ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

sabato 10 marzo 2018

«L’allegra vedova», Maddalena Crippa racconta la Belle Époque

L’atmosfera elegante e gaudente della Belle Époque. Le sontuose feste della Parigi di fine Ottocento. Le donne ammiccanti e maliziose, eteree e aristocratiche, che facevano capolino dai quadri impressionisti. La gioia di vivere, gli astuti intrecci amorosi e l’arguta ironia di un periodo storico destinato a scomparire con lo scoppio della Prima guerra mondiale. E, poi, il ritmo sfrenato del can can, la leggiadria del valzer e la bellezza di brani d'assieme come «Donne Donne, eterni dei». Il tutto avvolto in un velo di fantasia che conduce all'inevitabile lieto fine. Sono questi i connotati più evidenti di una delle operette di maggior successo sui palcoscenici di tutto il mondo: «La vedova allegra» (titolo originale «Die Lustige Witwe»), lavoro teatrale in tre atti che Victor Léon e Leo Stein, con il compositore Franz Lehàr, trassero dalla commedia «L'attaché d'ambassade» di Henri Meilhac.
Dalla data del suo debutto, il 30 dicembre 1905 al teatro An-der-Wien, la storia d’amore e di seduzione della conturbante Hanna Glavari non ha mai smesso di affascinare il pubblico e anche gli artisti. A confrontarsi ora con questo spettacolo senza tempo sarà Maddalena Crippa, attrice che, nella sua lunga carriera, ha tracciato un percorso nel teatro-musica all’insegna della qualità e della varietà, a cominciare dallo spettacolo «Canzonette vagabonde» sul repertorio italiano degli anni Venti e Trenta, per passare agli omaggi a Paolo Conte, Tenco, Jannacci, De André e Gaber, terminando con il più recente «Italia mia Italia», una dedica spassionata al nostro Paese, che mescola le parole e le musiche di Pasolini e Battisti, Leopardi e Cutugno, Fellini ed Endrigo, ma non solo.
L’artista lombarda sarà in scena al teatro Menotti di Milano dal 13 al 18 marzo con il suo spettacolo «L’allegra vedova - Café chantant», per la regia di Bruno Stori. Con lei sarà sul palco un ensemble strumentale formato da Giampaolo Bandini alla chitarra, Giovanni Mareggini al flauto e all’ottavino, Mario Pietrodarchi alla fisarmonica e Federico Marchesano al contrabbasso.
«La Vedova Allegra» - raccontano dalla produzione dello spettacolo, che vede alla guida la Compagnia Umberto Orsini, con Parmaconcerti- «è una fiaba a tempo di valzer e il valzer, si sa, provoca il rilascio delle endorfine, le molecole della gioia e, dunque, «La Vedova Allegra» è un formidabile anti-stress, che non è poco». Il pubblico abbandona così i pensieri cupi e si lascia trasportare dal racconto leggero ed elegante di una storia d’amore, promesse, sospetti e rivelazioni, ambientata in un mondo luccicante e spensierato, un’«Austria Felix» da cartolina, caratterizzata da melodie indimenticabili, che raggiungono il loro apice con il celebre valzer «Tace il labbro» o nella «Canzone di Vilja». A dir la verità tutti i valzer e galop, czardas e polke che fanno da colonna sonora al racconto hanno qualcosa di indimenticabile, capace ancora oggi di divertire e far sognare.
Al teatro Menotti di Milano sarà possibile ascoltare alcune di queste musiche in un arrangiamento firmato da Giacomo Scaramuzza; mentre la riscrittura del testo è stata fatta da Maddalena Crippa, con Bruno Stori. Ne è nato un avvincente one woman show, che evoca con leggerezza e divertimento le atmosfere dei cabaret berlinesi e dei cafè chantant parigini.
Alternando le parti recitate, frammenti di dialoghi e monologhi tradotti dal libretto originale di Leon Stein e Victor Leon, alle parti cantate, arie e duetti, l’attrice si sdoppia e dà voce e carattere sia alla bella e giovane Hanna Glavari, ricchissima vedova che deve districarsi tra la miriade di corteggiatori attratti dalla sua imponente dote, sia all’uomo che conquisterà la sua mano, il principe Danilo Danilowitsch. Il tutto avviene in uno spazio semplice ed essenziale, che rende ancora più evidente la capacità della Crippa di far rivivere sulla scena i diversi personaggi dell’immortale operetta, tra talento, virtuosismo, divertimento e tenerezza.

Informazioni utili 
Teatro Menotti, via Ciro Menotti 11 – Milano. Prezzi: intero 28.00 € + 1.50 € prevendita, ridotto over 65/under 14 - 14.00 € + 1.50 € prevendita, martedì e mercoledì posto unico 14.00 € + 1.50 € prevendita. Orari biglietteria: dal lunedì al sabato, dalle ore 15.00 alle ore 19.00; domenica (solo nei giorni di spettacolo) ore 14.30-16.30; cquisti online con carta di credito su www.teatromenotti.org. Orari spettacolo: martedì, giovedì e venerdì, ore 20.30; mercoledì e sabato ore 19.30 (eccetto le prime ore 20.30); domenica ore 16.30; lunedì riposo. Informazioni: tel. 02 36592544 o biglietteria@tieffeteatro.it

giovedì 8 marzo 2018

«Saint-Germain-des-Prés», in scena i suoni e le idealità di un angolo di Francia

Ernest Hemingway, Francis Scott Fitzgerald, Albert Camus, Jacques Prévert e Salvador Dalì, ma anche Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir, Boris Vian, François Truffaut e Juliette Gréco: non c’è artista e intellettuale del Novecento che, in viaggio o in residenza a Parigi, non si sia fatto ammaliare dai suoi bistrot, locali jazz e librerie. Il quartiere di Saint-Germain-des-Prés, sulla rive gauche, ha scritto così pagine importanti per la storia della cultura francese ed europea, soprattutto negli anni della Seconda guerra mondiale e nel periodo immediatamente successivo. Stando alle cronache del tempo, il Surrealismo e il Dadaismo nacquero, per esempio, tra i tavolini del «Café de Flore». Gli esistenzialisti si ritrovavano per scrivere o per discutere tra di loro a «Les Deux Magots». Mentre Pablo Picasso dipinse «Guernica», vero e proprio manifesto contro l’orrore della guerra, in una soffitta di Rue des Grands Augustins.
L’eleganza e il fascino senza tempo di questo quartiere pittoresco e bohemien di Parigi rivive, nella stagione teatrale in corso, grazie allo spettacolo «Saint-Germain-des-Prés», prodotto da France Théâtre, ente teatrale per l’apprendimento della lingua francese attraverso l’arte drammatica, fondato nel 1998 a Roma per volere dell’Ambasciatore di Francia presso la Santa Sede, che vede alla guida l’attore, cantante, drammaturgo e regista Frédéric Lachkar.
Lo spettacolo, la cui tournée sta toccando le principali città italiane e che ha già maturato più di un centinaio di repliche, sarà in cartellone anche al cinema teatro Manzoni di Busto Arsizio nella giornata di giovedì 15 marzo, alle ore 9 e alle ore 11.30.
Ad organizzare le due rappresentazioni in programma, riservate principalmente agli studenti delle scuole secondarie di primo e di secondo grado, è Materlingua, centro di produzione di spettacoli con sede a Roma, che lavora anche con le compagnie España Teatro e BroadWAY to English, il cui lavoro gode del patrocinio di Agis e di Agiscuola e che è stato insignito dal Ministero della pubblica istruzione e dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali del Label europeo.
«Saint-Germain-des-Prés» è, nelle intenzioni degli organizzatori, «uno spettacolo teatrale e musicale, motivante e divertente, che mette in luce un momento storico fondamentale per l'Europa, quello del secondo conflitto bellico, legandolo a tematiche di attualità, con lo scopo principale di sensibilizzare gli studenti all'interculturalità, alla costruzione del proprio senso civico e alla condivisione di esperienze e stimoli culturali».
La storia porta lo spettatore in un caffè nel cuore di Saint-Germain-des-Prés, da sempre punto di ritrovo di giovani artisti e personalità dall'anima eclettica. Qui lavora Gabriel un ragazzo come tanti, che serve ai tavoli, sognando di realizzarsi nel mondo della musica jazz. Una sera, stanco e demotivato, il giovane si rifugia tra le note del suo pianoforte e, come per magia, viene catapultato in un’altra dimensione, ritrovandosi in compagnia della «Bande de Zazous», un gruppo di suoi coetanei stravaganti e amanti come lui dell'arte e dell'intrattenimento. Tra danza, canto e la suggestiva melodia della fisarmonica e del pianoforte, i giovani artisti gli raccontano quanto di importante c'è da sapere del loro mondo: Saint-Germain-des-Prés settant'anni prima, nell'immediato Secondo dopoguerra.
«La loro forza, sostenuta dal dialogo, dalla cultura e dalla speranza che resta viva nonostante la brutalità della guerra, dimostra al giovane protagonista -si legge nella sinossi dello spettacolo- quanto la piena coscienza di chi si è veramente e la voglia di superare le sovrastrutture imposte dalla società siano l'essenza della felicità. Gabriel, dal canto, suo racconta ai suoi nuovi amici quanto il progresso abbia rivoluzionato i gesti più comuni della quotidianità e lo scambio tra i due periodi storici si arricchisce di dettagli emozionanti e divertenti». Un bell'appuntamento, dunque, da non perdere quello che propone il cinema teatro Manzoni per chi voglia approfondire la conoscenza della lingua in modo originale e a tempo di musica.

Informazioni utili
«Saint-Germain-des-Prés». Cinema teatro Manzoni, via Calatafimi, 5 - Busto Arsizio. Quando: giovedì 15 marzo, ore 9 e ore 11.30. Ingresso: € 12,00. Informazioni e prenotazioni: Materlingua, cell. 329.8812132 o vicky.sarnataro@materlingua.eu

martedì 6 marzo 2018

«The Venice Glass Week», aperte le adesioni alla seconda edizione

Forte degli oltre 75mila visitatori che lo scorso settembre hanno affollato le calli di Venezia e Murano per partecipare ai centocinquanta eventi proposti dal primo festival internazionale dedicato all’arte vetraria organizzato in città, «The Venice Glass Week» si prepara a fare il bis.
Da giovedì 8 febbraio è, infatti, possibile inviare la domanda di adesione alla seconda edizione della manifestazione, in programma dal 9 al 16 settembre 2018.
Per inviare la richiesta è necessario consultare il sito web ufficiale www.theveniceglassweek.com, scaricare il regolamento, compilare il formulario con il proprio progetto e inviarlo alla segreteria organizzativa entro il 30 aprile 2018.
La più importante novità dell’edizione 2018 sarà la presenza di un Comitato scientifico: da quest’anno, infatti, tutte le richieste di partecipazione saranno vagliate e selezionate da un team di esperti nel settore del vetro a livello internazionale, tra curatori, storici, critici e studiosi. Il comitato scientifico per l’edizione 2018 sarà presieduto da Rosa Barovier Mentasti, storica del vetro veneziana, e sarà composto dai critici e curatori Chiara Bertola e Jean Blanchaert, dalla giornalista Uta Klotz, direttrice della rivista tedesca «Neues Glas», e dal chimico Marco Verità, docente universitario esperto nella composizione di materiali vitrei.
«The Venice Glass Week» è aperta a tutte le iniziative, nazionali e internazionali, che abbiano al centro la valorizzazione del vetro artistico: non solo mostre e installazioni, ma anche conferenze, spettacoli, workshop, cene a tema, visite guidate, attività per bambini e tanti altri eventi. La partecipazione è a titolo gratuito e non ha costi di adesione.
L’organizzazione di questo evento, che si propone di promuovere una risorsa artistica e produttiva forma d’arte quale l’arte vetraria muranese conosciuta a livello globale, sarà ancora curata da alcune tra le istituzioni più prestigiose della città: la Fondazione Musei Civici di Venezia, la Fondazione Giorgio Cini, l’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti e il Consorzio Promovetro Murano, insieme al Comune di Venezia.

Definito da Rocco Moliterni, sul quotidiano «La Stampa», «un'occasione unica per imparare tutto quello che c'è da imparare sul vetro d'artista» (16 settembre 2017) e da Rachel Spence del «Financial Times» una ricetta per salvare dal declino «questa manifattura incantevole e arcana» (23 settembre 2017), il festival internazionale dedicato all’arte vetraria si presenta, dunque, come un’occasione più unica che rara per lasciarsi incantare da una produzione antica, che ha il sapore dell’alchimia.

Informazioni utili 
 www.theveniceglassweek.com