ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

lunedì 8 dicembre 2008

Associazione Educarte, applaudita trasferta agrigentina nel segno di Pirandello

Grande successo in Sicilia per le nuove produzioni pirandelliane del teatro Sociale di Busto Arsizio. Oltre settecento persone hanno assistito lo scorso giovedì 4 dicembre alla rappresentazione del monologo L’atroce notte… di Stefano Milioto e all’atto unico Sogno, ma forse no di Luigi Pirandello, entrambi per la regia e l’adattamento scenico di Delia Cajelli, con cui l’associazione culturale Educarte ha inaugurato i lavori del 45° Convegno internazionale di studi pirandelliani, in programma fino ad oggi, lunedì 8 dicembre, presso il PalaCongressi di Agrigento. Dopo la prestigiosa trasferta in Slovacchia, nell’ambito dell’ottava edizione della Settimana della lingua italiana nel mondo, e l’anteprima nazionale al teatro Sociale di Busto Arsizio, in occasione dell’inaugurazione del ridotto Luigi Pirandello, Valentina Brivio, Ambra Greta Cajelli e Gerry Franceschini hanno portato in scena i due spettacoli pirandelliani di Educarte sul palcoscenico per il quale erano stati ideati, quello appunto del convegno agrigentino. Un appuntamento importante, questo, per chi si occupa della produzione letteraria e drammaturgia dello scrittore siciliano, premio Nobel per la letteratura nel 1934, al quale stanno partecipando circa mille studiosi tra allievi, professori e presidi delle scuole medie superiori, docenti universitari, critici, giornalisti ed esperti provenienti da trenta province italiane e da otto nazioni europee ed extraeuropee. Ad aprire la serata è stato il monologo L’atroce notte… di Stefano Milioto, che ripercorre gli undici anni di sodalizio artistico, ma soprattutto di amore tra Marta Abba e Luigi Pirandello, a cominciare dal loro primo incontro, avvenuto nella primavera del 1925 al teatro dell’Arte di Roma, per giungere alla morte del maestro siciliano. Sono anni, questi, caratterizzati da «un amore straziante, tormentoso, disperato, profondo», da un «amore sublimato per l’impossibilità di realizzare un legame che vibrava di pulsioni erotiche innegabili», dove un ruolo centrale assume la misteriosa «atroce notte passata a Como», che diede per sempre il carattere di rapporto inconcluso e senza sbocco all’amore tra l’attrice milanese e il drammaturgo dei “Sei personaggi in cerca d’autore”. La tematica amorosa fa da filo conduttore anche al secondo spettacolo rappresentato dall'associazione Educarte-teatro Sociale nella serata di giovedì 4 dicembre: l’atto unico Sogno (ma forse no), che Luigi Pirandello scrisse tra la fine del ’28 e gli inizi del ’29 e che debuttò, con il titolo di Sonho (mas talvez nao), a Lisbona nel 1931. Il testo, tra i meno rappresentati del teatro pirandelliano, tratta dell’incerto confine tra verità e finzione. Nel breve spazio di un sogno-incubo, una giovane e affascinante donna vive, infatti, l’esito possibile cui l’affievolirsi del suo amore per l’attuale amante e la riscoperta della passione per l’antico amore, tornato ricco da lontani ed esotici Paesi, potrebbero condurla. Più che l’argomento della commedia, lo scrittore sembra interessato a rendere scenograficamente l'atmosfera onirica che accompagna lo svolgersi della storia. Le annotazioni dell'autore riguardo le scene e i dialoghi sono, infatti, quantitativamente maggiori e, verrebbe da dire, qualitativamente migliori dal punto di vista della ricostruzione scenica, del testo vero e proprio della commedia. L'allestimento -che è stato affrontato con una tecnica cinematografica, mutuata dai noir tedeschi degli anni Trenta - ha tenuto conto di questo dato. Accanto ai due personaggi pirandelliani, “la giovane signora” e “l’uomo in frak”, interpretati rispettivamente da Ambra Greta Cajelli e Gerry Franceschini, la regia di Delia Cajelli mette, infatti, in scena anche un’attrice-regista che dà voce alle didascalie pirandelliane. La sua figura, impersonata da Valentina Brivio, si ispira a quella della cineasta e fotografa tedesca Leni Riefenstahl. Apprezzata l’innovativa idea registica, che accoglie applausi anche ad Agrigento, dopo gli ottimi giudizi ricevuti dagli esperti a Bratislava. 

Didascalie delle immagini [fig. 1] Gerry Franceschini nella parte de "l'uomo in frak" in Sogno, ma forse no di Luigi Pirandello. Foto: Silvia Consolmagno; [fig. 2] Ambra Greta Cajelli nella parte de "la giovane signora" in Sogno, ma forse no di Luigi Pirandello. Foto: Silvia Consolmagno; [fig. 3] Valentina Brivo nella parte di Marta Abba nel monologo L'atroce notte di Stefano Milioto. Foto: Silvia Consolmagno.

sabato 29 novembre 2008

Busto Arsizio, sul palco del teatro Sociale il fuoco e la passione de "Il trovatore"

«Con nessun’altra delle sue opere, neppure con il Nabucco, Giuseppe Verdi toccò così rapidamente il cuore del suo pubblico»: con queste parole il compianto musicologo Julian Budden (1924-2007), autore di una monumentale monografia dedicata al maestro di Busseto, parlò de Il trovatore, dramma in quattro atti e otto quadri che i librettisti napoletani Salvatore Cammarano e Leone Emanuele Bardare trassero da El trobador, fosca tragedia di «cappa e spada» dello scrittore spagnolo Antonio García Gutiérrez. L’apprezzato melodramma, che insieme al Rigoletto e a La traviata fa parte della cosiddetta «trilogia popolare verdiana», debutta mercoledì 3 dicembre 2008, alle ore 21.00, presso la «sala grande» del teatro Sociale di Busto Arsizio, in un allestimento che si avvale della regia del tenore catanese Antonio Signorello e che vedrà salire sul palco il baritono argentino Lisandro Guinis nel ruolo del tirannico conte di Luna, la soprano bustese Donatella Giansanti nelle vesti dell’angelicata e romantica Leonora, la coreana Sonia Kang nei panni della zingara Azucena e lo stesso Antonio Signorello come il passionale Manrico. Oltre ai quattro protagonisti, l’opera si avvarrà delle abilità canore di un cast internazionale, formato da Yutaka Tabata, Elisabeth Escher, Tim Weiler e Giorgio Balestra. Sul palco si esibiranno anche la corale Santa Cecilia di Arluno e il coro Laudamus di Nerviano, guidati dalla bacchetta di Andrea Dellavedova, oltre all'Orchestra sinfonica di Lecco, che sarà diretta da Edoardo Sarcess, maestro del prestigioso teatro Carlo Felice di Genova. I costumi portano la firma dell'associazione Settima Diminuita di Bologna; mentre scenografie e luci sono a cura di Giancarlo Comolli. Lo spettacolo, promosso dall’associazione culturale Educarte e dalla società Amilcare Ponchielli di Busto Arsizio, è dedicato alla memoria del tenore Vittorio Tosto, deceduto lo scorso 22 aprile in un incidente stradale a Milano, e si inserisce nell’ambito di BA Teatro–Stagione cittadina 2008/2009, rassegna che raccoglie, sotto l’egida e il contributo economico dell’amministrazione comunale di Busto Arsizio, i cartelloni di Palkettostage–International theatre productions e dei teatri Manzoni, San Giovanni Bosco e Sociale. Il destino come motore cieco di ogni esistenza umana, l'amore e la sete di vendetta quali sentimenti che divorano la vita, e, sullo sfondo, armi, soldati, campi di battaglia e lo scoppiettio delle faville di fuochi guizzanti: questi gli elementi che plasmano la trama de Il trovatore, melodramma rappresentato per la prima volta il 19 gennaio 1853 al teatro Apollo di Roma, che la critica e i melomani hanno ribattezzato, sin dall’esordio, l’«opera rossa» di Giuseppe Verdi. Una tinta forte e tenebrosa, magica e quasi selvaggia come quella del sangue, del fuoco e della passione colora, infatti, il melodramma verdiano, la cui storia è piena di contrasti drammatici e di intrecci difficili da raccontare. In scena ci sono due fratelli, il trovatore Manrico e il conte di Luna, che non si conoscono e si combattono; una donna, Leonora, immagine della purezza angelicata, della dedizione spinta fino al sacrificio di sé; una madre, la splendida zingara Azucena, che per vendicare un torto subito si trova a bruciare il proprio figlio, trattenendo per sé ogni segreto e lasciando così che si compia un fratricidio. Indimenticabili nell'immaginario collettivo restano arie come Tacea la notte placida, D'amor sull'ali rosee, il Coro delle incudini e la cabaletta Di quella pira l'orrendo foco, motivo di eroica risolutezza con cui Manrico chiude il terzo atto e che è diventato famoso per quei do di petto finali, non presenti nella partitura originale verdiana e la cui aggiunta si deve, probabilmente, a Carlo Baucardé o ad Enrico Tamberlick. Prima dello spettacolo, in sala verranno diffuse musiche tratte dal cd Il poeta, inciso da Vittorio Tosto, e verranno letti brani scritti dal tenore catanese e sue lettere ad amici e colleghi. Il costo del biglietto per l'opera lirica Il trovatore è di euro 16.00 per l’intero ed euro 12.00 per il ridotto, riservato a: giovani fino ai 21 anni, ultra 65enni, militari, Cral, biblioteche, dopolavoro e associazioni con minimo dieci persone, iscritti alla società Amilcare Ponchielli di Busto Arsizio. Il botteghino del teatro Sociale, ubicato negli uffici di piazza Plebiscito 8, è aperto nelle giornate di lunedì, mercoledì e venerdì, dalle 16.00 alle 18.00, e sette giorni prima degli spettacoli in “sala grande”, anche il martedì e il giovedì, sempre dalle 16.00 alle 18.00. E’ possibile prenotare telefonicamente allo 0331 679000 nei seguenti orari: dal lunedì al venerdì, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00, e il sabato,dalle 9.30 alle 12.30.

 
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Vittorio Tosto; [fig. 2] Antonio Signorello nei panni di Manrico de Il trovatore. Foto: Silvia Consolmagno; [ fig. 3] Sonia Kang nei panni della zingara Azucena de Il trovatore. Foto: Silvia Consolmagno.

Informazioni utili
Il trovatore. Melodramma in quattro atti e otto quadri. Musica di Giuseppe Verdi. Libretto di Salvatore Cammarano e Leone Emanuele Bardare. Regia di Antonio Signorello.Interpreti: Lisandro Guinis (il conte di Luna), Donatella Giansanti (Leonora), Sonia Kang (Azucena), Antonio Signorello (Manrico), Yutaka Tabata (Ferrando), Elisabeth Escher (Ines), Tim Weiler (Ruiz), Giorgio Balestra (un messo). Con l'orchestra sinfonica di Lecco (direttore d'orchestra: Edoardo Sarcess) e con la corale Santa Cecilia di Arluno e il coro Laudamus di Nerviano (maestro del coro: Andrea Dellavedova). Costumi: associazione Settima Diminuita di Bologna. Scenografie e luci: Giancarlo Comolli. Attrezzature di scena: Ruggero Saronio. Teatro Sociale, piazza Plebiscito 8 - 21052 Busto Arsizio (Varese). Mercoledì 3 dicembre 2008, ore 21.Ingresso: intero € 16,00; ridotto € 12,00. Informazioni: tel. 0331.679000.

lunedì 20 ottobre 2008

Bratislava, due spettacoli pirandelliani per la "Settimana della lingua italiana nel mondo"

Prestigiosa trasferta europea nel segno di Luigi Pirandello e della storia linguistica e culturale del nostro Paese per gli attori del teatro Sociale di Busto Arsizio. La compagnia diretta da Delia Cajelli sarà, infatti, tra i protagonisti della rassegna L’italiano in piazza, organizzata in occasione dell’ottava edizione della Settimana della lingua italiana nel mondo, iniziativa nata nel 2001, per volontà della Direzione generale per la promozione e cooperazione culturale del ministero degli Affari esteri e dell’Accademia della Crusca, che da lunedì 20 a domenica 26 ottobre vedrà tutti gli Istituti italiani di cultura all’estero proporre incontri, concerti, proiezioni cinematografiche e spettacoli teatrali dedicati alla lingua e alle tradizioni italiane, alla «storia di feste sacre e profane, di sommosse popolari e parate e giostre, di predicazioni, di mercati e fiere». Palcoscenico della trasferta sarà la città di Bratislava, in Slovacchia, dove l’associazione culturale Educarte-teatro Sociale di Busto Arsizio prenderà parte al convegno internazionale L’attualità di Pirandello, organizzato dal Centro nazionale studi pirandelliani di Agrigento, dall’Università Comenio di Bratislava e dal locale Istituto italiano di cultura, con il supporto della Presidenza della Regione siciliana-Ufficio per le relazioni diplomatiche ed istituzionali. L’appuntamento, in programma per le giornate comprese tra giovedì 23 e sabato 25 ottobre presso l’Auditorium Maximum dell’Università Comenio e il Centro convegni Družba, vedrà la partecipazione di studiosi provenienti da otto Paesi europei (tra i quali gli italiani Enzo Lauretta, Stefano Milioto, Giorgio Pullini e Maria Rusignuolo), che discuteranno sulla figura del grande drammaturgo, scrittore e poeta siciliano, insignito del premio Nobel nel 1934, e sui suoi influssi sul pensiero, sulla letteratura e sul teatro dei giorni nostri. A chiudere tutte le sessioni di lavoro saranno gli attori Gerry Franceschini, Ambra Greta Cajelli e Valentina Brivio, che metteranno in scena -sotto la regia di Delia Cajelli e in première europea- il monologo L’atroce notte…la tormentata storia d’amore tra Marta Abba e Luigi Pirandello di Stefano Milioto e l’atto unico Sogno (ma forse no) di Luigi Pirandello, spettacoli entrambi prodotti in occasione del 45° Convegno internazionale di studi pirandelliani, in programma il prossimo dicembre ad Agrigento. L’atroce notte…, in cartellone alle 17.30 di giovedì 23 ottobre presso l’Auditorium Maximum dell’Università Comenio, ripercorre gli undici anni di sodalizio artistico, ma soprattutto di amore tra Marta Abba e Luigi Pirandello, a cominciare dal loro primo incontro, avvenuto nella primavera del 1925 al teatro dell’Arte di Roma, per giungere alla morte del maestro siciliano. Sono anni, questi, caratterizzati da «un amore straziante, tormentoso, disperato, profondo», da un «amore sublimato per l’impossibilità di realizzare un legame che vibrava di pulsioni erotiche innegabili», dove un ruolo centrale assume la misteriosa «atroce notte passata a Como», che diede per sempre il carattere di rapporto inconcluso e senza sbocco all’amore tra l’attrice milanese e il drammaturgo dei Sei personaggi in cerca d’autore. La tematica amorosa fa da filo conduttore anche all’atto unico Sogno (ma forse no), in scena alle 17.30 di venerdì 24 ottobre al Centro convegni Družba. Il testo, tra i meno rappresentati del teatro pirandelliano, tratta, infatti, dell’incerto confine tra verità e finzione. E racconta, nel breve spazio di un sogno-incubo, la vicenda di una giovane e affascinante donna, che vive l’esito possibile cui l’affievolirsi del suo amore per l’attuale amante e la riscoperta della passione per l’antico amore, tornato ricco da lontani ed esotici Paesi, potrebbero condurla. «L’allestimento di Sogno (ma forse no) –spiega la regista Delia Cajelli- è stato affrontato con una tecnica cinematografica, mutuata dai noir tedeschi degli anni Trenta e, per la scena in cui la donna fedifraga sogna di essere strangolata dal suo compagno, dalla pellicola M, Il mostro di Dusseldorf dell’austriaco Fritz Lang. Accanto ai due personaggi pirandelliani, «la giovane signora» e «l’uomo in frak», è, dunque, in scena anche un’attrice che dà voce alle numerose e dettagliate annotazioni e didascalie che Luigi Pirandello ha inserito nel testo di Sogno (ma forse no), interpretando il ruolo della regista tedesca Leni Riefenstahl». 

Didascalie delle immagini 
[fig. 1] Gerry Franceschini ad Agrigento, durante uno spettacolo pirandelliano; [fig. 2] La regista Delia Cajelli con Enzo Lauretta, presidente del Centro nazionale studi pirandelliani di Agrigento. 

Informazioni utili 
Istituto Italiano di Cultura di Bratislava, Kapucínska 7 - 811 03 Bratislava (Slovacchia), tel. +421 2 59 30 71 11, fax +421 2 59 30 71 19, e-mail: iicbratislava@esteri.it. Sito web: www.iicbratislava.esteri.it.