ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

domenica 24 febbraio 2008

«The Mobile City», Milano e Toronto viste dal cellulare

In quale modo gli adolescenti leggono e interpretano la realtà in cui vivono? Quali sono le loro paure e i loro sogni? Le nuove tecnologie possono aiutarli a rappresentare il mondo che li circonda? Queste alcune delle domande cui proverà a rispondere il concorso The mobile city, che il Museo di fotografia contemporanea di Cinisello Balsamo, nel Milanese, rivolge a ragazzi tra i 16 e i 22 anni, che vivono nelle città di Toronto e nell’hinterland milanese.
«Racconta la tua città, la tua comunità, la tua vita»: lo slogan dell’iniziativa, nata da un’idea della Camera di commercio italiana a Toronto e promossa dallo staff di Villa Ghirlanda, con la Città di Toronto e con la Provincia, il Comune e la Camera di commercio di Milano.
La competizione, le cui iscrizioni sono aperte fino alla mezzanotte del 15 maggio 2008, si propone di raccogliere fotografie scattate con il telefono cellulare o con una macchina fotografica digitale. Tanti i temi su cui i giovanissimi potranno sbizzarrirsi: dal racconto delle persone con cui entrano quotidianamente in contatto ai sogni e alle paure che riguardano la loro vita e la società, dal paesaggio urbano alle idee di globalizzazione e democrazia, dalle mescolanza etnica alle proposte per la città del futuro.
Tutte le immagini, sia di Milano che di Toronto, saranno caricate sul sito web: www.mobilecityphoto.org.
Fin dall’inizio del concorso le foto inviate saranno visibili e commentabili da tutti gli utenti Internet. I partecipanti -cui viene chiesto di inserire da tre a cinque immagini, con un breve testo di commento- potranno, in ogni momento, modificare o sostituire il proprio materiale, anche a seconda del dialogo che si crea nel sito, dando così vita a una vera e propria community, in una logica di collaborazione open-source.
Alla chiusura del bando, una giuria qualificata sceglierà trenta lavori finalisti che saranno esposti in mostra. Dieci di questi verranno proclamati vincitori il 2 giugno, durante una cerimonia on-line che si terrà contemporaneamente in Italia e in Canada. I vincitori canadesi saranno ospitati dal Museo di fotografia contemporanea (dal 7 al 15 luglio 2008), mentre quelli italiani dal George Brown College di Toronto (dal 15 al 22 luglio 2008).
Durante l’estate, i concorrenti proseguiranno l’esperienza godendo dell’ospitalità internazionale per confrontarsi con i loro coetanei: i ragazzi di Milano andranno a Toronto per raccontare la loro esperienza di una metropoli straniera e viceversa, Le immagini prodotte durante questo periodo e quelle realizzate per il concorso confluiranno in un libro su The Mobile City, che sarà arricchito da contributi di esperti sul rapporto tra fotografia, tecnologia e società.
L’ultima tappa è fissata in autunno, quando inaugurerà in contemporanea in Canada e in Italia una rassegna, innovativa e altamente tecnologica, che ospiterà stampe, video e immagini che verranno inviate direttamente sul cellulare dei visitatori.

Didascalie delle immagini
(fig. 1 e fig. 2) Immagini di presentazione del progetto The mobile city

Informazioni utili
The Mobile City. Ente banditore: Museo di fotografia contemporanea. Quota di partecipazione: nessuna. Informazioni: Museo di fotografia contemporanea, via Frova 10 - Cinisello Balsamo (Milano), tel. 02.6605661, e-mail:
milano@mobilecityphoto.org. Sito web: www.mobilecityphoto.org.

venerdì 22 febbraio 2008

Fondazione Ratti di Como? Scuola d'elite per venti giovani artisti

Sarà Yona Friedman (Budapest, 1923), architetto, designer, urbanista e teorico franco-ungherese, il visiting professor della prossima edizione del Corso superiore di arti visive della Fondazione Antonio Ratti di Como, il più prestigioso programma italiano di specializzazione per giovani artisti, cui hanno preso parte, negli anni passati, come docenti alcuni tra i più interessanti protagonisti della scena artistica contemporanea, da Joseph Kosuth (1995) a Ilya Kabakov (2000), da Marina Abramovic (2001) a Giulio Paolini (2002), da Jimmie Durham (2003) ad Alfredo Jarr (2005), da Marjetica Potrc (2006) a Joan Jonas (2007).
Yona Friedman –che ha attraversato la seconda guerra mondiale, sfuggendo ai rastrellamenti nazisti, e che è vissuto per circa un decennio in Israele, ad Haifa, prima di stabilirsi, negli anni ’50, a Parigi - «sostiene – si legge nella nota stampa- i principi di un'architettura capace di comprendere le continue trasformazioni che caratterizzano la mobilità sociale, basata su infrastrutture che prevedono abitazioni e norme urbanistiche passibili di essere create e ricreate, a secondo dell'esigenza degli abitanti e dei residenti».
L’attenzione per l’autoregolazione degli abitanti che da sempre interessa Yona Friedman, artista che vanta partecipazioni alla Biennale di Venezia e a Documenta di Kassel, nasce direttamente dalla sua stessa esperienza di profugo e senzatetto. Un’esperienza che il progettista franco-ungherese -noto per il manifesto L'architecture mobile del 1956 e la sua più significativa esplicazione, la Ville Spatiale- ha messo a frutto anche nel suo lavoro per le Nazioni Unite e l'Unesco, attraverso la diffusione di alcuni manuali di auto-costruzione nei Paesi africani, sudamericani e in India.
In occasione della progettazione del Lyce'e Bergson ad Angers, in Francia, completato nel 1981, l’artista ha dato voce al suo pensiero, pubblicando un procedimento secondo il quale la distribuzione e la disposizione di tutti gli elementi architettonici erano pensate e decise dai futuri utenti. Il suo libro più celebre rimane, però, Utopie realizzabili -pubblicato in Francia nel 1975, tradotto anche in italiano (Quodlibet, 2003)- nel quale è sviluppata un'idea di ristrutturazione della società in senso compiutamente democratico, volta a fuggire ogni elitarismo.
A Como, dal 1° al 23 luglio, Yona Friedman sarà docente di un workshop pratico dal titolo Public Improvisations, durante il quale –spiega lo stesso visiting professor- «esploreremo l'improvvisazione, le tecniche semplici, che non necessitano istruzioni, disegni o piani complicati. Per essere accessibile al pubblico generale, l'arte deve utilizzare tecniche semplici, facili da adottare. L'arte pubblica improvvisata può essere esplorata ovunque negli spazi pubblici: nelle strade, nei boschi, in un atrio, sul lago. Il luogo stesso è parte dell'opera d'arte».
L'attività quotidiana di questa quattordicesima edizione del Csav -curata da Anna Daneri, Luca Cerizza e Cesare Pietroiusti- prevede anche, come consuetudine, un ciclo di lezioni teoriche e una serie di seminari con personaggi di spicco della scena culturale internazionale.
I venti partecipanti al programma di studio, selezionati da una commissione scientifica sulla base delle domande pervenute entro il prossimo 3 aprile alla fondazione comasca, verranno invitati a concepire un'opera che sarà presentata nella consueta mostra di fine corso. Le lezioni, che si terranno allo spazio San Francesco, sono gratuite; i costi di permanenza a Como sono a carico dei partecipanti.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Yona Friedman al Mart di Rovereto, durante la presentazione del progetto Monument (2006); (fig. 2) Yona Friedman, Monument, 2006. Rovereto, Mart.

Informazioni utili
XII Corso superiore di arte visiva
. Ente banditore: Fondazione Antonio Ratti, Como. Quota di partecipazione: nessuna; sono a carico dei partecipanti i soli costi di permanenza a Como. Data di scadenza: 3 aprile 2008 (fa fede la data del timbro postale). Informazioni e bando di concorso: Anna Daneri, tel. 031.233213, fax. 031.233249, e-mail:
annadaneri@fondazioneratti.org. Web Site: www.fondazioneratti.org
.

«Grease»: rock’n roll, amore e brillantina sul palco

Giubbotti di pelle con il bavero alzato, vaporose gonne a ruota, l’immancabile ciuffo alla Elvis, tanta brillantina tra i capelli e musiche dal ritmo contagioso come Summer nights e You are the one I want: è un vero e proprio viaggio a ritroso nel tempo -tra i colori vivaci e le atmosfere esplosive dell’America anni Cinquanta- quello che propone il teatro Condominio Vittorio Gassman di Gallarate, nell’Alto Milanese, dove alle 21 di martedì 26 e mercoledì 27 febbraio va in scena Grease, nella produzione della Compagnia della Rancia.
A far rivivere sul palco la storia d’amore tra Danny e Sandy, i sogni dei T-Birds e delle Pink Ladies, il clima di energia pura e divertimento che fece sognare tanti giovani all’uscita dell’omonima pellicola cinematografica con John Travolta e Olivia Newton-John, nell’ormai lontano 1978, sarà un gruppo di giovani e scatenati interpreti, tutti ventenni o poco più, capeggiati da Filippo Strocchi e Serena Carradori.
Under 30 anche la regia, che porta la firma di Federico Bellone, «ventisei anni sulla carta d’identità e una passione per il musical da sempre», che lo ha portato a collaborare con Saverio Marconi in numerosi spettacoli, ultimo dei quali il nuovissimo High School Musical (che debutta il prossimo mercoledì 19 marzo all’Allianz di Milano), e che lo ha visto vincere il prestigioso premio Ernesto Calindri con La notte di San Valentino (2002).
La sua rivisitazione di quello che è stato ribattezzato il «musical dei record» (oltre mille repliche e 1.300.000 spettatori in tutta Italia, a dieci anni dal debutto) si rifà, inevitabilmente, al precedente adattamento di Saverio Marconi, quello che esordì nel marzo 1997 con Lorella Cuccarini e Giampiero Ingrassia e che, da allora, ha visto alternarsi sul palco più di una novantina di artisti. Le musiche, nella traduzione italiana di Michele Renzullo, e alcune coreografie, firmate da Franco Miseria, sono, infatti, pressoché identiche; ma la “confezione teatrale” è completamente rinnovata, con scenografie sgargianti di grande impatto visivo e maxi-collage di pubblicità anni Cinquanta che mettono in primo piano drive-in e moto cromate, hot-dogs e hawaiane col gonnellino, macchine lucide dai cofani bombati e profili da star.
Bando, dunque, alla nostalgia, perché dopo quattro anni di assenza dalle scene il «primo long running show della storia dello spettacolo italiano» è tornato più giovane e frizzante che mai, per far rivivere ancora una volta la magia della liason tra Danny e Sandy nelle aule della mitica Rydell High School, scossa dalle potenti vibrazioni del rock’n’roll e colorata dai battibecchi tra le dolci Pink Ladies e i tenebrosi T-Birds. Una liason che non ha mai smesso di far sognare dal suo debutto sui palcoscenici americani nel lontano 1971, quando Jim Jacobs e Warren Casey decisero di realizzare un musical per sola chitarra, che ricreasse le atmosfere degli anni Cinquanta, in un teatro sperimentale di Chicago.
Fu un successo e, nel giro di pochi anni, lo spettacolo divenne il banco di prova per la consacrazione di intere generazioni di attori, da Richard Gere a John Travolta, interprete teatrale di un ruolo minore, prima di diventare il protagonista della famosa versione cinematografica del 1978, diretta da Randal Kleiser. Una versione cinematografica che si aggiudicò anche una nomination all’Oscar per la miglior canzone originale, nel 1979, con Hopelessly devoted to you.
Stessa felice sorta ha avuto il musical in Italia: da dieci anni a questa parte, alla chiusura del sipario, il pubblico chiede a gran voce il bis per prolungare l’emozione di una favola rock destinata a durare ancora tanti lustri, per rivivere ancora per qualche minuto il clima di festa che ogni sera il cast di Grease ricrea nei teatri italiani. Un clima che ricorda lo stesso Federico Bellone, nella sua nota di regia: «Vidi per la prima volta Grease, l’edizione con Lorella Cuccarini, un sabato pomeriggio. Quel mese comprai il biglietto altre otto volte. Lo show? Era una bomba a orologeria che si innescava con precisione ogni volta per esplodere con tale energia da mandare il pubblico in visibilio».
Dopo Gallarate, dove le due repliche in programma registrano già il sold out, Grease sarà a al teatro Nuovo di Arcore (29 febbraio), al Cagnoni di Vigevano (1° e 2 marzo), all'Alfieri di Torino (dal 4 al 9 marzo), al Civico di Bra (10 e 11 marzo), al Pala De Andrè di Ravenna (13 marzo), al PalaBam di Mantova (14 marzo), al teatro di Varese (15 e 16 marzo), al Politeama Rossetti di Trieste (dal 18 al 20 marzo). E, ancora, al Palasport Taliercio di Mestre (21 marzo), al teatro Verdi di Montecatini (22 marzo), al PalaBrescia di Brescia (26 e 27 marzo), al Verdi di Pordenone (dal 28 al 30 marzo), al teatro Carani di Sassuolo (1° aprile), al Diego Fabbri di Forlì (dal 2 al 6 aprile), per volare, infine, in Sicilia, dove farà tappa a Palermo (dal 9 al 13 aprile), Marsala (14 aprile), Caltanisetta (15 aprile) e Catania (16 aprile).

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Una scena di Grease. Regia di Federico Bellone. Foto di Antonio Agostini; (fig. 2, fig. 3 e fig. 4) Filippo Strocchi e Serena Carradori in una scena di Grease. Regia di Federico Bellone. Foto di Giovanna Marino.

Informazioni utili
Grease. Teatro Condominio, via Sironi, 5 - Gallarate (Varese). Date: martedì 26 e mercoledì 27 febbraio 2008, ore 21.00. Ingresso: poltronissima € 35.00 (over 60 e under 25 € 32.00; soci € 30.00); poltrona € 30.00 (over 60 e under 25: € 27.00; soci: € 25.00), galleria € 25.00 (ridotto € 23.00). Informazioni: tel. 0331.784140. Sito web:
www.fondazioneculturalegallarate.it.

Curiosando nel Web
Il sito ufficiale di Grease