ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

giovedì 10 luglio 2014

Cosenza, la grafica di Umberto Boccioni trova casa a Palazzo Arnone

Mattia Preti e Luca Giordano, ma anche Paolo De Matteis, Pacecco de Rosa, Carlo Maratta e Sebastiano Conca: è un bel viaggio nell’arte italiana di produzione prevalentemente meridionale quello proposto al visitatore dalla Galleria nazionale di Cosenza, ubicata negli spazi di Palazzo Arnone, attuale sede della Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etno-antropologici della Calabria.
Da giovedì 10 luglio, ad arricchire il già interessante percorso espositivo del museo, riaperto al pubblico nel 2008 dopo un importante progetto di riallestimento delle sale, sarà una sezione dedicata ad Umberto Boccioni (Reggio Calabria, 1882 – Sorte, 1916), esponente di rilievo del futurismo e dell’arte italiana del primo Novecento, al quale si devono opere come «Rissa in galleria» (1910) e «Forme uniche della continuità nello spazio» (1913).
La nuova ala espositiva di Palazzo Arnone, la cui curatela è firmata da Fabio De Chirico e il cui coordinamento organizzativo è realizzato da Nella Mari, ospita, nello specifico, un nutrito gruppo di disegni su carta eseguiti a grafite, penna, china, pastelli colorati e acquerelli, nonché una ricca selezione di incisioni ad acquaforte e a puntasecca per un totale di sessantacinque opere realizzate dal maestro calabrese in un arco temporale che spazia dal 1906 al 1915, dagli anni della formazione alla piena maturità.
I lavori, che compongono una sorta di diario per immagini dell’intera evoluzione artistica di Umberto Boccioni, provengono dalla prestigiosa collezione dell'americana Lydia Winston Malbin, che verso la metà degli anni Cinquanta, acquistò in Italia da Raffaella Callegari, la sorella del pittore e scultore futurista, numerose opere.
Esposta nel 1961 al Museum of Modern Art di New York, nell’ambito dell’importante mostra «The Graphic Work of Umberto Boccioni», la raccolta venne smembrata nel 1990, alla morte della sua proprietaria, e venne riformata nel 1996 quando il Ministero per i beni e le attività culturali la acquistò dalla Finarte di Lugano per destinarla alla Galleria nazionale di Cosenza.
Il materiale esposto, al quale fanno da corredo accurati sussidi didattici e didascalici, è estremamente pregevole, non solo per la difficoltà di reperire opere del maestro calabrese sul mercato antiquario, ma anche per il valore estetico che l’attività grafica del pittore ricopre nel suo percorso artistico.
Il disegno rappresenta, infatti, un momento importante nella formazione di Umberto Boccioni, che mosse i suoi primi passi da artista nello studio di Giovanni Mataloni, un cartellonista romano che gli insegnò quel segno fortemente espressivo e quella definizione sintetica delle masse che sono cifre stilistiche significative di tutta la sua opera grafica.
Questo «sintetismo robusto» dell'artista calabrese ha fatto sì che la critica parlasse spesso di una similitudine con Toulouse Lautrec. Giulio Carlo Argan sostenne, per esempio, che Umberto Boccioni prese a prestito dal grande maestro francese il «disegno elastico, stringente, caratterizzante, ma anche il gusto dell'arabesco espressivo, dell'avventura grafica, del tratto e del tocco sferzanti».
Tra i pezzi in mostra spiccano alcuni capolavori come l’acquaforte «La madre con l'uncinetto» (1907), che rievoca fortemente la pittura successiva di Umberto Boccioni, gli studi preparatori per il dipinto «La risata» e per le tele «Contadini al lavoro» e «Campagna lombarda», nonché il pastello su cartoncino raffigurante «Gisella», proveniente dalla collezione d’arte della Banca Carime e in comodato d’uso presso la Galleria nazionale di Cosenza.
Nell'occasione sarà presentata la scultura bronzea  «Forme uniche di continuità dello spazio»  che Roberto Bilotti ha deciso di donare al museo calabrese; si tratta di uno dei molti esemplari in circolazione della celebre opera futurista così significativa per l'arte italiana da essere stata scelta come immagine per la moneta da venti centesimi di euro.

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Umberto Boccioni, Studio per «Contadini al lavoro», 1908. Matita su carta. 11,8 x 15 cm. Ministero per i beni e le attività culturali, Soprintendenza BSAE della Calabria; [fig. 2] Umberto Boccioni, «La madre con l’uncinetto», 1907. Acquaforte e puntasecca. Ministero per i beni e le attività culturali, Soprintendenza BSAE della Calabria; [fig. 3] Umberto Boccioni, «Gisella», 1907 (datato). Pastello su cartoncino, cm 68 x 98. Collezione Banca Carime in comodato d’uso alla Galleria nazionale di Cosenza 

Informazioni utili 
Collezione Umberto Boccioni. Palazzo Arnone, Via Gian Vincenzo Gravina - Cosenza. Orari: martedì-domenica, 10.00-18.00; chiuso il lunedì. Ingresso libero. Informazioni: tel. 0984.795639/5556 e sbsae-cal@beniculturali.it. Sito internet: www.articalabria.it. Dal 10 luglio 2014.

martedì 8 luglio 2014

A Bagni di Lucca un festival tra arte, musica e circo

«Non si vedono che inglesi, non si ode che parlare inglese». Così Mary Shelley raccontava la passione che gli stranieri avevano nell’Ottocento, e soprattutto in epoca romantica, per Bagni di Lucca, antica cittadina termale nella valle del fiume Lima, a poca distanza dalla Garfagnana e dalla Versilia. Da Lord Byron a Heinrich Heine, da Johann Strauss a Nikolaj Platonovič Ogarëv, passando per Alexandre Dumas (padre) e Franz Liszt furono, infatti, molti i musicisti, i pittori e gli scrittori europei che rimasero affascinati dalle bellezze naturali del territorio e che ne fecero luogo di vacanza prediletto. La cittadina fu anche meta di ritrovo della nobiltà e dei diplomatici accreditati presso la corte di Lucca e il Gran Ducato di Toscana, a cominciare da Maria Luisa di Spagna e Leopoldo II di Lorena, tanto da prendere il nome di «terra di principi e poeti». Non meno numerosi furono gli artisti italiani che scelsero, in passato, di ritemprare il corpo e lo spirito alla sorgenti di questa amena località termale; basti pensare a Giacomo Puccini, Pietro Mascagni, Giuseppe Verdi, Giosuè Carducci e Giovanni Pascoli.
Proprio per ricordare il legame speciale di pittori, poeti e compositori europei per questo affascinante angolo d’Italia, immerso nel verde degli Appennini, l’associazione culturale «Il Ponte in Arte» ha lanciato lo scorso anno la prima edizione del «Bagni di Lucca Art Festival», manifestazione ideata da Jaqueline Varela e Jacob Cartwright che questa estate porterà nel pittoresco borgo di Ponte a Serraglio oltre una cinquantina di artisti, compresi apprezzati performer di arte circense e acrobatica.
Cuore pulsante della manifestazione sono le gallerie di via Vittorio Emanuele: alcuni vecchi negozi, inattivi da anni, recuperati e trasformati in dieci spazi espositivi, per un totale di più trecento metri di vetrina, dove artisti locali e internazionali esporranno per quasi un mese le loro creazioni di pittura, fotografia, scultura, video-arte e le loro installazioni. Attualmente sono in mostra i lavori del pittore statunitense Paul Gervais, della fotografa napoletana Andrea De Franciscis, della scozzese Jenny Mcintosh, della lucchese Laura Gori, della scultrice svedese Inger Sannes e dell’inglese Richard Sweeney,ma è possibile vedere anche la rassegna «Who we are», con le opere di cinque giovani artisti emergenti provenienti da Cina, Francia e Australia. Dal 25 luglio al 10 agosto sarà, invece, la volta dell’artista multimediale Giorgio Brogi, della fotografa statunitense Alyssia Lazin, del milanese Glauco Di Sacco, del lucchese Simone Franchi, del pittore ceco Pavel Kapic e dei ceramisti inglesi Carol Newmarch e Wren Miller.
Per tutta la durata del festival, una delle gallerie verrà messa a disposizione per i manufatti di «Home of Artisans»: uno spazio curato da Belinda Hall, che ospiterà produzioni e laboratori artigianali di tutto il mondo, con la lavorazione del legno, della ceramica, della terracotta e la tessitura.
È, inoltre, in programma un’installazione sull’acque del torrente Lima. Non mancherà, poi, la musica. Dopo il concerto del gruppo italiano Triad Vibration (4 luglio), è previsto un omaggio alla grande tradizione del dramma lirico, nella splendida cornice del Casinò più antico d'Europa, con lo spettacolo «A night at the Opera», un percorso tra arie di Mozart, Puccini e Verdi (19 luglio). Il palcoscenico sarà, poi, tutto per Neco Novellas, musicista del Mozambico che spazia dal pop al jazz, passando per l’afro-beat, il rock e la musica classica (2 e 8 agosto). Mentre a chiudere le serata sarà il concerto «Hollywood Hotel Swing Night» (10 agosto), un percorso tra le atmosfere jazz degli Anni Trenta e Quaranta.
La magia del festival di Bagni di Lucca sarà, inoltre, arricchita da alcune performance acrobatiche di altissimo valore, a cura di James Kingsford Smith (11, 12, 25, 26 luglio), artista del Cirque du Soleil, che,accompagnato dalla violoncellista Lih-Qun Wong, si esibirà in alcun estratti dagli spettacoli «In search of light» e «The glass menagerie».
Chiudono il programma della rassegna toscana una serie di interessanti corsi di pittura, scultura, ceramica e teatro.

Informazioni utili 
«Bagni di Lucca Art Festival». Sedi varie – Bagni di Lucca (Lucca). Ingresso libero alle mostre e agli spettacoli. Informazioni: www.artfestivalbagnidilucca.org. Fino al 10 agosto 2014.

domenica 6 luglio 2014

Siena, in viaggio nell’antica Etruria con Michael Franke

È un viaggio pittorico nell’anima e nell’essenza dell’Etruria quello che l’artista tedesco Michael Franke (Bonn, 1957) propone con la mostra «Ántron – Divinità etrusche tra inferi ed estasi. Genesi pittorica dell’Europa», promossa dall'amministrazione comunale di Siena, con il patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica federale di Germania e con il contributo economico della Banca Monte dei Paschi, negli antichi spazi dei Magazzini del Sale di Palazzo pubblico, nell’ambito degli eventi promossi per la candidatura di Siena a Capitale della cultura 2019.
Settantasette opere tra astrazione e figurazione, alcune delle quali di dimensioni monumentali, popolano le sale espositive che, con i loro spessi muri in mattoni e la struttura a labirinto, rievocano alla mente gli antri sotterranei etruschi, in uno sottile gioco di rimandi tra idea espositiva e genius loci che trasforma il cammino espositivo in un percorso iniziatico di passaggio dalla dimensione dell’oltretomba verso quelli che sull’«Art Weekly» del Monte dei Paschi sono stati definiti «mondi superiori, permeati di luce e gioia estatica».
L’esposizione, che si avvale dell’allestimento degli architetti Francesca e Gabriele Pulselli, si articola, infatti, sui due livelli: al piano inferiore dei Magazzini del Sale è possibile ammirare opere che illustrano le profondità della terra e l’oscurità; al piano superiore si trovano, invece, lavori ispirati al paesaggio esuberante e vulcanico dell’Etruria, dove la natura si mostra, secondo l’autore, nel suo triplice volto di maestra, madre e divinità.
La mostra prevede anche una sezione al Santa Maria della Scala, nei suggestivi spazi del Museo archeologico nazionale, nel quale sono raccolte testimonianze della civiltà etrusca e che vede l’artista esporre due opere intitolate «Porte dell'oltretomba», raffiguranti un motivo ricorrente nell'iconografia dell’antica Etruria, e alcuni disegni di studio così da creare una feconda interazione tra arte contemporanea e archeologia, presente e storia, con uno sguardo verso il futuro culturale della città toscana e dell’Europa.
I luoghi raffigurati da Michael Franke esistono, non sono immaginari: sono posti che l’artista ha visitato, studiato e disegnato con il suo cavalletto, durante il lungo soggiorno nei pressi del Lago di Bolsena. Per quattro anni, infatti, il pittore tedesco ha viaggiato tra i paesi toscani e nell’alto Lazio per ritrovare le tracce archeologiche degli etruschi e tratteggiare così un suo personalissimo ritratto della storia europea, nel quale l’antico diventa archetipo e paradigma per una nuova e rinnovata alleanza tra uomo e natura.
Michael Franke «è entrato nelle grotte, ha camminato lungo le vie cave, addentrandosi –raccontano Francesca e Gabriele Pulselli- negli squarci profondi scavati nella terra, nascosti da una fitta vegetazione, ricca di biodiversità. […] Vere e proprie opere di land-art ante litteram che disegnano il territorio, dove la natura e l’opera dell’uomo si compenetrano». L’artista ha riletto questi spazi con gli occhi dell’anima e gli ha dato nuova forma attraverso tecniche antiche e pigmenti naturali della grande tradizione pittorica come le tempere all’uovo e alla caseina.
A tal proposito, Claudio Strinati scrive in catalogo che il pittore tedesco «concepisce la sua pittura come un filtro dell’intelligenza e della sensibilità attraverso la quale passano tutte le percezioni e le sensazioni della realtà. La sua, inoltre, non è una percezione diretta quanto un’interpretazione del dato reale entro quello culturale. Franke ha approfondito, attraverso un lungo soggiorno nelle zone dell’alto Lazio, un’esperienza storica immane come quella degli etruschi, del loro mondo e del loro territorio. Ed è proprio il dato territoriale a diventare nella sua pittura lo spunto figurativo primario. L’artista, in particolare, è affascinato da quegli incredibili passaggi stretti scavati nel tufo dove sembra quasi inconcepibile che siano stati aperti e praticati varchi a testimonianza di una civiltà di cui sembra di avvertire una componente magica e enigmatica sulla quale l’artista elabora le sue immagini. Franke è arrivato, dopo anni di esperienze e sondaggi, a costruire un universo figurativo ricco di echi e implicazioni, fortemente vissuto, capace di parlare a tutti, nel nome di quel supremo principio dell’arte che è la condivisione».


Nota
In occasione delle Notti dell’Archeologia, in programma il 9 luglio, Michael Franke accompagnerà i visitatori alla scoperta dell’anima e dell’essenza del territorio e del paesaggio dell’Etruria, in un percorso che prenderà il via,  alle ore 17, dal Santa Maria della Scala, e toccherà, quindi, l’Antico Spedale e Magazzini del Sale di Palazzo Pubblico. Si può prenotare la visita al numero 0577.534507 o al numero elettronica infoscala@comune.siena.it.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Michael Franke, «Armenta», Trittico, cm 150 x 150; [fig. 2] Michael Franke, «Porte dell’oltretomba I», cm 175 x 110; [fig. 3] Michael Franke, «Via degli inferi II», cm 150 x 200; [fig. 4 ] Michael Franke, «Adyton», cm 170 x 130

Informazioni utili
«Ántron – Divinità etrusche tra inferi ed estasi. Genesi pittorica dell’Europa». Magazzini del Sale, Palazzo pubblico di Siena, Piazza del Campo, 1 – Siena. Orari: ore 11.00-17.00; gli orari possono subire variazioni al 27 giugno al 3 luglio e dall’11 agosto al 17 agosto per attività inerenti ai Palii. Catalogo: disponibile in mostra (con testi di testi di Immacolata Amodeo, Martin Bentz, Hans-Dietrich Genscher, Giovanni Feo, Jürgen Fohrmann e Hedwig Pompe, Andreas Marneros, Michael Meyer-Blanck, Fulvio Ricci, Reinhard Schäfers, Claudio Strinati, Gabriele Uelsberg e Bruno Valentini). Informazioni: tel. 0577.292232 o e-mail: info@comune.siena.it. Sito internet: www.comune.siena.it o www.michaelfranke.eu. Fino al 28 settembre 2014. [mostra prorogata fino al 12 ottobre 2014]