ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 22 novembre 2013

Paolo Caccia Dominioni, un artista sul fronte di guerra

La sua opera più conosciuta è il Sacrario militare di El Alamein, all’interno del quale sono sepolte le spoglie di oltre cinquemila soldati italiani, per lo più della brigata «Folgore», caduti nell’estate del 1942 durante la campagna d’Africa, nello scontro finale con l’VIII armata britannica. Ma l’architetto, ingegnere, soldato, scrittore, illustratore e pittore Paolo Caccia Dominioni di Sillavengo (Nerviano- Milano, 1896 – Roma, 1992), discendente di una famiglia della nobiltà novarese e figlio di un diplomatico che gli trasmise l’amore per i viaggi e per le culture straniere, ha raccontato la storia dei due conflitti bellici novecenteschi, ai quali ha partecipato attivamente, anche attraverso molti altri suoi lavori, tra i quali un’eccezionale serie di disegni realizzati sul fronte del Carso e libri illustrati come «Alpino alla macchia. Cronache di latitanza (1943-1945)» (Cavallotti edizioni, Milano 1977) o «El Alamein (1933-1962)» (Longanesi, Milano 1962), testo che gli è valso il Premio Bancarella nel 1962.
Documenta chiaramente questo interesse creativo del progettista lombardo -al quale si deve, tra l'altro, la costruzione dell’ambasciata italiana ad Ankara (Turchia)- il progetto espositivo «Paolo Caccia Dominioni. Un artista sul fronte di guerra», ideato e curato dall’architetto Marianna Accerboni, con l’approfondimento storico dell’Ammiraglio di squadra Ferdinando Sanfelice di Monteforte, per anni rappresentante militare italiano alla Nato e all’Unione europea e oggi docente a contratto presso la Cattolica di Milano, l'università di Firenze e il distaccamento goriziano dell'ateneo di Trieste.
Sette le sedi espositive del Friuli Venezia Giulia coinvolte in questo importante evento, atteso per il prossimo anno a Bruxelles, che ripercorre la poliedrica attività dell’artista «milanese di Milano» (come egli stesso amava definirsi) attraverso più di seicento opere, molte delle quali inedite, tra progetti, disegni, dipinti, scritti, bozzetti, lettere, fotografie e documenti di vario genere, provenienti dal Museo della Grande guerra di Gorizia, dal Museo del Genio di Roma e da numerose collezioni private.
Alla Galleria «Dora Bassi» è allestita, per esempio, la mostra «L’uomo, l’architetto, il pittore, il soldato», con numerose testimonianze biografiche e autobiografiche di Paolo Caccia Dominioni, tra le quali si segnalano due inediti: le tavole genealogiche disegnate per ricostruire le origini e gli intrecci della famiglia d’origine, imparentata con le più importanti casate nobiliari italiane, e il «Registro dei lavori», un album con progetti ed elaborati tecnici, nella stesura originale redatta dallo stesso artista e confezionata a mano, nel quale sono riassunte, in ordine cronologico, seicentoquattordici opere, realizzate tra il 1924 e il 1971.
Una sezione della rassegna racconta, poi, i restauri di prestigiose magioni friulane come il Castello di San Floriano del Collio e Palazzo Lantieri a Gorizia (dove è allestita una parte del progetto espositivo), ma anche la costruzione di nuove architetture come il villaggio turistico di Riva dei Tessali (Taranto), inserito dall'architetto lombardo in un paesaggio boschivo senza abbattere alcun albero, ma adattando anzi armonicamente e con eleganza le nuove edificazioni alla natura, nel più assoluto rispetto per l’ambiente.
Alla Galleria «Dora Bassi» sono, infine, presenti dipinti di grandi dimensioni, eseguiti al tratto e a tecnica mista, che raccontano le storie e i luoghi del primo conflitto bellico, tra i quali va segnalata la grande tela «Fronte del Carso» (1917-1964), di solito ospitata all’albergo «De Tommaso» di Gabria.
Un’ideale continuazione di questa sezione espositiva è presente al Museo della Grande Guerra di Gorizia; mentre nella vicina sede della Prefettura sono esposti materiali e testimonianze relative ad El Alamein, dove Paolo Caccia Dominioni combatté a capo del «Battaglione Guastatori d’Africa» e dove ritornò, nel 1948, per costruire il cimitero di guerra italiano (l’ormai nota «Quota 33») compiendo inoltre, nell’arco di quattordici anni, una ricerca capillare su tutti i caduti di quella battaglia, che gli è valsa riconoscimenti anche da parte britannica e tedesca. Tra le opere esposte, si trovano le illustrazioni originali per il libro «Takfir» (Alfieri, Milano 1948) e disegni di tema africano; mentre alla Biblioteca statale Isontina di Gorizia, la mostra «La parola e il segno» focalizza l’attenzione su alcuni volumi illustrati dall’autore e documenta l’essenzialità del tratto di Paolo Caccia Dominioni attraverso una selezione di disegni scherzosi, cartoline augurali, ex libris ed etichette per i vini.
La rassegna alla Stazione di Redipuglia (Gorizia) propone, invece, progetti e documenti dedicati a monumenti ai caduti come quello al Duca d’Aosta, all’aeroporto di Gorizia, o quello dedicato al 3° Reggimento artiglieria da montagna di Gemona, oggi alla caserma Cantore di Tolmezzo. In questa sede, è presente anche un’appendice relativa ad alcuni disegni navali, poco noti ed emozionanti, che l'artista ha realizzato, con grande perizia, fin dall’età di quattordici anni, come l'opera «Al marinaio d’ogni ventura» (1985) per Punta Ristola (Leuca). Mentre alla Caserma Guastatori «Berghinz» di Udine è possibile ammirare, tra l’altro, la riproduzione dello splendido Diario ad immagini del 31° Genio Guastatori, realizzato in Africa durante la Seconda guerra mondiale.
Il tutto concorre a restituire la visione di quello che Eric J. Hobsbawm ha definito «il secolo breve» attraverso gli occhi di Paolo Caccia Dominioni: militare di grande coraggio ed etica, architetto dal tratto colto ed essenziale, pittore dalla cifra squisitamente originale, disegnatore e illustratore dal segno rapido ed estremamente comunicativo, scrittore efficace e coinvolgente nella sua essenzialità espressiva. Uomo ed artista d’eccezione ancora tutto da scoprire.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Paolo Caccia Dominioni in Africa Settentrionale durante il secondo conflitto mondiale; [fig. 2] Sacrario militare italiano di El Alamein (Egitto), eretto tra il 1954 e il ’58 per conto del Governo italiano su progetto di Paolo Caccia Dominioni nell’area occupata dal cimitero italiano ivi esistente dal ’43, a ricordo dei caduti della 1° e 2° battaglia di El Alamein del ’42. Custodisce i resti di 5.200 caduti italiani riesumati dall'architetto lombardo e dai suoi collaboratori; [fig. 3] Paolo Caccia Dominioni, «Castagnevizza, fronte del Carso», 1917 - 1964. Tecnica mista su tavola. Gabria (Gorizia), Albergo «Da Tommaso»; [fig. 4] Paolo Caccia Dominioni, «La pattuglia astrale», 1935. Tecnica mista su carta; [fig. 5] Paolo Caccia Dominioni, Disegno umoristico d’ispirazione militare, 1982. Tecnica mista; [fig. 6] L'inedito registro dei lavori di Paolo Caccia Dominioni, confezionato e redatto a mano, che riassume in ordine cronologico 614 opere dal 1924 al 1971; [fig. 7] Paolo Caccia Dominioni, «Villa Fausta sull’Isonzo sotto Lucinico» (Gorizia), 1916 - 1964. L’artista dipinse dal vero a china e tempera su carta i resti della grande villa padronal friuliana e lo rifece 48 anni dopo. Dell’edificio oggi esistono solo le fondamenta, neppure visibili in quanto coperte da vegetazione.  

Informazioni utili
«Paolo Caccia Dominioni. Un artista sul fronte di guerra». Friuli Venezia Giulia, sedi varie. Informazioni e visite guidate: Marianna Accerboni, cell. 335.6750946; Iat di Redipuglia, tel. 0481.489139. 
Sedi espositive:
- Galleria Dora Bassi, via Rima 5 - Gorizia. Orari: martedì-sabato, ore  10.30-13.00 e ore 17.00-20.00; domenica, ore 11.00-13.00 e ore 17.00-20.00; lunedì chiuso; visite guidate la domenica, alle ore 18. Fino al 6 gennaio 2014. 
- Prefettura di Gorizia, piazza della Vittoria, 64 - Gorizia. Orari: tutti i giorni, ore 10.00-18.00. Fino al 15 dicembre 2013. 
- Museo della Grande guerra, Borgo Castello 13 - Gorizia. Orari: martedì-domenica, ore 9.00-19.00; lunedì chiuso. Fino al 6 gennaio 2014. 
- Biblioteca Statale Isontina di Gorizia, via Mameli, 12 - Gorizia. Orari: lunedì-venerdì, ore 10.30-18.30; sabato, ore 10.30-13.30; festivi chiuso. Fino al 30 novembre 2013. 
- Palazzo Lantieri a Gorizia, piazza S. Antonio, 5 - Gorizia. Orari: martedì-sabato, ore 10.30-13.00 e ore 17.00-20.00; domenica, ore 11.00-13.00 e ore 17.00-20.00; lunedì chiuso; visite guidate la domenica, alle ore 16.30. Fino al 29 novembre 2013.
- Stazione di Redipuglia - Gorizia. Orari: tutti i giorni, ore 10.00- 13.00 e ore 17.00 -20.00. Fino al 30 novembre 2013.
- Caserma Guastatori «Berghinz», via San Rocco, 180 - Udine. Orari: mostra aperta su appuntamento al numero 0432.231584. Fino al 6 gennaio 2014. 
 

mercoledì 20 novembre 2013

«Scatti di Industria», centosessanta anni di Ansaldo

È un vecchio scatto in bianco e nero raffigurante la mitica Sampierdarena (1854), la prima locomotiva a vapore prodotta in Italia, ad aprire il percorso espositivo della mostra «Scatti di Industria. 160 anni di immagini della Fototeca Ansaldo», allestita a Genova, presso la sala del Munizioniere di Palazzo Ducale, con l’intento di raccontare, attraverso più di un migliaio di fotografie, la lunga stagione del «saper fare» italiano che ha avuto nella città della Lanterna, grazie allo stabilimento industriale fatto costruire nel 1853 dal conte Camillo Benso Conte di Cavour, uno dei suoi simboli più prestigiosi.
Foto d’epoca, gigantografie in bianco e nero, immagini presentate su supporti multimediali scorrono lungo le pareti dell’elegante spazio espositivo affacciato su piazza Matteotti, ripercorrendo le vicende dell’Ansaldo, azienda che ha attraversato da protagonista più di un secolo e mezzo di storia italiana, dal Risorgimento alle due guerre mondiali e, poi, al miracolo economico degli anni Cinquanta e Sessanta, fabbricando (ed esportando nel mondo) locomotive a vapore, maestosi transatlantici, corazzate, cannoni, aerei, carri armati, ma anche la grande meccanica delle caldaie, delle turbine e degli apparati motore.
La prima locomotiva a corrente delle Ferrovie dello Stato (1934), le fasi di costruzione dell’«Andrea Doria» (1950), l’idrovolante Sva che lo scrittore Gabriele D’Annunzio usò per sorvolare il cielo di Vienna nel 1918, il varo dell’incrociatore «Garibaldi» (1899) e quello del «Rex», la grande nave da crociera che nel 1933 vide arrivare al porto di Genova Benito Mussolini e i Savoia, sono solo alcuni dei soggetti ritratti nelle mille fotografie esposte a Palazzo Ducale, selezionate tra i più di quattrocentomila scatti conservati presso la fototeca della Fondazione Ansaldo, istituzione presieduta da Luigi Giraldi che si configura, oggi, come la più vasta e ricca concentrazione di archivi economici e d’impresa in Italia.
La mostra, pensata per raggiungere un pubblico vasto e culturalmente diversificato, non obbliga il visitatore a un percorso prestabilito. Ci si può limitare a una veloce vista d’insieme percorrendo, in pochi minuti, la galleria delle gigantografie, stampate con accuratezza nel bianco e nero delle lastre originali e disposte in ordine cronologico: un gruppo di scatti, questo, che consente di intravvedere le forme del paesaggio industriale, le filiere produttive, gli uomini al lavoro e i loro manufatti dalla metà dell’Ottocento fino ai giorni nostri, epoca nella quale domina l’esplosione di colore delle fotografie di Edoardo Montaina (La Spezia, 1954).
Ma per chi fosse curioso di saperne di più sull’opera dell’Ansaldo nelle officine, nei cantieri e nei porti sono state ideate anche delle postazioni interattive che permettono di addentrarsi nel vasto patrimonio fotografico della fondazione, visualizzando vecchie immagini o sfogliando, virtualmente, album d’antan. In mostra c’è anche un gioco interattivo che mette a confronto la Genova di ieri con quella di oggi: il pubblico, con delle torce luminose che pendono dal soffitto, può cancellare le immagini che vede, scoprendo quelle sottostanti. Non manca, poi, una curiosità: «Il laboratorio do sciù Campostano», ovvero la ricostruzione del luogo di lavoro di Antonio Campostano (1877-1965) ricco signore genovese che, tra il 1901 e il 1960, realizzò più di cinquecento fotografie originali in negativo e a stampa.
Al centro dello spazio espositivo sono, infine, presenti quattro postazioni video che si attivano al passaggio dei visitatori e che, grazie a brevi filmati, raccontano storie di uomini e di officine, di tecnologie e di produzioni. Sono storie poco note e apparentemente lontane, ma importanti perché ci restituiscono il volto di un’epoca, quella che vide l’Italia scrivere una pagina importante nella storia industriale mondiale.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] La nave passeggeri Rex pronta al varo nel Cantiere navale di Genova-Sestri Ponente (1931); [fig. 2] Lavoratrici nello stabilimento metallurgico Delta di Genova Cornigliano (1937); [fig. 3] Gabriele D'Annunzio dopo il raid aereo su Vienna del 1918 con l'idrovolante Sva dell'Ansaldo;

Informazioni utili
«Scatti di industria. 160 anni di immagini della Fototeca Ansaldo». Palazzo Ducale, piazza Giacomo Matteotti - Genova. Orari: martedì-domenica, ore 10.00-19.00; lunedì, ore 14.00-19.00. Inhresso libero. Catalogo: disponibile in mostra. Sito internet: www.palazzoduacle.genova.it. Fino a sabato 30 novembre 2013. 

lunedì 18 novembre 2013

«Relazioni reciproche»: sette coppie d’arte in mostra a Bergamo

«In due è meglio»: è questo vecchio adagio popolare a fare da filo rosso a «Relazioni reciproche», progetto artistico studiato da Claudia Santeroni, con la collaborazione di Paolo Simonetti e Marco Ronzoni, per i suggestivi spazi della Sala alla porta Sant’Agostino di Bergamo.
Sette coppie di artisti tra le più interessanti della scena contemporanea italiana esplorano il «processo di creazione collettiva condivisa», un modus operandi che sempre più si sta diffondendo nella sfera sociale e in quella culturale.
Tante le domande che tessono la trama allestitiva della rassegna, di cui rimarrà documentazione in un catalogo pubblicato da Lubrina editore: come nasce un sodalizio? Quanto è vantaggioso lavorare avendo come filosofia ideativa quella della cooperazione e della condivisione dei saperi? Che tipo di progetti nascono dal confronto tra due individualità? A rispondere a questi quesiti sono i lavori di Alis-Filliol, Bianco-Valente, Botto&Bruno, Cuoghi-Corsello, Ferrario-Frères, Mocellin-Pellegrini e dei Richard Sympson: immagini e video, che vanno a formare un’unica grande installazione.
La marginalità, il sesso, la dualità fra corpo e mente sono solo alcuni degli argomenti sviluppati dagli autori esposti, talenti emergenti del panorama contemporaneo o precursori di questa particolare modalità espressiva giocata sull’interazione tra due pensieri creativi. Tra i veterani del genere ci sono, per esempio, Monica Cuoghi e Claudio Corsello, il cui sodalizio artistico è nato ventisette anni fa a Bologna, tra le aule dell' Accademia. Cinque le loro opere in mostra, tra le quali una scultura in legno della serie «Suf!», la fotografia-soglia «Standing Door» e la gigantografia «18.10.91», fermo immagine di un video girato anni prima dalla coppia, appoggiata direttamente a terra come fosse una scultura.
Altro duo storico a cui rende omaggio Claudia Santeroni con il suo progetto espositivo, patrocinato dalla Regione Lombardia e dall’assessorato alla Cultura del Comune di Bergamo, è quello formato da Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini, in mostra con la fotografia «Quella sensazione di eterna felicità che si trova alla fine delle favole senza fine», nella quale sono ritratti i due artisti, distesi insieme su un prato, intenti nella lettura del medesimo libro. Porta sempre la loro firma il video «Generalmente le buone famiglie sono peggiori delle altre», nella quale le voci di Ottonella e Nicola raccontano la storia della loro infanzia alla figlia Rosa Dao, mentre scorrono le immagini di quando erano bambini.
Coppia di recente formazione è, invece, quella formata da Cosimo Pichierri e Marco Trinca Colonel, che nel 2006 hanno dato vita al progetto Richard Sympson. A «Relazioni reciproche», i due artisti espongono la fotografia «Ghirlanda di alloro e il video «Variazioni su un segno», lavori nei quali concentrano l’attenzione su due simboli della nostra cultura visiva: la ghirlanda e la croce.
Botto&Bruno presentano, invece, una riflessione sul concetto di marginalità, intesa come espressione di disagio giovanile e di degrado urbano e sociale, attraverso le opere «Kids Riot» e «This is a Love Song», rispettivamente una battaglia di scatole di cartone e un’esplorazione solitaria all’interno di una periferia desolata.
Mentre Il viaggio e la riflessione sul tema dello scambio sono due dei territori d’indagine prediletti da Bianco-Valente, come si evince dalle opere esposte: «Complementare» e «When the Sun touches you». La prima è la storia di due coppie di mani che scrivono l’una sui palmi dell’altra, intrecciando relazioni tra loro e con quanto le circonda; la seconda compone un cielo ipotetico, intessendo diverse immagini scattate dagli artisti durante i loro viaggi attorno al mondo.
Alis/Filliol riflettono, invece, sul valore dell’«essere in due» attraverso «Calco di due corpi in movimento nello spazio», documentazione fotografica, divenuta opera indipendente, di una performance della coppia svoltasi allo spazio Cripta 747 di Torino nel 2010.Un'occasione, questa, per analizzare le molteplici tensioni del fare in coppia, tensioni che spesso si muovono tra ideazione e improvvisazione, tra forma e informe.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Mocellin Pellegrini, «Quella sensazione di 'eterna felicità che si trova alla fine delle favole senza fine», 2005. Stampa lambda su alluminio, 100x135 cm. Edition of 3. Courtesy Galleria Lia Rumma - Milano; [fig. 2] Bianco Valente, «Complementare», 2010.Video, 2'40" (loop). Courtesy l’artista; [fig. 3] Cuoghi Corsello, «Suf!», 2008.Light Box, 93 x 130 x 15.5 cm. Courtesy l’artista; [fig. 4] Alis Filliol, «Calco di due corpi in movimento nello spazio», 2010. Stampa su carta fotografica, 50 x 70 cm ciascuna. Courtesy l’artista

Informazioni utili 
«Relazioni reciproche». Alis/Filliol, Bianco-Valente, Botto&Bruno, Cuoghi Corsello, Ferrario Frères, Mocellin Pellegrini, Richard Sympson. Sala alla Porta Sant'Agostino,via Porta Dipinta, 46 – Bergamo. Orari: martedì-venerdì, ore  15.30-19.00; sabato e domenica, ore 10.00-12.30 e ore 15.00-19.30. Ingresso libero. Catalogo: Lubrina editore, Bergamo. Informazioni: tel. 328.4179207 o info@relazionireciproche.it. Fino al 24 novembre 2013.