ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

mercoledì 8 luglio 2020

«Occit’amo»: concerti, spettacoli, camminate ai piedi del Monviso

Europa e Sudamerica, musica e poesia, racconto e canto: è un «incontro senza confini» l’omaggio a Luis Sepúlveda, lo scrittore cileno recentemente scomparso che ci ha lasciato il dolcissimo racconto «Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare», quello in programma giovedì 9 luglio nella piazza di Saluzzo, in apertura della sesta edizione del festival «Occit’amo – Guardare, sentire, gustare». La cantante Ginevra Di Marco e il musicista Francesco Magnelli, con Andrea Salvadori e Massimo Zamboni, metteranno in scena l’unica data piemontese di «Lucho e noi», spettacolo che si avvale della produzione di Music Pool.
Si apre, dunque, con un’esclusiva il cartellone di «Occit’amo», festival che ha per scenario le valli alpine ai piedi del «re di pietra», il Monviso, riunite in un unico progetto di promozione territoriale che va sotto il nome di Terres Monviso: le valli Stura, Maira, Varaita, Po Bronda, Grana e Infernotto, oltre a tutta la pianura che si estende intorno a Saluzzo, capitale dell’antico marchesato.
Quest’area è la porta orientale di «un paese che non c’è», l’Occitania, che dal Piemonte si estende fino alla Spagna riunendo in un unico abbraccio culturale persone che si riconoscono per caratteri, origini e passioni comuni.
Proprio questo patrimonio di tradizioni e suoni, riletto in chiave contemporanea, è al centro di «Occit’amo», festival che, sotto la direzione di Sergio Berardo, anima dei Lou Dalfin, proporrà un percorso fatto di concerti, spettacoli, camminate e viste guidate, anche in orari inconsueti, che avranno per scenario antiche chiese, rifugi, castelli e borghi alpini.
«Occit’amo» propone da sempre eventi unici, rispettosi dei luoghi e della loro identità, e quindi non destinati a grandi folle; le normative anti-Covid non porteranno, pertanto, a un significativo cambio di rotta: distanziamento sociale e sicurezza saranno sempre garantiti.
Grande protagonista del festival sarà la musica, proposta in vari momenti della giornata, dall’alba al tramonto.
A fianco dei Lou Dalfin, nel percorso della manifestazione ci saranno band con ispirazioni artistiche molto differenti. L’11 luglio saranno, per esempio, in scena a Demonte i Lhi Balòs con la loro musica esplosiva nella quale si incontrano ska, reggae e balcan-folk. Il giorno successivo, il 12 luglio, i riflettori saranno, invece, puntati su Pietraporzio e sui Lhi Destartavelà , gruppo che propone la musica tradizionale occitana con strumenti moderni come il basso elettrico e il cajon. Mentre il 18 luglio il pubblico potrà farsi incantare, nello scenario di San Damiano Macra, dalla musica dei Teres Aoutes String Band, gruppo che rilegge i canti e le danze della tradizione esaltando le potenzialità espressive degli strumenti a corde.
A seguire, il 19 luglio, saranno in scena a Canosio i Lou Pitakass, giovanissimi interpreti tutti under 19, dai ritmi grintosi e ricchi di energia; mentre il 24 luglio Verzuolo vedrà protagonisti i Polifonici del Marchesato, coro con una lunga storia, capace di spaziare in cinque secoli di letteratura musicale, sacra e profana con toccate nella musica pop, colonne sonore e spiritual. La rassegna proseguirà, all’alba 2 agosto, al rifugio Melezet di Bellino, con le Duea, coppia di violini di musica popolare, il 7 agosto, sul lungo Po di Paesana, con i Sonadors, musicisti legati alla tradizione della val Vermenagna, l’8 agosto, nell’ex officina ferroviaria di Barge, con i Lou Seriol, una delle band più longeve e conosciute del panorama della nuova musica tradizionale occitana. Mentre il 9 agosto, all’alba. saranno in scena, al Rifugio pian della Regina di Crissolo, gli Autre Chant, nuova espressione dello spirito folk rock occitano.
A chiudere il cartellone musicale saranno, invece, i Bataclan, fanfara di cornamuse e laboratorio permanente di cornamuse d'oc, che si esibiranno il 14 agosto, sotto la direzione di Dino Tron, al Rifugio Fauniera di Castelmagno.
I Lou Dalfin, anima di «Occit’amo – Guardare, sentire, gustare», saranno, invece, in scena il 23 luglio, ai Castelli Tapparelli D’Azeglio di Lagnasco, con «Charamalhatomica», spettacolo nato dall’incontro con i Bandakadra, una vera orchestra da passeggio che unisce l'energia delle formazioni street al sound delle big band anni Trenta tra rocksteady, balkan e swing. I due gruppi si troveranno sullo stesso palco per reinterpretare alcuni brani del repertorio del gruppo occitano, fondendo le anime e le tradizioni di queste due formazioni.
I Lou Dalfin saranno di nuovo protagonista del concerto di chiusura, previsto per il 15 agosto ad Abrì: la band canterà come gli antichi trovatori in lingua d’oc e sarà accompagnata dalla grande orchestra occitana.
Il festival presenta, poi, nelle sue cinque settimane di svolgimento anche eventi di teatro e narrazione. Il 12 luglio, a Valloriate, Gisella Bein proporrà la lettura drammatizzata del libro «L’uomo che piantava gli alberi» dello scrittore italo-francese Jean Jono, una parabola sul rapporto uomo-natura raccontata attraverso la storia di Elzéard Bouffier, un pastore che con molta fatica e senza tornaconto personale si dedica a piantare querce in una landa desolata.
Mentre il 27 luglio, a Saluzzo, Andrea Scanzi presenterà «E pensare che c’era Gaber», un racconto del Giorgio Gaber teatrale, quello che ha il coraggio di lasciare la popolarità televisiva, e che, con Sandro Luporini, entra nella storia per i suoi monologhi profetici e per «la presenza scenica, la mimica, la lucidità profetica, il gusto anarcoide per la provocazione, il coraggio (a volte brutale) di 'buttare lì qualcosa'».
Sono, poi, in programma laboratori dedicati alle erbe, workshop sulle danze occitane con Daniela Mandrile, un appuntamento con il cantautore genovese Paolo Gerbella (26 luglio) e due eventi del cine-camper di Nuovi Mondi, con la proiezione dei film «Funne» (25 luglio) e «La grand-messe» (30 luglio). Completano l’offerta di «Occit’amo – Guardare, sentire, gustare» due eventi realizzati in collaborazione con il Festival Borgate dal vivo, che prevedono le presentazioni del libro «Una coperta di neve» del giornalista e uomo di montagne Enrico Camanni (19 luglio) e del volume «Sdraiato sulla cima del mondo» di Cala Cimenti (8 agosto), scalatore e sciatore di alta quota che, con lo stesso coraggio e spirito di sopravvivenza che richiede la conquista di una vetta di ottomila metri, ha combattuto e vinto il Coronavirus.
In vista del festival, dal 29 giugno, nei mercati ci sono i Passa Charriera, i passa strada, che introdurranno alle tematiche di «Occit’amo – Guardare, sentire, gustare» ispirandosi allo stile degli antichi trovatori che nel basso medioevo mescolavano melodie delle valli e poesie in lingua d’oc per raccontare l’amore per le dame insieme a storie, leggende e fatti dei luoghi che attraversavano. Mentre, sul profilo Facebook del festival, Daniela Mandrile propone ogni settimana un ballo della tradizione occitana presentato 'passo a passo'. La matellotte bearnese, il rigodon del delfinato, la borreia (burrée) a 2 e a 3 tempi, la santiera -tutti balli che non prevedono il contatto fisico- sono alcune delle proposte selezionate, che potranno essere poi ballate nei giorni del festival. è, dunque, un cartellone ricco di eventi quello di «Occit’amo», manifestazione che celebre «un paese che non c’è», l’Occitana, alle pendici del Monviso, il «re di pietra».

Informazioni utili
www.occitiamo.it

Nessun commento:

Posta un commento