ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

giovedì 15 maggio 2014

Venezia, Bollani mette in musica i «Tondi» di Vedova

Bollani «sostiene» Vedova. Si potrebbe riassumere così, parafrasando il titolo della trasmissione musicale di Rai Tre andata in onda lo scorso autunno, l’appuntamento in programma giovedì 16 maggio a Venezia, nei suggestivi spazi dei Magazzini del Sale alle Zattere, a pochi passi dalla collezione Pinault di Punta Dogana e dalla Guggenheim, in quello che è stato ribattezzato il «chilometro dell’arte veneziano».
La Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, presieduta da Alfredo Bianchini, ha, infatti, deciso di affidare al talentuoso ed eclettico pianista jazz, che ha suonato con prestigiose orchestre sinfoniche e che ha collaborato con artisti pop come Jovanotti e Claudio Baglioni, l’evento di inaugurazione (rigorosamente a numero chiuso, per comprensibili motivi di spazio) della nuova mostra dedicata al maestro veneziano, in programma dal 17 maggio al 2 novembre, nei giorni della quattordicesima edizione della Biennale d’architettura.
Dopo gli eccezionali appuntamenti che hanno visto fianco a fianco le opere di Emilio Vedova (1919-2006) con i lavori di Louise Bourgeois, le installazioni di Anselm Kiefer, l’architettura dei teatri di Aldo Rossi e le sculture di Roy Lichtenstein, sarà, infatti, nuovamente attivata la straordinaria macchina espositiva progettata da Renzo Piano, in funzione dal giugno 2009 quando i cinquecenteschi Magazzini del Sale sono stati riaperti alla fruizione del pubblico, dopo un accurato intervento di restauro che ne ha preservato le originarie pareti in mattoni e le capriate a sostegno della copertura.
L’occasione è offerta dalla mostra «Vedova in tondo», che propone al pubblico un aspetto peculiare della ricerca artistica del maestro veneziano, ovvero il passaggio alla pittura e alla scultura circolare, sviluppatosi a partite dal 1984.
Cinque grandi «Tondi», realizzati nel biennio 1985-1987, sono stati collocati lungo le pareti del magazzino, in dialogo con un «Disco» del ciclo «Non dove ’86», posto sul pavimento, e una selezione di opere della serie «Oltre» e di grandi teleri degli anni Ottanta, molti dei quali inediti, movimentati dalle navette robotizzate nello spazio della grande navata che fu deposito di sale ai tempi della Serenissima.
Stefano Bollani darà voce, con la sua curiosità creativa e la sua forza vitale, alla mostra alle Zattere, ovvero ai «Tondi» di Emilio Vedova, con alcune improvvisazioni in loco, per le quali il presidente della fondazione veneziana, Alfredo Bianchini, ha parlato di «Quadri da un’esposizione», citando per assonanza la partitura di Modest Musorgskij che esprime il tentativo di tradurre in musica alcuni disegni e acquerelli dell’amico artista Viktor Aleksandrovic Hartmann.
È la prima volta nella storia dell’istituzione lagunare che si propone un accostamento diretto con la musica, al fine di evocare l’attenzione particolare di Emilio Vedova per questa forma di espressione artistica che lo ha visto coprotagonista, nel 1984, dell’indimenticabile «Prometeo» di Luigi Nono, assieme, ancora una volta, a Renzo Piano.
La performance di Stefano Bollani verrà registrata e il video della serata sarà, poi, riproposto per l’intera durata della mostra. Un modo, questo, per far vivere l’emozione di uno specialissimo incontro tra l’astrattismo della pittura vedoviana e il virtuosismo delle sette note bollaniane anche a chi non potrà entrare, il giorno dell’inaugurazione, negli splendidi spazi dei Magazzini del Sale.

Didascalie delle immagini
[fig.1 ] Ritratto di Stefano Bollani. Foto di Valentina Cenni; [fig. 2] Emilio Vedova, «Tondo '85 - 2», 1985. Pittura su tela, diametro 280 cm. Foto di Vittorio Pavan. Magazzini del Sale, Venezia; [fig. 3] La macchina di Renzo Piano in funzione. Foto di Michele Crosera 

Informazioni utili 
«Vedova in tondo». Magazzino del Sale, Zattere 266 – Venezia. Orari: 10.30-18.00; chiuso il martedì. Informazioni: tel. 041.5226626 o info@fondazionevedova.org. Sito internet: www.fondazionevedova.org. Dal 17 maggio al 2 novembre 2014. 

mercoledì 14 maggio 2014

Milano Asian Art, nove mostre che profumano d’Oriente

Raffinati manufatti di arte buddhista antica del nord India e del Gandhara storico, colorati tappeti Kilim tessuti da comunità nomadi della Persia, preziose sculture cinesi in terracotta e giada realizzate tra il II secolo a.C. e il Seicento, eleganti opere di design giapponese datate al primo Novecento: è ricco il carnet di proposte messo in cantiere per la quinta edizione della Milano Asian Art, unico evento italiano che mira a promuovere l’arte orientale.
Da giovedì 15 a sabato 24 maggio, per dieci giorni, il capoluogo lombardo si ammanterà, dunque, delle atmosfere esotiche ed eteree che caratterizzano lo stile e il gusto asiatici grazie alla collaborazione di otto gallerie cittadine: Dalton Somarè, David Sorgato, Giuseppe Piva, Illulian, La Galliavola, Mirco Cattai, Renzo Freschi e Gracis, dove verrà proposta la mostra di oggetti in ceramica e bronzo «Japanese Design of the 20th century», a cura di Joost van den Bergh e di Ben Janssens, uno dei maggiori specialisti internazionali di arte asiatica e, per anni, chairman antiquairs del Tefaf di Maastricht.
A queste realtà si unirà, anche per l’edizione 2014, una delle istituzioni milanesi che da sempre ha con il mondo del collezionismo un legame molto forte, il museo Poldi Pezzoli, nel quale l’attenzione sarà focalizzata su un oggetto particolarmente interessante della sua raccolta: un Bruciaprofumi a forma di tapiro in bronzo dorato decorato a smalti cloisonné, proveniente dalla Cina della dinastia Qing (XVII – XVIII secolo).
Dalle moderne lacche giapponesi di Tomizo Saratani (Kyoto, 1949), in mostra da Giuseppe Piva, alle memorie di viaggio del milanese Roberto Meazza, ovvero una trentina di immagini scattate in India tra gli anni Settanta e Ottanta, esposte da Renzo Freschi, questa edizione della Milano Asian Art offrirà al pubblico una visione articolata sia dal punto di vista cronologico, muovendo dall’antichità al periodo contemporaneo, sia da quello culturale, spaziando dal vicino all’estremo Oriente e attraversando il sub-continente indiano e il sud-est asiatico.
Attraverso nove rassegne, il collezionista o il semplice curioso potranno avere anche una visione completa per tecniche e materiali, accostandosi a marmi e pietre, giade e lacche, porcellane e avori, bronzi e tappeti, opere in legno e, novità di questo quinto appuntamento, la fotografia nella duplice veste di arte e testimonianza storico-sociale. È il caso della mostra «Minguo - Fermoimmagine di un'epoca» alla galleria «La Galliavola» che racconterà usi e costumi in voga nella Cina della Prima Repubblica, in quel frammento di millennio chiamato appunto Minguo (1936-1940), attraverso un album di più di cento scatti realizzati da un giovane marinaio imbarcatosi nel 1936 sulla nave «Lepanto», al quale saranno accostati oggetti d’epoca come, per esempio, una piccola coppa millefleurs in porcellana, datata ai primi del Novecento, e una scatola decorata a smalti cloisonné del periodo Jiaqing (1795-1820).
Nel molteplice mondo dell’espressività artistica asiatica, la galleria Dalton-Somaré ha, invece, scelto di focalizzare il proprio interesse sull’arte antica buddhista del nord India e del Gandhara storico, proponendo un viaggio alle radici dell’iconografia del pantheon e del buddhismo mahayanico attraverso splendide e rilevanti sculture in bronzo, pietra e terracotta come un «Buddha in predicazione» (II secolo) e un «Ercole - Vajrapani» (IV secolo circa).
Mentre altre due gallerie, la David Sorgato e la Illulian, omaggeranno l’antica arte asiatica della tessitura di tappeti, l’una proponendo la mostra «Il tesoro dei monti Zagros» con preziosi Kilim Qashqa’i e vivaci Sofreh di fattura persiana, l’altra allestendo l’esposizione «Zaronim», che permetterà di ammirare meravigliosi manufatti caucasici come un inusuale Alpan Kuba dal raro fondo color zafferano, un caratteristico Cane Foo cinese, un rarissimo Suzani uzbeko in seta con il suo sole raggiante e un Tibetano tigrato usato come giaciglio.
Infine, Mirco Cattai proporrà nella sua galleria un percorso tra dipinti del periodo Qing (XVIII-XIX secolo) e sculture che vanno dalla dinastia Han (II secolo a.C.) all’epoca Ming (XVII secolo d.C.), opere, queste, riunite sotto il titolo «Ma dao cheng gong», una frase dell’antica tradizione cinese che augurava prosperità e benessere con l’arrivo dell’anno del cavallo, animale che gli oroscopi orientali celebrano proprio quest’anno.

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Brucia profumi a forma di tapiro, particolare. Cina, Dinastia Qing, XVII - XVIII secolo. Bronzo dorato e smalti cloisonné. Milano, Museo Poldi Pezzoli, inventario num. 1125. Opera esposta al Museo Poldi Pezzoli di Milano; [fig. 2]  Takahashi Kaishu (attivo tra 1929-1982), «Colombe». Bronzo, h. cm. 12,5. Opera esposta alla galleria Gracis di Milano nella mostra «Japanese Design of the 20th century»;  [fig. 3]  Tomizo Saratani, «Scatola», 2013. Conchiglie e lacca, cm 4,5 x 8 x 8. Opera esposta nella mostra «L’anima nella lacca» alla galleria Giuseppe Piva di Milano; [fig. 4] Roberto Meazza, La moschea di Jama Masjid a Delhi, 1983. Fotografia esposta nella mostra «My indian memories» alla galleria Renzo Freschi di Milano, nell'ambito della V edizione della Milano Asian Art;  [fig. 5] Una scatola cloisonné del periodo Jiaqing (1795-1820), h cm 14. Opera esposta nella mostra «Minguo - Fermoimmagine di un'epoca» alla galleria «La Galliavola» di Milano; [fig. 6]  «Buddha in predicazione». Grande Gandhara, Valle dello Swat, II secolo. Scisto, 86 cm. Opera esposta nella mostra «Arte antica buddhista» alla galleria Dalton-Somaré di Milano; [fig. 7] Kilim Qashgah'i, Persia, circa 1986. Lana su lana, cm 236x145. Tappeto esposto nella mostra «Il tesoro dei monti Zagros» alla galleria David Sorgato di Milano. 

Informazioni utili 
Milano Asian Art. 
«Japanese Design of the 20th century» - Galleria Gracis, piazza Castello, 16 – Milano (tel. 02.36564455 o gracis@gracis.com). «Arte antica buddhista»  - Galleria Dalton - Somaré, via Borgonuovo, 5 – Milano (tel. 02.89096173 o info@daltonsomare.com); «Il tesoro dei monti Zagros»  - Galleria David Sorgato, via Sant’Orsola, 13 – Milano (tel. 02.86453592 o info@davidsorgato.com); «L'anima nella lacca» - Giuseppe Piva, via San Damiano, 2 – Milano (tel. 02.36564455 o info@giuseppepiva.com); «Zarunin» - Illulian, via Manzoni, 37/41 - Milano (tel 02.6570108 o illulian@illulian.com); «Minguo - Fermoimmagine di un'epoca» - La Galliavola, via Borgogna, 9 – Milano (tel. 02.76007706 o info@lagalliavola.com); «Ma dao cheng gong» - Mirco Cattai, via Manzoni, 12 – Milano (tel. e fax 02.76008959 o info@mircocattai.com); «My indian memories» - Renzo Freschi, via Gesù, 17 – Milano (tel. 02.794574 o info@renzofreschi.com); Brucia profumi a forma di tapiro - Museo Poldi Pezzoli,Via Manzoni, 12 - Milano (tel. 02.794889 o 02.796334 o info@museopoldipezzoli.org).
Orari nelle gallerie del circuito: lunedì 15.00-19.00, martedì-sabato, ore 11.00-19.00; domenica chiuso. 
Orari al museo Poldi Pezzoli: 10.00-18.00; chiuso il martedì. 
Ingresso nelle gallerie del circuito: gratuito. 
Ingresso al museo Poldi Pezzoli: intero € 9,00, ridotto € 6,00, scolaresche € 2,00. 
Informazioni: presso le singole gallerie o sul sito www.asianart.milano.it
Inaugurazione: giovedì 15 maggio, dalle ore 17.00. Da giovedì 15 a sabato 24 maggio 2014.


martedì 13 maggio 2014

Dagli abissi marini al parco di Villa Necchi: in mostra a Milano le sculture polimorfe di Louise Manzon

Sono sculture magiche, ancestrali e vitali, dalla forte espressività, quelle che Louise Manzon (San Paolo del Brasile, 1961) espone nel parco di villa Necchi Campiglio, affascinante dimora anni Trenta nel cuore di Milano disegnata dall’architetto Piero Portaluppi, al cui interno il Fai – Fondo per l’ambiente italiano, ente a cui l’edificio è stato donato dalle sorelle Gigina e Nedda Necchi, ha collocato le collezioni di Alighero ed Emilietta de Micheli e di Claudia Gian Ferrari.
L’installazione site specific, intitolata «Message in the bubble», è promossa da Advantage Première Art Fund in occasione della sesta edizione del forum «Global Perspectives Competitiveness & Growth», con l’intento di testimoniare come la sperimentazione estetica contemporanea possa essere utile ad accendere i riflettori su un tema importante come quello dell’attenzione alla sostenibilità ambientale, da sempre caro ad Advantage Financial, investment company indipendente, costituita da un gruppo di banchieri da tempo attivi sui mercati finanziari internazionali.
Nell’opera esposta a Villa Necchi, l’artista francese d’origine, brasiliana di nascita e italiana d’adozione, con studi in design industriale alla Fondazione «Armando Alvares Penteado» di San Paolo e in pittura e scultura all’Art Student League e alla National Academy Museum and School of Fine Arts di New York, rievoca creature marine primordiali, forme primigenie di vita acquatica che abitano il mondo antico degli abissi e che sono intrappolate nelle gabbie dell’indifferenza, in delicatissime bolle che la società contemporanea sembra aver costruito per non sentire le esigenze dei mari e del pianeta, del loro stato di salute.
Le sculture realizzate per l’evento di Advantage Financial, modellate con un materiale antico come la terracotta, lanciano così un grido d’aiuto che fatica a farsi comprendere e a essere colto nella sua urgenza, soprattutto da un’economia quasi del tutto priva di sensibilità ecologica.
Contaminazione è la parola chiave del lavoro esposto, così come di tutta la produzione di Louise Manzon, nella quale le lezioni dei massimi esponenti dell’Art Nouveau in relazione con il japonisme, «sedimentate in un secolo di cultura visiva francese attraverso tutto il cosmo delle arti decorative», si mescolano con le «magie infinite della natura e delle fantasmagorie d’un Brasile da sogno».
«Louise Manzon, per usare ancora le parole di Philippe Daverio, è una francese diventata barocca per via del Brasile. E nel rendersi barocca ha mutato la più francese delle lingue estetiche, quella che proviene dalle sperimentazioni della terra plasmata, cotta e colorata; esperimento che la cultura visiva e oggettuale di Francia aveva portato ai limiti del virtuosismo in quegli anni formidabili dell’innovazione perenne che furono quelli dell’Art Nouveau».
Così tra le creazioni dell’artista, la cui opera è stata esposta anche negli Stati Uniti e in Svizzera, è nato - suggerisce il critico d’arte alsaziano- «il ciclo dei pesci, plasmati come se la natura folle del tropico avesse dato loro un’energia della quale la terracotta restituisce il movimento, colorati dalla sofisticata capacità di portare le temperature del forno a colare e sedimentare l’immaginazione cromatica trasformata in materia». Un mondo curioso e magico, dunque, quello a cui dà vita Louise Manzon, da assaporare passeggiando lentamente tra le magnolie del Parco milanese di Villa Necchi.

Informazioni utili 
«Message in the bubble». Villa Necchi Campiglio – Fondo ambiente italiano, via Mozart 14, Milano. Orari: mercoledì-domenica, ore 10.00-18.00. Ingresso libero (il giardino di villa Necchi è accessibile senza biglietto di ingresso).Informazioni: Advantage Premiere Art, largo Augusto, tel. 02.76007378 o premiere@advantageart.net. Inaugurazione: 14 maggio 2014, ore 18.30-22.00; per accedere è necessario accreditarsi all'indirizzo premiere@advantageart.net. Dal 15 maggio al 2 giugno 2014.