo monastero al mondo, dal 1529, dell’Ordine dei Cappuccini, dove gli stessi frati che lo abitano accompagneranno il pubblico in visita, raccontando le fasi della vita monastica e mostrando il cuore antico di questo luogo mistico rimasto immutato da cinque secoli, nella cui cappella è conservata una pregevole terracotta invetriata policroma che Santi Buglioni ha realizzato tra il 1530 e il 1532.
Altro luogo sacro imperdibile nella due giorni promossa dal Fondo per l’ambiente italiano è il Santuario della Via Crucis di Cerveno, nel Bresciano, un percorso devozionale iscritto nella tradizione lombardo-piemontese dei Sacri Monti, con il suo scalone monumentale scandito da 13 stazioni e le 198 statue a grandezza naturale in legno, scolpite a tutto tondo e dipinte, alla cui realizzazione lavorò principalmente il camuno Beniamino Simoni tra il 1752 e il 1759, che sono state riconsegnate alla collettività nel febbraio di quest’anno, dopo un lungo lavoro di restauro.
Altro bene delle «Giornate Fai d’autunno», che ha da poco riaperto al pubblico dopo un intervento conservativo, è Villa Forni Cerato a Montecchio Precalcino, nel Vicentino, una delle ventiquattro ville palladiane inserite dal 1996 nella lista Unesco dei Patrimoni dell’umanità, oggi trasformata in un caso-studio per il mondo del restauro e della conservazione. Fresco di restauro è anche il maestoso Castello ducale di Casoli, che si staglia sullo sfondo della Maiella, noto per aver ospitato gli esponenti del Cenacolo michettiano: Gabriele d’Annunzio, il pittore Francesco Paolo Michetti, lo scultore Costantino Barbella, il musicista Francesco Paolo Tosti, il giornalista Edoardo Scarfoglio, la scrittrice Matilde Serao e lo scienziato Guglielmo Marconi.
Tra i beni da visitare merita, poi, una segnalazione l’Acetaia Midolini a Manzano, un’azienda immersa nel cuore dei Colli orientali del Friuli, nata nel 1958 da un’idea di Lino Midolini, che conobbe gli effetti benefici dell’aceto balsamico dalle ricerche storiche sugli antichi romani di Aquileia, ed entrata nel 1998 nel Guinness dei primati come la più grande balsameria del mondo. Mentre a Grottole, in Basilicata, sarà allestita appositamente per il Fondo per l’ambiente italiano la Cassarmonica, un’architettura espressione della sapienza artigiana locale creata un secolo fa per adornare la piazza e accogliere le esibizioni orchestrali durante le feste religiose. Nel centro storico di Longobucco, in provincia di Cosenza, si potrà, invece, andare alla scoperta della tradizione della tessitura della ginestra, pianta molto diffusa nel territorio calabrese, grazie al museo realizzato dalla famiglia Celestino: una storia di antichi telai, tessuti, lana e seta. Ancora, a Oliena, in Sardegna, nel cuore della Barbagia, verrà proposto un itinerario a cielo aperto tra i dipinti, i murales e le sculture realizzate lungo diversi decenni da Liliana Cano (1924-2021), artista del quale ricorre quest’anno il centenario della nascita.
Nell’elenco dei beni da visitare ci sono, poi, anche dei borghi, come Tellaro, cittadina arroccata su una scogliera affacciata sul Golfo della Spezia, che incanta con i suoi vicoli stretti e tortuosi e le case color pastello che danno sul mare, dove sarà visibile, tra l’altro, la Chiesa di San Giorgio, attualmente in restauro, un piccolo gioiello dell’architettura barocca ligure, posizionata su uno sperone roccioso, il cui campanile serviva anche come torre di avvistamento contro le incursioni dei pirati.
Altro luogo da visitare nelle giornate di sabato 12 e domenica 13 ottobre è Valmontone, in provincia di Roma, dove si potrà ammirare Palazzo Doria Pamphilj, straordinario esempio di architettura seicentesca che doveva diventare, secondo l’ideale di Camillo Francesco Maria Pamphilj, il centro della «Città Panfilia», una sorta di città ideale ispirata ai modelli rinascimentali.

Da Milano a Palermo, da Roma a Messina: i luoghi visitabili nelle grandi città
Ovviamente sono i molti i siti aperti nei capoluoghi di regione e di provincia in occasione delle Giornate Fai d’autunno. A Roma saranno, per esempio, visitabili: l’American Academy in Rome, tra le più prestigiose istituzioni culturali in Italia; il Bosco Parrasio, dove da quasi tre secoli si riuniscono i poeti dell’Accademia dell’Arcadia per declamare i loro componimenti ispirati alla classicità; Palazzo Sciarra con la sua «Biblioteca del Cardinale», ambiente di grande eleganza, opera del celebre architetto e pittore napoletano Luigi Vanvitelli, al quale il cardinale Prospero Colonna, suo amico personale, commissionò, tra il 1743 e il 1750, il rinnovamento architettonico e pittorico dell’edificio secondo i canoni stilistici dell’epoca.
Mentre a Milano si potranno visitare in esclusiva: Palazzo Melzi d’Eril, sede della Fondazione Cariplo, edificio di origine settecentesca, rivisitato nell’Ottocento in chiave eclettica, con la sua preziosa collezione d’arte (da Tiepolo ai cartoni preparatori di Achille Funi per la decorazione di Ca’ de Sass); e Palazzo Cusani, sede di rappresentanza della Nato, con le sue sale dalle volte affrescate, gli stucchi dorati, le specchiere e i mobili di pregio. In città apriranno anche, ma non solo, gli studi Rai di corso Sempione, la sede della Dolce&Gabbana Beauty in via Kramer, il Chiostro Cappuccio nel distretto 5Vie e il Campus Bovisa del Politecnico in via La Masa, che ospita la Scuola di Ingegneria industriale e dell’informazione, dotata di un nuovo edificio-laboratorio, l’EN:lab, dedicato alle attività del Dipartimento di energia e progettato con soluzioni innovative per una gestione energetica efficiente e integrata.
A Torino si visiterà, in collina, la maestosa Villa d’Agliè, rimasta quasi immutata da inizio Seicento, con notevoli soffitti a cassettoni, sale con carta da parati cinese e lo splendido parco storico di ippocastani e tigli; mentre, in centro, aprirà Palazzo Graneri Della Roccia, sede del Circolo dei lettori nonché uno dei più sontuosi palazzi nobiliari cittadini, con il curioso gabinetto cinese di metà Settecento recentemente restaurato.
A Bologna aprirà eccezionalmente Palazzo Grassi, sede del Circolo Ufficiali, una delle poche testimonianze superstiti dell'edilizia urbana medievale, immediatamente riconoscibile per la sua importante facciata del XIII secolo, caratterizzata da un portico di grande altezza sostenuto da travi lignee dalla caratteristica forma «a stampella», che contrasta con i ricchi stucchi settecenteschi che decorano l’interno, capolavori di Giuseppe Mazza (Bologna 1652-1741).
A Napoli si potrà conoscere l’ottocentesco Palazzo San Giacomo, edificio protagonista da oltre centonovanta anni della vita politica, sociale ed economica della città, riammodernato negli anni Trenta su progetto dell’architetto romano Marcello Piacentini. Dai balconi della Sala della Giunta si potrà godere di una magnifica vista sulla piazza del Municipio, sulla monumentale fontana del Nettuno, sulla Stazione marittima con il Vesuvio a dominare il panorama. Ancora, nel capoluogo campano si potrà accedere a uno spazio finora mai visto della «città sotterranea»: l’Ipogeo di piazza del Plebiscito, sei metri sotto la Basilica di San Francesco di Paola.
A Palermo si visiterà la Sede dell’Ordine degli architetti della provincia, all’interno dell’ex-Palazzo Florio – oggi Palazzo Wirz all’Olivuzza – una delle otto dimore storiche cittadine in cui vissero i celebri «Leoni di Sicilia» del romanzo di Stefania Auci. Sempre in Sicilia, a Messina si potrà, infine, entrare nella sede della «Gazzetta del Sud», lungimirante progetto editoriale nato nel 1952, che aprirà al pubblico delle Giornate Fai d’autunno le redazioni giornalistiche, gli studi radiotelevisivi e web.

Dal lago della Gherardesca all’Acquedotto del Verde: il Fai per l’ambiente

In continuità con le campagne di sensibilizzazione #Faiperilclima e #Faibiodiversità sui temi del cambiamento climatico e della tutela della biodiversità, saranno, inoltre, organizzate molte «aperture» dedicate alla sostenibilità e alla conoscenza della natura e del paesaggio, a partire da quella del lago della Gherardesca a Capannori, un’oasi naturale della Toscana ai piedi del monte Pisano.
Mentre a Rieti si potrà esplorare la Riserva Laghi Lungo e Ripasottile, luogo ideale per il birdwatching e l’avvistamento di specie come il tuffetto, lo svasso maggiore, la folaga, la gallinella d’acqua, l’airone e altri uccelli migratori. Il nibbio reale e la poiana, oltre all'istrice, al gatto selvatico e alla lontra, si potranno, invece, osservare al «lago effimero» di Candela, un bacino lacustre completamente scomparso a causa del cambiamento climatico e ora coperto da un bosco di salici e da specie tipiche della macchia mediterranea, che ha reso Rotondella la prima area wilderness in Basilicata.
Ancora, a Fara San Martino, in Abruzzo, sarà eccezionalmente aperto l’Acquedotto del Verde, alle falde del massiccio della Maiella: l’acqua, proveniente dallo scioglimento delle nevi, corre lungo la roccia del monte e viene raccolta in un immenso bacino. I suggestivi tunnel della struttura offriranno l’occasione per parlare della siccità come effetto del cambiamento climatico: un tema urgente e drammaticamente attuale, per il quale il Fondo per l’ambiente italiano è sceso in campo con la campagna di sensibilizzazione #salvalacqua. Mentre a Valva (in provincia di Salerno), in via del tutto eccezionale, il pubblico potrà accedere al cantiere di restauro del giardino storico di Villa d’Ayala, emblema del virtuoso intreccio tra la natura e la mano dell’uomo, in compagnia dei tecnici che hanno firmato il progetto. Ancora, a Bassano del Grappa chi accederà al Complesso di Santa Croce di Campese, monumento nazionale che festeggia quest'anno i novecento anni dalla fondazione, avrà la possibilità di visitare il «brolo» o «giardino dei semplici» che offrirà spunti per riflettere sulla biodiversità.
Le proposte per questa due giorni all’insegna della cultura e della natura, del divertimento e dell’apprendimento, sono ancora molte e possono essere tutte scoperte sul sito www.giornatefai.it, dove sono anche segnalate le modalità di partecipazione.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Bologna, Palazzo Grassi, foto Panzera. Courtesy: Fai - Fondo per l'ambiente italiano; [fig. 2] 18. Oliena (Nuoro), Liliana Cano, un itinerario d'arte, Chiesa di San Lussorio. Courtesy: Delegazione FAI Nuoro; [fig. 3] Tellaro. Courtesy: Fai - Fondo per l'ambiente italiano; [fig. 4] 2. Roma, Palazzo Sciarra, foto Giovanni Formosa. Courtesy: Fai - Fondo per l'ambiente italiano; [fig. 5] Napoli, Palazzo San Giacomo, foto Carmine Arricchiello. Courtesy: Fai - Fondo per l'ambiente italiano; [fig. 6] Messina, Gazzetta del Sud, foto Francesco Anselmo. Courtesy: Fai - Fondo per l'ambiente italiano; [fig. 6] Longobucco (CS), Museo della ginestra. Courtesy: Fai - Fondo per l'ambiente italiano; [fig. 7] Milano, Campus Bovisa del Politecnico di Milano.Courtesy: Fai - Fondo per l'ambiente italiano; [fig. 8] Valmontone (Roma), Palazzo Doria Pamphilj, foto Lorenzo Fanfoni. Courtesy: Fai - Fondo per l'ambiente italiano; [fig. 9] Fara San Martino (CH), Acquedotto del Verde.Courtesy: Fai - Fondo per l'ambiente italiano; [fig. 10] Camerino (MC), Convento di Renavacata dei Frati Cappuccini, foto Straccini. Courtesy: Fai - Fondo per l'ambiente italiano; [fig. 11] 22. Forio (NA), Colombaia, Villa di Luchino Visconti. Courtesy: Fai - Fondo per l'ambiente italiano; [fig. 12] Uzzano (PT), Villa del Castellaccio, foto Panzera. Courtesy: Fai - Fondo per l'ambiente italiano

Informazioni utili
Durante l’«Ottobre del Fai» sarà possibile sostenere la Fondazione e contribuire alla tutela e alla valorizzazione del nostro patrimonio culturale in tanti modi: 
- Con la Tessera Fai: dal 3 al 13 ottobre, per chi si iscrive la prima volta al Fai, è prevista un’agevolazione di 10 € in meno.
- Partecipando alla tredicesima edizione delle Giornate Fai d’Autunno, il fulcro della campagna, in programma sabato 12 e domenica 13 ottobre. Oltre 700 luoghi originali e solitamente inaccessibili verranno aperti al pubblico in oltre 360 città italiane, grazie all’impegno e all’entusiasmo dei Gruppi Fai Giovani e dei volontari della Rete Territoriale della Fondazione. Ad ogni visita si può sostenere la missione del Fai con una donazione.  
Gli iscritti al Fai e chi si iscriverà per la prima volta durante l’evento potranno beneficiare degli ingressi prioritari in tutti i luoghi aperti e di visite e aperture riservate in molte città e altre opportunità e iniziative speciali.
- Dall’1 al 31 ottobre, facendo una donazione in cassa di 2 o 5 euro presso gli ipermercati Iper La grande i, i supermercati Unes e il Viaggiator Goloso o di 5 euro in tutti i punti vendita Coop Lombardia della regione: chi sceglie di donare 5 euro riceverà un biglietto omaggio per andare alla scoperta di uno dei tanti Beni Fai in tutta Italia.

Infine, dal 7 al 13 ottobre, la Rai, in collaborazione con il Fai, dedicherà una settimana di sensibilizzazione al patrimonio culturale italiano declinata su tutti i mezzi e per tutti i target, in linea con la missione del Servizio pubblico.

Per ulteriori informazioni: www.ottobredelfai.it - www.giornatefai.it 

giovedì 10 ottobre 2024

Giornate del contemporaneo, la parola chiave è «accessibilità»

Compie vent’anni la Giornata del contemporaneo, la grande manifestazione che nell’arco di sole ventiquattro ore apre le porte a musei, fondazioni, accademie, gallerie, atelier d’artista e siti pubblici e privati, regalando al grande pubblico un’occasione per vivere da vicino il complesso e vivace mondo dell’arte dei nostri giorni. 
L’appuntamento, in agenda per la giornata di sabato 12 ottobre, è promosso da Amaci, l’associazione dei musei d’arte contemporanea italiani che vede in rete ventiquattro spazi museali, sotto la guida di Lorenzo Balbi, ed è realizzato con il sostegno della Direzione generale Creatività contemporanea del Ministero della Cultura e con la collaborazione della Direzione generale per la Diplomazia pubblica e culturale del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.
Mostre, eventi, convegni, visite guidate gratuite alle collezioni, laboratori in presenza e on-line, tutti a ingresso gratuito, compongono il ricco cartellone della manifestazione, che coinvolgerà più di mille realtà in tutta Italia, ma che guarderà anche oltre confine con l’apertura di Ambasciate, Consolati e Istituti italiani di cultura all’estero.
 
A firmare l’immagine guida di questa edizione, che ha ottenuto la Medaglia della Presidenza della Repubblica, è Tomaso Binga (Salerno, 1931), al secolo Bianca Pucciarelli Menna, artista e poetessa campana, da sempre impegnata per la salvaguardia dei diritti degli esseri umani, e in special modo delle donne, che ha assunto uno pseudonimo per contestare con ironia e spiazzamento i privilegi del mondo maschile.
L’immagine proposta si intitola «Donna in gabbia» (1975-2024) ed è tratta da una performance del 1974 in cui l’artista e attivista salernitana, si presentava «con la testa racchiusa in una gabbia per canarini, facendosi imboccare da mani maschili: una riflessione – si legge nella nota stampa - sulla condizione di subalternità costrittiva della donna, ma, più in generale, sulle disuguaglianze che si fondano sul privilegio e sulle forme di controllo, spesso presentate come cura e protezione. La gabbia per canarini diventa così una barriera non solo fisica, ma anche metaforica, sull'inaccessibilità alla libertà come diritto inalienabile e a tutti gli strumenti e alle possibilità che possono portare ognuno di noi a una condizione di maggiore consapevolezza ed emancipazione». E proprio il tema dell’accessibilità, intesa in senso ampio come l’abbattimento delle barriere culturali, intellettive, sensoriali e architettoniche, per garantire a tutti il pieno accesso alla cultura, è il tema scelto per questa Giornata del contemporaneo.
 
Stimolo per questa decisione sull’argomento che farà da filo conduttore alla manifestazione è stata la nuova definizione di museo di Icom (Praga, 24 agosto 2022), che recita: «Il museo è un’istituzione permanente senza scopo di lucro e al servizio della società, che compie ricerche, colleziona, conserva, interpreta ed espone il patrimonio culturale, materiale e immateriale. Aperti al pubblico, accessibili e inclusivi, i musei promuovono la diversità e la sostenibilità. Operano e comunicano in modo etico e professionale e con la partecipazione delle comunità, offrendo esperienze diversificate per l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze».
 
Tra i tanti appuntamenti in agenda merita una segnalazione quello in programma a Firenze, dove sarà possibile sperimentare il nuovo percorso tattile e polisensoriale del Museo del Novecento, realizzato con la preziosa collaborazione della locale Unione italiana ciechi e ipovedenti e del Dipartimento di Ingegneria civile e ambientale dell’ateneo fiorentino. Giorgio Morandi, Arturo Martini, Fortunato Depero e Ottone Rosai sono alcuni degli artisti, presenti nella raccolta di Alberto Della Ragione, le cui opere sono state riprodotte tattilmente, offrendo così un percorso da sperimentare con le mani )mja anche con l'udito), che spazia dalla natura morta al paesaggio, dai nudi ai ritratti.
 
Altro appuntamento da segnarsi in agenda è quello al Mambo di Bologna, dove si terrà un convegno (visibile anche in streaming) su Giovanni Maria Accame (1941 – 2011), storico, critico d’arte e docente presso l’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano. «Critica estesa» è il titolo della giornata di studi che si propone di spiegare come anche la scrittura, quella della didascalia e quella della critica, sia uno strumento di mediazione tra il pubblico e l’opera d’arte. La tavola rotonda vedrà la partecipazione di Anna Chiara Cimoli (Università degli studi di Bergamo), Maria Elena Colombo (Museo Egizio, Torino), Bernardo Follini (Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino), Roberta Mansueto (Salgemma, Noci), Matteo Lucchetti (Museo delle Civiltà, Roma), Daniela Dalla e Laura Brambilla (Dipartimento educativo Mambo di Bologna).
 
Altro museo che propone un’interessante riflessione sui temi dell’accessibilità è il Mart di Rovereto, dove sono in programma un articolato seminario sul diritto alla cultura e sulla progettazione esperienziale inclusiva, incontri per conoscere i linguaggi dell’inclusività come il Braille e il Lis, oltre alla performance «Schizophonia» di Marco Secondin, che mette in scena un cortocircuito di sensi, in particolare tra ciò che è possibile vedere e ciò che, invece, è possibile udire.

Da non perdere è anche la proposta di Verona che, alla Galleria d’arte moderna «Achille Forti», dà vita a «Sensibilia – Pratiche di benessere e nuovi sguardi», iniziativa rivolta a chi ha storie di vita complesse, promuovendo in questo modo il ruolo sociale, educativo e ri-abilitativo dell’arte. In particolare, sarà proposto il frutto del workshop «Su carta bianca: creazione di un diario di viaggio interiore», rivolto a donne in difficoltà che hanno dato spazio alla propria creatività ed espressività realizzando un racconto visivo delle esperienze e delle sensazioni vissute nel museo veneto tramite collage e brevi frammenti poetici.
 
Molti saranno, poi, i musei che apriranno gratuitamente le porte delle proprie collezioni, permettendo anche di vedere le nuove proposte per la stagione espositiva autunnale, a partire da quelli della rete Amaci come il Castello di Sant’Elmo e il Madre a Napoli, il Maxxi e il Macro di Roma, il Castello di Rivoli a Torino, la Gamec di Bergamo, il Museo del Novecento a Milano, il Centro Pecci di Prato o il Musma – Museo della scultura contemporanea di Matera.
 
Il programma, che offre anche mostre interessanti come quella di Beatrice Favaretto (Premio Lydia 2023) al Pac di Milano, quella di Diego Marcon a Ca’ Pesaro – Galleria internazionale d’arte moderna di Venezia o il duplice progetto espositivo sul design (a partire da un’idea di Philippe Daverio) del Maga di Gallarate (Varese), è ancora molto lungo e può essere consultato, in modalità calendario o attraverso la mappa, sul sito https://giornatadelcontemporaneo.amaci.org/it.
 
Per festeggiare il ventesimo anniversario della Giornata del contemporaneo è stato, inoltre, ideato e curato il progetto Treccani Arte x Amaci: una collana di stampe fine art in edizione limitata realizzate da Giorgio Andreotta Calò, Stefano Arienti, Tomaso Binga, Binta Diaw, Emilio Isgrò, Eva Marisaldi, Marzia Migliora, Liliana Moro, Adrian Paci, Giulio Paolini, Alfredo Pirri e Michelangelo Pistoletto, tutti artiste e artisti che in passato hanno firmato l’immagine guida della manifestazione. 
Le opere del progetto saranno esposte allo Spazio Treccani Arte, attivo dal 2023 a Roma, al piano terra di Palazzo Mattei Paganica, dove saranno allestite, per l’occasione, anche una mostra sulla serie grafica «Muse» di Luca Pignatelli, esponente del Realismo visionario, e una serie di disegni di Giulia Cenci, con autoritratti sempre diversi che condividono connotati animaleschi più o meno marcati.
 
In un programma tanto ricco, soprattutto per quanto riguarda gli eventi cosiddetti off, ovvero quelli promossi da istituzioni private, gallerie e atelier d'artisti, è difficile rispondere, a domande come «Dove andare?», «Che fare?», «Cosa guardare?». Molto dipende dai gusti personali e dal luogo in cui ci si trova. L’importante è ricordarsi che tante piccole «chicche» ci aspettano a pochi chilometri da casa. Basta essere curiosi.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Tomaso Binga per la Ventesima Giornata del Contemporaneo, Donna in gabbia, 1975 - 2024; [fig. 2] Tomaso Binga (Salerno, 1931), al secolo Bianca Pucciarelli Menna. Foto di Andrea Chemelli; [fig. 3] Centro Pecci di Prato. Foto di Fernando Guerra; [fig. 4]  Mart di Rovereto, 2023. Foto di Roberta Segata; [fig. 5] Museo del Novecento a Milano. Sala Fontana. Foto Lonati; [fig. 6] Castello di Rivoli; [fig. 7] Museo Madre di Napoli; [fig.  8] Ca' Pesaro a Venezia. 

Informazioni utili

mercoledì 9 ottobre 2024

«ArteVento», a Cervia un «Giro del mondo in ottanta aquiloni» verso il Giappone

«C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole, / anzi d'antico: io vivo altrove, e sento / che sono intorno nate le viole. / Son nate nella selva del convento / dei cappuccini, tra le morte foglie / che al ceppo delle quercie agita il vento. / Si respira una dolce aria che scioglie / le dure zolle, e visita le chiese di campagna, ch'erbose hanno le soglie: / un'aria d'altro luogo e d'altro mese / e d'altra vita: un'aria celestina / che regga molte bianche ali sospese...». Vengono subito in mente le parole di Giovanni Pascoli quando si parla di quei magici oggetti - simbolo di levità, libertà e fanciullezza spensierata -, che danzano eterei nel vento e che colorano il cielo di mille cromie da quando furono inventati oltre duemilacinquecento anni fa in Cina: gli aquiloni.
A questi manufatti di materiale leggero, sia esso di carta o di plastica, è dedicato dal 1981 un festival sull’arte eolica che ogni primavera, da quarantaquattro anni, anima la cittadina di Cervia, sulla riviera romagnola, alle porte meridionali del Parco del delta del Po: «ArteVento».

Dagli spettacoli acrobatici alla Parata per la pace: gli eventi principali di «ArteVento»
Per il secondo anno consecutivo la manifestazione, «la più longeva del pianeta» nel suo genere, ha uno spin-off autunnale, che quest’anno si terrà dall’11 al 22 ottobre. Il titolo di questa edizione, attenta ai linguaggi della pace e della sostenibilità ambientale, è «One Sky, One World» («Un cielo, un mondo»), un’espressione che omaggia il leggendario gesto dell’attivista americana Jane Parker Ambrose che consegnò a Regan e Gorbaciov un aquilone durante il Summit sul disarmo nucleare di Seattle del 1985, e che è il titolo della Giornata mondiale del volo degli aquiloni per la pace, iniziativa che si tiene ormai da qualche anno nella seconda domenica d’ottobre. 

Per l’occasione, Cervia ha ideato un ricco calendario di eventi inediti che si svilupperanno in dodici giorni di attività, laboratori, mostre e spettacoli mozzafiato per adulti e piccini, con la presenza di ospiti speciali e grandi nomi del mondo dell’aquilonismo internazionale.

Ad aprire il programma sarà, nella mattinata di venerdì 11 ottobre, il volo degli aquiloni sulla spiaggia di Lungomare D’Annunzio, seguito, nella giornata successiva, da un’imperdibile esibizione di aquilonismo acrobatico che vedrà in scena tutti i più grandi protagonisti internazionali dell’arte eolica.
 
Tra i professionisti più attesi a Cervia spicca il nome dell’olandese Albert Trinks, autore di straordinari aquiloni «edo» ispirati alla tradizione giapponese e dedicati alla difesa dei diritti umani. Oltre alla sua opera più celebre, mutuata dal ritratto fotografico «Ragazza afghana» del fotoreporter americano Steve McCurry, l’aquilonista fiammingo presenterà a Cervia altri due aquiloni, che avranno sempre per protagonista la giovane rifugiata Sharbat Gula, e farà volare per la prima volta in cielo il suo nuovo lavoro dedicato alla memoria e alla denuncia degli orrori di guerra, sul quale spiccano in controluce la sagoma di un bambino e le parole della poesia «Hiroshima Child» del poeta turco Nazim Hikmet.
Mentre dalla Francia arriverà Ramlal Tien con la sua installazione «Seeds of peace», insieme a Gerard Clement, autore dello spettacolare aquilone «San Giorgio e il Drago». Non mancheranno Alicja Szalska e Szymon Ka, direttamente dalla Polonia, insieme agli italiani Fausto Marrocu, Vita Giacopelli, Maurizio Guastini, Sara Rizzetto, Giovanni Govoni e i Team EX3, autori delle installazioni eoliche dedicate al circo.A far da favoloso sfondo al programma delle giornate ci saranno anche i piloti dei «giganti del cielo» Edo Borghetti e Simone Cabianca, in rappresentanza della factory neozelandese Peter Lynn Kites e dei suoi originali aquiloni zoomorfi.

Novità di questa edizione sarà, domenica 13 ottobre, la Parata per la pace, organizzata per la prima volta a Cervia in collaborazione con la Fondazione PerugiAssisi per consacrare la recente adesione di «ArteVento» al «tavolo della pace» della storica marcia per i diritti umani che si svolge in Umbria da oltre sessant’anni e della quale l’associazione cervese sostiene la candidatura per il riconoscimento a Patrimonio mondiale dell’Umanità.
Ospiti d’eccezione della parata - che partirà da piazza Garibaldi e, attraversando il centro storico, giungerà sul lungomare, accompagnata dalle note delle percussioni senegalesi di Locomotuum Tidiane Diop Sabar Section dell’Associazione Tuum Ets - saranno i bambini del Piccolo Coro dell’Antoniano di Bologna. Testimone dell’appuntamento - che si configura come un’azione collettiva spettacolare sui temi del salvamento in mare, dell’accoglienza, dell’inter-cultura e della solidarietà - sarà, invece, il falegname e pescatore Vito Fiorino, soccorritore di ben quarantasette profughi eritrei in difficoltà, durante la tragedia del mare che il 3 ottobre 2013 costò la vita a Lampedusa a ben 368 persone, la cui storia è stata raccontata nel docu-film «A nord di Lampedusa» del regista Alessandro Rocca.

«Il giro del mondo in 80 aquiloni»: una mostra sull’arte del vento in Giappone 
Il festival cervese parla anche il linguaggio dell’arte con la mostra «Il giro del mondo in 80 aquiloni», un focus sull’arte eolica giapponese con pezzi antichi e contemporanei, allestito dall’11 al 22 ottobre al Magazzino del Sale, l’affascinate monumento di archeologia industriale costruito nel 1691 per lo stoccaggio dell’«oro bianco».
In questi spazi verranno presentati, per la prima volta in Europa, una ventina di aquiloni in arrivo dal Tako no Hakubutsukan di Tokyo, vari nelle aree di provenienza e nelle scelte decorative. I manufatti sono stati donati dal direttore Masaaki Modegi, presidente della Japan Kite Association, a Caterina Capelli, cuore pulsante di «ArteVento», in segno di supporto e augurio di buona fortuna per essere stata scelta come «testimone» di riferimento in merito alla salvaguardia dei saperi e delle pratiche tradizionali dell’aquilone dall’Istituto centrale per il patrimonio immateriale del Ministero della Cultura.

La mostra presenterà anche la straordinaria acquisizione della collezione completa e unica al mondo del Koryu dako, l’«aquilone musicale insetto» della Città di Nagoya, opera di Masaaki Sato. Questi esemplari, capaci di trasformare il vento in suono fondendosi in maniera totalmente armoniosa con l’ambiente naturale e con le sue creature, rappresentano l’ape, la cicala, il bombo e altri insetti, le cui forme diverse vengono interpretate attraverso un’estrema e raffinata stilizzazione strutturale e decorativa, impreziosita talvolta da striature di vero oro.

Un’ulteriore preziosa donazione che si potrà ammirare al Magazzino del Sale è, poi, quella di Makoto Ohye, maestro proveniente dalla città di Toyama, che ha affidato all’archivio cervese la sua produzione giovanile datata fra gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, aquiloni in miniatura edo erokkaku dalle dimensioni di pochi centimetri, allusivi delle raffinate atmosfere della cerimonia del tè.

Per l’occasione, così da rendere completo l’omaggio al Giappone, verranno messe in mostra anche preziose opere di importanti «maestri del vento» del Sol Levante come Masaaki Sato e Kengo Nagata, autori dell’aquilone insetto di Nagoya, i coniugi Teruyuki Yabe e Yaeko Yabe, celebri nel settore per le loro opere ispirate alle fiabe, e Yukjo Akiyama, inventore dell’aquilone cinetico e dell’origami kite, solo per citarne alcuni.

Ad arricchire la mostra sarà l’esposizione di una serie di antiche maniche a vento a forma di carpa chiamate Koinobori, utilizzate per la festa dei bambini, insieme ad alcuni dei capi d’abbigliamento tradizionalmente dedicati alla pratica dell’aquilone, come i fazzoletti rettangolari di cotone Hachimaki e le giacche kimono personalizzate, identificative delle diverse città o gruppi di aquilonisti. Fra le giacche esposte spicca quella appartenuta a Dave Checkley, architetto di Seattle e collezionista di aquiloni asiatici, celebre per aver introdotto la conoscenza dell’aquilone giapponese e cinese negli Usa e per aver suggerito ai maestri giapponesi di firmare i propri aquiloni.

L’esposizione cervese invita così il visitatore a intraprendere un viaggio alla scoperta della storia, dei materiali e della filosofia implicita in una pratica che affonda le sue radici nella notte dei tempi, rendendo omaggio al Paese che più di ogni altro ha sviluppato la tradizione dell’aquilone in una straordinaria varietà di forme e significati. La mostra, che è anche un primo tangibile passo verso lo sviluppo di un Centro di formazione e di un Museo stabile sull’aquilone, offre anche una profonda riflessione sul valore della sostenibilità ambientale attraverso il tema dei materiali tradizionali usati, carta washi e bambù in primis

 È, dunque, un percorso completo quello che offre il festival «ArteVento» di Cervia per scoprire molte notizie sui «falchi di carta» (l’espressione è la traduzione letterale dell’ideogramma 凧), ovvero gli aquiloni, manufatti che nel Sol Levante sono molto più di un gioco per bambini: sono un augurio di felicità, fortuna e buona sorte, che si regala per la nascita di un bambino o per l'inizio dell'anno nuovo come simbolo tangibile di speranza per il futuro.

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Per saperne di più
https://artevento.com/

martedì 8 ottobre 2024

Venezia, restaurato il polittico di Santa Chiara di Paolo Veneziano

È appena ritornato alle Gallerie dell’Accademia di Venezia il polittico di Santa Chiara di Paolo Veneziano, capolavoro assoluto della pittura lagunare e italiana del Trecento. Dopo un lungo e complesso intervento di restauro della durata di oltre quattro anni, finanziato da «Save Venice» con il sostegno del mecenate Randolph H. Guthrie, che si è avvalso della supervisione di Valeria Poletto e della direzione tecnica di Maria Chiara Maida e Francesca Bartolomeoli, l’opera ha ritrovato la lucentezza delle sue superfici dorate, la sontuosità della sua raffinata gamma cromatica e la piena leggibilità del programma iconografico.

Realizzato per lo scomparso complesso monastico delle sorores minores di Santa Chiara a Venezia, il più antico insediamento francescano femminile attestato in laguna, che operò in città fino all’avvento delle soppressioni napoleoniche del 1806, il polittico giunse alle Gallerie dell’Accademia nel 1812, fatta eccezione per la tavola centrale, inviata alla Pinacoteca di Brera e sostituita da un dipinto del pittore trecentesco Stefano di Sant’Agnese fino al 1950, anno in cui l’opera fu ricomposta con le sue parti originali grazie a un accordo tra Vittorio Moschini e Fernanda Wittgens, rispettivamente soprintendenti di Venezia e Milano.

Il polittico, il cui dotto programma iconografico è esplicitamente rivolto alla sensibilità di una comunità femminile, è un esempio eccezionalmente integro di ancona veneziana trecentesca a più registri, con scene narrative disposte attorno a un episodio centrale – l’«Incoronazione della Vergine» – e una fastosa cornice lignea intagliata e dorata, che inquadra venticinque parti dipinte in uno splendido connubio tra oro e colore.

L’evento celeste raffigurato - un tema di origine occidentale che ebbe grande fortuna in laguna nel corso di tutto il secolo XIV - è descritto all’interno di un’elaborata macchina scenica di grande ostentazione esornativa: un ampio trono, circondato da un cielo stellato, accoglie Cristo e Maria ammantati in drappi serici, mentre un coro d’angeli musicanti domina la scena. Negli scomparti laterali si dispiegano otto quadri con episodi della vita di Cristo: la «Natività e l’Adorazione dei Magi», il «Battesimo», l’«Ultima cena», l’«Orazione nell’orto e la cattura», l’«Andata al monte Calvario», la «Crocifissione», la «Resurrezione e il Noli me tangere», l’«Ascensione». Nel registro superiore vengono, invece, narrate le storie di san Francesco e santa Chiara. Nella parte alta, completano il ricco racconto le figure di re Davide, del profeta Isaia e dei quattro evangelisti, oltre alla Pentecoste e al Giudizio universale. Quattro piccole immagini angeliche, infine, e precisamente «Dominazioni» con il globo e lo scettro, simbolo di autorità, sono visibili dell’intradosso dello scomparto principale.

La sontuosità del manufatto, per il quale sono stati utilizzati materiali preziosi quali l’oro e il blu di lapislazzuli, fa comprendere l’importanza della committenza che si rivolse al più importante pittore veneziano del Trecento, le cui opere sono oggi conservate nei più prestigiosi musei del mondo, dalla Frick Collection a New York alle Gallerie degli Uffizi di Firenze, senza dimenticare il Museo del Louvre di Parigi.

L’intervento conservativo, iniziato nel 2019, non solo ha restituito nuova luce ai colori e al fondo d’oro del polittico grazie a un intervento di pulitura e di reintegrazione pittorica, ma ha anche interessato la cornice, che ha ritrovato, per mezzo della tecnologia laser, la sua doratura ottocentesca. Il restauro – che ha, inoltre, permesso di scoprire gli schizzi, le prove di colore e i disegni preparatori che Paolo Veneziano aveva realizzato nelle parti non visibili del polittico - è stato accompagnato da uno straordinario lavoro di studio e ricerca svolto con le più avanzate tecnologie.
 
La morfologia del manufatto è stata, infatti, mappata tramite scansione fotogrammetrica e l’acquisizione di immagini ad altissima risoluzione e dettaglio, con il microscopio digitale 3D Hirox, in comodato alle Gallerie dell’Accademia grazie al comitato Venice International Foundation, ha consentito di osservare particolari dell’opera a ingrandimenti inediti.

Grazie a un’importante e particolareggiata presentazione multimediale, realizzata da Culturanuova srl di Arezzo, questo lavoro viene raccontato ai visitatori delle Gallerie dell’Accademia nella sala della loggia palladiana in cui è esposto il polittico di Paolo Veneziano, accanto a una croce astile polilobata e dipinta su entrambi i lati, attribuita al Maestro dell’Incoronazione della Vergine di Washington del 1324. Tramite foto, dettagli, testi, focus storico-artistici, video è, dunque, possibile navigare dentro il polittico, approfondire le sue vicende storiche, indagare le fasi del restauro e le diverse tecniche diagnostiche, mettere a confronto il risultato finale con le condizioni conservative iniziali, scoprire le aree dell’opera normalmente non visibili, e persino conoscere l’aspetto originale che l’opera doveva probabilmente avere prima degli interventi ottocenteschi.

Vedi anche

Didascalie delle immagini
[ Fig. 1] Dettaglio acquisito con microscopio digitale 3D Hirox delle scene con la vita di San Francesco del polittico di Santa Chiara di Paolo Veneziano. ©MIC - Gallerie dell’Accademia di Venezia; [fig. 2] Il polittico di Santa Chiara di Paolo Veneziano al termine dell’intervento di restauro, finanziato da Save Venice con il generoso sostegno di Dr. & Mrs. Randolph H. Guthrie. ©Foto di: Matteo De Fina; [fig. 3] Vista dell’allestimento del polittico di Santa Chiara di Paolo Veneziano alle Gallerie dell’Accademia di Venezia. ©Foto di: Matteo Panciera; [Fig. 4] Dettaglio dei frammenti di policromia rossa originale presenti lungo gli intagli della cornice recuperati durante l’ultimo intervento. ©Foto di: Matteo Panciera; [fig. 5] Particolare del polittico di Santa Chiara di Paolo Veneziano al termine dell’intervento di restauro, finanziato da Save Venice con il generoso sostegno di Dr. & Mrs. Randolph H. Guthrie. ©Foto di: Matteo De Fina

Informazioni utili
Gallerie dell’Accademia, Campo della Carità 1050 – Venezia. Orari di apertura: lunedì, dalle ore 8:15 alle ore 14:00 (la vendita dei biglietti termina alle ore 13:00); da martedì a domenica, dalle ore 8:15 alle ore 19:15 (la vendita dei biglietti termina alle ore 18:15). Biglietti; intero € 15.00, ridotto € 2.00 (giovani 18 -25 anni cittadini dell'UE e acquisto con 18app), gratuito per i minori di 18 anni; Prima mattina € 10,00 (biglietto individuale acquistabile tra le 8:15 e le 9:00 con ultimo ingresso entro e non oltre le 9:15); Due giorni € 22,00 (biglietto individuale valido 2 giorni nell’anno solare); Arteritivo € 10,00 (biglietto individuale dedicato ai giovani tra i 26 e i 35 anni non compiuti, valido tutti i venerdì tra le 17:15-19:00; ultimo ingresso entro e non oltre le 18:15); Insieme € 12,00 (biglietto individuale dedicato ai gruppi tra i 10 e i 25 adulti sopra i 26 anni). L'accesso alle mostre è consentito con lo stesso titolo d'accesso. In occasione di esposizioni temporanee il prezzo del biglietto è suscettibile di variazioni. Per maggiori informazioni: https://www.gallerieaccademia.it/informazioni

lunedì 7 ottobre 2024

Alle Gallerie dell’Accademia rivive il soffitto di Vasari per Palazzo Corner Spinelli

È il 1798 quando, alla morte di Giovanni di Francesco, ultimo rappresentante dei Corner di San Polo, si procede allo smembramento di uno dei gioielli artistici di Venezia: il soffitto ligneo dipinto da Giorgio Vasari per Palazzo Corner Spinelli, sul Canal Grande. Parte delle tavole («Carità», «Pazienza», «Giustizia» e quattro Putti) che compongono l’opera, già alienata di due frammenti («Speranza» e «Fede»), vengono divise tra le due figlie - Elisabetta, moglie di Almorò Grimani, e Laura, consorte di Alvise Mocenigo I di San Stae – e finiscono, quindi, sul mercato antiquario disperdendosi tra vari proprietari in Italia e all’estero.

A partire dalla fine degli anni Ottanta del Novecento, con l’acquisizione, in un’asta romana, del cosiddetto «Suicidio di Giuda», un frammento resecato dalla tavola dedicata alla «Speranza», lo Stato italiano inizia a rintracciare e recuperare i vari pezzi di questo prezioso manufatto che, come un puzzle, nell’arco di quarant’anni si va a ricomporre quasi completamente sotto la supervisione delle Gallerie dell’Accademia di Venezia.
Nel 1987 vengono acquisite da Giovanna di Capua Sestrieri l’«Allegoria della Giustizia», l’«Allegoria della Pazienza» e due «Putti con Tabella», frammenti che la collezionista aveva nella sua raccolta dal 1932 e che nel 1981 avevano raggiunto la notorietà dopo il prestito per la celebre mostra sul Manierismo a Venezia.
Nel 2002 lo Stato italiano acquisisce un ulteriore «Putto con Tabella», riscoperto qualche anno prima da Luisa Vertova grazie a una fotografia pubblicata su «AD Architectural Digest». Il medesimo anno, le Gallerie dell’Accademia di Venezia ottengono anche il comparto con l’«Allegoria della Carità», appartenente dall’Ottocento alla Pinacoteca di Brera, ma depositata dal 1973 nel Museo di Storia patria di Gallarate, in provincia di Varese.

Nel 2013 è, poi, la volta dell’«Allegoria della Fede», che viene acquistata a Londra dalla moglie dello scrittore e politico Wayland Young, Lord Kennet. Nel 2017 viene, infine, comperato a Londra dalla collezione del noto editore austriaco, naturalizzato britannico, Georg Weidenfeld, l’ultimo frammento del soffitto ligneo vasariano, l’«Allegoria della Speranza», al cui ottenimento contribuiscono economicamente, oltre allo Stato italiano, Venetian Heritage e Venice in Peril Fund.

Il manufatto vasariano, il cui restauro è stato eseguito da Rossella Cavigli per i dipinti e da Roberto Saccuman per i supporti lignei, è così quasi completo: mancano soltanto il quarto «Putto con Tabella» e due frammenti resecati dal comparto con l’«Allegoria della Fede». Ed è tempo per le Gallerie dell’Accademia di Venezia di pensare alla sua presentazione unitaria, avvenuta proprio poche settimane fa, nell’anno delle celebrazioni dei quattrocentocinquanta anni dalla morte del pittore, scrittore e biografo Giorgio Vasari (Arezzo, 1511 - Firenze, 1574).
L’istituzione lagunare ha collocato l’opera in una sala interamente dedicata posta lungo la loggia palladiana e la espone rigorosamente a soffitto, in un ambiente immersivo che ripropone con attenzione e cura la camera di Palazzo Corner cui era destinata, riportando il visitatore indietro nel tempo.
Per l’occasione, Marsilio Arte pubblica un piccolo ma prezioso volume curato dal direttore delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, Giulio Manieri Elia, che presenta un saggio nel quale sono ripercorse le vicende critiche e collezionistiche delle tavole fino alla riunione e all’allestimento museografico. Il catalogo contiene anche l’intervento di Rossella Cavigli sul restauro dell’opera e il contributo di Luisa Caporossi, che si concentra sulla lettura iconologica del soffitto Corner.

Il soffitto a cassettoni con le sue nove tavole dipinte, otto quelle recuperate, costituisce un capolavoro assoluto, che agevola l’influenza che l’arte manierista centroitaliana ha avuto sui grandi artisti veneziani del Cinquecento e in particolare su Tintoretto, Tiziano e Veronese, che riprendono alcuni spunti e figurazioni di quest’opera.
Giorgio Vasari lo realizza tra il 1541 e il 1542 su commissione di Giovanni Corner, discendente di una delle famiglie più influenti e nobili di Venezia, per Palazzo Corner Spinelli, da poco acquistato dalla casata Lando. L’opera deve impreziosire la cosiddetta camera nova.
Il pittore aretino idea una ricca composizione costituita da nove scomparti, corrispondenti alle cinque Virtù e a quattro Putti destinati agli angoli della sala, per un totale di dodici metri quadrati di tavole dipinte. Al centro, nel comparto rettangolare, si erge la «Carità», cui guardano, in un gioco di rimandi e sguardi, le altre virtù: la «Speranza» e la «Fede», sui lati più lunghi, la «Pazienza» e la «Giustizia», su quelli più corti.
 
Come è emerso dagli studi sull’opera, Giorgio Vasari introduce delle varianti rispetto al tema classico del «Trionfo delle Virtù», accostando al soggetto centrale nelle cinque tavole un esempio positivo, che rafforza ed esprime il concetto della virtù in questione, e uno negativo, che contrasta e si oppone al soggetto stesso. Questo dettaglio non è secondario, poiché è proprio la corretta attribuzione di un esempio negativo, il «Giuda che si toglie la vita», per anni ritenuto un brano indipendente dall’opera di Giorgio Vasari per Palazzo Corner, all’apparato decorativo del soffitto quale personificazione della «Disperazione» in opposizione alla «Speranza», ad aver fornito la chiave interpretativa dell’iconologia dei singoli comparti, attribuendo nuovo significato all’unità della composizione.

Il soffitto vasariano potrebbe, dunque, essere la visione plastica – spiega Luisa Caporossi in catalogo - «del dibattito allora in atto intorno al principio della “doppia giustificazione”, secondo cui «l’agire virtuosamente non è sufficiente e l’uomo è a rischio caduta, come dimostrano gli esempi di virtù, Giobbe e Salomone, che furono tentati dalla disperazione e dall’idolatria». Al riguardo, nel saggio sulla lettura iconografica dell’opera, si cita una lettera del 1523 in cui Contarini scrive al suo amico Giustiniani a Camaldoli: «Allorquando l’uomo pensa di aver acquistato tali virtù, proprio allora cade […] dobbiamo giustificarci con la giustizia di un altro, cioè di Cristo».
 
L’esposizione al pubblico della ricomposizione del celebre soffitto cassettonato di Giorgio Vasari arricchisce, dunque, in maniera significativa il patrimonio artistico nazionale. Ma celebra anche, per usare le parole del Giulio Manieri Elia, «un esempio lodevole e fruttuoso di concordanza progettuale e continuità di azione, che ha portato a raggiungere un risultato straordinario», anche grazie alla molto significativa collaborazione tra il pubblico e il privato, tra lo Stato italiano e le tante realtà, italiane e straniere, che hanno a cuore il destino di Venezia.

Vedi anche

Didascalie delle immagini
[Fig. 1 e 2] Vista dell'installazione alle Gallerie dell'Accademia. Foto di Matteo De Fina; [fig. 3] Giorgio Vasari, Il suicidio di Giuda; [fig. 4] Giorgio Vasari, Allegoria della Speranza; [fig. 5] Giorgio Vasari, Allegoria della Carità; [fig. 6- Giorgio Vasari, Putto

Informazioni utili
Gallerie dell’Accademia, Campo della Carità 1050 – Venezia. Orari di apertura: lunedì, dalle ore 8:15 alle ore 14:00 (la vendita dei biglietti termina alle ore 13:00); da martedì a domenica, dalle ore 8:15 alle ore 19:15 (la vendita dei biglietti termina alle ore 18:15). Biglietti; intero € 15.00, ridotto € 2.00 (giovani 18 -25 anni cittadini dell'UE e acquisto con 18app), gratuito per i minori di 18 anni; Prima mattina € 10,00 (biglietto individuale acquistabile tra le 8:15 e le 9:00 con ultimo ingresso entro e non oltre le 9:15); Due giorni € 22,00 (biglietto individuale valido 2 giorni nell’anno solare); Arteritivo € 10,00 (biglietto individuale dedicato ai giovani tra i 26 e i 35 anni non compiuti, valido tutti i venerdì tra le 17:15-19:00; ultimo ingresso entro e non oltre le 18:15); Insieme € 12,00 (biglietto individuale dedicato ai gruppi tra i 10 e i 25 adulti sopra i 26 anni). L'accesso alle mostre è consentito con lo stesso titolo d'accesso. In occasione di esposizioni temporanee il prezzo del biglietto è suscettibile di variazioni. Per maggiori informazioni: https://www.gallerieaccademia.it/informazioni

venerdì 4 ottobre 2024

Lago Maggiore, quattro installazioni artistiche per un Grand tour sulla Via delle Genti

Meta del Grand Tour di intellettuali e aristocratici europei sin dall’Ottocento, il Lago Maggiore affascina ancora oggi visitatori provenienti da tutto il mondo. Dall'Eremo di Santa Caterina del Sasso ai giardini di Villa Taranto a Verbania-Pallanza, passando per le Isole Borromee, Stresa e Baveno, sono molti i luoghi che, anno dopo anno, fanno da scenario a un turismo internazionale attento non solo alla cultura e alla storia del nostro Paese, ma anche alle sue bellezze naturalistiche.

Nel tratto che dall’Alto Verbano conduce alla vicina Svizzera è stata da poco riscoperta la Via delle Genti, un camminamento di circa sedici chilometri che si sviluppa a mezza costa lungo le alture del territorio, garantendo incantevoli vedute panoramiche sul Lago Maggiore, al centro, quest'autunno, di un intervento site specific realizzato nell'ambito del bando «Territori di luce» della Compagnia di San Paolo.


Quattro installazioni artistiche
, che rimarranno per sempre patrimonio del territorio e con esso dialogheranno in armonia, andranno, tra ottobre e novembre, ad arricchire questo scenografico sentiero, o meglio il tratto che parte dall’area Patrimonio Unesco del Sacro Monte di Ghiffa e, passando dai piccoli centri di Deccio, Novaglio e Comologno, giunge a una seconda tappa obbligata, il caratteristico villaggio in pietra di Oggebbio, per proseguire ancora. 
Si continua, quindi, toccando i paesini di Barbè e Cassino, verso Cannero Riviera, celebre per i suoi agrumi, coltivati con facilità grazie a un microclima eccezionale, che rende la cittadina piemontese così simile a una località costiera. Lasciato il centro abitato, si imbocca, dunque, un’antica strada che si snoda tra boschi e zone prative ormai inselvatichite, per raggiungere Carmine Superiore, sulle cui alture si può ammirare un meraviglioso scorcio sui Castelli di Cannero.

Prima di continuare lungo questa via in direzione della Svizzera, vale la pena fare una deviazione per visitare Trarego Viggiona, dove è possibile scoprire i tracciati delle trincee della Linea Cadorna e, per gli amanti dei panorami mozzafiato, godersi la splendida vista che offre il Monte Carza, sulla cui sommità è posizionata la Big Bench numero #138.
Riprendendo il cammino, da Cannero si raggiunge Molineggi e si scende, poi, fino a Cannobio, passando per Solivo, per proseguire, quindi, verso Marchile e Formine. Da qui, una piccola deviazione in direzione nord, attraverso un bel sentiero fiancheggiato dai castagneti, conduce, infine, poco prima del confine svizzero, alla Chiesa di San Bartolomeo in Montibus, un piccolo gioiello architettonico in stile romanico con al suo interno pregevoli affreschi cinquecenteschi a firma di Battista de Salis.

Grazie a un fruttuoso partenariato composto dai Comuni di Ghiffa (ente capofila), Oggebbio, Cannero Riviera e Trarego Viggiona, insieme alla Pro Loco di Ghiffa e ad altre realtà locali, questo angolo di Piemonte è attualmente al centro di quattro residenze artistiche tese a valorizzare la memoria storica, culturale e ambientale del territorio dell’Alto Verbano, incentivando un dialogo tra l’uomo e la natura, tra il contesto naturale e quello artificiale creato e abitato dalle comunità locali.

La direzione del progetto è affidata a Giulia Caffaro, storica dell’architettura e dell’arte contemporanea, esperta di rigenerazione territoriale a base culturale, nonché presidente e project manager di Dimora Design Farm ETS. Mentre il fundraising e coordinamento generale è a cura di Raffaella Simonetti con Niniqa Scarl.

Dopo un periodo di studio a stretto contatto con il tessuto naturale e sociale del luogo, gli artisti sono ora coinvolti nella fase di elaborazione progettuale, i cui primi risultati saranno visibili nel fine settimana di sabato 5 e domenica 6 ottobre

Per l’occasione a Ghiffa è in programma una masterclass di due giorni sui temi della rigenerazione urbana e del co-design, che sarà anche una sorta di «cantiere collettivo». La cittadinanza è, infatti, invitata a partecipare al compimento dell’opera di Land art realizzata da Artieri, collettivo con base a Torino che, dal 2016, sviluppa progetti per la riqualificazione di spazi pubblici trascurati attraverso processi di collaborazione civica. Il loro intervento, che verrà inaugurato domenica 6 ottobre (alle ore 15:30), punta sul racconto della storia locale, e più precisamente su una narrazione di epoca antica che vuole questo luogo tra i principali produttori di carbone vegetale del nord Italia, attraverso la realizzazione di micro-architetture lignee che delineano anche fisicamente un percorso e nuovi spazi nell’area del Sacro Monte.

Questo fine settimana è prevista anche, nel pomeriggio di sabato 5 ottobre (dalle ore 18:00), l'inaugurazione dell'intervento site specific pensato per Cannero Riviera: un'installazione di Visual mapping, a cura di Edoardo Argentieri, graphic designer e illustratore di origini toscane e cuore torinese, che mette in luce alcuni punti strategici del patrimonio topico. Prendendo spunto dai contenuti del Museo etnografico cittadino, dalle attività economiche e produttive locali, dalla natura sui sentieri della Via delle Genti, dai bellissimi scorci e racconti sui Castelli di Cannero, l'obiettivo è quello di valorizzare diversi aspetti della relazione uomo-ambiente. Il risultato è un video animato, realizzato con uno stile grafico e pittorico digitale, che immerge il visitatore in un giorno d'estate sul lago, tra colori, paesaggi e atmosfere oniriche di grande impatto emotivo e concettuale. 

Bisognerà, invece, aspettare la sera di domenica 3 novembre, dopo una masterclass di due giorni sulla Street art, per lo svelamento dell'opera di arte muraria che Fabio Petani, artista piemontese con all’attivo numerosi lavori di rigenerazione urbana in Europa e negli Stati Uniti, ha pensato per Oggebbio. Si tratta di «Phlox Paniculata ‘Aida’», un murales ricco di elementi floreali e forme geometriche, realizzato su un muraglione di contenimento stradale del paese, che vuole essere un omaggio non solo alla natura lussureggiante del Lago Maggiore, ma anche alla storia del borgo, dove si dice che Giuseppe Verdi abbia avuto l'intuizione per la composizione dell'«Aida».

Infine, Trarego Viggiona vedrà, nella giornata di sabato 2 novembre, la presentazione di un progetto artistico diffuso, incentrato sul racconto audiovisivo del territorio, che coinvolge i tre centri abitati di Trarego, Cheglio e Viggiona. La residenza di Walter Paradiso, artista di origini romane attivo da molti anni a Torino, ha permesso alla comunità di dare voce a importanti frammenti di storia, usi e costumi locali, ora racchiusi in video-racconti, in bilico tra narrazione e informazione, con anche aneddoti e notizie insolite sul patrimonio del paese. Pannelli grafici e descrittivi comporranno il percorso storico-artistico, visitabile tramite QR code posizionati all’interno delle pensiline delle fermate bus del territorio.

In questo periodo autunnale la Via delle Genti è protagonista anche di un rilancio turistico grazie alla realizzazione di nuovi itinerari di visita a Ghiffa, Oggebbio, Cannero Riviera e Trarego Viggiona come il «Grand Tour delle opere», un percorso per ammirare dal vivo i cantieri dei lavori site-specific in fase di realizzazione o per conoscere da vicino l'essenza delle creazioni artistiche già realizzate, ma anche per vistare punti di interesse storico-culturale dell’Alto Verbano e per sperimentare un’immersione nella natura, tra i colori e le sfumature del foliage autunnale.

Didascalie delle immagini
1 . Particolare dell'intervento realizzato per Oggebbio; 2. Il lungolago di Cannero; 3. Il Sacro Monte di Ghiffa; 4. La Big Bench numero #13 sul Monte Carza;  5, 6 e 7. Uno scorcio di Oggebbio; 8. Gli agrumi di Cannero. [Le foto sono state messe a disposizione dall'ufficio stampa del Grand Tour della Via delle Genti]  

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giovedì 3 ottobre 2024

Stefan Sagmeister firma il manifesto della Barcolana 2024 e una speciale illy Art Collection

Porta la firma del graphic designer Stefan Sagmeister (1962) - acclamato artista austriaco di base a New York, il cui lavoro è esposto in prestigiose istituzioni internazionali come il Moma di New York e il Mak di Vienna - il manifesto della cinquantaseiesima edizione della Barcolana, storica regata che dal 4 al 13 ottobre trasformerà Trieste nella città della vela.
 
Dopo Michelangelo Pistoletto (2015), Gillo Dorfles (2016), Maurizio Galimberti (2017), Marina Abramović (2018), Olimpia Zagnoli (2019), Lorenzo Mattotti (2020), Ron Arad (2021), Matteo Thun (2022) e Judy Chicago (2023), illycaffè ha scelto di collaborare con l’autore di «Now is better» (Phaidon, 2023), un libro che è un invito a guardare al futuro con speranza e ottimismo, per dare forma e colori al concept di questa edizione della manifestazione friulana: «Energie Positive».
Stefan Sagmeister ha deciso così di raccontare la Barcolana attraverso la lente dei «Beautiful Numbers» e nella prospettiva del «Long Term Thinking». Il manifesto si traduce, nello specifico, in un inedito intreccio tra presente e passato, unendo un’infografica contemporanea a un quadro antico a olio raffigurante una donna dell’Ottocento vestita a festa.
Le «energie positive» che fanno di Trieste, ponte d’Oriente e terra di vento e di mare, una città dal fascino particolare sono rappresentate da vele dai colori pastello, le cui diverse dimensioni intendono raffigurare l'evoluzione nel numero delle partecipazioni alla regata tra il 1969 e il 2023. La figura femminile del manifesto richiama, invece, il progresso nel tempo del ruolo della donna nella competizione velistica, da semplice spettatrice, come era un secolo fa nelle principali regate di fama internazionale, a grande protagonista come lo è oggi in Barcolana, grazie anche al progetto «Women in Sailing» che la manifestazione triestina porterà avanti con forza anche nel prossimo triennio grazie al supporto del presenting partner Generali.

La realizzazione dell'opera nasce dall'ispirazione artistica che ha accompagnato il designer austriaco in questi ultimi anni. Tra aprile e maggio 2021, in piena epoca Covid, Stefan Sagmeister ha, infatti, esposto alla Thomas Erben Gallery di New York la mostra «Beautiful Numbers», nata con l’obiettivo di far riflettere il pubblico sui positivi sviluppi del mondo qualora lo si guardasse da una prospettiva a lungo termine. Ciò è avvenuto attraverso una serie di visualizzazioni che permettevano di contestualizzare in un periodo di decine o centinaia di anni un qualsiasi fenomeno. Per dimostrare come il miglioramento della società fosse concreto, in quell’occasione l'artista ha realizzato infografiche, vere e proprie opere di design, capaci di raccontare l’evoluzione di una serie di fenomeni nel lungo periodo, grafici in sovrapposizione a quadri antichi. La mostra ha riscosso un ampio successo proprio per la capacità di rappresentare dei «promemoria» positivi e di focalizzare l’attenzione sulla felicità, nonostante le esternalità, come modo di pensare per migliorarsi e impegnarsi per un futuro migliore.
Il progetto si è evoluto nel tempo, fino ad arrivare al 2023, con la terza installazione relativa al «Long Term Thinking», intitolata «Now is Better», in continuità con le composizioni apparentemente astratte inserite in dipinti storici del XVIII e XIX secolo.
 
In occasione della regata triestina, Stefan Sagmeister ha dato vita anche a una speciale illy Art Collection: la «tela bianca» dell’iconica tazzina che ha visto all’opera, tra gli altri, Anish Kapoor e Daniel Buren è animata dalla raffigurazione pittorica antica di una figura femminile e da vele stilizzate di dimensioni diverse, su cui si specchiano le onde circolari del piattino che creano una connessione con il mare. 
«L'intreccio tra le vele, la figura femminile, le linee e colori rappresentano il mio desiderio di condividere un’idea di evoluzione nel tempo, che possa far emergere e diffondere un sentimento di fiducia verso il futuro», ha spiegato l'artista. 
La illy Art Collection per Barcolana rappresenta, dunque, un invito a prendersi del tempo, anche durante la pausa caffè, per provare a cambiare il proprio sguardo sul mondo, stimolando una prospettiva incoraggiante e focalizzando l’attenzione sulla felicità.

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