È il 28 marzo 1997. Mancano due giorni a Pasqua. La motovedetta «Katër i Radës» (letteralmente «Battello in rada»), omologata per dieci uomini di equipaggio, parte dal porto di Valona con a bordo un centinaio di persone: uomini, donne e bambini in fuga dall’Albania che sta vivendo un grave periodo di crisi economica e di criminalità dilagante, oltre a una difficile situazione politica seguita al crollo della dittatura comunista di Enver Hoxha e originata, in quei primi mesi del 1997, anche dalle continue rivolte anarchiche contro il governo del presidente Sali Berisha.
Per questi migranti, così come per gli oltre duecentomila albanesi che raggiunsero le coste pugliesi tra il 1990 e il 2000, l’Italia rappresenta la terra promessa, un luogo che sembra garantire migliori condizioni di vita e la libertà. Ma quel «viaggio della speranza» per i profughi imbarcati sulla «Katër i Radës» si trasforma in tragedia. La piccola motovedetta militare di produzione russa viene speronata dalla corvetta «Sibilla», una nave della Marina militare italiana giunta nel canale di Otranto, a seguito della segnalazione della fregata «Zeffiro», per attuare «manovre cinematiche di interposizione» tali da convincere gli scafisti a invertire rotta e a ritornare verso il porto di partenza.
È da meno di una settimana che è stata siglata l’operazione «Bandiere bianche», nome in codice di una politica di respingimento in mare delle cosiddette «carrette albanesi» stabilita dal governo Prodi, senza alcun passaggio parlamentare e in accordo con Sali Berisha, in cambio di aiuti umanitari a Tirana che è in guerra civile. E l’applicazione di quella direttiva data ai vertici della nostra Marina militare è subito destinata a rimanere nella storia, ad essere associata all’espressione «strage del Venerdì santo».
L’urto tra le due imbarcazioni è, infatti, violentissimo. In meno di quindici minuti la «Katër i Radës» affonda con il suo carico di uomini, donne e bambini, molti dei quali rimangono bloccati nella stiva della nave che da riparo sicuro diventa trappola. I morti sono ottantuno, ventiquattro dei quali non verranno mai trovati e rimarranno sepolti per sempre in fondo all’Adriatico; i superstiti sono solo trentaquattro.
Da allora sono passati diciassette anni e due gradi di giudizio non sono ancora riusciti a restituire la verità dei fatti: la sentenza del 29 giugno 2011, l’ultima, ha condannato a tre anni il pilota albanese della «Katër i Radës», Namik Xhaferi, e a due anni il comandante della «Sibilla», Fabrizio Laudadio, per omicidio colposo, reato derubricato per lesioni colpose; mentre ai parenti delle vittime sono andati pochi spiccioli di risarcimento danni. Nessuno, dunque, sta pagando abbastanza e veramente per quelle ottantuno vite annegate a poche miglia dalla costa salentina.
Nel frattempo il relitto della barca è stato posizionato su una banchina del porto di Otranto per iniziativa dell’associazione Integra Onlus, che ne ha evitato lo smantellamento ed è stato trasformato in un’opera d’arte grazie alla creatività dello scultore greco Costas Varotsos. Francesco Niccolini e Dario Bonaffino ne hanno, invece, parlato in un fumetto uscito lo scorso ottobre per i tipi di BeccoGiallo, in occasione dell’ultima edizione di Lucca Comics & Game: «Il naufragio della speranza».
Sempre quest’anno la storia della motovedetta «Katër i Radës» è stata raccontata in un’opera da camera per le musiche di Admir Shkurtaj, straordinario compositore albanese arrivato in Italia negli anni Novanta su un barcone, e per il libretto di Alessandro Leogrande, presentata in anteprima lo scorso 12 ottobre alle Corderie dell’Arsenale di Venezia, nell’ambito della cinquantottesima edizione della Biennale internazionale di musica contemporanea, dalla compagnia Koreja. Lo spettacolo, accolto con favore dal pubblico e dalla critica, sarà di nuovo in scena a Lecce dal 18 al 20 dicembre, sempre per la regia di Salvatore Tramacere e con la direzione musicale di Pasquale Corrado, all’interno del progetto «Arti e migrazioni. Esuli profughi raminghi».
Attraverso un mosaico di linguaggi vocali, che spaziano da melodie jazz ad urla, l'atto unico racconta, per usare le parole di Alessandro Leogrande, «i sommersi e i salvati, chi è sopravvissuto e chi è scomparso, le loro voci, i loro pensieri, e soprattutto il loro viaggio verso il buio, pieno di grandi ansie e piccoli desideri, sogni e paure, digressioni, apparizioni, improvvise rammemorazioni».
Didascalie delle immagini
[Figg. 1, 2 e 3] Una scena dell’opera da camera «Katër i Radës – il naufragio», per le musiche di Admir Shkurtaj e su libretto di Alessandro Leogrande. Produzione: Biennale di Venezia – Koreja.
Informazioni utili
«Katër i Radës – il naufragio». Cantieri Teatrali Koreja, via Guido Dorso, 70 – Lecce. Orari: dal 18 al 20 dicembre, ore 20.45. Ingresso: intero € 15,00, ridotto per convenzionati € 12,00, ridotto per under 30 e over 60 € 8,00. Informazioni e prenotazioni: tel. 0832.242000. Sito internet: www.teatrokoreja.it. Dal 18 al 20 dicembre 2014.
ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com
lunedì 15 dicembre 2014
martedì 9 dicembre 2014
«#26MotiviPerFareArte»: un concorso per giovani creativi
Trasformare un’opera d’arte in una collezione di moda: è questo lo scopo della prima edizione del concorso «#26MotiviPerFareArte» ideato da Vittorio Gucci, musicista e showman che, dopo aver calcato le scene di programmi Mediaset e aver scritto canzoni per interpreti quali Ornella Vanoni e Gianni Morandi, ha deciso di andare alla scoperta di nuovi talenti creativi su tutto il territorio nazionale.
Il concorso, le cui iscrizioni rimarranno aperte on-line fino al prossimo 31 dicembre, è totalmente gratuito e si rivolge ad aspiranti artisti dai 18 ai 26 anni d'età, studenti e non, provenienti da istituti d’arte, licei artistici, scuole di design, accademie e altri indirizzi formativi.
Gli interessati potranno caricare sulla piattaforma web www.26motiviperfarearte.com un proprio schizzo, un disegno o la riproduzione fotografica di un’opera su tela inedita e vedere questo loro lavoro riprodotto su capi di abbigliamento, t-shirt, occhiali da sole, scarpe, cover per cellulari, cappelli, costumi da bagno e molto altro ancora.
I ventisei vincitori saranno selezionati da una giuria presieduta da Vittorio Sgarbi e composta, tra gli altri, dal fumettista Giorgio Forattini, dal cantautore Cristiano De Andrè, dalla conduttrice televisiva Jo Squillo, dal direttore di Radio Italia Antonio Vandoni e dal fotografo di moda Stefano Bidini.
Gli abiti e gli accessori realizzati, tutti corredati da un’etichetta contenente la foto e la biografia dell’artista, saranno pubblicati nel catalogo moda della collezione Art Winter 2015/2016 che verrà presentata il prossimo gennaio in occasione di Pitti Uomo a Firenze.
La premiazione dei vincitori si terrà, invece, in aprile a Milano nell’ambito del Fuori Salone, e verrà trasmessa da Class TV, da TV Moda (che dedicherà ben ventisei puntate della trasmissione condotta da Jo Squillo) e sul circuito Telesia.
Le creazioni saranno, quindi, esposte in una grande mostra collettiva alla Milano Art Gallery, spazio culturale polivalente nel cuore del capoluogo lombardo dove hanno esposto artisti del calibro di Gillo Dorfles, Maria Pia Severo, Roberto Lando e molti altri.
Il concorso è in prima linea anche per il sociale: tra le ventisei opere vincitrici, infatti, ne sarà selezionata una realizzata dalla comunità Exodus di don Antonio Mazzi, una da un detenuto della casa di reclusione di Bollate e un’altra da una reclusa del carcere femminile di Rebibbia.
All’iniziativa parteciperà anche la cooperativa Agape Madre dell’accoglienza per il disagio psichico giovanile, impegnata in una performance artistica e creativa per la realizzazione di un’opera visuale e pittorica di grandi dimensioni realizzata dai ragazzi della comunità diretta da Alessandro Meluzzi, sotto la guida del maestro Miguel de Miguel, originario di Zaragoza. Di questo lavoro verrà realizzato un video, che entrerà nel programma di comunicazione degli eventi nell’ambito della campagna per lo sviluppo della creatività giovanile; nello stesso ambito verranno presentate le attività dei ragazzi del laboratorio artigianale del tessile e dello sbalzo di metalli sotto la guida di Blanca Ayllon.
Informazioni utili
«#26MotiviPerFareArte», da un’idea di Vittorio Gucci. Quota di partecipazione: concorso gratuito. Data ultima di consegna: 31 dicembre 2014. Informazioni: info@26motiviperfarearte.com o cell. 342.9207986. Sito internet: www.26motiviperfarearte.com.
Il concorso, le cui iscrizioni rimarranno aperte on-line fino al prossimo 31 dicembre, è totalmente gratuito e si rivolge ad aspiranti artisti dai 18 ai 26 anni d'età, studenti e non, provenienti da istituti d’arte, licei artistici, scuole di design, accademie e altri indirizzi formativi.
Gli interessati potranno caricare sulla piattaforma web www.26motiviperfarearte.com un proprio schizzo, un disegno o la riproduzione fotografica di un’opera su tela inedita e vedere questo loro lavoro riprodotto su capi di abbigliamento, t-shirt, occhiali da sole, scarpe, cover per cellulari, cappelli, costumi da bagno e molto altro ancora.
I ventisei vincitori saranno selezionati da una giuria presieduta da Vittorio Sgarbi e composta, tra gli altri, dal fumettista Giorgio Forattini, dal cantautore Cristiano De Andrè, dalla conduttrice televisiva Jo Squillo, dal direttore di Radio Italia Antonio Vandoni e dal fotografo di moda Stefano Bidini.
Gli abiti e gli accessori realizzati, tutti corredati da un’etichetta contenente la foto e la biografia dell’artista, saranno pubblicati nel catalogo moda della collezione Art Winter 2015/2016 che verrà presentata il prossimo gennaio in occasione di Pitti Uomo a Firenze.
La premiazione dei vincitori si terrà, invece, in aprile a Milano nell’ambito del Fuori Salone, e verrà trasmessa da Class TV, da TV Moda (che dedicherà ben ventisei puntate della trasmissione condotta da Jo Squillo) e sul circuito Telesia.
Le creazioni saranno, quindi, esposte in una grande mostra collettiva alla Milano Art Gallery, spazio culturale polivalente nel cuore del capoluogo lombardo dove hanno esposto artisti del calibro di Gillo Dorfles, Maria Pia Severo, Roberto Lando e molti altri.
Il concorso è in prima linea anche per il sociale: tra le ventisei opere vincitrici, infatti, ne sarà selezionata una realizzata dalla comunità Exodus di don Antonio Mazzi, una da un detenuto della casa di reclusione di Bollate e un’altra da una reclusa del carcere femminile di Rebibbia.
All’iniziativa parteciperà anche la cooperativa Agape Madre dell’accoglienza per il disagio psichico giovanile, impegnata in una performance artistica e creativa per la realizzazione di un’opera visuale e pittorica di grandi dimensioni realizzata dai ragazzi della comunità diretta da Alessandro Meluzzi, sotto la guida del maestro Miguel de Miguel, originario di Zaragoza. Di questo lavoro verrà realizzato un video, che entrerà nel programma di comunicazione degli eventi nell’ambito della campagna per lo sviluppo della creatività giovanile; nello stesso ambito verranno presentate le attività dei ragazzi del laboratorio artigianale del tessile e dello sbalzo di metalli sotto la guida di Blanca Ayllon.
Informazioni utili
«#26MotiviPerFareArte», da un’idea di Vittorio Gucci. Quota di partecipazione: concorso gratuito. Data ultima di consegna: 31 dicembre 2014. Informazioni: info@26motiviperfarearte.com o cell. 342.9207986. Sito internet: www.26motiviperfarearte.com.
martedì 2 dicembre 2014
Dalla storia della Natività a quella della moda femminile: nuove mostre a Palazzo Madama
Dalla «Natività notturna» di Defendente Ferrari (Chivasso, fra il 1480 e il 1485 – Torino, 1540 circa), vero caposcuola della pittura piemontese del Rinascimento, al presepe luminoso e dalle forme astratte fatto in neon e metacrilato da Laura Ambrosi (Soave - Verona, 1959): attraversa più quattro secoli di storia dell'arte e allinea oltre un centinaio di artisti la mostra «#Presepio. L'immagine della Natività dal Medioevo all'arte contemporanea», curata da Guido Curto ed Enrico Pagella per Palazzo Madama e l'Accademia Albertina di Torino.
Capolavori di grandi autori del passato come Gaudenzio Ferrari (Valduggia, fra il 1475 e il 1480 – Milano, 31 gennaio 1546) e Tanzio da Varallo (Alagna Valsesia, 1582 circa – Varallo?, 1633) dialogano con i lavori -alcuni dei quali realizzati ad hoc- di artisti contemporanei prevalentemente attivi in Piemonte, ma conosciuti a livello internazionale, tra i quali si ricordano Mario Airò (Pavia, 1961), Ugo Nespolo (Mosso, 1941) ed Emanuele Luzzati (Genova, 1921-2007).
Parte del percorso espositivo, visitabile fino al 25 gennaio, si sviluppa ai piani terreno e nobile di Palazzo Madama, dove viene raccontata l’evoluzione del tema della Natività attraverso i secoli grazie all’esposizione di opere medievali, rinascimentali e barocche appartenenti alle collezioni del museo come la luminosa «Adorazione dei pastori» dell'olandese Matthias Stomer (n. forse Amersfoort 1600 circa - m. forse in Sicilia dopo il 1650) e una selezione di raffinate ceramiche quattrocentesche della Manifattura di Faenza, messe a confronto con nove realizzazioni contemporanee, tra le quali «Il presepe che non torna» di Richi Ferrero (Torino, 1951) e «Hic et nunc» di Luisa Valentini.
Il dialogo tra epoche diverse prosegue, quindi, nelle sale della Pinacoteca, dove è, tra l’altro, conservata la raffinata «Sacra famiglia» del pittore caravaggista di Bartolomeo Cavarozzi (Viterbo 1590 circa - Roma 1625), e in alcuni spazi dell’Accademia Albertina, straordinariamente aperti al pubblico in occasione della mostra; anche in questo caso l’allestimento scenografico è firmata da Ugo Li Puma.
Tra gli spazi visitabili si segnala il Salone d’onore dove viene presentato il grande «Presepe degli artisti» realizzato nel 1976 da Nino Aimone, Francesco Casorati, Riccardo Cordero, Giacomo Soffiantino e Francesco Tabusso per la chiesa di San Francesco al Fopponino di Milano. Alla Pinacoteca è, poi, visibile anche una sezione interamente dedicata alla tradizione napoletana, con alcuni scogli di presepi popolari selezionati da Mariano Bauduin, e le realizzazioni dalla prestigiosa bottega artigiana dei maestri Ferrigno di via San Greogorio Armeno a Napoli.
In questi giorni Palazzo Madama propone, inoltre, ai suoi visitatori il percorso guidato «Vita da regina», per la sceneggiatura e la regia di Walter Revello, realizzato in collaborazione con l’associazione culturale «Barbari Invasori» di Torino.
Ad accogliere il pubblico nell’edificio progettato da Filippo Juvarra sarà, fino alla prossima primavera, Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, la moglie del duca Carlo Emanuele II di Savoia, più conosciuta come la Madama Regina. Un’attrice che interpreterà la parte della regnante seicentesca accoglierà, infatti, gli ospiti lungo lo scalone juvarriano e li condurrà in un percorso che si snoderà nella Sala Guidobono, nella Torre dei tesori, nella Sala Quattro stagioni e, per finire, in quella che nel Seicento fu la stanza della Madama Reale.
Un abito cucito interamente a mano e gioielli realizzati sulla base di due dipinti risalenti al 1665 circa, che ritraggono la donna nei termini più rappresentativi del suo status di regnante, arricchiscono la rappresentazione, che ha visto il coinvolgimento di De Wan, storica manifattura torinese di bijoux da anni impegnata nella creazione di ornamenti preziosi sulla base di quelli posseduti dalle regine di casa Savoia.
Al mondo femminile guarda anche la mostra in apertura a Palazzo Madama nei prossimi giorni: «Affetti personali. Storie di donne e di moda», allestita dal 5 dicembre al 18 gennaio nello Spazio Atelier del museo.
Oltre un centinaio di oggetti tra abiti, scarpe, guanti, cappelli e bijoux, ricevuti in dono da una quarantina di cittadini nell'ambito del progetto «Torino un secolo di moda», raccontano la storia dell’abbigliamento dal 1920 al 1990. Il percorso espositivo traccia anche un ritratto intimo e personale delle donne che hanno indossato i vestiti e gli accessori esposti e disegna una mappa di materiali e colori preferiti nel secolo scorso.
Di abito in abito, emergono, poi, nomi di sartorie torinesi -Pozzi, Badolato, Longo e Comollo-, milanesi e genovesi insieme a quelli di grandi modisterie. Oltre agli oggetti, particolarmente preziose sono le testimonianze raccolte: i racconti diretti di chi in quegli ambienti ha vissuto e lavorato, unitamente ad attrezzi e fotografie di atelier e laboratori, vetrine e sfilate.
Spicca, tra gli oggetti esposti, la vetrina dedicata alle scarpe: con le creazioni in raso di Beltrami datate 1923, con quelle di Bartolomeo Cavallera, autore nel 1954 delle calzature protagoniste del coup-de-théâtre di Ava Gardner nel film «La contessa scalza», e con gli accessori-gioiello di Aldo Sacchetti, creatore di modelli impensabili, come le scarpe fatte solo di suola, con tacco alto, e calza da reggere con la giarrettiera.
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Laura Ambrosi, «Come un presepe», 2014. Scultura luminosa, metacrilato inciso a mano, neon, cm 47 x 36 h 35 cm; [fig. 2] Defendente Ferrari, «Natività notturna», 1510. Torino, Palazzo Madama; [fig. 3] Raffaele Mondazzi, «Presepio», 2014; [fig 4] Immagine promozionale del percorso guidato «Vita da regina»; [fig. 5] I coniugi Ferrero; la signora Ferrero indossa un abito Dior.
Informazioni utili
«#Presepio. L’immagine della Natività dal medioevo all’arte contemporanea». Palazzo Madama – Museo civico di arte antica, piazza Castello - Torino. Orari: martedì-sabato, ore 10.00-18.00; domenica, ore 10.00-19.00; chiuso il lunedì e il 25 dicembre; la biglietteria chiude un'ora prima. Ingresso: intero € 10,00, ridotto € 8,00, gratuito ragazzi fino ai 18 anni e abbonati Musei Torino Piemonte. Informazioni: tel. 011.4433501. Sito internet: www.palazzomadamatorino.it. Pinacoteca Albertina, via Accademia Albertina 8 - Torino. Orari: lunedì-venerdì, ore 10.00-18.00; sabato, domenica e giorni festivi, ore 10.00-19.00; 25 dicembre e 1° gennaio, ore 14.00-19.00; la biglietteria chiude mezz'ora prima. Ingresso: intero € 5,00, ridotto e 2,50. Informazioni: tel. 011.0897370. Sito internet: www.accademialbertina.torino.it. Fino al 25 gennaio 2015.
«Vita da regina». Palazzo Madama – Museo civico di arte antica, piazza Castello - Torino. Orari: martedì-sabato, ore 10.00-18.00; domenica, ore 10.00-19.00; chiuso il lunedì e il 25 dicembre; la biglietteria chiude un'ora prima. Biglietto per la visita guidata: intero € 12,00, ridotto € 10,00, ridotto bambini € 8,00, biglietto famiglia (2 adulti + 2 bambini) € 28,00. Prossime guide: 7-8-14-21-28 dicembre 2014 e 4-6 gennaio 2015, ore 11.00 e 15.00. Informazioni e prenotazioni: Theatrum Sabaudie, 011.5211788. Fino a marzo 2015.
«Affetti personali. Storie di donne e di moda». Palazzo Madama – Museo civico di arte antica, piazza Castello - Torino. Orari: martedì-sabato, ore 10.00-18.00; domenica, ore 10.00-19.00; chiuso il lunedì e il 25 dicembre; la biglietteria chiude un'ora prima. Ingresso: intero € 10,00, ridotto € 8,00, gratuito ragazzi fino ai 18 anni e abbonati Musei Torino Piemonte. Informazioni: tel. 011.4433501. Sito internet: www.palazzomadamatorino.it. Inaugurazione: giovedì 4 dicembre 2014, ore 17.30. Dal 5 dicembre al 18 gennaio 2015.
Capolavori di grandi autori del passato come Gaudenzio Ferrari (Valduggia, fra il 1475 e il 1480 – Milano, 31 gennaio 1546) e Tanzio da Varallo (Alagna Valsesia, 1582 circa – Varallo?, 1633) dialogano con i lavori -alcuni dei quali realizzati ad hoc- di artisti contemporanei prevalentemente attivi in Piemonte, ma conosciuti a livello internazionale, tra i quali si ricordano Mario Airò (Pavia, 1961), Ugo Nespolo (Mosso, 1941) ed Emanuele Luzzati (Genova, 1921-2007).
Parte del percorso espositivo, visitabile fino al 25 gennaio, si sviluppa ai piani terreno e nobile di Palazzo Madama, dove viene raccontata l’evoluzione del tema della Natività attraverso i secoli grazie all’esposizione di opere medievali, rinascimentali e barocche appartenenti alle collezioni del museo come la luminosa «Adorazione dei pastori» dell'olandese Matthias Stomer (n. forse Amersfoort 1600 circa - m. forse in Sicilia dopo il 1650) e una selezione di raffinate ceramiche quattrocentesche della Manifattura di Faenza, messe a confronto con nove realizzazioni contemporanee, tra le quali «Il presepe che non torna» di Richi Ferrero (Torino, 1951) e «Hic et nunc» di Luisa Valentini.
Il dialogo tra epoche diverse prosegue, quindi, nelle sale della Pinacoteca, dove è, tra l’altro, conservata la raffinata «Sacra famiglia» del pittore caravaggista di Bartolomeo Cavarozzi (Viterbo 1590 circa - Roma 1625), e in alcuni spazi dell’Accademia Albertina, straordinariamente aperti al pubblico in occasione della mostra; anche in questo caso l’allestimento scenografico è firmata da Ugo Li Puma.
Tra gli spazi visitabili si segnala il Salone d’onore dove viene presentato il grande «Presepe degli artisti» realizzato nel 1976 da Nino Aimone, Francesco Casorati, Riccardo Cordero, Giacomo Soffiantino e Francesco Tabusso per la chiesa di San Francesco al Fopponino di Milano. Alla Pinacoteca è, poi, visibile anche una sezione interamente dedicata alla tradizione napoletana, con alcuni scogli di presepi popolari selezionati da Mariano Bauduin, e le realizzazioni dalla prestigiosa bottega artigiana dei maestri Ferrigno di via San Greogorio Armeno a Napoli.
In questi giorni Palazzo Madama propone, inoltre, ai suoi visitatori il percorso guidato «Vita da regina», per la sceneggiatura e la regia di Walter Revello, realizzato in collaborazione con l’associazione culturale «Barbari Invasori» di Torino.
Ad accogliere il pubblico nell’edificio progettato da Filippo Juvarra sarà, fino alla prossima primavera, Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, la moglie del duca Carlo Emanuele II di Savoia, più conosciuta come la Madama Regina. Un’attrice che interpreterà la parte della regnante seicentesca accoglierà, infatti, gli ospiti lungo lo scalone juvarriano e li condurrà in un percorso che si snoderà nella Sala Guidobono, nella Torre dei tesori, nella Sala Quattro stagioni e, per finire, in quella che nel Seicento fu la stanza della Madama Reale.
Un abito cucito interamente a mano e gioielli realizzati sulla base di due dipinti risalenti al 1665 circa, che ritraggono la donna nei termini più rappresentativi del suo status di regnante, arricchiscono la rappresentazione, che ha visto il coinvolgimento di De Wan, storica manifattura torinese di bijoux da anni impegnata nella creazione di ornamenti preziosi sulla base di quelli posseduti dalle regine di casa Savoia.
Al mondo femminile guarda anche la mostra in apertura a Palazzo Madama nei prossimi giorni: «Affetti personali. Storie di donne e di moda», allestita dal 5 dicembre al 18 gennaio nello Spazio Atelier del museo.
Oltre un centinaio di oggetti tra abiti, scarpe, guanti, cappelli e bijoux, ricevuti in dono da una quarantina di cittadini nell'ambito del progetto «Torino un secolo di moda», raccontano la storia dell’abbigliamento dal 1920 al 1990. Il percorso espositivo traccia anche un ritratto intimo e personale delle donne che hanno indossato i vestiti e gli accessori esposti e disegna una mappa di materiali e colori preferiti nel secolo scorso.
Di abito in abito, emergono, poi, nomi di sartorie torinesi -Pozzi, Badolato, Longo e Comollo-, milanesi e genovesi insieme a quelli di grandi modisterie. Oltre agli oggetti, particolarmente preziose sono le testimonianze raccolte: i racconti diretti di chi in quegli ambienti ha vissuto e lavorato, unitamente ad attrezzi e fotografie di atelier e laboratori, vetrine e sfilate.
Spicca, tra gli oggetti esposti, la vetrina dedicata alle scarpe: con le creazioni in raso di Beltrami datate 1923, con quelle di Bartolomeo Cavallera, autore nel 1954 delle calzature protagoniste del coup-de-théâtre di Ava Gardner nel film «La contessa scalza», e con gli accessori-gioiello di Aldo Sacchetti, creatore di modelli impensabili, come le scarpe fatte solo di suola, con tacco alto, e calza da reggere con la giarrettiera.
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Laura Ambrosi, «Come un presepe», 2014. Scultura luminosa, metacrilato inciso a mano, neon, cm 47 x 36 h 35 cm; [fig. 2] Defendente Ferrari, «Natività notturna», 1510. Torino, Palazzo Madama; [fig. 3] Raffaele Mondazzi, «Presepio», 2014; [fig 4] Immagine promozionale del percorso guidato «Vita da regina»; [fig. 5] I coniugi Ferrero; la signora Ferrero indossa un abito Dior.
Informazioni utili
«#Presepio. L’immagine della Natività dal medioevo all’arte contemporanea». Palazzo Madama – Museo civico di arte antica, piazza Castello - Torino. Orari: martedì-sabato, ore 10.00-18.00; domenica, ore 10.00-19.00; chiuso il lunedì e il 25 dicembre; la biglietteria chiude un'ora prima. Ingresso: intero € 10,00, ridotto € 8,00, gratuito ragazzi fino ai 18 anni e abbonati Musei Torino Piemonte. Informazioni: tel. 011.4433501. Sito internet: www.palazzomadamatorino.it. Pinacoteca Albertina, via Accademia Albertina 8 - Torino. Orari: lunedì-venerdì, ore 10.00-18.00; sabato, domenica e giorni festivi, ore 10.00-19.00; 25 dicembre e 1° gennaio, ore 14.00-19.00; la biglietteria chiude mezz'ora prima. Ingresso: intero € 5,00, ridotto e 2,50. Informazioni: tel. 011.0897370. Sito internet: www.accademialbertina.torino.it. Fino al 25 gennaio 2015.
«Vita da regina». Palazzo Madama – Museo civico di arte antica, piazza Castello - Torino. Orari: martedì-sabato, ore 10.00-18.00; domenica, ore 10.00-19.00; chiuso il lunedì e il 25 dicembre; la biglietteria chiude un'ora prima. Biglietto per la visita guidata: intero € 12,00, ridotto € 10,00, ridotto bambini € 8,00, biglietto famiglia (2 adulti + 2 bambini) € 28,00. Prossime guide: 7-8-14-21-28 dicembre 2014 e 4-6 gennaio 2015, ore 11.00 e 15.00. Informazioni e prenotazioni: Theatrum Sabaudie, 011.5211788. Fino a marzo 2015.
«Affetti personali. Storie di donne e di moda». Palazzo Madama – Museo civico di arte antica, piazza Castello - Torino. Orari: martedì-sabato, ore 10.00-18.00; domenica, ore 10.00-19.00; chiuso il lunedì e il 25 dicembre; la biglietteria chiude un'ora prima. Ingresso: intero € 10,00, ridotto € 8,00, gratuito ragazzi fino ai 18 anni e abbonati Musei Torino Piemonte. Informazioni: tel. 011.4433501. Sito internet: www.palazzomadamatorino.it. Inaugurazione: giovedì 4 dicembre 2014, ore 17.30. Dal 5 dicembre al 18 gennaio 2015.
mercoledì 26 novembre 2014
A Venezia un corso di alta formazione sul vetro muranese e sulla nascita dei musei europei di arte decorativa
Rimarranno aperte fino al 7 gennaio le iscrizioni al corso di alta formazione sul vetro muranese in programma dall’11 al 13 marzo 2015 a Venezia per iniziativa del Istituto veneto di scienze, lettere ed arti. Il simposio, promosso nell’ambito del progetto «Glass in Venice», si intitola «La nascita dei grandi musei: le collezioni vetrarie tra Rinascimento e revival» e vede tra i partner l’Ecole du Louvre, la Fondazione musei civici di Venezia e il Victoria & Albert Museum, con l’Ufficio regionale dell’Unesco.
Il programma, incentrato sull’Ottocento, prevede relazioni di carattere storico e artistico, studi sugli stili e sui materiali, compresa la presentazione di moderne tecniche di analisi per la datazione dei manufatti oggi adottate da alcuni tra i principali musei europei, fino a dimostrazioni pratiche di alcune tecniche di esecuzione particolarmente rilevanti, eseguite e commentate in una fornace di Murano in compagnia di Davide Fuin e William Gudenrath.
La tre giorni di studio comprende, inoltre, una visita all’Archivio di Stato di Venezia, dove sono conservati importanti documenti, inventari e ricettari, utili allo studio di aspetti particolarmente significativi della produzione vetraria veneziana. Sono, poi, in programma visite alla collezione Barovier e ai depositi del Museo vetrario di Murano, i cui oggetti conservati verranno illustrati da Rosa Barovier Mentasti e dalla direttrice Chiara Squarcina. Si avrà, inoltre, la possibilità di vedere la mostra «Within light / Inside glass - An intersection between art and science», concepita da Vicarte e dedicata alle corrispondenze tra luce e vetro, e la collezione di Fiorella e Phillip de Boos-Smith, che comprende centinaia di oggetti, selezionati e disposti in base alle diverse tecniche di lavorazione, e che ha consentito il recupero dell’antico stile muranese ottocentesco in cui gli oggetti in filigrana, millefiori, avventurine e calcedoni, ispirate dall’arte vetraria rinascimentale e barocca, si distinguono per la raffinatezza tecnica, il virtuosismo decorativo e l’audacia dei colori.
Le conferenze di Rosa Barovier Mentasti, Rosella Mamoli Zorzi, Marco Verità, Cristina Tonini, William Gudenrath, Suzanne Higgott, Reino Liefkes, Antonio Pires De Matos, Maria Joao Burnay e Rainald Franz(questi i relatori fino ad oggi confermati) permetteranno, poi, di approfondire la storia dei musei di arte decorativa in Europa e in America, nella maggior parte dei casi fondati nell’Ottocento.
Il vetro antico, soprattutto quello romano e veneziano, venne riscoperto in quel periodo e riscosse l'interesse degli storici e degli studiosi d’arte.Furono, quindi, scritti i primi libri focalizzati sulla storia del vetro, si redassero cataloghi di collezioni pubbliche e private e vennero editi i cataloghi delle numerose aste, da cui giunsero veri capolavori nei musei internazionali. La creazione di questi musei e di queste collezioni ha segnato una svolta nella storia della cultura, ma alcuni capolavori, pur noti già nel XIX secolo, non sono ancora stati studiati come meritano.
Questo fenomeno sarà al centro del convegno veneziano, come anche il problema della realizzazione di copie e falsi nello stesso XIX secolo. Nell'epoca dei revival, infatti, i musei di arti decorative –il Victoria & Albert Museum e il Museo vetrario di Murano, ad esempio- avevano spesso come missione istituzionale quella di proporre modelli da imitare agli artigiani contemporanei. Oggi gli studiosi di arte vetraria non solo considerano con interesse la produzione vetraria dei revival, ma sono anche impegnati nella individuazione di pezzi antichi e di pezzi ottocenteschi nell'ambito delle collezioni museali.
Informazioni utili
Il programma, incentrato sull’Ottocento, prevede relazioni di carattere storico e artistico, studi sugli stili e sui materiali, compresa la presentazione di moderne tecniche di analisi per la datazione dei manufatti oggi adottate da alcuni tra i principali musei europei, fino a dimostrazioni pratiche di alcune tecniche di esecuzione particolarmente rilevanti, eseguite e commentate in una fornace di Murano in compagnia di Davide Fuin e William Gudenrath.
La tre giorni di studio comprende, inoltre, una visita all’Archivio di Stato di Venezia, dove sono conservati importanti documenti, inventari e ricettari, utili allo studio di aspetti particolarmente significativi della produzione vetraria veneziana. Sono, poi, in programma visite alla collezione Barovier e ai depositi del Museo vetrario di Murano, i cui oggetti conservati verranno illustrati da Rosa Barovier Mentasti e dalla direttrice Chiara Squarcina. Si avrà, inoltre, la possibilità di vedere la mostra «Within light / Inside glass - An intersection between art and science», concepita da Vicarte e dedicata alle corrispondenze tra luce e vetro, e la collezione di Fiorella e Phillip de Boos-Smith, che comprende centinaia di oggetti, selezionati e disposti in base alle diverse tecniche di lavorazione, e che ha consentito il recupero dell’antico stile muranese ottocentesco in cui gli oggetti in filigrana, millefiori, avventurine e calcedoni, ispirate dall’arte vetraria rinascimentale e barocca, si distinguono per la raffinatezza tecnica, il virtuosismo decorativo e l’audacia dei colori.
Le conferenze di Rosa Barovier Mentasti, Rosella Mamoli Zorzi, Marco Verità, Cristina Tonini, William Gudenrath, Suzanne Higgott, Reino Liefkes, Antonio Pires De Matos, Maria Joao Burnay e Rainald Franz(questi i relatori fino ad oggi confermati) permetteranno, poi, di approfondire la storia dei musei di arte decorativa in Europa e in America, nella maggior parte dei casi fondati nell’Ottocento.
Il vetro antico, soprattutto quello romano e veneziano, venne riscoperto in quel periodo e riscosse l'interesse degli storici e degli studiosi d’arte.Furono, quindi, scritti i primi libri focalizzati sulla storia del vetro, si redassero cataloghi di collezioni pubbliche e private e vennero editi i cataloghi delle numerose aste, da cui giunsero veri capolavori nei musei internazionali. La creazione di questi musei e di queste collezioni ha segnato una svolta nella storia della cultura, ma alcuni capolavori, pur noti già nel XIX secolo, non sono ancora stati studiati come meritano.
Questo fenomeno sarà al centro del convegno veneziano, come anche il problema della realizzazione di copie e falsi nello stesso XIX secolo. Nell'epoca dei revival, infatti, i musei di arti decorative –il Victoria & Albert Museum e il Museo vetrario di Murano, ad esempio- avevano spesso come missione istituzionale quella di proporre modelli da imitare agli artigiani contemporanei. Oggi gli studiosi di arte vetraria non solo considerano con interesse la produzione vetraria dei revival, ma sono anche impegnati nella individuazione di pezzi antichi e di pezzi ottocenteschi nell'ambito delle collezioni museali.
Informazioni utili
«La nascita dei grandi musei: le collezioni vetrarie tra Rinascimento e revival». Domande di iscrizioni: vanno inviate via e-mail, entro il 7 gennaio 2014, corredate di curriculum vitae nel quale venga messo in evidenza l'interesse per la materia e gli studi precedentemente compiuti nel settore. Quota di partecipazione: € 300,00. Informazioni: Laura Padoan, ivsla@istitutoveneto.it. Sito web: http://www.istitutoveneto.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/941.
lunedì 24 novembre 2014
«Perfecto e virtuale», a Fano l’«Uomo vitruviano» di Leonardo diventa tridimensionale
Corpo muscoloso, volto virile e sguardo sicuro: l’«Uomo vitruviano», uno dei disegni più celebri al mondo e canone rinascimentale della bellezza perfetta, sarà esposto a Milano, nelle sale di Palazzo Reale, in occasione della mostra «Leonardo da Vinci 1452-1519. Il disegno del mondo», curata da Pietro Marani e Maria Teresa Fiorio per Expo 2015. Una mostra senza precedenti, questa, che traccerà un ritratto a tutto tondo del poliedrico artista rinascimentale e nella quale saranno visibili, tra l’altro, il «Musico» della Pinacoteca ambrosiana, il «San Gerolamo» dei Musei vaticani, la «Scapigliata» della Galleria nazionale di Parma, la «Madonna Dreyfuss» della National Gallery di Washington e tre opere inestimabili provenienti dal Louvre di Parigi: la «Bella Ferronière», il «San Giovanni Battista» e l’«Annunciazione».
Il prezioso ed enigmatico capolavoro a matita e inchiostro del genio vinciano, databile intorno al 1490 e conservato dal 1822 nel Gabinetto dei disegni e delle stampe alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, resterà nel capoluogo milanese per un intero mese, grazie al nullaosta dato da Giovanna Damiani, soprintendente al Polo museale di Venezia. I tanti visitatori dell’Esposizione internazionale potranno così eccezionalmente ammirare questa disegno di piccole dimensioni, grande poco più di venti per trenta centimetri (esattamente 34,3 x 24,5), celebre rappresentazione delle proporzioni ideali del corpo umano inscrivibile armoniosamente nelle due figure «perfette» del cerchio e del quadrato secondo i canoni classici della bellezza classica, tracciati da Vitruvio nel terzo libro del «De Architectura».
In attesa del grande evento, previsto per la prossima estate, l’«Uomo vitruviano», o meglio la sua versione tridimensionale, è a Fano, nelle Marche. Nel Complesso rinascimentale di San Michele rimarrà, infatti, allestita fino al prossimo 6 gennaio la mostra-spettacolo «Perfecto e virtuale»,curata da Annalisa Perissa Torrini, direttrice del gabinetto dei disegni del Polo museale veneziano, e ideata da Paolo Clini, coordinatore scientifico del Centro studi vitruviani di Fano, con l’ausilio per l’allestimento degli architetti Adriana Formatio e Anna Paola Pugnaloni dell’Università Politecnica delle Marche.
Il famoso e delicato foglio di Leonardo Da Vinci, raramente visibile anche a Venezia per motivi conservativi (la luce diretta e un microclima non adeguato potrebbero scolorirne l’inchiostro), si presenta al pubblico per la prima volta in versione 3D attraverso un ologramma che ruota a 360° e lo proietta a grandezza originale, abbinato a un innovativo sistema touch screen di visualizzazione che consente di entrare nel disegno fino al centesimo di millimetro, studiandone il tratto della matita o la consistenza della filigrana della carta, nonché di coglierne ogni più incredibile dettaglio non visibile a occhio nudo, andando al di là di quello che forse lo stesso artista toscano poteva vedere.
Particolare si rivela, inoltre, l’allestimento che si distribuisce spazialmente ripercorrendo i segni principali del disegno leonardesco: si parte dalla genesi geometrica del disegno proveniente dalla collezione del pittore e scrittore milanese Giuseppe Bossi e dalla storia di Leonardo per, poi, passare all’interazione digitale vera e propria per ammirare l’opera d’arte come solo il suo autore poteva fare al momento della realizzazione.
Il modello tridimensionale del disegno è stato realizzato su uno dei più avanzati software di modellazione e visualizzazione, il Deltagen, messo appositamente a disposizione da 3DXcite per questa applicazione. «Il foglio leonardesco diventa così navigabile in modo interattivo, senza alcuna limitazione dovuta alle necessità di conservazione. Tale applicazione può, dunque, costituire –raccontano gli organizzatori- una possibile risposta alle sempre crescenti difficoltà di circolazione e divulgazione di opere delicate e che, come nel caso del lavoro leonardesco, possono essere esposte solo ogni cinque anni, a fronte di continue richieste di musei di tutto il mondo».
L’«Uomo vitruviano» diventa, invece, palpabile e studiabile da ogni angolazione grazie a una tecnica teatrale chiamata Pepper’s ghost, utilizzata per la prima volta nella serie di «Star Wars». L’esplorazione delle proporzioni ideali continua, poi, con il mirroring interattivo, una speciale pedana che mette a confronto le forme di ogni visitatore con quelle del disegno leonardesco, grazie a sistemi di natural interaction e computer vision appositamente sviluppati.
Ologrammi, touch screen, proiezioni, filmati e giochi interattivi fanno, dunque, muovere questa mostra sui binari della spettacolarizzazione, pur mantenendo la rigorosità scientifica, e la rendendo adatta ad un pubblico di tutte le età, dai bambini agli appassionati d’arte.
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Leonardo da Vinci, «Uomo vitruviano», 1490 circa. Matita e inchiostro su carta, cm 34,3 x 24,5. Venezia, Gallerie dell’Accademia; Elaborazioni 3d dell’«Uomo vetruviano» a cura di Marco Gaiani; [fig. 3] Allestimenti tecnologici realizzati da Eve spin off per la mostra «Perfecto e virtuale. L’Uomo vitruviano di Leonardo» a Fano; [fig. 4] L’«Uomo vitruviano» in 3D che fluttua nella campana olografica.
Informazioni utili
«Perfecto e virtuale. L’Uomo vitruviano di Leonardo». Complesso di San Michele, Arco di Augusto – Fano. Orari: martedì-venerdì, ore 17.00-19.30 (la mostra è aperta può essere aperta in mattinata solo per scuole e gruppi, previa prenotazione), sabato e domenica, ore 10.00-12.30 e ore 17.00-19.30; lunedì chiuso. Ingresso gratuito. Informazioni: tel. 338.4234702 o tel. 328.3790087; info@centrostudivitruviani.org. Sito internet: www.centrostudivitruviani.org. Fino al 6 gennaio 2015.
Il prezioso ed enigmatico capolavoro a matita e inchiostro del genio vinciano, databile intorno al 1490 e conservato dal 1822 nel Gabinetto dei disegni e delle stampe alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, resterà nel capoluogo milanese per un intero mese, grazie al nullaosta dato da Giovanna Damiani, soprintendente al Polo museale di Venezia. I tanti visitatori dell’Esposizione internazionale potranno così eccezionalmente ammirare questa disegno di piccole dimensioni, grande poco più di venti per trenta centimetri (esattamente 34,3 x 24,5), celebre rappresentazione delle proporzioni ideali del corpo umano inscrivibile armoniosamente nelle due figure «perfette» del cerchio e del quadrato secondo i canoni classici della bellezza classica, tracciati da Vitruvio nel terzo libro del «De Architectura».
In attesa del grande evento, previsto per la prossima estate, l’«Uomo vitruviano», o meglio la sua versione tridimensionale, è a Fano, nelle Marche. Nel Complesso rinascimentale di San Michele rimarrà, infatti, allestita fino al prossimo 6 gennaio la mostra-spettacolo «Perfecto e virtuale»,curata da Annalisa Perissa Torrini, direttrice del gabinetto dei disegni del Polo museale veneziano, e ideata da Paolo Clini, coordinatore scientifico del Centro studi vitruviani di Fano, con l’ausilio per l’allestimento degli architetti Adriana Formatio e Anna Paola Pugnaloni dell’Università Politecnica delle Marche.
Il famoso e delicato foglio di Leonardo Da Vinci, raramente visibile anche a Venezia per motivi conservativi (la luce diretta e un microclima non adeguato potrebbero scolorirne l’inchiostro), si presenta al pubblico per la prima volta in versione 3D attraverso un ologramma che ruota a 360° e lo proietta a grandezza originale, abbinato a un innovativo sistema touch screen di visualizzazione che consente di entrare nel disegno fino al centesimo di millimetro, studiandone il tratto della matita o la consistenza della filigrana della carta, nonché di coglierne ogni più incredibile dettaglio non visibile a occhio nudo, andando al di là di quello che forse lo stesso artista toscano poteva vedere.
Particolare si rivela, inoltre, l’allestimento che si distribuisce spazialmente ripercorrendo i segni principali del disegno leonardesco: si parte dalla genesi geometrica del disegno proveniente dalla collezione del pittore e scrittore milanese Giuseppe Bossi e dalla storia di Leonardo per, poi, passare all’interazione digitale vera e propria per ammirare l’opera d’arte come solo il suo autore poteva fare al momento della realizzazione.
Il modello tridimensionale del disegno è stato realizzato su uno dei più avanzati software di modellazione e visualizzazione, il Deltagen, messo appositamente a disposizione da 3DXcite per questa applicazione. «Il foglio leonardesco diventa così navigabile in modo interattivo, senza alcuna limitazione dovuta alle necessità di conservazione. Tale applicazione può, dunque, costituire –raccontano gli organizzatori- una possibile risposta alle sempre crescenti difficoltà di circolazione e divulgazione di opere delicate e che, come nel caso del lavoro leonardesco, possono essere esposte solo ogni cinque anni, a fronte di continue richieste di musei di tutto il mondo».
L’«Uomo vitruviano» diventa, invece, palpabile e studiabile da ogni angolazione grazie a una tecnica teatrale chiamata Pepper’s ghost, utilizzata per la prima volta nella serie di «Star Wars». L’esplorazione delle proporzioni ideali continua, poi, con il mirroring interattivo, una speciale pedana che mette a confronto le forme di ogni visitatore con quelle del disegno leonardesco, grazie a sistemi di natural interaction e computer vision appositamente sviluppati.
Ologrammi, touch screen, proiezioni, filmati e giochi interattivi fanno, dunque, muovere questa mostra sui binari della spettacolarizzazione, pur mantenendo la rigorosità scientifica, e la rendendo adatta ad un pubblico di tutte le età, dai bambini agli appassionati d’arte.
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Leonardo da Vinci, «Uomo vitruviano», 1490 circa. Matita e inchiostro su carta, cm 34,3 x 24,5. Venezia, Gallerie dell’Accademia; Elaborazioni 3d dell’«Uomo vetruviano» a cura di Marco Gaiani; [fig. 3] Allestimenti tecnologici realizzati da Eve spin off per la mostra «Perfecto e virtuale. L’Uomo vitruviano di Leonardo» a Fano; [fig. 4] L’«Uomo vitruviano» in 3D che fluttua nella campana olografica.
Informazioni utili
«Perfecto e virtuale. L’Uomo vitruviano di Leonardo». Complesso di San Michele, Arco di Augusto – Fano. Orari: martedì-venerdì, ore 17.00-19.30 (la mostra è aperta può essere aperta in mattinata solo per scuole e gruppi, previa prenotazione), sabato e domenica, ore 10.00-12.30 e ore 17.00-19.30; lunedì chiuso. Ingresso gratuito. Informazioni: tel. 338.4234702 o tel. 328.3790087; info@centrostudivitruviani.org. Sito internet: www.centrostudivitruviani.org. Fino al 6 gennaio 2015.
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