ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 1 dicembre 2017

«Cantierememoria», a Milano le arti raccontano la Costituzione

Arte, teatro, musica, cinema e laboratori didattici per riflettere sulla Costituzione e sull’articolo 9, quello dedicato al diritto alla promozione e allo sviluppo della cultura: si presenta così «Cantierememoria», l’iniziativa in programma dal 3 dicembre al 6 gennaio a Milano, alla Casa della memoria, per la curatela di Maria Fratelli e Andrea Kerbaker.
A inaugurare il cartellone, intitolato «I diritti non sono acquisiti una volta per tutti», sarà la mostra fotografica «Il paesaggio dei diritti. Fotografare la costituzione», curata da Maddalena D’Alfonso e ideata a partire da un progetto sviluppato durante il corso di Storia e critica della fotografia per l’architettura del Politecnico di Milano.
«A partire dal riconoscimento del legame tra spazi e diritti, peculiare dello spazio pubblico europeo, ogni studente -raccontano gli organizzatori- ha ideato un progetto fotografico documentale e autografo, in cui diversi articoli della costituzione che rappresentano i valori della società civile, sono stati messi in relazione con alcuni luoghi dello spazio urbano – e non – di Milano, teatro della vita della comunità».
L’esposizione, allestita al pianoterra, vede l’esposizione di sedici lavori fotografici e sarà accompagnata dal lavoro del writer Tazzletter che animerà gli spazi della Casa della Memoria scrivendo i primi dodici articoli della Costituzione in un grandewall. Dal 13 dicembre sarà, inoltre, possibile ammirare una mostra di Käthe Kollowitz, a cura di Renato Galbusera, che si interroga sulla figura dell’artista e sul suo ruolo sociale, lasciando un messaggio alle generazioni future.
Anche la programmazione dedicata al teatro è ricca. Ad aprire il cartellone sarà «Hotel Lausanne» (6 dicembre) di Chiristian Gallucci e Anna Sala, che racconta la storia di due sosia di Hitler e Marilyn Monroe che trovano la loro ragion d’essere nel recitare quei personaggi in una sorta di Museo delle Cere, in cui si scoprirà tutta la fragilità umana. Si continua, poi, con «Gli Scavalcamontagne» (14 e 15 dicembre) di Marco M. Pernich, in cui viene raccontata la storia dell’Italia Unita dal 1861 al 2011 attraverso la storia di una compagnia teatrale. Spazio, quindi, allo spettacolo «La guerra del sipario. Atto unico per baracca e burattini» (19 dicembre) di Gigio Brunello e Gyula Molnar, che ha come protagonisti Mario e Linda, due burattini costruiti per uno spettacolo mai andato in scena, felici di vivere dietro il sipario con il loro cagnolino Peluche, finché un giorno il sipario scompare e loro dovranno lottare per la loro sopravvivenza tra straniamento, passione e ironia. A chiudere il cartellone sarà lo spettacolo «Il Paese delle facce gonfie» (20 dicembre) di Paolo Bignami, che fa rivivere in maniera metaforica e potente il dramma di Seveso, evocandone la memoria e il significato come fondamento per una riflessione più ampia sull’oggi e sul domani.
La programmazione teatrale darà spazio anche ad attori non professionisti con tre spettacoli di giovanissimi: il 4 dicembre sarà la volta degli studenti del liceo Vittorini con «Una recita italiana», spettacolo nel quale rappresentano una compagnia teatrale che mette in scena il dramma di Eschilo Orestea e con questo racontano la storia d’Italia tra le due guerre. L’8 dicembre sarà, invece, in scena il Gruppo Copeau, laboratorio di ricerca teatrale sulla pedagogia dell'attore adolescente di Studio Novecento, con «La Montagna dei Giganti», spettacolo che prende le mosse da Pirandello, Goethe e Pasolini per offrire uno spunto di riflessione sul teatro attraverso la prospettiva di giovani ancora immersi nella loro formazione artistica. Il 18 dicembre, infine, gli allievi di StudioNovecento rappresenteranno «Ride la Gazza nera sugli aranci», un racconto scanzonato e cialtrone degli antefatti dell’«Edipo Re», contaminato dalla tradizione del teatro popolare, che è stato segnalato come miglior spettacolo al festival Recontres Du Jeune Theatre Europeen di Grenoble.
Anche la musica, da sempre espressione profonda di rivendicazioni di diritti civili e di integrazione sociale o di richiesta di riconoscimento della propria specificità, avrà grande spazio nel programma di «Cantierememoria». Ad aprire il cartellone sarà, il 5 dicembre, la Woody Gipsy Band, giovane ma già afferma formazione jazz; il 21 dicembre sarà, invece, la volta del quartetto «I cameristi», diretto da Giovanni Scafidi, che eseguirà musiche di Schubert, Molino, Weill, Alassio, Mancini, Strauss, Piovani, Piazzolla. A seguire, il 28 dicembre, i riflettori saranno puntanti sul duo Fase Hobart che propone brani inediti e originali, riconducibili al genere etno-jazz, coniugando l’avanguardia occidentale con tradizioni musicali appartenenti a regioni lontane, anche di epoche passate. A chiudere il cartellone toccherà, invece, il 6 gennaio 2018 impegnato al pianoforte di Matteo Carminati con una selezione di brani classici, accompagnati dalla lettura dei primi dodici articoli della Costituzione affidati ai giovani allievi di Studionovecento.
Tra gli eventi in cartellone che hanno a che fare con il mondo della musica si segnala, infine, «Bagno di Gong» (26 dicembre), a cura di Mahendra Daniele Riggiardi di Gongheart: un massaggio sonoro svolto con campane tibetane, conchiglie, arpa angelica, drum tank, koshi, didjeridoo e principalmente dai Gong suonati dal vivo, che permette a grandi e piccini di sperimentare in modo semplice ed immediato i benefici dei suoni armonici e la qualità di silenzio e ascolto che si viene a creare e che è già presente in ognuno di noi.
Sul fronte cinematografico si segnala la proiezione tutti i giorni (dal lunedì al sabato, dalle ore 10 alle ore 13) dei video documentari di memoMI, la web TV della memoria di Milano. Paola Pivi ha selezionato e ordinato una serie di filmati che parlano dei diritti, con differenti tematiche come le donne, la cultura, la salute, l’informazione, l’istruzione, la casa. Ogni domenica, invece, sarà possibile vedere il film «Bambini nel tempo» di Roberto Faenza, realizzato con filmati di RAI Teche. Il 17 dicembre è, inoltre, previsto un incontro con il giovane regista Andrea Bersani e il suo «La voce di mio fratello», «film documentario -raccontano gli organizzatori- vincitore di numerosi premi internazionali che narra la storia di Anna, cinque anni, e la sorella minore Sharon. Non hanno un fratello maggiore, ma Riccardo vive nelle storie raccontate dalla mamma e dal papà, finché dal fondo di un armadio non affiorano vecchie videocassette che permetteranno ad Anna e Sharon di vedere finalmente il fratello».
«Cantierememoria» vuole essere anche un luogo di dibattito e scambio, per questo ad affiancare l’intrattenimento ci saranno anche dei momenti di approfondimento con una serie di incontri che hanno come protagonisti personalità del mondo dell’arte, del cinema, della letteratura e del teatro. Tra gli ospiti si segnalano Fernand Garnier (9 dicembre), Salvatore Settis (12 dicembre), Franco Loi (16 dicembre).
L’11 dicembre Maurizio 'gibo' Gibertini racconterà «This arm / Disarm. Le macchine armate di Paolo Gallerani», film realizzato per Officina Multimediale e dedicato alle opere dell’artista Paolo Gallerani; mentre il 14 dicembre è in programma la tavola rotonda «Vedere la storia. La forza delle immagini attraverso cinema, televisione, archivi digitali e social network», a cura di Giovanna Milella e Maria Fratelli, con la partecipazione di Stefano Coletta (direttore RAI3), Maria Pia Ammirati (Direttore di RAITeche), Didi Gnocchi (responsabile di MEMOMI), Simona Pezzano (docente IULM), Matteo Pavesi (Direttore del MIC) e il critico cinematografico Paolo Mereghetti.
A completare il cartellone è, poi, un ricco calendario di laboratori didattici e workshop, a partire da quello dedicati ai giochi di una volta e a Modo Circus, che porterà i più piccoli nel magico mondo dei clown e dei giocolieri.

 Informazioni utili 
Cantierememoria. Casa della memoria, Via Confalonieri, 14 – Milano. Orari: Aperto tutti i giorni dalle 9 alle 21 || ore 10-14 | Proiezioni video | Ingresso libero || Ore 14-18 | Laboratori didattici e Workshop | Ingresso libero fino a esaurimento posti, consigliata la prenotazione scrivendo a info@studionovecento.com || Ore 19 | Performance teatrali, musicali e incontri | Ingresso libero. Programma completo al sito www.cantierememoria.it. Per info: info@studionovecento.com. Dal 3 dicembre al 6 gennaio 2018.

mercoledì 29 novembre 2017

Un'«Alice nel paese delle meraviglie» solidale al teatro Manzoni di Busto

Un Coniglio bianco con panciotto e orologio da taschino, un grande Bruco azzurro che fuma il narghilè, un’irosa Duchessa che culla un maialino, un Cappellaio tutto matto e una Regina di cuori con la mania delle decapitazioni: gli improbabili e surreali personaggi nati dalla penna di Lewis Carroll troveranno casa per un giorno al cinema teatro Manzoni di Busto Arsizio. Mercoledì 6 dicembre, alle ore 16 e alle ore 21, la sala di via Calatafimi ospiterà una riduzione scenica del romanzo «Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie», nuovo allestimento della compagnia «Il Nodo Teatro» di Desenzano del Garda, per la regia e la traduzione di Raffaello Malesci.
Sul palco saliranno Elisa Benedetti, Danilo Furnari, Fabio Tosato, Silvia Pipa, Giuseppe Sacco, Giorgio Mosca, Fiorenzo Savoldi, Adele Draisci, Stefano Maccarinelli, Silvia Lobertini, Luca Vassalini, Matteo Mario e Michele Zanola.
L’appuntamento è promosso dall’agenzia teatrale «Premier Show» di Alessandria per conto dell’associazione «DottorSorriso», una onlus nata nel 1995 con la missione di rendere più serena la degenza dei bambini in ospedale attraverso la clownterapia.
Nato in abbozzo il 4 luglio 1862, durante una gita in barca sul Tamigi, con la piccola Alice Liddell e le sue due sorelle, Edith e Lorina (le tre figlie di Henry George Liddell, decano del Christ Church College di Oxford), il racconto «Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie» di Lewis Carroll, pseudonimo di matematico e reverendo Charles Lutwidge Dodgson, venne pubblicato a Londra tre anni dopo, nel 1865.
Il successo fu immediato in tutto il mondo (la prima traduzione italiana data al 1872) e la storia affascina ancora oggi la fantasia dei più piccoli, ai quali offre -scrive il traduttore e letterato Piero Pignata- «l’opportunità di vedersi ricreato davanti il mondo quale essi, più o meno consciamente, se lo raffigurano, libero da ogni legame logico».
Il «paese delle meraviglie» è, infatti, un luogo nel quale l’immaginazione e il paradosso regnano sovrani, dove le percezioni spaziali e temporali vengono stravolte e dove tutte le leggi del buon senso non trovano casa. Ed è proprio un sogno quello che porta Alice, una bambina di sette anni dalla curiosità vivace e dallo spirito intraprendente, a inseguire un Coniglio bianco dagli occhi rosa e dal passo svelto, con tanto di panciotto e orologio da taschino, in un luogo solo all’apparenza normale, con aiuole tutte fiorite e fontane zampillanti, dove è possibile cambiare la propria altezza con una facilità sorprendente, solo assaggiando pasticcini speciali, funghi magici e sciroppi dal sapore di «torta alle ciliegie, crema, ananas, tacchino arrosto, caramello e perfino toast col burro».
La bambina si troverà, poi, a fare conoscenza con tanti altri personaggi «colorati ed evanescenti» come il ghignagatto dal sorriso stampato, il caustico grifone, la melanconica tartaruga, il flemmatico re di cuori, la regina con la smania di decapitare tutti i suoi sudditi, la Lepre marzolina e il Cappellaio matto, fino al brusco risveglio finale.
Il «paese delle meraviglie», luogo che ha il suo senso nel nonsense, si dissolve così magicamente, lasciando il posto alla realtà di tutti i giorni. La piccola dovrà continuare a confrontarsi con il conformismo e il convenzionalismo di una società, quella vittoriana, dove le stravaganze e le fantasticherie sono messe al bando, confinate negli spazi più reconditi dell'anima.
 «Le folli avventure di Alice -racconta Raffaello Malesci- hanno una connotazione molto inglese con i vari riferimenti all’ora del tè, al gioco del croquet e ai verdi giardini dell’immaginario anglosassone». La storia è anche ricca di spiritosi giochi di parole e di canzoncine divenute popolarissime in area anglosassone (la filastrocca «The Queen of Hearts» è, per esempio, citata in «Mary Poppins»).
«Le avventure di Alice – ricorda ancora Raffaello Malesci- sono infinite e cangianti e hanno stimolato innumerevoli trasposizioni teatrali e cinematografiche. Noi ci siamo divertiti a cercare la nostra Alice che si perde nella vastità delle fantasie di Lewis Carrol. Una storia ingarbugliata come un gomitolo, che abbiamo attualizzato, cercando di trovare il bandolo dell’infinita avventura di Alice, ma sperando sinceramente di non trovarlo affatto, come era verosimilmente nelle intenzioni dell’autore. Perché le avventure di Alice devono sempre potersi dipanare nuove e inaspettate nella fantasia di ciascuno di noi».

Informazioni utili
«Alice nel paese delle meraviglie». Cinema teatro Manzoni, via Calatafimi, 5 - Busto Arsizio. Quando:  mercoledì 6 dicembre 2017, ore 16.00 e ore 21.00. Ingresso: il costo del biglietto, il cui incasso sarà in parte devoluto all’associazione «DottorSorriso» onlus di Lainate (Milano), è fissato ad euro 20,00 per la replica pomeridiana ed euro 25,00 per quella serale; per entrambi gli appuntamenti è stato pensato un biglietto ridotto per i bambini dai 3 ai 15 anni di euro 15,00. Informazioni e prenotazioni:  tel. 393.1020800 o premier@premiershow.it.

martedì 28 novembre 2017

Genova, al Teatro della Tosse un festival sulla danza come strumento di indagine sociale

Riflettori puntanti sulla danza al Teatro della Tosse di Genova, dove fino a domenica 10 dicembre va in scena «Pubblico corpo», terza edizione di «Resistere e creare», rassegna a cura di Michela Lucenti, coreografa in residenza dal 2015 negli storici spazi di Sant’Agostino, che guarda all’arte coreutica come strumento privilegiato di indagine sociale, estetica e politica.
Sedici spettacoli, di cui cinque in debutto nazionale o anteprima, e numerosi laboratori dedicati ai professionisti e non compongono il cartellone, che individua due tematiche come fili conduttori: «identità del singolo nella relazione con l’altro» e «comunità in un territorio». Campo di indagine di questa edizione della rassegna, il cui manifesto utilizza una foto di Jacopo Benassi con una carismatica Asia Argento, è, dunque, quello della relazione, fra due o fra molti, tra l’artista, il suo pubblico e, in alcuni casi, la critica.
Ad aprire il programma sarà, nella serata del 28 novembre, l’anteprima della performance «Autoritratto di un mammifero» di Jacopo Benassi, con le musiche dal vivo di Calibano; a seguire (intorno alle ore 19.45 e, in seguito, tutti i giorni della rassegna in varie fasce orarie) Balletto civile presenterà, in debutto, «Impronte», improvvisazioni accidentali di “relazione fisica” tra i danzatori della compagnia diretta da Michela Lucenti e chiunque, giovane o anziano, danzatore o no, voglia sperimentare liberamente il movimento in un contesto protetto ed eccezionale. Sempre nella giornata inaugurale, e in replica il 29 novembre, sarà possibile assistere ad «Alfa» di Aldes, il gruppo diretto da Roberto Castelli, con cinque danzatori impegnati nell’indagine sull’identità maschile e la sua costruzione, sul potere e ruoli dominanti.
Giovedì 30 novembre è la volta di «MODIdiDà», esiti di un laboratorio per ragazzi dai 15 ai 20 anni sui poliedrici approcci alla danza contemporanea, condotto da Nicoletta Bernardini, Veronique Liaudat e Claudia Monti. Nella stessa serata ci sarà anche «After party» del Collettivo Poetic Punkers, diretto da Natalia Vallebona: un punto di vista sulla decadenza della donna contemporanea, che si chiuderà con un vero DJ Set.
Il 2 dicembre ci sarà, invece, l’evento «Happy hour» di Alessandro Bernardeschi e Mauro Paccagnella, che partendo da una collaborazione e un’amicizia ventennale, danno vita a un progetto coreografico in progress, itinerante, che si costruisce attorno a una serie di residenze e prevede la presenza di danzatori che avranno preso parte ad un workshop intensivo (in cantiere nella giornata del 1° dicembre). I due interpreti-danzatori ripercorreranno, attraverso dieci coreografie e un dialogo costante e diretto con il pubblico, le loro vite e i loro ricordi di teenagers cresciuti negli anni ‘70 in Italia.
Domenica 3 dicembre il Teatro della Tosse ospiterà, quindi, «Lo schiaccianoci» dei Natiscalzi, opera fantastica in atto unico per ensemble di danzatori e tappeto elastico, che vedrà anche la presenza di dieci bambini del coro delle voci bianche del Teatro Carlo Felice. A seguire, nella stessa serata, è previsto il pluripremiato spettacolo «Quintetto» di TIDA - Théâtre Danse. Il giorno successivo Emanuela Serra, storico membro di Balletto Civile, presenta «Just before the forest», un lavoro sulla relazione, sulla solitudine, il tentativo di orientarsi e di essere trovati al quale fa da filo rosso «La notte poco prima della foresta» di Koltès perché il tema dello spettacolo è lo «straniero» non inteso come nato in un altro paese ma come persona che «perde» un senso di appartenenza e cerca suoi simili.
Mercoledì 6 dicembre il palcoscenico sarà occupato da uno spettacolo in debutto nazionale: «Lunaticus» (parte I) – «Tilietulum» (parte II), opera aperta di soundpainting che nasce dall’incontro fra Giancarlo Locatelli e quattro danzatori -Clelia Moretti, Claudia Monti, Federica Tardito e Aldo Rendina- e che si avvale del fondamentale contributo di Cristiano Calcagnile, Andrea Grossi e Pietro Bologna.
Il giorno successivo il Teatro della Tosse ospiterà «Gli Uomini»: tre solo di Yoris Petrillo, Simone Zambelli, Demian Troiano Hackman intitolati rispettivamente «Nothing to declare», «Non ricordo», «I walk slowly into the wind», quest’ultimo in debutto nazionale.
Venerdì 8 dicembre i riflettori saranno, quindi, puntati su Joerg Hassmann, che incontrerà il pubblico nel corso di un workshop per danzatori esperti sulla contact improvisation (in programma dal 7 al 10 dicembre).
Seguiurà un approfondimento in quattro appuntamenti sulla vita e la poetica di Anna Halprin, danzatrice, coreografa, insegnante di fama mondiale oggi ancora in attività (all’età di 97 anni), che ha formato intere generazioni di danzatori e coreografi di tutte le nazionalità sul principio del LifeArtProcess, che integra nella pratica del danzatore tutte le altre arti e le più avanzate ricerche della somatica. Halprin ha ridefinito l’arte moderna attraverso la convinzione che la danza possa trasformare l’essere umano e guarirlo a qualsiasi età.
L’inserzione inizierà con il debutto nazionale di «Me myself and I» della Compagnia Itinèrrances, per l’ideazione di Christine Fricker, e proseguirà con la proiezione del film «Le soufle de la danse» di Ruedi Gerber.
Sabato 9 dicembre ci sarà un ulteriore momento di approfondimento sulla Halprin con una masterclass diretta da Yendi Nammour, una conferenza danzata a cura di Aude Cartoux e Yoann Boyer e la proiezione del video «Danser la vie», edito da Contredanse, che illustra la ricerca e metodologia di lavoro sviluppata dalla danzatrice americana.
In serata sarà possibile vedere «Salvaje», una carrellata di immagini che espongono, anche in modo crudo, quell’impulso distruttivo in cui emerge l’idea di strumentalizzare l’altro da sé. Attraversando queste emozioni (che si trasformano in stati fisici, danze concitate e immagini disturbanti), accettandole e vivendole senza giudizio per quelle che sono, le performer arrivano a una catarsi, a una necessità di condivisione.
A chiudere la rassegna sarà, nella serata del 10 dicembre, «Danse de nuit» di Boris Charmatz, danzatore e coreografo di fama mondiale, direttore del Musée de la dance di Rennes, celebrato per il suo approccio innovativo alla danza contemporanea. Lo spettacolo, con Magali Caillet-Gajan, sarà in uno spazio urbano della città che sarà comunicato agli spettatori via sms.
Un cartellone, dunque, di grande interesse quello della nuova edizione di «Resistere e creare», che racconterà attraverso vari eventi la danza come strumento di indagine sociale e politica.

Informazioni utili
«Pubblico corpo» - III edizione del festival «Resistere e creare». Teatro della Tosse, piazza Renato Negri, 6 – Genova. Programma: http://www.teatrodellatosse.it/?s=2&id=36. Dal 28 novembre al 20 dicembre 2017.