ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

giovedì 28 maggio 2015

«Gli imperatori dell’età dell’angoscia», quattro lezioni-spettacolo ai Musei capitolini

La megalomania di Commodo, il dispotismo di Caracalla, la dissolutezza di Elagabalo: tanti caratteri forti e, a volte, semplicemente etichette per descrivere grandi protagonisti della Roma antica. Eppure alcune di queste figure rimangono poco note nella loro personalità e gestione del potere, pur approfondite sui libri e manuali di scuola.
Un’occasione per avvicinare i visitatori a personaggi e storie della romanità in modo più immediato e coinvolgente è offerto dal progetto «Gli imperatori dell’età dell’angoscia…..o meglio: se li conosci li eviti!», una serie di lezioni-spettacolo in programma da giugno a settembre.
Dopo il successo riscosso come proposta educativa per le scuole superiori di secondo grado, il progetto verrà, infatti, proposto al pubblico attraverso quattro appuntamenti in programma venerdì 26 giugno, domenica 5 luglio, domenica 6 settembre, venerdì 18 settembre.
L’Esedra del Marco Aurelio ai Musei capitolini sarà palcoscenico d’eccezione per la rappresentazione del testo teatrale preparato da Antonietta Bello, affermata giovane attrice e qui anche autrice, per le biografie degli imperatori al centro della mostra «L’età dell’angoscia. Da Commodo a Diocleziano (180-305 d.C.) », in esposizione fino al 4 ottobre 2015.
Il testo utilizza fonti antiche, soprattutto Plutarco e l’«Historia augusta», con i suoi coloriti e spietati ritratti dei protagonisti del III secolo d.C., riprodotti in marmo nella prima sezione dell’esposizione capitolina: una comunicazione emotiva, questa, della drammatizzazione che, attraverso la voce recitante, rende «presente» il passato e «vivi» i suoi personaggi.
Cosi, si ripercorreranno con la mente i consigli dati ai politici da Plutarco all’inizio di questa epoca tardo-imperiale e le passioni per eroi quale Alessandro Magno, attraversando le lande lontane sulle quali si gioca la vera battaglia per il potere.
Con Antonietta Bello si potrà scoprire se realmente quest’età fu «d’angoscia», o connotata piuttosto da grandi cambiamenti sociali e nuove aspirazioni. E se davvero valeva per ogni imperatore la regola «Se li conosci li eviti!».
Con una varietà infinita di toni, in un crescendo incessante di comandanti eletti e poco dopo uccisi dal loro stesso esercito, si ripercorreranno voli e cadute di Commodo, l’Ercole romano, con i suoi travestimenti, la passione sfrenata per gli spettacoli dei gladiatori e la sua frenesia di ribattezzare ogni cosa con il proprio nome. Si scoprirà anche l’efferatezza di Caracalla che, con l’uccisione del fratello Geta, aprì una lunga scia di omicidi e che concesse la cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell’Impero, pur di aumentare le entrate di un erario sempre più messo a rischio dalle spese militari.
Nel corso dello spettacolo verrà raccontata, poi, la bellezza efebica del siriano Elagabalo, ucciso appena adolescente e crudelmente profanato nel corpo per la sua condotta lasciva, ma soprattutto per aver voluto sostituire i culti tradizionali cari al Senato con quello orientale del Dio Sole, del quale era sacerdote; fino a ricordare gli imperatori venuti da lontano, durante l’anarchia militare, come Massimino il Trace e Filippo l’Arabo.
La lezione terminerà con Diocleziano, con la suddivisione dell’immenso territorio romano, ormai ingestibile, fra due Cesari ed altrettanti Augusti.
Il progetto, promosso dall’assessorato alla Cultura e al Turismo di Roma - Sovrintendenza ai Beni culturali, con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura, conferma la scelta formativa adottata dai Musei capitolini: utilizzando le moderne teorie di didattica museale, il museo propone da alcuni anni al pubblico, scolastico innanzitutto, una serie di spettacoli abbinati alle mostre in programma, per avvicinare in modo multimediale i visitatori alla storia e all’arte antica, non sempre note o di facile approccio.
L’iniziativa è stata avviata grazie alla consolidata collaborazione con il Teatro di Roma, che ha generosamente contribuito con mezzi economici e attori di alto profilo, condividendo con i Musei capitolini la convinzione che l’arte, in ogni sua forma, sia il mezzo migliore per formare le giovani coscienze e stimolare la sensibilità del pubblico.

Informazioni utili 
«Gli imperatori dell’età dell’angoscia…..o meglio: se li conosci li eviti!». Musei capitolini, Esedra del Marco Aurelio, piazza del Campidoglio, 1 – Roma. Orari: venerdì 26 giugno, ore 17.30; domenica 5 luglio, ore 10.30; domenica 6 settembre, ore 10.30; venerdì 18 settembre, ore 17.30. Ingresso: domenica gratuito, venerdì con il biglietto del museo. Informazioni e prenotazioni: tel. 060608 (tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 21.00). Siti internet: www.sovrintendenzaroma.it; www.zetema.it e www.museiincomuneroma.it

mercoledì 27 maggio 2015

Sant’Anna di Stazzema ad Expo con i suoi «Colori per la pace»

Oltre tremila disegni provenienti da ottantadue scuole e da più di cinquanta nazioni di tutto il mondo: Nuova Zelanda, Giappone, Iraq, Israele, Bangladesh, Colombia, India, Palestina, Russia, Myanmar e tanti altri. Sono questi i numeri che raccontano il progetto «Colori per la pace», nel quale sono raccolti i disegni dei bambini di tutto il mondo per il Parco nazionale della pace di Sant’Anna di Stazzema, con cui la Regione Toscana ha deciso di chiudere la sua presenza ad Expo Milano 2015.
Fino a giovedì 28 maggio, nello stand istituzionale toscano alcuni dei disegni giunti in questi mesi all’associazione «Colori per la pace» (che ha come mission quella di promuovere l’arte infantile a livello internazionale per ridurre le distanze culturali, sociali ed economiche fra i Paesi ricchi e quelli poveri) dai bambini, con un’età compresa tra i 4 e i 10 anni, delle scuole di tutti e cinque i continenti, anche da quei Paesi che oggi sono purtroppo teatro di violenti guerre.
La Regione Toscana ha, dunque, voluto dedicare il suo ultimo evento all’interno di Expo ai bambini e alla pace presentando un’anteprima della mostra che si svolgerà in agosto, da sabato 8 a venerdì 14 agosto, a Sant’Anna di Stazzema, in occasione dell’anniversario del tragico eccidio nazifascista alla fine della seconda guerra mondiale in cui persero la vita 560 persone di cui 130 bambini e tanti altri rimasero orfani.
La città, infatti, attraverso il Parco nazionale della pace di Sant’Anna di Stazzema e sempre in collaborazione con l’associazione «Colori per la pace», organizzerà una grande esposizione internazionale in cui gli oltre 3000 disegni saranno in mostra in tutto il suo territorio.
In ogni guerra, i bambini sono le vittime più indifese. Brutalmente trasportati da un mondo familiare e rassicurante a un mondo sconosciuto, fatto di privazioni, esclusione, paura, fame e violenza, sono spesso costretti a seguire il destino degli adulti senza avere né gli strumenti per resistere e difendersi, né la capacità e maturità per comprendere la situazione che stanno vivendo. Attraverso i loro disegni raccontano tutto questo, ma anche il loro desiderio di vivere la pace attraverso i simboli che per loro più la rappresentano, comunicando un messaggio di speranza.

Informazioni utili 
Parco nazionale della pace di Sant'Anna di Stazzema, tel./fax 0584.772025 o santannamuseo@comune.stazzema.lu.it. Sito internet: www.santannadistazzema.org.

martedì 26 maggio 2015

Venezia, «La giovinezza di Tintoretto» in un convegno di studi

Cinque realtà unite nel nome di un pittore. Il 28 e il 29 maggio, l’Istituto di storia dell’arte della Fondazione Giorgio Cini, assieme all’Università Ca' Foscari di Venezia, all’École Pratique des Hautes Études, all’Université Charles-de-Gaulle - Lille 3 e all’Université Lumière Lyon 2, organizza sull’isola di San Giorgio Maggiore il convegno «La giovinezza di Tintoretto», dedicato all’analisi critica e storiografica delle prime opere di Jacopo Robusti, pittore noto come il Tintoretto (Venezia, 1519–1594), uno dei più grandi esponenti della scuola veneziana e del Cinquecento italiano, e al fenomeno del ‘manierismo’ a Venezia intorno alla metà del secolo.
L’appuntamento di studio, che vede coinvolti docenti universitari, studiosi e rappresentanti di alcuni tra i più importanti musei italiani ed europei, prende le mosse dalle ricerche fondatrici di Rodolfo Pallucchini sulla giovinezza dell’artista e intende associare prospettiva storiografica e analisi critica.
Il periodo della formazione del Robusti (1538 ca. – 1550 ca.) è ancora poco chiaro e la mancanza di una messa a fuoco puntuale non aiuta, né sostiene, la costituzione del primo catalogo dell’artista che dovrebbe contribuire a rinnovare la percezione che abbiamo del pittore.
La prima parte del convegno intende interessarsi alla definizione di uno «stile di giovinezza» e all’identificazione delle influenze, più o meno manifeste, nelle prime opere attribuite a Tintoretto. In questa sessione ci si concentrerà in particolare su questioni di attribuzione, senza limitarsi a considerazioni di carattere stilistico, ma indagando più ampiamente la storia del contesto artistico veneziano del decennio 1530-1540.
La seconda parte del convegno si interesserà a questioni più iconografiche e storiografiche, a partire dall’analisi di opere precise. Tra gli altri, si segnala la presenza di Alessandro Gatti che parlerà della «Crocifissione» di Padova, restaurata al Centro conservazione e restauro della Venaria di Torino.
I dipinti del giovane Tintoretto propongono un linguaggio figurativo originale, attraverso cui è possibile percepire riferimenti culturali, filosofici e poetici singolari – si pensi ad esempio alla pittura a soggetto mitologico – punto di partenza per indagare più approfonditamente l’educazione intellettuale del giovane artista.
Infine la giovinezza di Tintoretto è anche quella di altri pittori e scultori di formazione tosco-romana che, intorno alla metà del Cinquecento, giocano un ruolo fondamentale nell’arte veneziana, tema a cui sarà dedicata l’ultima parte del convegno. A questi artisti, che fanno la loro apparizione sulla scena locale intorno al 1535-1550, è stata riservata in passato scarsa attenzione proprio per la loro educazione centro italiana difforme dal gusto veneziano. Lavorare sulla giovinezza del Tintoretto significa perciò riaprire il «caso» del manierismo a Venezia (o manierismo veneziano) e quello del dialogo fecondo intrattenuto dai veneziani con gli artisti fiorentini, romani o mantovani.
Tra i relatori si segnala la presenza di Miguel Falomir e González Mozo del Museo del Prado di Madrid, di Stefania Mason dell’Universita degli studi di Udine, di Michele di Monte della Galleria nazionale d’arte antica di Palazzo Barberini a Roma e di Roland Krischel del Wallraf-Richartz Museum di Colonia.

Didascalie delle immagini
[Fig.1 ] Tintoretto, «Crocifissione», 1545 ca. Padova, Musei civici; [fig. 2] Tintoretto, «Crocifissione», 1545 ca. Padova, Musei civici. Particolare del quadro ripreso durante il lavoro di pulitura al Centro conservazione e restauro della Venaria di Torino; [fig. 3] Tintoretto (attribuito), «Disputa di Gesù con i dottori del tempio», post 1520 - ante 1594. Milano, Veneranda Fabbrica del Duomo. Museo del Duomo

Informazioni utili 
«La giovinezza di Tintoretto». Fondazione Giorgio Cini Onlus - Istituto di storia dell'arte, Isola di San Giorgio Maggiore – Venezia. Quando: giovedì 28 e venerdì 29 maggio 2015. Ingresso libero. Informazioni utili: Rossella Patrizio, tel. 041. 2710230 o arte@cini.it. Sito internet: www.cini.it.