ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 14 giugno 2013

Torino, Antonio Fontanesi ritorna nella sua casa di via Po

«Il più grande dei paesaggisti moderni e uno dei pittori più potenti del XX secolo»: così Carlo Carrà parlò di Antonio Fontanesi (Reggio Emilia, 1818-Torino 1882), patriota mazziniano e pittore romantico al quale il Museo Accorsi – Ometto di Torino dedica una piccola ma raffinata mostra, per la curatela di Giuseppe Luigi Marini e l’organizzazione di Giuliana Godio, tesa a documentarne l’intera parabola creativa, dal lungo soggiorno svizzero, nella città di Ginevra (1850-1865), ai viaggi a Parigi (1855 e 1861), Londra (1865), Firenze (1867) e Tokyo (1876-1879).
«Omaggio a Fontanesi» -questo il titolo della rassegna, visitabile fino a domenica 16 giugno- allinea, nello specifico, una trentina di opere, tra oli, acquarelli, disegni, fusains, litografie e acqueforti, che documentano l’interesse dell’artista per una pittura di paesaggio, nella quale l’osservazione del vero e l’adozione di un atteggiamento scientifico di fronte alla realtà si incontrano con le suggestioni emotive suggerite dalla bellezza della natura all’animo umano.
Una vena malinconica e solitaria caratterizza, infatti, l’intera opera fontanesiana, una vera e propria «poesia del vero» nella quale si concretano -per usare le parole dello stesso pittore reggiano, contenute in una lettera a Carlo Stratta del 1876- «la luce, lo spazio, l’atmosfera e tutto ciò che si contiene nell’immensità, cioè l’infinito».
Ad aprire il percorso espositivo, del quale rimarrà documentazione in un agile catalogo edito dalla casa editrice Allemandi di Torino, è la tela «Pascolo» (1870), alla quale fanno seguito oli come «Crepuscolo» (1862), «Donna alla fonte» (1865), «Il lavoro» (1868-1872) «Confidenze» (1871-1872), «Studio per l’Aprile» (1872) o «Bufera imminente» (1873-1874), nei quali si respira la fascinazione dell’artista per i paesaggi armoniosi e musicali del francese Jean-Baptiste Camille Corot e della scuola di Barbizon, per i tocchi di luce dell’inglese William Turner, per la tecnica pittorica «a macchia» dei toscani Giovanni Fattori e Telemaco Signorini.
La magica trasfigurazione del dato reale in una visione più lirica, la struggente resa luministica del cielo al tramonto e l’abile uso di colori terrosi e velati, quasi tendenti alla monocromia, sono caratteri della pittura di Antonio Fontanesi, che si ritrovano anche nei quattro grandi dipinti di forma ovale, commissionati all’autore da Cristiano Banti nel 1867 e oggi facenti parte della collezione del Fai – Fondo per l’ambiente italiano, dopo la donazione di villa Flecchia a Magnano, nel Biellese, da parte dei coniugi Piero e Franca Enrico.
Curiosi per il soggetto raffigurato sono la tela «Vaso di fiori» (1880), probabile omaggio a Giuseppina Vignola, e l’olio su carta «Ingresso al tempio» (1876-1878), proveniente dal lascito Camerana della Gam di Torino, attribuito alla mano del nipponico Chu Azai, uno dei migliori allievi del maestro reggiano durante il suo soggiorno in Giappone.
Non manca in mostra nemmeno un inedito, il carboncino e tempera su carta «Court de St.Pierre» (1851), l’unico che si conosca di quelli dai quali il pittore trasse una serie di litografie per l’album di vedute ginevrine del 1854-1855, molte delle quali sono esposte nella rassegna torinese. Mentre a conoscere le fattezze dell’artista ci aiutano il ritratto in bronzo eseguito nel 1883 da Leonardo Bistolfi e un piccolo «Autoritratto» del 1881, realizzato molto probabilmente nel palazzo di via Po 55, dove è ubicata la Fondazione Accorsi – Ometto, sede della mostra, e nel quale il pittore visse gli ultimi tre anni della sua vita, abitando in un umile e modesto alloggio del quarto piano, con tre stanze e un bagno sul balcone, con l’acqua che funzionava a intermittenza e l’odore del soffritto di cipolle che saliva dai piani bassi.«Un ritorno a casa», dunque, per un artista che scrisse una pagina importante della storia piemontese, anche come insegnante dell’Accademia Albertina, seppur osteggiato da chi non vedeva di buon occhio le sue «rivoluzionarie» teorie sulla pittura di paesaggio. (sam)

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Antonio Fontanesi, «Autoritratto», 1881. Matita, penna e acquerello su carta, cm 8,5x12,5 senza cornice; 28,5x22,4. Collezione privata; [fig. 2] Antonio Fontanesi, «Confidenze», 1871-1872. Olio su cartone rintelato, cm 28,7x37,5 senza cornice;cm 47,2x57,5 con cornice. Collezione privata; [fig. 3] Antonio Fontanesi, «Donna al fonte», 1865 ca. Olio su tela, cm 51x70 senza cornice; cm 75 x 95 con cornice. Torino, Gam - Galleria d'arte moderna

Informazioni utili 
Omaggio ad Antonio Fontanesi. Museo di arti decorative Accorsi–Ometto, via Po, 55 - Torino. Orari: martedì-venerdì, ore 10.00-13.00 e ore 14.00-18.00; sabato e domenica, ore 10.00-13.00 e ore 14.00-19.00; lunedì chiuso. Visite guidate: tutti i giorni, ore 11.00 e ore 17.00; domenica, ore 11.00, ore 17.00 e ore 18.00. Ingresso: mostra € 5,00; mostra con visita guidata - intero € 8,00, ridotto € 5,00; mostra + museo + visita guidata - intero € 10,00, ridotto € 8,00. Catalogo: Allemandi, Torino. Informazioni: Biglietteria, tel. 011.837.688 (int. 3). Sito web:www.fondazioneaccorsi-ometto.it. Fino a domenica 16 giugno 2013. 

mercoledì 12 giugno 2013

Venezia, alla Guggenheim un progetto di studio su Jackson Pollock

Dalla tela «La donna luna» («The Moon Woman») del 1942 all’olio «Foresta incantata» («Enchanted Forest») del 1947: sono undici le opere di Jackson Pollock (Cody, 28 gennaio 1912 – Long Island, 11 agosto 1956), il padre fondatore dell’Espressionismo astratto, conservate presso la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia.
A questi lavori, che documentano in prevalenza la stagione antecedente all’utilizzo della tecnica del «dripping» («sgocciolamento»), iniziata dall’artista americano nell’inverno del 1946, è dedicato il nuovo progetto di ricerca del museo lagunare. In questi giorni, un team internazionale di esperti sta, infatti, valutando, con il coordinamento di Luciano Pensabene Buemi e Carol Stringari, la tecnica pittorica e la stato di conservazione delle opere pollockiane inserite nella raccolta del settecentesco Palazzo Venier dei Leoni: dieci oli su tela, tra i quali «Circoncisione» («Circumcision») e «Movimento gracidante» («Croaking Movement») del 1946, e un guazzo e pastello su carta dello stesso periodo.
Oltre allo staff della Collezione Peggy Guggenheim, sono presenti in museo curatori, conservatori e scienziati del Getty Conservation Institute di Los Angeles, del Solomon R. Guggenheim Museum di New York, del Seattle Art Museum, dell'Opificio delle pietre dure di Firenze, dell’Istituto di scienze e tecnologie molecolari e dell’Istituto nazionale di ottica del Cnr - Consiglio nazionale delle ricerche e del Centro Smaart di Perugia.
In questa prima fase di indagine, saranno al lavoro i tecnici del laboratorio mobile MoLab, con il Centro di diagnostica di Spoleto. Dopo aver indagato opere come la «Vergine delle Rocce» alla National Gallery di Londra, la «Lamentazione su Cristo Morto» di Bronzino al Musée des Beaux Art et Archeologie di Besançon o la «Pala Baglioni» di Raffaello alla Galleria Borghese di Roma, gli esperti dell’ateneo perugino e del Cnr porteranno sul Canal Grande le loro sofisticate attrezzature per indagini non invasive sui capolavori d’arte.
«Il MoLab -spiega Costanza Milani- impiegherà strumentazioni per l’analisi elementare (fluorescenza a raggi X) e molecolare (spettroscopia Raman, Ftir, fluorescenza Uv-vis), puntuale e di imaging, di pigmenti e leganti, riflettografia multispettrale Vis-Nir con lo scopo di caratterizzare la tecnica pittorica dell’artista e lo stato di conservazione delle opere».
L’iniziativa, che potrà essere osservata anche dagli occhi curiosi dei visitatori del museo, si rivela di notevole importanza perché Peggy Guggenheim ha sempre considerato il sostegno dato a Jackson Pollock il traguardo più importante mai raggiunto durante la propria carriera di gallerista e collezionista. Fu, infatti, questa donna estrosa e colta, amica di Samuel Beckett ed Ernest Hemingway, a commissionare all’artista americano numerosi dipinti, a organizzargli personali, a vendere e donare molte delle sue opere a collezionisti e musei internazionali, tra i quali la Galleria nazionale d’arte moderna di Roma e il Museo d'arte di Tel Aviv.
Fu sempre Peggy Guggenheim a portare Jackson Pollock alla Biennale del 1948 e ad organizzargli, nel 1950, la prima mostra in Europa; ad ospitarla fu l'Ala napoleonica del museo Correr, in piazza San Marco a Venezia. Per queste ragioni, le opere che la mecenate americana ha scelto di tenere per sé e per la propria collezione personale hanno un valore aggiunto.
Ora, grazie a questa ricerca, si potranno scoprire anche alcune curiosità sul mondo di lavorare dell’artista americano: fu, per esempio, usato, come ipotizzano alcuni studiosi, lo smalto negli oli «Occhi nel caldo» («Eyes in the Heat») del 1946 e «Alchimia» («Alchemy») del 1947? La risposta la daranno i ‘dottori’ del MoLab, un’eccellenza tutta italiana della quale andare fieri. (sam)

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Jackson Pollock, «La donna luna» («The Moon Woman»), 1942. Olio su tela, 175,2 x 109,3 cm. Collezione Peggy Guggenheim, Venezia 76.2553 PG 141; [fig. 2] Jackson Pollock, «Senza titolo», 1946 c..Guazzo e pastello su carta, 58 x 80 cm. Collezione Peggy Guggenheim, Venezia 76.2553 PG 147; [fig. 3] Jackson Pollock,«Alchimia» («Alchemy»), 1947. Olio, pittura d'alluminio (e smalto?) e spago su tela, 114,6 x 221,3 cm. Collezione Peggy Guggenheim, Venezia 76.2553 PG 150

Informazioni utili
Collezione Peggy Guggenheim - Palazzo Venier dei Leoni, Dorsoduro 701 - Venezia. Orari: 10.00-18.00; chiuso il martedì. Ingresso: intero € 14.00; ridotto convenzioni € 12.00; ridotto senior 65 € 11,00, studenti fino ai 26 anni € 8.00; gratuito 0-10 anni. Informazioni: tel. 041.2405411, fax 041.5206885, e-mail: info@guggenheim-venice.it. Sito web: www.guggenheim-venice.it.

lunedì 10 giugno 2013

«Art in Progress», Cosenza diventa un «cantiere del contemporaneo»

È tutto pronto a Cosenza per la seconda edizione di «Art in Progress. Cantieri del contemporaneo». Da martedì 11 giugno a sabato 28 settembre, la galleria d’arte provinciale Santa Chiara, il Museo dei Brettii e degli Enotri e molti altri spazi espositivi della città calabrese faranno da scenario a mostre, concerti, incontri con gli artisti.
Ad inaugurare la rassegna, promossa dall’Amministrazione provinciale di Cosenza, con la Soprintendenza regionale per i beni storici, artistici ed etno-antropologici e il Comune di Marano Pincipato, sarà il laboratorio «Urban Superstar Toys», due giorni per imparare a realizzare pupazzi pop con Davide «Diavù» Vecchiato.
L’eclettico artista e cartoonist laziale, curatore di Muro – Museo Urban di Roma e ideatore del progetto artistico «MondoPop», sarà di nuovo protagonista di «Art in Progress» nella serata di venerdì 14 giugno con l’inaugurazione, presso la galleria d’arte provinciale Santa Chiara, della mostra «City of Women», da lui curata nell’ambito della quinta edizione del festival «The Urban Superstar Show».
L’immagine disegnata nel 1980 da Andrea Pazienza per la locandina dell’omonimo film di Federico Fellini, raffigurante il primo piano di una ragazza dalla pelle blu e dai lunghi capelli neri mossi dal vento, farà da filo conduttore alla rassegna, aperta fino a venerdì 19 luglio, il cui intento è quello ridisegnare il centro storico di Cosenza, trasformandolo in un’immaginaria città delle donne attraverso il linguaggio dell’estetica pop e della cultura underground.
«The Urban Superstar Show» prevede, sempre nella serata di venerdì 14 giugno e alla galleria d’arte provinciale Santa Chiara, anche la vernice della mostra «Suggestivism - The New Horizon», a cura di Nathan Spoor, che racconta attraverso trentadue firme della giovane arte contemporanea i nuovi traguardi della corrente pop surrealista.
Le due preview saranno accompagnate dalla video-performance «Canzoni Invisibili», un progetto nato dalla sinergia tra Lagash, bassista dei Marlene Kuntz, e Alex Cremonesi, che hanno scritto i testi e le melodie di dieci canzoni liberamente ispirate ai titoli di altrettante opere di Italo Calvino. L’esperimento creativo, realizzato con la partnership di Moleskine e di Letterature - Festival internazionale di Roma, ha coinvolto, nella fase visual, quella che si vedrà al Chiostro di Santa Chiara (venerdì 14 giugno, ore 21), anche l’artista multimediale Claudio Sinatti. Un appuntamento, dunque, con la musica sperimentale quello proposto da «Canzoni Invisibili» nell’ambito di «Art in Progress», rassegna che prevede anche un tributo alla complessa ricerca del compositore statunitense John Cage (sabato 15 giugno, ore 21 e venerdì 21 giugno, ore 21), un live set sonoro con lo street artista Jim Avignon (giovedì 13 giugno, ore 22) e la performance musicale «I sogni di Fellini», con gli allievi del conservatorio «Stanislao Giacomantonio» di Cosenza  (sabato 15 giugno, ore 20).
A chiudere l'iniziativa calabrese sarà, in autunno, il convegno «Paesaggio e arte contemporanea. Dalla progettazione alla valorizzazione» (sabato 28 settembre, ore 10.30), che avrà per scenario il parco della Sila, ma giugno riserverà agli amanti della contaminazione tra generi e linguaggi un altro appuntamento interessante: la mostra «Arte=Vita», a cura di Dores Sacquegna (sabato 15 giugno-venerdì 19 luglio), con opere, tra gli altri, di Ugo Nespolo, Vito Acconci, Matteo Basilé e del Living Theatre, che svelano come l'esistenza di tutti i giorni, la nostra quotidianità possano offrire stimoli creativi. (sam)

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Locandina del progetto «Art in Progress. Cantieri del contemporaneo»;  [Fig. 2] Locandina disegnata da Andrea Pazienza per il fim  «City of Women» di Federico Fellini, 1980;  [Fig. 3] Matteo Basilè, «Alice in the Temple», 2009. Opera esposta nella mostra «Arte=Vita», a cura di Dores Sacquegna; [Fig. 4] Xiao Lu, «Dailogue», 1979. Opera esposta nella mostra «Arte=Vita», a cura di Dores Sacquegna

Informazioni utili 
«Art in Progress. Cantieri del contemporaneo». Cosenza - sedi varie. Sito internet: www.artinprogress.it. Da martedì 11 giugno a sabato 28 settembre 2013.