ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 25 aprile 2008

Varese, un maggio tra arte e storia per il Fai

Un’intera giornata immersi nelle atmosfere del ‘700, fra popolani, mercanti, dame, nobiluomini e soldati, indossando le vesti e vivendo la quotidianità dell’epoca. Questo è ciò che promette Una giornata nel Settecento: vita di corte e rivolte di popolo, manifestazione promossa dal Fai (Fondo per l’ambiente italiano), che si terrà domenica 11 maggio nella splendida cornice di villa Della Porta Bozzolo a Casalzuigno. Tante le vicende che verranno messe in scena: dagli avvincenti intrighi delle corti settecentesche alla vita quotidiana dei mercanti, fino a una vera e propria sommossa di popolo. Ad animare l’evento, in programma dalle 10 alle 18, sarà la Compagnia di san Giorgio e il drago, conosciuta in tutta Italia per la sua competenza, nonché per la meticolosità con cui realizza le scenografie e i costumi.
Durante la giornata sono previste anche visite guidate alla villa, che consentiranno di scoprirne le eleganti decorazioni rococò e il meraviglioso giardino all’italiana, oltre a un pranzo a tema presso La locanda del baco da seta, con due menù a scelta: I sapori del contado e Nobili pietanze.
Appuntamento con il passato anche al monastero di Torba, dove domenica 18 maggio va in scena Un giorno nella storia - dal tardo Impero romano all’alto Medioevo, una ricostruzione teatrale degli avvenimenti che si sono succeduti nel corso dei secoli in questo affascinante luogo, oggi situato nel parco archeologico di Castelseprio, che fu avamposto militare prima romano e poi longobardo e che fu, successivamente, trasformato in un convento di monache benedettine e, quindi, in una cascina.
Un gruppo di attori, sotto la supervisione di Luca Simoncello, racconterà ai visitatori, tra realtà e fantasia, le vicende di tutti coloro che vissero a Torba più di mille anni fa: dal legionario, che attende invano l’arrivo dei temibili invasori, alla contadina, che scandisce il tempo della vita con il lento susseguirsi delle stagioni, per giungere alla monaca, che si lamenta dell’esuberanza di una novizia, chiusa contro il suo volere in convento, rinchiusa contro il suo volere nelle mura del convento.
Venerdì 16 maggio ci si sposterà a Varese, nelle sale di villa Panza, dove apre al pubblico la mostra Oltre la luce. Luce. Il Roden Crater project di James Turrell, curata da Agostino De Rosa. L’esposizione, che rimarrà aperta fino al 17 agosto, è dedicata al progetto che l’artista americano James Turrell (Los Angeles, 1943) sta realizzando nella zona centrale del Painted Desert, presso Flagstaff (Arizona, Usa): un grande land-formed work che interessa il corpo interno di un cono vulcanico estinto noto come Roden Crater.
L’opera dell’artista statunitense -eseguita in collaborazione con architetti, ingegneri, geologi e astronomi americani- verrà narrata attraverso una vasta ed esaustiva panoramica relativa sia alla orografia del sito naturale che alla configurazione di ognuno degli spazi sotterranei, attraverso il ricorso a sofisticate immagini digitali elaborate dal team Imago Rerum. Il pubblico potrà così effettuare un viaggio virtuale all’interno dei vari ambienti del Roden Crater project, assistendo a fenomeni celesti e luministici visibili nei vari ambienti, attraverso un alternarsi di simulazioni diurne e notturne, in vari periodi dell’anno. Il fascino degli spazi progettati e dei fenomeni in essi reperibili è anche suggerita dai preziosi modelli fisici in bronzo, ideati dall’artista e realizzati, a tiratura limitata, dall’Hausler Contemporary di Monaco, e soprattutto dal soundscape appositamente realizzato da Maria Pia De Vito, Michele Rabbia e Maurizo Giri.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Un giorno nel Medioevo. Monastero di Torba, Gornate Olona (Varese). Foto di Mario Govino; (fig. 2) Una giornata nel Settecento. Villa Della Porta Bozzolo, Casalzuigno (Varese). Foto di Marino Govino. [Le immagini sono state fornite dall’ufficio stampa del Fai]

Informazioni utili
Una giornata nel Settecento. Villa Della Porta Bozzolo – Casalzuigno (Va). Orario: domenica 11 maggio, dalle ore 10 alle 18. Ingresso: adulti € 7.00, ragazzi (4-12 anni) € 3.00. Servizi per il pubblico: ampio parcheggio per auto; bookshop; area gioco per bambini; bar-ristorante “La Locanda del Baco da Seta” (per prenotazioni tel. 0332.650483). Per informazioni: tel. 0332.624136.

Un giorno nella storia - dal tardo Impero romano all’alto Medioevo. Monastero di Torba – Gornate Olona (Varese). Orari: domenica 18 maggio, ore 14-18. Ingresso: adulti € 5.00, ragazzi (4-12 anni) € 3.00. Per informazioni: tel. 0331.820301.

Oltre la luce. Luce. Il Roden Crater project di James Turrell. Villa e collezione Panza, piazza Litta 1- Varese. Orari: 10.00–18.00 (tutti i giorni escluso i lunedì non festivi). Informazioni: tel. 0332/283960, e-mail: faibiumo@fondoambiente.it. Sito Web: www.fondoambiente.it. Dal 16 maggio al 17 agosto 2008.

Da Arlecchino a Internet, tutte le novità del premio Agazzi 2008

«Uno spazio, unico nel panorama nazionale dei premi d’arte, in grado di promuovere il libero confronto tra giovani emergenti e autori già affermati sulla scena nazionale ed europea come momento di ricognizione dei fermenti e delle novità dello scenario artistico italiano e allo stesso tempo come momento di valorizzazione del patrimonio artistico, culturale e turistico del territorio che lo ospita»: con queste parole l’associazione culturale Agazzi ars di Mapello presenta la ventiquattresima edizione del premio Agazzi, concorso di pittura, acquerello e grafica che da oggi, venerdì 25, a domenica 27 aprile avrà come palcoscenico vari comuni della provincia di Bergamo: Calusco d’Adda, Mapello, Presezzo, Solza e Carvico.
Le opere in mostra -che verranno esposte nei prossimi mesi in Olanda, Francia e Germania- sono state valutate da una giuria di esperti composta da Monique Hunot, Graziella Quintiens, Ferdinando Traversi, Claudio Rizzi e Jos Van de Kerkhof. Il primo premio è andato alla tela Lusinga opera n. 7 di Beniamino Piantoni, con la seguente motivazione: «Il dipinto propone con forte sintassi di impianto una freschezza di grande risalto, determinata dal ritmo di colori e dalla compostezza dei toni nel tessuto omogeneo di un segno raffinato nell’immediatezza del gesto». Gli altri lavori segnalati portano la firma di Bernardo Peruta (sezione I volti di Arlecchino), Claudia Marusic (sezione Acquarello), Paola Gamba (sezione Arte sacra), Salvatore Roggio (sezione Grafica) ed Ester Negretti (sezione estemporanea da Internet).
Tra le iniziative collaterali, merita una segnalazione la mostra Multicolored Puppets School (You SchoolTube),organizzata da Giorgio Sorti dell’associazione A come Arlecchino, curata da Davide Magri (Indifferent Studio) & PuppetsPride.com e realizzata dal collettivo artistico TheBag, che propone una riflessione sulla maschera di Arlecchino nel suo tentativo di ricrearsi in un contesto nuovo, quello contemporaneo. Una mostra, questa, allestita presso la scuola media di Mapello, che arricchisce la sezione I volti di Arlecchino, demone dantesco o angelo popolare?, novità di questa edizione del premio Agazzi. La scuola media di Mapello farà, inoltre, da vetrina alle attività della nuova galleria Brucanio d’arte, che presenterà opere di Simon Pasini, Michael Alford, Emanuela Fera, Patrizia Masserini e, in particolare, di Pierantonio Volpini.
Il premio Agazzi prosegue, infine, nell’attenzione specifica al mondo della scuola: non solo mettendo a disposizione borse di studio, ma anche organizzando visite guidate e laboratori didattici.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Bernardo Peruta, Il risveglio, 2008. Opera premiata nella sezione I volti di Arlecchino; (fig. 2) Beniamino Piantoni, Lusinga opera 7, 2008. Opera premiata nella sezione Pittura.

Informazioni utili
Premio Agazzi 2008. XXIV concorso nazionale di pittura, acquerello e grafica. Mapello, Calusco d’Adda, Presezzo, Solza e Carvico (Bergamo), sedi varie. Dal 25 al 27 aprile 2008. Orari: 9.00-12.00 e 14.00-19.00 (le mostre a Calusco, Presezzo, Carvico e Solza saranno chiuse domenica 27 aprile alle 12.00). Sito web: www.premioagazzi.org. Informazioni allo 035 908350.

lunedì 14 aprile 2008

Violetta e Alfredo, gli amanti immortali di Verdi in scena a Busto Arsizio

«Faccio la Dame aux Camelias che avrà per titolo, forse, Traviata. Un soggetto dell’epoca. Un altro forse non l’avrebbe fatto per i costumi, pei tempi, e per mille altri goffi scrupoli (…) Io lo faccio con tutto il piacere»: scriveva il compositore Giuseppe Verdi all’amico Cesare de Sanctis nel gennaio 1853. Nasceva così La traviata, opera in tre atti e quattro scene su libretto di Francesco Maria Piave, che viene unanimemente considerata «uno dei drammi in musica più importanti a livello universale» e, grazie alla sua raffinata vena intimistica e al suo elegante dialogo tra eros e thanatos, il capolavoro della celebre «trilogia popolare verdiana» (della quale fanno parte anche il Rigoletto e Il trovatore).
Sotto l'occhio di bue del palcoscenico la bella e scostante Violetta Valery, una prostituta parigina d’alto bordo realmente esistita con il nome di Alphonsine Plessis, che Alexandre Dumas figlio consegnò a futura memoria nel romanzo e, quindi, nella «comédie mêlée d’ariettes» Le dame aux camélias come Margherite Gautier, donna che, dopo una vita trascorsa nel vizio, si innamora, ricambiata, di un giovane di buona famiglia, cui è costretta a rinunciare in nome delle convenzioni sociali del tempo e che ritroverà sul letto di morte, riappacificandosi solo poco prima di spirare, appena ventitreenne, per colpa della tisi.
A far rivivere sul palcoscenico del teatro Sociale di Busto Arsizio, nell’ambito della rassegna BA Teatro–Stagione cittadina 2007/2008, la romantica e struggente storia di Violetta e del suo amato Alfredo Germont saranno, alle 21 di giovedì 17 aprile, il coro lirico del BelCanto e l’orchestra Filarmonìa di Milano, sotto la direzione del maestro Pierangelo Gelmini. In scena ci saranno anche i danzatori Lino Villa, Roberta Corva e Stefania Barina. Firma la regia Gianfranco Ronconi.
La traviata, il cui debutto risale al 6 marzo 1853 presso il teatro La Fenice di Venezia, si configura come un’«opera di carattere morale», con al centro diversi ingredienti tipici della librettistica ottocentesca: dall’amore inteso come legame che supera ogni limite imposto dalle regole della convenienza sociale alla preminenza del valore della famiglia su qualsiasi altro. Nuova è, invece, la scelta di trattare una vicenda legata alla cronaca contemporanea, per giunta mutuata da un best-seller della cosiddetta letteratura scandalistica, laddove la librettistica prediligeva il più delle volte ambientazioni lontane nel tempo e nello spazio, se non addirittura mitiche. Non è un caso che solo nell’edizione del 1906 l’opera verdiana venisse rappresentata in abiti ottocenteschi; le prime repliche retrodatarono, infatti, la storia all’epoca di Luigi XIV per non incorrere nella censura, ma anche per motivi pratici: «abituati ai costumi, difficilmente i coristi, che cantavano per arrotondare lo stipendio, -ricorda il musicologo Gianni Ruffin- avrebbero indossato con disinvoltura gli abiti di lusso dell’aristocrazia e alta borghesia del tempo».
La grande innovazione di questo melodramma, unanimemente considerato l’«ultima opera belcantistica di Giuseppe Verdi», sta, però, nelle soluzioni drammaturgico-musicali adottate, che ne hanno fatto il perfetto spartiacque fra il modello di inizio Ottocento, ancora legato a una dimensione vocale idealizzata, e la nuova via «realistica», percorsa dal compositore di Busseto con i suoi lavori successivi. La parte di Violetta Valery ne è l’immagine con la sua esuberante ornamentazione virtuosistica del primo atto («tutta quanta risolta con picchi, acuti, scalette e arpeggi», per usare le parole di Renato Bossa), cui segue un finale quasi recitato, giocato su intensi momenti di declamazione, in cui incide più il sentimento del bel canto, dove si respirano tutte le mille sfaccettature dell’animo della protagonista, in bilico tra gioia, dolore, vergogna, pentimento, malinconia. Una novità, questa, che fu colta dal critico dell’Italia musicale nei giorni antecedenti la sfortuna “prima” (l’opera verdiana raggiunse il successo solo nella seconda edizione, quella presentata il 6 maggio 1854 al teatro San Benedetto di Venezia): «La traviata è la migliore o almeno la più progressiva delle opere moderne […] D'ora innanzi [...] si anderà al teatro d'opera con quella medesima disposizione con cui si va al teatro del dramma. [...] Verdi è inventore di un nuovissimo genere di musica, egli ha moltiplicato i suoi mezzi e vuole che essa sia capace di esprimere non solo i pensieri e i sentimenti in generale, ma anche tutte le loro modificazioni».
Fra i passaggi più popolari del capolavoro verdiano, il motivo Amami, Alfredo, amami quanto io t’amo, diventato un topos della lirica, oltre al celeberrimo brindisi Libiamo ne’ lieti calici, alla cabaletta Sempre libera degg’io, all’aria Addio, del passato bei sogni redenti e al duetto Parigi, o cara, noi lasceremo. Tutti brani entrati prepotentemente nel comune sentire e capaci di emozionare, con il loro pathos e il loro romanticismo, non solo i melomani, ma anche un pubblico non esperto.
Dopo Busto Arsizio, La traviata prodotta dalla compagnia del BelCanto di Milano sarà, nella serata del 19 aprile, a Cabiate (Como).

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Compagnia del BelCanto; (fig. 2 e fig. 3) Veduta interna del teatro Sociale di Busto Arsizio.


Informazioni utili

La traviata
. Teatro Sociale, piazza Plebiscito 1 - 21052 Busto Arsizio (Varese). Orari: giovedì 17 aprile 2008, ore 21.00. Biglietto: intero € 30.00, ridotto € 25.00. Informazioni: tel. 0331 679000 (lunedì-venerdì, 16.00-18.00; sabato, ore 10.00-12.00). Sito web: www.teatrosociale.it.

Curiosando nel Web
La compagnia del BelCanto