ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

lunedì 12 maggio 2014

«Scatti da favola», quando una foto rilegge Andersen

«Nove fiammiferaie, otto principesse sul pisello, cinque sirenette, tre paia di scarpette rosse, tre anatroccoli e due vestiti nuovi dell’imperatore»: così lo staff del «Premio H.C. Andersen – Baia delle favole» sintetizza le trenta migliori fotografie giunte alla segreteria del concorso «Scatti da favola», promosso dal Comune di Sestri Levante.
A selezionare il materiale pervenuto in Liguria è stata una giuria composta da cinque esperti di immagine: Giorgio Bergami, il «decano dei fotografi genovesi» che ha immortalato personaggi famosi quali Liz Taylor e Maria Callas e momenti importanti della nostra storia contemporanea come il conflitto jugoslavo nelle strade di Sarajevo; Mario Benvenuto, art director dell’agenzia «Supervisione»; Roberto Montanari, fondatore di «Carpe Diem» e del festival fotografico «Una penisola di luce»; Stefano Rolli, già disegnatore per la Disney e ora vignettista del quotidiano «Il Secolo XIX»; e Alberto Terrile, fotografo creativo, attivo nel campo editoriale e dello spettacolo, che ha vinto più volte il «Kodak European Gold Award».
Serena Biagini, Vincenzo Cammarata, Luca Carrà, Silvia Casali, Vito Cofano, Sara Cola, Francesca Coppola, Carolina Cuneo, Elise De Gauche, Federica Fugazzi, Marco Giorgerini, Laura Giovannetti, Micaela Gotelli, Pino Marasco, Dovile Martinaityte, Antonella Pandini, Giulia Portunato, Michela Razza, Ilaria Schenone, Nicoletta Solinas, Sara Spallarossa, Cinzia Stalteri, Riccardo Tenca, Marco Toschi e Alessandra Valentino sono i nomi dei trenta semifinalisti, autori che hanno riletto alcune delle fiabe più note di Hans Christian Andersen: «La piccola fiammiferaia», «La principessa sul pisello», «Le scarpette rosse», « Il brutto anatroccolo», «La sirenetta» e «I vestiti nuovi dell’imperatore».
Vanità, amore, bellezza, bruttezza, bontà d’animo, povertà, lusso, affetti e dispetti in famiglia sono solo alcuni dei temi trattati nelle foto scelte, che riproducono, nella maggior parte dei casi, nobildonne incontentabili, bambine povere, ragazze-pesce e scarpette rosse.
«Abilità tecnica, originalità dell’idea in riferimento al tema proposto, naturalezza e capacità di cogliere l’attimo, oltre a impegno e perizia nel costruire veri e propri set con tanto di costumi -raccontano gli organizzatori del concorso- sono stati gli elementi vincenti».
«Il premio si è, inoltre, proposto di evidenziare -spiegano ancora da Sestri Levante- come nell’era del digitale fare fotografie sia alla portata di tutti, ma inevitabilmente, facilità di mezzo non equivale a successo garantito, come a dire che le buone idee non vengono tutti i giorni, che la pratica e l’esercizio sono strumenti indispensabili per realizzarle».
Tra le trenta immagini selezionate ci sarà un’ulteriore scrematura. Ne rimarranno, infatti, in gara dieci per la fase social del concorso, che si svolgerà sul sito internet del quotidiano «Il Secolo XIX» e sul profilo Facebook del Premio H. C. Andersen. Le tre che otterranno il maggior numero di Like da parte degli utenti saranno premiate: la prima classificata otterrà un fine settimana a Sestri Levante durante la diciassettesima edizione di Andersen Festival (5-8 giugno 2014); mentre la seconda e la terza riceveranno un riconoscimento da Medici senza frontiere, onlus da sempre attenta alla produzione di documentazione fotografica, spesso magistrale ed emozionante, per sensibilizzare l’opinione pubblica.
«Scatti da favola» è stata la grande novità di questa edizione dello storico festival ligure di teatro e narrazione all’aperto intitolato all’autore danese, da sempre curato da Artificio 23, con la direzione artistica di Leonardo Pischedda, e che quest’anno avrà come filo conduttore il tema «Arte come energia – Energia per la vita» e guarderà alla storia del Rwanda, ricordando il genocidio dell’etnia Tutsi avvenuto nel 1994.
Piccole fiammiferaie contemporanee nelle vesti di anziane signore sul bordo di una strada, sirenette in stile Barbie, scarpette rosse suggerite da un’ombra sul muro o da un nanetto su un tavolo, papere e piccioni a rappresentare moderni brutti anatroccoli e, infine, tronfi uomini a rinfreschi matrimoniali o stropicciate camice su grucce in una camera da letto per reinterpretare una favola come «I vestiti nuovi dell’imperatore»: questi alcuni degli scatti selezionati, piccole storie che raccontano il vissuto emozionale oltre che quello narrativo delle fiabe di Andersen. Racconti senza tempo che incontrano il più social tra i mezzi artistici: la fotografia.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Luca Carrà, «La principessa sul pisello», 2014; [fig. 2] Federica Fugazzi, Cucimi l'anima, 2014 (rilettura della fiaba «I vestiti nuovi dell’imperatore»);  [fig. 3] Sara Spallarossa, «Scoperta», 2014 (rilettura della fiaba «La sirenetta»); [fig. 4] Vincenzo Cammarata, «Il sogno trittico», 2014  (rilettura della fiaba «La principessa sul pisello»)

Informazioni utili 
 Premio Andersen - Baia delle favole, Piazza Matteotti, 3 – 16039 Sestri Levante. Sito web: www.andersenpremio.it. Informazioni: Segreteria del premio: informagiovani@comune.sestri-levante.ge.it e andersen@comune.sestri-levante.ge.it; tel. 0185.458490 (lunedì, ore 10.00-13.00 e ore 14.00-17.00; mercoledì, ore 10.00-13.00 e ore 14.00-17.00; venerdì, ore 9.00/13.00. 

venerdì 9 maggio 2014

I tesori del Portogallo in mostra a Torino

Ci sono uno splendido altare trecentesco della Natività in lamina d’argento dorato e legno parzialmente dipinto, proveniente dal Museu de Alberto Sampaio a Guimarães, e un cofano seicentesco in cristallo di rocca e metalli preziosi, donato dall’arcivescovo dell’indiana Goa al convento degli agostiniani di Lisbona intorno al 1610, tra le oltre centoventi opere che compongono il percorso espositivo della mostra «Tesori del Portogallo. Architetture immaginarie dal Medioevo al Barocco», attualmente allestita a Palazzo Madama di Torino, nella Sala del Senato.
Attraverso pregevoli dipinti, sculture, manoscritti miniati, oreficerie, disegni e trattati provenienti da musei, chiese e raccolte private portoghesi, la rassegna racconta come e con quali occhi pittori, scultori, orafi, ricamatori e scenografi hanno guardato al vocabolario architettonico per creare oggetti i cui valori estetici e decorativi richiamano alla mente immagini di altri mondi e danno corpo a sogni e illusioni.
Sette le sezioni che compongono il percorso espositivo, concepito dal Museu nacional de Arte Antiga di Lisbona, autore della lunga ricerca che ha condotto alla realizzazione della mostra, come un viaggio alla scoperta della civiltà figurativa di una regione europea, il Portogallo appunto, che, attraverso le sue esplorazioni e la sua vasta rete commerciale, ha fatto da ponte con le culture del nord Africa, delle Americhe e dell’Asia.
L’allestimento, progettato da N4 Studio di Torino, si rivela alquanto insolito e coraggioso: scrigni preziosi, ostensori e reliquari sembrano galleggiare nel vuoto, racchiusi all'interno di teche trasparenti in plexiglass, montate su un’impalcatura in tubi metallici da cantiere nelle tonalità oro e bordeaux, come quelli che si usano in edilizia per i ponteggi.
L’uso di materiali leggeri e flessibili a ricreare la struttura spaziale della rassegna contribuisce a valorizzare i pezzi esposti, veri e propri tesori in miniatura fatti di metallo, oro, argento, avorio e pietre preziose che rendono concreta la parola «meraviglia». Ecco così guizzanti pinnacoli, volute, nicchie traforate o abitate da minuscole statue a comporre reliquari e ostensori che sembrano piccole cattedrali come quello cinquecentesco proveniente dal Museu Nacional de Machado de Castro a Coimbra, che campeggia sul materiale promozionale della mostra torinese.
Tra i manufatti esposti colpiscono l’attenzione anche un Crocifisso con calvario della fine del XVII secolo, fabbricato in avorio e con il Cristo incastonato di rubini a simulare le gocce di sangue dal costato, un tabernacolo della fine del Quattrocento, con il dipinto di un «Ecce homo» sulla porta, e una curiosa Madonna-Buddha, dettaglio di una scultura sacra con una Vergine che riproduce la posizione del dio indiano nell’ultimo stadio, prima del raggiungimento del Nirvana.
Non mancano lungo il percorso espositivo testi che hanno fornito il quadro teorico per la formazione degli architetti, con trattati che vanno dall'età classica fino alla fine del Cinquecento: da Vitruvio a Leon Battista Alberti, da Andrea Palladio e Francisco de Hollanda. Ci sono poi in mostra anche le visioni immaginarie di Giovanni Paolo Pannini e i progetti contemporanei di Siza Vieira per Milano e di Carrilho de Graça per Benevento.
L'esposizione è il primo capitolo di una collaborazione tra Torino e Lisbona. Dal 17 maggio, la capitale portoghese ospiterà, infatti, negli spazi del Museu Nacional de Arte Antiga la rassegna «I Savoia. Re e mecenati. Torino 1730-1750», con settanta pezzi provenienti dalla Galleria Sabauda, da Palazzo Madama e dal altre realtà museali del Piemonte che raccontano il profilo alto della produzione artistica cittadina nel periodo in cui Filippo Juvarra proietta la cultura di Torino nell’orizzonte della modernità europea.
Due città e due mostre, dunque, unite insieme per un progetto che guarda al futuro: in un momento di difficile congiuntura economica come l’attuale sono, infatti, importanti, se non indispensabili, politiche culturali sostenibili, basate sulla sinergia e sullo scambio di opere e conoscenze.

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Ostensorio, 1527. Argento dorato. Coimbra, Museu Nacional de Machado de Castro; [fig. 2] Cofano, Venezia, circa 1600. In cristallo di rocca, legno dipinto, argento dorato e rame argentato. Lisbona, Museu Nacional de Arte Antiga; [fig. 3] António de Hollanda, «Santa Chiara. Libro d’Ore detto di Don Manuel», Portogallo, 1517-1551. Tempera e oro su pergamena. Lisbona, Museu Nacional de Arte Antiga

Informazioni utili  
«Tesori del Portogallo. Architetture immaginarie dal Medioevo al Barocco». Palazzo Madama - Museo civico d’arte antica, piazza Castello – Torino. Orari: martedì-sabato, ore 10.00-18.00; domenica, ore 10.00-19.00, chiuso il lunedì (la biglietteria chiude un’ora prima). Ingresso: intero € 12,00, ridotto € 10,00, gratuito per ragazzi minori di 18 anni. Informazioni: tel. 011.4433501. Sito web: www.palazzomadamatorino.it. Fino al 28 settembre 2014.

giovedì 8 maggio 2014

Merletti a forma di barene: in mostra a Burano la land art di Maria Grazia Rosin

Trae spunto dal suggestivo paesaggio delle barene, tipici terreni di forma tabulare che caratterizzano la laguna di Venezia, il progetto «Merletto frattale – Fractal Lace» di Maria Grazia Rosin (Cortina d’Ampezzo, 1958), che, dopo essere stato presentato al pubblico sull’isola di San Francesco del Deserto in occasione della cinquantacinquesima edizione della Biennale d’arte, approda ora al Museo del merletto di Burano.
L’artista trentina di nascita e veneziana d’adozione, che ha studiato con Emilio Vedova all’Accademia di belle arti e che si è accostata anche alla sperimentazione del vetro come medium espressivo, ha colto un interessante parallelismo tra la forma a reticolo delle barene, gli intrecci del merletto ad ago e l’ancestrale tecnica di lavorazione delle reti da pesca dell’isola di Burano.
Ne è nata un’installazione in situ concepita come un work in progress che si presenta come una texture a motivi frattali, ovvero attraverso forme che si sviluppano con caratteri grafici costanti declinandosi all’infinito e creando volumi sempre diversi pur mantenendo inalterata la forma.
Con quest'opera, che si realizza in collaborazione con la maestra merlettaia Sandra Mavaracchio e con la curatela di Chiara Squarcina, Maria Grazia Rosin intende proporre un'inedita riflessione che prende spunto da riscontri estetici possibili fra due «situazioni» -una creativa, l'altra ambientale- accomunate da una medesima fragilità strutturale.
La texture della barena, caratterizzata da un intreccio delicato di piante ed erbe, viene re-interpretata come l’esatta tessitura di un ricamo, in un’immaginifica «trasmutazione alchemica» dei reticoli di un pizzo in una realtà vegetale. Ne nasce un’analisi artistica che si propone di richiamare l’attenzione sul delicato equilibrio della laguna con particolare attenzione alla peculiare attività artigianale dell’isola di Burano.
Dopo la presentazione alla mostra «Oltre il paesaggio mistico» (giugno – agosto 2013), promossa per iniziativa di Simonetta Gorreri dell’associazione «Artlife for the World», il «Merletto frattale - Fractal lace» di Maria Grazia Rosin sarà visibile dal 9 maggio al 27 luglio in un contesto come quello della pittoresca isola di Burano, che vanta una tradizione plurisecolare nella lavorazione del merletto e che permette, quindi, di comprendere ancora meglio le interazioni tra arte e ambiente che lo hanno ispirato.
Per l’occasione, il progetto verrà illustrato attraverso alcuni pannelli realizzati a tecnica mista con interventi digitali di rendering, disegno e collage. Sono, inoltre, in fase di studio continui arricchimenti di contenuti e contributi di ricerca che potranno scaturire dal dialogo con paesaggisti, ma anche con enti, istituti universitari e scuole del territorio, attraverso nuove proposte, disegni, tavole, merletti o modelli.

Didascalie delle immagini 
[fig. 1] Maria Grazia Rosin, Merletto frattale limonium, 2014; [fig. 2] Maria Grazia Rosin, Merletto frattale in barena, 2014

Informazioni utili
«Merletto frattale – Fractal Lace». Museo del Merletto, piazza Galuppi, 187 – Burano. Ingresso: martedì-domenica, ore 10.00-18.00 (la biglietteria chiude alle ore 17.00); chiuso il lunedì. Ingresso: intero € 5,00, ridotto € 3,50. Informazioni: call center 848082000 (dall’Italia), +3904142730892 (dall’estero), info@fmcvenezia.it. Sito web: www.museomerletto.visitmuve.it. Dal 9 maggio al 27 luglio 2014.