ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

domenica 15 febbraio 2015

Il Dada di Mondino incontra le esperienze di vita di Rä di Martino. Nuovi appuntamenti per «Surprise» e «Vitrine» alla Gam di Torino

È Aldo Mondino (Torino, 1938‐2005) il primo protagonista della terza edizione di «Surprise», progetto espositivo della Galleria d’arte moderna di Torino che concentra l’attenzione su aspetti specifici del contesto artistico nel capoluogo piemontese tra gli anni Sessanta e Settanta.
La rassegna, curata da Maria Teresa Roberto e Gregorio Mazzonis, focalizza nello specifico la propria attenzione sulle opere «Sole» e «Immersore», entrambe realizzate nel 1967, quando l’artista, con alle spalle studi all’Ecole du Louvre di Parigi e ai corsi di incisione di William Heyter, iniziava ad interessarsi alle tematiche del gioco e dello humor, complice anche l’arrivo della Pop art in Italia.
I due lavori esposti alla Galleria d’arte moderna di Torino rappresentano, in realtà, un’esperienza anomala nella storia artistica di Aldo Mondino, il cui esordio avvenne nel 1963 alla galleria «Il punto», allora diretta da Gian Enzo Sperone, con la presentazione delle «Tavole anatomiche», metafora della società contemporanea descritta attraverso gli organi del corpo umano.
Ad accomunare le due opere sono i materiali utilizzati, ovvero legno e lampadine ad incandescenza. «Sole» traduce, per esempio, con i prodotti delle insegne luminose un tema caro alla pittura di paesaggio come l’alba, sul quale, negli anni tra il 1963 e il 1964, si era concentrata anche la ricerca del pop artista Roy Lichtenstein. «Immersore» guarda, invece, più alle istanze New dada di quel periodo, come ha notato Riccardo Passoni.
Un altro elemento che accomuna i lavori esposti è una misura fissa che guida la loro installazione alla parete: 160 centimetri da terra, come è stato segnalato dallo stesso autore su un’etichetta della galleria Stein di Milano.
Questa linea immaginaria, che attraversa in orizzontale l’opera «Immersore», definisce -raccontano dalla Gam- «il punto al di sotto del quale le lampadine devono rimanere spente e corrisponde sia alla misura teorizzata da Masaccio come altezza fissa dell’occhio umano sia al segno lasciato dalle acque dell’Arno su alcuni capolavori dell’arte fiorentina» durante l’alluvione del 4 novembre 1966. Un fatto, quest’ultimo, che impressionò a tal punto Aldo Mondino da spingerlo a realizzare una serie di opere, come l’intervento alla mostra «Con temp l’azione» del 1967, durante la quale l’artista unì le sedi espositive -le gallerie Stein, Sperone e Il Punto- tirando un filo rosso attraverso la città posto a 160 centimetri di altezza da terra.
In contemporanea, la Galleria d’arte moderna di Torino ospita il primo appuntamento della quarta edizione di «Vitrine», il progetto dedicato alla ricerca artistica contemporanea, che prevede anche rassegne di Francesco Gennari, Francesco Barocco, Anna Franceschini e Luca Trevisani.
Per l’occasione, Rä di Martino (Roma, 1975) presenta l’opera «The Picture of Ourselves», video in bianco e nero che inquadra i primi piani alternati di una bambina e di un giovane uomo dagli occhi chiari, due ritratti in cui affiorano suggestioni della tradizione artistica, dalla pittura più antica fino alla fotografia più contemporanea, due sguardi che sono la testimonianza della vita che scorre, si radica, si evolve in un infinito intrecciarsi di possibilità.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Rä di Martino, The Picture of Ourselves, 2013, HD video. © Rä di Martino / Copperfield Gallery, Londra; [fig. 2]  Aldo Mondino, «Immersore», 1967. Legno e trentasei lampadine colorate, 13.5 x 118.5 x 29.6 cm. Torino, Fondazione De Fornaris; [fig. 3] Aldo Mondino,«Sole», 1967. Lampadine colorate su legno (scultura composta da 5 elementi). 160 × 320 cm.

Informazioni utili 
«Surprise» - Aldo Mondino e «Vitrine» - Rä di Martino. Galleria civica d'arte moderna e contemporanea di Torino, via Magenta, 31 - Torino. Orari: martedì-domenica, ore 10.00-18.00; chiuso il lunedì. Ingresso: intero € 10,00, ridotto € 8,00, gratuito per i ragazzi fino ai 18 anni. Informazioni: centralino tel. 011.4429518; segreteria tel. 011.4429595, gam@fondazionetorinomusei. Sito internet: www.gamtorino.it. Fino al 6 aprile 2015. 

venerdì 13 febbraio 2015

«Modenantiquaria», una settimana all’insegna dell’antico

Compie ventinove anni «Modenantiquaria», la più longeva, qualificata e visitata mostra-mercato di arte antica in Italia, che per questa edizione avrà come suo testimonial Philippe Daverio. Da sabato 14 a domenica 22 febbraio, i quindicimila metri quadrati della Fiera cittadina apriranno, infatti, le porte ad oltre centocinquanta prestigiosi operatori del settore, tra i quali si segnalano la galleria Tornabuoni di Firenze, la Fondantico di Bologna, la Hampel Fine Art Auction di Monaco di Baviera e la 900 Art Gallery di Londra.
Qualità sarà ancora una volta la parola chiave della manifestazione modenese, realizzata con il patrocinio dell’Associazione antiquari d’Italia e della Fima-Federazione italiana mercanti d’arte.
Lo documentano bene alcune opere di estremo valore in mostra come la «Natura morta con violino, libro e frutta», dipinto attribuito da Francesca Baldassari all’emiliano Cristoforo Munari (Reggio Emilia, 21 luglio 1667 – Pisa, 3 giugno, 1720), databile tra il 1703 e il 1713, quando l’artista era all’apice della sua fama alla corte dei Medici.
L'opera, presentata al Salone modenese da Moretti Fine Arts (galleria con sedi a Firenze, Londra e New York), rappresenta anche una sorta di ritorno a casa dal momento che il pittore Cristoforo Munari -particolarmente rinomato tra Seicento e Settecento per la sua produzione di nature morte e di trompe l’oeil- iniziò la sua carriera proprio con il patrocinio di Rinaldo d’Este, duca di Modena.
Non meno interessante è il «Genio Rezzonico» di Antonio Canova (Possagno, 1º novembre 1757 – Venezia, 13 ottobre 1822), un busto gigante in gesso (165 centimetri di altezza), calco dell’opera situata sul lato destro del monumento a Clemente XIII Rezzonico in San Pietro, a Roma, inviato nell’estate del 1794 dallo scultore veneto a Girolamo Zulian per la sua dimora padovana e acquistato alla sua morte da Daniele degli Oddi, in mostra nello stand di Carlo Orsi.
La Cantore galleria antiquaria di Modena propone, invece, uno scenografico e imponente dipinto attribuito da Giovanni Papi al Guercino (Cento, 2 febbraio 1591 – Bologna, 22 dicembre 1666) e alla sua scuola, nel quale è raffigurato Francesco I d’Este (cm 224 x 120) e in cui si vede sullo sfondo la Ghirlandina, raramente rappresentata così chiaramente in opere antiche. L'opera, conservata in una collezione nobiliare spagnola, è con ogni probabilità un dono del duca modenese al re Filippo IV di Spagna, in occasione di un suo viaggio a corte nel 1638.
Tra i tanti gioielli in mostra meritano, poi, una segnalazione anche la raffinata coppia di figure femminili in legno intagliato e dorato (h. 180 cm) della seconda metà del Seicento, raffiguranti l’allegoria delle stagioni «Primavera» ed «Estate», riconducibili alla bottega genovese di Filippo Parodi, e un pregevole esemplare dell’ebanisteria romana della metà del Settecento come la «Grande scrivania lastronata» (238 x 120 cm di lunghezza) di Nicola Bargilli con al centro, in madreperla, le ghiande dei della Rovere.
Tante le proposte di qualità per i dipinti dell’Ottocento ai quali è dedicato un focus specifico grazie alla concomitante Excelsior - XIV Rassegna d’arte italiana dell’Ottocento. Tra le molte opere che si potranno ammirare a Modena, meritano una segnalazione un raffinato «Nudo di donna con calze nere», firmato da Giovanni Boldini e datato 1885, una suggestiva «Veduta di Capo Noli» (1905) di Angelo Morbelli e l'opera «Giornata di vento a Chioggia» di Leonardo Bazzaro, presentata nel 1900 alla Triennale di Milano.
Un’attenzione particolare nell’ambito della mostra-mercato sarà riservata anche al design per esterni con la ventiduesima edizione di «Petra», salone di decorazione per parchi e giardini, che analizzerà il tema della biodiversità.
«Modenantiquaria» proporrà, inoltre, una collaborazione di grande interesse con la Galleria estense di Modena, chiusa dal maggio 2012 per i danni subiti dal sisma e la cui riapertura è prevista per il prossimo 29 maggio, presentando la mostra «La vertigine del collezionismo. Tesori nascosti dalla Galleria estense». Una selezione affascinante di bronzi, mirabilia, ceramiche, cammei, acquamanili, avori, terrecotte oltre a disegni e dipinti, di diverse epoche e provenienze, per un totale di trenta opere, ricreeranno una sorta di wunderkammer rappresentativa delle diverse anime delle collezioni dei duchi d’Este.
Nell’ambito della rassegna, nella quale si potrà ammirare lo scrittoio da viaggio di Ferrante Gonzaga, attribuito a Leone Leoni, saranno esposti anche quattro piccoli e preziosi bronzi con le «Allegorie delle quattro stagioni», realizzati da Francesco Bertos (1678–1741), il cui restauro è stato finanziato dall’associazione antiquari d’Italia, che li ha anche dotati di quattro basi.
In occasione del salone ci sarà, poi, l'anteprima della mostra dedicata dal Mef alle affinità che hanno portato al successo due uomini come Enzo Ferrari e Luciano Pavarotti.
Da non perdere è, infine, «Salottino Daverio», una chiacchierata per riflettere sull'andamento del mercato dell'arte antica in Italia e all'estero, sul senso del collezionare oggi, sul ruolo e sul «naso» dei mercanti d'arte, in compagnia di Philippe Daverio appunto, Paolo Manazza, direttore di «Arslife e firma del «Corriere Economia», e Marina Mojana, storica dell'arte, da sempre attenta al settore anche per il «Domenicale» del «Sole24Ore».
Un programma, dunque, ricco quello di questa edizione di «Modenantiquaria», per la cui immagine guida è stato scelto il ritratto che il Bernini fece a Francesco I d’Este, personalità artefice con la sua passione, proprio a Modena, di una delle raccolte d’arte più ammirate del XVII secolo.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Giovanni Giacomo Sementi (Bologna, 1583 - Roma, 1636), «Sacra famiglia con un angelo». Olio su tela, cm 76,3x96,5. Maurizio Nobile – Bologna, Parigi;  [Fig. 2] Nicola Bargilli (Fiorentino, attivo a Roma 1750 circa), Grande scrivania lastronata con al centro, in madreperla, le ghiande dei della rovere, cintura tripartita e bocchette bronzee per i cassetti. Bois de rose e bois de violette, noce, cornici di testa in radica di noce, acero e madreperla, cm 238x120x84. Altomani & Sons – Milano; [fig. 3] Antonio Canova (Possagno 1757 – Venezia 1822), «Genio Rezzonico». Gesso, altezza 165 cm ca. (284 cm ca. con la base), firmato in basso a destra: Ant. Canova. Carlo Orsi - Milano; [fig. 4] Cristoforo Munari (Reggio Emilia, 1667 - Pisa, 1720), «Natura morta con violino, libro e frutta». Olio su tela, 113 x 86 cm. Moretti Fine Arts – Firenze, Londra, New York; [fig. 5] Giovanni Boldini (Ferrara 1842 – Parigi 1931), «Nudo di donna con calze nere», c. 1885. Olio su tavola cm 33 x 55. Bottegantica – Bologna, Milano

Informazioni utili
«Modenantiquaria». Quartiere fieristico ModenaFiere, viale Virgilio, 70/90 – Modena. Orari: dal lunedì al venerdì, ore 15.00-20.00; sabato e domenica, ore 10.30-20.00. Ingresso: intero € 15,00. Sito internet: www.modenantiquaria.it. Vernice: 13 febbraio, ore 19.00. Da sabat0 14 a domenica 22 febbraio 2015.

mercoledì 11 febbraio 2015

Alla ricerca del nuovo Hans Christian Andersen. Ritorna a Sestri Levante il premio «Baia delle favole»

Sarà Ascanio Celestini, attore, regista cinematografico e teatrale entrato nel cuore e nell’affetto del grande pubblico per le sue qualità di narratore, il testimonial della quarantottesima edizione del «Premio H. C. Andersen Baia delle favole», lo storico concorso letterario internazionale per fiabe inedite, la cui premiazione è programmata per sabato 6 giugno a Sestri Levante.
Il bando della competizione, che rimarrà aperta fino al 31 marzo, è suddiviso in quattro categorie: «Scuola materna» (da 3 a 5 anni), «Bambini» (da 6 a 10 anni), «Ragazzi» (da 11 a 16 anni) e «Adulti» (oltre i 17 anni). Anche quest’anno si potrà partecipare con una fiaba, inedita e mai veicolata nel web, in lingua: inglese, francese, tedesco, spagnolo, arabo, cinese e russo gli idiomi ammessi.
La giuria del premio, presieduta da David Bixio, sarà composta da Rosellina Archinto, Elisa Bixio (consigliere delegato alla Cultura del Comune di Sestri Levante), Donatella Curletto (coordinatrice del Sistema bibliotecario provinciale), Caterina Lerici, Maarten Veeger (membro dell’Associazione stampa estera in Italia), Carlo Alberto Bonadies (di Einaudi), i giornalisti Antonio Bozzo, Silvana Zanovello e Silvia Neonato, Andrea Satta (pediatra e voce del gruppo musicale «Têtes de Bois») e Pierantonio Zannoni. Dal 2011 vota per il premio ligure anche Anthony Majanlahti, scrittore e storico, ultimo discendente diretto di Hans Christian Andersen.
Tutti i vincitori riceveranno la «Sirefiaba Andersen», un’opera dell’artista Alfredo Gioventù che raffigura la Sirenetta; i palio per ogni categoria ci sono, poi, dei premi in denaro che variano dai 1.000 ai 3.000 euro. Per la miglior fiaba in lingua straniera si prevede, invece, il dono di un fine settimana per due persone a Sestri Levante. La giuria consegnerà, inoltre, un diploma ad alcune fiabe non premiate nelle categorie ufficiali, ma particolarmente meritevoli per contenuti e originalità.
Ritorna, poi, per il secondo anno «Scatti da favola», concorso realizzato con l’associazione «Carpe Diem» e il quotidiano «Il Secolo XIX», che dal 1° marzo al 15 aprile raccoglierà immagini fotografiche realizzate ispirandosi a fiabe famose come «La principessa sul pisello», «La sirenetta», «Il brutto anatroccolo», «Le scarpette rosse», «La piccola fiammiferaia» e «I vestiti nuovi dell’imperatore».
La cerimonia di premiazione, dedicata alla memoria della scrittrice Sandra Verda, si terrà sabato 6 giugno all’interno della diciottesima edizione dell'Andersen Festival, la grande e ormai nota kermesse internazionale di spettacolo all'aperto, curata da Artificio 23, con la direzione artistica di Leonardo Pischedda, che nelle ultime edizioni ha avuto l'Alto patrocinio della Presidenza della Repubblica ed è stata inoltre insignita della «Targa d'argento».
Per quattro giorni, da giovedì 4 a domenica 7 giugno, Sestri Levante sarà così nuovamente "invasa" da artisti e compagnie di tutto il mondo, che proporranno spettacoli, performance, incontri, concerti per adulti e bambini, nella splendida cornice della Baia del silenzio –con il suo famoso palco sull’acqua- e in altri siti della città.
La ricerca della felicità, diritto umano essenziale come affermavano già Confucio e Socrate e come stabilisce la Costituzione americana del 1797, è tema guida di alcuni degli eventi speciali proposti in questa edizione 2015. Non mancherà, infine, il consueto focus sulle altre «Realtà del mondo», che quest’anno concentrerà la propria attenzione sulla città di Sarajevo, a cento anni dal 1914, ovvero dalla scoppio della Prima guerra mondiale, e a venti di distanza dalla fine dell’assedio più lungo della storia moderna, la guerra civile jugoslava, alla quale pose fine l’accordo di Dayton sotto l’egida americana. Un esercizio di memoria, questo, utile per rendere ancora più chiaro a tutti noi il valore della pace in una singolare coincidenza con la visita di papa Francesco a Sarajevo, che avverrà negli stessi giorni del festival ligure.

Informazioni utili 
 Premio Andersen - Baia delle favole. Quota di iscrizione: € 20,00 per la sola sezione «Adulti» da versarsi su c/c postale n. 12489167, intestato a Comune di Sestri Levante – Servizio Tesoreria. Data di consegna materiali: settore letterario, fino al 31 marzo 2015; settore fotografico, dal 1° marzo al 15 aprile 2015. Indirizzo per la consegna dei materiali (valido solo per la sezione letteraria: Giuria del Premio Hans Christian Andersen – Baia delle Favole – Sezione (indicare qui la categoria per la quale si concorre), piazza Matteotti, 3 – 16039 Sestri Levante. Sito web: www.andersenpremio.it.m Sito internet per la consegna dei materiali: http://www.andersenpremio.it/it/content/partecipa-al-concorso. Informazioni: Segreteria del concorso, informagiovani@comune.sestri-levante.ge.it e andersen@comune.sestri-levante.ge.it; tel. 0185.458490 (lunedì, ore 10.00-13.00 e ore 14.00-17.00; mercoledì, ore 10.00-13.00 e ore 14.00-17.00; venerdì, ore 9.00/13.00).

martedì 10 febbraio 2015

«Precious», quando il gioiello è firmato da Picasso o Dalì

Da Salvador Dalí a Marc Quinn, passando per Louise Bourgeois, Damien Hirst, Lucio Fontana, Anish Kapoor e molti altri: è un viaggio attraverso un centinaio di grandi nomi dell’arte moderna e contemporanea, documentati nel loro volto inedito di creatori di gioielli, quello proposto dalla mostra «Precious - da Picasso a Jeff Koons», allestita negli spazi di Palazzo Nani Mocenigo a Venezia, sede del nuovo Vitraria Glass +A Museum.
Dopo aver fatto tappa al musée La piscine di Roubaix, al Mad di New York, al Benaki museum di Atene, all’Istituto Ivam di Valencia, al Bass museum di Miami e all'Hangaram Design museum di Seoul, l'incredibile raccolta di Diane Venet, collezionista parigina di origine e newyorkese di adozione, moglie dell'artista Bernar Venet, arriva, dunque, per la prima volta in Italia.
Centosessantuno gioielli, tra i quali molti inediti, occuperanno fino al prossimo 12 aprile il primo piano del Vitraria Glass +A Museum, situato nel cosiddetto «museum mile» tra l’Accademia e le Zattere, e nato lo scorso settembre con l’intento di indagare il materiale vetro attraverso le contaminazioni con l’arte, il design, l’architettura e le nuove tecnologie, proponendosi anche come piattaforma di incontro e scambio per artisti e industria creativa.
La mostra «Precious», per la curatela di Diane Venet ed Ewald Stastny, rientra, però, nella vocazione «+A» del museo, che già con questo appuntamento esprime la propria volontà di indagare anche l’«altro», investigando, in questo caso, un’arte applicata come l’oreficeria.
I gioielli esposti sono opere firmate dai più grandi artisti contemporanei, spesso pezzi unici, talvolta edizioni limitatissime che rimangono nei tratti distintivi inequivocabili e riconducibili alla cifra stilistica di ciascun autore.
Ogni gioiello, concepito come opera d’arte da indossare, racchiude in sé una storia ed è stato realizzato dall’artista con una particolare persona in mente: è forse proprio questo aspetto «intimo» a renderlo ancora più affascinante.
Il doppio significato di questa mostra inizia proprio dal suo titolo: «Precious» non solo perché si fa riferimento a oggetti d’arte rarissimi e preziosi, ma anche ad opere che custodiscono un contenuto simbolico e personale forte, spesso all’origine della creazione. Basti pensare ai ciottoli raccolti sulla spiaggia da Pablo Picasso e poi dipinti per Dora Maar, o ai pezzi di osso sui cui incise il ritratto di Marie-Thérèse.
È la stessa Diane Venet a raccontare che la sua collezione nacque il giorno in cui suo marito, l’artista francese Bernar Venet, le strinse attorno all’anulare sinistro un sottile bastoncino d’argento come anello di nozze, a cui sono seguiti spille e bracciali, ognuno corrispondente ad un nuovo concetto nella sua attività artistica.

La raccolta è, poi, cresciuta nel tempo, chiamando a raccolta amici e artisti quali César, che ha compresso braccialetti e ciondoli della famiglia Venet per dargli nuova vita, o Chamberlain, che ha donato a Diane il suo primissimo gioiello, una spilla in alluminio accartocciato e verniciato.
A volte gli artisti hanno rifiutato la richiesta di Diane Venet, per cimentarsi nella sfida solo in un secondo momento, come nel caso di Frank Stella, tentato dallo sperimentare il proprio linguaggio su una scala diversa e con vincoli differenti.
Molti gioielli sono arrivati dopo indagini, incontri, viaggi intrapresi per rintracciare pezzi rari. Tutti sono il risultato di un intreccio tra storie di vita e storia dell’arte.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Avish Kehbrehzadeh, «Mashkarah with Dragonfly», 2014.Foto courtesy: Elisabetta Cipriani; [fig. 2] Jean Cocteau, «Madame», 1960.Foto courtesy: Gregory Favre; [fig. 3] Salvador Dalì, «Cuilliere», 1957. Foto courtesy: Philipe Servent

Informazioni utili 
«Precious - da Picasso a Jeff Koons». Vitraria Glass +A Museum - Palazzo Nani Mocenigo, Dorsoduro 960 - Venezia. Orari: lunedì-domenica, ore 10.00-17.00. Ingresso: € 10,00; gruppi (min. 3 persone) e studenti fino ai 25 anni € 7,00, gratis per i bambini fino ai 16 anni. Informazioni: tel. 041.0988122. Sito internet: www.vitraria.com. Fino al 12 aprile 2015. 

lunedì 9 febbraio 2015

Carnevale? «La festa più golosa del mondo». Parola dei Musei civici di Venezia

Sarà il tema dell’alimentazione a fare da fil rouge alla proposta ideata dal Comune di Venezia, in collaborazione con la locale Fondazione musei civici, per il Carnevale. «La festa più golosa del mondo» è, infatti, il titolo scelto per questa edizione della kermesse lagunare che, in linea con il tema portante dell’ormai imminente Expo Milano 2015, intitolato «Nutrire il pianeta - Energia per la vita», proporrà un ricco cartellone di iniziative, itinerari tematici, performance teatrali e musicali ispirato al tema del nutrimento.
Fino al 17 febbraio, sarà, per esempio, possibile scoprire, grazie al lavoro dell’ufficio attività didattiche della fondazione, una ricca scelta di opere, presenti nelle collezioni civiche, correlata all’iconografia del cibo, in un viaggio virtuale che dalla funzione puramente biologica, atta a garantire la sopravvivenza degli esseri viventi, si apre a una dimensione culturale allo scopo di narrare tra visioni del mondo, curiosità, aneddoti, leggende, simboli e rituali, significativi aspetti della storia e della civiltà veneziana.
Il percorso può iniziare al Museo di storia naturale, dove si trova una sezione interattiva di grande interesse dedicata alle differenti strategie di vita legate alla nutrizione, adottate nel mondo animale sempre e soltanto in virtù dell’istinto. Nelle altre sedi dei Musei civici la straordinaria molteplicità di risposte culturali a quel bisogno primario che è il cibarsi diventa, invece, occasione per ripercorrere e riscoprire l’arte, la vita quotidiana, l’organizzazione del lavoro, gli usi e consumi dei diversi ceti sociali, anche grazie alla presenza di schede di approfondimento che propongono al visitatore una lettura ad ampio spettro delle opere esposte, ponendo in relazione diversi piani d’analisi: artistico, storico, antropologico e naturalistico.
Tra i pezzi in mostra si segnalano la tela «La venditrice di frittole» (1750 circa) di Pietro e Alessandro Longhi a Ca’ Rezzonico, le insegne delle corporazioni dei cuochi, dei «fritoleri» e dei «frutaroli» al Museo Correr e «La colazione in villa» (seconda metà del XVIII secolo) della scuola di Pietro Longhi a Casa Goldoni, ma sono tanti altri i lavori da poter ammirare anche tra le sale di Palazzo ducale, Palazzo Mocenigo e Ca’ Pesaro.
Momento clou dei festeggiamenti sarà, come da tradizione, l’ultimo «giovedì grasso» (il 12 febbraio) quando i musei civici verranno coinvolti in una sorta di «maratona» teatrale e musicale durante la quale varie formazioni artistiche realizzeranno una messa in scena di breve durata (di circa venti minuti) di fronte alle opere più significative di ogni specifica collezione.
Le attività saranno proposte più volte nel corso della giornata (con cadenza ogni mezz’ora, dalle 11 alle 16.30, ad eccezione dei laboratori per bambini a Palazzo Ducale e Ca’ Rezzonico, in programma alle 15 e alle 16), offrendo così la possibilità anche ai visitatori dei musei di partecipare alla festa carnevalesca per antonomasia.
Le attività proposte per il «giovedì grasso», alle quali si accederà con il prezzo del biglietto di ogni singolo museo o con il Museum pass del Muve, verranno realizzate in collaborazione con il Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia, cui è stata affidata l’esecuzione di due performance musicali a Palazzo ducale e al Museo Correr, e, per la parte degli eventi teatrali, dalle compagnie Pantakin, Kairós e Arte-Mide.
A Casa Goldoni è, per esempio, prevista una lezione-spettacolo su Arlecchino e le altre maschere della Commedia dell’arte attraverso le innumerevoli scorrerie culinarie di Carlo Goldoni, da «La buona moglie» a «L’uomo prudente», da «Sior Todero» a «Le done de casa soa» e «Il servitore di due padroni». A Palazzo Mocenigo si punterà, invece, i riflettori su Casanova con lo spettacolo «Il goloso libertino», nel quale verrà recitato il menù della seduzione e si parlerà dell'alchimia tra piaceri della tavola e del letto. Mentre a Ca' Rezzonico ci sarà una disfida culinaria fra un una venditrice di frittelle e una cuoca che scodella un tagliere di polenta, piatti rappresentativi della Venezia settecentesca. Vale, infine, la pena di segnalare la performance «Quando el pan cascò dal cielo» a Palazzo Ducale, nella quale gli attori faranno rivivere ai visitatori la grande vittoria dei veneziani contro re Pipino, figlio di Carlo Magno, tra gli anni 809 e 810, grazie a una leggendaria «pioggia di pane».
Durante il Carnevale andrà, inoltre, in scena a Ca’ Rezzonico e a Palazzo Mocenigo lo spettacolo itinerante «Women in love - Ovvero le donne di Shakespeare», una produzione del Teatro stabile del Veneto, in collaborazione con la Fondazione musei civici, nella quale saranno protagoniste tutte le mitiche eroine del grande drammaturgo inglese.Un programma, dunque, molto ricco quello studiato dalla Fondazione musei civici per festeggiare uno dei momenti dell'anno più amati dai veneziani, la stagione che -scriveva Carlo Goldoni- «tutto il mondo fa cambiar. Chi sta bene e chi sta male Carneval fa rallegrar. Qua la moglie e là il marito, ognuno corre a qualche invito, chi a giocare e chi a ballar».

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Pietro e Alessandro Longhi, «La venditrice di frittole ». Olio su tela, 1750. Venezia, Ca’ Rezzonico; [fig. 2] Pittore del XIV secolo, «Insegna dell’Arte dei Frutaroli ». Olio su tavola, 1508. Venezia, Museo Correr; [fig. 3] Immagine promozionale del Carnevale 2015 a Venezia; [fig. 4] Marionetta del teatrino da Ca' Grimani ai Servi, XVIII secolo. Venezia, Ca' Centanni - Casa di Carlo Goldoni

Informazioni utili
visitmuve.it
www.carnevale.venezia.it