ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

giovedì 11 giugno 2020

«Action reaction», un progetto di public art per la Fase 3 di Milano

Peripezie acrobatiche, contrazioni, sbilanciamenti, torsioni, flessioni, cadute e rialzi. Corpi in tensione muscolare, aggrovigliati e contorti, impegnati in azioni che ricordano la miglior stagione della Performing Art. Sono questi i soggetti di «Action Reaction. Billboard Project», speciale progetto di arte pubblica ideato da Alessio Bolzoni (Crema, 1979) per la città di Milano. Il fotografo lombardo, da tempo residente a Londra, ha passato la quarantena all’ombra della Madonnina e, una volta uscito di casa, passeggiando per le strade restituite alla libera circolazione, ha avvertito l’esigenza di una corrispondenza con le persone, proprio nel momento delicato della ripartenza.
Sono nati così ventisei cartelloni pubblicitari di grande formato che, dall’11 al 21 giugno, saranno collocati nei luoghi più rappresentativi del tessuto cittadino, in sedici punti espositivi -da viale Forlanini a corso Lodi, da piazzale Aquileia a via Carlo Farini-, che vanno a strutturare un percorso diffuso e circolare fruibile al pubblico attraverso una mappa dedicata grazie alla quale sarà possibile intercettare le opere lungo il proprio cammino.
Quelle di Alessio Bolzoni sono immagini minimal e di grande pulizia formale, realizzate nell’asetticità di uno studio fotografico, in cui compaiono corpi che, contorcendo i propri arti in un alternarsi di forze opposte e contrarie, creano -raccontano gli organizzatori- «l’idea di un corpo immaginario che si fonde con il corpo della città e che ne afferra e ne mastica il sentimento reattivo», la voglia di azione che caratterizza questa fase di rinascita e di ripartenza dopo l’emergenza sanitaria per il Covid-19. «Per un processo empatico, quasi una magia, - scrive Teresa Macrì, la curatrice del progetto espositivo, nel suo tempo critico- la stampa fotografica vuole fondersi con la pelle della città, prolungarsi in essa e coglierne il soffio».
I corpi sui cartelloni pubblicitari, con le loro posizioni impossibili, sembrano sperimentare la nostra voglia di dimenticare questi ultimi mesi chiusi in casa. Sembrano volersi liberare «di una forza accumulata e trattenuta, per scrollarsi dallo stato di quiete e sottrarsi all’inazione – racconta ancora Teresa Macrì-. Nonostante essi non si configurino come inattivi, tantomeno assoggettati all’abbandono o al senso di caduta e di perdita ma si manifestano come corpi sensibilmente elettrici, inquieti e ansiosi. Nella loro seduzione estetica e nel loro flusso narrativo, esplicano una spinta al contrattacco e al loro farsi atto di resistenza».
Alessio Bolzoni continua così la sua ricerca sul corpo, avviata nel 2010. Dopo la riflessione sul corpo vegetale, documentata dalla serie «Abuse» del 2016, che sviluppava il concetto di uso e abuso attraverso la lente di una natura in lento consumo, costituita dai fiori della propria abitazione, il fotografo ha prodotto, nel 2018, un nuovo progetto incentrato sul corpo, «Abuse: the Uncanny», che raccoglie un’ampia selezione di scatti dedicati a una vitalità sospesa, ritratta attraverso le torsioni di individui su sfondi neutri.
«Action Reaction» nasce all’interno di questa nuovo ambito di ricerca, che Alessio Bolzoni ha voluto presentare in una dimensione pubblica, per le strade della città, vista la complessa situazione emergenziale globale di questi ultimi mesi.
Nel frattempo Milano ha iniziato a riaprire, con ingressi contingentati, i suoi luoghi della cultura, a partire dai musei civici. I primi ad accogliere i visitatori sono stati, dal 26 maggio, il Museo del Risorgimento, la Gam- Galleria d’arte moderna, il Museo di storia naturale e l’Acquario civico. Nei giorni subito successivi, dal 27 al 31 maggio, sono tornati di nuovo accessibili al pubblico anche la Casa museo Boschi di Stefano, lo Studio museo Francesco Messina, il Mudec – Museo delle culture e il Museo archeologico. Il 28 maggio è stata la volta di Palazzo Reale, che ha riaperto con nuovi orari (il giovedì dalle 11.00 alle 22.30, venerdì sabato e domenica dalle 11.0c0 alle 19.30), permettendo di ritornare a vedere le mostre chiuse a causa del lockdown: «Viaggio oltre le tenebre. Tutankhamon RealExperience», «Georges de La Tour: l’Europa della luce» e «Roberto Cotroneo. Nel teatro dell’arte». La Triennale e Fondazione Prada sono, invece, di nuovo accessibili l'una da giovedì 4, l'altra da venerdì 5 giugno. Mentre per la Pinacoteca di Brera e il Cenacolo, con «L’ultima cena» di Leonardo da Vinci, si è dovuto attendere il 9 giugno, una data simbolica per la Milano della cultura: settant’anni fa, nello stesso giorno, la Pinacoteca veniva riaperta dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Da questa settimana il pubblico è potuto così ritornare ad ammirare alcuni capolavori simbolo del patrimonio culturale italiano come il «Cristo morto» di Mantegna, la «Pietà» di Giovanni Bellini, la «Pala Montefeltro» di Piero della Francesca, «Lo sposalizio della Vergine» di Raffaello, la «Cena in Emmaus» di Caravaggio e il «Bacio» di Francesco Hayez. Un’occasione da non perdere, questa, soprattutto perché, per tutta l’estate, l’accesso sarà gratuito per tutti, previa prenotazione obbligatoria. Tante, dunque, le occasioni che la città offre ai suoi abitanti per ritornare ad approcciarsi alla cultura e all'arte, a partire dalla proposta fotografica di Alessio Bolzoni, tutta da scoprire cartina alla mano e scarpe comode ai piedi.

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Alessio Bolzoni, Matthew, 2018; [fig. 2] Alessio Bolzoni, Dan, 2018; [fig. 3] Piantina del progetto «Action reaction»; [fig. 4] Pinacoteca di Brera 


mercoledì 10 giugno 2020

«Scena natura», quando il teatro ha per palcoscenico un fienile e i colli bolognesi

Sui colli di Bologna c’è un luogo che si prepara ad aprire il sipario. È Fienile Fluò, ristorante e agriturismo con bed and breakfast, immerso tra alberi secolari, campi coltivati e vigneti, a pochi passi dal centro della città. Qui, ormai da qualche anno, dal 2008 per la precisione, l'associazione culturale Crexida/Anima Fluò, nata nel 2003 da un'idea dall’attrice e regista Angelica Zanardi, organizza «Scena madre», inusuale «dialogo tra le arti e il verde».
A partire dal 1° luglio spettacoli teatrali, concerti, performance di danza, mostre e passeggiate-racconto animeranno gli ambienti aperti della struttura sui colli di Paderno: dall’anfiteatro naturale tra i calanchi ai sentieri panoramici sulle colline, dai vigneti ai giardini.
Il tutto avverrà nel rispetto della distanza sociale e delle norme di sicurezza richieste dal Governo al mondo del teatro per contrastare l’epidemia da Coronavirus; per questo motivo rimarrà chiusa la piccola e suggestiva sala teatrale interna, di circa cento metri quadrati, e con un bella gradinata con cuscini, che normalmente ospita un pubblico di circa sessanta persone.
«Cambieranno i modi, non cambierà la qualità e l’unicità dell'esperienza», assicurano da Fienile Fluò, da sempre attento anche allo scambio culturale grazie a residenze d’artista.
Da Bologna arriva, dunque, un'idea per continuare a fare teatro, almeno questa estate, nel rispetto di tutti i vincoli imposti dal decreto del 17 maggio per la ripresa degli spettacoli dal vivo: capienza di massimo mille posti all'aperto e duecento al chiuso, misurazione della temperatura corporea all'ingresso, posti a sedere preassegnati, utilizzo obbligatorio della mascherina per gli spettatori, distanziamento sociale per attori e pubblico, periodica igienizzazione degli spazi anche con gel sanificanti a disposizione degli utenti, adeguata aerazione naturale della sala e ricambio d'aria costante, limitazione dell'uso del contante.
Oggi più che mai, dunque, tornare alla natura, portare l’opera fuori dai chiusi luoghi convenzionali e trasformare l'ambiente in un palcoscenico, può essere un'opportunità per affrontare la sfida sanitaria.
Angelica Zanardi spiega che a ispirare la ricerca artistica della sua compagnia è stata una frase di Carlo Rovelli: «siamo fatti degli stessi atomi e degli stessi segnali di luce che si scambiano i pini delle montagne e le stelle nelle galassie». «Scena madre» diventa così – per stessa ammissione della sua ideatrice- «una nuova prospettiva sull’ambiente che ci ospita, un palcoscenico in cui la natura è ispiratrice e l’arte diventa forma del nostro sguardo e del nostro passaggio».
La scrittura creativa e la messa in scena di testi originali, orientati a tematiche contemporanee, sono parte integrante del progetto, sempre più orientato a produzioni teatrali site specific, ovvero a drammaturgie pensate ad hoc, in cui audio, video e scenografia sono studiati nel rispetto dell’ambiente naturale. Lo spettatore viene così «accompagnato -racconta ancora Angelica Zanardi- in un viaggio sensoriale che lo coinvolge in maniera partecipativa, rendendolo parte di un’opera che mescola la realtà dello scenario alla creazione simulata oggetto dell’arte teatrale».
Ad aprire il cartellone sarà «Strade sui sassi» (1° luglio, ore 21.30), performance di teatro-danza itinerante a seguito della residenza artistica a Fienile Fluò del collettivo PaZo Teatro. Sarà, quindi, la volta di «Io sono natura» (8, 15, 22, 29 luglio - 5, 12 agosto h. 21.30), monologo/performance, scritto da Allegra De Mandato, che partendo dalle rivelazioni della fisica quantistica, risveglia interrogativi e riflessioni, grazie alla forza e alla libertà del teatro, all'uso immaginifico del video, e alla potenza della musica.
Saranno, poi, di scena tre coreografi di fama internazionale come Michal Mualem, storica interprete di Sasha Waltz, Giannalberto de Filippis e Ted Stoffer a dirigere gli artisti del progetto formativo Co-Lab2020 (2 agosto, ore 19.30).
Torna, poi, per la sua settima edizione «Running Up That Hill. Esperimenti coreografici in collina» (5-6 settembre, alle ore 18), un progetto di residenze e performance di danza contemporanea per gli spazi verdi di Fienile Fluò, proposto in collaborazione con il Festival danza urbana. In programma un’ora di spettacolo con performance inedite, create site specific, a cura di grandi coreografi come Fabrizio Favale e la sua compagnia Le supplici, Nuvola Vandini, Gioia Morisco, Mualem/de Filippis Dance Projects.
Importante novità di quest’anno nell’ambito danza contemporanea saranno, infine, i Laboratori site-specific nella natura (6-10 settembre), dedicati ai partecipanti alle residenze artistiche, a cura di Mualem/de Filippis Dance Projects. Un programma, dunque, ricco quello di questa edizione di «Scena natura»: un'occasione unica per immergersi nella bellezza del teatro all'interno di uno scenario naturale di grande fascino come l'anfiteatro naturale sui colli, noto per il ritrovamento della pietra fosforica bolognese, avvenuto nel 1602 grazie alle ricerche di Vincenzo Casciarolo, calzolaio bolognese che si dilettava di alchimia.

Per saperne di più 
www.fienilefluo.it

martedì 9 giugno 2020

«Florilegium»: una cascata di fiori per la ripartenza di Parma Capitale italiana della cultura

Ritorna a «sbocciare» la programmazione culturale di Parma Capitale italiana della cultura 2020-2021. E il termine «sbocciare» non è scelto a caso. Dopo lo stop delle attività causato dall’emergenza sanitaria per il Covid-19 e la decisione del Governo, inserita nel Decreto Rilancio approvato il 13 maggio, di dare alla città emiliana l’opportunità di forgiarsi del titolo di Capitale italiana della cultura anche per il 2021, è tempo di ripartire.
A segnare il «nuovo inizio» è «l’arte dei fiori» di Rebecca Louise Law (Cambridge, 1980), artista e designer inglese, di stanza a Londra, laureata in belle arti all’Università di Newcastle nel 2004, nota in particolare per le sue installazioni floreali larger-than-life e per le sue sculture site-specific, che hanno fatto breccia anche nel settore della moda e in importanti brand come Hermes, Mulberry, Tiffany e Jo Malone.
I fiori sospesi e intrecciati a lunghi e sottili fili di rame, di cui Rebecca Louise Law studia da tempo le naturali fasi di decadimento (dall’avvizzimento all’asciugatura), sono “arrivati” a Parma per la sua prima mostra personale italiana, ospitata all’interno dell’Oratorio di San Tiburzio, chiesa sconsacrata di epoca tardo-barocca realizzata nel 1722 dall'architetto Adalberto Dalla Nave e poi completata dall'architetto Pancrazio Soncini, un secolo e mezzo più tardi.
«Florilegium» è il titolo della rassegna, curata da OTTN Projects e sostenuta da Cosmoproject, all’interno di «Pharmacopea», progetto di riscoperta dell’identità chimico-farmaceutica di Parma, che vede tra i suoi promotori il Gruppo Chiesi e Davines, impegnati nell’obiettivo di creare itinerari turistici che riqualifichino o facciano scoprire agli abitanti luoghi simbolici della città come l’Antica farmacia San Filippo Neri (della quale fa parte l’Oratorio di San Tiburzio) o l’Orto botanico.
L’esposizione, visitabile fino al prossimo 19 dicembre, è un’esperienza immersiva ed unica, nata con l’intento di far riflettere sul rapporto dell’uomo con la natura e sulla caducità di quest’ultima, soggetta a cambiare forma per il trascorrere delle stagioni. È, dunque, una riflessione sul tempo, tema che fa da filo rosso all’intera programmazione di Parma Capitale italiana della cultura 2020+2021, quella che propone la mostra di Rebecca Louise Law, artista che ha già esposto in passato all'Onassis Culture Centre di Atene, alla Chandran Gallery di San Francisco, alla Shirley Sherwood Gallery di Londra e al Toledo Museum of Art.
In città -in attesa della presentazione del nuovo programma di Parma 2020+2021, prevista per questo mese e che avrà ancora come claim «La cultura batte il tempo»- hanno da poco riaperto i battenti, adeguandosi alle norme anti-Covid, anche i cinque musei civici presenti sul territorio: la Pinacoteca Stuard, il Castello dei burattini – Museo Giordano Ferrari, il Museo dell’Opera, la Casa del suono e il Museo Casa natale Arturo Toscanini.
Tra le mostre da vedere si segnala, invece, quella che il Museo d’arte cinese dedica alle mode dal mondo (di cui abbiamo parlato negli scorsi giorni) e la riapertura di «Natura e donna», nel settecentesco Oratorio di San Quirino, che allinea una trentina di immagini di Caterina Orzi, per la curatela di Stefania Provinciali e l’allestimento di Tommaso Brighenti.
Una peonia, una calla, un papavero dialogano con immagini di donne e frammenti dei loro corpi -mani e volti- restituendoci un racconto, intimo e cromaticamente delicato della femminilità. Poi, il registro visivo cambia sino a dissacrare il soggetto pittorico forse più famoso della storia dell’arte, la «Gioconda» di Leonardo Da Vinci, punto di partenza per una rielaborazione artistica inconsueta e suggestiva -quattordici versioni decorate ciascuna con animali in via d’estinzione- che vanno a comporre un fil rouge fra arte, natura, donna e bellezza senza tempo.
Inaugurata da poco è anche «Fornesetti Theatrum Mundi», un'esposizione che nasce dal dialogo tra le architetture e le collezioni della Pilotta e la creatività senza confini di Piero Fornasetti (1913-1988), maestro del '900. Nello specifico la mostra -curata da Barnaba Fornasetti, Valeria Manzi e Simone Verde- rappresenta «un viaggio tra passato e presente, tra classico e moderno», che abbina le architetture rinascimentali del complesso monumentale parmense all'immaginario dell'artista milanese, maestro del design, ideatore negli anni Cinquanta di un atelier che ha fatto scuola nella produzione di opere, oggetti, mobili.
Tutto ruota intorno al Teatro Farnese, prendendo spunto dal sogno enciclopedico del theatrum mundi del retore neoplatonico Giulio Camillo, di riassumere al suo interno la totalità del reale.
Il percorso si articola in nuclei legati ai principali temi dell'opera di Fornasetti: «le rovine e l'uso del passato come frammento, l'architettura, la musica, il tema e le variazioni, il disegno, la grafica, il collezionismo, l'oggetto quotidiano e la dimensione illusionistica e onirica».
Nel frattempo è già partito il conto alla rovescia per l’apertura della mostra immersiva «Van Gogh Multimedia and Friends» a Palazzo della Rosa Prati, tra il Battistero e il Palazzo Arcivescovile, prevista per il prossimo 13 giugno.
«Riprodotti su supporti multimediali ad altissima qualità, installati nelle splendide sale del palazzo, -raccontano gli organizzatori- i ritratti e gli autoritratti, le nature morte e i paesaggi del pittore prendono letteralmente vita, raccontandosi attraverso dense pennellate dall’apparenza fortemente materica e fascinazioni digitali, che consentono al visitatore di vivere un’esperienza avvolgente e di sentirsi totalmente immerso in opere leggendarie».
Al momento sono, invece, ancora chiusi la Camera di San Paolo affrescata dal Correggio, la Spezieria di San Giovanni, il Battistero, il Museo diocesano, l’Ape Parma Museo,  il Museo Csac, ma la situazione è in costante divenire e Parma -come il soffitto dell’ Oratorio di San Tiburzio, grazie alla creatività di Rebecca Louise Law- torna piano piano a sbocciare, a rivestire i panni di capitale italiana della cultura.

Didascalie delle immagini 
[Figg.1, 2 e 3] Rebecca Louise Law, Florilegium, 2020. Credits OTTN Projects; [fig. 4] Rielaborazione de «Gioconda» di Leonardo Da Vinci a cura di Caterina Orzi; [fig. 5] Allestimento nel Teatro Farnese di Parma. Foto di Cosimo Filippini; [fig. 6] Allestimento nella sala del Trionfo della Pilotta. Foto di Cosimo Filippini

Per saperne di più
Mode dal mondo a Parma
I Musei civici di Parma
Complesso monumentale della Pilotta
Van Gogh Multimedia and Friends

Informazioni utili
Florilegium di Rebecca Louise Law. Antica Farmacia S. Filippo Neri | Oratorio San Tiburzio, Borgo Palmia, 6/A – Parma. Orari: da giovedi a sabato, dalle ore 10:00 alle ore 18:00; aperture straordinarie: domenica 7 giugno, dalle ore 10:00 alle ore 12:30, domenica 5 luglio, dalle ore 10:00 alle ore 12:30. Ingresso gratuito (si consiglia la prenotazione). Sito web: www.pharmacopeaparma.it. Fino al 19 dicembre 2020