In un momento storico che ci sta tenendo lontani dalla cultura dal vivo, con i musei e i teatri chiusi a causa del Coronavirus e delle sue varianti, la città toscana permette così ai suoi abitanti di passeggiare tra sei opere monumentali dell’artista spezzino, poi naturalizzato fiorentino, selezionate da Maria Anna Di Pede, direttrice del Centro studi Cavallini, attivo a Fiesole dal 2017, proprio sulle colline dove lo scultore aveva il suo atelier.
Realizzate tra il 1967 e il 1984, le opere esposte traggono in parte ispirazione dalla mitologia. È il caso di «Icaro» (1983, bronzo, cm 200x220), figura imponente e straordinariamente plastica, che raffigura il giovane colto nell’atto di lanciarsi per spiccare il volo e fuggire dal labirinto che il padre, Dedalo, aveva costruito per rinchiudere il Minotauro. Sauro Cavallini rappresenta Icaro quale esempio di libertà e di coraggio, di tenacia e determinazione, con le braccia aperte, con il corpo ricurvo in avanti e la testa china, con la gamba sinistra piegata sul basamento (unico punto di appoggio dell’opera) e con la destra slanciata lateralmente a riprendere il movimento delle braccia.
Alla mitologia greca guarda anche «Centauro», (1967, bronzo, cm 80x338x85). Ancorato al basamento con le zampe posteriori, questo essere fantastico a metà tra uomo e cavallo esprime tutta la sua natura ferina nella tensione del corpo che si allunga verso l’alto, fremendo e scalpitando con le zampe anteriori, e nel braccio sinistro alzato e minaccioso. Ispirandosi alle antiche leggende che descrivono i centauri come esseri inclini alla brutalità e alla violenza, lo scultore realizza un’opera in cui la moltiplicazione di gesti, di scatti e di tensioni sembra non avere mai fine.
Ci sono, poi, le due sculture della serie «Titani» (1968, bronzo, cm 60x310 e cm 50x210), qui presentati in tutta la loro grandiosità: alti, snelli, con le braccia lungo il corpo o sollevate al cielo, carichi di un’energia interiore trattenuta, ma pronta ad esplodere.
Alla mitologia greca guarda anche «Centauro», (1967, bronzo, cm 80x338x85). Ancorato al basamento con le zampe posteriori, questo essere fantastico a metà tra uomo e cavallo esprime tutta la sua natura ferina nella tensione del corpo che si allunga verso l’alto, fremendo e scalpitando con le zampe anteriori, e nel braccio sinistro alzato e minaccioso. Ispirandosi alle antiche leggende che descrivono i centauri come esseri inclini alla brutalità e alla violenza, lo scultore realizza un’opera in cui la moltiplicazione di gesti, di scatti e di tensioni sembra non avere mai fine.
Ci sono, poi, le due sculture della serie «Titani» (1968, bronzo, cm 60x310 e cm 50x210), qui presentati in tutta la loro grandiosità: alti, snelli, con le braccia lungo il corpo o sollevate al cielo, carichi di un’energia interiore trattenuta, ma pronta ad esplodere.
Le storie mitologiche, e in particolare i miti greci, sono state un punto di riferimento costante per Sauro Cavallini che ispirandosi ai protagonisti di favolose leggende, ha realizzato opere cariche di significati simbolici, che spesso gli hanno consentito di esprimere i suoi profondi ideali.
Con «Amore Universo» (1974, bronzo, cm230x350x170) e «Balletto Multiplo» (1984, bronzo, cm 260x280x250) l’artista ha, invece, voluto omaggiare il più profondo dei sentimenti, in un caso, e l’armonia assoluta espressa da corpi che danzano nello spazio, nell’altro.
Nella prima opera due figure asessuate si abbracciano teneramente fondendo i loro corpi in un unico essere. Esili e flessuose si muovono nello spazio, si estendono in un sapiente gioco di equilibri e rispondenze che esalta la leggerezza e l’assoluta libertà della composizione. «Amore» e «Universo» sono per Sauro Cavallini il simbolo di un legame universale indissolubile, di un amore che avvolge il creato e le creature con la stessa straordinaria intensità. Tutta la sua opera tende in questa direzione: «Amore ad oltranza - scriveva l’autore tra le sue riflessioni - verso i profondi ideali e il creato».
«Balletto Multiplo» è, invece, composta da tre sinuose silhouette che si muovono armoniosamente e, nel rispetto di un serrato gioco di equilibri, si sfiorano, si intrecciano e si dispongono secondo una coreografia che si sviluppa intorno alla figura centrale, sollevata in un agile slancio.
Con «Amore Universo» (1974, bronzo, cm230x350x170) e «Balletto Multiplo» (1984, bronzo, cm 260x280x250) l’artista ha, invece, voluto omaggiare il più profondo dei sentimenti, in un caso, e l’armonia assoluta espressa da corpi che danzano nello spazio, nell’altro.
Nella prima opera due figure asessuate si abbracciano teneramente fondendo i loro corpi in un unico essere. Esili e flessuose si muovono nello spazio, si estendono in un sapiente gioco di equilibri e rispondenze che esalta la leggerezza e l’assoluta libertà della composizione. «Amore» e «Universo» sono per Sauro Cavallini il simbolo di un legame universale indissolubile, di un amore che avvolge il creato e le creature con la stessa straordinaria intensità. Tutta la sua opera tende in questa direzione: «Amore ad oltranza - scriveva l’autore tra le sue riflessioni - verso i profondi ideali e il creato».
«Balletto Multiplo» è, invece, composta da tre sinuose silhouette che si muovono armoniosamente e, nel rispetto di un serrato gioco di equilibri, si sfiorano, si intrecciano e si dispongono secondo una coreografia che si sviluppa intorno alla figura centrale, sollevata in un agile slancio.
La danza è stata una fonte di ispirazione inesauribile per Sauro Cavallini che ha realizzato ballerine e figure danzanti atteggiate in un’incredibile varietà di gesti e di pose. Il movimento del corpo in sintonia con la musica è stato a lungo indagato dallo scultore che ha saputo tradurre nel bronzo la leggerezza e l’eleganza di quest’arte con estrema sensibilità.
La mostra, che rimarrà aperta per tutta la primavera e l’estate (fino al prossimo 30 settembre), getta così uno sguardo completo sull’opera di Sauro Cavallini, artista eclettico e curioso, le cui opere scultoree, nell’alternanza di pieni e di vuoti, sono caratterizzate da un movimento sinuoso, da una spinta verso l’alto e verso l’altro, che ci parla dell’amore dell’artista per il mondo e le persone.
La mostra, che rimarrà aperta per tutta la primavera e l’estate (fino al prossimo 30 settembre), getta così uno sguardo completo sull’opera di Sauro Cavallini, artista eclettico e curioso, le cui opere scultoree, nell’alternanza di pieni e di vuoti, sono caratterizzate da un movimento sinuoso, da una spinta verso l’alto e verso l’altro, che ci parla dell’amore dell’artista per il mondo e le persone.
Didascalie delle opere
[Fig. 1] Sauro Cavallini, Amore Universo,1974. Bronzo, cm230x350x170; [fig. 2]Sauro Cavallini, Balletto Multiplo, 1984. Bronzo, cm 260x280x250; [fig. 3] Sauro Cavallini, Icaro, 1983. Bronzo, cm 200x220; [fig. 4] Sauro Cavallini, Centauro, 1967. Bronzo, cm80x338x85; [fig. 5] Sauro Cavallini,Titano 1,1968
Informazioni utili
Dinamica. Le sculture monumentali di Sauro Cavallini. Via e piazza Dante Alighieri – Grosseto. Accesso libero. Informazioni utili: tel. +39.335.7877373, art@saurocavallini.it. Sito internet: www.saurocavallini.com. Fino al 30 settembre 2021
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