ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

domenica 25 aprile 2021

#Notizieinpillole n. 2: le cronache d'arte della settimana dal 18 al 25 aprile 2021

Mascherina. Musei civici di Treviso
«Fogli d'arte» inaugura una nuova rubrica: #Notizieinpillole. Ogni sabato e domenica usciranno uno o più articoli sulle mostre, sugli eventi, sugli spettacoli teatrali, sui libri freschi di stampa, dei quali si è parlato in settimana sulla nuova pagina Facebook (@foglidarte) del sito. Notizie brevi, quasi appunti di un taccuino, forniranno un puzzle di quello che accade nel mondo delle arti. 
In questi giorni si è molto parlato della Superlega, la riforma del calcio architettata dai grandi club europei. La street artist Laika MCMLIV ha voluto commentare il fatto con il suo solito stile, con un poster appeso a Roma: «The Football Factory - (in)Fedeli alla tribù»
In settimana sono iniziate ad arrivare per posta, dal Mambo di Bologna, le lettere del progetto «Dear You», a cui hanno aderito ben 1211 le persone di tutto il mondo. Pistoia Musei ha avviato una mini-serie articolata in sei video-pillole – una ogni sabato - per raccontare, sui suoi canali social e su quelli di Sky Arte, il fotografo Aurelio Amendola e alcuni suoi compagni di viaggio: Marino Marini, Giorgio de Chirico, Alberto Burri, Andy Warhol, Claudio Parmiggiani e Jannis Kounellis. Miart, la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea di Milano, in programma dal 17 al 19 settembre, ha presentato la sua nuova compagna visiva, «Dismantling the Silence», e il progetto editoriale «And Flowers / Words», in partenza dal 28 aprile. 
Sul Web è comparsa un'altra piattaforma: Myreload – La (ri)carica dei corti, che propone anche una serie in quattro appuntamenti dedicati all’arte: «Art for change». In libreria è uscito il libro «Regìa Parola Utopia. Il teatro infinito di Luca Ronconi», curato da Roberta Carlotto e Oliviero Ponte di Pino per le edizioni Quodlibet. In occasione della pubblicazione, il Centro teatrale Santacristina lancia due eventi: «Essere attori. Al lavoro con Luca Ronconi», in onda a maggio su Rai 5, e la mostra «Ronconi e Roma», in programma prossimamente al teatro Valle. Rimanendo nel mondo della scena, a Milano è partito il progetto «Piccolo Smart», non un canale o una piattaforma, ma un’altra sala, la quarta del Piccolo Teatro di Milano, dopo il Grassi, lo Strehler e lo Studio Melato. Il primo appuntamento è stato con i podcast di «Abbecedario per il mondo nuovo», fruibili on-line fino al 12 giugno, ogni venerdì, sabato e domenica, su Spreaker. A ruota, nella giornata di giovedì 22 aprile, è stata inaugurato il ciclo di incontri in streaming «Rappresentazione e potere», in programma fino al 27 maggio con grandi protagonisti della cultura. 
Si segnalano, poi, due concorsi: la borsa di studio «Ricerche e riscritture per la storia dell’arte contemporanea», promossa alla Fondazione Baruchello, e «Un talento per la scarpa», lanciato dall’associazione romagnola Sammauroindustria.   
Da lunedì 26 aprile in Italia riaprono i musei e i teatri in zona gialla, ovvero in Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Veneto, Trentino Alto Adige, Umbria, Marche, Abruzzo, Toscana, Lazio, Campania, Molise. Tra le mostre nuovamente fruibili c’è «Enzo Mari curated by Hans Ulrich Obrist with Francesca Giacomelli» alla Triennale di Milano. Questa domenica ci si può preparare alla visita, insieme ai più piccoli, con il podcast «Ascoltare il design», scoprendo creazioni utili e curiose come «Putrella» e «Timor». 
Buona lettura! 

1. «ASCOLTARE IL DESIGN»: ENZO MARI SPIEGATO AI BAMBINI 
Chi era Enzo Mari? Che lavori ha fatto? Dove viveva? Quali erano le sue passioni? Quanti anni ha «Putrella»? Che cos'è «Timor»? Chi sono il designer, il curatore, il progettista di un allestimento? Sono queste alcune delle tante domande a cui cerca di rispondere il podcast «Ascoltare il design. Enzo Mari spiegato ai bambini», progettato dalla Triennale di Milano in occasione della mostra «Enzo Mari curated by Hans Ulrich Obrist with Francesca Giacomelli», in agenda fino al prossimo 12 settembre. 
Articolato in quattro episodi della durata di circa dieci minuti ciascuno, il podcast permette di scoprire alcune delle opere più celebri del designer e progettista, novarese di nascita e milanese d'adozione, dalla loro stessa voce. Gli oggetti «si raccontano», infatti, in prima persona con tanti aneddoti e curiosità. 
Il primo episodio è un'introduzione alla figura di Enzo Mari, alla sua vita e poetica. Le altre tre puntate si concentrano su una selezione di suoi lavori. Il gioco «16 animali», il vassoio «Putrella», il libro «La mela e la farfalla» (senza parole e senza un inizio e una fine), il passatempo «Gioco delle favole» e il calendario perpetuo «Timor» sono gli oggetti al centro del secondo episodio. Nella terza puntata vengono, invece, raccontati la formaggiera «Java», le ciotole in ceramica della serie «Sanos», il «Vaso rotto - Per forza di levare», la sedia «Tonietta» e le «Proposta per un autoprogettazione», istruzioni per costruire diciannove modelli di mobili. Chiude il ciclo di podcast il racconto della vetrina «Wunderkammer», dell'allestimento «African Voodoo» (sulla collezione di Anna e Jacques Kerchache) e di «Struttura 913», «un'opera d'arte ma anche un esperimento visivo». 
 Il progetto, riservato ai bambini dai 6 agli 11 anni, è curato da Umberto Angelini, Damiano Gullì e Marco Sammicheli. I testi sono di Michele Corna, Damiano Gullì e Marilia Pederbelli; le voci di Laura Finozzi, Marcos Vinicius Piacentini e Laura Fracassi (che si occupa anche del coordinamento degli attori). 
Il podcast è realizzato in collaborazione con Radio Raheem, web radio indipendente nata nel 2017 che, da gennaio 2020, si è trasferita negli spazi di Triennale Milano, trasmettendo tutti i giorni e proponendo, in aggiunta al normale palinsesto, progetti e contenuti speciali creati per l’istituzione. 
 Dal sito dell'istituzione milanese è possibile scaricare anche una breve guida alla mostra, che attraverso sedici dei tanti oggetti e progetti esposti presenta sinteticamente a piccoli e grandi il designer e il suo lavoro: un ottimo strumento per prepararsi alla visita in presenza (dal 26 aprile in Italia riaprono i luoghi della cultura) o su Google Arts & Culture (artsandculture.google.com/partner/la-triennale-di-milano). 
 «Ascoltare il design» – di cui il podcast «Enzo Mari spiegato ai bambini» è la prima serie – proporrà nei prossimi mesi approfondimenti, informazioni e aneddoti sulle mostre e sulla collezione permanente del museo milanese con un taglio divulgativo, formativo e divertente, coinvolgendo nella proposta culturale di Triennale un pubblico sempre più intergenerazionale. 
Informazioni e podcast sono reperibili sul sito www.triennale.org

2. UNA CAMPAGNA VISIVA E UN PROGETTO EDITORIALE ISPIRATI AL POETA CHARLES SIMIĆ PER MIART 2021 
È iniziato il viaggio che porterà a miart 2021, la venticinquesima edizione della fiera d’arte moderna e contemporanea di Milano, diretta per il primo anno da Nicola Ricciardi. L’evento mercantile - che avrà luogo in forma ibrida, fisica e digitale, dal 17 al 19 settembre – ha recentemente presentato la sua nuova campagna visiva: «Dismantling the Silence» («Smantellare il silenzio»). 
Il titolo del progetto promozionale è ispirato all’omonima libro di poesie del poeta e accademico Charles Simić, vincitore del Premio Pulitzer nel 1990. La campagna, ideata da Studio Folder, trae ispirazione dal filone della tipografia espressiva e utilizza il font Perpetua, lo stesso usato per la prima pubblicazione della raccolta poetica dello scrittore serbo, edita cinquant’anni fa, nel 1971. 
«Le lettere - si legge nella nota stampa - si scompongono in linee che svelano il messaggio attraverso il movimento, grazie all’animazione e all’Effetto Moirè — una figura di interferenza data dalla sovrapposizione di due pattern, che crea visivamente un’illusione di movimento — per i supporti analogici e digitali. In questo modo la «rottura del silenzio» avviene attraverso un’azione che diventa un gioco su supporti diversi, che ben rispecchiano la doppia natura – fisica e digitale – di miart 2021». Fino all’apertura al pubblico, «Dismantling the Silence» racconterà le tante anime della fiera milanese – il dialogo tra passato e presente e l'approccio interdisciplinare alla coesistenza di arte moderna, arte contemporanea, design e arti applicate – attraverso il fiorire, dopo il silenzio, di nuove parole. 
Dal 28 aprile prenderà il via anche «And Flowers / Words», un progetto editoriale che coinvolgerà numerose personalità del mondo artistico e culturale italiano, unite tra loro da un particolare interesse per il tema della parola scritta o parlata. Anche in questo caso il titolo è tratto da Charles Simić, dalla sua poesia «Pastoral», la cui quartina iniziale recita: «I came to a field / Where the grass was silence / And flowers / Words». Ogni settimana, fino all’inizio dell’estate, verrà pubblicato sul sito e sui canali social della fiera un contributo video, un dialogo per colmare il silenzio di questi tempi recenti. Il contenuto sarà disponibile ogni mercoledì a partire dalle ore 14.00 sul sito e sui canali social della fiera. Il primo appuntamento vedrà la partecipazione di Chiara Costa della Fondazione Prada. Seguiranno contributi di Barbara Casavecchia (critica e curatrice indipendente), Massimiliano Gioni (direttore artistico della Fondazione Nicola Trussardi e di New Museum), Lorenzo Giusti (direttore della Gamec di Bergamo), Luca Lo Pinto (direttore artistico del Macro di Roma) e, poi, di diverse voci provenienti dal mondo della poesia e della letteratura. 
Per informazioni: www.miart.it

3. «PICCOLOSMART», LA QUARTA SALA DEL PICCOLO TEATRO È VIRTUALE 
«Il mondo sta cambiando e non dobbiamo sottrarci ai cambiamenti del mondo». Così Claudio Loghi parla del nuovo progetto del Piccolo Teatro di Milano. Giovedì 15 aprile ha preso il via «Piccolo Smart», non un canale o una piattaforma, ma un’altra sala, la quarta, dopo il Grassi, lo Strehler e lo Studio Melato. In questo nuovo spazio, tutto virtuale, si genereranno percorsi di approfondimento destinati a intrecciarsi con gli spettacoli in cartellone, anche quando riapriranno i sipari. 
Il primo appuntamento è stato con i podcast di «Abbecedario per il mondo nuovo», fruibili on-line dal 16 aprile al 12 giugno, ogni venerdì, sabato e domenica, su Spreaker e sui profili social del teatro milanese. 
Ventisei rappresentanti della nuova drammaturgia, selezionati tra i finalisti e i vincitori del Premio Hystrio - Scritture di scena e del Premio Riccione «Pier Vittorio Tondelli», «compileranno» un ideale vocabolario per la traduzione e l’interpretazione della complessità del nostro presente e proveranno a immaginare il futuro. Si tratta di Valentina Gamna, Michele Ruol, Francesco Toscani, Riccardo Favaro, Greta Cappelletti, Valeria Patota, Tobia Rossi, Tommaso Fermariello, Rosalinda Conti, Tatjana Motta, Marco Morana, Fabrizio Sinisi, Carlo Guasconi, Luca Tazzari, Martina Ruggeri, Margarita Egorova, Stefano Fortin, Maria Teresa Berardelli, Christian Di Furia, Pier Lorenzo Pisano, Michelangelo Zeno, Francesco Bianchi, Ian Bertolini, Paolo Solari, Niccolò Matcovich e Fabio Pisano.
A ciascun autore è stata assegnata (a sorteggio) una lettera dell'alfabeto. Da questa lettera, l'autore ha scelto una parola che, ai suoi occhi, assume un valore «fondativo» e simbolico per il tempo futuro, dando forma a un breve testo. 
I podcast saranno animati dalle voci di Alfonso De Vreese, Lorenzo Frediani, Leda Kreider e Petra Valentini e vedranno anche la partecipazione degli allievi della Scuola di Teatro «Luca Ronconi» (Monica Buzoianu, Giovanni Drago, Anna Godina, Anna Manella, Marco Mavaracchio, Francesca Osso, Simone Tudda). La regia del progetto è di Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni
Il 22 aprile «PiccoloSmart» ha inaugurato un altro progetto: il ciclo di incontri «Rappresentazione e potere». Fino al 27 maggio - ogni giovedì, alle ore 18 – sui profili social della sala milanese si terranno una serie di conversazioni e interventi, introdotti da Anna Piletti, in cui personaggi del mondo della cultura si soffermeranno sulle differenti forme di rappresentazione del potere nella contemporaneità e sulle loro implicazioni etiche e psicologiche. «Dal teatro al cinema, dai media tradizionali ai social, - si legge nella nota stampa - la rappresentazione del potere non ha mai cessato di essere un atto politico, con implicazioni etiche, psicologiche e sociali di grande rilevanza». 
Il percorso si propone, dunque, di mettere a fuoco, da vari punti di osservazione, i meccanismi della rappresentazione del potere e i suoi risvolti nei linguaggi artistici e nella comunicazione di massa. Massimo Recalcati (22 aprile | «La tentazione del potere»), Gianni Canova e Massimo Popolizio (29 aprile | «Divi e Duci – Il fantasma del potere nell'immaginario italiano»), Luciano Canfora (6 maggio | «La rappresentazione del potere, da Aristofane a Brecht»), Michela Marzano (13 maggio | «Corpo, potere e rappresentazione»), Roberta De Monticelli (20 maggio | «Rappresentazione del potere e crisi di civiltà»), Chiara Valerio e Massimo Desiati (27 maggio | «La rappresentazione del potere nella narrativa italiana del Novecento») sono i protagonisti di questa nuova iniziativa di «PiccoloSmart». 
Il progetto è accompagnato dalla visione de «La tragedia del vendicatore» di Thomas Middleton, per la regia di Declan Donnellan, in una versione appositamente realizzata per la diffusione via streaming, e da «A German Life», spettacolo di Christopher Hampton, tratto dalla storia vera e dalla testimonianza di Brunhilde Pomsel, per la regia di Claudio Beccari e con Franca Nuti
Informazioni su www.piccoloteatro.org

4.«ART FOR CHANGE», L'ARTE DELLE PERIFERIE SULLA NUOVA PIATTAFORMA MYRELOAD - LA (RI)CARICA DEI CORTI 
C’ è anche una serie dedicata all’arte su Myreload – La (ri)carica dei corti, la nuova piattaforma interamente dedicata ai migliori cortometraggi nazionali e internazionali degli ultimi anni ideata da ShorTS International Film Festival e Sedicicorto Forlì International Film Festival, in collaborazione con MYmovies, sito leader nell’informazione cinematografica e piattaforma streaming di riferimento per il cinema di qualità e gli eventi. Si tratta di «Art For Change», quattro filmati di Claudio Esposito nelle periferie di Roma, Bari, Palermo e Madrid, che mostrano come l’arte sia in grado di produrre trasformazioni grazie a quattro storie di innovazione sociale tra architettura, street art, design e cinema. 
In uno degli episodi il regista mostra cosa succede quando l’arte entra in uno dei quartieri più poveri di Palermo, raccontando la straordinaria realtà di Borgo Vecchio Factory, un progetto di promozione sociale e di didattica basato sulla street art, a cura di Ema Jons, che prevede la realizzazione di un ciclo di laboratori di pittura creativa per venti bambini. Sulla base dei disegni dei piccoli partecipanti vengono, poi, create opere per i prospetti delle case del quartiere. 
Il regista racconta anche la realtà del Museo dell'Altro e dell'Altrove di Metropoliz, situato al civico 913 di via Prenestina, nella periferia est di Roma, uno spazio in cui l’arte si fa collettiva, mentre gli artisti sono invitati a dare il loro contributo gratuitamente, interagendo con lo spazio, con gli abitanti e tra di loro. 
Un altro episodio è dedicato a El Bruc, un progetto collettivo di riattivazione di una piazza abbandonata a Puerta Del Angel di Madrid. Protagonista della serie è, infine, anche la realtà dell'Accademia del Cinema Ragazzi, un laboratorio di idee, di esperienze di vita, di aggregazione sociale e culturale in un quartiere della periferia di Bari, il San Pio/Enziteto. Il progetto, attivo ormai da dieci anni, mira a intercettare soprattutto quelle fasce di popolazione maggiormente a rischio - giovani, donne, bambini - al fine di sottrarli da quella zona grigia di insicurezza e mancanza di prospettive, cause, troppo spesso, di pratiche e forme di illegalità. La piattaforma - www.mymovies.it/ondemand/myreload - offre, al momento, una library iniziale di oltre cinquanta cortometraggi che vanno a comporre un catalogo ricco di storie, generi, culture, rappresentanza di importanti questioni sociali, attraverso film pluripremiati in tutto il mondo. 

5.  È IN LIBERIA «REGÌA PAROLA UTOPIA. IL TEATRO INFINITO DI LUCA RONCONI»
Un racconto a più voci su uno dei grandi intellettuali del teatro italiano, un utile ventaglio di suggestioni per scrivere il presente e il futuro della nostra scena: si presenta così il libro «Regìa Parola Utopia. Il teatro infinito di Luca Ronconi» (ISBN 9788822904683, pp. 384, € 22,00), che la casa editrice Quodlibet, con sedi a Roma e a Macerata, ha diffuso in libreria e sui principali siti di e-commerce da mercoledì 21 aprile. 
Curato da Roberta Carlotto e Oliviero Ponte di Pino, il volume perlustra la geniale e sfaccettata produzione del regista di Susa, il suo serrato confronto con la parola del teatro tradizionale e della drammaturgia contemporanea, oltre che con l’opera lirica e la musica, ma anche il suo rapporto con materiali non destinati in origine alla scena. 
L’arte di Luca Ronconi nasceva – si legge nella presentazione - da «un’aspirazione all’utopia capace sia di creare messinscene «impossibili», come «Orlando furioso», «Gli ultimi giorni dell’umanità» o «Infinites», sia di concepire forme produttive inedite, come il Laboratorio di Prato o l’esperienza del Centro teatrale Santacristina». 
A partire da tre parole chiave – regìa, parola e utopia - il libro raccoglie i contributi e le testimonianze di oltre quaranta personalità del teatro e della cultura: Edmonda Aldini, Giovanni Agosti, Paola Bacci, Ariella Beddini, Federico Bellini, Alberto Benedetto, Mario Bortolotto, Lucia Calamaro, Davide Carnevali, Marco Consolini, Massimo De Francovich, Paolo Di Paolo, Sergio Escobar, Giulia Filacanapa, Nadia Fusini, Jacopo Gassmann, Colette Godard, Graziano Graziani, Lucrezia Guidone, Antonio Latella, Sergio Lo Gatto, Claudio Longhi, Fausto Malcovati, Curzio Maltese, Manuela Mandracchia, Erica Magris, Franco Marcoaldi, Stefano Massini, Cesare Mazzonis, Italo Moscati, Franca Nuti, Margherita Palli, Jacopo Pellegrini, Graziano Piazza, Massimo Popolizio, Marco Rossi, Emilio Sala, Stefano Santospago, Giuliano Scabia, Roberto Scaltriti, Peter Stein, Susanne Stewart Steinberg, Anna Tedesco, Renzo Tian, Federico Tiezzi, Tommaso Tovaglieri
In contemporanea con l'uscita del libro, si sta lavorando ad altri due progetti. Da maggio sarà visibile in televisione, su Rai 5, la serie «Essere attori. Al lavoro con Luca Ronconi», un ciclo di dieci video interviste a interpreti memorabili della scena quali Massimo De Francovich, Anna Maria Guarnieri, Laura Marinoni, Franca Nuti, Umberto Orsini, Maria Paiato, Massimo Popolizio, Paolo Pierobon, Galatea Ranzi, Fausto Russo Alesi. Le interviste - affidate alla cura di Anna Antonelli, Lorenzo Pavolini e Oliviero Ponte di Pino e al montaggio di Jacopo Quadri – tracceranno un percorso dentro al laboratorio di Luca Ronconi, visto dagli occhi di chi ne è stato protagonista, e conducono gli spettatori alla scoperta o alla riscoperta del suo universo creativo. Ma saranno anche un inedito «manuale dell’attore» a più voci. 
Infine, non appena sarà consentita l’apertura al pubblico, il teatro Valle inaugurerà la mostra «Ronconi e Roma», articolata in due sezioni: «Lo sguardo di Luca. Gli spettacoli al Teatro di Roma attraverso le foto di Marcello Norberth», a cura di Gianfranco Capitta, e «Gli esordi al Valle. Il giovane Luca», a cura di Sandro Piccioni con il contributo del Centro Teatrale Santacristina e l’Archivio Luca Ronconi. 

6.  «STORIE DI ARTISTI», SEI PROTAGONISTI DELL’ARTE CONTEMPORANEA RACCONTATI DA AURELIO AMENDOLA 
Interprete per eccellenza dell’opera di Michelangelo. Sublime traduttore dell’antico nei suoi scatti dedicati a Canova, Bernini, Jacopo della Quercia, Donatello e Giovanni Pisano. Ma anche testimone del contemporaneo con i suoi ritratti di Burri, de Chirico, Warhol, Manzù, Vedova, Fontana, Ceroli, Lichtenstein, Kounellis e molti altri. Questo e molto altro è stato Aurelio Amendola, maestro della fotografa italiana, lontano dal modello documentaristico, capace di dialogare con lo spirito degli artisti, assorbendone stile e intensità. Le sue immagini, circa trecento foto realizzate in sessant’anni di attività, sono in mostra a Pistoia nelle sedi di Palazzo Buontalenti e dell’Antico Palazzo dei Vescovi
In attesa di poter tornare a vivere gli spazi espositivi (da lunedì 26 aprile in Italia riapriranno mostre e musei in zona gialla) una mini-serie articolata in sei video-pillole – una ogni sabato - racconterà, sui canali social di Pistoia Musei e Sky Arte, alcuni degli artisti con i quali il fotografo ha lavorato nel corso della sua lunga carriera, stringendo spesso con loro dei rapporti di profonda stima e amicizia. Le sei puntate, che ci accompagneranno per tutto il mese di maggio, hanno preso il via sabato 24 aprile con Marino Marini, per continuare poi con Giorgio de Chirico, Alberto Burri, Andy Warhol, Claudio Parmiggiani, e Jannis Kounellis. La regia degli appuntamenti video è firmata da Metilene Design e Comunicazione
Per informazioni, anche sull’ingresso alla mostra che avverrà previa prenotazione, si può consultare il sito www.fondazionepistoiamusei.it

7.  C’È POSTA PER TE DA DORA GARCIA. IL MAMBO DI BOLOGNA SPEDISCE LA PRIMA LETTERA DEL PROGETTO «DEAR YOU» 
È stato un successo oltre le aspettative quello di «Dear You», il progetto del Mambo di Bologna che, nei prossimi mesi, recapiterà nelle cassette postali di tutta Italia e non solo sei lettere contenenti opere d’arte. Sono, infatti, state ben 1211 le persone che, tra il 19 febbraio e il 14 marzo, hanno deciso di rispondere positivamente alla proposta del museo felsineo, rendendosi destinatarie dei lavori di Hamja Ahsan (Londra, 1981), Giulia Crispiani (Ancona, 1986), Dora García (Valladolid, 1965), Allison Grimaldi Donahue (Middletown, 1984),  David Horvitz (Los Angeles, 1982) e Ingo Niermann (Bielefeld, 1969). Tra i partecipanti, 1099 sono residenti in Italia, mentre 112 riceveranno la loro corrispondenza all'estero, in 19 diversi Paesi di tutto il mondo: Austria, Australia, Belgio, Canada, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Singapore, Spagna, Svizzera, Turchia, Usa e Vietnam. 
Il primo lavoro spedito, che i destinatari stanno ricevendo nelle proprie cassette postali proprio in questi giorni, è una lettera di Dora García che parla l'atto della scrittura come motore di relazioni paritarie e costruzione di senso. Con uno stile fatto di ripetizioni, avanzamenti e riscritture visibili sui margini e tra le righe, l'artista spagnola sintetizza alcuni dei temi ricorrenti della sua ricerca: «la questione - si legge nella nota stampa - della rilettura e della possibilità di creare un nuovo testo ogni volta che è tra le mani di un diverso interprete; la potenzialità politica della parola, in particolare quando viene introdotta nel mondo da donne o da personaggi in posizioni marginali; come ogni lettera abbia come vero destinatario il futuro e ogni lettore ne intercetta il messaggio». 
Dopo lo scritto di Dora García, a partire per posta è, in questi giorni, l'opera realizzata da Allison Grimaldi Donahue. Tutti i lavori realizzati sono concepiti come poesie, brevi racconti, istruzioni per atti performativi, che riflettono sulla nostra contemporaneità fatta di perdita di contatto fisico e di diminuzione della vita sociale condivisa e sulla necessità di creare nuove strategie di relazione e di cura, al di là dell’esperienza digitale. 
Per informazioni: www.mambo-bologna.org. 

8. A ROMA UN POSTER CONTRO LA SUPERLEGA. È LA NUOVA OPERA DI LAIKA MCMLIV 
L’opera della settimana è sicuramente «The Football Factory - (in)Fedeli alla tribù», un lavoro della street artist Laika MCMLIV, comparso nella serata del 20 aprile a Roma, in via Giulio Caccini, dietro la sede della FIGC. Si tratta di un poster che commenta il progetto della Superlega, la riforma del calcio architettata dai grandi club europei, ormai destinata a fallire. Nell’opera è raffigurato il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, che con un coltello buca un pallone. 
 «Il tentativo di creare una competizione a invito riservata ai club più ricchi è la morte dei sogni dei tifosi di tutto il mondo. È la morte del calcio stesso. Lo sport dovrebbe insegnare che con la fantasia, il talento e l'allenamento tutti possono provare a vincere. La Superlega, in nome di un business sempre più monopolizzato, sconfessa definitivamente questo sogno», ha dichiarato l’artista. 
Laika MCMLIV, spuntata all’improvviso a Roma in una notte dell’estate 2019, non è nuova a questi «interventi che fanno parlare i muri». Suoi sono, per esempio, lavori come «Wall of Shame» (giugno 2020), critica ai commenti razzisti pubblicati on-line, «Make Roma great again» (ottobre 2020), con Vittorio Sgarbi candidato sindaco di Roma a cavallo di una capra, o «Life is not a game», sulle condizioni dei migranti in Bosnia (febbraio 2021). L’artista - parrucca rossa, maschera bianca sul volto e identità misteriosa - è finita anche in un libro «Prima e dopo. La street art e il coronavirus» di Carla Cucchiarelli, una delle maggiori esperte della materia, che scrive: «Quando al telegiornale c’è un servizio su Zaky, lo studente di Bologna incarcerato in Egitto, tra le immagini passa sempre un lavoro di Laika: il suo poster con Giulio Regeni che abbraccia il ragazzo alle spalle e lo rassicura. Laika vuole dire la sua, liberamente, per questo ha scelto l'anonimato totale».

9.  DALLA FONDAZIONE BARUCHELLO UNA BORSA DI STUDIO PER UNA RICERCA SU CARLA BADIALI 
Sono aperte fino al 15 maggio le iscrizioni alla borsa di studio «Ricerche e riscritture per la storia dell’arte contemporanea», promossa alla Fondazione Baruchello
 In seguito a un'approfondita considerazione della storia dell’arte del XX secolo e di quelle figure che richiedono a tutt’oggi di essere maggiormente studiate, si è deciso di dedicare questa edizione della call a una ricerca riguardante l’opera dell’artista Carla Badiali (Novedrate, 9 novembre 1907 – Como, 7 febbraio 1992), una delle protagoniste dell’astrattismo storico italiano insieme ad Aldo Galli, Mario Radice e Manlio Rho
 Il bando è rivolto a studenti già laureati, specializzandi, neo specializzati, dottorandi o neo dottorati. Eventuali pubblicazioni che comprovino di aver svolto ricerca e studio nel campo dell’arte contemporanea italiana avranno un titolo privilegiato nella valutazione. Auspicabile sarebbe aver svolto una tesi di laurea o un dottorato sulle ricerche dell’astrattismo italiano. 
 Le competenze di ricerca dei candidati saranno valutate da una commissione formata da: Carla Subrizi, docente di Storia dell’arte contemporanea alla Sapienza di Roma e presidente della Fondazione Baruchello, Francesco Tedeschi, docente di Storia dell’arte contemporanea all’Università Cattolica di Milano e direttore del Centro di ricerca sull'arte astratta in Italia, Elena Di Raddo, docente di Storia dell’arte contemporanea all’Università Cattolica di Milano, e Luigi Cavadini, curatore del Catalogo ragionato di Carla Badiali. 
La ricerca, per la quale verrà stanziata una borsa di studio del valore di 1.800 euro, dovrà essere condotta entro il 2021. Uno o più tutor appartenenti ai membri della commissione svolgerà la funzione di referente per lo studio. I risultati della ricerca saranno presentati nel corso di una tavola rotonda o di una giornata di studi, organizzata dalla Fondazione Baruchello. Le candidature dovranno pervenire all’indirizzo fondazionebaruchello@pec.it
 Informazioni sul sito www.fondazionebaruchello.com.

10.  «LA DIVINA SCARPA»: UN CONCORSO PER GIOVANI STILISTI IN OMAGGIO A DANTE 
Chissà se i giovani stilisti si ispireranno a Beatrice Portinari o a Francesca da Polenta per creare la loro «Divina scarpa»? Quello che è certo è che Sammauroindustria, l'associazione romagnola che riunisce i grandi marchi della calzatura afferenti al distretto di San Mauro Pascoli - Casadei, Gianvito Rossi, Giuseppe Zanotti, Pollini, Sergio Rossi -, non ha voluto mancare all'appuntamento con i settecento anni dalla morte di Dante Alighieri
La ventunesima edizione del concorso internazionale «Un talento per la scarpa» guarda così al «Sommo poeta» e invita i giovani stilisti nati dopo il 31 dicembre 1989 (anche se il concorso è senza limiti di età per coloro che sono iscritti alle scuole di design o d’arte) a ideare bozzetti, ricerche stilistiche, prototipi e collage di immagini sul tema «La Divina scarpa». 
Il termine ultimo per la consegna dei lavori è il 30 giugno. I partecipanti devono iscriversi on-line sulla pagina del Cercal – Centro ricerca e scuola internazionale calzaturiera, al link https://www.cercal.org/concorsi/, dove è scaricabile anche il regolamento completo. In palio ci sono 3mila euro, uno stage retribuito di sei mesi in una delle aziende associate a Sammauroindustria, nonché un periodo formativo nella Scuola internazionale di calzature Cercal. Gli autori dei primi dieci bozzetti classificati saranno segnalati alle ditte calzaturiere del territorio e menzionati nella serata di premiazione. È prevista, inoltre, una particolare segnalazione per le scuole che si distingueranno per numero e qualità degli elaborati inviati. 
Per informazioni: Sammauroindustria (Casadei, Gianvito Rossi, Giuseppe Zanotti, Pollini, Sergio Rossi), San Mauro Pascoli (Fc) tel. 0541.932965; e-mail cercal@cercal.org. Sito internet: www.cercal.org o www.sammauroindustria.com.

Vedi anche

sabato 24 aprile 2021

#Notizieinpillole n. 1: le cronache d'arte della settimana dal 18 al 25 aprile 2021

«Fogli d'arte»
inaugura una nuova rubrica: #Notizieinpillole. Ogni sabato e domenica usciranno uno o più articoli sulle mostre, sugli eventi, sugli spettacoli teatrali, sui libri freschi di stampa, dei quali si è parlato in settimana sulla nuova pagina Facebook (@foglidarte) del sito. Notizie brevi, quasi appunti di un taccuino, forniranno un puzzle di quello che accade nel mondo delle arti. 
Dante Alighieri, artista del quale ricorrono i settecento anni dalla morte, è il grande protagonista di questo primo appuntamento. Venerdì 23 aprile è stato omaggiato in occasione della Giornata mondiale del libro e del diritto d'autore. A Firenze, dove gli Uffizi hanno in corso la mostra virtuale «A riveder le stelle», è stato presentato il volume «Emergenze dantesche» di Marco Ferri; a Barcellona, nella chiesa gotica di Santa Maria del Mar, l'attrice Silvia Bel ha letto i suoi versi più celebri in lingua catalana. Quest'ultimo appuntamento era inserito nel progetto «Lettura Day» di Adei - Associazione degli editori indipendenti, iniziativa che si terrà fino al 26 settembre, ogni giovedì.  
Anonimo, «Il ritratto di Dante» (copia da Federico Zuccari)., 1737-1753. Firenze, Uffizi. Opera visibile nella mostra virtuale «Dante istoriato - A riveder le stelle»
In settimana si è chiuso anche il progetto «Exit. Creazione della Creazione», tra i vincitori del bando «Vivere all’italiana sul palcoscenico», promosso dal Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale con l’intento di valorizzare le progettualità artistiche innovative italiane. Gli studenti del secondo anno del corso di laurea magistrale in Teatro e arti performative dell’Università Iuav di Venezia hanno portato in scena, sotto la guida di Maria Federica Maestri di Lenz Fondazione e per gli utenti dei canali social dell'ateneo, due performance sulla Bibblia. 
Rimanendo nel mondo del teatro, il Piccolo di Milano ha presentato «Fiabe, maestri e giovani eroi», un’iniziativa artistica e multimediale destinata alle scuole – primarie e secondarie di primo e secondo grado –, realizzata con il prezioso contributo di Pasta Rummo. La Fondazione Cini di Venezia è volata a Mosca per la mostra «Lyda Borelli, attrice di cinema e teatro», un omaggio a una delle muse del cinema muto.
A Verona è entrato nel vivo, sulla piattaforma multidisciplinare «Contemporanea», il ciclo di incontri «Its dark materials», che parla dei molti lati oscuri dell’arte dei nostri giorni, «a partire – si legge nella nota stampa - dalla sua indeterminatezza rispetto ai canoni di classificazione, conservazione e interpretazione adottati tradizionalmente dalla storia e dalla critica d’arte, nonché dalla museologia e dalle scienze del restauro». 
Lyda Borelli
Nelle librerie è uscito, per le edizioni Ares di Milano, il nuovo testo di  María Ángeles Vitoria, professore associato di Filosofia della natura e della scienza alla Pontificia Università della Santa Croce in Roma, su Michelangelo. Sui social (e non solo) si è molto parlato delle fotografie che hanno vinto il World Press Photo 2021 e che, dal 7 maggio, saranno in mostra anche in Italia, a Torino. 
Infine, dal 26 aprile riaprono i musei in zona gialla e si può finalmente vedere la rassegna «Le signore dell’arte» a Milano. In attesa dell'appuntamento, domenica 25 aprile, alle ore 19, si può partecipare a una visita guidata in streaming, su Zoom, in compagnia dell’esperto d’arte Sergio Gaddi.    
Buona lettura! 

1. LYDA BORELLI, A MOSCA UN OMAGGIO ALLA DIVA DEL CINEMA MUTO
Lyda Borelli
Ha debuttato sul palcoscenico, a soli quattordici anni, nella Drammatica compagnia italiana di Francesco Pasta e Virginia Reiter. Ha recitato nei teatri italiani sotto la guida di registi del calibro di Virgilio Talli, Ruggero Ruggeri ed Ermete Novelli. È stata, appena venticinquenne, la capocomica della Compagnia italiana Gandusio-Borelli-Piperno, diretta da Flavio Andò. Ha legato il suo nome al cinema muto italiano, imponendosi all’attenzione del grande pubblico in film diretti da Mario Caserini, Alberto Degli Abbati, Carmine Gallone, Nino Oxilia e Amleto Palermi. Lyda Borelli (La Spezia, 22 marzo 1887 – Roma, 2 giugno 1959), una delle più affascinanti attrici italiane del primo Novecento, si è fatta conoscere e apprezzare per la sua cifra recitativa unica e riconoscibile, portando sui palcoscenici e sullo schermo – scrive Sisto Sallusti nel «Dizionario biografico degli italiani» (1971) - «l'ideale della femminilità Liberty e dannunziana, enfatizzata da una gestualità lirica». 
L'attrice spezzina ha incarnato una modernità unica per il suo tempo: madrina della jupe-culotte, la prima forma di pantalone femminile, è stata anche una delle prime donne a sperimentare l’ebbrezza del volo, affiancata dai maggiori aviatori dell’epoca, e a comparire al volante di un’automobile. 
Icona di stile e di eleganza, è stata imitata dalle donne del suo tempo per le sue pose languide e romantiche, per i suoi movimenti lenti e ben studiati, per i suoi abiti fasciati e dai morbidi drappeggi. L'emulazione della diva è stata un fatto di costume, al punto che all'epoca furono inventati nuovi termini per definirlo: «borelline» erano le fanciulle smagrite, «borellismo» l'ossessione emulativa del pubblico femminile; «borelleggiare» - si legge nel Dizionario moderno di Alfredo Panzini, edito nel 1923 - era «lo sdilinquire delle femminette, prendendo a modello le pose estetiche e leziose dell'attrice Lyda Borelli».    
Alla primadonna ligure, che dopo il matrimonio con l’industriale Vittorio Cini si ritirò a vita privata, è dedicata una mostra a Mosca, negli spazi del Museo statale del cinema, che si avvale della curatela di Maria Ida Biggi e Marianna Zannoni, rispettivamente direttrice e coordinatrice scientifica dell’Istituto per il teatro e il melodramma della Fondazione Giorgio Cini di Venezia
«Lyda Borelli, attrice di cinema e teatro» – questo il titolo dell’esposizione - è il risultato di un ampio studio sulla carriera teatrale della primadonna ligure, già confluito nel volume «Il teatro di Lyda Borelli» (Fratelli Alinari, Firenze 2017).  Documenti d’archivio e fotografie di maestri dell’obiettivo quali Mario Nunes Vais, Arturo Varischi, Giovanni Artico, Emilio Sommariva e Attilio Badodi ricostruiscono la storia umana e professionale di un’attrice dal fascino indiscusso, che amava dire: «il teatro per me è una fonte di gioia spirituale, di ardua idealità creativa e non una vetrina». 
Informazioni su www.cini.it. 

2. UNA VISITA GUIDATA IN STREAMING PER «LE SIGNORE DELL’ARTE» 
Elisabetta Sirani, «L'amorino trionfante», 1661. Olio su tela, 89x70 cm. Bologna, collezione privata. Opera esposta nella mostra rassegna «Le signore dell’arte» a Milano, nelle sale di Palazzo Reale
È una delle mostre più attese dell’anno. Da quasi due mesi se ne sta silenziosamente chiusa nelle sale di Palazzo Reale a Milano, in attesa che i luoghi della cultura possano riaprire al pubblico. In queste lunghe settimane è stato, però, possibile visitarla on-line grazie ad Art.live!, nuovo format tutto italiano, studiato dalla società Arthemisia, per far vedere le mostre quando i musei sono chiusi o non ci si può spostare da una regione all’altra. Stiamo parlando della rassegna «Le signore dell’arte», per la curatela di Anna Maria Bava, Gioia Mori e Alain Tapié, dedicata alle più grandi artiste vissute tra ‘500 e ‘600: Artemisia Gentileschi, Sofonisba Anguissola, Lavinia Fontana, Elisabetta Sirani, Fede Galizia, Giovanna Garzoni e molte altre, anche poco note, come la nobildonna romana Claudia del Bufalo
L'esposizione allinea, nello specifico, oltre centocinquanta opere di trentaquattro artiste, provenienti da sessantasette enti prestatori, tra cui - per rimanere nella sola Italia - le gallerie degli Uffizi, il Museo di Capodimonte, la Pinacoteca di Brera, il Castello Sforzesco, la Galleria nazionale dell’Umbria, la Galleria Borghese, i Musei reali di Torino e la Pinacoteca nazionale di Bologna.
Tra le opere esposte, ci sono la pala della «Madonna dell’Itria» di Sofonisba Anguissola, che non ha mai lasciato prima d’ora la Sicilia, la «Madonna Immacolata e san Francesco Borgia» di Rosalia Novelli, unica opera certa del catalogo dell’artista, e la tela «Matrimonio mistico di Santa Caterina» di Lucrezia Quistelli. Ma lungo il percorso espositivo si possono ammirare anche la «Consacrazione alla Vergine» di Lavinia Fontana, la «Giovane donna in vesti orientali» di Ginevra Cantofoli e l’iconica «Giuditta con la testa di Oloferne» di Fede Galizia.
In attesa dell’apertura al pubblico, la mostra aprirà virtualmente le porte domenica 25 aprile, alle ore 19, su Zoom con una visita guidata in streaming in compagnia dell’esperto d’arte Sergio Gaddi.
Il biglietto, che ha un costo di 5 euro; A tutti coloro che parteciperanno alla visita on-line sarà riservata la possibilità di usufruire di una speciale promozione per la visita dal vivo della mostra.
Per maggiori informazioni: palazzorealemilano.it e lesignoredellarte.it

3. WORLD PRESS PHOTO 2021, LA FOTO DELL’ANNO È DI MADS NISSEN. A TORINO LA MOSTRA DEI VINCITORI
1° premio Soggetti singoli World Press Photo of the Year  Mads Nissen  Danimarca, Politiken/Panos Pictures  Rosa Luzia Lunardi (85) abbracciata dall'infermiera Adriana Silva da Costa Souza, presso la casa di cura Viva Bem, San Paolo, Brasile, il 5 agosto.
È del fotografo danese Mads Nissen l’immagine vincitrice della sessantaquattresima edizione del World Press Photo, il più importante premio fotogiornalistico del mondo. Lo scatto dell’anno, realizzato il 5 agosto 2020, ritrae l’abbraccio tra la paziente Rosa Luzia Lunardi, di 85 anni, e l'infermiera Adriana Silva da Costa Souza, nella casa di cura Viva Bem, a San Paolo del Brasile. A vincere è, dunque, una fotografia legata alla pandemia per il Coronavirus, che coglie l’emozione di un piccolo ritorno alla normalità grazie alla «tenda dell’abbraccio». 
L’immagine sarà esposta - con le altre vincitrici annunciate nella giornata di giovedì 15 aprile ad Amsterdam - anche in Italia, a Torino, nelle sale di Palazzo Madama a partire dal prossimo 7 maggio (pandemia permettendo).
In questa stessa occasione sarà, inoltre, possibile vedere la «Storia dell’anno»: il servizio «Habibi», che in arabo significa «amore mio», del fotografo romano Antonio Faccilongo sulla guerra israelo-palestinese, uno dei conflitti contemporanei più lunghi e complicati. 
Questa edizione del premio accende i riflettori anche su altri due italiani. Il ravennate Lorenzo Tugnoli, dell’agenzia Contrasto, ha vinto nella sezione «Storie - Notizie impreviste» per il suo servizio sull’esplosione a Beirut, in Libano, del 4 agosto 2020: lo scoppio ha danneggiato o distrutto circa 6.000 edifici, uccidendo almeno 190 persone, ferendone altre 6.000 e lasciandone sfollate almeno 300.000. Gabriele Galimberti, originario della Val di Chiana, si è aggiudicato il primo premio nella sezione «Serie di ritratti» con un reportage per il «National Geographic» sui proprietari di armi in America. 
Informazioni sul sito www.worldpressphototorino.it

4. «MICHELANGELO, L'UOMO E L'ARTISTA FUORI DAI CLICHÉ»: DA EDIZIONI ARES UN NUOVO LIBRO SUL GENIO RINASCIMENTALE
Pochi personaggi della storia sono stati oggetto di tanti studi e dibattiti quanto Michelangelo Buonarroti (Caprese, 6 marzo 1475 – Roma, 18 febbraio 1564). Accanto a studi critici e biografie, anche di incomparabile pregio, in libreria sono uscite, negli anni, anche molte opere di pura fantasia che hanno contribuito a diffondere un'immagine romanzata dell'artista: pittore, architetto e scultore di genio, ma uomo irritabile, nevrotico, asociale, schivo, esaurito, melanconico, frequentatore di bordelli, avido, celibe per scelta penitenziale. Questi eccessi stridono con i tratti evidenti e documentati dell’artista, raccontati anche da un pittore a lui coevo, Ascanio Condivi (Ripatransone, 1525 – 1574), che ne evidenziava, il «grande cuore», la «generosità» e la «profonda fede». 
Sui cliché di cui è stato fatto oggetto l'artista focalizza l'attenzione la studiosa spagnola María Ángeles Vitoria, professore associato di Filosofia della natura e della scienza alla Pontificia Università della Santa Croce in Roma, con il suo nuovo libro - «Michelangelo» (Collana «Profili», pp. 248 - € 18) - uscito in libreria nella giornata di venerdì 16 aprile per le edizioni Ares di Milano
Poteva un uomo dal carattere tanto insopportabile dare vita all'estrema delicatezza della «Pietà Vaticana» o alla possente devozione dei personaggi della Cappella Sistina? Parte da qui – da questo dubbio riportato nella quarta di copertina - il viaggio del volume che prova a raccontare l'artista toscano confrontando i suoi dipinti e le sue sculture con le lettere e le poesie così da restituirne un profilo autentico di genio delle belle arti, libero da vecchi cliché e nuovi stereotipi. 
Ne esce il ritratto di un pittore e di uno scultore per cui l'arte fu la sola e vera ragione di vita: «Mia moglie è l'arte – diceva, infatti, Michelangelo - e i miei figli saranno le opere che lascerò».  
Per informazioni: www.edizioniares.it.

5. IL PICCOLO DI MILANO E PASTA RUMMO INSIEME PER IL TEATRO RAGAZZI  
Il Piccolo Teatro di Milano e Pasta Rummo uniscono le forze per un progetto rivolto alle nuove generazioni. Prenderà il via a maggio «Fiabe, maestri e giovani eroi», un’iniziativa artistica e multimediale destinata alle scuole – primarie e secondarie di primo e secondo grado – e alle famiglie.  
Due sono i segmenti che compongono il progetto, al via in Lombardia e in Campania. Si inizierà con una fiaba per immagini, tra cinema e teatro, con la regia di Beniamino Barrese, che avrà per protagonista Pinocchio e verrà realizzata in collaborazione con la Compagnia marionettistica Carlo Colla & figli. Si proseguirà, quindi, con un laboratorio, dal titolo «We can be heroes», nel quale il drammaturgo Davide Carnevali accompagnerà i ragazzi in un percorso di esplorazione e confronto tra il linguaggio narrativo dell’epica e quello dei social media.
«Quella con il Piccolo – racconta Antonio Rummo, general manager international sales dell’azienda alimentare di Benevento - è una partnership che nasce naturale, come la passione per le tradizioni da tramandare e l’arte manuale che si fa gioia e gusto. Anche se i mondi sembrano apparentemente lontani, ogni giorno anche noi di Rummo mandiamo in scena il meglio delle nostre produzioni. Il fatto di poter dedicare questo progetto ai più piccoli è un motivo di orgoglio in più perché loro è il futuro ma anche l’impegno di conservare e rafforzare le nostre radici». 
Inizia così una collaborazione che troverà compimento nella prossima stagione teatrale, quando Pasta Rummo diventerà partner del Piccolo Teatro per la stagione dedicata ai bambini e ai ragazzi.
Informazioni su www.piccoloteatro.org

6. #DANTE700, IN RETE I DISEGNI DI FEDERICO ZUCCARI PER «LA DIVINA COMMEDIA» 
Federico Zuccari, Illustrazione «I lussuriosi, Minosse, Paolo e Francesca» (Inferno, Canto V), 1586-1588. Firenze, Uffizi. Opera visibile nella mostra virtuale «Dante istoriato - A riveder le stelle»
Si intitola «A riveder le stelle» la rassegna virtuale, o meglio l’«Ipervisione», che gli Uffizi di Firenze hanno promosso in occasione dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri. Protagonista della rassegna è l’intero corpus di disegni realizzato, alla fine del Cinquecento, dal pittore Federico Zuccari per illustrare la «Divina Commedia». Si tratta di ottantotto fogli appartenenti alla raccolta del museo fiorentino, digitalizzati in alta definizione e presentati per l’occasione nella loro totalità, con un apparato didattico scritto da Donatella Fratini, curatrice dei disegni dal Cinquecento al Settecento degli Uffizi.
Ideata tra il 1586 e il 1588, durante il soggiorno di Federico Zuccari in Spagna, l’intera raccolta è entrata nella collezione fiorentina nel 1738, grazie alla donazione di Anna Maria Luisa de’ Medici, l’Elettrice Palatina. Da allora, custodita nel Gabinetto dei disegni e delle stampe, è stata esposta al pubblico, parzialmente, soltanto in due occasioni: nella grande mostra dantesca tenuta a Firenze, in Palazzo Medici-Riccardi, nel 1865 e alla Casa di Dante, in Abruzzo, nel 1993. 
A parte questi episodi, i disegni di Federico Zuccari - uno dei maestri del tardo Manierismo, famoso per aver affrescato la Cupola di Santa Maria del Fiore e la Cappella Grimani nella chiesa di San Francesco della Vigna a Venezia - sono rimasti quasi totalmente noti a un pubblico ristretto di studiosi e appassionati. Come tutte le opere su carta, sono, infatti, normalmente custoditi in ambienti protetti, termoregolati, senza luce e possono (salvo limitate esigenze di studio) essere esposti solo ogni cinque anni. Anche da qui deriva la scelta degli Uffizi di digitalizzare nella sua completezza, rendendolo disponibile a tutti, questo consistente nucleo di fogli fisicamente fragile e per sua natura non adatto ad esser consultato regolarmente. 
Il percorso creativo di Federico Zuccari, la più imponente compagine illustrativa della «Commedia» realizzata prima dell’Ottocento, si dipana dalla «selva oscura» in cui Dante smarrisce la «diritta via» fino alle alte sfere del «Paradiso», in un complesso gioco di rimandi tra parole e immagini. I fogli erano, infatti, anticamente rilegati in un volume: aprendolo, all’illustrazione sulla pagina destra corrispondeva, a sinistra, la trascrizione dei versi del poema e un breve commento dello stesso artista. 
La mostra può essere visitata al link www.uffizi.it/mostre-virtuali-categorie/a-riveder-le-stelle.

7. «EMERGENZE DANTESCHE» , TRA LE VIE DI FIRENZE SULLE TRACCE DEL «SOMMO POETA»
Racconta il rapporto tra Dante e Firenze il volume «Emergenze dantesche» (pp. 144; 14,5X20 cm; brossura; 15,00 euro; ISBN: 978-88-314991-9-4) del giornalista Marco Ferri, recentemente pubblicato dalla casa editrice Linea di Padova
Il testo, concepito e scritto dall'autore durante i mesi del primo obbligatorio confinamento dovuto all'emergenza sanitaria per il Coronavirus, si compone di diciotto capitoli ed è completato dalla prefazione di Cristina Acidini, già Soprintendente per il Polo museale fiorentino. 
Del «Sommo poeta» non è noto alcun documento autografo, ma la sua presenza a Firenze è un po’ ovunque, a cominciare dal Battistero di San Giovanni, in piazza Duomo, dove, davanti ai suggestivi mosaici di Coppo di Marcovaldo, lo scrittore trasse quasi certamente ispirazione per la sua «Commedia». 
Il viaggio sulle «tracce» del poeta toscano porta, poi, al Museo nazionale del Bargello, all’antica sede dell’Arte dei giudici e notai, all’ex-Chiesa di San Pier Scheraggio, oggi inglobata negli Uffizi, ma anche a piazza Santa Croce, alle storiche biblioteche di città e alla Società dantesca.
Cartina alla mano e scarpe comode ai piedi si potrà, dunque, girare tra le piazze, le strade, le chiese, i palazzi storici di Firenze, in compagnia del nuovo libro di Marco Ferri, una vera e propria guida per il viaggiatore (anche grazie al suo comodo formato tascabile), che farà scoprire qualche curiosità su Dante, autore del quale si ricordano quest'anno i settecento anni dalla morte.
Informazioni su www.lineaedizioni.it

8. #LETTURADAY: DA APRILE A SETTEMBRE «LEGGIAMO INSIEME, IL GIOVEDÌ»
Era il 1996 quando veniva organizzata dalla conferenza generale dell’Unesco la prima edizione della Giornata mondiale del libro e del diritto d'autore, la grande festa della lettura e dei lettori. La scelta cadeva sul 23 aprile, data simbolica, visto che quel giorno, nel 1616, erano morti tre «mostri sacri» della letteratura mondiale: William Shakespeare, Miguel de Cervantes e Garcilaso de la Vega.  
Quest'anno il grande protagonista è stato Dante Alighieri, del quale ricorrono i settecento anni dalla morte. L’amore, uno dei temi cardine della sua produzione, è stato declinato in tre filoni: «Amor… ch’a nullo amato amar perdona», «Amor… che ne la mente mi ragiona», «Amor… che move il sole e l’altre stelle». 
Al «Sommo poeta» guarda anche l'Adei - Associazione degli editori indipendenti, che il 23 aprile ha lanciato un suo nuovo progetto: «Lettura Day». Il claim scelto è «Leggiamo insieme, il giovedì». L'iniziativa invita, infatti, i lettori - grandi e piccoli - a leggere ad alta voce per qualcun altro, scegliendo il proprio libro del cuore o affidandosi al caso e afferrando quello più vicino. Il progetto si terrà, fino al prossimo 26 settembre, ogni giovedì. I centri dinamici di questa iniziativa saranno le librerie, le biblioteche, le scuole e i teatri, ma nei prossimi mesi letture a voce alta si terranno dappertutto: nei giardini pubblici, alla fermate dei tram e degli autobus, nei mercati, nelle stazioni, sui sagrati di chiese, moschee e sinagoghe, nelle carceri, negli ospedali, nei casolari di campagna, nei cortili dei condomini, nei negozi e persino nelle case private. L'Adei - Associazione degli editori indipendenti invita, infatti, chiunque a condividere la propria esperienza di lettura postandola sui social con l’hashtag #letturaday o segnalandola sul sito www.letturaday.it (on-line da giovedì 22 aprile).
Per salutare l'avvio del progetto si è tenuta una grande festa digitale - venerdì 23 aprile, dalle ore 17 - con collegamenti da varie località. Nella splendida chiesa gotica di Santa Maria del Mar, a Barcellona, l'attrice Silvia Bel ha letto i versi danteschi in lingua catalana (la prima in cui è stata tradotta la «Divina Commedia»). Nel magnifico cenacolo di Santa Croce a Firenze, in un evento prodotto e curato da Testo/Pitti Immagine, l'attore Marcello Prayer ha proposto il suo personale omaggio allo scrittore toscano. 
Protagonisti di questa prima «Lettura Day» sono stati anche Jack London, Alessandro Barbero, Marco Ardemagni e Pino Insegno; durante il pomeriggio è atteso anche il tappeto rosso degli Oskar del libro, ideato dalle librerie di Roma. Tanti appuntamenti, dunque, quelli in cantiere per #LetturaDay, nati con l'intento di «riunire le persone attraverso la voce, il primo mezzo di comunicazione della storia, che - si legge nella nota stampa - oggi sta vivendo un momento di grande riscoperta (audiolibri, podcast, oralità popolare ne sono gli effetti tangibili)».   
Per saperne di più: www.letturaday.it.

9. «ITS DARK MATERIALS», L’UNIVERSITÀ DI VERONA RACCONTA «IL LATO OSCURO» DELL’ARTE CONTEMPORANEA
Corinna Gosmaro, «Baggages», 2016. Foto di Olga Costa Opera esposta nella mostra «Contemporaee/Contemporanei» all'Università di Verona
Si intitola «Its dark materials» il ciclo di incontri promosso dall’Università di Verona sulla piattaforma multidisciplinare «Contemporanea», sviluppata a partire dalla mostra «Contemporaee/Contemporanei», un percorso tra ottanta opere di artisti di diverse generazioni – da Adrian Paci a Debora Hirsch, da Nico Vascellari a Shilpa Gupta - per la curatela di Denis Isaia.  
I sette incontri, in programma fino al 27 maggio, saranno dedicati ai molti lati oscuri dell’arte contemporanea, «a partire – si legge nella nota stampa - dalla sua indeterminatezza rispetto ai canoni di classificazione, conservazione e interpretazione adottati tradizionalmente dalla storia e dalla critica d’arte, nonché dalla museologia e dalle scienze del restauro». 
Ospiti della rassegna, a cura di Monica Molteni e Luca Bochicchio, saranno alcuni tra i più importanti studiosi italiani, impegnati nella ricerca a livello internazionale.  
L'iniziativa è partita il 15 aprile con una riflessione sul rapporto tra scienza e arte contemporanea, che ha visto la presenza di Antonio Sgamellotti, Accademico dei Lincei; a conclusione dell’appuntamento si è tenuto un contributo di Letizia Monico, ricercatrice del Cnr-Scitec di Perugia, sul degrado dei gialli nei «Girasoli» di Vincent Van Gogh e nell’«Urlo» di Munch. Questa settimana, il 22 aprile, Andrea Canziani, architetto del ministero della Cultura, ha parlato della conservazione e della fruizione delle opere architettoniche; lo stesso argomento sarà al centro dell’intervento di Patrizia Moretti, ricercatrice dell’Università della Svizzera Italiana, che il 13 maggio terrà una conferenza dal titolo «L’opera muralista di Gino Severini in Svizzera: uno studio conoscitivo». 
Le diverse problematiche conservative delle opere d’arte contemporanea ambientate nello spazio saranno, invece, al centro degli interventi di due esperte restauratrici dell’Opificio delle Pietre dure di Firenze, Shirin Afra e Chiara Gabbriellini (6 maggio), e di Francesco Tedeschi (27 maggio), docente di Storia dell’arte contemporanea dell’Università Cattolica di Milano. 
Luca Bocicchio, infine, parlerà il 29 aprile delle tecniche nucleari di Enrico Baj; mentre il 20 maggio sarà protagonista di un appuntamento dedicato alle attività di manutenzione e restauro delle opere della Collezione Agi Verona presenti al Polo universitario Santa Marta. Insieme allo studioso, ci saranno anche Andrea Toniutti, docente di Restauro dell’arte contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Verona, e due giovani studiose: Giulia Passerini e Silvia Concari.
Tutti gli incontri si terranno alle ore 17.30 in modalità webinar al link https://univr.zoom.us/s/86123556439 e live sul canale Facebook di Contemporanea. 

10. «EXIT. CREAZIONE DELLA CREAZIONE», TRE PERFORMANCE TEATRALI SULLA BIBBIA CON GLI STUDENTI DELLO IUAV DI VENEZIA
La «Genesi», l’«Apocalisse» e le «Metamorfosi»: sono questi tre testi biblici i protagonisti del progetto «Exit. Creazione della Creazione», tra i vincitori del bando «Vivere all’italiana sul palcoscenico», promosso dal Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale con l’intento di valorizzare le progettualità artistiche innovative italiane. 
Il percorso laboratoriale, realizzato in parte in presenza e in parte con modalità digitali, ha coinvolto gli studenti del secondo anno del corso di laurea magistrale in Teatro e arti performative dell’Università Iuav di Venezia. 
Durante le lezioni sono nate tre performance, a firma di Maria Federica Maestri, direttrice artistica di Lenz Fondazione, realtà di Parma attiva nel campo della formazione teatrale e visuale. 
Dopo «Exit #1 [Genesi]», andata in scena lo scorso 14 aprile, questa settimana sono state presentate «Exit #2 [Apocalisse]» alla chiesa sconsacrata dei Santi Cosma e Damiano sull’isola della Giudecca (lunedì 19 aprile, alle ore 19 e alle ore 20) e di «Exit #3 [Primal Chaos]» all’ex-convento di Santa Teresa a Dorsoduro (giovedì 22 aprile, alle ore 18 e alle ore 19). 
Le tre performance, come avviene spesso nei lavori di Lenz Fondazione, traducono testi cardine della cultura occidentale in tensioni filosofiche e inquietudini estetiche della contemporaneità.
I tre riferimenti drammaturgici di questo progetto sono stati - raccontano dall’ufficio stampa dell’ateneo veneziano - «dispositivi di innesco testuali a partire dai quali gli studenti si sono sperimentati nelle funzioni che ruotano intorno al concetto stesso di creazione: ideazione, regia, drammaturgia, involucri, imagoturgia e installazione visuale, pratica performativa, installazione sonora, cura tecnica allestimento, comunicazione».
A causa delle restrizioni sanitarie in atto, non sarà consentito l’accesso del pubblico; chi lo desidera nei prossimi giorni potrà cogliere tracce del percorso realizzato e degli esiti presentati tramite i canali social di Lenz Fondazione e di Iuav Teatro arti performative. 
Informazioni su lenzfondazione.it

venerdì 23 aprile 2021

Uno studio internazionale su Pablo Picasso e il degrado delle sue opere per il restauro dell’«Hombre sentado»

È l’estate del 1917 quando, a Barcellona, Pablo Picasso (Malaga, 1881 – Mougins, 1973) realizza quattro opere ispirate ai «Ballets Russes», utilizzando materiali molto simili fra loro: sette pigmenti, olii siccativi, colla animale e tele. I quadri rimangono nella casa di famiglia dell’artista fino al 1970, quando vengono donate al Museu Picasso di Barcellona.
Un secolo dopo la realizzazione, l’opera «Hombre sentado» («Uomo seduto») appare in uno stato di conservazione precario, peggiore rispetto alle altre tre della serie. Gli esperti notano molte screpolature, dette tecnicamente «crettature superficiali». 
Il museo decide così di restaurare l’opera e, contemporaneamente, avvia una ricerca internazionale per capire il perché di quelle differenze tra lavori per molti versi simili e che avevano condiviso un secolo in condizioni analoghe. Parte così il progetto «Promesa (Study of the mechanical and dimensional properties of commercial paint films)», coordinato da Laura Fuster-Lopez, professoressa di Conservazione all'Universitat Politècnica de València, che coinvolge anche l’università Ca’ Foscari di Venezia, il Cnr - Istituto fisica applicata «Nello Carrara», la Escuela de Conservación y Restauración de Bienes Culturales de Aragón, il Royal Danish Academy of Fine Arts e la Queen’s University.
«Il progetto si è incentrato sullo studio combinato della composizione chimica e dei meccanismi di degradazione fisico-meccanica che si manifestano in opere d'arte moderna e contemporanea - afferma Laura Fuster-Lopez -. Dato che non tutte le problematiche hanno una causa comune, e dato che le nostre opere d'arte continuano a deteriorarsi silenziosamente anche in condizioni di conservazione ed esposizione controllate, è necessario capire quali aspetti inerenti alla composizione dei materiali usati dagli artisti possono essere la causa della loro instabilità nel tempo, al fine di adattare misure preventive di conservazione nelle nostre collezioni».
La ricerca, che ha coinvolto anche l’italiana Francesca Izzo, ricercatrice di Scienze chimiche per i Beni culturali all’Università Ca’ Foscari Venezia, si è da poco conclusa e i risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica «Sn Applied Sciences» («Picasso’s 1917 paint materials and their influence on the condition of four paintings» ).
Le quattro opere di Pablo Picasso prese in esame si sono rivelate il banco di prova perfetto per iniziare a indagare la correlazione tra i materiali pittorici usati dall’artista e le loro condizioni reali. Con un approccio multi-analitico e tecnologia d’avanguardia, le scienziate hanno studiato ogni strato per trarne le informazioni nascoste alla vista. Hanno così realizzato il primo studio che considera le problematiche di degrado meccanico dei dipinti dell’artista spagnolo con un approccio scientifico analitico e diagnostico.
Francesca Izzo, esperta di pitture artistiche del XX e XXI secolo, si è focalizzata sulle indagini sugli strati dipinti e gli strati della preparazione pittorica.
«Le analisi svolte mettono in luce che Picasso ha dipinto con colori a olio, contenenti sia il tradizionale olio di lino, sia oli meno siccativi come l’olio di cartamo e di girasole. In un caso, poi, - spiega la studiosa dell’ateneo veneto - ipotizziamo che l’artista abbia sperimentato l’uso, non ancora in voga nel 1917, di pitture semi-sintetiche. Le tele utilizzate sono di cotone. Su queste Picasso ha steso due diversi strati di preparazione: uno ottenuto con colla animale, l'altro invece con olio siccativo. In entrambi i casi le preparazioni sono state mescolate con pigmenti diversi (biacca, barite, ossido di zinco). Inoltre, è interessante notare la presenza dei cosiddetti «saponi metallici», composti che si formano per interazione tra il legante e alcuni ioni rilasciati dai pigmenti che possono provocare danni ben visibili, sia a livello estetico che a livello di stabilità chimica e meccanica».
I risultati ottenuti sono stati combinati con l'esame visivo delle crettature e dei problemi meccanici delle pitture per stabilire ipotesi sulle differenze di degrado. Questa è una delle prime volte che viene adottato un approccio basato su tecniche di documentazione non invasive, analisi chimico-fisiche e osservazioni del danno meccanico per fornire una visione del possibile contributo che ogni strato ha sul degrado osservato.
Ne è emerso che le interazioni fra pigmenti e leganti possono aver reso i film pittorici più o meno inclini alla degradazione. Lo stesso è stato osservato negli strati sotto la pellicola pittorica: spessori di preparazione diversi, diverse interazioni pigmenti-legante e altre minime differenze che possono aver provocato una diversa reazione alle condizioni ambientali.
Lo studio approfondito del caso ha sollevato nuovi interrogativi e spunti per nuove ricerche. Le scienziate stanno cercando di scoprire il ruolo della possibile «migrazione» di materiali tra gli strati di pittura e di preparazione.
Con i nuovi risultati scientifici a disposizione, Reyes Jiménez de Garnica, direttrice del Dipartimento di Conservazione preventiva e Restauro del Museu Picasso di Barcellona, potrà affinare le strategie di conservazione preventiva e valutazione delle condizioni di conservazione (in particolare del ruolo dell’umidità) ed esposizione delle opere.
Come in un giallo, dunque, gli studiosi sono riusciti, mettendo in ordine tassello dopo tassello, a comprendere il mistero dell’invecchiamento dei quadri di Pablo Picasso. La colpa è della trama delle tele in cotone, degli oli usati e soprattutto dei colori, pitture semi-sintetiche ancora sperimentali, in grado di accelerare i «cretti».

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[Fig. 1] Pablo Picasso, Uomo seduto, Seated Man, 1917. Museu Picasso, Barcelona. Gift of Pablo Picasso, 1970. Photo: Gasull Fotografia; [fig. 2] Pablo Picasso, Uomo seduto, Seated Man, 1917. Museu Picasso, Barcelona. Studi sullo stato di conservazione dell'opera; [fig. 3] Pablo Picasso, Woman in an Armchair, 1917. Museu Picasso, Barcelona. Gift of Pablo Picasso, 1970. Photo: Gasull Fotografia; [fig. 4] Pablo Picasso, Blanquita Suárez, 1917. Museu Picasso, Barcelona. Gift of Pablo Picasso. Photo: Gasull Fotografia; [fig. 5] Pablo Picasso, Man with Fruit Bowl, 1917. Museu Picasso, Barcelona. Gift of Pablo Picasso, 1970. Photo: Gasull Fotografia

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giovedì 22 aprile 2021

Venezia, la Fondazione Cini celebra i 70 anni con la digitalizzazione dell’unica copia al mondo dell’«Orlando Innamorato»

Era il 20 aprile 1951 quando veniva istituita a Venezia la Fondazione Giorgio Cini. Da allora sono passati settant’anni e per onorare questa importante ricorrenza l’istituzione lagunare ha provveduto alla digitalizzazione dell’edizione veneziana di «Tutti li libri de Orlando. Inamorato. Del conte de Scandiano Mattheo Maria Boiardo», stampata tra il 1513 e il 1514 da Giorgio Rusconi su iniziativa di Vincenzo Zoppino.
Rimasta incompiuta alla morte dell’autore (1441-1494), l’opera fu proseguita dal veneziano Niccolò degli Agostini che ultimò il terzo libro e scrisse il quarto, mentre il quinto fu scritto dal veronese Reffaele Valcieco. Quest’ultimo volume fu stampato solamente nell’edizione veneziana del 1514, che resiste in un’unica copia attualmente alla Fondazione Giorgio Cini, e nell’edizione milanese del 1518, di cui rimangono tre copie, ora conservate a Milano, alla Biblioteca nazionale Braidense, a Londra, alla British Library e in Svizzera, alla Biblioteca cantonale di Aargau.
La preziosa cinquecentina - di cui la Fondazione Cini conserva, dunque, l’unica copia al mondo (donata da Vittorio Cini nel 1962) - è stata digitalizzata dal Centro di ricerca di eccellenza ARCHiVe sia per ragioni conservative sia, soprattutto, per rendere il testo liberamente accessibile al pubblico, tramite la pubblicazione on-line sul sito dell’istituzione veneta e nei principali cataloghi delle biblioteche.
L’opera, nella sua versione digitale, è attualmente oggetto di studio della professoressa Maria Pavlova, dell’University of Warwick, e del professor Marco Dorigatti, dell’University of Oxford, che stanno preparando l’edizione critica del quinto libro dell’«Orlando Innamorato» nella continuazione di Valcieco.
Il processo di digitalizzazione del volume, che è stato presentato in occasione del settantesimo anniversario dalla fondazione dell’istituzione veneziana, è stato particolarmente complesso a causa della stretta legatura e dei margini molto ridotti esito degli interventi di restauro da parte del suo più importante precedente proprietario, Victor Masséna - Principe d’Essling (1836-1910). Il volume, infatti, prima di entrare a far parte del patrimonio della Cini è appartenuto al collezionista francese che, a cavallo tra Otto e Novecento, riunì una tra le più straordinarie raccolte librarie di edizioni incunabole e cinquecentine illustrate con edizioni spesso rare se non uniche al mondo. Vittorio Cini acquisì il testo di Matteo Boiardo su consiglio del libraio e antiquario Tammaro De Marinis (1878-1969) per, poi, donarlo nel 1962 alla fondazione lagunare, che nel 2010 ha trasferito il volume dalla Sala del Tesoro a una sala climatizzata della Biblioteca della Manica Lunga per garantirne una perfetta conservazione.
La riproduzione dell’«Orlando Innamorato» di Matteo Maria Boiardo, a cura del Centro ARCHiVe della Fondazione Giorgio Cini, è avvenuta tramite fotografia a colori ad alta risoluzione. Gli scatti delle carte sono stati realizzati con una fotocamera posizionata su una diagonale di circa 45°, su uno stativo regolabile posto all’interno di un set comprendente una fonte di illuminazione fissa e zenitale a Led. Il volume poggiava su un leggio con supporti modulabili che ne sostenevano i piatti, per evitare possibili danni alla legatura dati da un’apertura troppo ampia o dal peso proprio del volume. In serie, sono stati fotografati prima il recto di ogni carta e successivamente il verso. I piatti e il dorso sono stati acquisiti digitalmente all’interno di un set con caratteristiche, più adatte a cogliere la tridimensionalità del bene: una fotocamera montata su uno stativo da riproduzione zenitale e due fonti luminose laterali, mobili e regolabili.
Insieme alla digitalizzazione è stata realizzata la post produzione e la metadatazione dei file ottenuti, normalizzando i dati (immagini e metadati) e preparandoli per il successivo caricamento nella Digital Library dell’istituzione lagunare.
Per l’occasione è stato realizzato un simbolo celebrativo tratto dai caratteri alfabetici originali della straordinaria cinquecentina dell'«Orlando Innamorato» di Matteo Maria Boiardo, che per tutto il 2021 affiancherà il logo istituzionale della Fondazione Cini e che vedremo, dunque, anche sulla comunicazione delle mostre in programma nei prossimi mesi sull’isola di San Giorgio Maggiore, dall’attesa «L’Arca di vetro. La collezione di animali di Pierre Rosenberg», che aprirà le porte appena il Veneto ritornerà in zona gialla, a «Tapio Wirkkala e Toni Zuccheri» (5 settembre - 10 gennaio), senza dimenticare la seconda edizione di «Homo Faber: Crafting a more human future. Living Treasures of Europe and Japan» (dal 9 al 26 settembre).

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[Fig.1 ] Frontespizio del primo libro dell’edizione veneziana di «Tutti li libri de Orlando. Inamorato. Del conte de Scandiano Mattheo Maria Boiardo», stampata tra il 1513 e il 1514 da Giorgio Rusconi su iniziativa di Vincenzo Zoppino; [fig. 2] Frontespizio del quinto libro dell’edizione veneziana di «Tutti li libri de Orlando. Inamorato. Del conte de Scandiano Mattheo Maria Boiardo», stampata tra il 1513 e il 1514 da Giorgio Rusconi su iniziativa di Vincenzo Zoppino; [fig. 3] Una pagina dell’edizione veneziana di «Tutti li libri de Orlando. Inamorato. Del conte de Scandiano Mattheo Maria Boiardo», stampata tra il 1513 e il 1514 da Giorgio Rusconi su iniziativa di Vincenzo Zoppino; [fig. 4] Immagine esemplificativa del caso problematico di rilegatura stretta dell’edizione veneziana di «Tutti li libri de Orlando. Inamorato. Del conte de Scandiano Mattheo Maria Boiardo», stampata tra il 1513 e il 1514 da Giorgio Rusconi su iniziativa di Vincenzo Zoppino. 
 
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mercoledì 21 aprile 2021

«La mappa del cuore in VR», a Bologna il teatro va in scena al museo

Porta il teatro fuori dal teatro, nei musei e nelle biblioteche, proponendo una fruizione che sfrutta il potenziale delle nuove tecnologie digitali e, nello stesso tempo, parlando dei giovani e delle loro inquietudini. Stiamo parlando del progetto «La mappa del cuore in VR», proposto dalla compagnia Ateliersi di Bologna, collettivo di produzione artistica in cui il gesto performativo entra in dialogo organico con l’antropologia, la letteratura, la produzione musicale e le arti visive per favorire una comunicazione del pensiero capace di intercettare inquietudini e prospettive che coagulano senso intorno ai sovvertimenti che si manifestano nel mondo.
Lo spettacolo - che debutterà l'11 maggio a Bologna al DamsLab, proseguendo poi nei musei e nelle biblioteche della città e non solo - nasce da una singolare rubrica di corrispondenza su «Ragazza In», settimanale per adolescenti degli anni Ottanta, che con scelta dirompente per quel periodo decise di affidare la sua «posta del cuore» a Lea Melandri, figura di riferimento del femminismo e del movimento non autoritario.
Con «Inquietudini», questo il nome della rubrica, la giornalista inventa una relazione nuova: non risponde direttamente a chi scrive, ma apre al confronto con stimoli di carattere psicoanalitico, poetico e letterario mettendo in relazione le diverse voci e creando così un primo network sociale fra ragazze e ragazzi che dialogano attraverso la sua rubrica.
Seguendo la «scandalosa inversione tra individuo e cultura» perseguita da Lea Melandri, Fiorenza Menni e Andrea Mochi Sismondi, autori e direttori artistici della compagnia Ateliersi, conducono un viaggio emotivo attraverso quelle lettere intrecciando le urgenze adolescenziali di allora e le risonanze presenti. Le vibrazioni musicali e poetiche di quegli anni rivivono anche nelle musiche di Mauro Sommavilla e Vincenzo Scorza e nella voce e nella presenza della cantautrice bolognese Cristallo.
«Questo progetto - commenta Fiorenza Menni - ha la capacità di proporre contenuti intergenerazionali adatti sia agli adolescenti di oggi, che si trovano a correre un forte rischio di isolamento, sia ai loro genitori che erano adolescenti negli anni in cui sono state scritte le lettere che rappresentano il centro drammaturgico dell’opera. La stessa Melandri ha partecipato attivamente alla creazione dello spettacolo condividendo con noi tutte le lettere e i numeri della rivista. Da diversi anni lavoriamo sull’abbassamento della soglia psicologica di accesso ai musei, per farne dei luoghi che accolgano una frequentazione continuativa e più libera».
Dopo la forzata chiusura dei teatri in ottobre, e in attesa che le sale possano riaprire per l’allentarsi delle misure restrittive dovute alla pandemia da Coronavirus, Fiorenza Menni e Andrea Mochi Sismondi hanno pensato a una nuova modalità di visione dello spettacolo, che ora sarà possibile fruire in maniera virtuale, individuale e gratuita attraverso un’installazione.
La postazione di visione è una poltrona girevole collegata con un visore Oculus Quest 2; lo spettatore sarà accolto da una performer che lo guiderà per tutto il tempo dell'esperienza. Il personale che lavorerà all’installazione è stato individuato tra chi in questo momento è fermo dal punto di vista lavorativo a causa delle restrizioni dovute alla pandemia e questa scelta rappresenta un segno preciso che Ateliersi vuole dare nella prospettiva di una ripartenza che possa permettere alle lavoratrici e ai lavoratori di riprendersi dalle attuali difficoltà.
Il tour partirà dal DamsLab di Bologna per proseguire, poi, nei musei e nelle biblioteche, contando sulla loro graduale riapertura per un numero contingentato di visitatori, in un percorso che spazierà dalle Collezioni comunali d’arte alla Biblioteca Salaborsa Ragazzi, dal Mambo - Museo d’arte moderna di Bologna al Cassero LGBTI+ Center e alle Serre dei Giardini Margherita. Nei musei saranno proposti ai visitatori specifici percorsi tra le opere, in assonanza con i temi dello spettacolo; nelle biblioteche agli stessi temi verranno collegati dei percorsi di lettura consigliati: una lista di testi che spazia da Louisa May Alcott a Stephenie Meyer, autrice della saga di «Twilight», dalle poesie di Emily Dickinson ad «Hunger Games» di Susan Collins.
Completano il calendario una tavola rotonda sui temi della drammaturgia (martedì 11 maggio al DamsLab), tre spettacoli dal vivo (da mercoledì 9 a venerdì 11 giugno all’Arena Orfeonica; biglietto intero € 10,00, ridotto € 7,00) e la proiezione del film «Vogliamo anche le rose» di Alina Marazzi (mercoledì 16 giugno a Le Serre dei Giardini Margherita). 
«La mappa del cuore in VR» si propone, dunque, - afferma Andrea Mochi Sismondi - «una riflessione radicale e collettiva sull’evoluzione delle arti dal vivo nel contemporaneo, anche – ma non solo – in relazione a ciò che stiamo vivendo a causa della pandemia». Il teatro per vivere, oggi più che mai, ha, infatti, bisogno di spazi alternativi, dell’uso di nuove tecnologie e di riflessioni che parlino del nostro tempo difficile e incerto.

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[Figg. 1, 4 e 5] Ateliersi, La mappa del cuore in VR, SalaRossa. Foto di Margherita Caprilli; [figg. 2 e 3] Ateliersi, La mappa del cuore in VR, Mambo. Foto di Margherita Caprilli

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Calendario a Bologna
da martedì 11 a venerdì 14 maggio, DAMSLab, piazzett Pasolini 5b - martedì-venerdì, h. 12.00-19.00 || da martedì 18 a domenica 23 maggio, Collezioni comunali d’arte, piazza Maggiore 6, martedì e giovedì, h. 14.00-19.00, mercoledì, venerdì, sabato e domenica, h. 11.00-18.00 || da lunedì 24 a venerdì 28 maggio, Biblioteca Sala Borsa Ragazzi, piazza Del Nettuno, 3, lunedì, h. 14.30-19.00, martedì-venerdì, h. 13.00-19.00 || da martedì 1 a venerdì 4 giugno, Cassero LGBTI Center, via Don Giovanni Minzoni, 18, martedì-venerdì, h. 18.30-23.30 da martedì 8 a domenica 13 giugno || MAMbo, via Don Giovanni Minzoni, 14, martedì – venerdì, h. 16.00-20.00; sabato – domenica, h. 12.00-19.00; da lunedì 14 a venerdì 18 giugno || Le Serre dei Giardini Margherita Via Castiglione, 134, Bologna lunedì-venerdì, h. 17.30-23.30. Ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria scrivendo a prenotazioni@ateliersi.it oppure telefonando al 329.7788938 (da lunedì a venerdì negli orari d’ufficio);  https://www.facebook.com/events/458024288603408/

martedì 20 aprile 2021

Aperte le iscrizioni alla ventesima edizione del premio «Scogliera viva»

Venti edizioni, settecento e cinquantasei partecipanti, mille e cinquantasei opere, centosei rocce scolpite: sono questi i numeri del concorso internazionale «Scogliera viva. Sculpting the Sea», che anno dopo anno ha dato vita a una delle passeggiate più belle dell’Adriatico, quella sul lungomare della città di Caorle, borgo storico, a pochi chilometri da Venezia, conosciuto per le sue spiagge di sabbia dorata che scendono dolcemente verso il mare e le sue case dai brillanti colori tipici della tradizione lagunare.
A partire dal 1993 scultori provenienti da Irlanda, Argentina, Giappone, Corea del Sud, Israele e da molti altri Stati del mondo hanno trasformato i grossi massi di trachite euganea posati per difende il centro abitato e frenare i flutti d’acqua in opere en plein air, trasformando così Caorle in un vero e proprio museo a cielo aperto.
Un delfino, un cavalluccio marino, un coccodrillo, un sole, un campanile, un marinaio, una sirena, un uomo che urla sono alcune delle creature fantastiche al centro della singolare e incantevole «passeggiata d'arte» del borgo veneto, che parte da piazza Vescovado e culmina verso nord nel Santuario della Madonna dell’Angelo, una suggestiva chiesetta che sembra galleggiare sulle acque del mare diventata nel tempo meta di pellegrinaggio non soltanto per i caorlotti, devoti alla Vergine Maria, ma anche per molti fedeli che arrivano da ogni parte del mondo.
«Scogliera viva. Sculpting the Sea» sta per scrivere una nuova pagina della sua storia. Sono, infatti, state aperte le iscrizioni alla nuova edizione del premio. La partecipazione al concorso è gratuita e aperta a scultori provenienti da tutto il mondo. Il tema sarà libero
; ogni artista potrà, dunque, scegliere liberamente il soggetto da proporre per la valorizzazione della passeggiata di Caorle. Le candidature dovranno pervenire entro il 17 maggio.Il concorso prevede tre vincitori, che si aggiudicheranno ciascuno un premio in denaro di 2000 euro e che scolpiranno il proprio progetto sugli scogli di trachite euganea della cittadina veneta.
A scegliere le tre migliori proposte sarà una giuria composta da Michelangelo Galliani, scultore e docente di tecniche del marmo e delle pietre dure all’Accademia di Belle Arti di Urbino, Danilo Premoli, architetto e designer, membro del Comitato scientifico di Adi Design Index 2020 e 2021 per il Compasso d’Oro 2022, e Pietro Valle, architetto e fondatore dello Studio Valle Architetti associati di Udine.
Per ognuno dei tre vincitori sono inoltre inclusi vitto e alloggio dal 17 al 26 giugno, giorni nei quali verrà realizzata l’opera in loco. Le nuove sculture verranno, poi, presentate al pubblico in occasione della manifestazione «ScoglieraViva. Sculpting the Sea», che si terrà la sera del 26 giugno nel centro storico di Caorle. Le nuove tre opere andranno così ad arricchire la bellezza della passeggiata sul mare di Caorle, aggiungendosi alle altre rocce scolpite nelle passate edizioni del premio. 

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Maggiori informazioni e bando di concorso disponibili sono disponibili sul sito www.scoglieraviva.com. Contatti: tel. 041.5937242, cell. 346.3369128, info@scoglieraviva.com

lunedì 19 aprile 2021

Samara editions, quando la performance artistica arriva per posta

Ha fatto il suo debutto lo scorso marzo a Oslo, al Festival internazionale di teatro. A fine maggio sarà a Utrecht, allo Spring Festival delle arti performative. Ed è una delle risposte più originali alla chiusura delle sale teatrali e alla necessità di immaginare nuove modalità di connessione tra attori e pubblico in questi lunghi mesi di mancata fruizione degli spettacoli dal vivo, causata dalla pandemia per il Coronavirus. Stiamo parlando del nuovo progetto di Samara editions, ideato dalla curatrice indipendente Eva Neklyaeva, dalla manager e produttrice culturale Lisa Gilardino e da Marco Cendron, art director dello studio di comunicazione Pomo di Milano.
Mentre l’Italia si prepara a riaprire i luoghi della cultura (la data fissata è quella di lunedì 26 aprile), la piattaforma samaraeditions.com, continua a spedire per posta, ai quattro angoli del pianeta, le sue performance in scatola.
Il nuovo format, nato tra Milano e Oslo, è già stato prodotto in oltre trecento esemplari e ha in programma, nel suo primo anno di attività, di diffondere sei performance on demand, tra cui due nuovi lavori di Kate McIntosh e Jenna Sutela.
L’originale progetto, realizzato con il supporto di Kone Foundation e The Finnish Cultural Foundation, è co-prodotto con il Black Box Teater di Oslo, lo Spielart Festival di Monaco di Baviera e il Vooruit Arts Centre di Gand.
A inaugurare la serie – alla quale è abbinato un canale Telegram (@samaraeditions), nato con lo scopo di offrire approfondimenti sulla scena performativa contemporanea attraverso articoli di artisti e curatori – è un lavoro di Chiara Bersani (Lodi, 1984), premio Ubu 2018 come migliore attrice under 35, che si è fatta apprezzare all’ultima edizione della Biennale danza di Venezia, nell’ottobre 2020, con la creazione «Gentle Unicorn».
La sua riflessione sul corpo, che trascende dalla disabilità con cui è nata (una forma medio- grave di osteogenesi imperfetta), ha portato l’artista lodigiana, che oggi vive nel Piacentino, a lavorare con Alessandro Sciarroni, Matteo Ramponi, Rodrigo Garcia, Jérôme Bel, Silvia Gribaudi e molti altri.
Per Samara editions, Chiara Bersani ha dato vita a una nuova collaborazione a quattro mani con la compositrice e ricercatrice sonora Ilaria Lemmo, che in anni recenti ha partecipato agli spettacoli «Il grande male, con tutto il bene» di Davide Grosso e «Frida: un nastro intorno alla bomba», omaggio alla pittrice messicana Frida Kahlo scritto e interpretato dall’attrice Francesca Cassottana. È nato così un lavoro dal titolo «Fionde», accompagnato da un volumetto, tra la poesia e il manuale d'istruzioni, che si compone di tracce sonore da ascoltare e di oggetti che forniscono agli spettatori il necessario per «inventare nuovi rituali», per creare la propria personale performance artistica.
Il percorso è modulato per una persona, una coppia, una comunità, divisa o unita, al di là di ogni confine geografico.
Non vengono fornite altre istruzioni per dare allo spettatore la possibilità di vivere un incontro con l’inaspettato. L’unica cosa certa è che dietro al lavoro, acquistabile a un prezzo promozionale di 23 euro, c’è una riflessione su come vivere il teatro nei giorni della pandemia, in un momento in cui spazi e abitudini culturali ci sono negati. «Durante lo scorso anno, - racconta, a tal proposito, Chiara Bersani - le forme sono mutate, le strutture distorte. La sfera privata è stata riscritta, la solitudine ha cambiato volto e la collettività smarrito i corpi. Celebrazioni e riti sono stati silenziati. I nostri immaginari si sono riempiti di deserti in cui è facilissimo smarrirsi e noi vorremmo solamente accettarlo, abbracciare la vertigine e trovare nuove strategie di orientamento».
L’utilizzo non convenzionale di formati e linguaggi, anche ora che le sale teatrali riaprono, è, dunque, una delle vie per guardare avanti, per scrivere il futuro post-pandemia. Lo racconta bene il progetto di Samara editions: una scatola di sorprese per emozioni tutte da sperimentare. 

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Samara Editions. Photo Alan Chies

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venerdì 16 aprile 2021

A Grosseto la primavera è «Dinamica». In piazza Dante sei sculture di Sauro Cavallini

A Grosseto l’arte esce dai musei e anima piazza Dante. In occasione dei settecento anni dalla morte dell’autore della «Divina Commedia», il padre della lingua italiana, la città toscana organizza la mostra en plein air «Dinamica», dedicata alle sculture monumentali di Sauro Cavallini (La Spezia, 1927 – Fiesole, 2016), artista le cui opere si trovano in collezioni di elevato spessore come quelle della Città del Vaticano, del Principato di Monaco e del Parlamento europeo di Strasburgo, che accoglie il famoso «Monumento alla Vita», il cui bronzo di oltre tre metri di altezza è collocato proprio davanti al Palazzo del Consiglio d’Europa. 
In un momento storico che ci sta tenendo lontani dalla cultura dal vivo, con i musei e i teatri chiusi a causa del Coronavirus e delle sue varianti, la città toscana permette così ai suoi abitanti di passeggiare tra sei opere monumentali dell’artista spezzino, poi naturalizzato fiorentino, selezionate da Maria Anna Di Pede, direttrice del Centro studi Cavallini, attivo a Fiesole dal 2017, proprio sulle colline dove lo scultore aveva il suo atelier.
Realizzate tra il 1967 e il 1984
, le opere esposte traggono in parte ispirazione dalla mitologia. È il caso di «Icaro» (1983, bronzo, cm 200x220), figura imponente e straordinariamente plastica, che raffigura il giovane colto nell’atto di lanciarsi per spiccare il volo e fuggire dal labirinto che il padre, Dedalo, aveva costruito per rinchiudere il Minotauro. Sauro Cavallini rappresenta Icaro quale esempio di libertà e di coraggio, di tenacia e determinazione, con le braccia aperte, con il corpo ricurvo in avanti e la testa china, con la gamba sinistra piegata sul basamento (unico punto di appoggio dell’opera) e con la destra slanciata lateralmente a riprendere il movimento delle braccia.
Alla mitologia greca guarda anche «Centauro», (1967, bronzo, cm 80x338x85). Ancorato al basamento con le zampe posteriori, questo essere fantastico a metà tra uomo e cavallo esprime tutta la sua natura ferina nella tensione del corpo che si allunga verso l’alto, fremendo e scalpitando con le zampe anteriori, e nel braccio sinistro alzato e minaccioso. Ispirandosi alle antiche leggende che descrivono i centauri come esseri inclini alla brutalità e alla violenza, lo scultore realizza un’opera in cui la moltiplicazione di gesti, di scatti e di tensioni sembra non avere mai fine.
Ci sono, poi, le due sculture della serie «Titani» (1968, bronzo, cm 60x310 e cm 50x210), qui presentati in tutta la loro grandiosità: alti, snelli, con le braccia lungo il corpo o sollevate al cielo, carichi di un’energia interiore trattenuta, ma pronta ad esplodere. 
Le storie mitologiche, e in particolare i miti greci, sono state un punto di riferimento costante per Sauro Cavallini che ispirandosi ai protagonisti di favolose leggende, ha realizzato opere cariche di significati simbolici, che spesso gli hanno consentito di esprimere i suoi profondi ideali.
Con «Amore Universo» (1974, bronzo, cm230x350x170) e «Balletto Multiplo» (1984, bronzo, cm 260x280x250) l’artista ha, invece, voluto omaggiare il più profondo dei sentimenti, in un caso, e l’armonia assoluta espressa da corpi che danzano nello spazio, nell’altro.
Nella prima opera due figure asessuate si abbracciano teneramente fondendo i loro corpi in un unico essere. Esili e flessuose si muovono nello spazio, si estendono in un sapiente gioco di equilibri e rispondenze che esalta la leggerezza e l’assoluta libertà della composizione. «Amore» e «Universo» sono per Sauro Cavallini il simbolo di un legame universale indissolubile, di un amore che avvolge il creato e le creature con la stessa straordinaria intensità. Tutta la sua opera tende in questa direzione: «Amore ad oltranza - scriveva l’autore tra le sue riflessioni - verso i profondi ideali e il creato».
«Balletto Multiplo» è, invece, composta da tre sinuose silhouette che si muovono armoniosamente e, nel rispetto di un serrato gioco di equilibri, si sfiorano, si intrecciano e si dispongono secondo una coreografia che si sviluppa intorno alla figura centrale, sollevata in un agile slancio. 
La danza è stata una fonte di ispirazione inesauribile per Sauro Cavallini che ha realizzato ballerine e figure danzanti atteggiate in un’incredibile varietà di gesti e di pose. Il movimento del corpo in sintonia con la musica è stato a lungo indagato dallo scultore che ha saputo tradurre nel bronzo la leggerezza e l’eleganza di quest’arte con estrema sensibilità.
La mostra, che rimarrà aperta per tutta la primavera e l’estate (fino al prossimo 30 settembre), getta così uno sguardo completo sull’opera di Sauro Cavallini, artista eclettico e curioso, le cui opere scultoree, nell’alternanza di pieni e di vuoti, sono caratterizzate da un movimento sinuoso, da una spinta verso l’alto e verso l’altro, che ci parla dell’amore dell’artista per il mondo e le persone.

Didascalie delle opere 
[Fig. 1] Sauro Cavallini, Amore Universo,1974. Bronzo, cm230x350x170; [fig. 2]Sauro Cavallini, Balletto Multiplo, 1984. Bronzo, cm 260x280x250; [fig. 3] Sauro Cavallini, Icaro, 1983. Bronzo, cm 200x220; [fig. 4] Sauro Cavallini, Centauro, 1967. Bronzo, cm80x338x85; [fig. 5] Sauro Cavallini,Titano 1,1968

Informazioni utili 
Dinamica. Le sculture monumentali di Sauro Cavallini. Via e piazza Dante Alighieri – Grosseto. Accesso libero. Informazioni utili: tel. +39.335.7877373, art@saurocavallini.it. Sito internet: www.saurocavallini.com. Fino al 30 settembre 2021