ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

giovedì 29 gennaio 2015

Pesaro, tutto il bianco delle collezioni di Palazzo Mosca

Per i nostri antenati era uno dei tre colori basilari insieme con il rosso e il nero. Le sue prime tracce si trovano, infatti, nelle grotte paleolitiche dove veniva usato per dare forma alle figure degli animali; mentre nel Medioevo era impiegato per schiarire le pergamene dalle tinte guscio d’uovo dei manoscritti miniati.
Con il passare dei secoli, il bianco ha finito per assumere nell’immaginario sociale svariati significati, diventando –ricorda lo storico Michel Pastoureau nel libro «I colori del tempo» (Ponte delle Grazie, Milano 2010)- simbolo di purezza, castità, innocenza, candore, pulizia, freddo, vecchiaia, spiritualità, speranza e divino.
A questa tinta, data dalla somma di tutte le cromie esistenti nello spettro solare, guarda la mostra studiata da Alessandro Marchi (funzionario della Soprintendenza per i Beni storici, artistici ed etnoantropologici delle Marche) e Benedetta Montevecchi, con il contributo di Francesca Banini ed Erika Terenzi, per i Musei civici di Palazzo Mosca a Pesaro.
«Bianco - Dalle stanze segrete al candore della luce», questo il titolo della rassegna, allinea oltre duecento opere diverse per materia, tecnica, funzione, forma, periodo, ambito culturale e collezione, ma accomunate dalla provenienza: i depositi delle collezioni civiche pesaresi, uno scrigno di tesori ancora poco conosciuto al grande pubblico. Si spazia così dal candore del marmo e dell'alabastro all'iridiscenza della madreperla, dal bianco tipico della porcellana all'eleganza di pizzi e merletti, fino alla raffinatezza assoluta di manufatti in avorio.
Il percorso espositivo, visitabile fino al prossimo 31 maggio, si suddivide in tre sezioni. La prima sala ospita tessuti ricamati e oggetti da cucito in avorio, eleganti porcellane di soggetto profano o di culto, terraglie pesaresi dell'Ottocento. Nella seconda stanza trovano, invece, posto sculture in marmo ed alabastro del XVIII e XIX secolo, quasi tutte di arredo e all’antica, come imponevano l’etichetta e le mode dei nobili dell'epoca. Busti di imperatori romani, profili aristocratici, mitologici e tondi devozionali a sfondo religioso scorrono così sotto gli occhi del visitatore prima di arrivare all’ultima tappa del percorso, nella quale sono visibili oggetti devozionali provenienti dai laboratori dediti alla lavorazione della madreperla promossi dai Francescani di Terra Santa fin dal Seicento.
In mostra ci sono anche ritratti nei quali l'abbigliamento dei personaggi di alto lignaggio raffigurati, con colletti ornati da trine, richiama i manufatti esposti e quadri con capricci architettonici accostati a modelli di tempietti marmorei, in origine eleganti centrotavola che sovrastavano le tavole principesche tra il Seicento e l'Ottocento.
Alla base di tutto il bianco, colore che in Occidente si è caricato di implicazioni simboliche diverse e che, a partire dall'età moderna e in particolare nell'estetica neoclassica, viene adottato per esprimere ideali di perfezione formale. È, infatti, lo storico dell'arte Johann Joachim Winckelmann nei suoi «Pensieri sull'imitazione delle opere greche nella pittura e nella scultura» (1755) che consacra definitivamente il mito di questo colore elevando i candidi capolavori della statuaria greca a modelli di bellezza ideale.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Coppa con decoro vegetale, alabastro. Fabbrica Inghirami (?).Volterra, sececolo XIX. Provenienza: collezione Mosca, Pesaro; [fig. 2] Necessaire per cucito, avorio tornito e intagliato. Artigianato francese, inizio secolo XIX. Provenienza: collezione Mosca, Pesaro; [fig. 3] Gian Domenico Cerrini (Perugia, 1609 - Roma, 1681), «Allegoria della scultura». Olio su tela, XVII secolo.  Provenienza: collezione Mosca, Pesaro

Informazioni utili 
«Bianco. Dalle stanze segrete al candore della luce». Musei civici di Palazzo Mosca, piazza Toschi Mosca, 29 - Pesaro. Orari: martedì-giovedì, ore 10.00-13.00; venerdì-domenica e giorni festivi, ore 10.00-13.00 e ore 15.30–18.30.Ingresso: intero € 9,00(include la mostra, le collezioni permanenti dei Musei civici e Casa Rossini) ridotto € 7,50 (gruppi minimo 20 persone; over 65; soci Fai, Touring club, Coop Adriatica, Italia nostra);€ 5,00 possessori Card Pesaro Cult (la card ha validità annuale e si acquista al prezzo di 3,00 euro alla biglitteria dei Musei civici); ingresso libero fino ai 19 anni. Informazioni: tel. 0721.387541 o pesaro@sistemamuseo.it. Siti web: www.pesaromusei.it o www.pesarocultura.it. Fino al 31 maggio 2015.

mercoledì 28 gennaio 2015

«Kids Creative Lab», ad Expo Milano 2015 con la collezione Peggy Guggenheim

550.000 bambini, 22.000 classi, 2.800 scuole: sono questi i numeri della terza edizione di «Kids Creative Lab», progetto ideato nel 2012 dalla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, insieme con la catena di abbigliamento Ovs, il più noto retailer di fast fashion italiano di proprietà del gruppo Coin, che quest’anno si avvale della collaborazione del Padiglione Italia a Expo Milano 2015.
L'iniziativa, che ha preso il via in autunno con le iscrizioni delle scuole, ha, infatti, deciso di rinnovarsi e di intrecciare i suoi consueti contenuti di arte e creatività con le tematiche della manifestazione milanese intitolata «Nutrire il pianeta, Energia per la vita»: agricoltura, alimentazione, biodiversità e sostenibilità.
«Arte-Coltura» è, dunque, il titolo del laboratorio di questa edizione del «Kids Creative Lab», che vedrà i partecipanti alla prese con la creazione di un vero e proprio orto.
Grazie all’azienda Fratelli Ingegnoli, sponsor tecnico dell’iniziativa al quale si deve la fornitura gratuita delle sementi, i bambini hanno potuto ritirare in queste ultime settimane il proprio «Kit d’artista» nei negozi Ovs, insieme a un manuale d’istruzioni completo di spunti tematici e approfondimenti multidisciplinari.
I partecipanti potranno ora sperimentare la coltivazione dei semi, in classe o a casa, e osservare la crescita di piante come il girasole, la barbabietola, il cavolo o il pomodoro.
Nel luogo dove verrà piantato il germoglio, i piccoli agricoltori dovranno realizzare una grande forma ben visibile dall’alto utilizzando unicamente materiali naturali quali pietre, rami, foglie, sabbia o erba. Seguendo i canoni della Land art e i principi della prossima esposizione universale, i segni lasciati sul territorio saranno, dunque, a impatto ambientale zero, in quanto realizzati senza alcun materiale di scarto.
Le installazioni create, manifestazione visibile di tutti gli alberi che verranno piantati nell’ambito di «Kids Creative Lab», saranno documentate attraverso uno scatto fotografico e daranno così origine all’«eARTh-DAY», esperimento di arte partecipata realizzato dalle scuole e totalmente inedito in Italia.
Grazie alle soluzioni tecnologiche offerte da Google for Work sarà possibile geo-localizzare su una mappa tutti i diversi progetti che aderiranno all’iniziativa didattica della collezione Peggy Gueggenheim. Non solo, per tutti gli istituti sarà possibile anche utilizzare gli strumenti Google Apps for Education, e in particolare Google Classroom, per favorire la comunicazione e la collaborazione.
Dopo l’enorme successo delle prime due edizioni, che hanno coinvolto complessivamente 3.200 scuole, 19.000 classi e 460.000 bambini in tutta Italia, i «Kids Creative Lab» sbarcano, dunque, ad Expo. Il 1° maggio, in concomitanza con l’apertura dell'esposizione universale, il Padiglione Italia ospiterà, infatti, una grande video-installazione interattiva dove saranno visibili le composizioni realizzate dalle classi nell’ambito del progetto. Congiuntamente al laboratorio, i partecipanti svolgeranno una ricerca linguistico-lessicale su parole chiave legate ai temi dell'agricoltura e dell'alimentazione, che darà vita a un gigantesco archivio-glossario utile per scoprire il mondo di Expo Milano 2015.

Informazioni utili 
«Kids Creative Lab 2015» - «Arte-Coltura». Numero verde: 800172534. Sito internet: http://kidscreativelab.ovs.it

martedì 27 gennaio 2015

«I mondi di Primo Levi» in mostra a Torino

È un vagone piombato uguale a quelli usati per deportare ebrei e prigionieri politici nei campi di concentramento ad annunciare, a chi arriva a piazza Castello, la mostra «I mondi di Primo Levi. Una strenua chiarezza» con la quale Torino ricorda, negli spazi della Corte medioevale di Palazzo Madama, lo scrittore piemontese, del quale è in uscita a New York l’edizione completa in inglese della sua opera, e il settantesimo anniversario della liberazione di Auschwitz.
L’esposizione, curata da Fabio Levi e Peppino Ortoleva, con la consulenza di vari specialisti quali Gianfranco Cavaglià, Anna Rita Bertorello, Roberta Mori e Cristina Zuccaro, si propone di mettere in luce la multiforme personalità di un uomo conosciuto soprattutto per aver consegnato l’orrore dei lager nazisti all’immortalità della pagina letteraria, ma che è stato anche chimico, scultore di esili figure in filo di rame, autore di poesie e scrittore di un libro come «La chiave a stella», nel quale si racconta, ripercorrendo la storia di Tino Faussone, costruttore di tralicci e di ponti in ferro in vari Paesi del mondo, come il lavoro possa costituire una risorsa decisiva per la felicità degli esseri umani.
Illustrazioni inedite, videoinstallazioni, oggetti d’epoca, sculture, audiovisivi, pannelli esplicativi e citazioni offrono così un ritratto a tutto tondo di Primo Levi (Torino, 1919-1987), disegnando un profilo che va oltre la sua testimonianza sugli orrori della Shoah e il suo racconto sui recessi più dolorosi e insondabile del XX secolo espresso attraverso libri quali «Se questo è un uomo» e «I sommersi e i salvati».
L’inesauribile curiosità dello scrittore per l’animo umano, il suo sguardo spesso ironico e sempre lucido sui «vizi di forma» della realtà contemporanea, la sua inesausta ricerca di un dialogo continuo con l’altro, l’attenzione per i vari aspetti del mondo ebraico, l’applicazione della scienza nel quotidiano e l’amore per il lavoro ben fatto emergono, passo dopo passo, in questa bella mostra promossa dal Centro internazionale di Studi Primo Levi, con un occhio rivolto soprattutto alle esigenze educative dei più giovani, e concepita per essere itinerante, facendo tappa in più città italiane e all’estero, dalla Fondazione Fossoli di Carpi a Berlino.
Il percorso-scoperta, visitabile fino al 6 aprile, presenta, nello specifico, fotografie che ritraggono Primo Levi in decine di momenti quotidiani o nel suo lavoro in fabbrica, copertine di libri, videointerviste con le sue idee a proposito della scrittura, microscopi e becher d'epoca provenienti dal museo dell'Università di Torino, tavole illustrate inedite sulla sua «Storia di un atomo di carbonio» e una bellissima farfalla in rame realizzata con scarti di produzione.
A latere della mostra, e per una sua maggiore valorizzazione, è previsto un fitto programma di eventi e iniziative di diversa natura: letture multilingue, convegni e dibattiti, presentazioni di libri, proiezione di filmati, visite guidate per le scuole.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Primo Levi con gli studenti della scuola media  «Rosselli» di Torino, 24 maggio 1979; [fig. 2] Farfalla realizzata da Primo Levi con fili di rame; [fig. 3] Edizione in lingua tedesca del libro  «I sommersi e i salvati»

Informazioni utili 
«I mondi di Primo Levi - Una strenua chiarezza».Palazzo Madama -Museo civico d’arte antica, piazza Castello - Torino. orari: martedì-sabato, ore 10.00 -18.00; domenica, ore 10.00 -19.00; la biglietteria chiude un’ora prima; chiuso il lunedì. Ingresso: intero € 8,00, ridotto € 5,00. Informazioni: tel. 011.4433501. Sito internet: www.palazzomadamatorino.it. Fino al 6 aprile 2015. 

lunedì 26 gennaio 2015

Felice Casorati, un disegnatore dal «pensiero assorto»

La fama di Felice Casorati (Novara, 1883- Torino, 1963) è legata soprattutto alle sue indiscusse capacità pittoriche, frutto di una rigorosa disciplina formale e di un gusto cromatico raffinatissimo, che avevano le loro fonti di ispirazione in pittori del passato quali Piero della Francesca, Andrea Mantegna e Paolo Uccello, ma anche nel linguaggio rivoluzionario del pittore post-impressionista Paul Cèzanne.
Per comprendere l’atteggiamento creativo e operativo dell’artista piemontese è, però, molto utile porre attenzione anche ai suoi disegni, spesso di piccolissime dimensioni, nei quali appaiono già in nuce le indicazioni compositive e distributive della futura opera compiuta, come ben documenta il raffronto tra l’olio su tela «La donna e l’armatura» (1921) e i due suoi schizzi preliminari.
Si rivela, dunque, preziosa la mostra «Il pensiero assorto», a cura di Riccardo Passoni, che la Gam – Galleria d’arte moderna di Torino, depositaria della più ampia collezione al mondo sull’artista, ha allestito nell’ambito del progetto Wunderkammer, ideato da Virginia Bertone con l’intento di valorizzare le collezioni grafiche del museo, all’interno delle quali sono conservati oltre trentamila fogli tra disegni, acquarelli, incisioni e stampe fotografiche di autori che hanno operato tra gli ultimi decenni del Settecento e tutto il Novecento.
L’esposizione torinese, allestita fino a domenica 1° febbraio, nasce a corredo della grande retrospettiva «Felice Casorati - Collezioni e mostre tra Europa e Americhe» che la Fondazione Ferrero di Alba dedica all’artista, a poco più di cinquant’anni dalla sua morte, mettendo in mostra sessantacinque opere, selezionate da Giorgina Betolino, che ne documentano il percorso artistico dalla prima decade del Novecento agli anni Cinquanta.
La proposta in Wunderkammer arricchisce, dunque, la conoscenza sul pittore piemontese focalizzando l'attenzione sul solo disegno, un esercizio che, nel ricordo del figlio Francesco, Felice Casorati raccomandava spesso ai suoi allievi: «ripeteva -si legge nella dichiarazione riportata nel volume «Dipingere il silenzio» del 2007- di fare un ‘insieme’ ogni giorno, il che voleva dire un disegno dal vero con il carboncino di un soggetto qualsiasi, in modo da non perdere quella qual sorta di ginnastica mentale così da obbligare la mano a ubbidire al cervello e a non perdere l’abitudine a comporre in uno spazio delle forme».
Al centro della mostra torinese si trovano, nello specifico, alcuni splendidi fogli di grande formato con morbide volumetrie create dal carboncino e sobrie definizioni di figure umane a matita nera, come lo splendido «Nudo femminile disteso» (verosimilmente della metà degli anni Venti), che testimoniano la sensibilità e le peculiarità delle scelte grafiche casoratiane.
Non mancano, poi, rapidi appunti, spesso di piccole dimensioni, nei quali si ravvisano, tra l’altro, i dettagli di certi esiti scultorei. Proprio in questa ottica di rimando e di confronto, alcune opere tridimensionali dell’artista -che si cimentò in questa tecnica abbastanza raramente, ma con esiti di sorprendente qualità- sono state inserite lungo il percorso espositivo. Tra di esse si ricordano la splendida testina ‘calligrafica’ di «Ada» (1914), il solido «Ritratto della sorella Elvira» (1920), ma anche il bassorilievo della «Mattanza del toro», presentato alla Triennale di Monza del 1927.
Tra i pezzi da vedere si segnalano, infine, il carboncino su carta «Bambina dormiente», acquistato per il Museo civico torinese alla mostra «Amici dell’Arte» del 1927, e due schizzi, a matita su carta, provenienti dalla Fondazione Guido ed Ettore de Fornaris, l'uno che richiama il capolavoro «L’uomo delle botti», l'altro che strizza l’occhio al celebre dipinto «Silvana Cenni» (1922). (sam)

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Felice Casorati, «Bambina dormente», 1927 (fl/89). Carboncino su carta. Acquisto presso la Mostra Amici dell’Arte, Torino 1927; [fig. 2] Felice Casorati, «Bambina seduta a terra», (1915 c.?) (fl/2036). Carboncino su carta. Legato Alberto Rossi, Torino 1956; [fig. 3] Felice Casorati, «Nudo femminile disteso», (1925?) (fl/83). Matita su carta. Legato Alberto Rossi, Torino 1956

Informazioni utili
«Felice Casorati - Il pensiero assorto». Gam - Galleria d'arte moderna, via Magenta, 31 - Torino. Orari:  martedì-domenica, ore 10.00-18.00; giovedì, ore 10.00-22.30; la biglietteria chiude un'ora prima; il museo è chiuso il lunedì. Ingresso (comprensivo della visita alle collezioni) intero € 10,00, ridotto € 8,00,  gratuito per i ragazzi fino ai 18 anni. Informazioni: tel. 011.4429518. Sito internet: www.gamtorino.it. Fino al 1° febbraio 2015. 

venerdì 23 gennaio 2015

Dal Guercino a Giovanni da Modena, anche l’«antico» è protagonista a «Bologna Art City»

È il dialogo tra antico e contemporaneo a tessere la trama della terza edizione di «Bologna Art City», il programma istituzionale nato nel 2013 con l’intento di arricchire l’offerta culturale di «Arte Fiera» proponendo ai bolognesi e ai turisti un’originale esplorazione dei musei e dei luoghi d’arte della città attraverso l’organizzazione di oltre un centinaio di eventi tra mostre, proiezioni cinematografiche, spettacoli teatrali, talk show, laboratori didattici per bambini, interventi di street art e performance.
L’iniziativa, il cui coordinamento curatoriale è stato affidato a Gianfranco Maraniello, prevede così una serie di appuntamenti dedicati ai grandi maestri del passato accanto ad eventi nei quali le espressioni della creatività contemporanea avranno per scenario prestigiosi spazi storici cittadini così da generare nei visitatori nuovi sguardi e percezioni sul capoluogo emiliano e sulla rilevanza del suo patrimonio artistico permanente.
Esemplare di questo percorso tematico è la mostra «Morandi e l’antico: Vitale da Bologna, Barocci, Rembrandt e Crespi», il nuovo allestimento temporaneo del museo Morandi che mette in relazione le opere della collezione permanente con alcuni capolavori del passato per documentare come la modernità della ricerca del maestro bolognese sia frutto di un’attenta riflessione sulla storia artistica precedente.

Dal Guercino a Nicolò dell'Arca: tante mostre per gli amanti dell'arte «antica»
Su questa scia si muove anche la proposta di Palazzo Talon Sampieri, residenza privata di rilevante pregio storico-architettonico nella centralissima Strada Maggiore, da poco aperta al pubblico, la cui Sala di rappresentanza è ornata da un bellissimo affresco ispirato al racconto mitologico di «Ercole e Anteo», realizzato nel 1631, che sir Denis Mahon ha riconosciuto come preziosa testimonianza della poliedricità di Francesco Barbieri detto il Guercino.
In occasione di «Bologna Art City», il palazzo sarà aperto su appuntamento e solo per pochi fortunati (sono ammesse dieci persone per ogni turno di visita, della durata di circa trenta minuti), consentendo di vedere non solo il capolavoro seicentesco, ma anche un intervento artistico di Giacomo Maria Cavina, realizzato attraverso il posizionamento a terra di specchi sagomati e in movimento così da attivare una visione, nuova e inedita, dell’affresco, una sorta di «Guercino nel Guercino».
Guarda al passato anche la mostra promossa dal Museo civico medioevale, nel Sala del Lapidario, nella quale Daniele Benati e Massimo Medica indagano l’opera di Giovanni di Pietro Falloppi, meglio noto come Giovanni da Modena, artista al quale si deve la decorazione della ben nota cappella Bolognini in San Petronio (1411-12 ca.) con il Giudizio universale e le storie dei Magi.
La rassegna, visitabile fino al 12 aprile, mette a confronto varie opere e miniature del pittore emiliano provenienti da musei e collezioni private, tra le quali la «Madonna col Bambino» di Modena o quella della Pinacoteca nazionale di Ferrara, tentando di ricostruirne il lungo periodo di attività, avviato all'inizio del XV secolo, come rivelano le due miniature all'interno degli «Statuti della Società dei Drappieri» (1407, Bologna, Museo civico medievale), e destinato a proseguire fino agli anni Cinquanta del Quattrocento, come testimonia la tempera con «San Bernardino da Siena e storie della sua vita» (1451, Bologna, Pinacoteca nazionale).
Per quasi quattro decenni, la figura di Giovanni da Modena domina, dunque, il panorama della cultura artistica bolognese, contribuendo ad aggiornarla agli esiti del gotico internazionale, di cui seppe offrire una variante fortemente personalizzata che, per i suoi accenti di  immediata espressività, si ricollega alla precedente tradizione locale.
Casa Saraceni focalizza, invece, l’attenzione su una delle sue più importanti acquisizioni d’arte antica degli ultimi dieci anni: «Porzia che si ferisce alla gamba», opera di Elisabetta Sirani (Bologna, 1638-1665), citata per la prima volta da Carlo Cesare Malvasia nel volume «Felsina pittrice» del 1678, pubblicata nel 1975 nel catalogo della pionieristica mostra di Los Angeles sulle donne artiste e acquisita dalla Fondazione Carisbo nel 2008.
Contestualmente saranno visibili al pubblico opere d’arte del Novecento come «La madre folle» (1929) «La carità» (1937) e «Dedalo e Icaro» (1937) di Arturo Martini, «Il pastore dell’essere» di Alberto Viani (1963) e «Glass writing: ideogramma» di Nino Migliori (2004), oltre a una selezione di strumenti musicali meccanici della collezione Marini, tra i quali il «piano melodico» di Giovanni Racca.
Agli amanti dell’antico si segnala anche la mostra «Il viaggio oltre la vita. Gli Etruschi e l’aldilà tra capolavori e realtà virtuale» a Palazzo Pepoli, nella quale sono esposte ceramiche figurate, sculture in pietra e la trasposizione di una Tomba dipinta di Tarquinia (la Tomba della nave), le cui pareti affrescate sono state «strappate» dalla camera originaria e rimontate in pannelli, oltre alla ricostruzione virtuale del Sarcofago degli sposi, esposto permanentemente all'interno del museo di Villa Giulia a Roma, del quale ne esistono solo due versioni al mondo (l'altra è conservata al Louvre di Parigi).
Seguendo le tracce dell’antico, una visita merita, infine, la Chiesa di Santa Maria della Vita, all’interno della quale è conservato il «Compianto del Cristo morto» di Nicolò dell'Arca, un gruppo scultoreo datato 1463, composto da sette figure policrome in terracotta a grandezza naturale (la Vergine, le tre Marie, San Giovanni Apostolo e Giuseppe d'Arimatea che piangono sul corpo del Cristo morto) e noto in tutto il mondo anche per la puntuale definizione di Gabriele D’Annunzio che parlò di «urlo di pietra».

Da Palazzo Poggi alla Biblioteca dell'Archiginnasio: Sissi dialoga con le collezioni d'arte della città
È giocato, invece, sul rapporto tra antico e contemporaneo il progetto espositivo «Manifesto abusivo», dedicato alla ricerca artistica di Sissi sul corpo umano inteso come terreno di sperimentazione e luogo di rappresentazione.
Installazioni, disegni, video, sculture, libri d’artista e performance, lavori nuovi e opere precedenti riproposte in un display inedito, non solo ripercorrono l’intero iter creativo dell’artista bolognese, sulla scena da una decina di anni, ma innescano anche stimolanti contrappunti con le raccolte permanenti delle quattro sedi espositive cittadine coinvolte nella rassegna.
Punto di partenza del percorso espositivo, la cui curatela è di Gianfranco Maraniello e Sabrina Samorì, è il museo di Palazzo Poggi, che accoglie un allestimento incentrato sul progetto performativo ed editoriale «Anatomia parallela», nel quale trovano posto illustrazioni che imitano nelle sembianze un trattato anatomico del XVII secolo e il video «Animatomie» (2013), con disegni che illustrano una serie di lezioni sulla manipolazione del corpo attraverso gesti simbolici di vestimento e travestimento, in dialogo con le celebri ceroplastiche degli «Spellati» realizzate dal bolognese Ercole Lelli a metà del XVIII secolo.
All’interno delle Collezioni comunali d’arte di Palazzo Accursio, nella Sala dei primitivi, trovano, invece, posto le installazioni «Apparati di un discorso organico» (2014) e «Il naufrago: ondeggia ubriaco perdendo la testa» (2012); mentre nella Gipsoteca del Museo civico archeologico Sissi mette a confronto i calchi in gesso di sculture greche e romane presenti nella collezione con manichini rivestiti da abiti e accessori provenienti dal suo «Addosso 1995/in progress».
Il percorso espositivo, al quale sarà affiancata anche una performance nella sala seicentesca del Teatro anatomico (domenica 25 gennaio, ore 17.30), si chiude alla Biblioteca comunale dell'Archiginnasio, nell’Ambulacro dei Legisti, dove sono state posizionate dieci vetrine in cui sono allestiti altrettanti tavoli di lavoro su cui sono esposti diari con appunti e idee, tavole disegnate, piccole reliquie e oggetti vari. In un'atmosfera laboratoriale che si ispira all'atelier dell'artista, l'installazione avvicina, poi, lo sguardo del pubblico alla sfera delle sue fonti di ispirazione attraverso la presentazione di una serie di volumi antichi riccamente illustrati come la «Monstrorum historia» di Ulisse Aldrovandi, stampata a Bologna nel 1642, e l'«Opera omnia» di Marcello Malpighi, edita a Londra nel 1686 sotto l'egida della Royal Society.
A collegare le varie sedi espositive, con orari di apertura ampliati e ingresso gratuito (o in alcuni casi ridotto) per i possessori di qualsiasi tipologia di biglietto «Arte Fiera», ci sarà l’«Art City Bus», linea di trasporto urbano articolata in tredici fermate, che farà la spola tra piazza Costituzione, le Due Torri, San Vitale e i principali musei cittadini. Un valido ausilio per costruirsi il proprio itinerario di visita personalizzato sarà anche l’«Art City Map», una pratica guida di formato tascabile con tutte le informazioni sugli eventi in programma a Bologna, a partire dalla mostre al Mambo di Carroll e Calzolari per giungere al progetto espositivo «Too early too late» alla Pinacoteca nazionale (dal 22 gennaio al 12 aprile), altre tre delle tante proposte che, dal 23 al 25 gennaio, trasformeranno la città in un vero e proprio «museo diffuso». (sam)

Per saperne di più
Da «Arte Fiera» ad «Art City»: per quattro giorni Bologna diventa un grande «museo diffuso»

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Giovanni da Modena, Cappella Bolognini - particolare, 1411-12 ca.. Bologna, Basilica di San Petronio; [fig. 2] Giovanni da Modena, «Madonna con Bambino». Tempera su tavola. Modena, Museo civico d'arte; [fig. 3] Giovanni da Modena, «Statuti della Società dei Drappieri» - ms. 639,1407. Bologna, Museo civico medievale; [fig. 4] Francesco Barbieri detto il Guercino, particolare dell'affresco «Ercole e Anteo», 1631. Bologna, Palazzo Talon Sampieri; [fig. 5]  Elisabetta Sirani, «Porzia si ferisce alla gamba», 1664. Olio su tela, 101x138 cm. Collezioni d’arte e di storia della Fondazione cassa di risparmio in Bologna. Courtesy: Fondazione Carisbo; [fig. 6] Niccolò dell'Arca, «Compianto sul Cristo morto», 1463. Bologna, Santa Maria della Vita; [Fig. 7] Sissi, «Anatomia parallela», 2014. Libro d'artista, tecnica mista, disegni, collage, testi, 33 x 23 cm; [fig. 8] Sissi, «Anatomia parallela in tour», 2014. Performance al Teatro anatomico.  Padova, Palazzo del Bo. Foto: Dario Lasagni. Courtesy dell'artista; [fig. 9] Sissi, «Manifesto anatomico». veduta della mostra presso la Biblioteca comunale dell'Archiginnasio di Bologna. Foto: Ilaria Medda; [ figg.10 e 11] Sissi, «Manifesto anatomico». veduta della mostra presso il Museo civico archeologico (Gipsoteca) di Bologna. Foto:  Cecilia Ceccherini; [fig. 12] Sezione della mostra  «Il viaggio oltre la vita» al Museo della storia di Bologna dedicato alla Tomba della nave; [fig. 13] Piano melodico a coda, costruito dalla ditta Giovanni Racca, Bologna, 1900 ca., n. di serie 4674, rivenditore Tedeschi & Raffael di Milano. 101x88x140 cm, 73 note, lettura a libro di carta, movimento a manovella [Opera esposta a Casa Saraceni di Bologna]

Informazioni utili 

«Art City Bologna 2015 - Musei, mostre, luoghi d'arte». Bologna, sedi varie.  Programma su: http://agenda.comune.bologna.it/cultura/artcity. Ingresso gratuito o ridotto in tutte le sedi coinvolte per i possessori di qualsiasi biglietto di Arte Fiera  2015. Siti web: www.comune.bologna.it/cultura/ o www.artefiera.bolognafiere.it. Dal 23 al 25 gennaio 2015.

«Morandi e l’antico: Vitale da Bologna, Barocci, Rembrandt e Crespi». Museo Morandi @ Mambo, via Don Minzoni, 14 – Bologna. Orari: martedì, mercoledì e venerdì, ore 12.00-18.00, giovedì, sabato, domenica e festivi, ore 12.00-20.00. Orari «Art City Bologna»: venerdì 23 gennaio, ore 10.00-20.00; sabato 24 gennaio, ore 10.00-24.00; domenica 25 gennaio, ore 10.00-20.00.  Ingresso: intero (comprensivo di accesso alle mostre temporanee) € 6,00, ridotto € 4,00, gratuito per i possessori del biglietto «Arte Fiera» nei soli giorni di svolgimento di «Art City Bologna». Informazioni: tel. 051.6496611, fax 051.6496637 o info@mambo-bologna.org. Sito internet: www.mambo-bologna.org. Fino al 3 maggio 2015.

«Il Guercino nel Guercino». Palazzo Talon Sampieri, Strada Maggiore, 24 - Bologna. Orari «Art City Bologna»: venerdì 23-domenica 25 gennaio, ore 11.00-13.00 e ore 15.30-17.30. Ingresso: gratuito, ma solo su appuntamento e per gruppi limitati (massimo 10 persone), con turni di visita ogni 30 minuti. Prenotazioni: cell. 338.3341685 (dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore  15.00 alle ore 18.00). Nota: al momento della prenotazione hanno precedenza i possessori del biglietto «Arte Fiera». Sito web: www.amicidelguercino.it. Dal 23 al 25 gennaio 2015. 

«Giovanni da Modena. Un pittore all'ombra di San Petronio». Museo civico medievale – Sala del Lapidario, via Manzoni, 4 – Bologna. Orari: martedì – venerdì, ore 9.00 - 15.00; sabato, domenica e festivi, ore 10.00-18.30; lunedì chiuso. Orari «Art City Bologna»:venerdì 23 gennaio, ore 9.00-20.00; sabato 24 gennaio, ore 10.00-24.00; domenica 25 gennaio, ore 10.00-20.00. Ingresso: intero € 6,00, ridotto € 4,00, gratuito per i possessori del biglietto «Arte Fiera» nei soli giorni di svolgimento di «Art City Bologna». Informazioni: tel. 051.2193930/2193916,  Sito internet: www.museibologna.it/arteantica. Fino al 12 aprile 2015. 

Le collezioni d'arte della Fondazione Carisbo: un capolavoro di Elisabetta Sirani e gli strumenti musicali meccanici di scuola bolognese della collezione Marini. Casa Saraceni, via Farini, 15 - Bologna. Orari «Art City Bologna»: venerdì 23 gennaio, ore 12.00-20.00; sabato 24 gennaio, ore 12.00-24.00; domenica 25 gennaio, ore 12.00-20.00. Ingresso gratuito. Informazioni: tel.  051.2754070 o info@genusbononiae.it. Siti web: www.fondazionecarisbo.it o www.genusbononiae.it. Dal 23 al 25 gennaio 2015.  

«Il viaggio oltre la vita. Gli Etruschi e l’aldilà tra capolavori e realtà virtuale». Palazzo Pepoli - Museo della storia di Bologna, via Castiglione, 8 - Bologna. Orari: martedì-domenica, ore 10.00-19.00; giovedì, ore 10.00-22.00; chiuso il lunedì. Orari «Art City Bologna»: venerdì 23 gennaio, ore 10.00-19.00; sabato 24 gennaio, ore 10.00-24.00; domenica 25 gennaio, ore 10.00-19.00. Ingresso: intero € 10,00, ridotto over 65 e convenzioni € 7,00, ridotto studenti e gruppi € 5,00; gratuito per i possessori del biglietto «Arte Fiera» nei soli giorni di svolgimento di «Art City Bologna». Informazioni: tel. 051.19936317 o  info@genusbononiae.it. Sito internet:  www.genusbononiae.it. Fino al 22 febbraio 2015.  

«Compianto sul Cristo morto» di Niccolò dell'Arca. Santa Maria della Vita, via Clavature, 8-10 - Bologna. Orari: martedì-domenica, ore 10.00-19.00. Orari «Art City Bologna»: venerdì 23 - domenica 25 gennaio, ore 10.00-19.00. Ingresso gratuito. Informazioni: tel. 051.19936317 o  info@genusbononiae.it. Sito internet:  www.genusbononiae.it. Esposizione permanente. 

«Sissi. Manifesto anatomico». Performance: domenica 25 gennaio, alle ore 17.30, al teatro Anatomico. Incontro con il pubblico: sabato 24 gennaio, alle ore 16.00, all'Accademia di Belle arti. Mostre: Museo di Palazzo Poggi, via Zamboni, 33 - Bologna. Orari: martedì-venerdì, ore 10.00–16.00; sabato, domenica e festivi, ore 10.30–17.30; chiuso il lunedì non festivo. Orari «Art City Bologna»: venerdì 23 gennaio, ore 10.00-20.00; sabato 24 gennaio, ore 10.00-24.00; domenica 25 gennaio, ore 10.00-20.00. Ingresso: intero  € 3,00, ridotto € 1,00; gratuito per i possessori del biglietto «Arte Fiera» nei soli giorni di svolgimento di «Art City Bologna». Fino al 22 febbraio 2015. Collezioni comunali d'arte - Palazzo d'Accursio, piazza Maggiore, 6 - Bologna. Orari: martedì-venerdì, ore 9.00–18.30; sabato, domenica e festivi, ore 10.00–18.30; chiuso il lunedì non festivo. Orari «Art City Bologna»: venerdì 23 gennaio, ore 9.00-20.00; sabato 24 gennaio, ore 10.00-24.00; domenica 25 gennaio, ore 10.30-20.00. Ingresso: intero € 5,00, ridotto € 3,00, gratuito con il biglietto di ingresso del Museo civico archeologico; gratuito per i possessori del biglietto «Arte Fiera» nei soli giorni di svolgimento di «Art City Bologna». Fino all'8 marzo 2015. Museo civico archeologico, via dell'Archiginnasio, 2 - Bologna. Orari: martedì-venerdì, ore 9.00–15.00; sabato, domenica e festivi, ore 10.00–18.30; chiuso il lunedì non festivo. Orari «Art City Bologna»: venerdì 23 gennaio, ore 9.00-20.00; sabato 24 gennaio, ore 10.00-24.00; domenica 25 gennaio, ore 10.00-20.00. Ingresso: intero € 5,00, ridotto € 3,00, gratuito con il biglietto di ingresso alle Collezioni comunali d'arte; gratuito per i possessori del biglietto «Arte Fiera» nei soli giorni di svolgimento di «Art City Bologna». Biblioteca comunale dell'Archiginnasio, piazza Galvani, 1 - Bologna. Orari: lunedì-sabato, ore 9.00-19.00; domenica e festivi, ore 10.00-14.00. Orari «Art City Bologna»: venerdì 23 gennaio, ore 9.00-20.00; sabato 24 gennaio, ore 9.00-24.00; domenica 25 gennaio, ore 12.00-20.00. Ingresso libero. Fino all'8 marzo 2015.