ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

sabato 19 maggio 2012

Premio Francesco Fabbri, scatti da tutto il mondo in concorso

Arte emergente e fotografia moderna sotto i riflettori della prima edizione del Premio Francesco Fabbri per le arti contemporanee, il cui bando rimarrà aperto fino a domenica 16 settembre 2012.
Il concorso, che vuole creare anche un momento di confronto tra autori di differenti Paesi del mondo, è promosso dalla Fondazione Fabbri di Pieve di Soligo, nel Trevigiano, una onlus da sempre impegnata, con i suoi festival culturali e i suoi progetti residenziali, nella promozione dei linguaggi contemporanei.
«L'idea che sottende al premio -si legge nella nota stampa di presentazione- è una visione dell'arte che si muove attraverso una pluralità di linguaggi che seguono direttrici ibride su scala globale. In un tale contesto vi è la necessità di realizzare dei momenti di visibilità degli autori contemporanei che compiono una ricerca innovativa, creando delle connessioni con il sistema dell'arte e sostenendo la loro opera. La fondazione vuole così compiere un'attività di scouting e mappatura dei mutamenti in atto e creare delle istantanee sulla creatività internazionale attraverso un bando rivolto agli artisti di tutto il mondo».
Il premio, che si propone anche di creare occasioni di confronto tra gli artisti, gli operatori del settore e la critica d’arte, è suddiviso in due sezioni. La prima è dedicata agli autori emergenti, di età inferiore ai 35 anni, che potranno partecipare al concorso con ogni forma creativa visuale, dalla pittura alla scultura, dall'installazione alla fotografia, dalla video arte alla performance, fino al disegno e alla grafica. La seconda è rivolta alla fotografia contemporanea in continuità con l'azione della Fondazione Fabbri, promotrice di «F4_un'idea di fotografia», festival dedicato alla fotografia moderna e contemporanea. Vi potranno partecipare autori da ogni Paese del mondo, senza limiti di età.
A decretare i vincitori del concorso, che gode del patrocinio della Fiaf (Federazione italiana associazioni fotografiche) e del Gai (Giovani artisti italiani), sarà una prestigiosa giuria composta da critici e curatori di fama, quali Antonio Arévalo, Daniele Capra, Martina Cavallarin, Valerio Dehò, Luca Panaro, Stefania Rössl, Alessandro Trabucco e Francesco Zanot.
Le opere finaliste saranno esposte, dal 24 novembre al 23 dicembre, a Villa Brandolini di Pieve di Soligo; durante il vernissage saranno proclamati i vincitori assoluti delle sezioni, che riceveranno un premio di 4.000 euro ciascuno. Le due opere vincitrici entreranno nella collezione della Fondazione Fabbri e saranno custodite a Casa Fabbri, il nuovo centro che ospita progetti residenziali e workshop legati alla contemporaneità. La giuria attribuirà, inoltre, delle menzioni speciali della critica, per segnalare alcune opere particolarmente valenti e favorirne una visibilità.


Didascalie delle immagini 
[fig. 1 e 2] Veduta esterna di Villa Brandolini, a Pieve di Soligo, sede della mostra conclusiva del Premio Francesco Fabbri per le arti contemporanee


 Informazioni utili 
Premio Francesco Fabbri per le arti contemporanee. Informazioni: Fondazione Francesco Fabbri onlus, piazza Libertà, 7 – Solighetto (Pieve di Soligo) – Treviso, premio@fondazionefrancescofabbri.it. Bando: www.fondazionefrancescofabbri.it/piattaforme-culturali/premio-francesco-fabbri. Data ultima di consegna: domenica 16 settembre 2012.

venerdì 18 maggio 2012

Dal restauro alla multimedialità, alla scoperta di due nuovi concorsi

«Si usa uno specchio di vetro per guardare il viso e si usano le opere d'arte per guardare la propria anima», affermava puntualmente lo scrittore e drammaturgo irlandese George Bernard Shaw. Il patrimonio artistico e culturale di una nazione rappresenta, infatti, la sua storia e la sua identità. Conservare la memoria di opere d’arte, edifici e siti viene così giustamente considerato un gesto di grande civiltà, un atto fondamentale per il progresso di tutte le società contemporanee. Da questo assunto nasce a Firenze, città universalmente riconosciuta come una delle culle della storia dell’arte italiana e uno dei bacini più floridi per la ricerca e la valorizzazione dei beni culturali, la prima edizione del «Premio Friends of Florence», a favore di interventi di tutela e conservazione di beni culturali fiorentini.
Il concorso, le cui candidature devono pervenire entro il 31 luglio 2012, è rivolto a singoli professionisti o a ditte di restauro, che lavorino da più di cinque anni con le Soprintendenze, ed abbraccia tutti i settori specialistici della conservazione e svariate tipologie di materiali (dipinti, legni, affreschi, ceramiche, tessuti, lapidei, etc.).
Al vincitore verrà erogato, durante la prossima edizione del Salone dell’arte e del restauro di Firenze (in programma dall’8 al 10 novembre 2012, presso la Fortezza da Basso), un premio in denaro del valore di 20mila euro (Iva inclusa).
L'iniziativa, rivolta a progetti non ancora iniziati o già in corso, suona come un segnale positivo in un momento delicato della storia economica dell’Italia, nel quale sempre di più l’arte e la cultura rischiano di essere sacrificate e relegate in fondo alle liste dei bisogni della collettività.
Un segnale positivo lo lancia anche il bando «call4roBOt», concorso rivolto ai creativi delle arti visive in chiave digitale, promosso in occasione della quinta edizione di «roBOt Festival», manifestazione di respiro internazionale sui linguaggi non verbali e multimediali della contemporaneità che, nelle giornate dal 10 al 13 ottobre 2012, animerà il centro storico di Bologna.
Video, animazioni, installazioni, performance, fotografie e produzioni di design: questi i progetti ricercati dall’associazione culturale «Shape», soggetto promotore dell’evento in programma, per il quinto anno consecutivo, nei suggestivi spazi di Palazzo Re Enzo.
Il bando di concorso, la cui scadenza è fissata per la giornata di venerdì 22 giugno 2012, ha una vocazione scouting, come ben dimostrano le edizioni degli anni passati che hanno visto l’affermarsi di professionisti come Mikkel Garro Martinsen, Lorenzo Ghelardini, Massimiliano Nazzi, Emanuele Martina, Andreco, Ennio Bertrand, Martin Romeo, Francesca Fini, Abstract Birds e molti altri. «call4roBOt» è, infatti, «rivolto –affermano i promotori- a coloro che sperimentano tecniche e forme espressive cross over, non ancora definite ed affermate». Il bando bolognese strizza, dunque, l'occhio al futuro dell’arte, a ciò che ci attende domani.


Didascalie delle immagini
[fig. 1] Locandina del Salone dell’arte e del restauro di Firenze 2012, durante il quale verrà assegnato il «Premio Friends of Florence»; [fig. 2] Federica Falancia e Alessandro Gullino, «Pax Domestica», opera per «roBOt04»; [fig. 3] Martin Romeo,  «Built In», opera per «roBOt04»


Informazioni utili 
«Premio Friends of Florence».  Informazioni e consegna materiali: Istur CHT Associazione no Profit, via Maggio, 13 - Firenze, tel. 055.217940, fax.055.2676771. Sito internet: www.salonerestaurofirenze.org. Data ultima di consegna: 31 luglio 2012.
«call4roBOt». Informazioni: Marcella Loconte, marcella@shape.bo.it; Federica Patti, federica@shape.bo.it. Sito internet: www.robotfestival.it. Data ultima di consegna: 22 giugno 2012.

giovedì 17 maggio 2012

«Genoa Comics Academy», otto nuovi corsi nel segno di Diabolik

Veste la calzamaglia nera di Diabolik la «Genoa Comics Academy». Sarà, infatti, il personaggio nato cinquant’anni fa dalla matita delle sorelle Angela e Luciana Giussani il protagonista degli otto corsi proposti per il nuovo anno accademico dalla scuola professionale di fumetto, fondata nel 2011 da cinque amici che hanno fatto della «nona arte» il loro lavoro: Andrea Piccardo, Luca Laca Montagliani, R. Amal Serena, Susanna Pretelli e Daniele Bernardini.
«Fumetto» 1 e 2 (di durata biennale), «Illustrazione», «Sceneggiatura», «Pulcini» 1 e 2 (per bambini dai 9 ai 13 anni), «Propedeutico» (pei ragazzi dai 14 anni) e «Laborcomix» (per i piccoli dai 6 ai 12 anni): i titoli dei progetti in cantiere, rivolti a differenti fasce d’età e anche a professionisti del settore.
Studio dell’anatomia e della prospettiva, inchiostrazione, storyboard cinematografica, colorazione digitale, ma anche scenografia teatrale, illustrazione cinematografica, scrittura per il fumetto, il cinema e la televisione: le materie che verranno affrontate durante i laboratori e i workshop promossi dall’accademia, patrocinata dal Comune di Genova e ubicata, grazie alla collaborazione con il Circuito Genova Cinema, presso il Centro Sivori polivalente.
In attesa di una grande mostra dedicata al personaggio di Diabolik, prevista per la primavera del 2013, alla «Genoa Comics Academy» si studieranno tecniche e linguaggi della «nona arte» insieme con alcuni protagonisti della tradizione fumettistica italiana, tra i quali Gregorio Giannotta, Andrea Jula, Roberto Laucello, Stefano Piccardo e Susanna Pretelli.
L’intento dei laboratori, che si terranno da ottobre a maggio, è duplice: formare disegnatori, coloristi, sceneggiatori e illustratori professionisti in grado di muoversi a proprio agio tanto nella carta stampata quanto nel cinema e nelle nuove tecnologie, ma anche diffondere la «cultura del fumetto», un linguaggio che è somma di altri codici quali la scrittura e l’immagine , le cui origini sono fatte risalire addirittura all’epoca delle caverne, con i primi graffiti raffiguranti scene di caccia ed episodi di vita quotidiana.
I prezzi dei corsi variano dai 70 a 180 euro mensili, a esclusione di «Laborcomix», corso per i più piccini che svolge anche la funzione di baby park, il cui costo è di euro 5 ad incontro. Per l'ammissione ai laboratori è previsto un colloquio di ammissione e uno sconto del 10% sulla quota partecipativa annuale per chi effettua la preiscrizione entro il 30 giugno 2012.
Per chi volesse saperne di più, la «Genoa Comics Academy» ha organizzato, in collaborazione con Coop Liguria, una serata di presentazione, durante la quale si terrà anche la rassegna «Il cinema d’animazione e la pace», a cura di Attilio Valenti e Matteo Valenti. L’appuntamento, in programma per giovedì 17 maggio, alle 19, vedrà la proiezione di tre cortometraggi di animazione realizzati dagli studenti delle scuole liguri nel corso dei percorsi didattici Coop sull’educazione al consumo consapevole: «Qui Radio Londra» della scuola primaria «Renzo Pezzani» di Sestri, «I colori del tre» della scuola secondaria «Mameli-Alighieri» di Albenga e «Hablar» degli studenti del liceo artistico «Barabino-Klee» di Genova. Durante l’incontro, a ingresso gratuito, verrà presentato anche «P.O.P Pace of Peace», lavoro scritto da otto ragazzi israeliani e otto ragazzi palestinesi, con la regia di Luca Raffalli e Attilio Valenti, e con la supervisione artistica di Giulio Gianini ed Emanuele Luzzati.
Tra i prossimi programmi dell’accademia genovese si segnala anche il convegno «L'editore, l’autore e gli accordi nel mondo dell’immagine», in agenda venerdì 29 giugno, alle ore 16.30, presso la Sala del Munizioniere di Palazzo Ducale. L’appuntamento, realizzato in collaborazione con Creative Cities, vedrà la partecipazione di Ivo Milazzo, Fabio Gadducci, Luca Laca Montagliani e Luca Borzani, chiamati a parlare degli accordi contrattuali fra illustratori e editori, a partire dall’attuale contratto per l'editoria, presentato il 2 marzo scorso, nell’ambito della sesta edizione del festival bolognese «Bilbolbul». A margine dell'incontro sarà presentato il volume «Eccetto Topolino - Lo scontro culturale tra fascismo e fumetti», scritto da Fabio Gadducci, Leonardo Gori e Sergio Lama per i tipi della Nicola Pesce editore.


Didascalie delle immagini
[fig. 1] Manifesto di  «Genoa Comics Academy» per i corsi 2012-2013; [fig. 2] Una immagine del corso «Pulcini» di «Genoa Comics Academy» ; [fig. 3] Disegnatori al lavoro durante un incontro promosso da  «Genoa Comics Academy»


Informazioni utili          
Genoa Comics Accademy. Corsi 2012-2013. Centro Sivori Polivalente, Salita S. Caterina 12r - 16124 Genova. Orari di segreteria: lunedì-venerdì, ore 16.30-19.30. Informazioni: tel. 010.8680658 o info@genoacomicsacademy.it. Sito web: www.genoacomicsacademy.it. 

mercoledì 16 maggio 2012

Pienza, nuova veste per il piviale di Pio II

Ritorna a casa il piviale di papa Pio II, uno dei tesori più preziosi e celebri del Museo diocesano di Pienza. L’inestimabile manufatto istoriato, sottoposto negli ultimi due anni a un accurato intervento di restauro conservativo presso i laboratori della Pinacoteca nazionale di Siena, sarà nuovamente visibile al pubblico, a partire da sabato 19 maggio, in un elegante allestimento, arricchito da rinnovati apparati didattici.
A dare una ‘nuova’ veste alla rara e raffinata opera d’arte tessile, donata da Pio II alla Cattedrale pientina in occasione della sua inaugurazione, avvenuta cinquecentocinquanta anni fa, e più precisamente il 29 agosto 1462, sono state le restauratrici Maria Giorgi e Graziella Palei, sotto lo sguardo attento di Laura Martini e con la collaborazione di Isetta Tosini.
Durante i lavori di manutenzione conservativa, Roberto Boddi, climatologo dell’Opificio delle Pietre Dure, ha, inoltre, valutato quali condizioni di temperatura e di umidità avrebbero garantito un migliore futuro possibile al piviale. Si è così provveduto, grazie alla perizia di Etruria Musei, a intervenire sulla teca lignea piccolominea, all’interno della quale è conservato il manufatto, non solo ‘climatizzandola’, ma anche facendola poggiare a terra, con una inclinazione di quaranta gradi, in modo tale da evitare eventuali sollevamenti del tessuto.
Il piviale, datato alla prima metà del Trecento, è eseguito in opus anglicanum, un’antica e ricercata tecnica di ricamo nata in Inghilterra, della quale si trovano altri esempio in Italia, in località quali Ascoli Piceno, Anagni e Bologna.
 Come ha raccontato Laura Martini in una monografia, edita una decina di anni fa da Silvana editoriale, il manufatto fu, probabilmente, realizzato intorno al 1317 e regalato dalla regina Isabella d’Inghilterra a papa Giovanni XXII, negli anni della cattività avignonese. Un testimone attendibile sui fatti di casa Piccolomini, Sigismondo Tizio, afferma, però, che il piviale sarebbe stato recuperato da Pio II in Oriente, grazie a Tommaso Paleologo, insieme con le reliquie del braccio del Battista e della testa di Sant’Andrea. Rimane, dunque, da capire quando questa preziosa veste liturgica sia stata donata alla casa reale bizantina per, poi, rientrare in Occidente grazie a Pio II, che l’avrebbe messa in salvo dall’avanzare dei Turchi.
La minuziosa decorazione figurata del piviale è in linea con la miglior tradizione gotica, in una trama che rimanda alle colorate vetrate d’Oltralpe. All’interno di una cornice architettonica organizzata su tre registri di archetti a sesto acuto e percorsa da serpeggianti bestiari, sono raffigurate storie della Vergine Maria e delle martiri Margherita d’Antiochia e Caterina d’Alessandria, con una vivacità narrativa, una raffinatezza nell'impaginazione e una minuzia descrittiva degli inserti naturalistici che fanno di questo manufatto uno dei più grandi capolavori del suo genere.
In occasione della presentazione del restauro, sarà anche possibile ammirare le altre pregevoli opere conservate presso il Museo diocesano di Pienza, dalla «Madonna con bambino» di Pietro Lorenzetti al «Crocifisso» di Segna di Bonaventura, dalla splendida tavola «Madonna in trono fra i Santi Biagio, Giovanni Battistia, Nicola e Floriano» di Lorenzo di Pietro detto Il Vecchietta alla «Madonna della Misericordia», attribuita a Luca Signorelli. Tanti gioielli d’arte, questi, che insieme con codici miniati, arredi sacri, sculture lignee dipinti attendono, nelle sale del Palazzo vescovile, il ritorno del loro compagno più illustre, quel lussureggiante piviale di seta policroma e d’argento che Enea Silvio Piccolomini, papa Pio II, donò alla sua «città ideale» per quell'elegante duomo, che oggi festeggia i cinquecentocinquanta anni dalla fondazione.


Didascalie delle immagini
[fig. 2] Piviale di Pio II, preziosissimo manufatto tessile in opus anglicanum, ricamato agli inizi del Trecento e donato da papa Pio II alla Cattedrale di Pienza nel 1462. Pienza, Museo diocesano [fig. 2] Particolare del piviale di Pio II. Pienza, Museo diocesano. 


Informazioni utili
Museo diocesano, corso Il Rossellino, 30 - Pienza (Siena). Orari: da metà marzo a ottobre, mercoledì-lunedì, ore 10.00-13.00 e ore 15.00-19.00; chiuso il martedì (non festivo); da novembre a metà marzo, sabato e domenica, ore 10.00-13.00 e ore 15.00-18.00; chiuso il martedì (non festivo). Ingresso: intero € 4,10, ridotto (bambini sotto 12 anni, gruppi di almeno 20 persone, soci Touring Club Italia, oltre 65 anni) € 2,60. Informazioni: tel. 0578.749905 o peppucci@sistemamuseo.it. 

mercoledì 9 maggio 2012

Abano, ritorno alla Belle Èpoque per i cent’anni del «Trieste & Victoria»

Erano gli anni della Belle Èpoque, momento irrepetibile della storia europea. Un'incrollabile fede nel progresso faceva credere che ogni cosa sarebbe stata possibile. La luce elettrica annullava le differenze tra il giorno e la notte, facendo sfavillare i cafè chantant, i teatri, i cabaret e i cinema. Astuti intrecci amorosi, arguta ironia e imprescindibile gioia di vivere animavano i salotti del tempo. Donne ammiccanti e maliziose, eteree e aristocratiche facevano a gara per mettersi in posa davanti a pittori famosi come Toulouse Lautrec e Giovanni Boldini. Denaro e ottimismo sembravano destinati a non finire mai e a garantire l'appagamento di ogni voglia. Persino le malattie facevano meno paura grazie alle continue scoperte della scienza.
A Parigi si innalzava la Tour Eiffel e si vivevano i fasti dell'Esposizione universale. Un milione di chilometri di binari attendeva merci e viaggiatori; mentre nuovi e lussuosi modelli di automobili sfrecciavano lungo strade piene di vita, rese ancora più colorate dai grandi manifesti che affermavano il nuovo modo di vendere e di vivere.Euforia e frivolezza dominavano, insomma, in ogni dove, anche se sotto la superficie serpeggiavano i virus di un malessere che sarebbe sfociato nel dramma della Grande Guerra. In questo clima spensierato, apriva, nel 1912, l’hotel «Trieste» (oggi conosciuto come «Trieste e Victoria», in ricordo di Gabriele D’Annunzio), il gran decano degli alberghi termali di Abano Terme, che nei suoi cent’anni di vita ha avuto ospiti noti come papa Giovanni XXIII, i presidenti della Repubblica Antonio Segni e Giuseppe Saragat, i politici Alcide De Gasperi e Aldo Moro.
Il termalismo, tra le sale e le stanze fatte costruire da Quinto Mazzuccato, diventava soprattutto un'occasione mondana: l'acqua calda delle sorgenti, perfetta per le cure, o i fanghi erano spesso pretesto per incontri, amori e passioni. Ma c'era anche chi sceglieva il piccolo borgo ai piedi dei Colli Euganei per ritemprarsi da fatiche di lavoro e di mondanità, per volersi bene e farsi coccolare.
Ai bei tempi, magici e unici, che videro la nascita del prestigioso albergo veneto, ora appartenente al gruppo Borile, è dedicata la mostra «Le belle della Belle Èpoque», ideata e curata da Massimo e Sonia Cirulli.
L'esposizione racconta, lungo il fil rouge del ritratto femminile e non solo, le mode e le pose, le pause dell'intimità e i momenti pubblici con le escursioni al parco, alle riviere o alle terme, le promenade e i rendez-vous, le sfilate di moda, le gite al lago o al mare. Ma anche la vita notturna nei teatri e nei tabarin, i veglioni, i casinò, le passeggiate a cavallo, i riti mondani, le galanterie, i vizi e gli eccessi degli anni tra Otto e Novecento. Al centro sempre loro, le donne. Tra vanità e seduzione, tra l'autoreferenzialità del lusso, fantasie e vanità senza freno e gli estremi dell'alcol e della morfina.
Alla divulgazione e alla formazione di miti e modelli provvedevano gli affichistes, in primis Leonetto Cappiello. I suoi cartelloni, colorati e accattivanti, insieme a opere di Achille Beltrame, Aleardo Terzi, Marcello Dudovich, Leopoldo Metlicovitz, Gino Boccasile, Erberto Carboni, Lucio Fontana e Bruno Munari, tutti materiali di proprietà del Cirulli Archive di Bologna – New York, saranno esposti, da sabato 12 maggio e fino a lunedì 30 luglio, nelle fastose sale di ricevimento dei cinque hotel del gruppo Borile: Grand Hotel Terme Trieste e VictoriaAbano Grand Hotel, Hotel Terme Due Torri, Hotel Terme Metropole, Hotel La Residence e Idrokinesis.
Le opere esposte, documentate anche in un bellissimo catalogo in cinque lingue, raccontano un passato carico di ottimismo e vitalità, con l'intento di trasmettere questo sentimento a chi oggi gode dell'ospitalità del «Trieste e Victoria», scegliendo magari di soggiornare nella camera 110, monumento alla storia d'Italia nella quale albergò il generale Diaz durante la prima guerra mondiale, o di sedersi sulle scrivanie dei salottini riservati, dove D'Annunzio progettò il volo su Vienna.

Didascalie delle immagini 
[fig. 1] Marcello Dudovich, E. e A. Mele e Ci. Napoli. Mode e Novità, 1907, 200x140 cm. Officine G. Ricordi e C. - Milano litografia a colori su carta; [fig. 2] Leopoldo Metlicovitz, Distillerie italiane, 1905 c., 140x100 cm. Officine G. Ricordi e C. - Milano litografia a colori su carta


Informazioni utili
«Le belle della Belle Èpoque». Grand Hotel  «Trieste e Victoria»  e altri alberghi del gruppo Borile - Abano Terme (Padova).Orari: aperto 24 h su 24. Ingresso: libero e gratuito. Catalogo: disponibile in mostra. Informazioni: numero verde 00800.88118811 o info@gbhotelsabano.it  Sito Web: www.gbhotelsabano.it. Da sabato 12 maggio a lunedì 30 luglio 2012.