Si apre anche al territorio la mostra «Turandot e l’Oriente fantastico di Puccini, Chini e Caramba», organizzata a Prato in occasione del ritrovamento di un nucleo di costumi di scena e di gioielli, provenienti dal guardaroba della cantante pratese Iva Pacetti e indossati da Rosa Raisa, la prima soprano della storia a interpretare il ruolo della «Principessa di gelo» nella rappresentazione del 25 aprile 1926 al teatro alla Scala di Milano, con la direzione di Arturo Toscanini.
L’esposizione allinea anche tessuti, costumi e maschere teatrali, porcellane, strumenti musicali, sculture, armi e manufatti d’uso di produzione thailandese e cinese provenienti dalla collezione personale di Galileo Chini, oggi conservata al Museo di antropologia e etnologia di Firenze, nonché una selezione di scenografie realizzate per l’opera nel corso degli anni e una trentina di costumi provenienti dall’archivio della Sartoria Devalle di Torino.
In occasione della mostra, il Museo del tessuto di Prato ha riunito alcuni dei luoghi più suggestivi della Toscana, legati a vario titolo alle figure di Giacomo Puccini e Galileo Chini, in un progetto denominato «Passaporto Turandot», nell’interesse comune di promuovere attivamente la ripresa della cultura e del turismo di prossimità.
In una piccola guida cartacea, agile e snella, sono presentati al pubblico il Puccini Museum di Lucca, la casa natale del compositore Giacomo Puccini, la Villa Museo di Torre del Lago (che conserva ancora il suo aspetto originale così come lasciato dal maestro nel 1926), il Moca – Montecatini Terme Contemporary Art (esempio tangibile dell’operato di Galileo Chini qui presente con le splendide vetrate e con la decorazione delle volte e dei velari del Municipio) e, infine, il Chini Museo di Borgo San Lorenzo con gli splendidi capolavori ceramici e non solo creati dal poliedrico artista. Portando con sé il «Passaporto Turandot», appositamente timbrato all’ingresso delle strutture segnalate, il visitatore potrà usufruire di particolari agevolazioni.
In occasione della mostra pratese, il Museo di antropologia ed etnologia del Sistema museale dell’Ateneo fiorentino ha riallestito appositamente una sala del Palazzo Nonfinito con un’accurata e inedita selezione di oggetti provenienti dalla Collezione Chini - visibili al pubblico a partire dagli inizi divisibili al pubblico a partire dagli inizi di giugno - creando così una connessione filologica con la mostra pratese.
Il Museo del tessuto ha, inoltre, stretto con il Comune di Montecatini, per la creazione di itinerari turistici sulle tracce di Galileo Chini al complesso termale Tettuccio e Tamerici e al Grand Hotel & La Pace Spa, e con la Fondazione festival pucciniano, che prevede sconti per i biglietti degli spettacoli «Tosca», «Turandot» e «La Bohème» in cartellone tra luglio e agosto.
Per maggiori informazioni sulla mostra: https://foglidarte.blogspot.com/2021/06/Turandot-Oriente-fantastico-Puccini-Chini-Caramba-Museo-Tessuto-Prato-rosa-raisi-costumi-ritrovati.html.
BARCA «SPERANZA» DIVENTA UN TEATRO: A TORINO TRE GIORNI DI SPETTACOLI NEL SEGNO DELL’ACCOGLIENZA
Il suo nome «Speranza» è già indicativo di una storia che narra di terre diventate improvvisamente inospitali e di viaggi in mare alla ricerca di un futuro migliore. Quella barca, che dal febbraio 2020 è esposta a Torino, nell’attuale sede della Fondazione Mamre (piazzale Croce Rossa Italiana 185/A), centro di mediazione culturale fondato da Francesca Vallarino Gancia e presieduto da suor Giuliana Galli, è arrivata a Lampedusa nel 2017 dalla spiaggia di Sfax, in Tunisia, con a bordo sessantuno migranti, fortunatamente tutti sopravvissuti al difficile viaggio nel Mediterraneo. Oggi è simbolo di accoglienza e cura per uomini, donne e bambini in cerca di buona vita. E, dal 25 al 27 giugno, si trasforma anche in palcoscenico per la rassegna «Barca in Barriera», promossa in collaborazione con la compagnia Casa Fools: tre giorni di spettacoli e momenti di incontro per affrontare in maniera trasversale e partecipativa il tema della migrazione, rendendo protagoniste le storie di coloro che, oggi come ieri, sono costretti a fuggire dal proprio Paese.
A segnare il debutto della manifestazione è stato - venerdì 25 giugno, alle ore 21 - «Tripolis», produzione del Piccolo Teatro Patafisico di Palermo, che affida a un unico attore sulla scena, Dario Muratore, il difficile compito di rovesciare la prospettiva dell’esilio: attraverso il dialogo fra un giovane uomo e sua nonna, riaffiora il dramma dell’emigrazione italiana in Libia, nella colonia italiana a Tripoli.
Sabato 26 giugno, alle ore 17, avrà, quindi, luogo «Quella volta in cui ho perso il filo»: un caleidoscopio di sedici storie, raccontate in contemporanea al pubblico diviso in piccoli gruppi, che esploreranno il tema della follia. Seguirà, alle ore 21, l’anteprima di «Sindrome Italia. O delle vite sospese», che, riprendendo il nome di un vero e proprio fenomeno medico-sociale, parla del purgatorio in cui si trovano le giovani madri che arrivano in Italia per lavorare come colf o badanti. Tiziana Francesca Vaccaro, partendo da una serie di testimonianze dirette, porta sulla scena le condizioni psicologiche delle care-giver distrutte dalla scissione di non sentirsi più né madri né donne.
Domenica 27 giugno, alle ore18, la rassegna si chiuderà con il Salotto di Storytelling Torino, un dialogo collettivo in cui raccontare e ascoltare storie, miti e fiabe sul tema dell’ospitalità, a cui seguirà lo spettacolo «Invisibili», di e con Mohamed Ba, performer nato in Senegal e arrivato in Italia sedici anni fa, che ha fatto del teatro lo strumento espressivo della sua esistenza. Il monologo, fra comico e drammatico, raccontarerà la vita di chi decide di mettersi in mare sapendo ciò che lascia ma poco o nulla di quello che rincorre.
Il teatro diventa così un messo di comprensione e unione. Come racconta Luigi Orfeo, co-direttore di Casa Fools: «il teatro resta il mezzo di comunicazione più potente per arrivare davvero ai cuori, alle teste e alle coscienze in modo forte, potente, divertente e coraggioso». Per informazioni e prenotazioni: mamre@fondazionemamre.org.
CAMPIELLO GIOVANI E COLLEZIONE PEGGY GUGGENHEIM A BRACCETTO: DAI FINALISTI DEL PREMIO LETTERARIO RACCONTI BREVI ISPIRATI ALL’ARTE
Ispirazione, sostenibilità e presente: sono queste le tre parole chiave del Manifesto per la rinascita che la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia ha presentato lo scorso febbraio.
Alla luce di questo documento è nata la collaborazione con il Campiello giovani, concorso letterario rivolto ai ragazzi tra i 15 e i 22 anni, con la quale il museo lagunare prosegue il proprio percorso rivolto al dialogo e all’ascolto degli under 25, la cosiddetta Generazione Z.
Lo staff di Palazzo Venier dei Leoni ha invitato la cinquina finalista della 26° edizione del prestigioso premio letterario a scrivere un breve racconto ispirato ad alcune opere della sua collezione. Tra queste emergono dipinti iconici di Marc Chagall, Giorgio de Chirico, Vasily Kandinsky, Salvador Dalí e Jackson Pollock, affiancati da lavori meno noti al grande pubblico, ma dalle significative potenzialità evocative, firmati da Albert Gleizes, Germaine Richier, Clyfford Still e Grace Hartigan.
Entro il 31 luglio ciascun finalista dovrà consegnare un racconto breve, di massimo 2500 battute, che prenda spunto da una delle opere suggerite, in chiave assolutamente immaginifica e creativa. I testi finali verranno letti dai rispettivi autori nel corso di un evento che si terrà a settembre alla Collezione Peggy Guggenheim, e saranno condivisi sui canali social del museo, sotto forma di animazioni video che daranno vita alle parole dei cinque giovani scrittori. Per dare la possibilità alla cinquina di approfondire la conoscenza delle opere, che sono ispirazione e spunto per gli scritti, è stata regalata a ciascuno di loro la membership card della collezione.
Grazie alla collaborazione con il Campiello giovani, il museo intende interpretare il pensiero della sua fondatrice, facendosi «laboratorio di ricerca per nuove idee [..], servendo il futuro invece di registrare il passato». Oltre a essere stata una grande collezionista, va ricordato che Peggy Guggenheim ha amato profondamente anche la letteratura. Il suo esordio professionale fu nella libreria newyorkese del cugino, la Sunwise Turn, dove conobbe il primo marito Laurence Vail, e in vita, la mecenate americana sostenne anche diversi scrittori, tra cui Djuna Barnes, e aiutò economicamente riviste letterarie d’avanguardia, come «The Little Review», che per prima pubblicò in America l’«Ulisse» di James Joyce.
In questi giorni, la Collezione Peggy Guggenheim ha anche lanciato la nuova Easyguide, un’innovativa audioguida, acquistabile alla biglietteria del museo al costo di 3,00 euro, che permette di conoscere quattordici opere simbolo dell’istituzione veneziana, tra cui «Il poeta» di Pablo Picasso, «Paesaggio con macchie rosse, n. 2» di Vasily Kandinsky, «L’impero della luce» di René Magritte, «Irlanda» di Grace Hartigan. E ancora, «Giovane donna a forma di fiore» di Max Ernst, «Donna che cammina» di Alberto Giacometti, «Tauromachia» di Germain Richier.
Easyguide, sviluppata dalla spagnola MuseumMate, non è una app, l'accesso ai contenuti è aumentato e avviene attraverso la scansione di un codice QR, consegnato al visitatore nel momento dell’acquisto. In questo modo non è necessario scaricare i contenuti sul proprio smartphone, ma è possibile usufruirne grazie a una semplice connessione internet. I testi, disponibili in italiano e inglese, rimangono fruibili nelle 24 ore successive il primo accesso. Informazioni su https://www.guggenheim-venice.it.
[Crediti delle foto: © Peggy Guggenheim Collection, Venezia. Photo Matteo De Fina]
Il suo nome «Speranza» è già indicativo di una storia che narra di terre diventate improvvisamente inospitali e di viaggi in mare alla ricerca di un futuro migliore. Quella barca, che dal febbraio 2020 è esposta a Torino, nell’attuale sede della Fondazione Mamre (piazzale Croce Rossa Italiana 185/A), centro di mediazione culturale fondato da Francesca Vallarino Gancia e presieduto da suor Giuliana Galli, è arrivata a Lampedusa nel 2017 dalla spiaggia di Sfax, in Tunisia, con a bordo sessantuno migranti, fortunatamente tutti sopravvissuti al difficile viaggio nel Mediterraneo. Oggi è simbolo di accoglienza e cura per uomini, donne e bambini in cerca di buona vita. E, dal 25 al 27 giugno, si trasforma anche in palcoscenico per la rassegna «Barca in Barriera», promossa in collaborazione con la compagnia Casa Fools: tre giorni di spettacoli e momenti di incontro per affrontare in maniera trasversale e partecipativa il tema della migrazione, rendendo protagoniste le storie di coloro che, oggi come ieri, sono costretti a fuggire dal proprio Paese.
A segnare il debutto della manifestazione è stato - venerdì 25 giugno, alle ore 21 - «Tripolis», produzione del Piccolo Teatro Patafisico di Palermo, che affida a un unico attore sulla scena, Dario Muratore, il difficile compito di rovesciare la prospettiva dell’esilio: attraverso il dialogo fra un giovane uomo e sua nonna, riaffiora il dramma dell’emigrazione italiana in Libia, nella colonia italiana a Tripoli.
Sabato 26 giugno, alle ore 17, avrà, quindi, luogo «Quella volta in cui ho perso il filo»: un caleidoscopio di sedici storie, raccontate in contemporanea al pubblico diviso in piccoli gruppi, che esploreranno il tema della follia. Seguirà, alle ore 21, l’anteprima di «Sindrome Italia. O delle vite sospese», che, riprendendo il nome di un vero e proprio fenomeno medico-sociale, parla del purgatorio in cui si trovano le giovani madri che arrivano in Italia per lavorare come colf o badanti. Tiziana Francesca Vaccaro, partendo da una serie di testimonianze dirette, porta sulla scena le condizioni psicologiche delle care-giver distrutte dalla scissione di non sentirsi più né madri né donne.
Domenica 27 giugno, alle ore18, la rassegna si chiuderà con il Salotto di Storytelling Torino, un dialogo collettivo in cui raccontare e ascoltare storie, miti e fiabe sul tema dell’ospitalità, a cui seguirà lo spettacolo «Invisibili», di e con Mohamed Ba, performer nato in Senegal e arrivato in Italia sedici anni fa, che ha fatto del teatro lo strumento espressivo della sua esistenza. Il monologo, fra comico e drammatico, raccontarerà la vita di chi decide di mettersi in mare sapendo ciò che lascia ma poco o nulla di quello che rincorre.
Il teatro diventa così un messo di comprensione e unione. Come racconta Luigi Orfeo, co-direttore di Casa Fools: «il teatro resta il mezzo di comunicazione più potente per arrivare davvero ai cuori, alle teste e alle coscienze in modo forte, potente, divertente e coraggioso». Per informazioni e prenotazioni: mamre@fondazionemamre.org.
CAMPIELLO GIOVANI E COLLEZIONE PEGGY GUGGENHEIM A BRACCETTO: DAI FINALISTI DEL PREMIO LETTERARIO RACCONTI BREVI ISPIRATI ALL’ARTE
Ispirazione, sostenibilità e presente: sono queste le tre parole chiave del Manifesto per la rinascita che la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia ha presentato lo scorso febbraio.
Alla luce di questo documento è nata la collaborazione con il Campiello giovani, concorso letterario rivolto ai ragazzi tra i 15 e i 22 anni, con la quale il museo lagunare prosegue il proprio percorso rivolto al dialogo e all’ascolto degli under 25, la cosiddetta Generazione Z.
Lo staff di Palazzo Venier dei Leoni ha invitato la cinquina finalista della 26° edizione del prestigioso premio letterario a scrivere un breve racconto ispirato ad alcune opere della sua collezione. Tra queste emergono dipinti iconici di Marc Chagall, Giorgio de Chirico, Vasily Kandinsky, Salvador Dalí e Jackson Pollock, affiancati da lavori meno noti al grande pubblico, ma dalle significative potenzialità evocative, firmati da Albert Gleizes, Germaine Richier, Clyfford Still e Grace Hartigan.
Entro il 31 luglio ciascun finalista dovrà consegnare un racconto breve, di massimo 2500 battute, che prenda spunto da una delle opere suggerite, in chiave assolutamente immaginifica e creativa. I testi finali verranno letti dai rispettivi autori nel corso di un evento che si terrà a settembre alla Collezione Peggy Guggenheim, e saranno condivisi sui canali social del museo, sotto forma di animazioni video che daranno vita alle parole dei cinque giovani scrittori. Per dare la possibilità alla cinquina di approfondire la conoscenza delle opere, che sono ispirazione e spunto per gli scritti, è stata regalata a ciascuno di loro la membership card della collezione.
Grazie alla collaborazione con il Campiello giovani, il museo intende interpretare il pensiero della sua fondatrice, facendosi «laboratorio di ricerca per nuove idee [..], servendo il futuro invece di registrare il passato». Oltre a essere stata una grande collezionista, va ricordato che Peggy Guggenheim ha amato profondamente anche la letteratura. Il suo esordio professionale fu nella libreria newyorkese del cugino, la Sunwise Turn, dove conobbe il primo marito Laurence Vail, e in vita, la mecenate americana sostenne anche diversi scrittori, tra cui Djuna Barnes, e aiutò economicamente riviste letterarie d’avanguardia, come «The Little Review», che per prima pubblicò in America l’«Ulisse» di James Joyce.
In questi giorni, la Collezione Peggy Guggenheim ha anche lanciato la nuova Easyguide, un’innovativa audioguida, acquistabile alla biglietteria del museo al costo di 3,00 euro, che permette di conoscere quattordici opere simbolo dell’istituzione veneziana, tra cui «Il poeta» di Pablo Picasso, «Paesaggio con macchie rosse, n. 2» di Vasily Kandinsky, «L’impero della luce» di René Magritte, «Irlanda» di Grace Hartigan. E ancora, «Giovane donna a forma di fiore» di Max Ernst, «Donna che cammina» di Alberto Giacometti, «Tauromachia» di Germain Richier.
Easyguide, sviluppata dalla spagnola MuseumMate, non è una app, l'accesso ai contenuti è aumentato e avviene attraverso la scansione di un codice QR, consegnato al visitatore nel momento dell’acquisto. In questo modo non è necessario scaricare i contenuti sul proprio smartphone, ma è possibile usufruirne grazie a una semplice connessione internet. I testi, disponibili in italiano e inglese, rimangono fruibili nelle 24 ore successive il primo accesso. Informazioni su https://www.guggenheim-venice.it.
[Crediti delle foto: © Peggy Guggenheim Collection, Venezia. Photo Matteo De Fina]
A SANREMO IL MUSEO DAPHNÉ RACCONTA LA MODA DALLA BELLE ÉPOQUE ALLA NASCITA DEL MADE IN ITALY
Come si è evoluta la moda nella Riviera ligure durante gli anni d’oro del turismo? Risponde anche a questa domanda la mostra, per la curatela di Alberto Parodi e Hilda Ricaldone, allestita per tutta estate al Forte di Santa Tecla di Sanremo, architettura militare del Settecento, nella zona del Porto Vecchio, che nel dicembre 2014 è stata riconvertita in polo museale dal Mibact.
Fino al 31 agosto manifesti, fotografie, dépliant, documenti d’archivio, abiti e filmati raccontano la straordinaria affermazione della «Città dei fiori» come meta di soggiorno e mondanità tra la seconda metà dell’Ottocento e gli anni ’70 del Novecento.
Il percorso espositivo, che si è avvalso della consulenza di importanti enti prestatori come la Collezione nazionale del Museo Salce o l’Istituto Luce di Roma, è articolato in dodici sezioni principali che illustrano diversi aspetti della nascita e dello sviluppo del turismo a Sanremo: «Le origini», «Il viaggio», «I fiori», «L’ospitalità», «Il casinò», «Il territorio», «Gli sport», «La musica», «La promozione», «Le celebrità» e «La moda».
Quest’ultima parte del percorso espositivo è stata realizzata dal Museo Daphné della moda e del profumo, che ha messo in mostra sontuose toilette sfoggiate dalle donne negli anni della Belle Époque, durante le passeggiate al mare, ma anche negli eventi mondani che avevano per scenario i giardini e i Grand Hotel della Riviera di Ponente.
Come si è evoluta la moda nella Riviera ligure durante gli anni d’oro del turismo? Risponde anche a questa domanda la mostra, per la curatela di Alberto Parodi e Hilda Ricaldone, allestita per tutta estate al Forte di Santa Tecla di Sanremo, architettura militare del Settecento, nella zona del Porto Vecchio, che nel dicembre 2014 è stata riconvertita in polo museale dal Mibact.
Fino al 31 agosto manifesti, fotografie, dépliant, documenti d’archivio, abiti e filmati raccontano la straordinaria affermazione della «Città dei fiori» come meta di soggiorno e mondanità tra la seconda metà dell’Ottocento e gli anni ’70 del Novecento.
Il percorso espositivo, che si è avvalso della consulenza di importanti enti prestatori come la Collezione nazionale del Museo Salce o l’Istituto Luce di Roma, è articolato in dodici sezioni principali che illustrano diversi aspetti della nascita e dello sviluppo del turismo a Sanremo: «Le origini», «Il viaggio», «I fiori», «L’ospitalità», «Il casinò», «Il territorio», «Gli sport», «La musica», «La promozione», «Le celebrità» e «La moda».
Quest’ultima parte del percorso espositivo è stata realizzata dal Museo Daphné della moda e del profumo, che ha messo in mostra sontuose toilette sfoggiate dalle donne negli anni della Belle Époque, durante le passeggiate al mare, ma anche negli eventi mondani che avevano per scenario i giardini e i Grand Hotel della Riviera di Ponente.
La mostra racconta anche gli anni Trenta, quando a Sanremo il Casinò municipale diventò il fulcro della vita mondana e sartorie prestigiose come Jeanne Marguerite e Josephine&Mina fecero a gara per vestire le nobildonne.
Negli anni '50 e ’60, poi, le serate mondane del Festival di Sanremo consacrarono la città alle icone fashion di riferimento, con la loro eleganza bon ton e l’allude impeccabile: Evita Peron, Grace Kelly, Maria Callas e Renata Tebaldi, nei loro soggiorni sanremesi, si affidarono per i loro abiti all’atelier Daphné, importante testimone del valore artigiano delle creazioni di alta moda.
La mostra sarà aperta tutti i giorni, dal martedì alla domenica, dalle ore 16 alle ore 22. Il costo del biglietto varia dai 4,00 euro dell’intero ai 2,00 del ridotto.
Negli anni '50 e ’60, poi, le serate mondane del Festival di Sanremo consacrarono la città alle icone fashion di riferimento, con la loro eleganza bon ton e l’allude impeccabile: Evita Peron, Grace Kelly, Maria Callas e Renata Tebaldi, nei loro soggiorni sanremesi, si affidarono per i loro abiti all’atelier Daphné, importante testimone del valore artigiano delle creazioni di alta moda.
La mostra sarà aperta tutti i giorni, dal martedì alla domenica, dalle ore 16 alle ore 22. Il costo del biglietto varia dai 4,00 euro dell’intero ai 2,00 del ridotto.
TORINO, ALLA MOLE ANTONELLIANA UN NUOVO SPETTACOLO DI VIDEOMAPPING PER LA FESTA DI SAN GIOVANNI
La festa di San Giovanni riporta a Torino, sulla Mole Antonelliana, uno spettacolo di videomapping. Dopo il successo dello scorso anno, con oltre 1.500.000 visualizzazioni on-line da tutto il mondo, l’edificio simbolo della città sabauda torna ad animarsi con immagini che raccontano il cinema e le sue suggestioni.
Fino a domenica 25 luglio, ogni sera dalle 22.30 alle 00.30, i quattro lati della cupola faranno da scenario a uno spettacolo in tre sezioni, tutte in anteprima mondiale. Si inizierà con «Masters», in cui il regista David Cronenberg presenterà «Red Cars» sul tema «cinema e auto», il tutto rivisitato dal genio creativo di Donato Sansone. Si proseguirà con «Show», progetto transmediale Revenge Room, prodotto da One More Pictures e Rai Cinema, presentato lo scorso anno alla Mostra del cinema di Venezia in formato lineare e nelle sale VR della Mole come esperienza di realtà virtuale, e adesso in forma di videomapping sviluppato da Direct 2 Brain. Si terminerà con «Exhibition», che vedrà in scena lo spettacolo «Torino’s Dreaming Photocall», ideato e diretto da Luca Tommassini in occasione della mostra «Photocall. Attori e attrici del cinema italiano», che dal 20 luglio sarà ospitata al Museo nazionale del cinema.
Solo per la serata del 24 giugno, Luca Tommassini ha arricchito le proiezioni con uno spettacolo acrobatico di danza verticale nel quale otto ballerini-acrobati hanno danzato su musiche e coreografie originali con le più note scene di ballo del cinema italiano.
Novità di quest'anno è l’app Mnc Xr, realizzata da Synesthesia e dal Politecnico di Torino, grazie alla quale sarà possibile ascoltare in sincrono le colonne sonore originali degli spettacoli.
Per maggiori informazioni si può consultare il sito https://sangiovanni2021.it.
Fino a domenica 25 luglio, ogni sera dalle 22.30 alle 00.30, i quattro lati della cupola faranno da scenario a uno spettacolo in tre sezioni, tutte in anteprima mondiale. Si inizierà con «Masters», in cui il regista David Cronenberg presenterà «Red Cars» sul tema «cinema e auto», il tutto rivisitato dal genio creativo di Donato Sansone. Si proseguirà con «Show», progetto transmediale Revenge Room, prodotto da One More Pictures e Rai Cinema, presentato lo scorso anno alla Mostra del cinema di Venezia in formato lineare e nelle sale VR della Mole come esperienza di realtà virtuale, e adesso in forma di videomapping sviluppato da Direct 2 Brain. Si terminerà con «Exhibition», che vedrà in scena lo spettacolo «Torino’s Dreaming Photocall», ideato e diretto da Luca Tommassini in occasione della mostra «Photocall. Attori e attrici del cinema italiano», che dal 20 luglio sarà ospitata al Museo nazionale del cinema.
Solo per la serata del 24 giugno, Luca Tommassini ha arricchito le proiezioni con uno spettacolo acrobatico di danza verticale nel quale otto ballerini-acrobati hanno danzato su musiche e coreografie originali con le più note scene di ballo del cinema italiano.
Novità di quest'anno è l’app Mnc Xr, realizzata da Synesthesia e dal Politecnico di Torino, grazie alla quale sarà possibile ascoltare in sincrono le colonne sonore originali degli spettacoli.
Per maggiori informazioni si può consultare il sito https://sangiovanni2021.it.
C'È TEMPO FINO AL 1° NOVEMBRE PER VEDERE LA MOSTRA «L'ARCA DI VETRO. LA COLLEZIONE DI ANIMALI DI PIERRE ROSENBERG»
Farfalle, tartarughe, elefanti, gatti, balene, polipi, volpi, orsi, ippopotami, pesci, mammut, pappagalli, giraffe e cani: è uno zoo, ricco e variopinto, quello che la Fondazione Giorgio Cini di Venezia propone per tutta estate allo spazio espositivo «Le stanze del vetro», sull'isola di San Giorgio Maggiore, nella mostra «L'arca di vetro», a cura di Giordana Naccari e Cristina Beltrami.
L'esposizione, che allinea oltre settecentocinquanta pezzi della collezione di animali di Pierre Rosenberg, presidente e direttore onorario del Museo del Louvre di Parigi, è stata prorogata fino al prossimo 1° novembre, anche per consentire le visite scolastiche nei mesi di settembre e ottobre.
La scelta di offrire ai più piccoli la possibilità di immergersi nella storia della produzione vetraria muranese dedicata agli animali di vetro - opera che nel Novecento ha coinvolto artisti del calibro di Napolene Martinuzzi, Toni Zuccheri o Alfredo Barbini - è dettata dal fatto che l’allestimento della mostra veneziana, curato dalle scenografe Denise Carnini e Francesca Pedrotti, è così coinvolgente e unico da sembrare ideato appositamente per i bambini.
Anche per gli adulti sono stati pensati da Artsystem appuntamenti per conoscere la rassegna, tra cui visite guidate gratuite in programma tutti i sabati e le domeniche alle ore 12 in inglese e alle ore 15.30 in italiano. Tutte le domeniche sono, poi, in agenda i «SunGlassDays», appuntamenti pensati per famiglie che coinvolgeranno grandi e piccoli a partire dalle 10.30. Il tema di giugno è «L’arca di carta»: mentre gli adulti parteciperanno a una visita guidata in mostra, i bambini realizzeranno un’arca di carta e animali da collezionare. Tutte le attività sono gratuite previa prenotazione (numero verde 800-662477 lun-ven dalle 10 alle 17; artsystem@artsystem.it).
Per saperne di più sulla mostra: https://foglidarte.blogspot.com/2021/03/arca-vetro-Pierre-Rosenberg-fondazione-Cini-Venezia.html.
Farfalle, tartarughe, elefanti, gatti, balene, polipi, volpi, orsi, ippopotami, pesci, mammut, pappagalli, giraffe e cani: è uno zoo, ricco e variopinto, quello che la Fondazione Giorgio Cini di Venezia propone per tutta estate allo spazio espositivo «Le stanze del vetro», sull'isola di San Giorgio Maggiore, nella mostra «L'arca di vetro», a cura di Giordana Naccari e Cristina Beltrami.
L'esposizione, che allinea oltre settecentocinquanta pezzi della collezione di animali di Pierre Rosenberg, presidente e direttore onorario del Museo del Louvre di Parigi, è stata prorogata fino al prossimo 1° novembre, anche per consentire le visite scolastiche nei mesi di settembre e ottobre.
La scelta di offrire ai più piccoli la possibilità di immergersi nella storia della produzione vetraria muranese dedicata agli animali di vetro - opera che nel Novecento ha coinvolto artisti del calibro di Napolene Martinuzzi, Toni Zuccheri o Alfredo Barbini - è dettata dal fatto che l’allestimento della mostra veneziana, curato dalle scenografe Denise Carnini e Francesca Pedrotti, è così coinvolgente e unico da sembrare ideato appositamente per i bambini.
Anche per gli adulti sono stati pensati da Artsystem appuntamenti per conoscere la rassegna, tra cui visite guidate gratuite in programma tutti i sabati e le domeniche alle ore 12 in inglese e alle ore 15.30 in italiano. Tutte le domeniche sono, poi, in agenda i «SunGlassDays», appuntamenti pensati per famiglie che coinvolgeranno grandi e piccoli a partire dalle 10.30. Il tema di giugno è «L’arca di carta»: mentre gli adulti parteciperanno a una visita guidata in mostra, i bambini realizzeranno un’arca di carta e animali da collezionare. Tutte le attività sono gratuite previa prenotazione (numero verde 800-662477 lun-ven dalle 10 alle 17; artsystem@artsystem.it).
Per saperne di più sulla mostra: https://foglidarte.blogspot.com/2021/03/arca-vetro-Pierre-Rosenberg-fondazione-Cini-Venezia.html.
[Le foto sono di Enrico Fiorese]
«SWIMMING HOME», QUANDO IL TEATRO ENTRA NEL BAGNO DI CASA
«LA POESIA DEGLI ALBERI»: UN READING DI MASSIMO POPOLIZIO INAUGURA LA STAGIONE ESTIVA DEL PICCOLO TEATRO DI MILANO
Si è inaugurata lunedì 21 giugno con un reading di Massimo Popolizio la stagione estiva del Piccolo Teatro di Milano. L'appuntamento, al Chiostro Nina Vinchi (via Rovello, 2), è stato incentrato sul libro «La poesia degli alberi. Un’antologia di testi su alberi, arbusti e qualche rampicante», scritto da Mino Petazzini, direttore dal 2001 della Fondazione Villa Ghigi a Bologna, per Luca Sossella editore di Roma. L’autore del volume, laureato in filosofia con una tesi su Bob Dylan e tra i poeti del cenacolo che si creò intorno a Roberto Roversi nei primi anni Ottanta, ha dialogato con Laura Pugno, romanziera, poeta, saggista e autrice di testi teatrali, nonchè curatrice per Rai Radio 3 del ciclo di podcast «Oltrelontano. Poesia come paesaggio». Durante la serata l'attore Massimo Popolizio ha letto una selezione di brani dell'antologia: 1056 pagine che indicizzano 420 poeti, da Alceo a Zanzotto, e che cantano 76 piante, dall’abete alla vite.
L'opera di Mino Petazzini, pubblicata nel 2020, conduce lungo un percorso, ricco di sfumature, tra autori antichi e moderni, che hanno dedicato le loro parole agli alberi. «Dall’Epopea di Gilgameš, il più antico poema dell’umanità, a Walt Whitman, che nel sacrificio di una grande sequoia legge il destino di una nazione, per arrivare alla minuziosa conoscenza sulle piante di un autore come Pascoli e alla manifesta prossimità con la natura degli autori più vicini alla sensibilità moderna, gli alberi hanno sempre rappresentato - si legge nella nota stampa - una presenza insostituibile e ricorrente nelle letterature di tutte le epoche e di tutte le aree geografiche» . Silenziose e fondamentali compagne delle nostre esistenze, le piante ci raccontano le gioie o le tragedie dell’amore, la bellezza e la crudeltà del mondo, l'immane potenza e la nuda fragilità del nostro creato, lo stupore di fronte alla ricchezza di forme.
«La poesia degli alberi» è stato scelto come «Prologo» della stagione «Ogni volta unica la fine del mondo», che il direttore Claudio Longhi ha affidato alla curatela di una triade artistica: Marta Cuscunà, autrice e performer di teatro visuale, Marco D’Agostin, performer e coreografo, e l’ensemble teatrale lacasadargilla. Le immaginazioni dei tre artisti hanno costruito una riflessione estesa e profonda sulla sostenibilità, declinata in diverse accezioni: ambientale, economica, umana, sociale e artistica. Tra gli artisti e gli intellettuali che saliranno sul palco nelle prossime settimane, ci sono, tra gli altri, l'attrice Milena Vukotic con «Escaped alone» di Caryl Churchill (30 giugno) e la performer Chiara Bersani con «Lo sguardo selvaggio» (27 settembre).
Un secondo «Prologo» alla stagione si terrà nella serata del 28 giugno, quando il Chiostro Nina Vinchi farà da scenario alla conversazione «La sostenibilità delle città dopo la pandemia», con Alessandro Balducci, Stefano Boeri, Maria Chiara Pastore e Cino Zucchi. «La pandemia - si legge nella scheda di presentazione dell'appuntamento, promosso in collaborazione con il Politecnico di Milano - ha paralizzato per oltre un anno il nostro modo di vivere la città. Siamo stati costretti a cambiare radicalmente il modo di abitare, di lavorare, di apprendere, di avere relazioni. Vogliamo tornare indietro? O possiamo pensare di capitalizzare l’esperienza vissuta per uscirne in avanti, verso una città capace di rallentare i suoi ritmi e cercando di dare un senso vero alla sostenibilità?».
Per informazioni: https://www.piccoloteatro.org.
La vita quotidiana si trasforma in teatro con «Swimming Home», nuova creazione di Silvia Mercuriali, artista italiana, residente a Londra, che da anni focalizza la sua ricerca sull’autoteatro, un nuovo tipo di performance in cui il pubblico è attore di se stesso, ricevendo e seguendo istruzioni audio, video e/o testuali.
La pièce, in cartellone dal 23 al 30 giugno (e poi dal 20 al 25 settembre) come anteprima della quattordicesima edizione del festival bolognese «perAspera», si configura come una meditazione privata per una persona alla volta. La pièce, che si basa sull’elemento acquatico e sulla sua forza evocativa e onirica, sfrutta la tecnologia dell’app Mercurious NET-National Ear Theatre e si dipana nel bagno di casa propria, trasformato per l’occasione in uno spazio poetico dove i rubinetti sono cascate e il bagno un brodo primordiale.
Invitati a indossare costume da bagno, occhialini e asciugamano, i partecipanti potranno decidere se accedere alla versione vasca o doccia e a un orario prestabilito avranno accesso alla pièce audio accompagnati dalle voci narranti di Silvia Mercuriali, Neri Marcorè, Andrea Fugaro e Fabrizio Matteini, tra istruzioni da seguire e un racconto che ripercorre la relazione con l'acqua che ci connette tutti. Il brano finirà all'inizio dell'atto successivo: sul bordo della piscina, prima di tuffarsi. La pièce – alla quale si partecipa con un telefono, un paio di cuffie di buona
qualità e un collegamento Internet stabile - prende forma anche grazie alle interviste realizzate in tutta Italia a numerosi nuotatori, professionisti e amatori, istruttori di nuoto e amanti dell’acqua.
In occasione di «Swimming Home» il 23 giugno, alle ore 19, nella Hall di DamsLab (piazzetta P.P.Pasolini, 5b), il critico teatrale Renzo Francabandera modererà un dialogo con Roberta Paltrinieri, Matteo Paoletti e Silvia Mercuriali (in collegamento da Londra) sul rapporto fra medium e immaginazione, su quanto e quando un percorso immersivo a distanza riesca a coinvolgerci.
I biglietti per la performance, della durata di 35 minuti, sono acquistabili al link https://www.tickettailor.com/events/swimminghome/533310.
Per maggiori informazioni: www.perasperafestival.org.
La pièce, in cartellone dal 23 al 30 giugno (e poi dal 20 al 25 settembre) come anteprima della quattordicesima edizione del festival bolognese «perAspera», si configura come una meditazione privata per una persona alla volta. La pièce, che si basa sull’elemento acquatico e sulla sua forza evocativa e onirica, sfrutta la tecnologia dell’app Mercurious NET-National Ear Theatre e si dipana nel bagno di casa propria, trasformato per l’occasione in uno spazio poetico dove i rubinetti sono cascate e il bagno un brodo primordiale.
Invitati a indossare costume da bagno, occhialini e asciugamano, i partecipanti potranno decidere se accedere alla versione vasca o doccia e a un orario prestabilito avranno accesso alla pièce audio accompagnati dalle voci narranti di Silvia Mercuriali, Neri Marcorè, Andrea Fugaro e Fabrizio Matteini, tra istruzioni da seguire e un racconto che ripercorre la relazione con l'acqua che ci connette tutti. Il brano finirà all'inizio dell'atto successivo: sul bordo della piscina, prima di tuffarsi. La pièce – alla quale si partecipa con un telefono, un paio di cuffie di buona
qualità e un collegamento Internet stabile - prende forma anche grazie alle interviste realizzate in tutta Italia a numerosi nuotatori, professionisti e amatori, istruttori di nuoto e amanti dell’acqua.
In occasione di «Swimming Home» il 23 giugno, alle ore 19, nella Hall di DamsLab (piazzetta P.P.Pasolini, 5b), il critico teatrale Renzo Francabandera modererà un dialogo con Roberta Paltrinieri, Matteo Paoletti e Silvia Mercuriali (in collegamento da Londra) sul rapporto fra medium e immaginazione, su quanto e quando un percorso immersivo a distanza riesca a coinvolgerci.
I biglietti per la performance, della durata di 35 minuti, sono acquistabili al link https://www.tickettailor.com/events/swimminghome/533310.
Per maggiori informazioni: www.perasperafestival.org.
«LA POESIA DEGLI ALBERI»: UN READING DI MASSIMO POPOLIZIO INAUGURA LA STAGIONE ESTIVA DEL PICCOLO TEATRO DI MILANO
Si è inaugurata lunedì 21 giugno con un reading di Massimo Popolizio la stagione estiva del Piccolo Teatro di Milano. L'appuntamento, al Chiostro Nina Vinchi (via Rovello, 2), è stato incentrato sul libro «La poesia degli alberi. Un’antologia di testi su alberi, arbusti e qualche rampicante», scritto da Mino Petazzini, direttore dal 2001 della Fondazione Villa Ghigi a Bologna, per Luca Sossella editore di Roma. L’autore del volume, laureato in filosofia con una tesi su Bob Dylan e tra i poeti del cenacolo che si creò intorno a Roberto Roversi nei primi anni Ottanta, ha dialogato con Laura Pugno, romanziera, poeta, saggista e autrice di testi teatrali, nonchè curatrice per Rai Radio 3 del ciclo di podcast «Oltrelontano. Poesia come paesaggio». Durante la serata l'attore Massimo Popolizio ha letto una selezione di brani dell'antologia: 1056 pagine che indicizzano 420 poeti, da Alceo a Zanzotto, e che cantano 76 piante, dall’abete alla vite.
L'opera di Mino Petazzini, pubblicata nel 2020, conduce lungo un percorso, ricco di sfumature, tra autori antichi e moderni, che hanno dedicato le loro parole agli alberi. «Dall’Epopea di Gilgameš, il più antico poema dell’umanità, a Walt Whitman, che nel sacrificio di una grande sequoia legge il destino di una nazione, per arrivare alla minuziosa conoscenza sulle piante di un autore come Pascoli e alla manifesta prossimità con la natura degli autori più vicini alla sensibilità moderna, gli alberi hanno sempre rappresentato - si legge nella nota stampa - una presenza insostituibile e ricorrente nelle letterature di tutte le epoche e di tutte le aree geografiche» . Silenziose e fondamentali compagne delle nostre esistenze, le piante ci raccontano le gioie o le tragedie dell’amore, la bellezza e la crudeltà del mondo, l'immane potenza e la nuda fragilità del nostro creato, lo stupore di fronte alla ricchezza di forme.
«La poesia degli alberi» è stato scelto come «Prologo» della stagione «Ogni volta unica la fine del mondo», che il direttore Claudio Longhi ha affidato alla curatela di una triade artistica: Marta Cuscunà, autrice e performer di teatro visuale, Marco D’Agostin, performer e coreografo, e l’ensemble teatrale lacasadargilla. Le immaginazioni dei tre artisti hanno costruito una riflessione estesa e profonda sulla sostenibilità, declinata in diverse accezioni: ambientale, economica, umana, sociale e artistica. Tra gli artisti e gli intellettuali che saliranno sul palco nelle prossime settimane, ci sono, tra gli altri, l'attrice Milena Vukotic con «Escaped alone» di Caryl Churchill (30 giugno) e la performer Chiara Bersani con «Lo sguardo selvaggio» (27 settembre).
Un secondo «Prologo» alla stagione si terrà nella serata del 28 giugno, quando il Chiostro Nina Vinchi farà da scenario alla conversazione «La sostenibilità delle città dopo la pandemia», con Alessandro Balducci, Stefano Boeri, Maria Chiara Pastore e Cino Zucchi. «La pandemia - si legge nella scheda di presentazione dell'appuntamento, promosso in collaborazione con il Politecnico di Milano - ha paralizzato per oltre un anno il nostro modo di vivere la città. Siamo stati costretti a cambiare radicalmente il modo di abitare, di lavorare, di apprendere, di avere relazioni. Vogliamo tornare indietro? O possiamo pensare di capitalizzare l’esperienza vissuta per uscirne in avanti, verso una città capace di rallentare i suoi ritmi e cercando di dare un senso vero alla sostenibilità?».
Per informazioni: https://www.piccoloteatro.org.
TRE PERCORSI TRA LE SALE DI PALAZZO MADAMA PER LA NUOVA APP DELLA FONDAZIONE TORINO MUSEI
Prende il via con tre itinerari guidati tra le sale di Palazzo Madama la nuova app della Fondazione Torino Musei, realizzata dalla locale Consulta per la valorizzazione dei beni artistici e culturali, con il supporto tecnico del Socio Reply.
Disponibile da venerdì 25 giugno su Android e in seguito su iOS, la nuova App fornirà nei prossimi mesi diversi contenuti multimediali relativi non solo a Palazzo Madama, ma anche alla Gam – Galleria civica d’arte moderna e al Mao – Museo d’arte orientale, con lo scopo di creare nuovi itinerari di visita per il pubblico, che saranno in parte fruibili anche da casa con il proprio smartphone.
«Alla scoperta del Palazzo», «Itinerario breve» e «Avventure al Castello» sono i primi tre itinerari proposti dalla App. L’itinerario architettonico permette di esplorare le complesse trasformazioni di Palazzo Madama avvenute nel corso di duemila anni, dall’epoca romana ai giorni nostri, grazie a diciassette punti di interesse dislocati in diversi ambienti del palazzo: oltre a suggestive ricostruzioni virtuali delle diverse epoche, i visitatori viaggeranno lungo la storia e avranno a disposizione contenuti testuali, visivi e collegamenti esterni che consentiranno un ulteriore approfondimento.
L’App fornisce una mappa per facilitare l’orientamento in un edificio storico complesso: tale supporto di esplorazione si rivela molto utile per quei visitatori che sceglieranno il percorso breve, una selezione di momenti fondamentali e imperdibili nella storia dell’edificio e della città.
«Avventure al Castello» è, invece, l’itinerario dedicato a bambine e bambini, che potranno percorrere nove tappe in compagnia di un simpatico e colorato pappagallo che li accompagnerà alla scoperta di una selezione di capolavori del museo e di alcuni degli ambienti più suggestivi del palazzo.
L’uso della tecnologia beacon, applicata ai beni culturali, consente una conoscenza approfondita degli stessi e arricchisce la visita con una nuova dimensione che rinnova il concetto di museo, non più inteso soltanto come spazio fisico espositivo.
Tutti i contenuti multimediali, dedicati all’area del museo in cui il visitatore si trova, sono attivati automaticamente dai dispositivi beacon collocati all’interno delle sale, attraverso un segnale bluetooth percepito dal visitatore con feedback aptico. I contenuti, realizzati come clip video, sono tutti accompagnati da sottotitoli con font ad alta leggibilità e speakeraggio, garantendo l’accessibilità nel suo significato più ampio e dotando il museo di uno strumento che permette di facilitare la visita e agevolare l’apprendimento dei temi trattati.
Per saperne di più: www.fondazionetorinomusei.it.