ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com
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mercoledì 11 giugno 2014

Venezia, una veranda di luce per il nuovo Peggy Guggenheim Cafè

In una città d’arte come Venezia, da visitare a piedi e con spazi espositivi disseminati per quasi ogni calle e campiello, la ristorazione museale è diventata un capitolo importante e non trascurabile per valutare l’offerta proposta. Dal Dogana Cafè al bar di Palazzo Grassi, dal ristorante «Qcoffee» della Fondazione Querini Stampalia (disegnato da Mario Botta) alla caffetteria di Palazzo Grimani, sono tanti i posti dove concedersi una pausa, sorseggiando un caffè o spiluccando un tramezzino.
Tra i locali più intriganti di Venezia c’è senz’altro il Museum Café della Collezione Peggy Guggenheim che, in occasione della Biennale di Architettura, si presenta con un look completamente rinnovato.
Collocato sul lato interno di Palazzo Venier dei Leoni, il bar-bistrot trova spazio nella veranda prospiciente il giardino interno, cuore verde di quella che fu la dimora della collezionista americana Peggy Guggenheim per oltre trent’anni e che oggi è uno dei luoghi di cultura più preziosi dedicati all’arte del Novecento.
Il restyling della caffetteria, che ha visto all’opera lo studio Hangar Design Group per quanto riguarda il concept e la realizzazione, ha voluto dare al museo un’area relax contemporanea. Il progetto ha così enfatizzato l’elemento della luce naturale che penetra dal giardino all’interno della veranda attraverso la definizione di uno spazio pulito, dalle linee sobrie e lievi. Gli arredi di alto design, creati da Arclinea, si inseriscono con eleganza sul fondale bianco delle pareti, amplificando la luminosità dell’ambiente.
Al centro dello spazio campeggia il lampadario «Peggy», concepito specificatamente per questo luogo e realizzato dall’azienda Vistosi. In perfetto equilibrio intorno a un doppio asse, il nuovo elemento d’arredo è composto da una serie di sfere in vetro soffiato e metallo che incorporano un’idea modernista di spazio, dove la luce costituisce il punto focale dell’ambiente, interpretando la polarità cromatica del bianco e nero con la leggerezza di un segno razionale ed elegante.
Preziosi nella realizzazione del Peggy Guggenheim Café sono stati anche i contributi di Mapei e Hausbrandt che, insieme ad Hangar Design Group e Arclinea, fanno parte di Intrapresae Collezione Guggenheim, gruppo di aziende che da anni sostiene fedelmente tutte le attività del museo, condividendone la passione per l'arte e credendo nella comunicazione culturale come moderna forma di comunicazione aziendale.
A completare l’allestimento, è una serie di grandi ritratti fotografici di Peggy Guggenheim che offrono al visitatore uno sguardo intimo sulla vita della grande collezionista che abitò all’interno di questi spazi dal 1948 fino alla sua morte, avvenuta nel 1979. Un tributo, questo, alla memoria della sua figura carismatica, così determinante per la storia dell’arte del Novecento.

Informazioni utili 
Peggy Guggenheim Café. Palazzo Venier dei Leoni, Dorsoduro 701 I- Venezia. Informazioni: tel. 041.2405411 o info@guggenheim-venice.it.

lunedì 17 marzo 2014

Bologna, tra le ricette di Giorgio Morandi con Massimo Bottura e Marta Pulini

Parte da Bologna uno dei progetti artistici di Expo 2015: «aroundmorandi – natura morta con pane e limone», percorso multidisciplinare in bilico tra design, arte culinaria e cultura dell’innovazione costruito intorno alla figura di Giorgio Morandi (Bologna, 20 luglio 1890 – 18 giugno 1964), artista comunemente conosciuto come il «pittore delle bottiglie».
L’iniziativa -curata dall’associazione «wonderingstars», con la preziosa collaborazione della rete civica Bologna Musei- animerà da giovedì 27 a domenica 30 marzo gli spazi del Mambo, il museo d’arte moderna della città che, dal novembre 2012, accoglie tra le sue mura ottantacinque tele facenti parte della raccolta donata dalla sorella dell’artista, Maria Teresa Morandi, al Comune di Bologna.
Un evento performativo e un’installazione dedicati al maestro emiliano e al suo rapporto con gli oggetti domestici e con la quotidianità familiare, più alcuni incontri, laboratori per bambini e workshop, compongono il progetto, nel quale gioca un ruolo fondamentale Carlo Zucchini, expertiser e amico del pittore bolognese, che è anche garante della donazione Morandi all’amministrazione comunale felsinea.
Con lui saranno protagonisti negli spazi dell’ex Forno del pane anche due chef dell’avanguardia culinaria: Marta Pulini, la mente creativa di BibenduM, e Massimo Bottura, proprietario dell’Osteria Francescana di Modena, che si è appena aggiudicato il prestigioso White Guide Global Gastronomy Award, conosciuto nel mondo come il Nobel della gastronomia.
Il cuoco emiliano animerà nella serata di giovedì 27 marzo, dalle 20.30 alle 24, la performance «A taste of Morandi», che lo vedrà all’opera con Carlo Zucchini: il primo reinterpreterà le suggestioni della poetica morandiana in chiave culinaria, l’altro calerà il pubblico nell’universo dell’artista e, attingendo al suo epistolario, all’esperienza della frequentazione della famiglia e alla conoscenza delle sue opere.
La tavola sarà il cuore dell’evento che farà incontrare l’arte con il design, l’alta cucina e il racconto. Allestita con oggetti e tovagliati di design ispirati all’opera del maestro bolognese, la performance richiamerà, nello specifico, la convivialità della famiglia Morandi e al tempo stesso la storia di una terra tra passato e futuro, tra sapori da conservare e innovare. Alle due voci dei protagonisti se ne aggiungerà una terza, quella dell’attrice Marinella Manicardi, che interpreterà una delle sorelle del pittore.
Durante l’incontro una sessantina di convitati assaggeranno un piatto di ispirazione morandiana; mentre il ricettario della famiglia dell’artista, rielaborato da Marta Pulini, sarà oggetto di una pubblicazione in uscita nel corso del 2014 per i tipi di Corraini editore.
In occasione dell’evento, il dipartimento educativo del Mambo ha studiato, in collaborazione con l’associazione «Il tempo ritrovato», un inedito percorso tra educazione estetica e alimentare rivolto più piccoli: i laboratori «Pranzi Di-segni. A tavola con Giorgio Morandi». Due gli incontri in agenda: sabato 29 marzo, a partire dalle ore 16, toccherà alla fascia d’età tra gli 8 e gli 11 anni; domenica 30 marzo, alle stessa ora, sarà la volta dei bambini dai 5 ai 7 anni. Gli adulti potranno, invece, approfondire la propria conoscenza del maestro bolognese con il workshop «aroundmorandi - a color inspiration» (domenica 30 marzo, ore 12), a cura della Color Designer Vicky Syriopoulou, o con la tavola rotonda «A talk aroundmorandi» (sabato 29 marzo, ore 11), che vedrà la partecipazione, tra gli altri, di Alberto Alessi, Marzia Corraini, Giuliana Cesari e Aldo Colonetti.
Durante tutti e quattro i giorni dell’iniziativa al Mambo, sarà, inoltre, possibile vedere, nella Sala delle Ciminiere, la mostra «extraordinary ordinary objects - Giorgio Morandi inspires design», con oggetti ordinari di ispirazione morandiana, straordinariamente reinterpretati da alcuni tra i più grandi designer e artisti contemporanei. Un’occasione, questa, per dimostrare come i soggetti pittorici dell’artista emiliano – ciotole, bottiglie e vasi, dipinti con pochi colori- abbiano piantano semi fruttiferi in chi si occupa di cultura artistica. Semi che ancora oggi germogliano, anche in territori inconsueti.

Per saperne di più
La collezione Morandi trova casa al Mambo

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1,2 e 3] Immagine promozionale del progetto «aroundmorandi – natura morta con pane e limone»

Informazioni utili 
«aroundmorandi – natura morta con pane e limone». MAMbo – Museo d’arte moderna,  via Don Minzoni, 14 e Casa Morandi, via Fondazza, 36 - Bologna. Informazioni: tel.  051.9917794 o info@wonderingstars.it. Sito internet: www.wonderingstars.it o www.mambo-bologna.org. Dal 27 al 30 marzo 2014. 
Elenco incontri 
«A taste of Morandi» - performance con lo chef Massimo Bottura. Data: giovedì 27 marzo, dalle ore 20.30 alle ore 24.  Ingresso (comprensivo della visita al Museo Morandi e alla Casa Morandi): intero € 18,00, ridotto € 15,00 (la riduzione è riservata agli iscritti all’Ordine degli architetti di Bologna). Prenotazioni: tel.  051.9917794 o info@wonderingstars.it
«Pranzi Di-segni. A tavola con Giorgio Morandi» - laboratori per bambini. Data: sabato 29 marzo, ore 16.00 (dagli 8 agli 11 anni); domenica 30 marzo, ore 16.00 (dai 5 ai 7 anni). Ingresso: € 5,00. Prenotazioni:    tel. 051. 6496628 (lunedì-venerdì, ore 10.00-13.00),  mamboedu@comune.bologna.it
«A talk aroundmorandi» - tavola rotonda con Carlo Zucchini, Marta Pulini, Alberto Alessi, Marzia Corraini, Giuliana Cesari e Aldo Colonetti. Data: sabato 29 marzo, ore 11. Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili. 
«aroundmorandi - a color inspiration» - laboratorio a cura della «Color Designer Vicky Syriopoulou», con Carlo Zucchini, presso la Casa Morandi. Data: domenica 30 marzo, ore 12. Ingresso: intero € 8,00, ridotto € 5,00  (la riduzione è riservata agli iscritti all’Ordine degli architetti di Bologna). Prenotazioni: tel.  051.9917794 o info@wonderingstars.it
«extraordinary ordinary objects - Giorgio Morandi inspires design» - mostra. Orari: da venerdì 28 a domenica 30 marzo, ore 12.00-20.00. Ingresso: € 4,00. Informazioni: tel. 051.6496611 o info@mambo-bologna.org.   

giovedì 22 novembre 2012

Siena, sette musei per un viaggio alla scoperta del «Vino fra mito e storia»

E’ un viaggio alla scoperta delle radici della cultura del vino nelle terre di Siena, conosciute in tutto il mondo per le eccellenze enologiche e il legame autentico con la coltura della vite e la produzione vitivinicola, quello che propone la mostra diffusa «Vino fra mito e storia», promossa da Provincia di Siena e Soprintendenza per i Beni archeologici della Toscana.
Sette gli spazi coinvolti in questa esposizione, visitabile da sabato 24 novembre, che verrà presentata al pubblico in occasione della due giorni senese dedicata al vino, promossa da Regione Toscana, Toscana Promozione, Provincia di Siena, Enoteca italiana e Banca Monte di Paschi di Siena.
Al teatro dei Rozzi, sabato 24 novembre, si terrà il Forum sul vino italiano, giunto alla terza edizione. Quest’anno si parlerà delle prospettive per il comparto vitivinicolo italiano fra mercati tradizionali ed emergenti, i nuovi scenari sui territori che nel futuro potranno aprirsi al consumo di questa grande eccellenza italiana e l’aggiornamento dell’Mps Wine Index. Mentre, nel pomeriggio, Toscana Promozione presenterà, sempre al teatro dei Rozzi, la premiazione dei «Top 100» della «X Selezione dei vini di Toscana», curata da Enoteca italiana.
Il nucleo principale della mostra, un itinerario nell’antichità attorno alla vite e al vino, sarà a Siena, nella sede di Enoteca, dove sarà allestito un percorso espositivo sulla storia del vino, mentre nei musei dei cinque territori maggiormente rappresentativi dell’eccellenza vitivinicola senese saranno allestite delle mostre collaterali, integrate nelle collezioni permanenti.
Sempre nella città del Palio, nei suggestivi ambienti del Santa Maria della Scala, sarà messo in mostra un oggetto unico, il cinerario di Montescudaio. In altri luoghi indissolubilmente legati al mondo vitivinicolo, i visitatori saranno, invece, guidati a ripercorre, attraverso le testimonianza archeologiche, le tappe fondamentali dell’evolversi della cultura del vino in tutto il bacino del Mediterraneo e, in particolar modo, sul territorio toscano e su quello della provincia di Siena, dove si producono eccellenze enologiche tra le più qualificate e note nel mondo.
Numerosi oggetti in mostra documenteranno il lungo viaggio del vino, partito più di cinquemila anni fa nel vicino Oriente, passando per i greci, i romani e gli etruschi, e arrivato fino all’Italia medievale e moderna: vasi e utensili in bronzo, ma anche urne dove i defunti sono raffigurati sdraiati a banchetto e, per i visitatori più curiosi, la ricostruzione di un triclinum romano, completo di tutti gli arredi.
Nella mostra, curata da Giuseppina Carlotta Cianferoni, direttore del Museo archeologico nazionale di Firenze, sarà anche esposta, per la prima volta, una parte di un corredo funebre rinvenuto nella necropoli di Bosco Le Pici, a Castelnuovo Berardenga.
A Montalcino, invece,  oggetti di uso quotidiano e parti del corredo della tavola racconteranno la vita a bordo di un piroscafo del XIX secolo. Bottiglie e bicchieri moderni saranno messi a confronto con i meravigliosi pezzi provenienti dalla collezione privata villa Banfi, a testimoniare la continuità delle forme legate al vino e al suo consumo.
In occasione dell’apertura al pubblico di tutte le sedi espositive, domenica 25 novembre, i visitatori potranno anche deliziare il palato con le produzioni testimonial del vino toscano nel mondo. Nelle splendida struttura cinquecentesca della Fortezza medicea, sede di Enoteca italiana, i wine lover potranno immergersi nel percorso millenario sulla storia del vino e concludere l’itinerario calice alla mano, degustando il meglio della tradizione enologica toscana, dai classici ai vini autoctoni.
Il viaggio potrà, poi, continuare sul territorio, nei musei delle zone di produzione maggiormente vocate: a Castellina in Chianti, nel Museo archeologico del Chianti Senese, a Castelnuovo Berardenga, nel Museo del paesaggio, a Montalcino, nel Museo civico e diocesano, a Montepulciano, nel Museo civico pinacoteca Crociani, e a San Gimignano, nel Museo archeologico e spezieria di Santa Fina. In queste sedi, in collaborazione con i Comuni, Fondazione Musei senesi e i Consorzi dei vini Docg, saranno promossi assaggi di Brunello di Montalcino, Chianti Colli senesi, Chianti classico, Vino nobile di Montepulciano e della Vernaccia di San Gimignano: un modo, gustoso, per unire la scoperta delle origini a quella dei migliori vini del territorio.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Locandina della mostra diffusa «Vino fra mito e storia»; [fig. 2] Anfora attica a figure nere, Inv. 3872. Firenze, Museo Archeologico Nazionale. Lato A: Dioniso coronato  con un kantharos in mano; davanti a lui un satiro danzante;  lato B: comasti affrontati. 500 a. C. (o fine del VI sec. a. C.); [ fig. 3] Braccio di marmo con grappolo d’uva, Inv. 14264. Lunghezza cm 59. Firenze, Museo Archeologico Nazionale. II sec. d. C. Foto: Società Cooperativa Archeologica A.R.A.; [fig. 4] Kyathos attico a fondo bianco. Inv. 3903. Firenze, Museo Archeologico Nazionale. Lati A-B: tra occhioni, Dioniso coronato e con corno potorio trasportato da un mulo; ai lati dell’ansa, menadi. 510-500 a. C. (o fine del VI sec. a. C.). Foto: Società Cooperativa Archeologica A.R.A.

Informazioni utili
«Vino fra mito e storia». Sedi: Enoteca Italiana. Fortezza Medicea, Piazza Libertà, 1 – Siena. Orari: lunedì-sabato, ore 12.00-19.00. Ingresso gratuito. Informazioni: tel. 0577.228843, fax 0577.228888, enoteca@enoteca-italiana.it. Complesso Museale Santa Maria della Scala, Piazza Duomo, 1 – Siena. Orari: tutti i giorni, ore 11.00-16.00. Ingresso compreso nel biglietto. Informazioni: tel. 0577.534511/0577.534571, fax 0577.534510, infoscala@comune.siena.it. Museo archeologico del Chianti senese, piazza del Comune, 17 - Castellina in Chianti. Orari: sabato e domenica, ore 10.00 - 17.00. Ingresso compreso nel biglietto. Informazioni: tel. 0577.742090/0577.741388 o info@museoarcheologicochianti.it. Museo del Paesaggio, via Chianti, 59 - Castelnuovo Berardenga. Orari: sabato e domenica, ore 10.00-13.00. Ingresso compreso nel biglietto. Informazioni: tel. 0577.352035 o direttore.museopaesaggio@museisenesi.org. Musei di Montalcino, Raccolta archeologica, medievale, moderna, via Ricasoli, 31 – Montalcino. Orari: martedì-domenica, ore 10.00 - 13.00/14.00 - 17.50; chiuso il lunedì (se non festivo). Ingresso compreso nel biglietto. Informazioni: tel: 0577.846014 o 0577.849331. Museo Civico Pinacoteca Crociani - Palazzo Neri Orselli, via Ricci, 10 – Montepulciano. Orari: apertura novembre*- dicembre*- gennaio*- febbraio - sabato e domenica ore 10.00-13.00/15.00-18.00, * 1 novembre - 23 dicembre - 6 gennaio ore 10.00-13.00/15.00-18.00; apertura marzo – aprile – maggio – ottobre, martedì-domenica, ore 10.00-13.00/15.00-18.00. Ingresso compreso nel biglietto. Informazioni: tel. 0578.717300 o civico.museo@libero.it. Museo archeologico, Spezieria di Santa Fina, Galleria d’arte moderna e contemporanea, via Folgore, 11 - San Gimignano. Orari: tutti i giorni, ore 14.00-18.00. Ingresso compreso nel biglietto. Informazioni: tel. 0577.940348 o musei@comune.sangimignano.si.it. Informazioni e prenotazioni turistiche: Siena, tel. 0577.280551 o incoming@terresiena.it; Chianciano Terme tel. 0578.671122 o prenota@terresiena.it. Siti internet: www.provincia.siena.it, www.terresiena.it e www.museisenesi.org. Da sabato 24 novembre 2012 a domenica 5 maggio 2013. 

Mostra prorogata: il nucleo centrale delle opere esposte all’Enoteca Italiana sarà visibile fino al 19 maggio 2013; il Cinerario di Montescudaio fino al 29 maggio 2013; le collezioni a Castellina in Chianti e Montalcino fino al 31 ottobre 2013; il Cinerario di Montescudaio fino al 29 maggio

venerdì 9 novembre 2012

Da Ron Arad a Josean Alija, il meglio dell’arte e della cucina mondiale a Pechino grazie a illycaffè

Una grande spirale di tazzine accoglierà, ancora per un mese, i visitatori del Parkview Green FangCaoDi, uno degli edifici più green della Cina, al cui interno si trova, tra l’altro, una collezione di capolavori scultorei di Salvador Dalì. L’opera, intitolata «Chandelier», è il simbolo della Galleria Illy Pechino, lo spazio temporaneo ed itinerante della triestina illycaffè, che ha già toccato altre città di avanguardia e di fermento creativo come New York, Milano, Trieste, Istanbul, Berlino e Londra.
Sessantasei tazzine fra le oltre trecento della collezione, ciascuna del peso di 6 chili, compongono il lavoro: una struttura di dimensioni imponenti, formato da cinque cerchi del peso complessivo di 2 tonnellate, con un diametro di 8 metri e un’altezza di 5,2.
Lo «Chandelier», posto nella hall del Parkview Green FangCaoDi, è, dunque, l’installazione scelta per accogliere il pubblico nel salotto culturale di illycaffè a Pechino, dove, nelle prossime settimane, sarà possibile assaporare un buon caffè, ma anche conoscere personaggi di fama internazionale attivi nei settore dell’arte e della letteratura, della scienza, del design e dell’enogastronomia.
Dopo Sebastião Salgado, che ha presentato un suo reportage fotografico realizzato nelle piantagioni di caffè in Cina (un lavoro, questo, tuttora visibile al Parkview Green FangCaoDi), e lo chef siciliano Pino Cuttaia, la galleria itinerante di illycaffè ospiterà un’altra stella della cucina internazionale: lo spagnolo Josean Alija, (10 novembre, ore 15.00), che parlerà del caffè e dei suoi utilizzi in cucina, descrivendo anche gli studi e le ricette nate dalla collaborazione con l’azienda triestina.
Toccherà, poi, all’arte mettersi in vetrina con più incontri. Il primo avrà per protagonisti l’artista cinese Fang Lijun, il critico d’arte contemporanea Lü Peng e Giuseppe Liverani, ideatore e fondatore della casa editrice Charta, che quest’anno festeggia i vent’anni di attività (17 novembre, ore 15). Salirà, quindi, sotto i riflettori Lin Tianmiao (18 novembre, ore 15), che, insieme con la curatrice Melissa Chiu, presenterà il libro «Bound Unbound», pubblicato dalla milanese Charta, in collaborazione con Asia Society New York. Toccherà, poi, a Liu Wei (1° dicembre, ore 15), uno dei più interessanti e attivi artisti cinesi. Mentre a chiudere il calendario sarà Ron Arad (2 dicembre, ore 15), uno dei massimi protagonisti internazionali del design contemporaneo, la cui presenza è resa possibile da una collaborazione con la ditta friulana Moroso.
L’enogastronomia troverà ampio spazio nel programma, non solo grazie agli incontri con due chef stellati del calibro di Josean Alija e Pino Cuttaia, ma anche grazie a degustazioni di prodotti, rappresentativi dell’eccellenza della produzione italiana. È il caso dei vini dell’azienda vinicola Mastrojanni, entrata a far parte di Gruppo illy nel 2008, alcuni dei quali come il celebre Brunello di Montalcino verranno presentati da Riccardo Illy (29 novembre, ore 19).
Ogni giorno si terranno, inoltre, corsi gratuiti di degustazione e preparazione del caffè, a cura dell’Università del caffè di Trieste.

Didascalie delle immagini
[figg. 1 e 2] Vista dell'opera «Chandelier» all'interno  del Parkview Green FangCaoDi di Pechino

Informazioni
Galleria Illy Pechino. Parkview Green FangCaoDi, No.9, DongDaQiao Rd., Chaoyang Dist., Beijing, China. Orari: ore 10.00-22.00.  Informazioni: Anna Adriani/Christine Pascolo, illycaffè, tel. 040.3890111. Sito Web:  www.illy.com. Fino al 2 dicembre 2012. 

domenica 29 aprile 2012

Cucina e teatro, in scena otto spettacoli «da gustare»

Nell’autunno del 1989, Paola Berselli e Stefano Pasquini decidono di dare una svolta alla propria vita. Lasciano Bologna, la città nella quale vivono e dove lavorano nella compagnia «Il baule dei suoni», per trasferirsi alle Ariette, un piccolo podere sull’Appenino bolognese. In questa valle, nei pressi di Castello di Serravalle, la coppia trasforma la vecchia tenuta di famiglia in un agriturismo. Coltiva i tre ettari e mezzo di terra che circondano la casa. Alleva polli, oche e galline. La passione per il palcoscenico, come tutti gli amori non fugaci, torna a farsi sentire. Il richiamo a raccontare e a raccontarsi bussa imperioso alla porta del cuore. Paola e Stefano decidono di ascoltare quella voce e ripensano, così, al loro modo di rapportarsi all’arte scenica. Nel 1996 sono pronti per iniziare una nuova avventura: nasce il Teatro delle Ariette, una compagnia che mescola, nei propri spettacoli, autobiografia e riferimenti alla vita contadina, e che porta i propri lavori nei luoghi della quotidianità, dalle scuole agli ospedali, dalle piazze alle case.
«Teatro da mangiare?», che vede in scena anche l’amico Maurizio Ferraresi, può essere considerato la summa della poetica dell’associazione emiliana: seduti attorno a una tavola imbandita, gli spettatori-commensali (mai più di una trentina per volta) ascoltano il racconto di un percorso artistico e umano, quello di Stefano, Paola e Maurizio. Ma partecipano anche al rito domestico di preparazione di una vera e propria cena, da consumare tutti insieme al termine della serata. Tagliatelle fatte in casa, tigelle, vino e prodotti rigorosamente biologici non mancano mai in questa curiosa performance, tra mattarelli da cucina e vecchie canzoni, del quale ha scritto anche il quotidiano francese «Le Monde».
Lo spettacolo, giunto a oltre cinquecento repliche, approda a Milano, negli spazi dell’ex ospedale psichiatrico «Paolo Pini», in occasione di «Expo Days. Il mondo a tavola», calendario di oltre ottanta eventi, tra rassegne cinematografiche, mostre, convegni e laboratori per bambini, promosso e organizzato dal Comune di Milano in vista dell’Expo 2015,  incentrato sul tema «Nutrire il pianeta, energia per la vita».
L’appuntamento con il Teatro delle Ariette, in programma fino a lunedì 30 aprile (alle 12.00 e alle 20.00, previa prenotazione al numero 02.66200646 o all’indirizzo e-mail olinda@olinda.org) inaugura il cartellone teatrale della rassegna: otto gli spettacoli in programma, che vogliono puntare i riflettori sulle contaminazioni tra il linguaggio della scena e l’arte gastronomica.
Dopo aver sperimentato il piacere antico del convivio con «Teatro da mangiare?», sarà la volta dell’impegno civile con «Mafie in pentola. Libera Terra, il sapore di una sfida», in programma nella serata di lunedì 30 aprile al Piccolo Teatro Studio (ingresso libero, fino a esaurimento dei posti disponibili). L’attrice Tiziana Di Masi porterà in scena, con un’interpretazione capace di sfumare dal drammatico al brillante, l’esito dell’inchiesta giornalistica condotta da Andrea Gruolo, premio Cronista dell’anno 2011, sui terreni confiscati alle mafie in Sicilia, Calabria, Puglia, Campania e anche nel nord Italia. Terreni, questi, che sono ritornati a nuova vita grazie al lavoro delle cooperative di «Libera Terra», un progetto di don Luigi Ciotti nato nel 1995, che ha il «sapore della legalità», che ha il gusto, buono e onesto, di olio, vino, miele, pasta, taralli, legumi, limoncello e torrone, prodotti che, a fine spettacolo, il pubblico potrà anche assaggiare, salendo sul palcoscenico.
Dalla proposta gastronomico-civile di Tiziana Di Masi, all’insegna del meglio della cucina italiana, si passerà ai mille sapori del tè con «Assaggi d’Oriente», una degustazione promossa da Barbara Sighieri prima dello spettacolo «Incendi» dell'artista libano-canadese Wajdi Mouawad, in programma presso il Teatro i. Nella stessa serata, giovedì 3 maggio, l’attrice Elena Guerrieri porterà in scena, negli spazi del ex ospedale psichiatrico «Paolo Pini», il suo «Orti insorti. In giardino con Pasolini, Calvino e il mi’ nonno contadino in Maremma» (prenotazione obbligatoria al numero 02.66200646 o all’indirizzo e-mail olinda@olinda.org), un monologo «con musica dal vivo e minestrone» che affronta, grazie a una brillante interpretazione in bilico tra serietà e ironia, temi legati all’ambiente, all’agricoltura biologica, alla biodiversità, alla vecchia civiltà contadina. L’ingresso, fissato alle 20.30, è a baratto: per entrare sarà sufficiente portare con sé un prodotto della terra o degli animali; olio, vino, formaggio, miele, marmellata o frutta al posto dei soldi, come avveniva una volta, perché dai nonni, in tempi di crisi economica, c’è sempre da imparare.
Due le proposte in cartellone anche nella giornata successiva, venerdì 4 maggio. Al Museo del Novecento, Valeria Magli presenterà «Mille modi di cucinare la signorina Richmond», una performance nella quale il corpo gioca con il testo tratto da un manuale di cucina. Tre le repliche in programma, a partire dalle 18, ogni ora e mezza (ingresso libero, fino a esaurimento dei posti). Alle 22.30 ci si sposterà, invece, all’Arci Cicco Simonetta, dove andrà in scena «TeatriFood. Improvvisazione con sapore», uno spettacolo nel quale attori e pubblico compiranno un viaggio all’insegna di gusti, profumi e emozioni che ruotano intorno a una tavola imbandita (ingresso: € 3,00, con tessera Arci).
Dalle suggestioni della cucina si passerà, quindi, al suo lessico con «Le parole del cibo», spettacolo in cartellone sabato 5 e domenica 6 maggio, alle 20, presso gli spazi del teatro Arsenale. Una performance, questa, ricca di azione, umorismo, dinamicità e informazioni culinarie, che trae spunto da alcune pagine significative della letteratura a tema gastronomico come la «Lettera del chiarissimo poeta Lorenzo Stecchetti a Pellegrino Artusi, la ricetta del «Risotto patrio» di Carlo Emilio Gadda e «Le seppie coi piselli» di Achille Campanile.
Il gran finale spetterà allo spettacolo «Pranzo d’artista. Quando si incontrano misericordia e libertà», lettura scenica del racconto «Il pranzo di Babette» di Karen Blixen, a cura del Teatro Alkaest, in programma domenica 6 maggio, alle 12.30, presso una residenza privata di Milano (prenotazione obbligatoria al numero 331.4129098 o alla e-mail stanze@teatroalkaest.it). Otto spettacoli, dunque, diversissimi tra loro quelli di «Expo Days. Il mondo a tavola». Otto spettacoli golosi, che focalizzano l’attenzione ora sull’impegno civile, ora sul piacere della convivialità, ora sulla nostra storia gastronomica, con qualche rimpianto per il passato che non ritorna. Ed è proprio il caso di dirlo: a Milano, questo maggio, ce ne sarà per tutti i gusti.

Didascalie delle immagini 
[fig. 1] Una scena dello spettacolo «Teatro da mangiare?», con il Teatro delle Ariette. Foto di Paolo Rapalino; [fig. 2 e 3] Una scena dello spettacolo «Teatro da mangiare?», con il Teatro delle Ariette. Foto di Marco Caselli; [fig. 4 e 5] Una scena dello spettacolo «Mafie in pentola. Libera Terra, il sapore di una sfida», con Tiziana Di Masi; [fig. 6 e 7] Una scena dello spettacolo «Orti insorti. In giardino con Pasolini, Calvino e il mi’ nonno contadino in Maremma», con Elena Guerrieri. 


 Informazioni utili 
 «Expo Days. Il mondo a tavola». Rassegna teatrale. Milano, sedi varie. Programma: www.expo2015.org/sites/default/files/rich_text_editor/pagine_standard/flyer_dgt_o.pdf. Fino a domenica 6 maggio 2012. 
Cartellone
- domenica 29 e lunedì 30 aprile, ore 12.00 e ore 20.00 / TeatroLaCucina, ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini (via Ippocrate, 45) / «Teatro da Mangiare?», con il Teatro della Ariette / prenotazione obbligatoria allo 02.66200646 o alla e-mail olinda@olinda.org;- 
- lunedì 30 aprile, ore 20.30 / Piccolo Teatro Studio (via Rivoli, 6) / «Mafie in pentola», di Andrea Guolo, con Tiziana Di Masi / ingresso libero fino a esaurimento posti / informazioni: mafieinpentola@gmail.com;
- giovedì 3 maggio, ore 19.00 / Teatro i (via Gaudenzio Ferrari, 11) / «Assaggi d'Oriente» /prenotazione obbligatoria al numero 366.3700770, allo 02.8323156 (dalle ore 14.30 alle 19.30) o alla e-mail: info@teatroi.org;
- giovedì 3 maggio, ore 20.30 / TeatroLaCucina, ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini (via Ippocrate, 45) / «Orti insorti. In giardino con Pasolini, Calvino e il mi’ nonno contadino in Maremma», con Elena Guerrieri, all’organetto Davide Orlando / prenotazione obbligatoria allo 02.66200646 o alla mail olinda@olinda.org / ingresso a baratto;
- venerdì 4 maggio, ore 18.00, 18.30, 19.00 / Museo del Novecento, Sala Fontana, piazza Duomo / «Mille modi di cucinare la signorina Richmond»,con Valeria Magli / ingresso libero fino a esaurimento posti / informazioni: vagastudio@gmail.com;
- venerdì 4 maggio, ore 22.30 / Arci Cicco Simonetta (via Cicco Simonetta, 16) / «TeatriFood. Improvvisazione con sapore», con Teatribù / ingresso con tessera Arci + € 3,00 / informazioni: info@teatribu.it;
- sabato 5 e domenica 6 maggio, ore 20.00 / Teatro Arsenale (via Cesare Correnti, 11) / «Le parole del cibo»/ingresso: € 5,00 / informazioni: teatro@teatroarsenale.it;
- domenica 6 maggio, ore 12.30 / residenza privata (la casa in cui si svolgerà lo spettacolo verrà comunicata al momento della prenotazione) / «Pranzo d’artista. Quando si incontrano misericordia e libertà», con il Teatro Alkaest / prenotazione obbligatoria al 331.4129098 o alla e mail stanze@teatroalkaest.it

giovedì 7 gennaio 2010

Fornelli futuristi, in cucina con Marinetti & C.

«Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerarietà […] il coraggio, l'audacia, la ribellione […] il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno. Noi affermiamo che la magnificenza del mondo è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità. Un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della vittoria di Samotracia». Con questa dichiarazione di intenti, pubblicata il 20 febbraio del 1909 sul giornale francese Le Figaro e ristampata poco dopo sulla rivista milanese Poesia, lo scrittore Filippo Tommaso Marinetti (Alessandria d'Egitto, 1876 – Bellagio, 1944) dava inizio all'avventura di uno dei più noti movimenti d'avanguardia del XX secolo: il Futurismo.
Presupposto teorico di questo gruppo, votato al mito del progresso e a quello della macchina, le cui alterne vicende segnarono profondamente la storia culturale del nostro Paese all'inizio del XX secolo, fu la volontà di modificare radicalmente non solo i vari settori delle cosiddette arti maggiori e di quelle applicate (pittura, scultura, architettura, fotografia, cinema, musica, teatro e letteratura), ma anche i diversi aspetti dell'esistenza pratica, ossia l'intero sistema sociale. Tra i campi d'intervento della «rivoluzione» futurista non poteva, dunque, mancare il mondo dei fornelli, le cui tradizioni vennero stravolte a favore di inusuali accostamenti di gusti e di strane combinazioni di alimenti, spesso dagli sfrenati cromatismi.
Un iniziale tentativo di sovvertire usi e abitudini relativi ai piaceri del palato venne sperimentato dagli artisti avanguardisti con la Cena a rovescio, che si tenne al Politeama Rossetti di Trieste il 12 gennaio 1910, in occasione della prima delle tante serate propagandistiche che il movimento marinettiano organizzò nei trent'anni della sua storia, e dove vennero servite - cominciando dal caffè per terminare con l'antipasto - portate dai nomi polemici e astrusi che, in realtà, di nuovo avevano ben poco come i Grumi di sangue in brodo, l'Arrosto di mummia con fegatini di professore e la Marmellata di gloriosi defunti.
Nei primi anni Dieci l'uso di vivande futuriste ricorse anche in altre occasioni, tra cui la più nota è la cena organizzata il 9 marzo del 1913 alle Venete, trattoria romana di via Campo Marzio amata da Pellegrino Artusi per i suoi saltimbocca, dove vennero portate in tavola pietanze come i Trafiletti con poemi d'Auro d'Alba, il Contro-Carrà di vitello con salsa Russola, i Panini Soffici e il Tim-Tim-Balla alla vaniglia, il tutto accompagnato da Boccioni di vino, in onore degli artisti che quella stessa sera si erano cimentati al teatro Costanzi in uno spettacolo inneggiante allo schiaffo e al pugno, ossia alla lotta politica e alla guerra.
Qualche mese dopo il banchetto capitolino, il 1° settembre del 1913, uscì sulla rivista francese Fantasio lo scritto La cuisine futuriste dello chef Jules Maincave, prima esplicita dichiarazione di rottura con la tradizione culinaria, dove si legge l'invito ad attaccare le «due formidabili Bastiglie della cucina moderna: le misture e gli aromi», e dove viene presentata la proposta, allora innovativa, di miscelare gli alimenti con liquidi abitualmente inutilizzati nella preparazione delle vivande come le essenze di rosa, violetta, mughetto, lillà e verbena, in modo da procurare sensazioni gustative nuove e sorprendenti.
A questo documento programmatico fece seguito il 9 maggio del 1920 il manifesto Culinaria futurista, pubblicato sulla rivista Roma futurista da una non meglio identificata Irba futurista, per la quale il rinnovamento gastronomico equivaleva a rompere con il «noiosissimo e passatista ordinamento» nella
successione delle vivande, con il servizio di «porcellana bianca con la riga bleu e d'oro, tanto caro ai borghesi» e con le «vivande che sembrano annoiarsi sull'uniformità dei piatti pedantescamente uguali», facendo ridere di gioia la tavola con «la diversità dei rosso-verdi-giallo-azzurro dei piatti grandi-piccoli-ovali-quadri-tondi».
Una vera e propria campagna per l'affermazione di una tavola avanguardista, con teorie e proposte concrete, prese, però, avvio soltanto il 28 dicembre del 1930, quando Filippo Tommaso Marinetti pubblicò sulla Gazzetta del Popolo di Torino il Manifesto della cucina futurista, scritto che venne rilanciato nel gennaio successivo sulla Cucina italiana di Umberto Notari.
La pubblicazione del documento programmatico fu anticipata, il 15 novembre del 1930, da una serata al ristorante Penna d'oca di Milano, ritrovo dei più noti e affermati giornalisti lombardi del tempo, in cui lo scrittore di Alessandria d'Egitto rese nota la propria vibrante sfida contro la pastasciutta, definita con espressioni enfatiche e dispregiative quali «assurda religione gastronomica», «alimento amidaceo (…) che si ingozza e non si mastica», «palla e rudere che gli italiani portano nello stomaco come ergastolani e archeologi», «vivanda passatista perché appesantisce, abbruttisce, illude sulla sua capacità nutritiva, rende scettici, lenti e pessimisti», in nome di una «cucina chimica» che dimentichi il «quotidiano mediocrista dei piaceri del palato» attraverso l'utilizzo di «nuove miscele apparentemente assurde».
Oltre all'eliminazione delle tagliatelle e dei maccheroni, cibi «antivirili» e «antiguerrieri», Filippo Tommaso Marinetti predicò l'abolizione della forchetta e del coltello a favore della riscoperta del «piacere tattile prelabiale»; auspicò la creazione di «bocconi simultanei e cangianti»; incoraggiò l'accostamento ai piatti di musiche, poesie e profumi; e invitò al consumo di riso, carne e verdure.
Ciò che, però, suscitò maggior interesse del suo manifesto fu la crociata contro gli spaghetti, a cui venne dato ampio spazio sulla stampa, dove si fronteggiarono pareri contrari e favorevoli: La cucina italiana aprì un'inchiesta accogliendo interventi di esponenti della cultura e di illustri medici del tempo; altri giudizi trovarono una tribuna su Il Giornale della Domenica di Roma, la Gazzetta del Popolo di Torino, il Secolo XIX di Genova e, persino, sul New York Times e sul Chicago Tribune; mentre alcuni giornali umoristici come il Guerin Meschino e il Marc'Aurelio si sbizzarrirono con vignette e battute.
Le polemiche infiammarono anche gli stessi sodali del gruppo: non tutti erano d'accordo nel mettere al bando «un piatto per cui l'Italia poteva menar vanto nel mondo». Il poeta Farfa definì, per esempio, i ravioli «lettere d'amore in busta color rosa»; mentre i futuristi liguri scrissero sulla rivista Oggi e Domani, nel primo numero del 1931, una lettera-supplica a Filippo Tommaso Marinetti affinché risparmiasse nella sua crociata contro la pasta almeno le trenette al pesto.
In questo clima di rivolta, la sera dell'8 marzo del 1931 aprì a Torino la Taverna del Santopalato, un locale di proprietà del ristoratore Angelo Gioachino che aveva «lo scopo preciso di passare dalla teoria alla pratica nella polemica futurista» attraverso un programma tecnico e di rinnovamento del gusto e delle abitudini alimentari degli italiani, realizzato con l'invenzione di nuove vivande. Il banchetto inaugurale vide l'aeropittore Fillia e il critico d'arte futurista Paolo Alcide Saladin in gara con i cuochi Piccinelli e Borghese nella preparazione del complesso menù della serata, in cui vennero serviti piatti dai nomi curiosi come l'Antipasto intuitivo, il Brodo solare, il Carneplastico, il Mare d'Italia e il Pollofiat.
Tra il febbraio del 1931 e il marzo del 1932, il movimento futurista portò avanti la propria crociata contro la pastasciutta, con una serie di conferenze in parecchie città italiane e straniere come Savona, Cuneo, Trieste, Brescia, Budapest, Sofia e Tunisi e con una serie di banchetti dimostrativi che toccarono le città di Parigi, Novara, Chiavari e Bologna, intorno ai quali fiorirono numerosi aneddoti. Stando a quanto racconta lo stesso Filippo Tommaso Marinetti, nel libro La cucina futurista, le donne aquilane uscirono dalla loro usuale apatia per firmare una solenne lettera-supplica a favore della pasta, a Napoli si fecero cortei popolari in difesa dei vermicelli, il piatto amato da Pulcinella, e su molti giornalisti scandalistici comparirono dei fotomontaggi in cui era immortalato il padre del Futurismo impegnato a ingozzarsi di spaghetti.
La storia di questi due anni di cucina avanguardista, all'insegna della sorpresa e della teatralità, venne pubblicata nel 1932 dalla Casa Treves, l'attuale Sonzogno, con un ricco corredo di lettere, di articoli, notizie sui grandi pranzi futuristi completi di menù e di ricette, nonché di un formulario futurista per ristoranti e bar, ribattezzati da Filippo Tommaso Marinetti e da Fillìa - autori del volume - «quisibeve», oltre che da un piccolo dizionario, in cui i termini relativi alla ristorazione erano stati riscritti in modo da abolire ogni parola straniera: il dessert era diventato il «peralzarsi», il cocktail la «polibibita», il picnic il «prestoalsole», il menù la «listavivande» e il sandwich il «traidue».
Con la pubblicazione di questo libro venne definitivamente codificato il regno di una gastronomia che, abbandonati i tempi medio-lunghi di cottura a fuoco lento e tutti i cibi complessi da cucinare, puntava sulla carne poco cotta, sugli accostamenti arditi e sconvolgenti, sul disordine nella presentazione delle
portate, su «miscugli non conformisti» come il dolce-salato e il cotto-crudo, su bocconi «simultanei», in cui si concentravano molteplici sapori da gustare in pochi attimi, sull'invenzione di nuove vivande ispirate all'originalità plastica e coloristica più che alla gradevolezza e alla commestibilità.
L'esperienza futurista non segnò, comunque, la svolta gastronomica desiderata dai suoi ideatori: la Taverna del Santopalato ebbe vita breve, gli aerobanchetti si esaurirono nell'indifferenza generale e le ricette «antipassatiste» non fecero presa sulle massaie, essendo più espressione artistica e appagamento cerebrale che non soddisfazione del gusto. Figlia del proprio tempo nell'esaltazione del nazionalismo e della guerra (lo documentano gli echi bellici o patriottici di pietanze come il Pollo d'acciaio e il Golfo di Trieste), ma figlia anche di un passato culinario glorioso che ha le proprie radici nella Roma Imperiale e nel Rinascimento dove si usava condire i piatti con petali di rosa, mosto o miele, la cucina di Marinetti e sodali è stata riscoperta solo in anni recenti, con l'avvento della nouvelle cuisine, come dimostrano il continuo ricorso ad alimenti esotici (carne di cammello, formaggio d'Olanda, noccioline, datteri, ananas, tamarindo, frutta candita, miele e zabaione), l'uso di accostare sapori tra loro distanti (datteri e acciughe o carne e banana) e, soprattutto, l'attenzione per l'aspetto pittorico e scultoreo delle portate, cosicché – diceva Martinetti – tutte le persone «abbiano la sensazione di mangiare, oltre che dei buoni cibi, anche delle opere d'arte».

Didascalie delle immagini
[fig. 1, 2 e 3] Modello di listavivande (menù) della Taverna del Santopalato di Torino; [fig. 4] Disegno di Marialuisa de Romans per la copertina del volume La cucina futurista di Filippo Tommaso Marinetti e Fillìa (edizioni Marinotti, 1998); [fig. 5] Interno della Taverna del Santopalato di Torino, primo ristorante futurista italiano; [fig. 6 ] Filippo Tommaso Marinetti in cucina; [ fig. 7] Marinetti al ristorante Biffi di Milano mentre mangia un piatto di pastasciutta, 1930 ca. [ presunto fotomontaggio]

Bibliografia essenziale
Filippo Tommaso Marinetti, Fillìa, La cucina futurista, Milano, Sonzogno, s.d. [ma: 1932]
Filippo Tommaso Marinetti, Fillìa, La cucina futurista, Milano, Longanesi, [1986]
Filippo Tommaso Marinetti, Fillìa, La cucina futurista, Viennepierre, Milano 2007 (ristampa: 2009)
Filippo Tommaso Marinetti, Fillìa, La cucina futurista: un pranzo che evitò un suicidio, Milano, C. Marinotti, 1998
Claudia Salaris, Cibo futurista: dalla cucina nell’arte all’arte in cucina, Stampa Alternativa /Nuovi equilibri, Roma 2000
Maria Salemi, La cucina futurista. La cucina Liberty, Firenze, Libriliberi, 2003

venerdì 22 maggio 2009

“Futurvino”, anche Enoteca italiana celebra i cent’anni del Futurismo

Erano i primi decenni del Novecento e il poeta, scrittore e drammatugo Filippo Tommaso Marinetti, in visita a Siena, presenziava alla prima mostra mercato dei vini tipici (l'antesignana del Vinitaly). In quell’occasione, la sua esplosiva e irriverente vena creativa dava vita alla famosa poesia Bacchica. Non poteva, dunque, che essere un omaggio al Futurismo, nell’anniversario dei suoi cent’anni, a fare da filo conduttore alla 43° edizione delle Settimane dei vini, promossa da Enoteca italiana, con il contributo del ministero delle Politiche agricole e forestali. E così, al grido di Futurvino, come avrebbe detto lo stesso Filippo Tommaso Marinetti, Siena verrà vivacemente “vestita” –da venerdì 22 maggio a sabato 20 giugno- da mostre, degustazioni, convegni, corsi e performance gastronomiche, interamente dedicati al nettare di Bacco.
Si incomincia questo pomeriggio, alle 17.30, con l’assegnazione dei premi Dioniso d’oro, Vite d’oro-Giovanni Dalmasso, Torchio d’oro-Immagine doc Paolo Desana e Penna d’oro-Paolo Maccherini, che andranno rispettivamente ai giornalisti Paolo Vallentino del Corriere della Sera, Alessandro Regoli di Wine News e Walter Mariotti del quotidiano Il Sole 24 Ore. La cerimonia si terrà presso il palazzo Civico di piazza del Campo, dove verranno anche presentati il video e la mostra (l’inaugurazione è fissata per sabato 23 maggio, alle 12.30, presso la Fortezza medicea) che gli studenti dell'Istituto statale d'arte Duccio di Boninsegna hanno realizzato in ricordo della visita senese di Filippo Tommaso Marinetti: un insieme di documenti e foto d'epoca, tra i quali spicca l'immagine dello scrittore d’Alessandria d’Egitto, all’interno della sede dell'Enoteca italiana come testimonianza unica della sua presenza a Siena.
Il primo week-end di Futurvino ha in programma, sabato 23 maggio, anche un convegno dal titolo Turismo del vino in vetrina. Le novità dell’enoturismo italiano, durante il quale si parlerà dell’alta moda del turismo del vino: destinazioni esclusive per la clientela più ricca e esperta, luoghi famosi e poco accessibili per i wine lovers e cantine “senza griffe” per gli autobus del turismo a grandi numeri. Ciascuno con diversi interessi, bisogni e capacità di spesa.
Dulcis in fundo, a partire dalle 18.00, alla Fortezza medicea sarà possibile assaggiare dieci gusti di gelato al vino e assistere alle performance dell’artista del gusto Ciro Bernardi. Il famoso gelatiere e cioccolatiere pugliese, che ha creato una grande struttura in cioccolato ispirata alla famosa opera Forme uniche nella continuità nello spazio di Umberto Boccioni, realizzerà il suo gelato al primitivo di Manduria e i cioccolatini in chiave futurista in onore del centenario del movimento artistico fondato da Filippo Tommaso Marinetti.
Sempre questo week-end, gli ospiti del ristorante Millevini, che si trova nei locali dell’Enoteca italiana, potranno degustare tre creazioni del gelatiere senese Awad Hasib, noto per la sua gelateria in piazza del Campo da anni segnalata dalla Guida Routard: gelati al Passito di Pantelleria, Gewurztraminer e Nobile di Montepulciano.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Manifesto di Futurvino; [fig. 2] Interno del ristorante Millevini di Siena; [fig. 3] Gelato al vino: le nuove creazioni di Ciro Bernardi e Awad Hasib

Informazioni utili
Futurivino. Dove: Fortezza Medicea – Siena. Quando: da venerdì 22 maggio a sabato 19 giugno 2009. Informazioni: Enoteca Italiana, via Camollia 72, 53100 Siena, tel. 0577.228811, fax. 0577.228888, info@enoteca-italiana.it. Sito web: www.enoteca-italiana.it.

Per saperne di più
Il programma di Futurvino

mercoledì 20 maggio 2009

… E Keith Hearing finì sulla borraccia

Un grande cuore rosso sorretto da ominidi bianchi e un multicolore circo metropolitano animato da strani personaggi: sono questi i soggetti che l'azienda svizzera Sigg ha scelto per due delle sue nuove bottiglie in alluminio. Lo stile di questi lavori, simbolo della cultura di strada della New York anni Ottanta, è quello inconfondibile di uno dei padri della street art: il «re dei graffiti» Keith Hearing (Reading, 4 maggio 1958 – New York, 16 febbraio 1990). E scelta di design non fu mai così azzeccata! Mentre la ditta elvetica si sta, infatti, facendo portatrice, attraverso il design, di una nuova rivoluzione ecosostenibile; l’artista newyorkese è rimasto nella storia per la sua convinzione che l'arte avesse un’influenza positiva sugli uomini e che potesse trasformare il mondo.
Ecologica, dunque. Ma anche leggera, sicura, pratica, divertente, indistruttibile e bella. La borraccia Sigg è sempre più «prodotto culto» delle nuove generazioni, sensibili alla salute propria e della Terra, ma anche di politici, attori, star della musica e del cinema. Madonna, Drew Barrymore e Leonardo Di Caprio sono solo alcune delle star che sono state fotografate con uno dei tanti modelli di questa bottiglia di progettazione e fabbricazione svizzera.
Sicura al 100% la produzione. Ogni pezzo viene estruso a pressione fredda da un pezzo unico di alluminio. Le pareti risultano così uniformi e senza saldature e ciò garantisce una tenuta perfetta unita a robustezza e durata nel tempo.
La colorazione esterna è ottenuta tramite termoverniciatura in polvere, processo ecocompatibile e senza solventi, mentre il rivestimento interno della bottiglia è atossico, resistente agli urti e inalterabile agli acidi della frutta e dei drink energetici.
Le bottiglie Sigg hanno un costo di 19.20 euro cadauna e sono distribuite in esclusiva per l’Italia dalla Kunzi (tel. 02.6145161) di Bresso, nel Milanese.

Per saperne di più
www.ecosigg.it
www.kunzi.it

martedì 26 febbraio 2008

«Pasticceria Taveggia Milano 1909»? Salotto dolce per golosi e palcoscenico per artisti

Timballo di verdure con salsa di parmigiano, risotto al radicchio, cannolo di pasta fillo ricotta e spinaci, filetto in crosta con patatine sautè, crema di cioccolato bianco ai frutti di bosco e, dulcis in fundo, uno spettacolo di cabaret: questo il menù che propone alle 20.30 di sabato 1° marzo la pasticceria Taveggia Milano 1909. A poco più di tre mesi dalla riapertura, lo storico salotto dolce del capoluogo lombardo, che ha avuto tra i suoi avventori Carla Fracci e Renata Tabaldi, mette, infatti, in vetrina un ricco programma di appuntamenti eno-gastronomici e culturali, rivolti a chi ama la musica da camera, il teatro e la lettura.
A inaugurare la rassegna -che propone una decina di incontri, tutti di eccellente fattura- sarà una cena esclusiva firmata dallo chef Enrico Pavoni e uno spettacolo con Paolo Casiraghi e Omar Fantini, ovvero due fra i migliori giovani del panorama cabarettistico milanese, entrambi impegnati su un palcoscenico illustre come Colorado Cafè, sotto la guida di Rossella Brescia e Beppe Braida.
Paolo Casiraghi porterà all’interno della storica pasticceria Taveggia le sue ultime due creazioni: suor Nausicaa e Manuel Garcia Chuparosa de la Piena, cantante spagnolo dal fascino imbarazzante e autore di canzoni che raccontano di amori impossibili, come Il toro e la luna o Il drago e la pompiera. Omar Fantini, invece, proporrà il personaggio del punk settantenne nonno Anselmo, pieno di vita e con la voglia di uscire ogni sera nonostante l’età, oltre ai suoi celebri monologhi sui decenni scorsi.
In occasione della festa della donna, la pasticceria Taveggia dovrebbe accogliere, invece, una raffinata e dolcissima versione live, per voce e chitarra acustica, di alcune tra le canzoni più celebri di Joni Mitchell, Tracy Chapman, Ani di Franco, Bonnie Raitt, Noa, Tuck and Patti. Performance, questa, che avrà per protagonisti Simona Bocci e il chitarrista Luca Nobis.
A seguire, alle 18 di giovedì 10 aprile, si terrà un incontro con Elena Kostioukovitch, docente all’Università degli Studi di Milano e autrice del libro Perché agli italiani piace parlare di cibo (Sperling & Kupfer), vincitrice al premio Bancarella-Sezione cucina 2007; mentre sabato 12 ritornerà il cabaret con Rossana Carretto e Giovanni Vernia.
Giovedì 17 aprile ci sarà, quindi, un incontro con Roberto Iovino e Ileana Mattino, autori del libro Sinfonia gastronomica – musica, eros e cucina (Viennepierre edizioni); mentre l’8 maggio è in programma due cene a tema, una musicale con il duo Halaf Langheim e l’altra dedicata alla Toscana, durante la quale sarà possibile ammirare quadri dell’artista post-macchiaiolo Giuseppe Comparini.
In cartellone nelle prossime settimane, dal 7 marzo al 7 aprile, anche Arte in verde, un'iniziativa proposta da Mangiare arte arte da mangiare, che coinvolgerà una quindicina di ristoranti milanesi, dove verranno proposti piatti d’autore dedicati ai temi dell’agricoltura e del biologico.
Ma non finisce qui. Numerose, infatti, le iniziative ancora in fase di studio, tra cui una serie di Cene con delitto, una rassegna di concerti di musica da camera, appuntamenti di food music per il tè delle cinque, piccoli corsi di cucina da tenersi nei fine settimana e l’iniziativa Merenda al Taveggia con gli artisti di Ambra Orfei, che offrirà ai più piccoli la possibilità di assistere a spettacoli con cantastorie, maghi e illusionisti, clown, giocolieri e truccabimbi.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Esterno della pasticceria Taveggia Milano 1909; (fig. 2) ritratto di Omar Fantini; (fig. 3) ritratto di Paolo Casiraghi nei panni di Manuel Garcia Chuparosa de la Piena.
[Le foto degli artisti sono state fornite dallo Studio De Angelis di Milano, ufficio stampa della pasticceria Taveggia Milano 1909]

Informazioni utili
Taveggia Milano 1909
, via Visconti di Modrone, 2 - Milano, tel. 0276280856 o info@taveggia.it. Sito web: www.taveggia.it.