ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

giovedì 9 giugno 2016

Roma, Shakespeare sotto le stelle. Quattro mesi di eventi al Silvano Toti Globe Theatre

La giustizia e l'esercizio della legge, osservati attraverso la lente di ingrandimento fornita dal Bardo, sono i due temi scelti come filo conduttore per la nuova stagione del Silvano Toti Globe Theatre di Roma, unico teatro elisabettiano d’Italia, nato nel 2003 grazie all’impegno dell’Amministrazione Capitolina e della Fondazione Silvano Toti per una geniale intuizione di Gigi Proietti.
In occasione delle celebrazioni per il quattrocentesimo anniversario dalla morte di William Shakespeare, il pubblico del teatro capitolino, ubicato nella suggestiva cornice di Villa Borghese, potrà finalmente assistere a un evento atteso da anni: Gigi Proietti proporrà un suo personale omaggio al drammaturgo seicentesco cimentandosi nell’interpretazione di alcuni brani del testo «Edmund Kean» scritto da Raymund Fitzsimons.
Lo spettacolo, del quale l’attore romano cura anche l’adattamento e la regia, è in cartellone per le serate dall’8 al 17 luglio. In scena un uomo solo nel suo camerino che beve, si trucca e si interroga sulle parole di William Shakespeare, passando in rassegna una vita di battaglie e successi. Quell’uomo è Edmund Kean, grande attore inglese dell'inizio dell'Ottocento, idolatrato dal pubblico e dalla critica che ne decretarono l'ascesa dal ruolo di Arlecchino ai grandi protagonisti shakespeariani e, poi, la rovinosa decadenza.
Il copione, con il quale Proietti si era già cimentato ventisette anni fa a Taormina, è più che un testo chiuso: è un'occasione per entrare nel segreto del camerino in cui monologhi, battute, idee prendono e perdono forma, in un processo creativo da laboratorio che smonta e scruta le creazioni di Shakespeare.
Ad aprire la programmazione sarà, invece, Mariano Rigillo con lo spettacolo «Lear. La storia», per l’adattamento e la regia di Giuseppe Dipasquale. L’attore napoletano, in scena dal 23 giugno al 3 luglio, approda al ruolo shakespeariano con l’autorevolezza acquisita in oltre sessant’anni di straordinaria carriera. Quella che andrà in scena sul palco di Villa Borghese, nella traduzione di Masolino D’Amico, è la più apocalittica delle tragedie shakespeariane, un testo che declina l'inganno insieme all'ingratitudine, la follia insieme alla malattia, la corruzione insieme alla superbia e al delirio e nel quale il bene fa fatica ad affermarsi.
Dal 22 luglio al 7 agosto il palcoscenico del Silvano Toti Globe Theatre ospiterà, quindi, «Il mercante di Venezia», un testo dai toni contrastanti, in cui si affronta il tema della tolleranza e lo scontro fra clemenza e giustizia.
In questo nuovo allestimento, per la regia e la traduzione di Loredana Scaramella, si punta a mantenere il carattere di commedia dato al testo dal Bardo, allontanandosi dai toni drammatici delle più recenti messe in scena dell’opera, spesso considerata come lo spunto per una riflessione sulla discriminazione antisemita subita a più riprese dal popolo ebraico. «Il mercante di Venezia» diventerà così il racconto di una grande storia sull’amore, ambientato nel periodo a cavallo fra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, «anni euforici, -racconta Loredana Scaramella- pieni di cambiamenti di costume, di novità e luminosi progressi, che accolgono però i germi silenziosi di un buio futuro».
Il Silvano Toti Globe Theatre aprirà, poi, le porte a un suo appuntamento cult: il «Sogno di una notte di mezza estate», a firma dell’indimenticabile Riccardo Cavallo, giunto al suo decimo anno di repliche. Lo spettacolo, in scena dal 10 al 21 agosto, è una di quelle storie che non smette mai di emozionare e che continua a far sognare grandi e piccoli raccontando il tempo breve della felicità con un sottile sottofondo di malinconia.
«La grandezza di Shakespeare –si legge nella presentazione dello spettacolo- sta nell’aver saputo coinvolgere tre mondi diversi, ciascuno con un suo distinto linguaggio: quello delle fate che alterna al verso sciolto, canzoni e filastrocche, quello degli amanti dominato dalle liriche d’amore e quello degli artigiani, nel quale la prosa di ogni giorno è interrotta dalla goffa parodia del verso aulico».
Dal 26 agosto all’11 settembre la scena sarà animata dallo spettacolo «Il racconto di inverno», una delle ultime opere scritte da Shakespeare, che contiene e sviluppa i temi presenti nelle opere precedenti. In questo testo, proposto con la regia e l’adattamento di Elena Sbardella, la giustizia invade un terreno privato, quello della fiducia e della relazione matrimoniale. Si susseguono tra le pagine del copione la gelosia, la disperazione, l’allontanamento, il dolore, la morte, per poi vedere il ritorno della gioia più allegra e sfrenata e della vita, perché a vincere sarà l’amore.
Spazio, quindi, a un viaggio tra i più bei versi di William Shakespeare, per l’ideazione e la regia di Melania Giglio, sulle note di Marvin Gaye, Amy Winehouse, Leonard Cohen e Alanis Morissette.
«Qual è la natura dell’amore? Qual è il confine tra amore e amicizia? In che cosa differiscono l’amore passionale e quello ideale? Quando possiamo parlare di affinità elettive?» Queste le domande che fanno da fil rouge nel percorso tra i Sonetti d’amore shakespeariani, «strumento d’eccellenza -si legge nella scheda di presentazione dello spettacolo- per conoscere se stessi, l’altro, il mondo, la poesia, la bellezza e la caducità». L’appuntamento è in cartellone nelle serate del 29 agosto e del 5, 19 e 26 settembre.
L’amore secondo William Shakespeare sarà ancora sotto i riflettori con «Romeo e Giulietta», per la regia di Gigi Proietti, in agenda dal 16 settembre al 2 ottobre. Il regista romano porta in scena un gruppo di giovanissimi attori e –si legge nella nota stampa- «ambienta la storia in due epoche: nella prima parte dello spettacolo ci troviamo nei nostri giorni, con Mercuzio e i suoi amici che si esprimono a ritmo di rap e una Giulietta amante del rock. La festa è un ballo in maschera. Qui, dopo il primo sguardo tra i due ragazzi, la magia proietta la vicenda in un’epoca lontana dove nessuno dei due giovani supera il confine della maturità e nessun adulto li sa guidare su questo sentiero».
Seguendo il filo della tradizione, a chiudere il cartellone della stagione del Silvano Toti Globe Theatre sarà, nelle serate dal 5 al 9 ottobre, un nuovo spettacolo in lingua inglese: «The Tempest» della Bedouin Shakespeare Company, con la regia di Chris Pickles.
Il lavoro, che tanti considerano come l’addio al palcoscenico del Bardo, si avvale per questo allestimento della colonna sonora di Paul Knight, dei i costumi di Adrian Lillie e della magia delle luci di Derek Carlyle. Un’occasione, questo appuntamento come tutta la rassegna, per ricordarci ancora una volta che «siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni e nello spazio e nel tempo d'un sogno è racchiusa la nostra breve vita».

Informazioni utili 
Stagione 2016 del Silvano Toti Globe Theatre. Villa Borghese,  largo Aqua Felix (piazza di Siena)- Roma. Orari: ore 21.15, dal 23 giugno al 21 agosto | ore 21.00, dal 26 agosto all’11 settembre e il 29 agosto, il 5, il 19 e il 26 settembre | ore 20.45, dal 16 settembre al 9 ottobre. Ingresso: con biglietto | botteghino dal 18 giugno in viale P. Canonica (tutti i giorni, dalle 15 alle 19, e nei giorni di spettacolo fino alle 21.15) | circuito Ticket One. Informazioni: tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00-21.00) . Sito internet: www.globetheatreroma.com. Dal 23 giugno al 9 ottobre 2016.  

mercoledì 8 giugno 2016

«Outlander», Shobana Jeyasingh danza alla Fondazione Cini

La decima edizione del Festival internazionale di danza contemporanea della Biennale di Venezia, in programma dal 17 al 26 giugno, farà tappa anche all’isola di San Giorgio. Avrà, infatti, per scenario il Cenacolo palladiano la prima assoluta di «Outlander», performance di danza site specific creata da Shobana Jeyasingh, artista tra gli esponenti più autorevoli della danza contemporanea inglese, per la Fondazione Cini, o meglio per il suo Istituto interculturale di studi musicali comparati.
La coreografia, in programma in più repliche nella giornata di sabato 18 giugno, è stata ideata ispirandosi all’antico refettorio benedettino realizzato dal Palladio, al cui interno è conservato il facsimile de «Le Nozze di Cana» di Paolo Veronese, realizzato da Factum Arte.
Lo spettacolo è pensato, nello specifico, come un omaggio alla straordinaria storia di questo luogo che rivive attraverso il racconto degli outlanders, gli stranieri, ovvero gli spettatori e i danzatori, che insieme tornano ad abitare il luogo, in sintonia con le creazioni artistiche conservate al suo interno.
Osservando l’antico refettorio, Shobana Jeyasingh -coreografa che fonde nei suoi lavori la danza classica indiana con il balletto, le arti marziali ei nuovi media digitali- ha individuato tre elementi principali dove intessere il dialogo tra lo spazio e la coreografia. Il primo è l’elegante e sobrio disegno architettonico del Palladio; poi, quasi in contrasto con l’ambiente, l’esuberante dipinto del Veronese, colmo di gesti e presenze umane, e infine, la figura di Cristo dentro il dipinto stesso che l’artista definisce «un posto di quieta neutralità oltre ogni schema o comportamento».
«L’audace descrizione che il pittore fa di persone e comportamenti del suo tempo in un quadro che ha per soggetto una storia biblica -dice Shobana Jeyasingh- mi ha dato la libertà di non limitarmi all’analisi della storia del luogo ma di estenderla sino al presente. Ho coreografato la danza pensando sempre ai corpi e alle posture dei personaggi dipinti dal Veronese. Essi ci forniscono un’immagine straordinariamente fisica della società del suo tempo. Ognuno di essi – prosegue la coreografa- è un performer sulla tela e ogni nuovo performer che entra in quello spazio deve far i conti con essi anche se ha intenzione di offrire una visione fisica alternativa. Ho lavorato con i miei danzatori per arrivare a una condizione che comprendesse sia l’immersione nel luogo che l’estraneità, una condizione allo stesso tempo di insiders e outlanders».
L’intento della coreografa -che sarà interpretata da Avatâra Ayuso, Sunbee Han e Sooraj Subramaniam- è, dunque, quello di ricreare l’atmosfera originaria del refettorio, dove i monaci sedevano, come compagni di tavola, accanto ai numerosi personaggi raffigurati ne «Le Nozze di Cana». Allo stesso modo il pubblico che assiste allo spettacolo, proprio come un tempo i monaci, siede sui lati lunghi del refettorio, su due file che si guardano. Tra di loro, al centro dello spazio, vi è la scena: una piattaforma rialzata che pone i danzatori nella giusta misura e proporzione, come fossero parte del dipinto che ricopre la parete di fondo. Per assistere alla performance è necessario prenotare inviando una e-mail a dalle ore 9.00 di mercoledì 8 giugno 2016 a outlander@cini.it, indicando i nomi dei partecipanti (massimo 2 partecipanti per prenotazione). La mail di conferma va stampata e presentata all’ingresso.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Fondazione Giorgio Cini, Cenacolo Palladiano. Ph. Enrico De Santis; [fig. 2] Shobana Jeyasingh Dance Just Add Water, 2009 ©Photo: JP Masclet, dancer: Avatâra Ayuso

Informazioni utili 

Outlander (2016, 25'). Cenacolo Palladiano | Fondazione Cini - Venezia. Sabato 18 giugno 2016, ore 15.00, 17.00, 19.00. Una co-produzione Fondazione Giorgio Cini e Shobana Jeyasingh Dance | in collaborazione con Biennale Danza 2016 | Ideazione, coreografia e regia: Shobana Jeyasingh | con: Avatâra Ayuso, Sunbee Han e Sooraj Subramaniam | Musica: Scanner | Scene: Sander Loonen. Per informazioni: Istituto interculturale di studi musicali comparati, tel. 041.2710357 o musica.comparata@cini.it. Sito web: www.cini.it. Nota: Per assistere all’esclusiva performance sarà necessario prenotare inviando una mail a outlander@cini.it con indicati i nomi dei partecipanti (massimo 2 partecipanti per mail). La mail sarà attiva dalle ore 9.00 di mercoledì 8 giugno 2016. I posti sono limitati, verrà inviata una conferma, seguendo l’ordine di arrivo della mail di prenotazione, da stampare e presentare all’ingresso.

martedì 7 giugno 2016

Da «Lear» ad «Amleto», il Teatro della Toscana celebra Shakespeare

A quattrocento anni dalla morte è ancora protagonista indiscusso della scena. William Shakespeare, uno dei più grandi drammaturghi di tutti i tempi, continua, infatti, a essere rappresentato nei principali teatri del mondo. Tra le realtà che rendono omaggio al suo genio in questo 2016 c’è anche la Fondazione Teatro della Toscana con la rassegna estiva «Shakespeare Shaker», in programma tra Firenze e Scandicci nei mesi di giugno e luglio.
A inaugurare il cartellone sarà, nelle serate dall’8 al 15 giugno, lo spettacolo «Lear» (feriale ore 20.45, festivo ore 18.15; riposo lunedì), liberamente ispirato all’omonimo testo shakespeariano, per la drammaturgia di Stefano Geraci e Roberto Bacci, autore anche della regia.
Sul palco saliranno Maria Bacci Pasello, Michele Cipriani, Savino Paparella, Silvia Pasello, Francesco Puleo, Caterina Simonelli, Tazio Torrini e Silvia Tufano. Le scene e i costumi portano la firma del brasiliano Márcio Medina (già nel cast di molti altri spettacoli di Bacci) e sono stati realizzati dalla Fondazione Cerratelli, con la collaborazione del Laboratorio di costumi e scene del teatro della Pergola.
Le musiche hanno visto al lavoro il violoncellista e contrabbassista Ares Tavolazzi, che in passato ha lavorato con Francesco Guccini, Paolo Conte e molti altri, ma sono presenti anche numerosi canti del Seicento scelti con la consulenza di Stefano Pogelli, responsabile del laboratorio di restauro sonoro dell’audioteca Rai. Le luci sono, invece, a cura di Valeria Foti e Stefano Franzoni.
Lo spettacolo, che nell’ottobre 2016 sarà alle Olimpiadi del Teatro di Wroclaw, parte da una domanda: cosa succede quando ci si toglie la maschera e si esce dal proprio personaggio sociale e famigliare? Cosa avviene quando per ritrovare la propria essenza si abbandonano i ruoli per i quali siamo riconosciuti? Accade che si scuotono le proprie e le altrui certezze e il disorientamento può travolgere tutto e tutti. È ciò che accade a re Lear, quando rinuncia alla propria veste di sovrano per dividere il regno tra le tre figlie, in proporzione alla loro capacità di dimostrargli il loro amore. Lo svilupparsi dei fatti svela crudeltà, tradimenti e brama di potere, ambizione, giocati quasi a viso aperto, come se il radicale cambio di prospettiva che implica un «regno orfano del suo re» desse il via libera ai più bassi istinti umani, conducendo vittime e carnefici, usurpatori, folli e diseredati inevitabilmente, tutti, verso un finale di morte. I personaggi dimostrano quanto poco siamo in grado di accettare la trasformazione e la mancanza di punti di riferimento, quanta fatica costi accettare con consapevolezza che siamo soprattutto esseri «nudi e indifesi».
Lear, in questo allestimento, è interpretato da una donna: Silvia Pasello, due volte Premio Ubu, Premio Eleonora Duse, già interprete per Carmelo Bene, Thierry Salmon, Raul Ruiz, Virgilio Sieni, fra gli altri, e protagonista di molti spettacoli anche dello stesso Bacci. La scelta non è casuale: Lear per Roberto Bacci non è un uomo o una donna, è semplicemente un essere umano, in un’interpretazione che riesce a trasmettere, senza forzature, sia elementi del maschile che del femminile.
Sulla scena sono presenti sette sipari che, col loro continuo movimento, stabiliscono il perimetro del rapporto con il pubblico: un perimetro dinamico, come a dire che senza trasformazione, senza possibilità di cambiamento, senza contatto diretto e un ascolto continuo non può esserci dialogo.
Altro atteso appuntamento sarà quello con Gabriele Lavia che il 18 giugno, alle ore 21.15, proporrà al Museo nazionale del Bargello di Firenze una lettura-commento sull’«Amleto». La performance, intima e coinvolgente, regalerà al pubblico un viaggio nel profondo e perenne confronto tra essere e non essere. L’attore e regista milanese interpreterà e narrerà tutti i personaggi coinvolti nel racconto scenico, da Amleto a Gertrude, da Claudio a Ofelia, entrando nel loro animo, esponendone i loro intenti e le loro subdole intenzioni. Con il continuo scambio di ruoli, Gabriele Lavia racconterà così le contraddizioni di un mondo oppresso da false certezze e di una realtà sfuggente e complicata da interpretare, per ricostruire la tragica storia del principe di Danimarca attraverso la più alta rappresentazione dell’animo umano: il dubbio.
L’artista ritornerà in scena nella rassegna «Shakespeare Shaker» con una lettura-commento sull’«Otello», in programma al Castello dell’Acciaiolo di Scandicci nella serata del 15 luglio, sempre alle ore 21.15.
In questo appuntamento, Gabriele Lavia parlerà del lavoro shakespeariano come di un dramma della mente o meglio dell’io diviso. Sul palco si confronteranno così due caratteri esistenziali diversi quanto complementari. Da un lato c’è Otello, discriminato antropologicamente come razza inferiore, mostruosa, bestiale, culturalmente come barbaro, metafisicamente come non eletto, privo di anima, creatura infernale, diavolo; dall’altro Iago, a sua volta discriminato socialmente per gli insuccessi nella sua vita militare, moralmente represso, vittima di un puritanesimo eccessivo che proietta sul Moro tutto il peggio che si porta dentro, con tormento.
Grande spazio sotto i riflettori della rassegna «Shakespeare Shaker» avranno, poi, alcuni progetti realizzati all’interno di laboratori teatrali legati alla Fondazione Teatro della Toscana. Si inizierà il 14 giugno, al teatro «Mila Pieralli» di Scandicci, con l’appuntamento «Il resto è silenzio», un viaggio attraverso il tema del potere in alcune opere drammaturgiche del Bardo, come «Riccardo III» e «La tempesta», con cinque compagnie (Arbus, Arte in corso, EsTeatro, Isole Comprese e Sfumature in atto) che lavorano da anni con il loro lavoro drammaturgico e recitazione nella salute mentale, sotto l’egida del Coordinamento Teatro come Differenza.
Seguirà, nella serata del 29 giugno, sempre al «Mila Pieralli» di Scandicci, un appuntamento a cura dell’Accademia dell’Uomo, un centro di sperimentazione non solo teatrale, ma di tutte le possibilità creative e comunicative della società contemporanea, basato sul metodo Costa e sulle esperienze della Beyouman Academy di Iacopo Braca.
L’esito del primo anno di corso, intitolato «I personaggi di Shakespeare: un guida all’intelligenza emotiva», sarà il percorso «Il labirinto delle emozioni», che prevede l’apertura all’interno del teatro di stanze-luoghi, gestite dagli allievi dell’Accademia, con installazioni esperienziali che coinvolgeranno il pubblico e una passeggiata notturna per la città di Scandicci.
I diciotto attori del primo corso biennale «Orazio Costa» porteranno, invece, in scena, sotto la regia di Pier Paolo Pacini, al Castello dell’Acciaiolo di Scandicci (6,7,8 e 11 luglio, ore 21; 9-10 luglio, ore 19) un grande classico del teatro shakespeariano: «Romeo e Giulietta», del quale si potrà seguirne l’evoluzione dietro le quinte seguendo sui social l’hashtag #PlayingwithRomeoeGiulietta.
A chiudere il cartellone sarà la sfida elisabettiana di Macelleria Ettore, che il 20 luglio metterà in scena all’Acciaiolo «Amleto? ». Due attori, Stefano Pietro Detassis e Maura Pettorruso, in uno spazio nudo, si confrontano con il capolavoro shakespeariano. «Sprofondano nel testo, squarciano scene, si confrontano con due vite alla prova, quelle di Amleto e Ofelia. Il confronto –si legge nella presentazione- è un dialogo al buio. Le parole affiorano come bagliori estemporanei. I piani si confondono, come vita e teatro. Cercano di accordare l’azione alla parola e il pensiero all’azione nel tentativo di tendere lo specchio alla natura».
Uno sguardo, dunque, a 360° sull’universo creativo del Bardo per questa nuova «Bella stagione del Teatro della Toscana», che –si legge nella presentazione- «vuole essere anche un augurio di un teatro diverso e sempre più a misura d’uomo».

Didascalie delle immagini
[Figg. 1, 2, 3  e 4] «Lear». Foto di Roberto Palermo. [fig. 5]  Gabriele Lavia sarà in scena a «Shakespeare Shaker» con due letture commentate di «Amleto» e «Otello»; [fig. 6] «Amleto?» di Macelleria Ettore 

Informazioni utili
«Shakespeare Shaker». Toscana, sedi varie. | Lear - Teatro della Pergola, Firenze: platea > intero € 18,00, ridotto € 15,00; palco > Intero € 15,00, ridotto € 12,00 | Il resto è silenzio – Il dramma del potere in Shakespeare - Teatro Studio ‘Mila Pieralli’, Scandicci: ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili | Amleto - Cortile del Museo Nazionale del Bargello, Firenze: intero € 15,00, ridotto € 12,00 |  Il labirinto delle emozioni – Un percorso emozionale per la città di Scandicci - Teatro Studio ‘Mila Pieralli’, Scandicci: ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili | Romeo e Giulietta - Castello dell’Acciaiolo, Scandicci: intero € 10,00, ridotto € 8,00 | Otello - Castello dell’Acciaiolo, Scandicci: intero € 15,00, ridotto € 12,00 | Amleto? - Castello dell’Acciaiolo, Scandicci: intero € 10,00, ridotto € 8,00. Riduzioni: residenti Comune di Scandicci – possessori di ICard e eduCard (ad esclusione di Lear 8/15 giugno e Amleto 18 giugno), over 60, under 26, soci Unicoop Firenze, abbonati Teatro della Toscana, possessori di Pergola Card. Biglietteria di prevendita: teatro della Pergola, via della Pergola, 30 – Firenze,  tel. 055.0763333 o biglietteria@teatrodellapergola.com /(dal lunedì al sabato, dalle ore 9.30 alle ore 18.30) I biglietti sono acquistabili anche presso tutti i punti vendita del circuito regionale Box Office e on-line. Siti internet: www.teatrodellatoscana.it - www.teatrodellapergola.com  - www.teatrostudioscandicci.com



lunedì 6 giugno 2016

Andersen Festival, quando l’arte è passione

«Nel mondo nulla di grande è stato fatto senza passione», diceva Hegel. E alle passioni, motore della nostra esistenza, è dedicata la diciannovesima edizione dell’Andersen Festival, che da mercoledì 8 a domenica 12 giugno porterà nella cittadina ligure di Sestri Levante oltre cento eventi tra spettacoli teatrali, concerti, narrazioni, eventi di circo contemporaneo e laboratori per bambini, oltre all’immancabile cerimonia di chiusura del premio Andersen Baia delle Favole. Testimonial di questa edizione del concorso, giunto al suo quarantanovesimo anno di attività, sarà Neri Marcorè, artista eclettico, capace di coniugare e riassumere mondi diversi fra loro come il teatro, la musica, la televisione e la radio, che sabato 11 (alle ore 21.30) racconterà al pubblico il proprio rapporto con il mondo delle sette note. Riflettori puntati a Sestri Levante anche sulla testimonial della passata edizione, Ambra Angiolini, che quest’anno sarà in Liguria nelle vesti di madrina e come protagonista di una narrazione intitolata «Sii bella e stai zitta: un atto di resistenza», che attraverso le parole di Michela Marzano e la musica degli Gnu Quartet parlerà, nella serata di venerdì 10 (alle ore 21.30), della mercificazione del corpo femminile nei mezzi di comunicazione e della condizione lavorativa delle donne.
Ad aprire il festival, che vede ancora una volta alla direzione Leonardo Pischedda, sarà come da tradizione un coinvolgente corteo di oltre mille bambini, che nella mattinata di mercoledì 8 giugno si impossesserà simbolicamente della cittadina. Seguiranno, quindi, due intense giornate dedicate ai più piccoli con le dimostrazioni degli «AndersenLab», condotti dagli artisti Lorenzo Capello, Enrico De Nicola, Monica Marcenaro, Antonio Panella e Roberta Parmigiani.
Scenario di molti eventi del festival sarà la Baia del Silenzio che, da venerdì a domenica, ospiterà ogni sera sul palco-palafitta costruito in mezzo al mare un lungo happenig che partirà intorno alle 18.15 per proseguire fino a notte fonda.
L’apertura sarà affidata, venerdì 10 giugno, al coro Incantarte e ad Alberto Diaspro, direttore del dipartimento di Nanotecnologia dell’Istituto italiano di tecnologia, che racconterà come la percezione della natura nei suoi dettagli più piccoli possa muovere le nostre passioni verso nuove conquiste. Seguirà, quindi, l’incontro «Cucurbita sapiens» che vedrà il geniale Danilo Raimondo creare ogni genere di oggetto con una zucca; mentre la chiusura della serata spetterà ad Ambra Angiolini e al Gnu Quartet.
Nella giornata di sabato 11 giugno, alle 18.15, il vice presidente emerito della Corte costituzionale Fernanda Contri e la sociologa Marina D’Amato affronteranno il difficile tema dei diritti dell’infanzia; mentre il filosofo Umberto Galimberti sarà al centro dell’incontro «L’epoca delle passioni tristi». Seguirà, quindi, l’incontro con i KyoShinDo, letteralmente Via dell'Eco del Cuore, che trasporteranno il pubblico nel lontano mondo del Taiko, in Giappone, all’interno di una musica da ascoltare, da guardare e da vivere: il ritmo creato dai tamburi ridesta nel cuore il respiro primitivo della vita. Chiuderà, poi, la serata Neri Marcorè con «Musicofilia», è una dichiarazione d’amore per lo spettacolo e per la musica, pensato appositamente per il festival.
Domenica 12 giugno il palcoscenico mobile nella Baia del Silenzio vedrà in scena Cecilia Strada, che, intervistata da Roberto Pettinaroli, racconterà l’esperienza di Emergency, e Moncef Ben Moussa, il direttore del Museo del Bardo, in dialogo con Gad Lerner. Seguirà, quindi, un omaggio alla musica tunisina con Belhassen Mihoub che, insieme ai Rebis, (la cantante, arabista e francesista Alessandra Ravizza e il chitarrista Andrea Megliola), accompagnerà il pubblico alla scoperta del suono spirituale dell’Islam, da quello più canonico del richiamo alla preghiera a quello mistico degli gnawa di derivazione più africana.
Un focus sulla Tunisia e sui temi della democrazia e della pace sarà, inoltre, affrontato al Convento dell’Annunziata nella giornata di domenica, dalle 17 a tarda notte, in una non stop a cui parteciperanno oltre agli esponenti delle diverse confessioni religiose (don Valentino Porcile della diocesi di Genova, padre Marian Selvini della Chiesa Ortodossa genovese, don Mario Cagna della diocesi di Chiavari, l’Imam Ahmed Abdou della comunità islamica del Tigullio), le donne del tè del mondo, Medici senza frontiere, Donatella Alfonso, Erica Manna, il giornalista Pablo Calzeroni per il progetto «Moschee Aperte», il Coro quattro canti del maestro Gianni Martini e l’Orchestra Bailam con «Taverne Cafè Aman e Tekés».
A concludere la serata, alla Baia, l’umorismo e la comicità de I Pirati dei Caruggi#desbelinity (Enrique Balbontin, Alessandro Bianchi, Fabrizio Casalino e Andrea Ceccon), che si propongono, per il divertimento degli spettatori, di «aggravare la difficile attuale situazione» portando in scena nuove idee comiche in linea con la filosofia della scuola genovese: «lavorare meno, lavorare gli altri». Il loro sarà un arrembaggio irresistibile: a sciabola sguainata, quattro valenti capitani si alterneranno sul palcoscenico, dando vita a uno spettacolo (rutilante, guascone, piratesco) di gag, monologhi, canzoni e personaggi.
A dare il senso della festa, in un’invasione pacifica di strade e piazze, saranno nelle giornate da venerdì a domenica diversi artisti di circo e di teatro di strada provenienti da tutto il mondo: dall’inglese Andy Snatch alle canadesi Les Soeurs Kif – Kif, dall’argentino Fernando Pose ai Chipolatas, dal duo giapponese Witty Look a Chris Lynam.
Non mancherà, infine, l’amatissimo teatro per i bambini, che avrà per scenario il Covento dell’Annunziata. Tra i suggestivi «Racconti sotto il Fico» in cartellone si segnalano «Acqua nera, acqua chiara, una storia del tubo! » di Iren, «Ali Babà» del Teatro della Tosse, «Nel paese delle scarpe rotte» e «Fiaba di Luna di Lana e Ashka della neve, viaggio tra i ghiacci e boschi innevati» del Teatro del Piccione e «Un dos trash» degli Jashgawronsky Brothers. Tra i protagonisti del programma riservato ai più piccoli anche Gloria Clemente con il coro ragazzi Fabrizio De Andrè, per la presentazione del libro «latanè e la chiave invisibile», viaggio in parole e musica.

Per saperne di più 
www.andersenfestival.it 

Informazioni utili
Andersen Festival. Sestri Levante (Genova), sedi varie. Informazioni: tel. 0187.257213 o info@artificio23.it. Sito web: www.andersenfestival.it. Da mercoledì 8 a domenica 12 giugno 2016.

venerdì 3 giugno 2016

Una Notte bianca per cinque beni del FAI

Danza, teatro, sperimentazioni e performance musicali a lume di candela: ecco quanto propone la prima notte bianca del Fai – Fondo per l’ambiente italiano. In occasione dell’imminente solstizio d’estate, nella serata di sabato 18 giugno, cinque beni di proprietà della onlus milanese apriranno le proprie porte in orario serale offrendo, con la collaborazione di Elita Enjoy Living Italia, una serie di eventi culturali da non perdere. Dal Lago di Como alla Serra morenica d’Ivrea, dai Colli Euganei alla corona delle Alpi Cozie, fino all’acropoli tiburtina, questi i luoghi che proporranno di passare una serata diversa dal solito: il Castello di Masino a Caravino, la villa dei Vescovi a Luvigliano di Torreglia, il parco villa Gregoriana a Tivoli, il Castello della Manta e Villa Fogazzaro Roi a Oria Valsolda.
Grande protagonista della notte bianca del Fai sarà il Piemonte, teatro di ben due dei cinque eventi programmati. A Manta, piccolo borgo del Cuneese, è, per esempio, prevista una grande rievocazione storica, durante la quale dove un gruppo d’attori vestito in abiti d’epoca accoglierà gli ospiti narrando antichi episodi della vita del paese. Nel giardino del castello, quindi, si terrà un banchetto e un gruppo di ballerini proporrà danze storiche medievali e rinascimentali e giochi popolari; mentre, in tarda serata, la luce di mille lumini farà da sfondo a uno spettacolo di danza aerea.
La festa proseguirà, infine, tra le mura del castello (ingresso € 15,00 o € 8,00 per gli associati Fai; tel. 0175.87822), dove per tutta la sera i più curiosi potranno esplorare le antiche sale decorate, bella testimonianza della pittura gotica internazionale, scortati dalle voci di un gruppo di attori che sapranno far rivivere i motti equivoci della Sala delle Grottesche di Michelantonio e della Sala baronale di Valerano, ma anche la storia dei fantasmi che, secondo la tradizione, abitano tra le mura del maniero.
«Sogno o son desto?» si domanderanno, invece, i visitatori del Castello di Masino (ingresso € 20,00 o € 13,00 per gli associati Fai; tel. 012.5778100) al quale verrà proposto un lungo e suggestivo percorso danzato teso a rievocare il passato glorioso del maniero, antica residenza dei conti Valperga, discendenti di Arduino da Ivrea, primo re d’Italia. Attori e danzatrici, coreografate da Cristina Taschi, appariranno come creature fiabesche nel grande parco settecentesco tra i viali alberati, dai balconi e dalle terrazze imbandite a festa, invitando i visitatori a seguirli tra gli intricati sentieri del labirinto di siepi. Nella terrazza della limonaia un grande tableau vivant farà rivivere gli antichi fasti nobiliari di epoca settecentesca, dove i commensali saranno danzatori in costume. Suggestioni pittoriche, fogge di epoche remote e giochi di luce tesseranno un racconto fantastico che culminerà in una performance musicale della giovane compositrice Caterina Barbieri nei pressi dell’antico tempietto neogotico.
Serata di musica veneta contemporanea, invece, a Villa dei Vescovi (ingresso € 20,00 o € 13,00 per gli associati Fai; tel 049.9930473), antica dimora di delizie destinata per secoli agli ozii creativi di artisti e letterati, che perpetua la sua vocazione facendosi fucina di sperimentazioni artistiche e musicali all’avanguardia. In occasione dell’evento, il collettivo techno-jazz Upperground Orchestra realizzerà uno studio site-specific per riproporre in chiave di contaminazione alcune canzoni tradizionali tratte dal canzoniere popolare veneto. Musica elettronica, arte, paesaggio e tradizioni popolari daranno vita a una performance inedita, destinata a essere documentata e trasmessa live su Rocket Radio, neonata web radio con base a Verona. L’evento si concluderà con il dj set di Volcov, protagonista della scena house e disco italiana.
Happening musicale anche a Parco Villa Gregoriana (ingresso € 15,00 o € 8,00 per gli associati Fai; tel. 0774.332650 o faigregoriana@fondoambiente.it), paesaggio romantico per eccellenza dove la natura si fa espressione del Sublime. In occasione della Notte bianca del Fai, i visitatori saranno invitati a compiere un viaggio sensoriale tra le luci che illumineranno il parco fino alla Grande Cascata, alta oltre 100 metri. In mezzo alle vestigia dell’antica villa del console romano Manlio Vopisco, lo spettacolo della natura lascerà, quindi, il posto alla musica, per una speciale performance di uno dei più importanti e storici dj italiani, Claudio Coccoluto, che si esibirà con il gruppo Percussion Voyager per un live unico, capace di coniugare musica contemporanea, indiana, giapponese e improvvisazione jazz ai suoni elettronici e dance.
Per gli amanti delle atmosfere romantiche, Villa Fogazzaro Roi (ingresso € 10,00 o € 5,00 per gli associati Fai; tel.335.7275054) e il borgo di Oria si animeranno con speciali visite animate da attori in abiti d’epoca che regaleranno agli ospiti l’opportunità di immergersi in prima persona nel fascino della letteratura di Antonio Fogazzaro. I personaggi Franco, Luisa e Ombretta guideranno i visitatori dalle intime stanze della villa fino al borgo, nella piazzetta del paese, dove si celebrerà il giorno di festa tra sfilate in costume e angoli per la degustazione di cibi locali. Al tramonto, la luce delle lanterne andrà a illuminare lo scenario di uno spettacolo di musica e teatro che avrà il suo culmine nell’esibizione canora di tre tenori affacciati dal piccolo terrazzo dove Antonio Fogazzaro amava ritirarsi a fine giornata.

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Villa dei Vescovi, Luvigliano di Torreglia (PD); [fig. 2] Castello e Parco di Masino a Caravino (TO);

Informazioni utili
www.serefaidestate.it