ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 24 ottobre 2014

Dal Rossini di Luzzati alle fiabe scozzesi: «Le immagini della fantasia» trovano casa a Sarmede

Erano gli anni Sessanta. Giulio Gianini, affermato direttore della fotografia con una vasta esperienza sulla pellicola a colori, cercava un artista che potesse creare le immagini per un film d’animazione, sua grande passione sin da giovanissimo. Nello stesso frangente di tempo, Emanuele Luzzati, scenografo di straordinario talento e di grande successo conosciuto per il lavoro al Teatro della Tosse di Genova, sentiva l’esigenza di esprimere in modo più complesso il suo mondo, voleva unire il racconto al colore in movimento.
Dall'incontro tra questi due artisti, accomunati da una straordinaria capacità creativa e da uno sguardo candido e ironico sulle cose del mondo, e dal loro amore per la musica di Gioachino Rossini, il più divertente tra i compositori italiani, nacque il film «La gazza ladra», prima opera della conosciuta «Trilogia rossiniana» di Giulio Gianini ed Emanuele Luzzati, alla cui realizzazione collaborò anche un giovanissimo Štěpán Zavřel, conservandone un ricordo indelebile e una fonte di ispirazione preziosa per i suoi lavori futuri.
In occasione dei cinquant'anni dalla nascita di questo piccolo capolavoro d'arte totale, che è una gioia per gli occhi e il cuore di chiunque si sia imbattuto nella sua visione, Sarmede, comune dell'Alto Trevigiano ribattezzato il «paese delle fiabe», propone una mostra celebrativa sul film «La gazza ladra», allegra e colorata «opera da funamboli -per usare le parole di Carla Rezza Gianini-, in cui la preziosità delle immagini sembra legarsi come per magia al ritmo imposto dalla partitura, mentre seguiamo incantati le evoluzioni spettacolari di un piccolo uccello nero, attraverso il quale gli autori svelano il loro animo, affermando perentoriamente il valore della libertà e della giustizia».
L’occasione per questa bella rassegna, che permetterà anche di vedere i rodovetri della danza della gazza ladra restaurati da Antonella Abbatiello, è offerta dalla trentaduesima edizione della mostra internazionale «Le immagini della fantasia», nata nel 1982 da un’idea del disegnatore praghese Štěpán Zavřel che ha così voluto proporre uno sguardo ampio sul mondo dell’illustrazione per l’infanzia.
Per tre mesi, dal 26 ottobre al 18 gennaio, Sarmede si trasformerà così in un paese a misura di bambino e proporrà un ricco calendario di laboratori creativi, incontri con autori, proiezioni, letture animate e tanti altri eventi, a cominciare dalla mostra storica che, come da tradizione, presenterà alla Casa della fantasia una trentina di libri di recente pubblicazione che rappresentano il meglio dell’editoria internazionale per i più giovani, un genere che sposa la varietà degli approfondimenti con la qualità estetica e letteraria dei contenuti proposti.
Ospite d’onore della mostra sarà Giovanni Manna, i cui acquarelli dal segno terso e dalla leggibilità immediata hanno accompagnato, in oltre vent’anni di attività, fiabe, grandi classici della letteratura, testi sacri, riscritture di miti e leggende, dall’«Odissea» di Omero alla «Bibbia», dal «Don Chisciotte» di Cervantes al libro «L’isola del tesoro» di Robert Louis Stevenson, passando per «Il principe felice» di Oscar Wilde, «Piccole donne» di Louisa May Alcott o il volume «Una sera prima della prima» di Beatrice Masini, che svela ai più piccoli la vita misteriosa di un grande teatro d’opera come La Scala di Milano.
Un altro, fortunatissimo, filone delle proposte di Sarmede riguarda la scelta, anno dopo anno, di focalizzare l’attenzione su un’area geografica, estesa o più limitata, nella quale si siano sviluppati nuclei autonomi di fiabe. La scelta quest’anno, anche grazie al coinvolgimento di realtà quali lo Scottish Storytelling Centre e l’Edinburgh College of Art, è caduta sulla Scozia, terra di castelli sulle scogliere, di misteri, di mostri e folletti.
L’iniziativa, presentata in catalogo da Donald Smith, prevede la partecipazione di Vivian French, nota autrice scozzese che ha pubblicato oltre duecento libri illustrati, tra cui una collana interamente dedicata alle principesse, edita in Italia dalla De Agostini.
In questa sezione del festival, è prevista, inoltre, la pubblicazione del libro «Il canto delle scogliere», nuovo volume della serie «Le immagini della fantasia», iniziativa editoriale realizzata con Franco Cosimo Panini che raggiunge quest’anno il suo decimo anno di attività anche grazie alla preziosa collaborazione dello scrittore Luigi Dal Cin e alla direzione artistica di Monica Monachesi.
Il libro raccoglie fiabe e leggende della Scozia: storie di isole, laghi, mare e penisole rocciose illustrate Anine Bösenberg, Philip Longson, Lizzy Stewart, Clotilde Perrin, Miguel Tanco, Aurora Cacciapuoti, Giovanni Manna, Marina Marcolin, Marco Paschetta e Marco Somà.
Completano il cartellone di proposte messe in cantiere a Sarmede dal festival «Le immagini della fantasia» due rassegne tematiche: uno sul libro «Planetarium» di TopiPittori, l’altra sul volume «Il ladro di colori», un capolavoro di Mafra Gagliardi e Stepan Zavrel pubblicato nel 1972 in lingua giapponese e da poco edito per la prima volta nel nostro Paese per i tipi della Bohem Press Italia. Un programma, dunque, composito quello messo in cantiere dalla cittadina dell’Alto Trevigiano per questa nuova edizione della sua mostra internazionale, che viaggerà, poi, con il suo carico di sorprese in Italia e all’estero, per raccontare tutta la magia racchiusa tra le pagine di un libro per bambini: un oggetto semplice ma prezioso, che un genitore leggerà ad alta voce, un insegnante userà a scuola, un giovane illustratore osserverà per la propria crescita artistica e un piccolo lettore sfoglierà per scoprire il mondo, per diventare un adulto migliore.(sam)

Didascalia delle immagini
[Fig. 1] Locandina della trentaduesima edizione della mostra internazionale «Le immagini della fantasia»; [fig. 2] Un frame del film d'animazione «La gazza ladra», opera realizzata da Giulio Gianini ed Emanuele Luzzati nel 1964; [fig. 3] Illustrazione di Giovanni Manna dedicata alla Scozia, paese ospite della  trentaduesima edizione della mostra internazionale «Le immagini della fantasia»; [fig. 4] Mariana Ruiz Johnson, «La mamma», Kalandraka Italia, 2013; [fig. 5] Clotilde Perrin, «Il suonatore di Cornamusa» 

Informazioni utili 
«Le immagini della fantasia». Casa della fantasia, via Marconi, 2 - Sàrmede (Treviso). Orari: lunedì-venerdì, ore 9.00 - 17.00; festivi e prefestivi, ore 10.00-21.30; dal 26 dicembre 2014 al 04 gennaio 2015: tutti i giorni, ore 10.30-19.00. Ingresso: intero € 3,00, ridotto  € 2,50, gratuito per i bambini fino alla scuola dell’obbligo.  Catalogo: disponibile in mostra. Informazioni: tel. 0438.959582. Sito internet: www.sarmedemostra.it. Dal 26 ottobre 2014 al 18 gennaio 2015. 

giovedì 23 ottobre 2014

«Tante lune», Giacomo Leopardi incontra l’arte xilografica di Gianni Verna

C’era una volta la xilografia, arte antica nata in Oriente nella notte dei tempi, prima ancora dell’era cristiana, e giunta successivamente in Europa, dove divenne il principale strumento di stampa a partire dal XII secolo. E c’era una volta un giovane poeta dalla salute cagionevole e dall’animo fragile, Giacomo Leopardi, che dalla grande casa paterna sui colli recanatesi guardava il mondo senza trovare il coraggio di prendervi parte. Queste due storie si incontrano a Milano, alla Kasa dei Libri, dove martedì 28 ottobre inaugura la mostra «Tante lune», che espone il lavoro di Gianni Verna, artista torinese, che vive appartato dalla frenesia cittadina dedicandosi a stampare proprio come si faceva una volta, a mano, con matrici in legno su cui sono impressi a rilievo disegni e parole.
Sul suo tavolo da lavoro si raccolgono gli strumenti del mestiere: coltellini affilati e scalpelli per incidere il legno con la sapienza e la maestria degli artigiani di un tempo; carta pregiata e colore per tradurre in immagini la realtà che gli sta attorno.
Dalla casa di Verna, nascosta tra gli alberi, si vede ancora il cielo. Quasi lo stesso cielo infinito che vedeva Giacomo Leopardi dai colli di Recanati nelle serate di aria serena, quando interrogava la luna. Allora, ecco che gli sguardi dei due si avvicinano e si toccano, tanto che l’artista torinese decide di ripercorrere i passi del poeta e di fare della luna la principale protagonista delle sue opere.
Recentemente Gianni Verna si avvicina, schivo e timido con le sue xilografie sotto il braccio, ad Andrea Kerbaker e gli propone il suo lavoro. Nasce così la mostra milanese che allinea quindici xilografie che hanno per protagonista il grande astro, insieme con sei pannelli della lunghezza di due metri ciascuno che raccontano l’intera storia della «Batracomiomachia», la guerra dei topi e delle rane scritta nella Grecia antica e ripresa, poi, da Giacomo Leopardi nel 1831. Il poemetto satirico racconta di una mitologica guerra tra animali ma, sotto il tono ironico, cela la cronaca del fallimento dei moti di indipendenza napoletani ai quali il poeta recanatese assistette durante il suo soggiorno partenopeo.
La mostra, curata da Gianfranco Schialvino, prevede anche due incontri di approfondimento: lunedì 3 novembre lo scrittore e giornalista Piero Bianucci guiderà il pubblico alla scoperta del cielo; mentre giovedì 6 novembre si terrà una serata poetica con Maurizio Cucchi, Milo De Angelis e Antonio Riccardi in occasione del centesimo anniversario di Piero Bigongiari, poeta italiano che ha dedicato molte ricerche a Giacomo Leopardi.
Una segnalazione merita, infine, l’allestimento, ideato e realizzato dallo studio Caratterimobili, che coinvolgerà lo spettatore nel clima poetico, surreale e sospeso dei versi dello scrittore recanatese e delle stampe di Verna.

Informazioni utili 
 «Tante lune» - I versi di Giacomo Leopardi nelle xilografie di Gianni Verna. Kasa dei Libri, largo De Benedetti, 4 – Milano. Orari: lunedì-venerdì, ore 15.00-19.00. Informazioni: tel. 02.66989018, mostre@lakasadeilibri.it. Inaugurazione: martedì 28 ottobre 2014, ore 18.00. Dal 29 ottobre al 7 novembre 2014.

mercoledì 22 ottobre 2014

Vincenzo Vela ospite della nobiltà lombarda. Ad Arcore una mostra e un libro sulla Cappella Borromeo d’Adda

Le sue porte sono chiuse al pubblico per consentire una serie di lavori di miglioria e di modernizzazione ai sistemi di climatizzazione e di allarme, utili per accedere a rilevanti prestiti internazionali che richiedono condizioni di conservazione sempre più rigide. Ma l’attività di ricerca dello staff di Villa Vela a Lingoretto, ottocentesca casa-museo del Canton Ticino restaurata una decina di anni fa dall’architetto Mario Botta, è più viva che mai.
Durante la chiusura forzata degli spazi espositivi e del parco circostante, il team del museo diretto da Gianna Mina sta, infatti, occupandosi della stampa di cataloghi ragionati e di pubblicazioni scientifiche e sta proponendo mostre extra muros sul territorio italiano.
È il caso della rassegna «I fratelli Vela e la committenza d’Adda ad Arcore», allestita fino alla prossima domenica 9 novembre nelle Scuderie della Villa Borromeo d’Adda, uno dei più ricchi patrimoni monumentali della Brianza.
Nel cortile centrale dell’elegante residenza lombarda, realizzata a metà Settecento dall’abate Ferdinando d’Adda (1729-1808), sono esposte alcune fotografie delle opere realizzate da Vincenzo Vela (Ligornetto, 1820-1891) nel corso della sua vita, in un percorso che –dichiarano gli organizzatori nel pieghevole che accompagna la mostra- «vuole sottolineare l’evoluzione stilistica dell’autore: si susseguono così le tematiche di natura risorgimentale a quelle di area sociale, senza che siano trascurati i momenti di vita privata della committenza nobiliare».
Il primo piano ospita, invece, quattro busti in gesso, gentilmente concessi dal museo svizzero, quali espressione della produzione artistica di Vincenzo e del fratello Lorenzo (Ligornetto, 1812 - Milano, 1897). Il pubblico può, inoltre, visionare un album di stampe della cappella Borromeo d’Adda e il calco della mano danneggiato del monumento funebre a Maria Isimbardi, giovane moglie di Giovanni d’Adda, riprodotto mediante l’innovativa tecnica laser e stampa 3D.
Questo piccolo gioiello architettonico, un vero e proprio Gesamtkunstwerk, venne eretto tra il 1850 e il 1853 su progetto dell’architetto Giuseppe Balzaretto. L’edificio fu interamente decorato, seguendo un ardito programma iconografico, dallo scultore ornatista e animalista ticinese Lorenzo Vela. Al suo fianco il fratello minore Vincenzo realizzò lo spettacolare monumento funerario alla nobildonna, prematuramente scomparsa nel 1849, oltre alla splendida statua dell’«Addolorata», imponente ornamento dell’altare, una figura che a sua volta vibra tra terra e cielo, espressione del dolore terreno di chi ha perso una persona cara.
La piccola mostra brianzola, che è soprattutto un invito a lasciarsi emozionare e meravigliare dalla stupefacente bellezza della Cappella Borromeo d’Adda, è nata in occasione della pubblicazione del quarto numero della collana «Saggi sulla scultura», edito dal museo ticinese di Lingornetto, al cui interno sono raccolti saggi e documenti sulla committenza dei conti d’Adda.
Gli studiosi Giorgio Zanchetti, Paolo Plebani e Omar Cucciniello sono stati incaricati di analizzare, in specifici saggi di approfondimento, non solo i capolavori monumentali eseguiti per la cappella di Arcore, ma anche i ritratti ritratti commissionati a Vincenzo Vela da svariati membri della famiglia.
A questi saggi si aggiunge una panoramica più ampia sulle vicende legate ai possedimenti d’Adda nel comune e ai membri più illustri del casato, per mano di Beatrice Crippa e Antonella Sala. Da tutto ciò -afferma Gianna Mina- «si ricava il quadro completo di uno straordinario e fecondo mecenatismo, che affondava le radici in amicizie sincere tra artisti e committenti, e in condivisi ideali politici e civili, così cari ai fratelli Vela e alle cerchie da loro frequentate negli anni in cui l’emancipazione della giovane Italia stava avanzando non solo attraverso campagne militari, ma ugualmente per mezzo di sodalizi privati e affinità culturali».
Particolare cura è stata prestata alla parte iconografica della pubblicazione che, oltre a illustrazioni in grande scala delle principali opere discusse, riproduce nella parte finale tutti i numeri riferiti alle committenze d’Adda presenti nelle collezioni del museo Vela.
In occasione della pubblicazione, è in fase di studio anche una mostra presso Villa Carlotta a Tremezzo, nella suggestiva cornice del lago di Como, dove nella primavera 2015 verrà esposta una piccola, ma preziosa galleria di ritratti della famiglia D’Adda.

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Vincenzo Vela, Monumento funerario a  Maria Isimbardi d’Adda, 1851-52. Marmo. Arcore, cappella Borromeo d’Adda; [fig. 2] Vincenzo Vela, Ritratto di Leopoldina d’Adda, 1852-1854. Marmo, cm 105 x 70 x 70. Collezione privata;[fig. 3] Vista di insieme della Cappella d’Adda di Arcore, con il Monumento funerario a  Maria Isimbardi d’Adda e la statua dell’«Addolorata»

Informazioni utili 
«I fratelli Vela e la committenza d’Adda ad Arcore». Scuderie di Villa Borromeo D’Adda, largo Vela, 1 - Arcore. Orari: sabato e domenica, ore 15.00-19.00. Ingresso gratuito. Catalogo: disponibile in mostra. Informazioni: Comune di Arcore, tel. 039.6017400; Biblioteca di Arcore,  tel. 039.616158. Sito web:  www.comune.arcore.mb.it.  Fino al 9 novembre 2014.