ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

martedì 14 luglio 2020

Gilbert & George, cinquant'anni di provocazioni in mostra a Locarno

Irriverente, caustico, spiazzante, provocatorio, colorato e divertente: sono tanti gli aggettivi usati per classificare il lavoro di Gilbert & George, all'anagrafe Gilbert Prousch (San Martino in Badia, 1943) e George Passmore (Plymouth, 1942), una delle coppie più famose e osannate dell’arte contemporanea, che fin dall’esordio, nel 1967, ha fatto proprio il motto «Art for All», ovvero «Arte per tutti», producendo opere democratiche, comprensibili da chiunque, e dal forte impatto comunicativo, che analizzano in profondità la condizione umana, il nostro mondo sempre più moderno e veloce.
Amore, sesso, razza, soldi, politica, religione, identità, paura, speranza sono, da sempre, i temi cardine della ricerca dei due artisti che ha come palcoscenico la casa-studio nell’East End londinese, un quartiere dove convivono diverse fasce sociali ed etnie, e che permette al duo di essere costantemente in contatto con i molteplici aspetti della vita quotidiana di una grande metropoli.
È nato qui anche il progetto di «Gilbert and George. The Locarno Exibition 2020», la mostra che porta sulle sponde del Verbano elvetico, negli spazi di Casa Rusca, una sessantina di opere, anche di grandi dimensioni, afferenti a cinque gruppi tematici realizzati tra il 2008 e il 2016.
I due artisti, da sempre allergici alla figura del curatore, hanno, infatti, chiesto a Rudy Chiappini, direttore del museo svizzero, una planimetria precisa delle sale, con indicazione di ogni dettaglio, con anche la disposizione delle prese di corrente, e hanno restituito un modellino completo di tutto con l'esposizione allestita.
Il risultato è un percorso caleidoscopico, che trasforma ogni sala in un affresco dalle cromie violente, dove il linguaggio della pop art si unisce a quello fotografico, ma anche a titoli di giornale, pubblicità erotiche, iconografia religiosa, bandiere e slogan per dare vita a un ricco repertorio di immagini allo stesso tempo elettrizzanti e spaventose, teatrali e austere.
L'esposizione di Casa Rusca si apre con la serie «Utopian pictures» (2014), caratterizzata da un proliferare di proclami e insinuazioni: «Vietato urinare», «Vietato giocare con la palla», «Niente alcool», «Niente razzisti», «Niente nazisti», «Cercasi escort maschi e femmine».
Gilbert & George fissano lo spettatore mascherati o con delle corone. I loro corpi sono parzialmente oscurati dalla calligrafia che riproduce le iniziali di re Giorgio VI. In sovraimpressione appaiono degli avvisi che trasmettono un’atmosfera cupa di minaccia e di sfida, tra le voci dell’ordine civico e l’esortazione a ribellarsi, tra l’accettazione e la sicurezza delle regole e il volatile libero arbitrio dell’individuo.
Le «Utopian Pictures» forse intendono suggerire che la cosiddetta «società perfetta» sia in realtà frutto della tolleranza, dal permettere e dal coesistere di dissonanza e dissenso.
Il percorso espositivo continua con le «Jack Freak Pictures» (2008), dove la bandiera britannica è ridotta a pattern decorativo all’interno di un mondo denso di figure specchiate e di simboli enigmatici.
Ogni opera è costituita da più livelli in cui si giustappongono i corpi degli artisti in molteplici pose: distorti, smembrati, strizzati o abnormi. Il cerchio e la croce ricorrono in maniera quasi ossessiva, avviluppate con degli elementi materici (medaglie e amuleti).
La serie «Jack Freak» è invadente, mostruosa e claustrofobica e suscita l’impressione che Gilbert & George celebrino tutto ciò che è intrinsecamente strano (tradotto dall’inglese, freak indica appunto qualcuno o qualcosa di inusuale, singolare).
Nelle «Scapegoating Pictures» (ossia capro espiatorio), serie del 2013, i due artisti compaiono, invece, insistentemente in una successione di forme mascherate o come se fossero stati fatti esplodere in mille pezzi.
Protagoniste delle composizioni sono le bombolette di gas esilarante all’ossido d’azoto, conosciute come hippy crack.
Queste «bombe», sinistramente onnipresenti, sembrano asserire le conseguenze del dare la colpa ad altri: la produzione costante di odio e risentimento, la determinazione ad aggredire, a schierarsi, a radicalizzarsi.
Le «Scapegoating Pictures» raccontano così la complessa coesistenza di fedi, politiche e stili di vita, in tutte le loro sfumature, dal fondamentalismo religioso al laicismo capitalista.
Si prosegue con il risultato di una collezione pluriennale di strilli giornalistici: le «London Pictures» (2011), che riportano annunci di violenza, passione, squallore e avidità. Ogni pannello allinea titolazioni accomunate da un termine forte accompagnate da una raffigurazione della regina Elisabetta II, tratta da una moneta.
Sempre più ultraterreni nell’abitare i loro quadri, nella serie conclusiva «Beard Pictures» (2016) Gilbert & George sono raffigurati con il volto e il corpo di un rosso vivo, gli occhi ombreggiati e imperscrutabili, circondati da recinzioni di filo spinato, spesso dinnanzi ad uno sfondo nero che evoca il vuoto. Indossano barbe follemente esagerate, vividamente colorate di un color malva-verde-viola, congiunte in strane forme architettoniche. Oppure assumono le sembianze di personaggi fumettistici dai corpi piccoli e dalle teste enormi. Dietro di loro uno stravagante fogliame ornamentale, numeri di telefono di escort, allarmi di vigilanza consumati dalle intemperie, profili numismatici di papi, monarchi o eroi.
Le allucinanti «Beard Pictures» sono un’intensificazione di temi e sentimenti che gli artisti testano, esplorano e ritraggono da più di cinquant’anni, fedeli a pochi comuni denominatori: l’ironia pungente, il rifiuto delle etichette e la voglia di mettere tutto in discussione, senza necessariamente fornire risposte alle domande suscitate.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Gilbert & George, UNION DANCE, 2008. Tecnica mista, 226 x 190 cm © 2020 Gilbert & George - courtesy Arndt Collection; [fig. 2]  Gilbert & George, GOD SAVE THE BEARD, 2016. Tecnica mista, 254 x 377 cm © 2020 Gilbert & George - courtesy Galerie Thaddaeus  Ropac, London, Paris, Salzburg; [fig. 3] Gilbert & George RIDLEY ROAD, 2013 Tecnica mista, 254 x 337 cm © 2020 Gilbert & George - courtesy Galerie Thaddaeus Ropac,  London, Paris, Salzbur; [fig. 4] Gilbert & George, BEARDBABY BEARDBABY, 2016. Tecnica mista, 151 x 127 cm © 2020 Gilbert & George - courtesy Galerie Thaddaeus Ropac, London,  Paris, Salzburg; [fig. 5] Gilbert & George, E II R, 2014 Tecnica mista, 254 x 226 cm © 2020 Gilbert & George - courtesy The Artist and White Cube

Informazioni utili
«Gilbert and George. The Locarno Exibition 2020». Museo Casa Rusca, piazza Sant’Antonio - Locarno. Orari: martedì-domenica, ore 10.00-12.00 e ore 14.00-17.00; lunedì chiuso. Ingresso: intero CHF 12.-; ridotto CHF 10.-; studenti dai 16 anni CHF 6.-. Prenotazioni: +41(0)917563185. Informazioni: tel. 41(0)917563170 ⏐servizi.culturali@locarno.ch. Sito web: www.museocasarusca.ch | www.locarno.ch. Fino al 18 ottobre 2020. La mostra è stata prorogata fino al 6 gennaio 2021. 

Nessun commento:

Posta un commento