ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

mercoledì 31 maggio 2017

Milano, una settimana all'insegna della fotografia

Mostre, incontri, visite guidate, laboratori, progetti editoriali e proiezioni urbane: è ricco il cartellone della Milano PhotoWeek, prima edizione di una rassegna promossa dall'Assessorato alla Cultura -con la collaborazione di ArtsFor e con il supporto di Fondation Carmignac e di Leica- che da lunedì 5 a domenica 11 giugno coinvolgerà più di cento sedi espositive e offrirà alla città oltre centocinquanta appuntamenti.
Dai grandi scatti d’autore ai reportage di guerra, dalle immagini di moda e architettura che hanno reso celebre Milano nel mondo alla storia dei principali interpreti dell'obiettivo è uno sguardo a trecentosessanta gradi sul mondo della fotografia quello che propone l'intensa settimana meneghina, nata con l'intento di valorizzare e promuovere quest'arte in tutte le sue possibili espressioni e forme per offrire ai cittadini, appassionati e non, una proposta diversificata e di qualità.
Ad aprire il programma sarà, lunedì 5 giugno, il progetto «365+1 Ritratti a Milano», ideato da Leica Camera Italia, che vedrà oltre trenta professionisti milanesi fotografare coppie di persone che vivono e abitano Milano o che la visitano, vi studiano, lavorano o vi passano parte del proprio tempo, con l’intento di sottolineare i valori di identità, multiculturalità, attrattività e accoglienza che appartengono alla città.
Sempre lunedì 5 giugno, a partire dalle ore 21, ci sarà a Base Milano «Common Thinking», una serata interamente dedicata ai collettivi fotografici dal mondo, nuove forme di associazione, alternativa alle agenzie, che permettono ai fotografi di produrre idee e progetti, distribuirli, trovare finanziamenti. Sarà così possibile conoscere i francesi Fractures, i portoghesi Colectivo Photo, i peruviani Versus Photo, i serbi Kamerades, gli americani MJR e gli italiani Cesura. Mentre in via Maroncelli inaugurerà il progetto «Icon Magazine: 5 mostre d’autore», una rassegna diffusa in cinque gallerie milanesi in cui altrettanti temi -moda, ritratto, luoghi, storie e talent- saranno raccontati attraverso una video proiezione dei servizi fotografici autoriali realizzati per Icon.
Il giorno di apertura del festival vedrà anche, allo Spazio Big Santa Marta, l'inaugurazione della mostra «The Anachronism of the Shaman Power», in cui l'artista Gianluca Balocco presenta una serie di opere fotografiche dedicate alle sciamane andine e alle loro cerimonie anacronistiche in dialogo con un'installazione site-specific di foglie che ricordano il rituale della chakana, richiamano le simbologie del potere economico occidentale e di quello cosmico delle curandere.
Nel lavoro esposto –scrive Francesca Bacci nel testo critico che accompagna la mostra, allestita fino al 30 giugno– «l’artista crea una precisa iconologia della guarigione. I ritratti delle sciamane andine sono costruiti per il nostro linguaggio visivo, così da portarci più vicino a un punto origine che un tempo ci apparteneva. Sono donne dalle sapienti mani-ponte, che cercano costantemente il punto di contatto con un’altra riva – o meglio, lo offrono».
La rassegna proseguirà martedì 6 giugno con una serata dedicata alla fotografia africana negli spazi dei Frigoriferi Milanesi. Il Lagos Photo Festival proporrà la proiezione «Snapshots», nella quale saranno proposti racconti e linguaggi di grande forza che aprono a un mondo e a un’iconografia per noi ancora sconosciuti. Contestualmente ci saranno la proiezione del documentario «African Photo. Mama Casset» di Elisa Mereghetti e la presentazione del catalogo della mostra «Il cacciatore bianco» con opere di Seydou Keita, Malik Sidibé e Guy Tillim.
Il giorno successivo, alle ore 21, nel chiostro di Fondazione Stelline si terrà l'anteprima del documentario «Robert Doisneau: Through the Lens» di Clémentine Deroudille; l'appuntamento si inserisce in «SHOT! Grandi fotografi su grande schermo», una piccola rassegna proposta da CineWanted che omaggia alcuni tra i più grandi e conosciuti fotografi della storia: Bill Cunningham, Tim Hetherington, Vivian Maier, Mapplethorpe e Robert Frank.
Giovedì 8 giugno, dalle ore 16.00, ci si sposterà in Triennale per due eventi inseriti in MiBACT per la fotografia: nuove strategie e nuovi sguardi sul territorio. Si tratta di una visita guidata alla mostra «La Terra Inquieta», a cura di Massimiliano Gioni, e di una conferenza dedicata al tema «Fotografia e società: documento o espressione artistica?», che vedrà al tavolo dei relatori Clarice Pecori Giraldi, Anna Maria Montaldo, Giovanna Calvenzi, Lorenza Bravetta, Raffaella Cortese, Filippo Maggia, Linda Fregni Nagler, Beatrice Trussardi, Bas Vroege, Tobias Zielony e Catterina Seia.
Da venerdì 9 a domenica 11 giugno, piazza Gae Aulenti ospiterà, quindi, il Wide Photo Fest 17, promosso da Aif - Associazione Italiana Foto & Digital, con un calendario di eventi e contest, dedicati a tutti, dai professionisti agli appassionati, per vedere ma soprattutto sperimentare le nuove tecnologie messe a disposizione dai principali marchi del settore.
Sabato 10 giugno si terrà un laboratorio per bambini organizzato dal fotografo Paolo Ventura in collaborazione con il Muba: una scatola di cartone, scotch, forbici, un po’ di luce naturale e i più piccoli saranno a metà strada dal costruire la loro macchina fotografica personale, una camera obscura dentro cui infilare la loro testa e accedere a un mondo fatto all’incontrario.
A chiudere il cartellone sarà domenica 11 giugno, nell’area di Porta Nuova, il progetto ponte tra la Milano PhotoWeek e la Milano ArchWeek dal titolo Milano «Open Portrait»: un'installazione a sorpresa di Antonio Ottomanelli che coniuga fotografia e architettura, promossa dalla Fondazione Riccardo Catella, che nella stessa giornata organizzerà anche l'incontro «Magazine a confronto: dialogo sulla Fotografia Narrativa. Il senso dell’immagine secondo Icon».

Informazioni utili
Milano PhotoWeek. Programma completo con orari e sedi su: www.photoweekmilano.it. Dal 5 all’11 giugno 2017.

martedì 30 maggio 2017

Jacopo Di Cera e le sue barche di Lampedusa in mostra a Venezia

«L’uomo, cantami, dea, l’eroe dal lungo viaggio, colui che errò per tanto tempo dopo che distrusse la città sacra di Ilio. Vide molti paesi, conobbe molti uomini, soffrì molti dolori, nell’animo, sul mare, lottando per salvare la vita a sé, il ritorno ai suoi compagni». Sono queste parole dell’«Odissea» di Omero a fare da filo conduttore alla mostra «Fino alla fine del mare» che il fotografo milanese Jacopo Di Cera presenta a Venezia, negli spazi della Galleria Accorsi in Campo San Stae.
Dopo aver toccato le città di Milano, Roma, Arles, Carrara, Napoli, Torino e Parigi, l’esposizione arriva nella città lagunare, in occasione della cinquantasettesima edizione della Biennale, con l’intento di sensibilizzare su un tema di stretta attualità come quello dell’immigrazione attraverso il linguaggio dell’arte.
Trenta scatti a colori con i frammenti delle imbarcazioni che riposano nel cimitero delle barche di Lampedusa, imbarcazioni che hanno traghettato centinaia di migliaia di persone sulle coste italiane, sono esposte fino al prossimo 6 giugno anche per motivi sociali: parte del ricavato delle vendite delle opere esposte verrà, infatti, devoluto ai progetti «Informazione e sensibilizzazione» e «Minori in transito» di «Save The Children».
Il visitatore è, dunque, invitato a compiere un viaggio metaforico che parte dall'«Odissea» di Omero, da cui sono estratte le sei parole chiave del progetto -il viaggio, l'isola, il legame, la lotta, la salvezza, il ritorno-, e arriva ai riferimenti visivi di Rothko e Klein per raccontare, semplicemente attraverso le forme e i colori, tutto quello che si nasconde negli occhi di chi abbandona la propria terra per fame, disperazione e paura attraverso associazioni visive e cromatiche.
Il fotografo milanese Jacopo Di Cera, attivo ormai da quindici anni nel campo della fotografia di paesaggio, racconta, dunque, in maniera nuova e sensibile un tema molto attuale e sceglie di farlo trattando la materia viva dei viaggi della speranza, le imbarcazioni. Il risultato sono una serie di immagini stampate in alta definizione direttamente su pezzi di legno prelevati in parte dal cimitero della barche di Lampedusa, su cui riversa una resina che dà l’idea dell’acqua.
Il legno è il materiale-simbolo di questo movimento, di questo viaggio. L’uomo è completamente assente; è presente solo il mezzo che lo ha salvato o tradito, che gli ha regalato una nuova vita o che ha scritto per sempre la parola fine al suo destino.
«Tutto è nato qualche anno fa osservando un servizio sugli sbarchi nel Mediterraneo - racconta Di Cera - probabilmente per la maggior parte delle persone le barche dei migranti trasmettono un sentimento di morte o di tristezza, in realtà io ci ho visto grande speranza: in questi pezzi di legno ho sentito un cuore pulsante».
«Fino alla fine del mare» narra così di Lampedusa, una terra fatta di contraddizioni, sofferenza, approdi e speranza con la sua umanità in continuo cambiamento e movimento. Un’umanità in cerca di una nuova, dovuta opportunità.

Informazioni utili
«Fino alla fine del mare» - Mostra personale di Jacopo Di Cera. Galleria Accorsi, Campo San Stae, 30135 Santa Croce - Venezia. Orari: martedì-domenica, ore 11.00-20.00. Ingresso gratuito. Informazioni: tel. 328.4156545 o info@finoallafinedelmare.com. Sito internet: www.finoallafinedelmare.com. Fino al 6 giugno 2017

lunedì 29 maggio 2017

Una ricca estate di appuntamenti culturali e visite guidate alla Certosa di Bologna

Rappresentazioni teatrali, concerti, incontri e visite guidate a tema: sono oltre cinquanta gli eventi messi in cantiere dall’Istituzione Bologna Musei | Museo civico del Risorgimento per il calendario estivo della Certosa. Ritorna così, per il nono anno consecutivo, il programma di appuntamenti che porta il pubblico alla scoperta di uno dei luoghi più suggestivi della città: il complesso monumentale risultato di oltre duemila anni di storia, che fu prima necropoli etrusca, poi -dal 1334 al 1796- monastero certosino e infine -a partire dal 1801-cimitero, dando sepoltura, tra gli altri, al pittore Giorgio Morandi, allo scrittore Giosuè Carducci, al cantante d’opera Carlo Broschi detto Farinelli, al compositore Ottorino Respighi e ai fondatori delle aziende Maserati, Ducati e Zanichelli.
Tra le principali iniziative va segnalato lo spettacolo itinerante «Zanardi: pane, alfabeto e socialismo» (ingresso € 10,00, prenotazione obbligatoria al numero 333.4774139, proposto in tre repliche dall'associazione Youkali (sabato 15 luglio, martedì 5 e 26 settembre, ore 20.30) che, grazie alla presenza in Certosa del monumento della famiglia del primo sindaco socialista della città, celebrerà il centenario dall'apertura del Forno del Pane, l'attuale sede del MAMbo - Museo d'arte moderna di Bologna. Lo spettacolo, che vedrà in scena l’attrice Simona Sagone con il musicista Salvatore Panu, racconterà la vita e l'operato di Francesco Zanardi e della sua giunta, che dal 15 luglio 1914 avviò radicali riforme, incidendo sulla vita sociale cittadina.
La danza, insieme alla musica e alla recitazione, sarà, invece, protagonista di «Viaggio nel labirinto. Io, l’Altro: la danza del doppio» (giovedì 20 luglio e sabato 16 settembre, ore 21; ingresso € 12,00, prenotazione obbligatoria al numero 340.6435704), un progetto di Emilia Sintoni dedicato al simbolo del Labirinto e al mito del Minotauro che lo abita. Il percorso, in più tappe, è inteso -si legge nella presentazione- come «metafora di un viaggio di esplorazione di diverse parti del Sé, attraverso l’incontro con il simbolo del doppio –lo specchio, l’ombra, l’eco, la statua, il sosia- e le proprie emozioni, la parte razionale e la parte istintiva».
Tra gli appuntamenti musicali e teatrali in agenda si segnala anche «Un altro Orfeo ovvero il ritorno di Euridice» (sabato 30 settembre, ore 20.30; ingresso € 10,00, prenotazione obbligatoria al numero 329.6150164), un’inedita pièce ideata e scritta da Pier Paolo Scattolin appositamente per la Certosa, che conduce attraverso i meandri del mito musicato anche da Claudio Monteverdi.
Appuntamenti con il teatro saranno promossi anche da Alessandro Tampieri con il suo «Shakespeare In Death. Passeggiate shakespeariane in Certosa» (martedì 20 giugno, 11 luglio e venerdì 25 agosto, ore 21; ingresso € 10,00, prenotazione obbligatoria al numero 338.9300148) e dal Teatro dei Mignoli che, con il gruppo Angeli alle Fer-mate e la musica dal vivo della Compagnia d’Arte Drummatica, darà vita ad «Amore e guerra» (giovedì 31 agosto e 21 settembre, ore 21; ingresso € 15,00, prenotazione obbligatoria al numero 338.3802652), un percorso storico tra gli spiriti rivoluzionari fuori e dentro la città, contaminato da romanzi quali «Guerra e Pace» o «Dottor Zivago».
Tante le visite guidate in cantiere, sia in orario diurno che notturno, grazie alle quali sarà possibile, tra l’altro, scoprire i canoviani che lavorarono alla Certosa (sabato 16 settembre, ore 17), le sculture di Alessandro Massarenti per il cimitero (domenica 24 settembre, ore 15), le storie della Bologna noir (mercoledì 7 giugno e 5 luglio, martedì 1 agosto, mercoledì 6 settembre, ore 20.30) o, ancora, le vicende della città in epoca romantica, pettegolezzi compresi (mercoledì 21 giugno, 19 luglio, 23 agosto, 20 settembre, ore 20.30).
Tornano per il secondo anno consecutivo nel cartellone estivo della Certosa di Bologna le proposte di City Red Bus, che con il suo pullman aperto collegherà piazza Maggiore al complesso cimiteriale felsineo nelle serate dedicate alla rassegna «Arte e storia fra i portici e la Certosa» (giovedì 1 giugno, 6 luglio, 3 agosto e venerdì 1 settembre, ore 20; intero € 25,00, ridotto € 15,00).
Iniziativa importante di questa edizione della rassegna bolognese è anche la raccolta fondi a favore del restauro del Monumento Strick, opera significativa di età neoclassica, realizzata nel 1822 da Giovanni Putti su progetto di Ercole Gasparini, che rappresenta l’unico elemento monumentale del piccolo recinto dedicato alla comunità protestante felsinea.
Mentre la principale novità sul fronte della valorizzazione del Cimitero monumentale della Certosa è la proiezione del programma estivo in un ambito che va oltre la scena locale, per espandersi su quella nazionale. Le iniziative bolognesi si inseriscono, infatti, in una strategia di azioni condivise di promozione turistica e sviluppo culturale dei cimiteri italiani, prevista dal protocollo d'intesa siglato lo scorso ottobre dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con Utilitalia, la federazione che annovera tra i suoi associati le aziende pubbliche che gestiscono i più importanti cimiteri italiani, dislocati sull'intero territorio nazionale.
La firma del protocollo, che si propone di trasformare i cimiteri italiani di rilevanza storico-artistica in un nuovo segmento di sviluppo dell’offerta turistica nazionale, è stata resa possibile da un lungo lavoro congiunto operato da un gruppo ristretto di realtà operanti a Bologna, Genova, Roma, Ferrara, Milano, Trento e Torino. La prima iniziativa in comune è la Settimana alla scoperta dei cimiteri europei, in agenda fino al prossimo 4 giugno, promossa dall'Asce - Association of Significant Cemeteries in Europe.

Informazioni utili
Certosa di Bologna – Cartellone estate 2017. Informazioni: Museo civico del Risorgimento, piazza Carducci, 5 – Bologna, tel. 051.347592, museorisorgimento@comune.bologna.it | Infopoint storico-artistico, tel. 051.6150840  o infopointcertosa@comune.bologna.it. Sito internet: www.museibologna.it/risorgimento o www.storiaememoriadibologna.it. Programma completo. www.museibologna.it/risorgimento. Fino al 30 settembre 2017.