ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

giovedì 28 giugno 2012

«Omissis-Festival del teatro contemporaneo», spettatori al centro della scena

Quattordici eventi in tre giorni, all’interno di sette spazi riscoperti come luoghi di spettacolo e con artisti e compagnie provenienti da sei Paesi europei, che proporranno prime assolute, prime nazionali o anteprime regionali: ecco i numeri di «Omissis–Festival dello spettacolo contemporaneo», in programma da giovedì 28 a sabato 30 giugno a Gradisca d’Isonzo, nel Goriziano.
Italia, Spagna, Olanda, Germania, Ungheria e Inghilterra: le nazioni coinvolte in questa ottava edizione della manifestazione friulana, ideata dall’associazione culturale «Mattatoioscenico» con l’intento di promuovere e divulgare tra il pubblico e gli addetti ai lavori il meglio dell’avanguardia performativa del XXI secolo, i linguaggi dell’innovazione e della sperimentazione nei campi del teatro, della danza, della performance e del video.
«Emotive e tattili, sonore e visive, presenti e visionarie, intime e viscerali»: così gli organizzatori raccontano le emozioni che il pubblico sarà invitato a vivere durante questa edizione del festival, intitolata «Novae Experientiae», ed incentrata proprio sull’analisi delle situazioni vissute dallo spettatore, qui «invitato a partecipare in forma attiva, complice, a condividere in modo diretto, fisico, emotivo l’idea artistica e la sua realizzazione scenica».
Ad aprire il festival, dopo un brindisi inaugurale all’enoteca regionale «La Serenissima», sarà il gruppo inglese «Me and the Machine», con la prima nazionale del progetto multimediale «When we meet again», uno spettacolo unico in tutti i sensi che coinvolgerà uno spettatore per volta (è obbligatoria la prenotazione) in un’esperienza, della durata di appena otto minuti, che sarà insieme fisica, estetica e atmosferica, visto che lo spettacolo si svolgerà nella cornice originale del Bastione di san Giorgio, «luogo storico della fortezza di Gradisca –raccontano gli organizzatori- che da solo vale il prezzo del biglietto». L’appuntamento è fissato per giovedì 28, alle 18.30. A seguire, alle 20, la Loggia dei Mercanti (Lapidario civico) farà da scenario a «Labor», monologo a più voci nato da un’idea di al duo Giulio Morgan (voce) e Giorgio Pacorig (piano fender rhodes, suoni, effetti), che riflette su un tema attualissimo quale quello del lavoro. La performance, esperimento di rinnovamento del genere del teatro sociale, che destruttura la drammaturgia facendola ricostruire agli spettatori, sarà seguita dall’anteprima regionale di «City», che vedrò in scena, al Nuovo Teatro Comunale e alle 21, il giovane collettivo internazionale di danza «Bloom!», formato da cinque danzatori provenienti da Italia, Ungheria, Inghilterra, Spagna e Slovacchia.Mentre, alle 22, un altro luogo storico della città di Gradisca, il seicentesco Palazzo Monte di Pietà, ospiterà l’atteso ritorno del duo italo/tedesco «VestAndPage» con l’anteprima mondiale di «Terra nova», performance ispirata alle storie degli esploratori antartici d’inizio ‘900, nella quale si parla di ghiaccio, isolamento, luce e buio, passione e disperazione, vita e morte (i posti sono limitati).
Ad aprire la seconda giornata del festival sarà la replica della performance «When we meet again», con gli inglesi «Me and the Machine», che andrà in scena continuativamente, dalle 18 alle 21.30, presso gli spazi del Bastione di san Giorgio. Mentre, a partire dalle 20 (e in replica alle 22), il Palazzo Monte di Pietà ospiterà l’anteprima regionale della performance «La carezza del vetro» (anche in questo caso i posti sono limitati), con la giovane compagnia italiana «Three minutes ago / Quiet ensemble». Uno spettacolo suggestivo, questo, che unisce danza, video, tecnica scenografica, musica e che radunerà gli spettatori attorno a una teca che contiene una performer, sul corpo della quale verranno proiettati dei video.
La giornata di venerdì 29 giugno, alle 21 e alle 23, vedrà anche due prime nazionali, entrambe proposte negli spazi della Sala Bergamas: «Lesiones incompatibles con la vida» (consigliato ad un pubblico adulto), azione scenica dalla performer Angelica Liddell, e «Broken Blossoms» di Angelica Liddell.
Sabato 30 giugno il festival prenderà avvio con la terza e ultima sessione della performance multimediale «When we meet again» degli artisti inglesi «Me and the machine». Sarà, poi, la volta della replica del monologo «Labor», che animerà, a partire dalle 20, la Loggia dei Mercanti (Lapidario civico), e della ripresa della performance «Terra nova» del duo italo/tedesco «VestAndPage», in programma, alle 20.30, al Palazzo Monte di Pietà.
Novità dell’ultima giornata di festival sarà la prima nazionale «Nude studies», che il gruppo olandese «United-C» proporrà, alle 21.30, negli spazi del Nuovo Teatro Comunale: quattro assoli di danza, ispirati dalla fascinazione degli antichi greci per il corpo umano, la sua bellezza, la sua grazia, la sua forza, in contrapposizione alla moderna mercificazione della nudità.
Il gran finale spetterà, alle 23 alla Sala Bergamas, all'anteprima nazionale del film «Sin Fin» di «VestAndPage», una produzione internazionale realizzata nel programma culturale in Antartide nel gennaio-febbraio 2012, indetto dalla Direzione nazionale dell’Antartico (Argentina).
Anche quest’anno «Omissis» attiverà il servizio Media Center, ideato allo scopo di seguire, passo dopo passo, tutti gli eventi in calendario e di amplificarne la fruizione mediante la realizzazione di video pubblicati on-line sul sito del festival; mentre l’uso dei social network permetterà di proiettare la manifestazione e la città di Gradisca d’Isonzo su uno scenario internazionale, sfruttando il «web» come piattaforma. La città friulana si prepara, dunque, per il suo week-end all’insegna del teatro contemporaneo, dove ogni spettacolo sarà un’esperienza da vivere in maniera fisica ed emotiva, diventando protagonisti sulla scena. Che il futuro del teatro sia l’attore-spettatore?


Didascalie delle immagini
[fig. 1] Locandina dell'ottava edizione di «Omissis–Festival dello spettacolo contemporaneo»; [fig. 2] Il collettivo internazionale di danza «Bloom!», in scena con «City»; [fig. 4] Una scena del film film «Sin Fin» di «VestAndPage»; [fig. 4] Una scena della performance «La carezza del vetro», con la giovane compagnia italiana «Three minutes ago / Quiet ensemble»; [fig. 5] Una scena della performance «Nude studies», con il gruppo olandese «United-C»


Informazioni utili 
«Omissis-Festival del teatro contemporaneo» - VIII edizione. Biglietti: When we meet again (prenotazione obbligatoria), Labor (posti limitati), Terranova (posti limitati), La carezza del vetro (posti limitati) € 5,00; City, Lesiones incompatibles con la vida, Broken Blossom, Who Cycle € 10,00 (per under 26 e over 65 vale la riduzione di € 5,00); Lesiones incompatibles con la vida + Broken Blossom € 15,00; Sin Fin di VestAndPage ingresso libero. Informazioni e prenotazioni: tel. 0481.961345 o cell. 345.4450657 (orari: 10.00-12.00 e 16.00-19.00), e-mail mattatoioscenico@gmail.com. Biglietteria: dal 28 al 30 giugno, a partire dalle 18.00, presso la Sala Bergamas. Siti: www.omissisfestival.com; www.facebook.it/omissisfestival; www.youtube.com/mattatoioscenico; www.mattatoioscenico.com. Dal 28 al 30 giugno 2012.

mercoledì 20 giugno 2012

Lucio Fontana e i suoi «Tagli d'artista» in mostra ad Arezzo

«La scoperta del cosmo è una dimensione nuova, è l'infinito: allora io ho bucato questa tela, che era alla base di tutte le arti e ho creato una dimensione infinita, una x che per me è alla base di tutta l'arte contemporanea». Così Lucio Fontana (Rosario di Santa Fè, 1899 – Varese, 1968) dava ragione, sul finire degli anni Quaranta, della svolta dei «Buchi», capitolo fondamentale della sua esperienza spazialista. A questa stagione creativa, ma anche a quella dei «Tagli», che fece entrare l'artista italo-argentino nell'Olimpo dei grandi della seconda metà del Novecento, e a quella delle «Pietre» (1951-1956), dei «Barocchi» (1954-1957) e dei «Teatrini» (1964-1966) è dedicata la mostra «Lucio Fontana. Hic et nunc», promossa dall’assessorato alla Cultura e Spettacolo del Comune di Arezzo, in collaborazione con la galleria Tornabuoni Arte di Firenze, presso i rinnovati spazi espositivi della Galleria comunale d’arte contemporanea nell’aretina piazza san Francesco.
Attraverso una quarantina di lavori, fra buchi, tagli, teatrini, pietre, barocchi, gessi, inchiostri, carte e oli, provenienti dalla collezione di Roberto Casamonti, viene esplorata la produzione del maestro della serie «Fine di Dio» dal secondo dopoguerra alla morte, e più precisamente dal 1949 al 1968.
Il progetto espositivo -curato da Fabio Migliorati e già proposto, in una veste più ricca, a Parigi nell’autunno del 2009- si sofferma, dunque, sull'esperienza spazialista degli anni Cinquanta e Sessanta, su quella stagione dell’«oltraggio alla materia» che è la più nota, ma anche la più problematica e la più feconda dell'artista. Un taglio e un buco sembrano, infatti, apparentemente facili da realizzare, ma così non fu. Lo documenta bene il catalogo bilingue (in italiano e in inglese) edito da Forma Edizioni, con un testo di Enrico Crispolti, che pone le opere esposte in relazione con immagini fotografiche tese a documentare la fase progettuale, la lenta maturazione alla base dell'esperienza fontaniana del bucare e del tagliare la tela.
«C’è l’infinito là dentro», spiegò Lucio Fontana ad Umberto Eco nel 1956, davanti ai suoi squarci. Squarci che erano frutto di un gesto privato ed erano preceduti sempre da un lungo travaglio, da una preparazione mentale non dissimile da quella degli atti zen. Lo ricorda chiaramente il fotografo Ugo Mulas, in un’intervista raccolta da Angela Vettese: «Pensavo di riprenderlo mentre lavorava, ma Fontana non volle e me ne spiegò la ragione: “[…] non potrei mai fare questi grandi tagli mentre qualcuno si muove intorno a me. Sento che se faccio un taglio così, tanto per fare una foto, sicuramente non viene…magari potrebbe anche riuscire, ma non mi va di fare questa cosa alla presenza di un fotografo, o di chiunque altro. Ho bisogno di concentrazione. Cioè non è che entro in studio, mi levo la giacca, e trak, faccio tre, quattro tagli. No, a volte la tela la lascio lì appesa per delle settimane prima di essere sicuro di sapere cosa ne farò, e solo quando mi sento sicuro, parto […]». Essere, divenire, vivere, morire, rincorrere un sogno: scorre, dunque, la vita davanti agli occhi di Lucio Fontana prima di graffiare, di lacerare la tela e, in quel gesto, c’è il desiderio tutto umano di andare oltre le barriere dell’umana conoscenza. Nelle ultime opere, l’artista consegna anche frammenti di sé, lasciando sul retro delle tele giochi di parole e brevi note autobiografiche, per accrescerne l’evidenza dell’autenticità.
Fra le opere esposte ad Arezzo, si ritrovano due ceramiche policrome, «Natura morta. Piatto» (1949-1950) e «Piatto con fiori» (1950), una tela gialla e un’altra rossa del ciclo «Pietre» (1957), con vetri e lustrini a dialogare con piccoli fori sulla tela, e, poi, i famosi «Tagli», da un «Concetto spaziale. Attese» su fondo oro (1961) al trittico bianco, rosso e verde «Il Cielo sopra Torino» (1961), un omaggio all’Italia unita, emblematico della ritmica gestuale del maestro che, ebbe a scrivere Enrico Crispolti nel catalogo generale edito da Electa nel 1986, «va dall'assolutezza composta di un unico taglio al furor dell'iterazione molteplice».

Didascalie delle immagini 
[fig. 1] Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Attese», 1968; [fig. 2] Lucio Fontana, «Concetto spaziale»,1962; [fig. 3] Lucio Fontana, «Piatto con fiori», 1949 


Informazioni utili 
«Lucio Fontana. Hic et nunc». Galleria comunale d'arte contemporanea, piazza San Francesco, 4 - Arezzo. Orari:mercoledì-domenica, ore 10.00-13.00 e ore 16.00-20.00. Ingresso libero. Informazioni: tel. 0575.377508 o tel. 0575.377852 Catalogo: Forma edizioni, Poggibonsi (Siena). Fino a domenica 24 giugno 2012.

martedì 19 giugno 2012

«I luoghi del cuore», al via il sesto censimento del Fai

Per Percy Bysshe Shelley uno dei luoghi più amati erano le terme di Caracalla, tre le cui rovine scrisse il secondo e il terzo atto del suo «Prometeo liberato». Stendhal portò sempre impressa nella sua mente la basilica di Santa Croce, a Firenze, che, con la sua maestosità quasi austera e le sue bellezze artistiche, gli fece battere il cuore fino a stare male. Lord Byron rimase, invece, soggiogato dal fascino selvaggio della Liguria: luoghi come il castello di Lerici e il borgo di Portovenere, con le sue case dalle tinte vivaci e la sua piccola e semplice chiesa di san Pietro, gli regalarono un caleidoscopio di emozioni. Mentre Goethe, rapito dalla bellezza del paesaggio italiano, scrisse: «Conosci tu il paese dove fioriscono i limoni? Nel verde fogliame splendono arance d'oro. Un vento lieve spira dal cielo azzurro. Tranquillo è il mirto, sereno l'alloro».
L’elenco dei viaggiatori stranieri rimasti incantati dall’Italia, con la sua storia millenaria e il suo straordinario patrimonio artistico e naturalistico, potrebbe continuare all’infinito. Ed è proprio anche a chi vive fuori dai nostri confini nazionali che si rivolge, per la prima volta, il censimento «I luoghi del cuore», promosso dal Fai (Fondo per l’ambiente italiano), in collaborazione con Intesa San Paolo, sotto l’Alto Patronato della presidenza della Repubblica e con il patrocinio dei ministeri dei Beni culturali e degli Affari esteri.
Fino al 31 ottobre, dunque, italiani e stranieri, maggiorenni e minorenni potranno segnalare «un bene -si legge nella nota di presentazione dell’iniziativa- che si ama e la cui sorte ci sta a cuore, perché in pericolo o semplicemente perché lo si vuole tutelare non solo per noi, ma anche per i nostri figli».
Partecipare al censimento, che nell’ultima edizione (quella del 2010) ha raccolto circa mezzo milione di segnalazioni e che, fino ad ora, ha salvato undici beni, tra i quali il mulino di Baresi a Roncobello (secondo segnalato nel 2003) e l’oratorio di san Martino a Clavi (settimo segnalato nel 2004), «è un modo -spiegano gli organizzatori- per raccontarsi intimamente e al tempo stesso tutti insieme» ed è anche «l’occasione per mostrare al mondo un’Italia civile che si identifica nel proprio patrimonio artistico e ambientale e si mobilita quando sono in gioco le proprie bellezze e la propria Storia. Per farlo basta una firma. Meglio se unita a quelle di migliaia di altre persone».
Ed a chiedere una firma, in questa sesta edizione e in questa prima campagna internazionale del Fai, sono al momento ben oltre 12.000 beni: spiagge, chiese, teatri, monumenti, biblioteche, aree marine, castelli, boschi, borghi, sentieri e alberi, importanti non solo per la geografia e la storia del nostro Paese, ma anche per la memoria e la sfera emotiva dei suoi abitanti e di chi ha scelto l’Italia come «patria del cuore».
Qualcuno di questi beni ha un testimonial vip. E’ il caso del borgo di Vernazza e dei suoi muretti a secco, portati via dalla furia dell’acqua nell’ottobre del 2011 (a loro darà il suo voto l’attrice Lella Costa), ma anche della chiesa di San Michele in Insula, a Trino Vercellese («luogo del cuore» di Roberto Bolle), e dell’abbazia di san Pietro al Monte, nel comune di Civate (bene segnalato dal canoista Antonio Rossi). Indicazioni vip sono giunte anche dall’estero, che considera il nostro Paese la «culla della storia, della bellezza e dell’arte»: Woody Allen ha scelto Roma e la sua villa Borghese; Penelope Cruz si è dichiarata innamorata dell’isola di Salina.
Ci sono, poi, luoghi, la cui segnalazione è partita da vivaci e ben organizzati comitati cittadini, come il già votatissimo Rione Sanità di Napoli, che sogna di costruire una statua per onorare la memoria del grande Totò, o l'intera città di Santa Lucia della Mela, nel Messinese, (dodici i beni candidati e già in vetta alla top ten dei più votati sul Web) o, ancora, il faro del Monte della Guardia a Ponza.
Ci sono, infine, beni che temono per il proprio futuro, che hanno evidente bisogno di restauro e che sono stati candidati a diventare «luoghi del cuore» da gente comune, da chi li vive tutti i giorni, da chi li ama come un figlio: è il caso della chiesa di San Giovanni Battista di Bassano del Grappa, del teatro Sociale di Busto Arsizio, della chiesa degli Olandesi di Livorno, del teatro Sociale di Novi di Modena, del convento di santa Maria del Tempio a Casale Monferrato e del teatro Comunale di Crevalcore, solo per fare qualche nome.
Per votare questi e tanti luoghi sarà sufficiente compilare le cartoline presenti nelle filiali Intesa Sanpaolo e nei beni e nelle delegazioni Fai oppure registrarsi on-line sul sito www.iluoghidelcuore.it. Il censimento sarà, inoltre, pubblicizzato in occasione del Meeting per l’amicizia fra i popoli, in programma dal 19 al 25 agosto a Rimini, e al Festival della letteratura di Mantova, che si svolgerà dal 5 al 9 settembre.
Per questa campagna internazionale, verrà rinnovata anche la veste grafica del sito internet: «per la prima volta -spiega l’ufficio stampa del Fai- il portale sarà bilingue e disponibile in versione mobile. Oltre a segnalare direttamente il proprio luogo del cuore, gli utenti potranno condividere l’iniziativa attraverso il proprio profilo Facebook, trovare notizie sui beni votati con classifiche web costantemente aggiornate e inviare in ogni momento foto, commenti e informazioni sui propri luoghi del cuore. A ciascun luogo segnalato verrà infatti associata una scheda dedicata che gli utenti potranno costantemente aggiornare. Sarà inoltre potenziata l’interattività del sito grazie a una nuova sezione chiamata «Social Hub», che sarà un vero e proprio collettore di tutte le attività svolte dal censimento nell’ambito dei social network (Facebook, Twitter e GooglePlus)». Perché «la bellezza non ha confini» e viaggia anche sul web.


Didascalie delle immagini 
[fig. 1] Campagna promozionale per la sesta edizione del censimento «I luoghi del cuore», promosso dal Fai (Fondo per l’ambiente italiano), in collaborazione con Intesa San Paolo; [fig. 2] Chiesa di San Michele in Insula, a Trino Vercellese («luogo del cuore» di Roberto Bolle); [fig. 3] Il borgo di Vernazza («luogo del cuore» di Lella Costa); [fig. 4] Isola di Salina («luogo del cuore» di Penelope Cruz); [fig. 5 e 6] Campagna promozionale per la sesta edizione del censimento «I luoghi del cuore», promosso dal Fai (Fondo per l'ambiente italiano, con Intesa San Paolo.


Informazioni utili 
«I luoghi del cuore», censimento promosso dal Fai (Fondo per l’ambiente italiano), in collaborazione con Intesa San Paolo. Sito internet: www.iluoghidelcuore.it. Fino al 31 ottobre 2012.