ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

mercoledì 6 febbraio 2008

«Ho visto cose», dieci narratori per dieci oggetti di culto

Alzi la mano chi non ricorda la scena del film Vacanze romane, diretto da William Wyler nel 1953, in cui gli indimenticabili Audry Hepburn e Gregory Peck attraversavano il centro di Roma in sella a una vespa Piaggio. O chi non ha riso davanti allo sketch televisivo della coppia Paolo Villaggio e Gianni Agus, in cui un imbranatissimo ragionier Giandomenico Fracchia, convocato nell’avanguardistico ufficio del suo datore di lavoro, si ritrovava a lottare, tra incredibili contorsioni e acrobazie, con una poltrona Sacco Zanotta, la cui informe massa morbida si era trasformata in un vero e proprio strumento di tortura.
Da sempre il design si muove su un doppio binario: quello del lusso, della creatività e del talento, e quello del quotidiano, in cui oggetti, che hanno fatto la storia del disegno industriale, sono riusciti a superare le mode del momento, entrando prepotentemente nella nostra vita o si sono fatti portatori di un’epoca, racchiudendo nelle loro linee l’atmosfera di interi decenni.
E' il caso della Olivetti Lettera 22 che riporta alla memoria un’epoca d’oro del giornalismo, quella alla Enzo Biagi o alla Indro Montanelli, o del magnetofono Gelosino che, a molti, ricorda nostalgicamente vecchie canzoni degli anni Cinquanta come quelle di Claudio Villa e Gino Latilla.
A questi e ad altri oggetti che hanno segnato la storia del costume e del design nell’ultimo secolo è dedicato il volume Ho visto cose..., appena uscito in libreria, che è stato realizzato dal Circolo dei lettori di Torino e dalla casa editrice Bur, in occasione di Torino 2008 World Design Capital.
A dieci scrittori italiani, tra i più consapevoli e attenti del panorama attuale, è stato chiesto di dare vita letteraria ad altrettante creazioni di design entrati prepotentemente nel nostro vivere quotidiano. Ne sono nati dieci racconti che, introdotti da uno scritto del designer Enzo Mari e illustrati dalla matita di Gipi, compongono un’originale storia d’Italia dal punto di vista delle “cose”.
I dieci scrittori e gli oggetti scelti sono: Andrea Bajani e la vespa Piaggio, Violetta Bellocchio e il telefono Grillo della Sit-Siemens Italia, Gian Luca Favetto e la Lettera 22 della Olivetti, Tommaso Labranca e la calcolatrice Divisumma, Nicola Lagioia e la lampada Titania della Luceplan, Raul Montanari e il Gelosino della Geloso, Aldo Nove e il Merdolino della Alessi, Francesco Piccolo e la libreria Bookwarm della Kartell, Elena Varvello e la poltrona Sacco Zanotta e Dario Voltolini e la televisione Algol della Brionvega.
Il Circolo dei lettori di Torino, coerentemente con la propria vocazione di luogo di lettura e di ascolto della lettura, ha voluto riunire in cinque reading musicati dal vivo dagli Yo Yo Mundi, i dieci racconti contenuti nel volume, affidati alla voce dei loro autori.
Gli appuntamenti, che hanno preso il via lo scorso 30 gennaio con Andrea Bajani ed Elena Varvello, proseguiranno alle 21 di questa sera, mercoledì 6 febbraio, con Aldo Nove e Tommaso Labranca, che parleranno rispettivamente di Merdolino, scopino da bagno in resina termoplastica progettato da Stefano Giovannoni per la Alessi nel 1993, e della calcolatrice elettronica da tavolo Divisumma 18, disegnata da Mario Bellini nel 1973 per la Olivetti.
Gli appuntamenti proseguiranno il 20 febbraio con Gian Luca Favetto e Dario Voltolini e il 5 marzo con Violetta Bellocchio e Raul Montanari, per chiudersi il 19 marzo con Nicola Lagioia e Francesco Piccolo.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Audry Hepburn e Gregory Peck sulla vespa Piaggio. Frammento del film Vacanze romane di William Wyler (1953); (fig. 2) Paolo Villaggio, nei panni del ragioner Fracchia, e la poltrona Sacco Zanotta; (fig. 3) Copertina del libro Ho visto cose... Racconti dalla patria del design: dieci scrittori per dieci oggetti di culto; (fig 4) Merdolino, scopino da bagno di Alessi. Progetto di Stefano Giovannoni (1993).


Informazioni utili
Aa.Vv, Ho visto cose... Racconti dalla patria del design: dieci scrittori per dieci oggetti di culto. Bur, Milano 2008. Dati tecnici: pp. 208. Prezzo: e 9.00. Sito web:
http://bur.rcslibri.corriere.it/index.php.

Per gli appuntamenti: Il Circolo dei lettori, via Bogino 9 - 10123 Torino. Informazioni: tel. 011.4326827/21/20 o info@circololettori.it. Sito web:
www.circololettori.it.

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martedì 5 febbraio 2008

Londra, ad Hannah Rickards il Max Mara Art Prize for Women

Va ad Hannah Rickards (Londra, 1979) la seconda edizione del Max Mara Art Prize for Women, riconoscimento nato, in collaborazione con la Whitechapel Gallery, che viene assegnato ogni due anni e che si propone di promuovere e sostenere qualsiasi iniziativa artistica «al femminile» del Regno Unito.
L’ artista londinese, laureata in Fine Arts alla Saint Martins School di Londra e da sempre interessata al suono come media, si è aggiudicata il prestigioso premio, sbaragliando la concorrenza di altre quattro candidate: la regista e fotografa Yasmeen Al Awadi, la pittrice e scultrice Georgie Hopton, la regista Melanie Jackson e la disegnatrice e artista multimediale Lisa Peachey.
La vittoria di Hannah Rickards segue quella della video-artista Margaret Salmon che, nel febbraio del 2006, si era aggiudicata il riconoscimento con l'opera Ninna Nanna, trilogia in video, girato in sedici millimetri a colori e in bianco e nero, oggi di proprietà della collezione Maramotti di Reggio Emilia, che dipinge le esperienze di tre diverse madri italiane.
A comporre la giuria - presieduta da Iwona Blazwick, direttrice della Whitechapel Gallery - che ha dato la palma della vincitrice all’artista concettuale londinese sono state la gallerista Cornelia Grassi, la collezionista Judith Greer, l'artista Cornelia Parker e la scrittrice e critica Rachel Withers.
A motivare l’assegnazione del premio, che consiste in una residency di sei mesi in Italia, è stata la stessa Iwona Blazwick: «il lavoro incredibile di Hannah Rickards – ha spiegato la gallerista - distilla le forze maestose e sublimi della natura nel suono, nella scultura, nell’arte. Sia che diriga un’orchestra di musicisti classici per eseguire il rumore di un tuono o traduca le esperienze dell’aurora boreale vissute dalla gente in una serie di colori primari, i risultati sono sbalorditivi».
Hannah Rickards realizza essenzialmente audio-installazioni, che consistono nella traduzione di un suono presente in natura e nella sua re-interpretazione in linguaggio o musica. In Birdsong (2002), l'artista ha registrato i canti di sei diversi uccelli per, poi, abbassarne la tonalità e riprodurli con la propria voce. In Thunder (2005), commissionato da Media Art Bath per la Chiesa riformata Unita Centrale di Bath, Hannah ha esteso una registrazione di otto secondi del suono di un tuono a otto minuti. Lo spartito è stato, poi, trascritto dal compositore David Murphy in una partitura musicale per sei strumenti, quindi registrato e di nuovo ridotto alla lunghezza del tuono originale.
Parte integrante dell’opera della Rickards, che vanta esposizioni presso il Bloomberg New Contemporaries (2003) e il Witte De With Centre for Contemporary Art di Rotterdam (2006) è, inoltre, la presenza del testo, a testimonianza dell’influenza dei primi artisti concettuali come Douglas Huebler, Robert Barry e Lawrence Weiner. La sua recente esposizione personale, presso The Showroom a Londra, tenutasi tra il maggio e il giugno del 2007, si basava, per esempio, sui racconti orali di persone che sostenevano di aver sentito l’aurora boreale.
Durante la residency italiana, l’artista risiederà, da aprile a giugno, presso l’Accademia americana di Roma e, da luglio a settembre, presso la Fondazione Pistoletto di Biella. In questi sei mesi, Hanna Rickards avrà l’opportunità per creare un nuovo corpo di opere, che verrà poi acquisito della collezione Maramotti di Reggio Emilia. La Whitechapel si occuperà dell’organizzazione e dell’allestimento, a cura di Bina von Stauffenberg.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Ritratto di Hannah Rickards; (fig. 2) Hannah Rickards, Thunder, 2005; (fig. 3) Ritratto di Margaret Salmon

lunedì 4 febbraio 2008

Svizzera, Bruno Corà al timone del nuovo centro culturale di Lugano

Conto alla rovescia in Svizzera per l’apertura delle iscrizioni al concorso pubblico internazionale per l’edificazione del nuovo centro culturale della città di Lugano. Si apre venerdì 8 febbraio la procedura selettiva di pre-qualifica per l’assegnazione dell’appalto, a un’impresa generale di costruzioni, dei lavori di realizzazione del polo dedicato alla musica e alle arti sceniche e visive che sorgerà nell’area adiacente all’ex albergo Palace, sulle rive del Ceresio.
La pre-qualifica, che dovrà essere effettuata sul sito della Città di Lugano entro giovedì 27 marzo e completata con la consegna del materiale richiesto alla Cancelleria comunale entro le 14.30 di mercoledì 2 aprile, è da intendersi come un primo esame, della durata di circa tre mesi, che permetterà di pre-selezionare le imprese concorrenti.
I soggetti che supereranno la fase di pre-qualifica saranno chiamati, entro venerdì 9 maggio, a sottoporre al Municipio un’offerta dettagliata per realizzare l’opera nelle sue diverse componenti. Sarà solo in questo momento che verranno indicati i criteri di aggiudicazione per il vero e proprio appalto. Gli amministratori della città avranno così una chiara idea dei costi di edificazione (ad oggi il Municipio di Lugano ha stanziato 169 milioni di franchi per la realizzazione del centro e altri 5 milioni arriveranno dal Cantone), ma potranno anche avere le «dovute garanzie – si legge nella nota stampa – di assegnare il lavoro a un’impresa generale in grado di gestire finanziariamente, tecnicamente e logisticamente un progetto» di grandi dimensioni come è quello del nuovo centro culturale. L’area interessata, di circa 20.000 metri quadrati di grandezza, ospiterà, infatti, un museo d’arte moderna e contemporanea, un grande teatro di novecento posti, una sala orchestrale, un autosilo, una piazza e un’ampia zona pedonale, ma anche appartamenti, uffici e spazi commerciali, secondo il disegno dello studio di architettura Ivano Gianola di Mendrisio.
L’impresa generale incaricata dei lavori (la comunicazione di assegnazione dell’appalto avverrà entro il 14 novembre) troverà il cantiere predisposto per l’edificazione. Sono, infatti, in corso, e termineranno nell’autunno di quest’anno, una serie di opere preliminari (tutte monitorate da una webcam) aventi come scopo precipuo la messa in sicurezza dell’area, il contenimento del terreno (geologicamente ostico), il consolidamento delle zone di scavo e di esaurimento delle acque. Particolare attenzione bisognerà, comunque, avere durante l’edificazione, i cui lavori avranno inizio nelle mese di dicembre, alla zona circostante, dove sorgono la chiesa degli Angioli (monumento storico nazionale), le due facciate dell’ex albergo Palace, l’ex-convento e la funicolare (della quale è in fase di studio la sua destinazione finale). Un progetto, dunque, teso a ridisegnare il volto della città quello del centro luganese, che verrà terminato nel 2012.
Coordinatore del gruppo di lavoro preposto all’avvio del polo culturale e neo-direttore ad interim dello stesso polo è il critico e storico dell’arte Bruno Corà, che nei giorni scorsi ha presentato alla stampa i suoi progetti per il futuro. La Lugano che lo studioso, già direttore del Pecci di Prato e del Camec di La Spezia, ha in mente «è una città dell’accoglienza, della cultura, dove recarsi per trovare ciò che altrove non c’è ancora». In questa prospettiva il nuovo centro culturale «non sarà un contenitore, ma un punto di irradiazione». Bruno Corà ha, infatti, intenzione di prendere una serie contatti con le diverse forze ed espressioni artistiche presenti sul territorio. «Il nostro è un lavoro – ha spiegato il critico – che attinge direttamente negli studi degli artisti, nei luoghi dove si fa cultura, arte, teatro, spettacolo, musica e composizione. E’ da lì che pensiamo di dover assumere segnali nuovi per i futuri programmi». Programmi che sicuramente terranno conto dei linguaggi propri della performatività, del video e della computer art. Promessa di Bruno Corà.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Ritratto di Bruno Corà, neo-direttore ad interim del nuovo centro culturale di Lugano; (fig. 2) Nuovo centro culturale di Lugano - Nuova piazza (rendering 3D); Nuovo centro culturale di Lugano - Parco Belvedere nel 2009 (rendering 3D).

[Le immagini sono state fornite da Sabine Bardelle, ufficio informazione e comunicazione della Città di Lugano]

Curiosando nel Web

Il progetto di Ivano Gianola su Ticino Welcome
Il centro culturale di Lugano su Lugano.ch