Attiva trecentosessantacinque giorni all'anno, nel periodo autunnale questa tratta ferroviaria è in grado di regalare una variopinta avventura sui suoi caratteristici trenini vintage bianchi e blu, tutti con ampie vetrate panoramiche, che lascia la meraviglia negli occhi, tanto da essere stata inserita dalla «Lonely Planet» tra le dieci linee più spettacolari d’Europa.
Definito «uno dei must turistici autunnali» tra il nostro Paese e la Svizzera, il Treno del Foliage®, sperimentabile fino al 17 novembre con un biglietto A/R dalla tariffa promozionale, comprensivo di una sola fermata facoltativa lungo il percorso, parte, per quanto riguarda la tratta italiana, dalla cittadina di Domodossola, con i suoi gioielli architettonici come la splendida piazza del Mercato e Palazzo san Francesco. Sale, poi, fino alla «valle dei pittori», la Valle Vigezzo, con il suo punto più alto nel borgo di Santa Maria Maggiore. A questa altitudine i treni proseguono fino al confine, toccando Re con il suo celebre Santuario della Madonna del Sangue. Superato il valico, i binari iniziano a scendere lentamente attraverso le Centovalli fino a raggiungere Locarno e la sponda elvetica del Lago Maggiore, prima di rifare il viaggio in senso opposto.
Tra le tappe intermedie della ferrovia ci sono anche il borgo vigezzino di Malesco e le località svizzere di Intragna, con il campanile più alto del Ticino e il Museo regionale, e di Verdasio, da cui partono due funivie per raggiungere comodamente le alte quote e ammirare i colori dell’autunno da un punto di osservazione privilegiato.
Ma quest’anno il Treno del Foliage® non è solo un viaggio nella natura illuminata da una tavolozza di colori caldi, talvolta incorniciata dal bianco delle prime nevicate sulle vette alpine, ma è anche un’occasione per scoprire i pittori di questi territori, ma non solo. A Domodossola, nelle sale dei Musei civici «Gian Giacomo Galletti» è, per esempio, visitabile la mostra «I tempi del Bello. Tra mondo classico, Guido Reni e Magritte», a cura di Antonio D’Amico, Stefano Papetti e Federico Troletti. Si tratta di un percorso nell’interpretazione del concetto di bellezza come frutto di un equilibrio tra valori estetici ed etici, secondo una concezione antica espressa dal termine greco kalokagathìa, che spazia dall’epoca romana al Novecento, attraverso quarantasei opere – dipinti e sculture in marmo e bronzo, provenienti da importanti musei italiani e da prestigiose collezioni private – che portano la firma di artisti del calibro di Peter Paul Rubens, Ludovico Carracci, Antonio Canova, Pompeo Batoni, Achille Funi, Mario Sironi, Massimo Campigli e Giorgio De Chirico. Punto di riferimento per questo percorso che racconta come, attraverso i secoli, gli artisti abbiano guardato ai modelli antichi come punto di riferimento per il loro lavoro è la statuaria classica del Museo nazionale romano e delle Terme di Diocleziano, esposto per la prima volta nel capoluogo ossolano.
Sempre a Domodossola si può visitare, a Casa De Rodis, la mostra «Lorenzo Peretti (1871-1953). Natura e mistero», curata da Elena Pontiggia e organizzata dalla Collezione Poscio, che ripercorre tutta la breve vicenda di questo singolare artista vigezzino, dal «carattere misantropo» (per usare le parole del suo maestro Enrico Cavalli), che ha dipinto solo una dozzina d’anni, non ha mai esposto durante la sua vita e nel suo studio non faceva entrare nessuno. Il percorso espositivo si articola in un’ottantina di opere che offrono uno sguardo completo sulla produzione di questo pittore colto e misterioso, ancora poco conosciuto, da qualcuno considerato addirittura un alchimista in odore di stregoneria. Attraverso tele di impronta divisionista (che colpirono anche l’attenzione di Angelo Morbelli) come «Oratorio», «Lavandaie alla lanca di Toceno» e «Paesaggio» (tutti del 1895-97), un quadro visionario come «Bosco dei druidi» (1898 ca), l’incompleto lavoro «Parigi» (1903) e, ancora, paesaggi, ritratti dei familiari e autoritratti, il visitatore può ripercorrere una storia che spazia dal 1980, l’anno in cui Lorenzo Peretti è compagno di studi di Carlo Fornara alla scuola «Rossetti Valentini» di Santa Maria Maggiore, sino al «Testamento filosofico» dei primi anni del Novecento, documento recentemente ritrovato, pervaso di una forte tensione religiosa, nel quale l’artista piemontese spiegava che la natura è un riflesso dell’infinito e nel mondo non c’è nulla che non sia un riverbero di Dio.
Spostandoci a Santa Maria Maggiore merita, infine, una visita, proprio la Scuola di Belle arti «Rossetti Valentini», dove studiò Lorenzo Peretti, che fa da scenografia alla mostra «Gian Maria Rastellini nella Milano di Grubicy e Tosi», a cura di Lorella Giudici e Elisabetta Staudacher: un avvincente viaggio nella pittura ottocentesca italiana, tra paesaggi ossolani, marine ligure, nature morte, ritratti della borghesia lombarda, ma anche numerosi documenti, registri scolastici, lettere, cartoline, oggetti personali e due album fotografici realizzati da Emilio Sommariva.
Viene così ripercorsa la formazione e l’attività pittorica di Gian Maria Rastellini (Buttogno Ossola, 1869 – Milano, 1927), artista che ci ha raccontato il mondo con cromie seducenti, riverberi luminosi e un’attenzione al vero tipica di quel periodo storico, ma anche di suo fratello Gian Battista (Buttogno Ossola, 1860–Milano, 1926), anch’egli pittore e decoratore, attivo soprattutto nel campo del restauro di artisti come il seicentesco Daniele Crespi, in mostra con lavori «di largo impasto, di fermo costrutto e disegno» raffiguranti prevalentemente gente del popolo e nature morte.
Come in un gioco di specchi le mostre di Domodossola e di Santa Maria Maggiore ci raccontano, dunque, il paesaggio della Valli Vigezzo e d’Ossola nell’Ottocento. Mettono davanti ai nostri occhi crinali di montagne, sagome aguzze di campanili, prati, boschi e case immerse nella natura. Ci fanno vedere quello stesso paesaggio che, pur nelle diversità date dallo scorrere dei secoli, il Treno del Foliage® ci restituisce ammantato da una tavolozza di colori ruggine e albicocca, porpora e zafferano, diversi alla luce del sole o sotto la pioggia di una giornata brumosa. Vengono così in mente, guardando fuori dal finestrino e ripensando all’arte di Lorenzo Peretti e Gian Maria Rastellini, le parole di Vincent Van Gogh: «Finché dura l'autunno, non avrò abbastanza mani, tele o colori per dipingere le cose belle che vedo».
[fig. 1] Treno del Foliage - Ferrovia Vigezzina-Centovalli - Foto Emanuela Ricci; [fig. 2] Treno del Foliage - Ferrovia Vigezzina-Centovalli - Foto Marco Benedetto Cerini per visitossola; [figg. 3 e 4] Allestimento della mostra «I tempi del Bello. Tra mondo classico, Guido Reni e Magritte» a Domodossola, nelle sale dei Musei civici «Gian Giacomo Galletti». Foto: © Michela Piccinini; [fig. 5] Lorenzo Peretti, Oratorio, 1895-97. Opera esposta nella mostra «Lorenzo Peretti (1871-1953). Natura e mistero» alla Casa De Rodis di Domodossola; [figg. 6, 7 e 8] Vista della mostra «Gian Maria Rastellini nella Milano di Grubicy e Tosi» a Santa Maria Maggiore. Foto di Marco De Bernardi
Informazioni utili
Treno del Foliage® - Da Domodossola a Locarno. Prezzi: sabato, domenica, festivi e prefestivi - adulti 1a classe € 50 – 2a classe € 40 – biglietto comprensivo di una sola fermata intermedia facoltativa
(all'andata o al ritorno); altri giorni - adulti 1a classe € 46 – 2a classe € 36 – biglietto comprensivo di una sola fermata intermedia facoltativa (all'andata o al ritorno); bambini e ragazzi dai 6 ai 16 anni non compiuti viaggiano con lo sconto del 50%; sotto i 6 anni viaggiano gratis se non occupano un posto a sedere. Note: pper i viaggiatori in arrivo dalla Lombardia, è consigliabile intraprendere il viaggio della Ferrovia VigezzinaCentovalli con partenza dal capolinea svizzero di Locarno, la cui stazione è raggiungibile comodamente con il treno diretto TILO RE80 che collega quotidianamente Milano Centrale a Locarno. I dettagli e il link alla biglietteria online per il Treno del Foliage® sono disponibili su www.vigezzinacentovalli.com/foliage. Informazioni: www.distrettolaghi.it
«I tempi del Bello. Tra mondo classico, Guido Reni e Magritte». Musei civici «Gian Giacomo Galletti» in Palazzo San Francesco - Domodossola (Vb). Giorni e orari d’apertura: da giovedì a domenica: 10-12 / 15-18; lunedì, martedì e mercoledì chiuso. Costi del biglietto: € 8,00 intero; € 6,00 ridotto over 65, tesserati AMO; € 3,00 ridotto bambini/ragazzi da 6 a 19 anni, universitari, guide interpreti e accompagnatori turistici senza gruppo, scuole, accompagnatori diversamente abili; € 15,00 famiglia (genitori con almeno un figlio); gratis: bambini fino 5 anni, diversamente abili con disability card, docenti accompagnatori classi scuole, guide turistiche dell’UE e interpreti turistici nell'esercizio della propria attività professionale; giornalisti; studiosi e ricercatori con esigenze attestate dalle istituzioni di appartenenza- Info e prenotazioni: info@museicivicidomodossola.it - cell. 3385029591. Sito internet: www.museicivicidomodossola.it. Fino al 12 gennaio 2025
«Lorenzo Peretti (1871-1953). Natura e mistero». Casa De Rodis, piazza Mercato 8 - Domodossola (Vb). Orari di apertura: venerdì dalle ore 15 alle ore 19; sabato e domenica dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 19. Ingresso: € 5.00 (biglietto nominativo, dà diritto a un successivo ingresso gratuito esibendo un documento), gratuito bambini e studenti con tesserino, visite guidate per scolaresche durante la settimana su prenotazione. Informazioni e prenotazioni: tel. +39.347.7140135, e-mail info@collezioneposcio.it. Sito web: www.collezioneposcio.it. Fino al 26 ottobre 2024
«Gian Maria Rastellini nella Milano di Grubicy e Tosi». Scuola di Belle Arti Rossetti Valentini, Santa Maria Maggiore (VCO). Orari: sabato e domenica dalle 10 alle 12:30 e dalle 16 alle 18.Ingresso a contribuzione responsabile, Informazioni: www.fondazionerossettivalentini.it. Fino al 3 novembre 2024