Maki Galimberti ha fotografato questi protagonisti del mondo della progettazione al Superstudio13, dando vita a una galleria di ritratti dai colori vivaci e dallo stile moderno e dinamico.
Ogni foto è affiancata da una riflessione sul binomio antiquariato-design. «Un oggetto antico non va visto come il retaggio di un mondo scomparso ma come punto di forza e suggestione per vivere meglio il presente», dichiarano, per esempio, Roberto Peregalli e Laura Sartori Rimini. «Cos'ha saputo selezionare la storia? Opere di qualità, che sono rimaste» è la riflessione che regala al pubblico Massimo Iosa Ghini. Mentre Gaia Chaillet Giusti dice: «L'antiquariato può essere usato anche in un giardino, illuminandolo. Come una quercia centenaria illuminata dal sole». Aldo Cibic, invece, afferma: «Mi innamoro delle cose a prescindere che siano antiche o moderne». «Il design di oggi sarà l'antiquariato di domani» è, poi, il pensiero di Terry Dwan. «Amore senza tempo» è, infine, il messaggio che Fabio Novembre regala ai visitatori della fiera milanese, una vera e propria wunderkammer con trecento anni di capolavori che celebrano l’arte pittorica e grafica in tutte le sue espressioni.
Il percorso spazia dalla «Madonna con il Bambino e San Giovannino» di Lorenzo Lippi alla «Camozza» di Marzio Tamer, passando per lo «Sposalizio della Vergine» di Giovanni Battista Crespi e bottega, la «Madonna col Bambino» di Francesco Albani, il «Vaso istoriato di fiori con pappagallo» di David De Coninck, «Battaglia tra cavallerie cristiane e turche» di Marzio Masturzo, «Ritrovamento di Mosè» di Giuseppe Antonio Pianca, «Ritratto di Antonio Canova» di Giovanni Battista Lampi junior. Ci sono, poi, in mostra «Neve a Milano» di Mosè Bianchi, «Paesaggio a Castiglioncello» di Giovanni Fattori, «All'Acquabella» di Emilio Longoni, «San Siro» di Pompeo Mariani, «L’amatore d’arte», «La tenda rossa» e «Signora elegante di spalle» di Giovanni Boldini, «Dopo il bagno» di Camillo Innocenti, «Notturno metafisico» di Mario Reviglione, l’acquaforte «Paesaggio con ciminiera» di Giorgio Morandi e il disegno «Pellicano» di Fortunato Depero.
In un continuum di scoperte e di sorprese, la proposta espositiva focalizza l’attenzione anche su sculture e oggetti inattesi come la «Natività» in cera rossa di Antonio Giorgetti, una «Figura femminile» di Joseph Gott, una terracotta quattrocentesca di Niccolò Baroncelli, il «Nettuno fanciullo» in legno, perle, e corallo del messinese Ignazio Brugnami, una rara coppa rinascimentale in diaspro di Ottavio Miseroni, l’elegante «Arianna dormiente» attribuita a Benedetto Cacciatori e un pendente decò di brillanti, corallo, zaffiri e perla naturale.
La fiera antiquaria ospita anche rarità storiche e artistiche come lo straordinario «Grande murale» (1965) in bronzo di Mario Negri, i candelieri retour d’Égypte, la crisoelefantina «Figlia del sultano Bou-Sadaa» di Ernest Barrias, uno Shiva pakistano del VII-IX secolo, un sofisticato paravento giapponese del Seicento, un Suzuribako nipponico in lacca e oro, un Kawari Kabuto con maschera e un piatto laccato e intarsiato firmato Yasumasa, anch’essi di produzione nipponica.
Un altro pezzo molto atteso dai collezionisti è, infine, lo «Stipo architettonico con arione con arpa su un Delfino» (1550-1600) del Museo Poldi Pezzoli, un mobile dotato di nove cassetti – otto minori e uno, inferiore, più ampio –, chiuso da una ribalta decorata, con decorazioni a sbalzo e ad agemina in oro e argento, già sottoposto un intervento di restauro eseguito a Tolone nel 1902.
«Allestimenti di livello, qualità dell'esposizione, eccellenza nell'offerta» rimarranno gli elementi distintivi della fiera, che quest’anno, per iniziativa dei Giovani antiquari milanesi, avrà anche il suo Fuorisalone: Mog - Milano Open Galleries, un cartellone di esposizioni, talk, incontri, degustazioni in programma dal 25 al 29 ottobre in quaranta gallerie antiquarie della città, divise idealmente in due zone contrassegnate da altrettanti colori, il magenta e l’ottanio (Brera, via Pisacane/Porta Venezia, Quadrilatero).
Il piacere di interagire con il fascino dell’antico, per tornare a vivere l’arte in presenza in una fiera e nelle tante gallerie della città che tramandano al futuro il bello del passato è, dunque, quello che offre questa nuova edizione dell’«Amart», raffinata vetrina per la bellezza, wundekammer da visitare con curiosità e desiderio.
La fiera antiquaria ospita anche rarità storiche e artistiche come lo straordinario «Grande murale» (1965) in bronzo di Mario Negri, i candelieri retour d’Égypte, la crisoelefantina «Figlia del sultano Bou-Sadaa» di Ernest Barrias, uno Shiva pakistano del VII-IX secolo, un sofisticato paravento giapponese del Seicento, un Suzuribako nipponico in lacca e oro, un Kawari Kabuto con maschera e un piatto laccato e intarsiato firmato Yasumasa, anch’essi di produzione nipponica.
Un altro pezzo molto atteso dai collezionisti è, infine, lo «Stipo architettonico con arione con arpa su un Delfino» (1550-1600) del Museo Poldi Pezzoli, un mobile dotato di nove cassetti – otto minori e uno, inferiore, più ampio –, chiuso da una ribalta decorata, con decorazioni a sbalzo e ad agemina in oro e argento, già sottoposto un intervento di restauro eseguito a Tolone nel 1902.
«Allestimenti di livello, qualità dell'esposizione, eccellenza nell'offerta» rimarranno gli elementi distintivi della fiera, che quest’anno, per iniziativa dei Giovani antiquari milanesi, avrà anche il suo Fuorisalone: Mog - Milano Open Galleries, un cartellone di esposizioni, talk, incontri, degustazioni in programma dal 25 al 29 ottobre in quaranta gallerie antiquarie della città, divise idealmente in due zone contrassegnate da altrettanti colori, il magenta e l’ottanio (Brera, via Pisacane/Porta Venezia, Quadrilatero).
Il piacere di interagire con il fascino dell’antico, per tornare a vivere l’arte in presenza in una fiera e nelle tante gallerie della città che tramandano al futuro il bello del passato è, dunque, quello che offre questa nuova edizione dell’«Amart», raffinata vetrina per la bellezza, wundekammer da visitare con curiosità e desiderio.
Didascalie delle immagini
1. Francesco Albani (Bologna, 1578-1660), Madonna col Bambino, 1610 circa. Olio su tela, cm 116 x 90. Provenienza: Francia, collezione privata. Iscrizioni: “Hannibal Caracci”, in grafia antica sul retro della tela. Stato di conservazione: buono. Bibliografia: D. BENATI, in Fondantico Tefaf Maastricht 2019, catalogo della mostra, Bologna, 2019, pp. 25-29, n. 4. Opera esposta da Fondantico di Tiziana Sassoli - Bologna; 2. Natale Schiavone (Chioggia, 1777 - Venezia, 1858),Venere. Olio su tela, cm 100 x 150. Perizia del Prof. Fernando Mazzocca; 3. Brun Fine Art - Joseph Gott Londra 1786 - Roma 1860. Scultura raffigurante figura femminile, cani e cestino, marmo bianco e scolpito, h. 108 cm, l. 65 cm.Firmato sul restro J. GOTT Ft., 4. Francesco Hayez (Venezia, 1791 – Milano, 1882), Giuseppe interpreta i sogni ai prigionieri, 1810-1815. Olio su tela, 97,5 x 136 cm. Firmato in basso a sinistra: “Hayez”
Informazioni utili
Informazioni e modalità d’accesso sui siti www.amart-milano.com o www.mogmilano.art
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