Ritorna nelle sale della Galleria d’arte moderna di Torino il gesso «L’aratro» di Davide Calandra (Torino 1856 – 1915), modello dell’omonima opera collocata alla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma. Il bozzetto, recentemente sottoposto a un lungo intervento conservativo presso il laboratorio Nicola Restauri di Aramengo, nell’Astigiano, sarà al centro del prossimo appuntamento di Gam Wunderkammer, in programma da giovedì 17 gennaio a domenica 24 febbraio, per la curatela di Virginia Bertone.
Giunta nelle collezioni del museo nel 1922 attraverso la donazione di Giorgio Calandra, l’opera descrive, senza abbellimenti, il procedere di un contadino che dissoda con l’aratro il terreno per prepararlo alla semina.
Il soggetto del gesso, che ha salde radici nella pittura piemontese di quel periodo, come documentano le opere coeve di Antonio Fontanesi e Carlo Pittara, mostra, dunque, un interesse dell’artista, allievo di Enrico Gamba e Odoardo Tabacchi all’Accademia Albertina di Torino, per un verismo legato a temi rustici e campestri. Dà conferma di questa lettura la scultura, pressoché coeva, «Attraverso i campi» (1889), visibile alla Gipsoteca di Savigliano.
Il modello conservato alla Gam, nelle cui collezioni sono visibili anche le opere di ispirazione tardo-romantica «Cuor sulle spine» (1882) e «Fior di chiostro» (1884), è datato 1888 e rappresenta un primo, originale esito di una ricerca che sarebbe proseguita sino a condurre lo scultore a maturare una peculiare cultura eclettica capace di coniugare un colto storicismo con le eleganti cadenze fin de siècle, la cifra che avrebbe improntato la sua grande scultura celebrativa e di cui è nobile esempio «Il conquistatore», posto nel giardino del museo torinese.
L’intervento conservativo dell’opera, nota anche come «Il primo solco», ha visto il ripristino del braccio sinistro e della mano destra del contadino, che erano compromessi sul gesso originale, eseguendo un calco direttamente sulla scultura bronzea alla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma, lavoro anch’esso datato al 1888 ed esposto, prima di giungere nella capitale, presso l’Esposizione nazionale di Palermo del 1891-1892.
Il gesso si presentava, inoltre, con una tonalità tendente al grigio a causa della polvere che si era depositata nel corso degli anni, così come un alone giallastro era stato provocato dall’ossidazione dei materiali. Entrambi questi problemi sono stati eliminati grazie ad un’accurata pulitura eseguita agendo sotto aspirazione.
In contemporanea con l’omaggio a Davide Calandra, negli spazi della galleria torinese saranno inaugurati anche due nuovi appuntamenti dei progetti espositivi «Surprise» e «Vitrine» . La prima rassegna, che concentra l’attenzione sul contesto artistico torinese tra gli anni Sessanta e Settanta, proporrà una mostra di Pietro Gallina (Torino, 1937), a cura di Maria Teresa Roberto, docente di storia dell’arte contemporanea presso l’Accademia Albertina di Torino. L’esposizione, che fa seguito a una dedicata ad Ugo Nespolo, ripercorre l’interesse dell’artista piemontese per la rappresentazione di forme umane e animali attraverso ombre, profili e impronte. Alcuni ritratti (inedito quello di Aldo Passoni), un uomo specchiante, la silhouette di una giovane donna seduta (nella collezione della Gam dal 1967) saranno esposti insieme con una scultura in bronzo della serie «Nevigrafie», datata 1970, nella quale è fissata per sempre la traccia di un passo dell’artista.
Il progetto «Vitrine», per la curatela di Stefano Collicelli Cagol, offrirà,invece, una finestra sul lavoro di Helena Hladilova (Kroměříž, Repubblica Ceca, 1983) , della quale verrà esposta «270°», una scultura, priva di plinto e dotata di piccole ruote, che avrà una continua mobilità all’interno dell’ingresso della Gam, mettendo così in discussione il legame tra l’immobilità tradizionalmente riferita a una scultura e l’area espositiva a cui viene assegnata.
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Davide Calandra, «L’aratro», 2012. Torino, Galleria d'arte moderna; [fig. 2] Pietro Gallina, «Ombra di giovane donna seduta», 1967. Torino, Galleria d'arte moderna
Informazioni utili
«Davide Calandra scultore: un'importante opera giovanile restaurata» - «Pietro Gallina: ombre, profili, impronte» - «Vitrine: Helena Hladilova». Galleria d’arte moderna, via Magenta, 31 – Torino. Orari: martedì – domenica, ore 10.00-18.00, chiuso lunedì. Ingresso: intero € 10,00, ridotto € 8,00, gratuito per i ragazzi fino ai 18 anni (ingresso gratuito per la mostra di Vitrine). Informazioni: centralino, tel. 011.4429518; segreteria, tel. 011.4429595, e-mail gam@fondazionetorinomusei.it. Dal 17 gennaio al 24 febbraio 2013.
ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com
venerdì 11 gennaio 2013
giovedì 10 gennaio 2013
«Mantova - Parco dell’arte» e «Bergamo - Tracce urbane»: due concorsi per ‘colorare’ la città
La primavera porterà a Mantova un nuovo gioiello per gli amanti dell’arte e della natura. A maggio, sulle rive del Mincio, nell’area verde già attraversata da percorsi, sentieri, radure che si sviluppano tra la riva nord-est del Lago di mezzo, l’edificio detto di «Sparafucile», i confini a sud della cartiera Burgo e a est della Strada del forte, sorgerà un parco d’arte.
Per la realizzazione delle sculture-installazioni che orneranno il nuovo percorso turistico della città, l’associazione culturale «Mantova Creativa», in collaborazione con l’Ente Parco del Mincio e Tea spa, indice il premio «Mantova - Parco dell’arte».
Il concorso, le cui iscrizioni scadranno nella giornata di giovedì 31 gennaio, è aperto ad artisti di qualsiasi nazionalità e si propone di ricercare opere inedite, realizzate con materiali di basso costo anche riciclati, tuttavia adeguati a resistere in esterni ed avere una progettualità di particolare attenzione alla natura dell’ambiente che le accoglierà.
Ogni lavoro proposto dovrà occupare uno spazio approssimativo di tre metri per tre in pianta, per un’altezza massima approssimativa di quattro metri.
Gli interessanti dovranno inviare i propri bozzetti o la rappresentazione fotografica dei modelli dell’opera pensata per il parco mantovano (in massimo tre tavole in formato A1, montate su supporto rigido spessore 5 mm tipo forex e un cd), insieme con una nota biografica e una descrizione del lavoro (di massimo 5000 battute), contenente informazioni sui materiali utilizzati, le dimensioni e il peso approssimato, le modalità di assemblaggio delle parti dopo il trasporto.
Tra i progetti pervenuti, la giuria ne selezionerà otto, la cui realizzazione dovrà avvenire entro i primi giorni di maggio (anche in loco), in vista dell’inaugurazione ufficiale del parco prevista per la fine dello stesso mese. Tra questi lavori, ne verrà selezionato uno, che riceverà un premio di 3000 euro; mentre ciascuno dei restanti sette finalisti riceverà un assegno di 600 euro.
Anche Bergamo lancia un concorso per colorare il proprio contesto urbano. Il bando, aperto fino a venerdì 1° febbraio, è finalizzato alla raccolta di candidature di giovani artisti, writers, progettisti e creativi residenti nel territorio bergamasco, con un’età compresa tra i 15 e 26 anni, cioè nati tra il 1987 e il 1998, che lavoreranno a stretto contatto con il Servizio Giovani e Sport dell’Amministrazione comunale per la riqualificazione di alcune zone della città. Gli interessati dovranno far pervenire allo sportello dello Spazio Polaresco una breve descrizione della propria personalità, del percorso artistico e delle motivazioni che li vedono interessati a partecipare a «Tracce urbane», un concorso per colorare e rendere ancora più bella la città.
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Locandina del concorso «Mantova - Parco dell’arte»; [fig. 2] Locandina del concorso «Tracce urbane»
Informazioni utili
«Mantova - Parco dell’arte». Data ultima di consegna dei materiali: 31 gennaio 2013. Quota di partecipazione: € 50,00. Informazioni e recapito per la consegna dei materiali: Mantova Creativa, via SS Martiri, 2 - 46100 Mantova, cell. 333.3561501 o info@mantovacreativa.it. Sito web: www.mantovacreativa.it.
«Tracce urbane». Data ultima di consegna dei materiali: 1° febbraio 2013. Quota di partecipazione: gratuita. Informazioni e recapito per la consegna dei materiali: Comune di Bergamo – Istituzione per i servizi alla persona, via del Polaresco, 15 - 24129 Bergamo, tel. 035.399657/625 o gabrieletanelli@comune.bg.it (dal lunedì al venerdì, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 18.00). Sito Web: http://www.giovani.bg.it/.
Per la realizzazione delle sculture-installazioni che orneranno il nuovo percorso turistico della città, l’associazione culturale «Mantova Creativa», in collaborazione con l’Ente Parco del Mincio e Tea spa, indice il premio «Mantova - Parco dell’arte».
Il concorso, le cui iscrizioni scadranno nella giornata di giovedì 31 gennaio, è aperto ad artisti di qualsiasi nazionalità e si propone di ricercare opere inedite, realizzate con materiali di basso costo anche riciclati, tuttavia adeguati a resistere in esterni ed avere una progettualità di particolare attenzione alla natura dell’ambiente che le accoglierà.
Ogni lavoro proposto dovrà occupare uno spazio approssimativo di tre metri per tre in pianta, per un’altezza massima approssimativa di quattro metri.
Gli interessanti dovranno inviare i propri bozzetti o la rappresentazione fotografica dei modelli dell’opera pensata per il parco mantovano (in massimo tre tavole in formato A1, montate su supporto rigido spessore 5 mm tipo forex e un cd), insieme con una nota biografica e una descrizione del lavoro (di massimo 5000 battute), contenente informazioni sui materiali utilizzati, le dimensioni e il peso approssimato, le modalità di assemblaggio delle parti dopo il trasporto.
Tra i progetti pervenuti, la giuria ne selezionerà otto, la cui realizzazione dovrà avvenire entro i primi giorni di maggio (anche in loco), in vista dell’inaugurazione ufficiale del parco prevista per la fine dello stesso mese. Tra questi lavori, ne verrà selezionato uno, che riceverà un premio di 3000 euro; mentre ciascuno dei restanti sette finalisti riceverà un assegno di 600 euro.
Anche Bergamo lancia un concorso per colorare il proprio contesto urbano. Il bando, aperto fino a venerdì 1° febbraio, è finalizzato alla raccolta di candidature di giovani artisti, writers, progettisti e creativi residenti nel territorio bergamasco, con un’età compresa tra i 15 e 26 anni, cioè nati tra il 1987 e il 1998, che lavoreranno a stretto contatto con il Servizio Giovani e Sport dell’Amministrazione comunale per la riqualificazione di alcune zone della città. Gli interessati dovranno far pervenire allo sportello dello Spazio Polaresco una breve descrizione della propria personalità, del percorso artistico e delle motivazioni che li vedono interessati a partecipare a «Tracce urbane», un concorso per colorare e rendere ancora più bella la città.
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Locandina del concorso «Mantova - Parco dell’arte»; [fig. 2] Locandina del concorso «Tracce urbane»
Informazioni utili
«Mantova - Parco dell’arte». Data ultima di consegna dei materiali: 31 gennaio 2013. Quota di partecipazione: € 50,00. Informazioni e recapito per la consegna dei materiali: Mantova Creativa, via SS Martiri, 2 - 46100 Mantova, cell. 333.3561501 o info@mantovacreativa.it. Sito web: www.mantovacreativa.it.
«Tracce urbane». Data ultima di consegna dei materiali: 1° febbraio 2013. Quota di partecipazione: gratuita. Informazioni e recapito per la consegna dei materiali: Comune di Bergamo – Istituzione per i servizi alla persona, via del Polaresco, 15 - 24129 Bergamo, tel. 035.399657/625 o gabrieletanelli@comune.bg.it (dal lunedì al venerdì, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 18.00). Sito Web: http://www.giovani.bg.it/.
mercoledì 9 gennaio 2013
Da Milano a Mumbai: la Fondazione Mazzotta tra i protagonisti di «[en]counters»
Da Milano a Mumbai nel segno dell’arte: vola all’estero la Fondazione Antonio Mazzotta per rappresentare l’Italia ad «[en]counters», manifestazione di arte pubblica che ogni anno, dal gennaio 2010, anima la megalopoli indiana con opere, installazioni, performance e interventi di arte partecipativa.
Accanto a istituzioni, curatori e artisti autoctoni, la quarta edizione della rassegna, ideata e prodotta dal gruppo indipendente ArtOxygen e da Asia Art Projects, con la collaborazione di StudioX e Celebrate Bandra Trust, presenterà, infatti, per la prima volta una realtà italiana, ma anche protagonisti dell’arte provenienti da Hong Kong, dall’Australia e dalla Germania.
L’iniziativa, in programma da venerdì 11 a domenica 20 gennaio, elegge annualmente un tema, una linea-guida che miri a risvegliare il senso di identità collettiva, promuovere dibattiti e sviluppare idee per rendere la città un luogo più vivibile, con ricadute in termini culturali, economici e sociali sulla comunità.
Nelle prime tre edizioni, «[en]counters» ha affrontato grandi argomenti quali le diversità identitarie (2010, «Talking Sites»), l’acqua (2011, «The Fluid City») e ha investigato l’idea di territorio nelle sue diverse declinazioni di suolo, terreno, paesaggio e patrimonio artistico (2012, «land(of)mine»). Per il 2013 il tema proposto riguarda l’energia, intesa come potenza, luce e connessione tra le persone. L’ambizione è quella di creare attraverso l’arte punti di intersezione e incontro in spazi quali spiagge e giardini, in un paesaggio urbano che si sta sviluppando in verticale e attraverso il cemento, con conseguente spostamento del centro nella city. L’intento è quello di mettere in luce come gli spazi pubblici possano essere utilizzati quali aree interattive che influenzino positivamente i nostri stili di vita.
Per articolare il contributo italiano a questa manifestazione, unica nel panorama internazionale, Martina Mazzotta ha scelto di coinvolgere Pietro Pirelli. La loro recente collaborazione nell’ambito della mostra «Pelle di donna. Identità e bellezza tra arte scienza» (Triennale di Milano, gennaio-febbraio 2012), con l’ormai noto idrofono «Pelle di donna» appositamente realizzato, ha riscosso enorme successo di critica e di pubblico. Per «[en]counters-powerPLAY 2013», il musicista e artista visuale milanese, poeta del suono e della luce che ha spesso viaggiato in India, ha studiato l’installazione «Idrofoni/Mumbai Traffic Flowers», che trasformerà il paesaggio sonoro della megalopoli indiana in melodie visive attraverso suono, acqua e luce. Nel dettaglio, «il suono della città – spiegano gli organizzatori- entrerà in ‘lampade sensibili’ per riemergerne in forma luminosa in piscine sonore: si tratta di dischi, recipienti sospesi e trasparenti riempiti con un velo d’acqua che, captando i suoni della metropoli e del traffico, si metteranno in movimento e moduleranno il fascio di luce che l’attraversa. Il moto ondoso scolpirà una serie di immagini in divenire che si proietteranno a terra e sulle superfici circostanti».
Accanto a quest’opera, della quale si parlerà a Milano in febbraio durante un incontro interamente dedicato alla manifestazione indiana, i visitatori di «[en]counters-powerPLAY 2013» potranno vedere, nei quattro luoghi della città coinvolti nel progetto (Horniman Circle Garden, Studio X, Juhu Beach e Carter Road Promenade), anche molti altri lavori incentrati sul tema dell’energia intesa come potenza e connessione tra le persone.
Il duo australiano Telepathy (Sean Peoples e Veronica Kent) esplorerà, per esempio, vie alternative, oniriche e telepatiche, di comunicazione, realizzando un concerto su un lungomare della città: i testi dei loro brani si ispireranno ai sogni che la coppia farà durante il soggiorno in India e la musica sarà rivolta a un immaginario ascoltatore dall’altra parte del mare. Mentre Il collettivo C&G-Artpartment di Hong Kong proporrà un approccio partecipativo all’arte contemporanea. Wai Ian Chung raccoglierà, nel suo «Ghost Stories», le storie di una piccola comunità di pescatori, i cui racconti verranno, poi, dipinti con vernice fluorescente sulle loro imbarcazioni, che al calar del sole si illumineranno. Clara Cheung creerà, invece, un’installazione raffigurante la skyline di Mumbai, usando bottiglie di plastica riciclate e lattine di alluminio, che il pubblico potrà riempire con acqua di mare e che saranno illuminate di notte.
L’indiana Vibha Galhotra interverrà sul fiume Mithi, un tempo fonte di energia vitale per la città, criticando la noncuranza e lo stato di irrimediabile inquinamento in cui esso versa oggi. Mentre Mansi Bhatt presenterà una sua performance, «Kalkinama», nella quale, vestita come una sposa guerriera, guiderà quindici guardie in uniforme in un’esercitazione militare scandita da canti inneggianti all’amore inteso come energia vitale. Sharmila Samant organizzerà, invece, una discussione con un gruppo di studenti di architettura e attivisti della città per creare una biblioteca, intesa come spazio aperto al pensiero e all’energia intellettuale. Mentre Reena Kallat giocherà con l’idea delle gerarchie e delle relazioni di potere attraverso una scultura-puzzle a forma di cubo, formata da venti podi sportivi con numeri e livelli mischiati. Al tema del gioco guarderà anche Sourav Biswas con le sue installazioni-altalena. Infine Tobias Megerle, tedesco che vive a Mumbai, creerà una poltrona ‘invisibile’ che farà apparire in levitazione quelli che vi siederanno sopra.
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Logo di «[en]counters-powerPLAY 2013»; [fig. 2] Pietro Pirelli, «Idrofoni/Mumbai Traffic Flowers», 2012. Courtesy Fondazione Antonio Mazzotta, Milano; [fig. 3] Reena Kallat, «Podium /Cube», 2013; [fig. 4] Il progetto di Telepathy (Sean Peoples e Veronica Kent) per «[en]counters-powerPLAY 2013»
Informazioni utili
«[en]counters-powerPLAY 2013». Horniman Circle Garden, Studio X, Juhu Beach< e Carter Road Promenade, Mumbai – India. Informazioni sul progetto e sui singoli interventi: info@artoxygen.org. Sito web: http://asiaartprojects.net/encounters. Dall’11 al 20 gennaio 2013.
Accanto a istituzioni, curatori e artisti autoctoni, la quarta edizione della rassegna, ideata e prodotta dal gruppo indipendente ArtOxygen e da Asia Art Projects, con la collaborazione di StudioX e Celebrate Bandra Trust, presenterà, infatti, per la prima volta una realtà italiana, ma anche protagonisti dell’arte provenienti da Hong Kong, dall’Australia e dalla Germania.
L’iniziativa, in programma da venerdì 11 a domenica 20 gennaio, elegge annualmente un tema, una linea-guida che miri a risvegliare il senso di identità collettiva, promuovere dibattiti e sviluppare idee per rendere la città un luogo più vivibile, con ricadute in termini culturali, economici e sociali sulla comunità.
Nelle prime tre edizioni, «[en]counters» ha affrontato grandi argomenti quali le diversità identitarie (2010, «Talking Sites»), l’acqua (2011, «The Fluid City») e ha investigato l’idea di territorio nelle sue diverse declinazioni di suolo, terreno, paesaggio e patrimonio artistico (2012, «land(of)mine»). Per il 2013 il tema proposto riguarda l’energia, intesa come potenza, luce e connessione tra le persone. L’ambizione è quella di creare attraverso l’arte punti di intersezione e incontro in spazi quali spiagge e giardini, in un paesaggio urbano che si sta sviluppando in verticale e attraverso il cemento, con conseguente spostamento del centro nella city. L’intento è quello di mettere in luce come gli spazi pubblici possano essere utilizzati quali aree interattive che influenzino positivamente i nostri stili di vita.
Per articolare il contributo italiano a questa manifestazione, unica nel panorama internazionale, Martina Mazzotta ha scelto di coinvolgere Pietro Pirelli. La loro recente collaborazione nell’ambito della mostra «Pelle di donna. Identità e bellezza tra arte scienza» (Triennale di Milano, gennaio-febbraio 2012), con l’ormai noto idrofono «Pelle di donna» appositamente realizzato, ha riscosso enorme successo di critica e di pubblico. Per «[en]counters-powerPLAY 2013», il musicista e artista visuale milanese, poeta del suono e della luce che ha spesso viaggiato in India, ha studiato l’installazione «Idrofoni/Mumbai Traffic Flowers», che trasformerà il paesaggio sonoro della megalopoli indiana in melodie visive attraverso suono, acqua e luce. Nel dettaglio, «il suono della città – spiegano gli organizzatori- entrerà in ‘lampade sensibili’ per riemergerne in forma luminosa in piscine sonore: si tratta di dischi, recipienti sospesi e trasparenti riempiti con un velo d’acqua che, captando i suoni della metropoli e del traffico, si metteranno in movimento e moduleranno il fascio di luce che l’attraversa. Il moto ondoso scolpirà una serie di immagini in divenire che si proietteranno a terra e sulle superfici circostanti».
Accanto a quest’opera, della quale si parlerà a Milano in febbraio durante un incontro interamente dedicato alla manifestazione indiana, i visitatori di «[en]counters-powerPLAY 2013» potranno vedere, nei quattro luoghi della città coinvolti nel progetto (Horniman Circle Garden, Studio X, Juhu Beach e Carter Road Promenade), anche molti altri lavori incentrati sul tema dell’energia intesa come potenza e connessione tra le persone.
Il duo australiano Telepathy (Sean Peoples e Veronica Kent) esplorerà, per esempio, vie alternative, oniriche e telepatiche, di comunicazione, realizzando un concerto su un lungomare della città: i testi dei loro brani si ispireranno ai sogni che la coppia farà durante il soggiorno in India e la musica sarà rivolta a un immaginario ascoltatore dall’altra parte del mare. Mentre Il collettivo C&G-Artpartment di Hong Kong proporrà un approccio partecipativo all’arte contemporanea. Wai Ian Chung raccoglierà, nel suo «Ghost Stories», le storie di una piccola comunità di pescatori, i cui racconti verranno, poi, dipinti con vernice fluorescente sulle loro imbarcazioni, che al calar del sole si illumineranno. Clara Cheung creerà, invece, un’installazione raffigurante la skyline di Mumbai, usando bottiglie di plastica riciclate e lattine di alluminio, che il pubblico potrà riempire con acqua di mare e che saranno illuminate di notte.
L’indiana Vibha Galhotra interverrà sul fiume Mithi, un tempo fonte di energia vitale per la città, criticando la noncuranza e lo stato di irrimediabile inquinamento in cui esso versa oggi. Mentre Mansi Bhatt presenterà una sua performance, «Kalkinama», nella quale, vestita come una sposa guerriera, guiderà quindici guardie in uniforme in un’esercitazione militare scandita da canti inneggianti all’amore inteso come energia vitale. Sharmila Samant organizzerà, invece, una discussione con un gruppo di studenti di architettura e attivisti della città per creare una biblioteca, intesa come spazio aperto al pensiero e all’energia intellettuale. Mentre Reena Kallat giocherà con l’idea delle gerarchie e delle relazioni di potere attraverso una scultura-puzzle a forma di cubo, formata da venti podi sportivi con numeri e livelli mischiati. Al tema del gioco guarderà anche Sourav Biswas con le sue installazioni-altalena. Infine Tobias Megerle, tedesco che vive a Mumbai, creerà una poltrona ‘invisibile’ che farà apparire in levitazione quelli che vi siederanno sopra.
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Logo di «[en]counters-powerPLAY 2013»; [fig. 2] Pietro Pirelli, «Idrofoni/Mumbai Traffic Flowers», 2012. Courtesy Fondazione Antonio Mazzotta, Milano; [fig. 3] Reena Kallat, «Podium /Cube», 2013; [fig. 4] Il progetto di Telepathy (Sean Peoples e Veronica Kent) per «[en]counters-powerPLAY 2013»
Informazioni utili
«[en]counters-powerPLAY 2013». Horniman Circle Garden, Studio X, Juhu Beach< e Carter Road Promenade, Mumbai – India. Informazioni sul progetto e sui singoli interventi: info@artoxygen.org. Sito web: http://asiaartprojects.net/encounters. Dall’11 al 20 gennaio 2013.
venerdì 4 gennaio 2013
Ugo Nespolo firma l’edizione 2013 della Fòcara di Novoli
Un vulcano dalle tinte rosso, giallo e arancio, su sfondo nero, che erutta fuoco, numeri e parole: è questa l’immagine disegnata da Ugo Nespolo per il manifesto della prossima edizione della Fòcara, antica festa salentina che mercoledì 16 gennaio, in occasione delle celebrazioni per Sant’Antonio abate, illuminerà la notte di Novoli di Lecce con un rogo di venticinque metri di altezza e venti metri di diametro.
Il falò, considerato il più grande del bacino del Mediterraneo, è stata inserito tra i beni della cultura immateriale della Regione Puglia e partecipa alla catalogazione ministeriale per il riconoscimento dell’Unesco quale Patrimonio intangibile dell’umanità, da valorizzare e tutelare.
Quest’anno la costruzione del falò è iniziata lo scorso 8 dicembre, con la legatura e la posa, grazie a tecniche ormai secolari tramandate di padre in figlio, di circa ottanta mila fascine di tralci di vite secchi provenienti dai feudi del Parco del Negroamaro.
Come tutti gli anni, la mattina del 16 gennaio si compirà il rito antichissimo della bardatura che vedrà una catena umana issare sulla cima del falò l’immagine di Sant’Antonio. Nel primo pomeriggio della stessa giornata si celebrerà la benedizione degli animali e appena scenderà la sera un avvolgente fuoco pirotecnico, accompagnato da musica, innescherà l’accensione della Fòcara. Quindi, mentre il fuoco brucerà ininterrottamente (anche per più giorni), la piazza intorno al falò si animerà di fuochi d’artificio, suoni, balli e di tanti altri appuntamenti da non perdere
La festa, carica di simboli legati alla cultura popolare e contadina del territorio, che si muove tra sacro e profano, è diventata ormai da anni occasione di incontro tra culture e religioni diverse che si riuniscono idealmente intorno al «fuoco buono di Puglia, messaggero di pace nel mondo», diventato un simbolo universale di solidarietà nell’area mediterranea.
L’appuntamento musicale pensato per questa edizione della Fòcara vedrà così esibirsi artisti provenienti da ogni parte del mondo come Mory Kanté, Enzo Avitabile & Bottari, Raiz, Sud Sound System, Asian Dub Foundation e Balkan Beat Box.
«I giorni del fuoco» profumeranno, però, anche di enogastronomia grazie a Cupasgri, salone della degustazione dei sapori locali provenienti dalle migliori aziende dell’eno-agroalimentare della Valle della Cupa, e alla rassegna delle cantine del Parco del Negramaro e dell’associazione Città del vino.
Grande spazio verrà, inoltre, dato all’arte. Accanto a una mostra dedicata al torinese Ugo Nespolo, saranno esposti gli scatti di Mario Cresci, docente di teoria e metodo della fotografia all’Accademia di Belle arti di Brera, che documentano l’edizione 2012 della festa, mentre Letizia Battaglia, artista siciliana celebre per le sue foto che hanno come soggetto gli orrori della mafia, parteciperà all’evento come Premio Fòcara fotografia 2013. Non mancherà, infine, la tradizionale installazione site spefic d’autore: lo scorso anno toccò a Mimmo Paladino con i suoi grandi e colorati cavalli di cartapesta, quest’anno sarà lo stesso Ugo Nespolo, con il suo stile pop, a rendere ancora più magica la notte salentina.
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Manifesto di Ugo Nespolo per la Fòcara 2013; [fig. 2] La Fòcara, accensione del fuoco
[si ringrazia Daniela Fabietti dell’Agenzia Freelance di Siena per le immagini]
Informazioni utili
La Fòcara 2013. Novoli (Lecce). Mercoledì 16 gennaio 2013, dalle ore 20.00. Informazioni,. Ufficio cultura del Comune di Novoli, tel. 0832.712695 (da lunedì al venerdì, dalle ore 8.00 alle ore 14.00)., cell. 335.8202336; cultura@comune.novoli.le.it. Sito web: www.fondazionefocara.com/.
Il falò, considerato il più grande del bacino del Mediterraneo, è stata inserito tra i beni della cultura immateriale della Regione Puglia e partecipa alla catalogazione ministeriale per il riconoscimento dell’Unesco quale Patrimonio intangibile dell’umanità, da valorizzare e tutelare.
Quest’anno la costruzione del falò è iniziata lo scorso 8 dicembre, con la legatura e la posa, grazie a tecniche ormai secolari tramandate di padre in figlio, di circa ottanta mila fascine di tralci di vite secchi provenienti dai feudi del Parco del Negroamaro.
Come tutti gli anni, la mattina del 16 gennaio si compirà il rito antichissimo della bardatura che vedrà una catena umana issare sulla cima del falò l’immagine di Sant’Antonio. Nel primo pomeriggio della stessa giornata si celebrerà la benedizione degli animali e appena scenderà la sera un avvolgente fuoco pirotecnico, accompagnato da musica, innescherà l’accensione della Fòcara. Quindi, mentre il fuoco brucerà ininterrottamente (anche per più giorni), la piazza intorno al falò si animerà di fuochi d’artificio, suoni, balli e di tanti altri appuntamenti da non perdere
La festa, carica di simboli legati alla cultura popolare e contadina del territorio, che si muove tra sacro e profano, è diventata ormai da anni occasione di incontro tra culture e religioni diverse che si riuniscono idealmente intorno al «fuoco buono di Puglia, messaggero di pace nel mondo», diventato un simbolo universale di solidarietà nell’area mediterranea.
L’appuntamento musicale pensato per questa edizione della Fòcara vedrà così esibirsi artisti provenienti da ogni parte del mondo come Mory Kanté, Enzo Avitabile & Bottari, Raiz, Sud Sound System, Asian Dub Foundation e Balkan Beat Box.
«I giorni del fuoco» profumeranno, però, anche di enogastronomia grazie a Cupasgri, salone della degustazione dei sapori locali provenienti dalle migliori aziende dell’eno-agroalimentare della Valle della Cupa, e alla rassegna delle cantine del Parco del Negramaro e dell’associazione Città del vino.
Grande spazio verrà, inoltre, dato all’arte. Accanto a una mostra dedicata al torinese Ugo Nespolo, saranno esposti gli scatti di Mario Cresci, docente di teoria e metodo della fotografia all’Accademia di Belle arti di Brera, che documentano l’edizione 2012 della festa, mentre Letizia Battaglia, artista siciliana celebre per le sue foto che hanno come soggetto gli orrori della mafia, parteciperà all’evento come Premio Fòcara fotografia 2013. Non mancherà, infine, la tradizionale installazione site spefic d’autore: lo scorso anno toccò a Mimmo Paladino con i suoi grandi e colorati cavalli di cartapesta, quest’anno sarà lo stesso Ugo Nespolo, con il suo stile pop, a rendere ancora più magica la notte salentina.
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Manifesto di Ugo Nespolo per la Fòcara 2013; [fig. 2] La Fòcara, accensione del fuoco
[si ringrazia Daniela Fabietti dell’Agenzia Freelance di Siena per le immagini]
Informazioni utili
La Fòcara 2013. Novoli (Lecce). Mercoledì 16 gennaio 2013, dalle ore 20.00. Informazioni,. Ufficio cultura del Comune di Novoli, tel. 0832.712695 (da lunedì al venerdì, dalle ore 8.00 alle ore 14.00)., cell. 335.8202336; cultura@comune.novoli.le.it. Sito web: www.fondazionefocara.com/.
giovedì 20 dicembre 2012
«Paesi dipinti», quando il muro è un’opera d’arte
Sono oltre duecento in tutta Italia, dalle Alpi alla Sicilia, i «paesi dipinti»: borghi, spesso di piccole dimensioni, trasformati in veri e propri musei a cielo aperto dalla vena creativa e dai colori di artisti, famosi e non, che hanno lasciato il loro segno su pareti esterne e porte di case e di edifici pubblici. Questi «muri d’autore», visitabili gratuitamente ogni giorno dell’anno e a ogni ora del giorno, sono stati dipinti con la tecnica «a fresco» o con la pittura acrilica su parete, sia per decorare sia per ricordare, per raccontare cioè una storia legata a tradizioni, avvenimenti e personaggi noti dei paesi che li conservano.
A inaugurare la stagione del muralismo moderno, tradizione che si fa risalire alle prime incisioni rupestri e che vanta anche un manifesto scritto, negli anni Trenta, da Mario Sironi e firmato da Carlo Carrà, Achille Funi e Massimo Campigli, fu, nel 1956, il borgo di Arcumeggia, piccola frazione del comune di Casalzuigno, immersa nel cuore verdeggiante della Valcuvia. In questo lussureggiante angolo del Varesotto, artisti del calibro di Aligi Sassu, Gianfilippo Usellini, Aldo Carpi, Giuseppe Migneco, Achille Funi e molti altri lasciarono la propria impronta pittorica, creando una pinacoteca en plein air che racconta, passo dopo passo, la vita agreste, la storia di emigrazione e le tradizioni, lavorative e religiose, che interessarono gli abitanti del piccolo paese lombardo. L’itinerario artistico porta così il turista a contatto con opere come «Corridori» di Aligi Sassu e «Composizione agreste» di Ernesto Treccani, due degli oltre trenta affreschi che, nei prossimi mesi primaverili ed estivi, saranno al centro di un delicato intervento conservativo predisposto dalla restauratrice Rossella Bernasconi e realizzato dalla Provincia di Varese, grazie al co-finanziamento della Fondazione Cariplo di Milano.
Restando nel Varesotto, il territorio più ricco in Italia per numero di «paesi dipinti», il nostro viaggio tra i «muri d’autore» può fare tappa a Boarezzo, un borgo da favola in Valganna, con case in sasso e viottoli acciottolati tra boschi di faggi, salici e castagni, che vanta una galleria di murales sugli antichi mestieri del luogo, ideata negli anni Settanta dal pittore Mario Alioli e arricchita da opere come «Ul bagatt» (il calzolaio) di Silvio Monti, lo «Scalpellino» di Luigi Bennati, il «Falegname» di Otto Monestier e «La bottega del ceramista» di Albino Reggiori.
Agli ormai dimenticati lavori del passato, come l’ombrellaio e il «cadregat» (l’impagliatore di sedie), sono dedicati anche i pannelli dipinti di Peveranza di Cairate, centro abitato a pochi chilometri dalla roccaforte di Castelseprio. Mentre il paese di Marchirolo, a una manciata di chilometri dalla Svizzera, accoglie una galleria di affreschi con storie di contrabbandieri e di emigrazione, un insieme di opere nato negli anni Ottanta con lo scopo di rendere omaggio all’operosità di molti abitanti del luogo, da sempre esperti nel campo dell’edilizia, che furono costretti ad andare a lavorare in America e persino nella lontana Cina, dove, secondo la tradizione, furono tra i costruttori della ferrovia del Tonchino. Tema libero, invece, per i muri di Runo di Dumenza, luogo natale del pittore Bernardino Luini, allievo di Leonardo da Vinci, ma anche di Vincenzo Peruggia, imbianchino noto per aver trafugato «La Gioconda» dal museo del Louvre. La pinacoteca senza pareti di questo tranquillo borgo, immerso nel verde della Val Dumentina, dà testimonianza della profonda religiosità degli abitanti del luogo, ma anche della cultura locale, attraverso la raffigurazione, per esempio, di abiti popolari del primo Ottocento, come quelli che compaiono nell’opera «La partenza» di Andrea De Bernardi.
Se a queste gallerie en plein air, che danno forma e colore alla cultura e alla storia locale di piccole comunità orgogliose delle proprie radici, si aggiungono quelle di Induno Olona e del rione San Fermo di Varese il numero dei «paesi dipinti» della provincia di Varese sale a sette. Non è, dunque, un caso che proprio in questo territorio sia nata nel 1994, per iniziativa del professor Raffaele Montagna, l’Assipad - Associazione italiana paesi dipinti, che intende riunire, valorizzare e promuovere i tanti luoghi italiani che posseggono un patrimonio pittorico, più o meno recente, sulle pareti esterne delle proprie abitazioni. Quella dei «muri d’autore» è, infatti, una raffinata risorsa turistica, quasi interamente da scoprire. In giro per il nostro Paese, il visitatore curioso, capace di allontanarsi dai grandi itinerari del turismo massificato e di trasformare il viaggio in un’occasione di scoperta, può, infatti, trovare di tutto: scene sacre, paesaggi marini con barche e pescatori, volti di emigranti in procinto di partire per terre lontane, partigiani in lotta per la libertà, contadini che raccolgono i frutti del proprio lavoro, campi bruciati dal sole, donne seminude che si beano della propria bellezza, ma anche gatti, cani e unicorni, animali della realtà e della fantasia.
L’elenco dei soggetti dipinti in questi borghi è, però, ancora lungo. A Legro, piccola e pittoresca frazione di Orta San Giulio (Novara), è il cinema, per esempio, ad essere stato «messo al muro»: in onore ai tanti registi che hanno scelto questo serafico paesino lacustre come ambientazione dei propri film, sono stati realizzati murales che prendono spunto da lungometraggi quali «Riso amaro», «Una spina nel cuore», «La maestrina», «I racconti del maresciallo» e «Voglia di vincere», sceneggiato televisivo con Gianni Morandi e Milly Carlucci.
Al mondo del cinema strizza l’occhio anche la galleria all’aperto di Conselice, nel Ravennate, dove il pittore Gino Pellegrini ha dipinto sui muri della piazza principale i baffoni di Gino Cervi e il sorriso bonario di Fernandel, gli interpreti televisivi delle storie di Peppone e don Camillo, nate dalla penna di Giovanni Guareschi. Sempre in Emilia Romagna, si trova Coriandoline, quartiere fiabesco alle porte di Correggio (Reggio Emilia), interamente disegnato dai bambini per i bambini, che accoglie i visitatori con un’esplosione di colori e soluzioni abitative curiose come scale-scivolo e lampioni-uccello, alle quali ha dato vita la fervida creatività di Lele Luzzati.
Ai più piccoli piacerà anche Vernante, paesino del Cuneese, i cui muri narrano la storia di Pinocchio attraverso centocinquanta murales, dipinti da Bruno Carlet e Meo Cavallera, o Calvi dell’Umbria, in provincia di Terni, dove si celebra il tema della Natività. A Salza di Pinerolo, nel Torinese, si omaggiano, invece, la musica e i cantautori che hanno suonato tra le vie del borgo. Ecco così sulle pareti del paese affreschi dedicati a canzoni come «L’isola che non c’è» di Edoardo Bennato, «Vecchio frac» di Domenico Modugno e «Vita spericolata» di Vasco Rossi.
Impressi nella memoria dei viaggiatori curiosi rimarranno anche Furore, sulla Costiera Amalfitana, Valloria di Prelà, nell’entroterra di Imperia, il cui museo sono gli usci delle vecchie case, o ancora Vetri sul mare, nel Salernitano, dove disegni e colori sono impressi sulla ceramica che riveste gran parte degli edifici, e Lauro, paese rinascimentale della provincia di Avellino, dipinto esclusivamente da pittori naif, artisti accomunati da un atteggiamento esistenziale ingenuo e primitivo.
In Sardegna meritano, infine, una visita Villamar, nella zona collinare del Cagliaritano, dove, a metà degli anni Settanta, alcuni esuli cileni lasciarono la propria testimonianza di profughi attraverso affreschi particolarmente colorati e ricchi di vitalità, e il borgo di Orgosolo, nella Barbagia, dove i primi murales furono eseguiti per commemorare il trentesimo anniversario della liberazione d’Italia e dove, in seguito, vennero realizzati dipinti di protesta sociale, ispirati alla tradizione dei murales latino-americana.
La storia dei «paesi dipinti» racconta, dunque, un’Italia ancora poco conosciuta, in cui l’arte diventa arredo urbano, colorando di nuova vita strade e piazze di piccoli borghi, spesso arroccati e abbandonati. Ci fa venire in contatto con un Paese ricco di musei speciali, che non chiudono mai, visitabili in qualsiasi ora del giorno e della notte, senza code e senza pagare biglietto d'entrata, avendo magari per tetto la volta stellata.
Didascalie delle immagini
[fig. 1] L'affresco «Corridori» di Aligi Sassu per il borgo di Arcumeggia, Varese; [figg. 2 e 3] Uno spaccato di Coriandoline, quartiere di Correggio (Reggio Emilia); [fig. 4] Affresco dedicato al film «Riso amaro» nel borgo di Legro, frazione di Orta San Giulio (Novara); [fig. 5] Un affresco dedicato alle storie di Pinocchio nel borgo di Vernante (Cuneo); [figg. 6 e 7] Esempi di porte dipinte nel borgo di Valloria di Prelà (Imperia)
Informazioni utili
Associazione nazionale paesi dipinti: www.paesidipinti.it
I paesi dipinti del Varesotto: www.vareselandoftourism.it/uploaded/file_struttura/informazioni/pubblicazioni/paesi_dipinti.pdf
Coriandoline, il quartiere disegnato dai bambini: www.coriandoline.it
A inaugurare la stagione del muralismo moderno, tradizione che si fa risalire alle prime incisioni rupestri e che vanta anche un manifesto scritto, negli anni Trenta, da Mario Sironi e firmato da Carlo Carrà, Achille Funi e Massimo Campigli, fu, nel 1956, il borgo di Arcumeggia, piccola frazione del comune di Casalzuigno, immersa nel cuore verdeggiante della Valcuvia. In questo lussureggiante angolo del Varesotto, artisti del calibro di Aligi Sassu, Gianfilippo Usellini, Aldo Carpi, Giuseppe Migneco, Achille Funi e molti altri lasciarono la propria impronta pittorica, creando una pinacoteca en plein air che racconta, passo dopo passo, la vita agreste, la storia di emigrazione e le tradizioni, lavorative e religiose, che interessarono gli abitanti del piccolo paese lombardo. L’itinerario artistico porta così il turista a contatto con opere come «Corridori» di Aligi Sassu e «Composizione agreste» di Ernesto Treccani, due degli oltre trenta affreschi che, nei prossimi mesi primaverili ed estivi, saranno al centro di un delicato intervento conservativo predisposto dalla restauratrice Rossella Bernasconi e realizzato dalla Provincia di Varese, grazie al co-finanziamento della Fondazione Cariplo di Milano.
Restando nel Varesotto, il territorio più ricco in Italia per numero di «paesi dipinti», il nostro viaggio tra i «muri d’autore» può fare tappa a Boarezzo, un borgo da favola in Valganna, con case in sasso e viottoli acciottolati tra boschi di faggi, salici e castagni, che vanta una galleria di murales sugli antichi mestieri del luogo, ideata negli anni Settanta dal pittore Mario Alioli e arricchita da opere come «Ul bagatt» (il calzolaio) di Silvio Monti, lo «Scalpellino» di Luigi Bennati, il «Falegname» di Otto Monestier e «La bottega del ceramista» di Albino Reggiori.
Agli ormai dimenticati lavori del passato, come l’ombrellaio e il «cadregat» (l’impagliatore di sedie), sono dedicati anche i pannelli dipinti di Peveranza di Cairate, centro abitato a pochi chilometri dalla roccaforte di Castelseprio. Mentre il paese di Marchirolo, a una manciata di chilometri dalla Svizzera, accoglie una galleria di affreschi con storie di contrabbandieri e di emigrazione, un insieme di opere nato negli anni Ottanta con lo scopo di rendere omaggio all’operosità di molti abitanti del luogo, da sempre esperti nel campo dell’edilizia, che furono costretti ad andare a lavorare in America e persino nella lontana Cina, dove, secondo la tradizione, furono tra i costruttori della ferrovia del Tonchino. Tema libero, invece, per i muri di Runo di Dumenza, luogo natale del pittore Bernardino Luini, allievo di Leonardo da Vinci, ma anche di Vincenzo Peruggia, imbianchino noto per aver trafugato «La Gioconda» dal museo del Louvre. La pinacoteca senza pareti di questo tranquillo borgo, immerso nel verde della Val Dumentina, dà testimonianza della profonda religiosità degli abitanti del luogo, ma anche della cultura locale, attraverso la raffigurazione, per esempio, di abiti popolari del primo Ottocento, come quelli che compaiono nell’opera «La partenza» di Andrea De Bernardi.
Se a queste gallerie en plein air, che danno forma e colore alla cultura e alla storia locale di piccole comunità orgogliose delle proprie radici, si aggiungono quelle di Induno Olona e del rione San Fermo di Varese il numero dei «paesi dipinti» della provincia di Varese sale a sette. Non è, dunque, un caso che proprio in questo territorio sia nata nel 1994, per iniziativa del professor Raffaele Montagna, l’Assipad - Associazione italiana paesi dipinti, che intende riunire, valorizzare e promuovere i tanti luoghi italiani che posseggono un patrimonio pittorico, più o meno recente, sulle pareti esterne delle proprie abitazioni. Quella dei «muri d’autore» è, infatti, una raffinata risorsa turistica, quasi interamente da scoprire. In giro per il nostro Paese, il visitatore curioso, capace di allontanarsi dai grandi itinerari del turismo massificato e di trasformare il viaggio in un’occasione di scoperta, può, infatti, trovare di tutto: scene sacre, paesaggi marini con barche e pescatori, volti di emigranti in procinto di partire per terre lontane, partigiani in lotta per la libertà, contadini che raccolgono i frutti del proprio lavoro, campi bruciati dal sole, donne seminude che si beano della propria bellezza, ma anche gatti, cani e unicorni, animali della realtà e della fantasia.
L’elenco dei soggetti dipinti in questi borghi è, però, ancora lungo. A Legro, piccola e pittoresca frazione di Orta San Giulio (Novara), è il cinema, per esempio, ad essere stato «messo al muro»: in onore ai tanti registi che hanno scelto questo serafico paesino lacustre come ambientazione dei propri film, sono stati realizzati murales che prendono spunto da lungometraggi quali «Riso amaro», «Una spina nel cuore», «La maestrina», «I racconti del maresciallo» e «Voglia di vincere», sceneggiato televisivo con Gianni Morandi e Milly Carlucci.
Al mondo del cinema strizza l’occhio anche la galleria all’aperto di Conselice, nel Ravennate, dove il pittore Gino Pellegrini ha dipinto sui muri della piazza principale i baffoni di Gino Cervi e il sorriso bonario di Fernandel, gli interpreti televisivi delle storie di Peppone e don Camillo, nate dalla penna di Giovanni Guareschi. Sempre in Emilia Romagna, si trova Coriandoline, quartiere fiabesco alle porte di Correggio (Reggio Emilia), interamente disegnato dai bambini per i bambini, che accoglie i visitatori con un’esplosione di colori e soluzioni abitative curiose come scale-scivolo e lampioni-uccello, alle quali ha dato vita la fervida creatività di Lele Luzzati.
Ai più piccoli piacerà anche Vernante, paesino del Cuneese, i cui muri narrano la storia di Pinocchio attraverso centocinquanta murales, dipinti da Bruno Carlet e Meo Cavallera, o Calvi dell’Umbria, in provincia di Terni, dove si celebra il tema della Natività. A Salza di Pinerolo, nel Torinese, si omaggiano, invece, la musica e i cantautori che hanno suonato tra le vie del borgo. Ecco così sulle pareti del paese affreschi dedicati a canzoni come «L’isola che non c’è» di Edoardo Bennato, «Vecchio frac» di Domenico Modugno e «Vita spericolata» di Vasco Rossi.
Impressi nella memoria dei viaggiatori curiosi rimarranno anche Furore, sulla Costiera Amalfitana, Valloria di Prelà, nell’entroterra di Imperia, il cui museo sono gli usci delle vecchie case, o ancora Vetri sul mare, nel Salernitano, dove disegni e colori sono impressi sulla ceramica che riveste gran parte degli edifici, e Lauro, paese rinascimentale della provincia di Avellino, dipinto esclusivamente da pittori naif, artisti accomunati da un atteggiamento esistenziale ingenuo e primitivo.
In Sardegna meritano, infine, una visita Villamar, nella zona collinare del Cagliaritano, dove, a metà degli anni Settanta, alcuni esuli cileni lasciarono la propria testimonianza di profughi attraverso affreschi particolarmente colorati e ricchi di vitalità, e il borgo di Orgosolo, nella Barbagia, dove i primi murales furono eseguiti per commemorare il trentesimo anniversario della liberazione d’Italia e dove, in seguito, vennero realizzati dipinti di protesta sociale, ispirati alla tradizione dei murales latino-americana.
La storia dei «paesi dipinti» racconta, dunque, un’Italia ancora poco conosciuta, in cui l’arte diventa arredo urbano, colorando di nuova vita strade e piazze di piccoli borghi, spesso arroccati e abbandonati. Ci fa venire in contatto con un Paese ricco di musei speciali, che non chiudono mai, visitabili in qualsiasi ora del giorno e della notte, senza code e senza pagare biglietto d'entrata, avendo magari per tetto la volta stellata.
Didascalie delle immagini
[fig. 1] L'affresco «Corridori» di Aligi Sassu per il borgo di Arcumeggia, Varese; [figg. 2 e 3] Uno spaccato di Coriandoline, quartiere di Correggio (Reggio Emilia); [fig. 4] Affresco dedicato al film «Riso amaro» nel borgo di Legro, frazione di Orta San Giulio (Novara); [fig. 5] Un affresco dedicato alle storie di Pinocchio nel borgo di Vernante (Cuneo); [figg. 6 e 7] Esempi di porte dipinte nel borgo di Valloria di Prelà (Imperia)
Informazioni utili
Associazione nazionale paesi dipinti: www.paesidipinti.it
I paesi dipinti del Varesotto: www.vareselandoftourism.it/uploaded/file_struttura/informazioni/pubblicazioni/paesi_dipinti.pdf
Coriandoline, il quartiere disegnato dai bambini: www.coriandoline.it
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