ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

mercoledì 17 febbraio 2021

A Bologna un focus su Giorgio Morandi e le sue nature morte

Riparte con un nuovo appuntamento del progetto espositivo «Re-Collecting», nato da un’idea del direttore Lorenzo Balbi con l’intento di offrire approcci originali, e quando possibile anche inusuali, per conoscere il cospicuo patrimonio delle collezioni felsinee, il Museo Morandi di Bologna.
Dopo la mostra sul «fascino segreto dei suoi fiori», è la volta di un focus su uno dei temi più amati da Giorgio Morandi: la natura morta, declinata nei suoi aspetti tonali e compositivi. 
I dieci lavori in mostra, selezionati da Giusi Vecchi, appartengono tutti all’ultima stagione della ricerca artistica morandiana, quella che va dal secondo dopoguerra agli anni Sessanta, caratterizzata da una cospicua produzione e da una ricchezza creativa, che fa registrare un numero altissimo di nature morte (quasi settecento) rispetto all’esiguo numero di paesaggi (poco più di cento).
La ragione è da ricercarsi nella lunga assenza dell’artista dalla residenza di villeggiatura di Grizzana (dopo il 1944, vi ritornerà solo nel 1959) e nella sua tendenza ad approfondire e indagare con maggiore rigore stilistico il tema delle variazioni.
Come scrive Francesco Arcangeli, «mai, forse, come in questi anni fra il '45 e il '50, Morandi è stato ‘pittore per la pittura’».
Questa fase matura della vicenda artistica morandiana vede affermarsi l’idea di serie e di variante
Gli oggetti protagonisti dei dipinti di questo periodo, pur essendo sempre gli stessi ai quali il maestro ricorre durante la sua vita (bottiglie, scatole, vasi), risultano, però, investiti da un’atmosfera carica di una più limpida tensione psicologica, rappresentati talora nella loro suggestiva monumentalità oppure costretti in un'architettura in cui le forme si compenetrano e si rincalzano, serrandosi in blocchi compatti al centro della tela. In altri casi i suoi modelli vengono allineati o sfalsati di poco tra loro, quasi a scomparire l’uno dietro l’altro, colpiti da una luce che si fa sempre più chiara e impalpabile. La materia pittorica si alleggerisce, tanto quanto basta per vibrare di nuovi accordi tonali, che sfumano nelle diverse gradazioni di bianchi e di grigi, giungendo, specie nei lavori più tardi, a una dissoluzione dei contorni degli oggetti che, pur nella loro labile presenza, continuano ad affermare il valore dell’esistenza.
Guardando all’opera dell’artista bolognese, è fondamentale soffermarsi sulla componente luministica delle sue creazioni. Tutti gli interpreti e i critici più attenti hanno sottolineato come anche il colore in Morandi sia espressione di luce. Perfino quando le immagini sulla tela ci appaiono severe e melanconiche, la luce penetra e trasforma la materia, divenendone elemento essenziale, sostanza della sua pittura. Morandi lavora sulla percezione del nostro occhio e attraverso il colore sfrutta queste sensazioni, definendo le forme dei suoi oggetti nelle infinite tonalità e sfumature di vibrazioni di cui è capace e abile esecutore. Perciò la sua viene detta «pittura tonale» ed è impresa impossibile definire quante gradazioni di grigi e di bruni esistano nei fondi e nelle superfici dei suoi quadri o quante sfumature di verde nei suoi paesaggi.
Il percorso espositivo della mostra, che si intitola «Morandi racconta. Tono e composizione nelle sue ultime nature morte», dà pienamente ragione della profonda maturità artistica raggiunta dall'artista, ben espressa anche negli acquerelli, realizzati con maggiore assiduità soprattutto a partire dal 1956. È proprio in questa tecnica che Morandi arriva all’estrema semplificazione delle forme che, per la mancanza del piano d’appoggio, sembrano fluttuare nello spazio, come fossero anime, presenze fantasmagoriche, impalpabili simulacri che si rivelano nell’alternanza di pieni e vuoti.
Sono, inoltre, visibili in mostra materiali e documenti che accompagnano il visitatore nel cuore dell’approccio compositivo morandiano, come la ricostruzione di una composizione con gli oggetti e modelli originali, vasi di vetro con colore in polvere, la tavolozza con pennelli e colori provenienti dall’atelier dell’artista, oltre a lettere, cartoline, riviste e fotografie normalmente conservate nell’archivio del Museo Morandi.
Completa l’esposizione, di cui rimarrà documentazione in un agile pubblicazione a cura dell’Istituzione Bologna Musei in distribuzione gratuita, un video, realizzato grazie alla collaborazione di Lucia Luna Gallina, in cui la curatrice Giusi Vecchi racconta la stagione creativa di Morandi oggetto del focus espositivo.
Non appena le condizioni dell’emergenza sanitaria in corso lo consentiranno, inoltre, il museo organizzerà un incontro con Mariella Gnani, restauratrice che da anni indaga l’opera morandiana, così da offrire al pubblico l’opportunità di osservare da vicino, tramite uno stereomicroscopio, particolari delle tele del maestro e svelare così alcuni segreti della sua tecnica e dei suoi unici impasti cromatici. Un’occasione in più, questa, per approfondire l’arte di un pittore molto amato del Novecento, il maestro delle silenziose quotidianità, che ci ha lasciato un mondo fatto di forme elegantemente geometriche e di poetica atmosfera contemplativa.

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Vasi di colore in polvere. Istituzione Bologna Musei |Casa Morandi; [Fig. 2] Tavolozza di Morandi. Istituzione Bologna Musei | Casa Morandi; [fig. 3] Giorgio Morandi, Natura morta, 1955 (V.971). Olio su tela. Collezione Cristina e Giuliana Pavarotti. Provenienza Deposito in comodato gratuito da luglio 2011;: [figg. 4,5 e 6] Vedute della mostra «Morandi racconta. Tono e composizione nelle sue ultime nature morte». Museo Morandi, Bologna. Foto: Roberto Serra

Informazioni utili 
Morandi racconta. Tono e composizione nelle sue ultime nature morte, a cura di Giusi Vecchi. Museo Morandi, via Don Minzoni, 14 – Bologna. Orari di apertura: martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, ore 16-20; sabato, domenica e festivi su prenotazione obbligatoria effettuata entro le 24 ore precedenti la visita, ore 10-20; chiuso il lunedì. Ingresso: intero € 6,00, ridotto € 4,00. Note: dal lunedì al venerdì sarà possibile accedere ai musei sia su prenotazione sul sito Mida Ticket (https://www.midaticket.it/eventi/musei-civici-di-bologna) sia direttamente alle casse (solo con carte e bancomat) in base alla disponibilità nei diversi slot orari, come da capienza massima secondo le norme di sicurezza legate all’emergenza Covid-19.
Il sabato, la domenica e nei festivi infrasettimanali la prenotazione sarà sempre obbligatoria e dovrà essere effettuata entro le 24 ore precedenti la visita, sempre sul sito Mida Ticket (https://www.midaticket.it/eventi/musei-civici-di-bologna). Nel week-end e nei festivi non sarà dunque possibile accedere presentandosi nei musei senza biglietti pre-acquistati on line. Informazioni: tel. +39.051.6496611, info@mambo-bologna.org. Sito internet: www.mambo-bologna.org. Facebook: MAMboMuseoArteModernaBologna. Instagram: @mambobologna. Twitter: @MAMboBologna. YouTube: MAMbo channel.  Fino al 23 maggio 2021

martedì 16 febbraio 2021

«Progetto Pop-App»: Torino celebra il libro animato con un centro studi, un museo, quattro mostre, un convegno e una rivista

Un centro studi, un convegno internazionale, una rivista on-line, un nuovo spazio espositivo e quattro mostre temporanee da visitare in modalità digitale: è ricco il programma dell’edizione 2021 del progetto «Pop-App», lanciato nel 2019 dalla Fondazione Tancredi di Barolo e dall’università «La Sapienza» di Roma non solo per evidenziare le potenzialità artistiche, creative ed educative dei libri animati, ma anche per sottolinearne i legami con le tecnologie e le applicazioni digitali, sempre più presenti nel nostro quotidiano. 
Dopo la sospensione dello scorso febbraio, a causa della pandemia, il progetto riprende il suo cammino e trova anche una sede permanente nella città di Torino, all’interno della Fondazione Tancredi di Barolo, che conserva al suo interno il Musli – Museo della scuola e del libro d’infanzia, la più importante collezione di libri animati a disposizione del pubblico presente in Italia, con oltre mille esemplari tra Otto e Novecento.
Il nuovo centro studi, che vedrà alla direzione Gianfranco Crupi e Pompeo Vagliani, verrà presentato nell’ambito del convegno «Pop-App. International conference on description, conservation and use of movable books» in programma dal 16 al 19 febbraio (tutti i giorni, dalle 15.30 alle 18.30) in modalità on-line dal Salone d’onore di Palazzo Barolo. L’evento - riservato a cinquecento partecipanti registrati sulla piattaforma Zoom (il link di riferimento è https://zoom.us/webinar/register/WN_k_XYLLrnQ7KkisGHsdpseg), ma aperto a tutti tramite il canale YouTube (dove rimarranno visibili le registrazioni degli interventi in programma) - vedrà la presenza di trenta relatori italiani e stranieri, fra cui le statunitensi Suzanne Karr Schmidt, della Newberry Library di Chicago, e Jacqueline Reid-Walsh, della Pennsylvania State University, considerate tra le massime esperte mondiali per quanto riguarda rispettivamente il libro animato antico e quello moderno.
«È la prima conferenza internazionale di questo genere realizzata in Europa – assicurano Pompeo Vagliani e Gianfranco Crupi –; si parlerà di antico e moderno del libro animato e dell’apertura verso le nuove frontiere dell’interattività multimediale e del pop-up design contemporaneo, grazie anche all’apporto di Massimo Missiroli. Vi saranno focus su descrizione, catalogazione, restauro e valorizzazione di questi beni. Vogliamo coinvolgere non solo studiosi, ma anche studenti e appassionati di libri e libri animati».
Il nuovo centro studi permanente nasce a Torino per coordinare a livello nazionale e internazionale le ricerche scientifiche, le attività di conservazione e valorizzazione del libro animato e avrà come oggetto sia i volumi di interesse storico che la multimedialità e il libro d’artista. Nello specifico l’istituzione vuole, inoltre, contribuire a definire gli standard di catalogazione e le modalità di conservazione e restauro, favorendo la fruibilità anche on-line del patrimonio di libri animati, sviluppando una rete di collegamento e di confronto con i fondi conservati nelle istituzioni pubbliche, private, collezionisti ed esperti, coinvolgendo il mondo della scuola, favorendo l’utilizzo del libro animato come mezzo per lo sviluppo della creatività.
«In occasione del convegno internazionale – sottolinea Pompeo Vagliani – il Musli presenterà un allestimento inedito, con l’inaugurazione di una nuova sala espositiva messa a disposizione dall’Opera Barolo e realizzata anche con il contributo degli eredi di Emilio Clara, grande bibliofilo torinese. Verranno esposte nuove acquisizioni relative a preziosi libri animati antichi e a materiali del pre-cinema, fruibili anche attraverso postazioni e applicativi multimediali realizzati ad hoc».
Dal 18 febbraio il Pop-App Musli sarà visibile in presenza così come le quattro mostre ideato in occasione di questo importante appuntamento inaugurale, durante il quale verrà presentata anche la rivista on-line «Journal of Interactive Books», diretta da Gianfranco Crupi, con cui il centro studi piemontese racconterà ai lettori, a partire dal prossimo autunno, i libri animati. In febbraio il museo sarà aperto: giovedì 18 e venerdì 19 febbraio, dalle 15.00 alle 17.30, e da lunedì 22 a giovedì 25 febbraio, dalle 15.00 alle 17.30. In base alla situazione epidemiologica verranno, in seguito, indicate nuove date di apertura. 
Le mostre in cartellone, visitabili virtualmente a partire dal 17 febbraio, si aprono con la rassegna «Made in China. New trends in new environment», a cura degli studiosi Massimo Missiroli e Pompeo Vagliani, che si sono avvalsi per l'occasione della collaborazione di Guan Zhongping della Chongqing University of Education. Diciannove libri pop up contemporanei, destinati all’infanzia, pubblicati in Cina e visibili per la prima volta in Italia, consentono di avvicinarsi al mondo, in parte sconosciuto, degli artisti, paper-engineer ed editori cinesi. Questi volumi, molto avanzati dal punto di vista cartotecnico, trattano tematiche specifiche quali la natura, il fantasy e i festeggiamenti per ricorrenze tipiche come il Capodanno. Il 2020, anno del Topo, ha visto, per esempio, la pubblicazione del primo pop up cinese raffigurante Topolino, prodotto dalla Disney.
La mostra «Italian Style. 10 opere di 10 artisti del libro animato italiano contemporaneo», a cura di Massimo Missiroli e Pompeo Vagliani, presenta, invece, una selezione di lavori editi e inediti di autori che hanno in comune l’utilizzo creativo di soluzioni cartotecniche originali, esempio significativo dello stato dell’arte del libro animato in Italia.
Mentre «Pop up for creativity» è un’esposizione di dieci libri animati realizzati dagli studenti del liceo artistico Passoni di Torino. Infine, la mostra «Tante teste tanti cervelli. Lanterna magica delle facce umane», realizzata in collaborazione con il Museo nazionale del cinema, allinea circa settanta libri animati, illustrati, abbecedari e giochi dell’Ottocento e del primo Novecento provenienti dall’archivio e dalla biblioteca della Fondazione Tancredi di Barolo. L’esposizione, per la curatela di Pompeo Vagliani, esplora i rapporti tra libri animati e pre-cinema, con un focus specifico sul tema delle metamorfosi del volto. 
Un programma, dunque, ricco e completo quello del «Progetto Pop-App», che permette al pubblico di ammirare la magia del libro animato, piccolo gioiello d’arte tutto da sfogliare. 

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Coverdi «Progetto Pop-App»; [fig. 2] Esempi delle opere esposte nella mostra «Made in China. New trends in new environment»; [fig. 3] Sebastianus Theodoricus, Nouae quaestiones sphaerae, hoc est, de circulis coelestibus & primo mobili, in gratiam studiosae iuuentutis scriptae, VVitebergae, 1578; [fig. 4] The History and Adventure of Little Henry, exemplified in a series of figures, 4a ed., London, S. & J. Fuller, 1810 ; [fig. 5] Allestimento della sala del MUSLI con diorami teatrali e libri teatro. Roberto Cortese © ASCT 2020 ; [fig. 6] Globo meccanico di carta da costruire, produzione tedesca di inizio Ottocento

Informazioni utili
Per assistere al convegno di «Progetto Pop-App» è necessario registrarsi (gratuitamente), utilizzando il seguente link: https://zoom.us/webinar/register/WN_k_XYLLrnQ7KkisGHsdpseg. A registrazione avvenuta, gli iscritti riceveranno il link zoom per accedere alle quattro sessioni del convegno come attendees, che permetterà loro di interagire tramite chat durante le fasi di dibattito. Per tutti i partecipanti sarà disponibile in formato pdf, prima del convegno, l’insieme degli abstract e dei curricula dei relatori. Le mostre saranno visitabili virtualmente, a partire dal 17 febbraio sul sito www.pop-app.org. Altre informazioni su: www.fondazionetancredidibarolo.com

lunedì 15 febbraio 2021

«In compagnia del lupo»: Sky Arte racconta «il cuore nero delle fiabe» anche con illustrazioni animate

«Le conosciamo bene, le fiabe. Ce le hanno raccontate così tante volte, sempre le stesse, da bambini, per farci addormentare, che non hanno più segreti. Conosciamo i meccanismi, i colpi di scena, i personaggi, la morale, sappiamo perfettamente chi è il buono e chi il cattivo: il lupo, naturalmente. Ma è davvero così? O forse c’è qualcosa, sotto, dietro, addirittura prima, che non ci hanno mai detto? Qualcosa di diverso, di strano, o anche di oscuro, più bello o più inquietante, che non conosciamo? Insomma: siamo davvero sicuri che il cattivo sia proprio il lupo?» Sono queste le parole scelte da Sky Arte per presentare il suo nuovo progetto televisivo: «In compagnia del lupo. Il cuore nero delle fiabe», ciclo di otto puntate che vede la conduzione di Carlo Lucarelli e la regia di Antonio Monti.
Da lunedì 15 febbraio, alle ore 21.15, il pubblico andrà alla scoperta di che cosa si svela dietro ai più classici «c'era una volta», alle storie che hanno accompagnato la nostra infanzia, scoprendo – con l’accompagnamento di illustrazioni animate – i risvolti insoliti, avventurosi, talvolta terribili e spaventosi che si celano al loro interno, nella vita dei loro autori, nei fatti di cronaca che le hanno ispirate, nei costumi delle epoche in cui sono nate.
«Da scrittore di noir– racconta il conduttore emiliano, autore di personaggi da romanzo come l’ispettrice Grazia Negro e il commissario De Luca – ho sempre ammirato il lato horror delle fiabe; una concezione un po’ terroristica di una certa pedagogia le riempiva di mostri e fattacci di sangue che hanno sempre fatto fare un salto sulla sedia a tutti i bambini. Dentro però, c’è molto di più. Oltre a personaggi bellissimi e una tecnica narrativa sempre efficace, nelle fiabe c’è la capacità di raccontare il contesto storico in cui sono nate, con le sue problematiche e le sue contraddizioni, attuali adesso come allora. Uno specchio dei tempi e del cuore umano». 
Basti pensare che dietro la storia di «Cappuccetto rosso» - al centro della prima puntata, che avrà come ospite la sociologa Rosa Tiziana Bruno - si nasconde l’ossessione seicentesca per la licantropia. Mentre in «Peter Pan» -di cui si parlerà lunedì 15 marzo, con la scrittrice Simona Vinci - si ritrova il fenomeno delle frequenti morti premature dei bambini nell’Ottocento e il protagonista è un malinconico angelo della morte.
Nella prima puntata, quella del 15 febbraio, a a partire dalle ore 21.45, si andrà anche alla scoperta, in compagnia dell’aviatore e scrittore Alessandro Soldati, di un altro classico amato da grandi e bambini: «Il piccolo principe» di Antoine de Saint-Exupéry. La puntata offrirà l’occasione anche per parlare della misteriosa scomparsa dell’autore del libro, probabilmente morto in un incidente aereo.
Si andrà, quindi, alla scoperta, nella serata del 22 febbraio, con lo psichiatra e scrittore Massimo Picozzi, di un personaggio che è diventato un vero e proprio archetipo: «Barbablù», l’uomo che nella fiaba uccide una dopo l’altra le mogli disobbedienti, figura che si ispira alla vita di Gilles de Rais, il serial killer vissuto in Francia nel 1400, raccontato in tante ballate bretoni.
Il 1° marzo è, quindi, in calendario una puntata dal titolo «La Bella E Pedro La Bestia» , che vedrà la presenza dell’antropologo Duccio Canestrini. Durante l’appuntamento si parlerà della storia di un bimbo dal corpo pieno di peli e dall’intelligenza vivace, donato a Enrico II e fatto sposare, all’età di trentasei anni, con la bellissima figlia di una domestica di Caterina de’ Medici, che alla vista del giovane svenne.
La serie televisiva permetterà, poi, di scoprire che ci sono fiabe che nascondono personaggi molto più forti e valorosi di quanto li abbiamo sempre immaginati, come quelle dei fratelli Grimm, in cui le protagoniste sono bambine coraggiose che combattono per cambiare il loro destino. Se ne parlerà lunedì 8 marzo con la scrittrice Simona Vinci. Tra le protagoniste di questa puntata ci saranno anche Biancaneve, che a soli sette anni chiede al cacciatore di lasciarla viva e si avventura nel bosco, e Cenerentola, che si reca a un ballo al quale non è stata neppure invitata con l’intenzione di cambiare il proprio destino.
Infine, in alcuni casi, è la vita stessa degli autori che entra nelle fiabe, come per Hans Christian Andersen, il cui tormento, gli sbalzi di umore e il bisogno di approvazione lo portano a scrivere storie tristi con risvolti angoscianti, come «La piccola fiammiferaia» e «Il brutto anatroccolo». Se ne parlerà lunedì 22 marzo con Barbara Baraldi.
A chiudere la serie sarà, lunedì 29 marzo, una puntata su «Hansel e Gretel», con Duccio Canestrini, racconto dietro cui si nasconde la storia vera di Hans e Grete Metzler, non due bambini ma due fratelli adulti, pasticceri, che volevano appropriarsi della speciale ricetta del panpepato di Katharina Schraderin e che, per questo, l’avevano prima denunciata per stregoneria e poi uccisa, celando il cadavere nella bocca di un forno. Questa storia, come tante altre, ci fa pensare che mai avremmo immaginato da bambini che nelle fiabe, oltre al lupo, agli orchi e alle streghe, potesse esserci qualcosa di ancora più pauroso e inquietante. E invece c'era, anche se rimaneva nascosto: la realtà.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Carlo Lucarelli; [fig. 2] Illustrazione per la puntata su Cappuccetto rosso; [fig. 3] Illustrazione per la puntata su Peter Pan; [fig. 4] Illustrazione per la puntata sul Piccolo principe; [fig. 5] Illustrazione per la puntata sui fratelli Grimm

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