ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 17 luglio 2020

Fabio Viale e i suoi marmi tra la Versilia e Firenze

Ha appena sedici anni quando scopre la passione per il marmo e decide di trascorrere le sue estati in laboratorio con gli artigiani che lavorano questa materia per imparare tutti i segreti del mestiere. Fabio Viale (Cuneo, 1975), scultore italiano di base a Torino, inizia così la sua attività artistica ispirata a un concetto di bellezza eterna e inequivocabile, che guarda alla tradizione greca e alla lezione di Michelangelo.
La critica ha più volte definito l’artista «un illusionista della materia», elogiandone la capacità di trasformare il marmo di Carrara in maniera impensata e inusuale, rendendolo ora leggero come un palloncino e morbido come la pelle, ora flessibile come la gomma e fibroso come la carta.
Negli anni sono nate così opere incredibili, pronte a ingannare lo sguardo, come «Ahgalla» (2002), una barca di marmo in grado di galleggiare ma anche di trasportare persone con l'ausilio di un motore fuoribordo, «Earth» (2017), riproduzione di due pneumatici incastrati, o ancora «Arrivederci e grazie» (2014), con due elementi in replica 1:1 di altrettanti sacchetti in carta forati.
Fabio Viale è anche conosciuto al grande pubblico per le sue riproduzioni perfette di opere della nostra storia scultorea, ma rivisitate in chiave contemporanea: è il caso di una «Nike» fatta di polistirolo, della «Venere» di Antonio Canova coperta da tatuaggi di ispirazione orientale, o ancora della «Pietà» di Michelangelo, di cui viene modificata l’iconografia sottraendo la figura di Gesù e sostituendola con quella di un migrante.
Dopo la personale al Glyptothek Museum di Monaco di Baviera, la partecipazione all’ultima Biennale di Venezia e l’esposizione al Pushkin Museum di Mosca, l’artista porta le sue opere in Versilia, a Pietrasanta, con il progetto espositivo «Truly», per la curatela di Enrico Mattei.
L’esposizione è l’occasione per presentare, negli spazi della chiesa di Sant’Agostino, la nuova scultura in marmo bianco «Le tre grazie», dettagliatissima nei particolari del panneggio, che vuole far riflettere sul concetto di libertà negata. L’opera ha, infatti, come soggetto tre donne originarie dalla città di Ghardaia in Algeria, luogo in cui la religione musulmana è interpretata in modo particolarmente integralista, visto che le donne sono costrette, fin dalla nascita, a indossare un burka fino ai piedi, che lascia scoperto un solo occhio.
Nella chiesa di sant’Agostino è visibile anche la scultura «Star Gate», realizzata in marmo arabescato del monte Altissimo, e consistente in due cassette per la frutta monumentali, di oltre due metri, «unite -raccontano gli organizzatori dell’esposizione- una con l’altra a divenire un varco per lo spazio, un passaggio, e al tempo stesso, un limite da oltrepassare cui si associano predisposizioni di nuova spiritualità e emancipazione».
La mostra, che allinea in tutto una ventina di opere, continua nel chiostro di Sant’Agostino e nelle sale adiacenti al pianoterra, dove è allestita una serie di lavori che hanno scandito la notorietà di Fabio Viale: dall’«Infinito» in marmo nero, con delle ruote di Suv intrecciate, a una versione de «La Suprema», che raffigura due cassette per la frutta dall’impeccabile effetto legno. In piazza del Duomo spicca, invece, un magistrale e inedito volto, cavo all’interno, come una maschera, che riproduce in scala monumentale il «David» di Michelangelo, sul quale Fabio Viale ha sperimentato un nuovo tipo di tatuaggio, combinazione del tutto personale delle più attuali tendenze: dallo stile criminale a quello giapponese, già sperimentati, fino ai nuovi orientamenti provenienti dal mondo dei trapper e dalle influenze sudamericane. Sempre in piazza del Duomo, accanto ad altri lavori, trova posto, una grande opera ispirata al «Torso Belvedere» che si trova a Roma, all’interno dei Musei vaticani.
La rassegna in Versilia è organizzata grazie alla preziosa collaborazione della Galleria Poggiali che, questa estate, ospita l’artista anche nei suoi spazi fiorentini con due diverse installazioni: una per la sede di via della Scala 35/Ar, l’altra per lo spazio in via Benedetta 3r. «Acqua alta High tide» è il titolo scelto per la rassegna, che presenta l'opera realizzata da Fabio Viale per il Padiglione Venezia (ai Giardini) in occasione della cinquantottesima edizione della Biennale d’arte: «una riflessione -raccontano gli organizzatori- sull’emergenza che stiamo attraversando, quella dell’innalzamento del livello del mare, dei cambiamenti climatici e del progresso incontrollato che ha stravolto equilibri naturali e il paesaggio in ogni parti del mondo».
L’installazione in via della Scala è formata da una dozzina di monoliti in pietra che replicano, a misura reale, quei pali in legno di rovere o di castagno alti tre metri e oltre che affiorano nella laguna di Venezia. Questi oggetti sono denominati «bricole», e servono da segnali per la navigazione. Quelle realizzate da Viale imitano il legno in maniera così stupefacente da far credere che queste sculture siano in realtà dei calchi.
La galleria è invasa da uno strato di sabbia umida, come se l’acqua si fosse appena ritirata dall’ambiente che ospita le «bricole». In più, Fabio Viale ha macchiato le pareti della galleria con un colore sporco, limaccioso, che riproduce la linea dell’acqua, come se lo spazio fosse realmente allagato. L’allestimento, così risolto, assume un aspetto drammatico e serve a collegare l’acqua alta che ha colpito Venezia nei mesi scorsi a quanto vissuto a Firenze nell’autunno del 1966, quando l’Arno superò gli argini, e con tutta la sua furia devastatrice il fiume invase il centro cittadino, raggiungendo l’altezza di molti metri in certi quartieri, come quello di Santa Croce. Ancora oggi, una lapide ricorda la linea dell’acqua in via della Scala e in Piazza Santa Maria Novella, dove furono superati i due metri, deturpando alla base affreschi preziosi e marmi pregiati.
Il tono così drammatico dell’allestimento in via della Scala si accentua nello spazio di via Benedetta, dove l’artista ha rovesciato quintali di pietrisco, detriti di marmo direttamente prelevati dai cosiddetti ravaneti, che sono in realtà gli strapiombi dove vengono gettati gli scarti della estrazione in cava: pietrame e schegge inutilizzabili, materiale prodotto dalla frantumazione della pietra che, precipitando e scivolando a valle, si sbriciola e crea delle vere e proprie cascate di marmo, che viste dalla marina sembrano antichi ghiacciai sopravvissuti al riscaldamento delle temperature.
Tra la massa informe dei detriti, che sembra muoversi come un fiume e trascinare con sé tutto, di tanto in tanto però emergono statue mozze, pezzi frantumati di vasi in marmo, arti e teste di pietra lavorati dal tempo e dalla caduta. Le «Tre Grazie» sono state ridotte a brandelli. Un personaggio pittoresco, un moro con turbante, appare riportato allo stadio grezzo di macigno. Un aggraziato «Apollo» è senza braccia, gambe e testa. Un molosso è restituito alla natura come sasso di fiume. Il paesaggio vuole ricordarci, l’inevitabile tragedia del divenire che tutto riduce in polvere.
Classico e popolare nello stesso tempo, Fabio Viale sembra giocare con il marmo per raccontarci verità sopite, rimosse o diverse, occultate dall’abitudine, dagli stereotipi, dai pregiudizi.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Fabio Viale, Le Tre Grazie, 2020, marmo bianco, (da sx a dx) 125x89x61 cm, 124x86x88 cm, 137x77x75 cm; [fig. 2] Fabio Viale, Souvenir David, 2020, marmo bianco e pigmenti, 196x114x115 cm; [fig. 3] Fabio Viale, Laocoonte, 2020, marmo bianco e pigmenti, 198,5x134x87 cm; [figg. 4 e 5] Fabio Viale, Acqua alta High tide, 2020. Installation view at Galleria Poggiali, Florence. Courtesy Galleria Poggiali; [fig. 6] Fabio Viale, Arrivederci e grazie, 2017, marmo bianco e pigmenti, 110x105x180 cm cad.

Informazioni utili
Fabio Viale. Truly. Piazza Duomo, Chiesa e chiostro di Sant’Agostino - Pietrasanta (Lucca). Orari: 28.06 | 06.09: tutti i giorni ore 19-24; 07.09 | 04.10: martedì-giovedì ore 17-20; venerdì 17-23; sabato: 10-13 | 17-23; domenica: 10-13 | 17-20; lunedì chiuso.Ingresso libero. Informazioni: tel. 055.287748 | info@galleriapoggiali.com. Sito web: www.galleriapoggiali.com. Fino al 4 ottobre 2020

Fabio Viale. Acqua alta High tide. Galleria Poggiali Firenze, via della Scala, 35/Ar | via Benedetta, 3r – Firenze. Orari: tutti i giorni, ore 10.00-13.00 / 15.00-19.00, domenica su appuntamento. Ingresso libero. Informazioni: tel. 055.287748 | info@galleriapoggiali.com. Sito web: www.galleriapoggiali.com. Fino all’11ottobre 2020

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