ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

domenica 14 luglio 2013

Dagli aquiloni di Jashimoto alle mappe di Qiu Zhijie: suggestioni orientali alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia

Colore, leggerezza, gioco e poesia: sono queste le parole chiave della grande installazione site specific «Gas Giant» che l’artista statunitense, di origine giapponese, Jacob Jashimoto (Greeley, Colorado, 1973) propone a Venezia, in concomitanza con la cinquantacinquesima edizione della Biennale d’arte.
Diecimila aquiloni in carta di riso e bambù, realizzati a mano secondo un’antica tradizione nipponica, occupano (o meglio invadono) il quarto piano della Fondazione Querini Stampalia, recentemente sottoposto a intervento conservativo da parte dell’architetto ticinese Mario Botta. Il risultato è un’architettura incantata e di grande impatto scenografico, nella quale centinaia e centinaia di moduli, in predominanza di colore bianco, dialogano con altri, dal decoro geometrico e fitomorfo, tenuti assieme da fili di nylon e sorretti al soffitto grazie a un sistema di ancoraggio, costituito da catene e staffe a muro.
La mostra di Jacob Jashimoto, organizzata dallo Studio «La Città» di Verona e curata da Marco Meneguzzo, è solo uno dei tanti appuntamenti che il museo presieduto da Marino Cortese propone durante questa estate. Negli spazi dell’area Scarpa, al pianoterra, è, per esempio, allestita, per iniziativa della Galleria d’arte «Maggiore» di Bologna e con la curatela di Danilo Eccher, una rassegna sui linguaggi figurativi della famiglia Matta, che propone, per la prima volta, un confronto tra l’opera di Roberto Sebastián Matta (Santiago del Cile, 1911- Civitavecchia, 2002), figura storica del Surrealismo e caposcuola dell’Espressionismo astratto americano, e quella dei due figli (avuti da mogli differenti): Gordon Matta-Clark (New York, 1943-1978) e Pablo Echaurren (Roma, 1951).
Attraverso oli su tela, disegni, pastelli su carta e collage, si dipana un percorso lungo cinquant’anni, che ha per scenario gli Stati Uniti e l’Europa, nel quale l’arte diventa strumento per un dialogo concettuale tra i tre artisti, che nel privato ebbero rapporti conflittuali. L'affinità di Gordon Matta-Clark con Roberto Sebastián Matta è riconducibile soprattutto a un livello formale, estetico ed architettonico, mentre in Pablo Echaurren riguarda il carattere più propriamente concettuale del linguaggio espressivo, derivato dalla stessa matrice Dadaista e tardo Surrealista del padre e del fratello. Il filo comune tra i tre artisti, secondo il curatore, è, invece, da individuarsi nella socialità, ovvero nella ricerca continua di un rapporto di partecipazione del fruitore, caratterizzato da un coinvolgimento diretto o indiretto, fisico o mentale, culturale o sociale dello stesso con l'opera.
Al terzo piano della Fondazione Querini Stampalia è, invece, possibile vedere la mostra «Qiu Zhijie. L’unicorno e il dragone», prima tappa di «New Roads», progetto triennale di collaborazione tra Italia e Cina, nato in sinergia con il Museo Aurora di Shangai e Arthub Asia al fine di creare una piattaforma di dialogo multiculturale attraverso l’arte contemporanea.
Una quindicina di mappe site specific, impresse sulla carta con una secolare tecnica cinese di tamponamento con spugne o disegnate direttamente a parete con l’inchiostro, tessono un dialogo tra antico e moderno, tra Oriente e Occidente.
Qiu Zhijie (Fujian, 1969), alla sua prima personale in Italia, si è confrontato per questo progetto espositivo con le collezioni della Fondazione Querini Stampalia e del Museo Aurora di Shangai, restituendo le suggestioni ricevute attraverso un universo figurativo popolato da creature mitologiche, divinità astrali, motivi vegetali, scritte in inglese e cinese. Il tutto intende raccontare gli errori e i fraintendimenti nati dagli scambi culturali tra Italia e Cina, a partire da Marco Polo che, vedendo un rinoceronte durante i suoi viaggi in Oriente, lo identificò subito come un unicorno, seguendo l’unica possibile classificazione che la tradizione occidentale gli aveva messo a disposizione per definire una creatura con un solo corno. Un aneddoto, questo, raccontato nel 1993 da Umberto Eco, durante una conferenza all’Università di Pechino, che mostra come l’uomo classifichi e decodifichi ciò che non conosce secondo standard familiari, spesso sbagliando e non lasciandosi stupire dal mistero. (sam)

Didascalie delle immagini
[Figg. 1 e 2] Jacob Hashimoto, «Gas Giant», installazione alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia. Venezia, 2013. Foto: Studio  «La Città» di Verona; [figg. 3 e 4] Qiu Zhijie alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia. Foto di Agostino Osio 

Informazioni utili 
«Jacob Hashimoto. Gas Giant». Fondazione Querini Stampalia, Santa Maria Formosa, Castello 5252 - Venezia. Orari: martedì-domenica, ore 10.00-18.00; chiuso il lunedì. Ingresso (comprensivo della visita all’intero museo): intero € 10,00, ridotto € 8,00. Catalogo: Marsilio editore, Mestre-Venezia (monografia a cura di Luca Massimo Barbero). Informazioni: Studio  «La Città» di Verona , tel. 045.597549. Sito internet: www.jacobhashimotovenice.com. Fino a domenica 1° settembre 2013. 

«Matta». Fondazione Querini Stampalia, Santa Maria Formosa, Castello 5252 - Venezia. Orari: martedì-domenica, ore 10.00-18.00; chiuso il lunedì. Ingresso (comprensivo della visita all’intero museo): intero € 10,00, ridotto € 8,00. Catalogo: Silvana editoriale, Cinisello Balsamo (Milano). Informazioni: Galleria d’arte «Maggiore» di Bologna , tel. 051.235843 o info@maggioregam.com. Sito internet: www.maggioregam.com. Fino a domenica 18 agosto 2013. 

«Qiu Zhijie. L’unicorno e il dragone». Fondazione Querini Stampalia, Santa Maria Formosa, Castello 5252 - Venezia. Orari: martedì-domenica, ore 10.00-18.00; chiuso il lunedì. Ingresso (comprensivo della visita all’intero museo): intero € 10,00, ridotto € 8,00. Catalogo: : Silvana editoriale, Cinisello Balsamo (Milano). Informazioni: Fondazione Querini Stampalia, tel. 041.2711411. Sito internet: www.querinistampalia.org. Fino a domenica 18 agosto 2013. 


venerdì 12 luglio 2013

Land art, un cuore verde tra le colline del Montefeltro

Non è il messaggio di qualche innamorato, ma una vera e propria opera di land art. Il cuore verde che pulsa nel Montefeltro, sulle colline della Valle del Foglia, è, infatti, stato realizzato dall’artista marchigiano Gianni Calcagnini (Luca - Fano, 1943) per l’«Urbino Resort», incantevole struttura polivalente della tenuta Santi Giacomo e Filippo, composta da antiche case coloniche riadattate in camere e suites, per un totale di trentadue unità abitative e ottantacinque posti letto, che Antonio e Gianfranco Bruscoli hanno aperto nell’autunno del 2007, dopo un accurato intervento conservativo a cura dell’architetto Massimo Bottini.
L’opera di Gianni Calcagnini, disegnata con piantumazioni sempreverdi su uno dei crinali prossimi a Urbino, è visibile non solo agli ospiti del bel resort in località Pantiere, sottoposto a salvaguardia ambientale sotto la tutela della Provincia di Pesaro e Urbino quale sito di importanza comunitaria, ma anche a chi viaggia sulla strada provinciale Feltrasca verso Sassocorvaro, a pochi chilometri da Montecalvo in Foglia.
«Ho realizzato il cuore circa un anno fa, ma nella terra argillosa di questi calanchi le piantine si sviluppano lentamente e hanno bisogno di cure continue –racconta l’artista-. Da poco, con la primavera, il verde è cresciuto vivificando un calanco destinato altrimenti ad essere incolto: è un cuore pulsante che ci mostra la bellezza di ogni angolo di natura, anche del più impervio; è il battito della terra che sente l’uomo prendersi cura di lei».
Accanto a questo nuovo lavoro, nato con l’intento di mettere in risalto il legame ancestrale dell’uomo con la terra, Gianni Calcagnini, artista globetrotter con esperienze lavorative negli Stati Uniti e in Iran, offre alla vista degli ospiti della tenuta Santi Giacomo e Filippo anche un’altra opera recente, datata 2012: l’installazione permanente «Il pensiero è più veloce dell’azione», maestosa scultura in ferro, di oltre sei metri d’altezza e dieci di lunghezza, raffigurante un imponente cavallo che salta verso il cielo.
L’ambiente incontaminato dell’«Urbino Resort» -trecentosessanta ettari a coltivazione biologica nell’oasi faunistica «La Badia», caratterizzati da colline marnoso-argillose, boschi, pianure fluviali e maestose querce secolari- rappresenta, d’altronde, un luogo ideale per il lavoro dell’artista marchigiano, che si dedica alla Land art dagli anni Novanta, quando ha realizzato a Mondaino, cittadina del Riminese dove oggi risiede, l’opera «Gaia» (1995), una donna ‘arata’ di grandi dimensioni (120 x 180 metri).
In queste terre, che secondo la tradizione appartennero alla nonna di Raffaello Sanzio e nelle quali il Duca di Montefeltro aveva il suo casino di caccia, Gianni Calcagnini ha lasciato anche altri due suoi lavori. Passeggiando nel verde della tenuta urbinate (che offre ai suoi ospiti, oltre alle camere, una piscina, un centro benessere, un ristorante, un bar e un eco-spaccio), ci si può, infatti, imbattere nell'installazione «La grotta di passa l’acqua» (2008), «un rifugio -racconta l’autore- nell’utero di Madre Terra, dal quale escono pecorelle in cerca di un pastore-guida», e in «Fontanella» (2011), opera ricavata da una sorgente naturale, trasformata in abbeveratoio per i volatili. Immancabile è, poi, una visita all’abbazia dei Santi Giacomo e Filippo, costruzione di impianto trecentesco, regolarmente aperta al culto dopo il restauro degli anni Novanta, al cui interno è conservato un quadro, molto venerato, della Vergine con il Bambino fra San Giovanni Battista e Antonio Abate.

Didascalie delle immagini 
[Figg. 1 e 2] Gianni Calcagnini, «Cuore nel paesaggio», 2013. Opera di land art per l’«Urbino Resort»; [fig. 3] Gianni Calcagnini, «Il pensiero è più veloce dell’azione», 2012. Installazione per l’«Urbino Resort» 

Informazioni utili 
Tenuta Santi Giacomo e Filippo - Urbino Resort,via San Giacomo in Foglia, 7 - Località Pantiere - 61029 Urbino, tel. 0722.580305, fax 0722.580798, info@urbinoresort.it. Sito internet: www.urbinoresort.it.

mercoledì 10 luglio 2013

Pina Bausch incontra Igor Stravinskij. In scena a Napoli «La sagra della primavera»

Il mito di Pina Bausch, la madre del teatro-danza, rivive a Napoli. Dopo il debutto italiano dello spettacolo «Sweet Mambo», penultima creazione della coreografa tedesca, presentata a fine giugno al Petruzzelli di Bari, il Tanztheater Wuppertal prosegue il proprio viaggio in Italia, facendo tappa al teatro di San Carlo.
Da giovedì 11 a domenica 14 luglio, la compagnia tedesca, che porta l’opera di Pina Bausch in tutto il mondo, sotto la direzione di Lutz Förster, sarà nella splendida sala settecentesca, progettata da Giovanni Antonio Medrano e Angelo Carasale per volontà del re Carlo III di Borbone, con due classici del suo repertorio: «Café Müller» (1978) e «La sagra della primavera» (1975).
Il programma esclusivo, con il quale il Tanztheater Wuppertal torna nella città campana dopo un’assenza di quasi dieci anni (l’ultima sua presenza a Napoli è del 2002, con la rappresentazione di «Nur Du»), viene presentato in collaborazione con Andres Neumann International e nell’ambito del tour per i festeggiamenti dei quarant’anni dalla fondazione della compagnia tedesca.
L’appuntamento offre anche l’occasione per celebrare il centenario dello spettacolo «La sagra della primavera», creazione epocale di Igor Stravinskij e Vaslav Nijinsky, la cui prima assoluta avvenne nel maggio 1913 al Théâtre des Champs Elysées di Parigi e che fu banco di prova per numerosi talenti della danza, tra i quali Maurice Béjart e Martha Graham.
Per le celebrazioni, il Lirico di Napoli ha scelto, insieme con i teatri di Parigi e Mosca, la versione firmata da Pina Bausch nel 1975, con i costumi e le scene di Rolf Borzik. Una versione, questa, nella quale trenta ballerini, quindici uomini e quindici donne, in vesti minimali e leggeri danzano in una scena ricoperta di argilla, dando vita al rito di designazione di una fanciulla destinata al sacrificio propiziatorio. Prevale nell’allestimento una dimensione selvaggia e primitiva, un crescendo drammatico, con i corpi degli interpreti sempre più affannati e imbrattati fino al tragico finale.
Di grande impatto è, poi, la scelta di proporre «Café Müller», titolo che segna un punto di svolta nella ricerca di Pina Bausch, artista che, dopo i precedenti lavori ispirati ai capolavori dell'arte e della letteratura, definisce con questo spettacolo lo stile ed i contenuti del suo teatro-danza. Il balletto è, infatti, la sintesi dell'intero universo poetico, drammaturgico e coreutico inventato dall'artista tedesca, orientato all'analisi del contrasto uomo-società e alla ricerca di una espressività autentica dei sentimenti. La produzione, in parte autobiografica, si svolge in un oscuro «caffè della memoria», affollato di sedie vuote tra cui si muovono, sulle note di Henry Purcell, sei danzatori che rappresentano -in un fulminate lamento d'amore- la metafora dell'impossibilità di un contatto sincero tra gli individui.

Vedi anche
Debutto italiano per lo spettacolo «Sweet Mambo» di Pina Bausch

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Tanztheater Wuppertal Pina Bausch in «La sagra di primavera» («Le sacre du printemps»). Regia e coreografia: Pina Bausch. Musica: Igor Stravinskij. Scene e costumi: Rolf Borzik. Photo: Ulli Weiss;[fig. 2] Tanztheater Wuppertal Pina Bausch in «La sagra di primavera» («Le sacre du printemps»). Regia e coreografia: Pina Bausch. Musica: Igor Stravinskij. Scene e costumi: Rolf Borzik. Copyright: Zerrin Aydin Herwegh; [Fig. 3] Tanztheater Wuppertal Pina Bausch in «Café Müller», un pezzo di Pina Bausch. Musica: Henry Purcell. Regia e coreografia: Pina Bausch. Scene e costumi: Rolf Borzik. Nell'immagine: la ballerina Helena Pikon.Photo: Ulli Weiss

Informazioni utili 
Tanztheater Wuppertal Pina Bausch in «Café Müller»e «La sagra della primavera». Teatro di San Carlo, via San Carlo, 98 – Napoli. Date: giovedì 11 luglio, ore 20.30; venerdì 12 e sabato 13 luglio, ore 21; domenica 14 luglio, ore 17.00. Biglietti: da € 35,00 a € 80,00.

«Café Müller», un pezzo di Pina Bausch. Musica: Henry Purcell. Regia e coreografia: Pina Bausch. Scene e costumi: Rolf Borzik. Interpreti: Helena Pikon, Dominique Mercy, Barbara Kaufmann, Jean-Laurent Sasportes, Michael Strecker, Azusa Seyama/ Aida Vainieri.

«La sagra della primavera». Regia e coreografia: Pina Bausch. Musica: Igor Stravinskij. Scene e costumi: Rolf Borzik. Interpreti: Pablo Aran Gimeno, Rainer Behr, Andrey Berezin, Damiano Ottavio Bigi, Wladislav Bondarenko, Luiza Braz Batista, Lea Burkart, Ching – Yu Chi, Aleš Čuček, Da Soul Chung, Ji-Hye Chung, Clémentine Deluy, Darwin Diaz, Cagdas Ermis, Silvia Farias Heredia, Mareike Franz, Chrystel Guillebeaud, Paul Hess, Ditta Miranda Jasjfi, Scott David Jennings, Daphnis Kokkinos, Kyungwoo Kwon, Thusnelda Mercy, Cristiana Morganti, Blanca Noguerol Ramirez, Jorge Puerta Armenta, Franko Schmidt, Azusa Seyama, Julian Stierle, Michael Strecker, Fernando Suels Mendoza, Tsai-Weii Tien, Anna Wehsarg, Paul White, Tsai-Chin Yu, Sergey Zhukov.

Informazioni: tel. 081. 7972331/412; biglietteria@teatrosancarlo.it. Sito internet: www.teatrosancarlo.it. Da giovedì 11 a domenica 14 luglio 2013.