Guardare al passato significa, dunque, riproporre uno spettacolo-manifesto per la storia dell’istituzione milanese come l’intramontabile «Arlecchino servitore di due padroni» (dal 12 al 31 ottobre, al teatro Grassi), «mirabile sintesi del divenire della poetica strehleriana e del rapporto del regista con il gioco inesauribile e prodigioso dell’attore», ma vuol dire anche focalizzare la propria attenzione sulla nuova drammaturgia.
Non è, dunque, un caso che a inaugurare la stagione sia la creazione di una delle figure di di punta del teatro argentino, ma non solo: Claudio Tolcachir, già apprezzato dal pubblico milanese per «Il caso della famiglia Coleman» ed «Emilia». Sabato 2 ottobre, allo Studio Melato, debutta così, in prima nazionale, «Edificio 3», spettacolo provato lo scorso novembre alle soglie del secondo lockdown e ora finalmente consegnato all’abbraccio del pubblico, che rimarrà in cartellone fino al prossimo 7 novembre. Rosario Lisma, Stella Piccioni, Valentina Picello, Giorgia Senesi ed Emanuele Turetta ci porteranno all’interno dell’ufficio di una grande azienda per raccontare la struggente complessità delle dinamiche relazionali e l’infinita distanza che ci separa tutti dal nostro prossimo, l’incolmabile baratro tra l’intima identità di ciascuno di noi e il personaggio pubblico che diamo in pasto alla gente.
Tra i protagonisti del «nuovo inizio» ci sarà anche Stefano Massini con le sue «Storie», per ben due volte simbolo del ritorno in presenza: dopo il lockdown, all’aperto, nel giugno del 2020, e nell’ottobre dello stesso anno, in sala, prima che la pandemia costringesse di nuovo alla chiusura dei teatri. Con la complicità musicale di Paolo Jannacci, al pianoforte, e di Daniele Moretto, alla tromba, l’attore e drammaturgo toscano riprenderà il suo viaggio attraverso le pagine della letteratura europea allo Studio Melato, dove sarà in scena dal 9 al 14 novembre.
Il desiderio di una riflessione condivisa, tra il Piccolo e il Politecnico di Milano, intorno a uno dei temi più caldi del nostro tempo, la gestione e protezione dei dati che ognuno di noi affida alla rete, ispirerà, invece, lo spettacolo «Big Data B&B», con Laura Curino, in prima nazionale, al teatro Studio Melato, dal 25 novembre al 12 dicembre. Infine, a chiudere il cartellone delle produzioni interne sarà, sempre nella cornice del teatro Studio Melato, Carmelo Rifici con «Doppio sogno», spettacolo tratto da Arthur Schnitzler, con un cast di giovani attrici e attori, ai quali spetterà il compito di focalizzare l’attenzione sui temi del rapporto di coppia, della gestione della violenza all’interno delle relazioni e della costruzione del concetto di identità attraverso il continuo «specchiarsi» nell’altro. Lo spettacolo debutterà in prima nazionale il 27 novembre, per replicare fino al 23 dicembre.
Tra le ospitalità, italiane e straniere, si inizierà con «Everywoman», ultima creazione firmata dal regista Milo Rau per la Schaubühne di Berlino: una struggente riflessione su passato e futuro, su vita e morte, su solitudine e comunità, con Milo Rau e Ursina Lardi, in scena dal 14 al 16 ottobre nella sala grande dello Strehler. Questo spettacolo – racconta Claudio Longhi nell sua lettera agli spettatori - «ci ricorda che, in assoluta continuità con la tenace fede europeista di Strehler, il nostro teatro non è solo la scena della nostra città, ma vuole essere anche uno dei crocevia dell’Europa teatrale».
Sarà, poi, la volta di Eros Pagni, diretto da Daniele Salvo, in «La notte dell’Innominato» (teatro Strehler, 19-31 ottobre), e di Renato Carpentieri e Imma Villa in «Piazza degli eroi» (teatro Strehler, 3-14 novembre), ultimo capolavoro di Thomas Bernhard, per la regia di Roberto Andò, ma anche di Lino Musella in «Tavola tavola chiodo chiodo» (teatro Grassi, 3-7 novembre), racconto delle battaglie donchisciottesche di Eduardo De Filippo per il teatro. Toccherà, quindi, salire sul palco del Grassi a Liv Ferracchiati con «La tragedia è finita, Platonov» (9-14 novembre), originale rilettura di Anton Čechov. Mentre subito dopo, allo Strehler, i riflettori saranno puntati su Marco Paolini con il suo ultimo spettacolo: «Sani!» (16 novembre-5 dicembre), espressione usata per dare il saluto nella valle del Piave, nel quale è racchiusa il senso di un teatro che unisce e crea ponti.
Sempre allo Strehler, il 29 novembre è in programma una serata speciale con Renato Sarti e Angela Finocchiaro che suggeriranno, a partire dagli scritti dell’antropologa forense Cristina Cattaneo, un punto di vista diverso sui naufragi nel Mediterraneo con il loro «Naufraghi senza volto».
Tra gli spettacoli ospiti della prima parte della stagione ci sarà anche «Arsenico e vecchi merletti» (teatro Grassi, 14-23 dicembre), con due signore della scena come Anna Maria Guarnieri e Giulia Lazzarini.
Il Natale chiuderà il sipario sul primo tratto di stagione con due classici: la Compagnia Carlo Colla e Figli proporrà «Pinocchio» da Collodi, versione per marionette nata da un’idea di Eugenio Monti Colla (teatro Grassi, 28 dicembre-9 gennaio), mentre la Scuola di ballo dell’Accademia alla Scala riscalderà le feste del pubblico con il suo balletto «Lo schiaccianoci» (teatro Strehler, 14-22 dicembre).
«Il magistero di Strehler, la nuova drammaturgia, il repertorio, il grande teatro internazionale» sono, dunque, i fili rossi della nuova stagione del Piccolo teatro di Milano, che porterà il pubblico a capire il mondo che ci circonda nelle sue infinite sfaccettature, per aiutarlo ad affrontare consapevolmente le sfide che ci aspettano.
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Arlecchino servitore di due padroni. Foto: Ciminaghi - Piccolo Teatro di Milano; [fig. 2] Edificio 3. Foto di Masiar Pasquali; [fig. 3] Marco Paolini. Foto di Valeria Fioranti; [fig. 4] Everywoman – Ursina Lardi. F oto di Armin Smailovic; [fig. 5] Pinocchio. Compagnia Carlo Colla e figli
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