ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

mercoledì 10 dicembre 2008

A Trento diciotto Amleto per uno scettro, quello del premio «Fantasio Piccoli»

Diciotto giovani registi, diciotto spettacoli di qualità e un unico testo da mettere in scena: l'Amleto di William Shakespeare. Si potrebbe riassume così l’undicesima edizione del Festival internazionale di regia teatrale-Premio Fantasio Piccoli, organizzato dalla Compagnia Gianni Corradini e da Estroteatro, la cui fase finale va in scena venerdì 12, sabato 13 e domenica 14 dicembre al teatro San Marco di Trento.
Il concorso, nato nel 1997 da un'idea di Gianni Corradini e Leonardo Franchini, è considerato una delle manifestazioni più importanti e più interessanti del panorama internazionale e vede ogni anno la partecipazione di numerosi artisti provenienti da tutto il mondo, quest’anno in particolare da Italia, Spagna, Francia, Germania, Regno Unito e Brasile. Il motivo è presto detto: non esiste nel nostro Paese un festival che metta in risalto la figura del regista, nella cui mente prende vita la messa in scena dell’opera, tutto ciò che intorno ad essa ruota, dalla scenografia ai costumi, e la caratterizzazione dei personaggi.
Il successo del festival, dedicato alla memoria di Fantasio Piccoli, regista milanese e direttore del teatro Stabile di Bolzano dal 1950 al 1965, sta, forse, nella sua formula. Tutto parte da un gioco: gli organizzatori prendono un testo, uguale per tutti i registi (quest’anno Amleto di William Shakespeare), e li invitano a metterlo in scena con la massima libertà, ciascuno secondo la sua filosofia e il suo «fare teatro». L'unico vincolo da rispettare è quello della durata: ogni spettacolo deve essere lungo al massimo 18 minuti. Forse pochi per esprimere tutto il proprio talento, ma sufficienti per portarsi a casa numerosi premi in denaro e la promessa di produrre il proprio lavoro, con residenza e teatro a disposizione del regista e della compagnia vincitrici per venti giorni. Un’offerta ghiotta, questa, che ha portato oltre quattrocento registi ad iscriversi all’edizione 2008 del premio Fantasio Piccoli. Tra di loro, oltre centoventi hanno partecipato ai dodici festival regionali in programma su tutto il territorio nazionale, che hanno portato alle selezione dei diciotto finalisti. Per ogni tappa, una giuria di professionisti dello spettacolo ha, infatti, designato un vincitore e segnalato alcuni artisti giudicati comunque all’altezza della finale, dei quali tre sono stati ripescati. Un'altra commissione ha, invece, selezionato tre progetti di regia tra gli oltre venti giunti da tutto il mondo.
Molto alta la qualità riscontrata dalle giurie nelle varie selezioni, dove il compito di designare un unico vincitore si è dimostrato spesso arduo. In generale i registi hanno restituito maggiormente un Amleto comico-grottesco, con un forte utilizzo della multimedialità per un teatro più sperimentale che classico. Da segnalare un fatto molto particolare: su diciotto registi in finale, dodici sono donne.
La finale sarà presieduta da tre giure: la giuria tecnica, formata da professionisti dello spettacolo (Mariano Furlani - regista, Pino Petruzzelli - regista/attore, Giovann Moleri - regista e direttore dell'Accademia di regia del Teatro dell'Aleph, Franco Oss Noser - firettore Centro Santa Chiara, Virginia Somadossi - Festival Drodesera e Drodesera Fies Factory One, Antonia Dalpiaz - scrittrice e critica teatrale, David Hein - vincitore edizione 2007 del festival, Maria Zini - presidente organizzazione), che designerà il vincitore del festival; le altre due giurie, la giuria giovani (formata da allievi delle scuole di teatro di Trento) e la giuria pubblico eleggeranno il loro vincitore, che riceverà una targa di riconoscimento.

Didascalie delle immagini
[fig. 1, 2 e 3] Immagini tratte dagli allestimenti dell’Amleto di William Shakespeare, presentati ai Festival regionali dell’XI edizione del Festival internazionale di regia teatrale-Premio Fantasio Piccoli

Informazioni utili
Festival internazionale di regia teatrale-Premio Fantasio Piccoli 2008. Teatro San Marco, via San Bernardino - Trento. Venerdì 12, sabato 13 e domenica 14 dicembre, ore 21.00. Ingresso: intero € 8.00, universitari, allievi scuole di teatro, registi partecipanti alle selezioni € 5.00, Tessera 3 serate intera € 16.00, Tessera 3 serate ridotta € 10.00, Ingresso gratuito per registi e attori in gara, registi segnalati. Per informazioni e prenotazioni : tel. 349.8673463. Sito Web: www.festivalregia.it.

A Venezia una settimana per conoscere il teatro spagnolo contemporaneo

Sarà la prima nazionale dello spettacolo La riga nei capelli di William Holden, diretto da Giuseppe Emiliani, a tenere a battesimo la Settimana del teatro spagnolo contemporaneo, vetrina sulla nuova drammaturgia ispanica, ideata e diretta da Adriano Iurissevich, con la collaborazione di Maria del Valle Ojeda e Marco Presotto, che fino a giovedì 18 dicembre animerà calli e campielli della città di Venezia.
L’appuntamento è fissato per le 21.00 di questa sera, mercoledì 10, al teatro Fondamenta Nuove, dove gli attori Rita Maffei, Adriano Iurissevich e Giorgio Bertan porteranno in scena l’originale testo di José Sanchis Sinisterra, canto d'amore teatrale per il cinema, quello delle sale affollate e fumose, quello dell’era antecedente al predominio della televisione, dei multisala e dell'home-video.
La trama dello spettacolo, che verrà replicato nelle serate di giovedì 11 e venerdì 12 dicembre (€ 12 intero, € 10 ridotto, € 8 soci Vortice, € 2.50 carta Giovani a teatro), sempre alle 21.00, racconta la storia di Esteban, un marinaio che, dopo trenta anni di peregrinazioni per mare, ritorna nella città della sua giovinezza, e spinto dal caso o dalla nostalgia, entra nel vecchio cinema, dove andava in compagnia di Caterina, la ragazza dei suoi diciotto anni. La sala è deserta e impolverata e vi è una sola spettatrice. Il film non inizia e tra i due prende forma, a poco a poco, un dialogo frammentato e bizzarro, a colpi di citazioni da film, di allusioni e rifiuti, giochi della memoria, schermaglie e provocazioni. Nel procedere dell’azione si fa strada nel pubblico un dubbio: che Caterina sia in realtà la fidanzata che Esteban abbandonò trent’anni prima senza preavviso?
Si apre, dunque, all’insegna dei ricordi e delle domande la Settimana del teatro spagnolo contemporaneo di Venezia, rassegna che prevede anche, per le giornate da giovedì 11 a sabato 13 dicembre, un convegno ricco di incontri con autori, studiosi e artisti italiani e spagnoli, dal titolo Drammaturgia contemporanea tra impegno politico e ricerca formale.
L’appuntamento si articolerà tra l’Auditorium Santa Margherita, Il teatro Fondamenta Nuove e il teatro Junghans e vedrà interventi, tra gli altri, del drammaturgo spagnolo José Sanchis Sinisterra e dei professori Ricard Salvat (Università di Barcellona), Roberto Tessari (Università di Torino), Fabrizio Borin, Marco Presotto, Paolo Puppa, Paola Mildonian e Silvia Monti (Università Ca’ Foscari di Venezia) e dell’attrice Antonella Caron. Chiuderà le tre giornate di studio lo spettacolo Hamelin di Juan Mayorga, per la regia di Manuela Cherubini, che andrà in scena alle 21 di sabato 13 dicembre al teatro Aurora di Marghera.
Il programma della Settimana del teatro spagnolo contemporaneo, manifestazione promossa dall’associazione VeneziaInscena e dall’Università Ca’ Foscari di Venezia-Dipartimento di americanistica, iberistica e slavistica, prevede anche, nella mattinata di giovedì 11, la proiezione del film Ay Carmela! di Carlos Saura, tratto dall’omonimo testo di Sinisterra (durata 102') e con Carmen Maura, e un laboratorio intensivo di specializzazione per attori con José Sanchis Sinisterra.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Una scena de La riga nei capelli. Foto: Nicola Monaco. [fig. 2] Rita Maffei e Adriano Iurissevich. Foto: Nicola Monaco
[Le immagini sono state messe a disposizione da Elena Casadoro, ufficio stampa della manifestazione per conto di VeneziaInScena]

Informazioni utili
Settimana del teatro spagnolo contemporaneo. I luoghi: teatro Junghans, Giudecca 494/b - Venezia; Teatro Fondamenta Nuove, Cannaregio 5013 - Venezia; Auditorium Santa Margherita, Dorsoduro 3688 - Venezia. I giorni: 10-18 dicembre 2008. Informazioni utili: VeneziaInscena - Centro di formazione e produzione teatrale, Cannaregio 472 - 30121 Venezia, tel/fax 041.720635, e mail: direzione@veneziainscena.com. Sito web: www.veneziainscena.com o www.casadellacommedia.it.

martedì 9 dicembre 2008

Lugano, all’Usi due incontri con Michelangelo Pistoletto

A che serve l’arte? Una domanda, questa, cui cercherà di dare risposta Michelangelo Pistoletto, Leone d’oro alla carriera nel 2003 e vincitore del premio Wolf foundation prize in arts nel 2007, attraverso due incontri promossi dalla città di Lugano, nell’ambito delle attività di costruzione del nuovo Polo culturale dedicato alla musica, alle arti sceniche e a quelle visive, in fase di costruzione nell’area adiacente all’ex albergo Palace, sulle rive del Ceresio.
Il doppio appuntamento, che inaugura la rassegna Dialoghi sull’arte, è fissato per le giornate di mercoledì 10 e giovedì 11 dicembre, sempre alle 18.00, presso l’Aula magna dell’Università della Svizzera Italiana.
In occasione del primo incontro, aperto a tutto il pubblico, l’artista biellese illustrerà il suo pensiero, secondo il quale «la pulsione creativa dell’arte –si legge nella nota stampa- contribuisce a consolidare il legame e la comunicazione tra tutte le forme delle attività umane, che la nostra società tecnologica tende ad allontanare e a separare».
L’appuntamento di giovedì 11 dicembre, su invito, è, invece, rivolto ai rappresentanti del mondo istituzionale, economico, imprenditoriale e turistico del Canton Ticino. A loro Michelangelo Pistoletto racconterà il suo impegno pluriennale di promotore delle arti quali strumento per una trasformazione responsabile della società, che coinvolga differenti settori, dall’economia alla politica, dalla scienza alla religione e all’educazione. Un’occasione, questa, anche per conoscere le attività di Cittadellarte, fondazione istituita a Biella nel 1998, grazia alla quale numerosi giovani artisti, provenienti da tutto il mondo, danno il loro contributo attivo ad operazioni imprenditoriali di diversa natura, a progetti di pianificazione e di valorizzazione del territorio e a programmi educativi e di formazione.
Oltre a Michelangelo Pistoletto, saranno presenti ai due incontri: Giovanna Masoni Brenni, capo del Dicastero delle attività culturali della Città di Lugano; Bruno Corà, direttore del Museo d’arte e coordinatore del Polo culturale; e Giuseppe Richeri, professore ordinario della Facoltà di scienze della comunicazione dell’Usi. L’appuntamento di giovedì 11 dicembre vedrà, inoltre, la presenza di Giorgio Giudici, sindaco di Lugano.
In occasione degli appuntamenti -che inaugurano la rassegna Dialoghi sull’arte, che vedrà nei prossimi mesi figure di rilievo nei diversi campi della creazione e della ricerca artistica dibattere sul contributo che la cultura può dare alla coesione di una società in continua e rapida mutazione- Michelangelo Pistoletto propone, fino a martedì 16 dicembre, una sua mini-rassegna con l’installazione di due sue opere di grandi dimensioni: Wollen – La mela reintegrata (Ø 3,60 x Ø 3,00 mt) collocata all’interno dell’Aula magna dell’Usi, e Spazio libero (6,00 x 6,00 x 4,50 mt), situata sullo spazio esterno di fronte all’entrata dell’Aula magna.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Michelangelo Pistoletto, Wollen – La mela reintegrata, 2007; polistirolo, lana, acciaio; Ø 3,60 x Ø 3,00 mt; collezione: Fondazione Pistoletto, Biella.; [fig. 2] Michelangelo Pistoletto, Spazio Libero, 1999; ferro, 6,00 x 6,00 x 4,50 mt; collezione: Fondazione Pistoletto, Biella.

Informazioni utili
Dialoghi sull’arte. Incontri con Michelangelo Pistoletto. Mercoledì 10 e giovedì 11 dicembre 2008, ore 18.00. Aula magna dell’Università della Svizzera italiana, Via Buffi 13 – Lugano. Informazioni: Sabina Bardelle, Città di Lugano/Attività culturali - Servizio informazione, comunicazione e PR, tel. +41(0)58.8667090, e-mail: sbardelle@lugano.ch.

Vedi anche
Bruno Corà al timore del nuovo Polo culturale di Lugano

lunedì 8 dicembre 2008

Associazione Educarte, applaudita trasferta agrigentina nel segno di Pirandello

Grande successo in Sicilia per le nuove produzioni pirandelliane del teatro Sociale di Busto Arsizio. Oltre settecento persone hanno assistito lo scorso giovedì 4 dicembre alla rappresentazione del monologo L’atroce notte… di Stefano Milioto e all’atto unico Sogno, ma forse no di Luigi Pirandello, entrambi per la regia e l’adattamento scenico di Delia Cajelli, con cui l’associazione culturale Educarte ha inaugurato i lavori del 45° Convegno internazionale di studi pirandelliani, in programma fino ad oggi, lunedì 8 dicembre, presso il PalaCongressi di Agrigento. Dopo la prestigiosa trasferta in Slovacchia, nell’ambito dell’ottava edizione della Settimana della lingua italiana nel mondo, e l’anteprima nazionale al teatro Sociale di Busto Arsizio, in occasione dell’inaugurazione del ridotto Luigi Pirandello, Valentina Brivio, Ambra Greta Cajelli e Gerry Franceschini hanno portato in scena i due spettacoli pirandelliani di Educarte sul palcoscenico per il quale erano stati ideati, quello appunto del convegno agrigentino. Un appuntamento importante, questo, per chi si occupa della produzione letteraria e drammaturgia dello scrittore siciliano, premio Nobel per la letteratura nel 1934, al quale stanno partecipando circa mille studiosi tra allievi, professori e presidi delle scuole medie superiori, docenti universitari, critici, giornalisti ed esperti provenienti da trenta province italiane e da otto nazioni europee ed extraeuropee. Ad aprire la serata è stato il monologo L’atroce notte… di Stefano Milioto, che ripercorre gli undici anni di sodalizio artistico, ma soprattutto di amore tra Marta Abba e Luigi Pirandello, a cominciare dal loro primo incontro, avvenuto nella primavera del 1925 al teatro dell’Arte di Roma, per giungere alla morte del maestro siciliano. Sono anni, questi, caratterizzati da «un amore straziante, tormentoso, disperato, profondo», da un «amore sublimato per l’impossibilità di realizzare un legame che vibrava di pulsioni erotiche innegabili», dove un ruolo centrale assume la misteriosa «atroce notte passata a Como», che diede per sempre il carattere di rapporto inconcluso e senza sbocco all’amore tra l’attrice milanese e il drammaturgo dei “Sei personaggi in cerca d’autore”. La tematica amorosa fa da filo conduttore anche al secondo spettacolo rappresentato dall'associazione Educarte-teatro Sociale nella serata di giovedì 4 dicembre: l’atto unico Sogno (ma forse no), che Luigi Pirandello scrisse tra la fine del ’28 e gli inizi del ’29 e che debuttò, con il titolo di Sonho (mas talvez nao), a Lisbona nel 1931. Il testo, tra i meno rappresentati del teatro pirandelliano, tratta dell’incerto confine tra verità e finzione. Nel breve spazio di un sogno-incubo, una giovane e affascinante donna vive, infatti, l’esito possibile cui l’affievolirsi del suo amore per l’attuale amante e la riscoperta della passione per l’antico amore, tornato ricco da lontani ed esotici Paesi, potrebbero condurla. Più che l’argomento della commedia, lo scrittore sembra interessato a rendere scenograficamente l'atmosfera onirica che accompagna lo svolgersi della storia. Le annotazioni dell'autore riguardo le scene e i dialoghi sono, infatti, quantitativamente maggiori e, verrebbe da dire, qualitativamente migliori dal punto di vista della ricostruzione scenica, del testo vero e proprio della commedia. L'allestimento -che è stato affrontato con una tecnica cinematografica, mutuata dai noir tedeschi degli anni Trenta - ha tenuto conto di questo dato. Accanto ai due personaggi pirandelliani, “la giovane signora” e “l’uomo in frak”, interpretati rispettivamente da Ambra Greta Cajelli e Gerry Franceschini, la regia di Delia Cajelli mette, infatti, in scena anche un’attrice-regista che dà voce alle didascalie pirandelliane. La sua figura, impersonata da Valentina Brivio, si ispira a quella della cineasta e fotografa tedesca Leni Riefenstahl. Apprezzata l’innovativa idea registica, che accoglie applausi anche ad Agrigento, dopo gli ottimi giudizi ricevuti dagli esperti a Bratislava. 

Didascalie delle immagini [fig. 1] Gerry Franceschini nella parte de "l'uomo in frak" in Sogno, ma forse no di Luigi Pirandello. Foto: Silvia Consolmagno; [fig. 2] Ambra Greta Cajelli nella parte de "la giovane signora" in Sogno, ma forse no di Luigi Pirandello. Foto: Silvia Consolmagno; [fig. 3] Valentina Brivo nella parte di Marta Abba nel monologo L'atroce notte di Stefano Milioto. Foto: Silvia Consolmagno.

sabato 29 novembre 2008

Busto Arsizio, sul palco del teatro Sociale il fuoco e la passione de "Il trovatore"

«Con nessun’altra delle sue opere, neppure con il Nabucco, Giuseppe Verdi toccò così rapidamente il cuore del suo pubblico»: con queste parole il compianto musicologo Julian Budden (1924-2007), autore di una monumentale monografia dedicata al maestro di Busseto, parlò de Il trovatore, dramma in quattro atti e otto quadri che i librettisti napoletani Salvatore Cammarano e Leone Emanuele Bardare trassero da El trobador, fosca tragedia di «cappa e spada» dello scrittore spagnolo Antonio García Gutiérrez. L’apprezzato melodramma, che insieme al Rigoletto e a La traviata fa parte della cosiddetta «trilogia popolare verdiana», debutta mercoledì 3 dicembre 2008, alle ore 21.00, presso la «sala grande» del teatro Sociale di Busto Arsizio, in un allestimento che si avvale della regia del tenore catanese Antonio Signorello e che vedrà salire sul palco il baritono argentino Lisandro Guinis nel ruolo del tirannico conte di Luna, la soprano bustese Donatella Giansanti nelle vesti dell’angelicata e romantica Leonora, la coreana Sonia Kang nei panni della zingara Azucena e lo stesso Antonio Signorello come il passionale Manrico. Oltre ai quattro protagonisti, l’opera si avvarrà delle abilità canore di un cast internazionale, formato da Yutaka Tabata, Elisabeth Escher, Tim Weiler e Giorgio Balestra. Sul palco si esibiranno anche la corale Santa Cecilia di Arluno e il coro Laudamus di Nerviano, guidati dalla bacchetta di Andrea Dellavedova, oltre all'Orchestra sinfonica di Lecco, che sarà diretta da Edoardo Sarcess, maestro del prestigioso teatro Carlo Felice di Genova. I costumi portano la firma dell'associazione Settima Diminuita di Bologna; mentre scenografie e luci sono a cura di Giancarlo Comolli. Lo spettacolo, promosso dall’associazione culturale Educarte e dalla società Amilcare Ponchielli di Busto Arsizio, è dedicato alla memoria del tenore Vittorio Tosto, deceduto lo scorso 22 aprile in un incidente stradale a Milano, e si inserisce nell’ambito di BA Teatro–Stagione cittadina 2008/2009, rassegna che raccoglie, sotto l’egida e il contributo economico dell’amministrazione comunale di Busto Arsizio, i cartelloni di Palkettostage–International theatre productions e dei teatri Manzoni, San Giovanni Bosco e Sociale. Il destino come motore cieco di ogni esistenza umana, l'amore e la sete di vendetta quali sentimenti che divorano la vita, e, sullo sfondo, armi, soldati, campi di battaglia e lo scoppiettio delle faville di fuochi guizzanti: questi gli elementi che plasmano la trama de Il trovatore, melodramma rappresentato per la prima volta il 19 gennaio 1853 al teatro Apollo di Roma, che la critica e i melomani hanno ribattezzato, sin dall’esordio, l’«opera rossa» di Giuseppe Verdi. Una tinta forte e tenebrosa, magica e quasi selvaggia come quella del sangue, del fuoco e della passione colora, infatti, il melodramma verdiano, la cui storia è piena di contrasti drammatici e di intrecci difficili da raccontare. In scena ci sono due fratelli, il trovatore Manrico e il conte di Luna, che non si conoscono e si combattono; una donna, Leonora, immagine della purezza angelicata, della dedizione spinta fino al sacrificio di sé; una madre, la splendida zingara Azucena, che per vendicare un torto subito si trova a bruciare il proprio figlio, trattenendo per sé ogni segreto e lasciando così che si compia un fratricidio. Indimenticabili nell'immaginario collettivo restano arie come Tacea la notte placida, D'amor sull'ali rosee, il Coro delle incudini e la cabaletta Di quella pira l'orrendo foco, motivo di eroica risolutezza con cui Manrico chiude il terzo atto e che è diventato famoso per quei do di petto finali, non presenti nella partitura originale verdiana e la cui aggiunta si deve, probabilmente, a Carlo Baucardé o ad Enrico Tamberlick. Prima dello spettacolo, in sala verranno diffuse musiche tratte dal cd Il poeta, inciso da Vittorio Tosto, e verranno letti brani scritti dal tenore catanese e sue lettere ad amici e colleghi. Il costo del biglietto per l'opera lirica Il trovatore è di euro 16.00 per l’intero ed euro 12.00 per il ridotto, riservato a: giovani fino ai 21 anni, ultra 65enni, militari, Cral, biblioteche, dopolavoro e associazioni con minimo dieci persone, iscritti alla società Amilcare Ponchielli di Busto Arsizio. Il botteghino del teatro Sociale, ubicato negli uffici di piazza Plebiscito 8, è aperto nelle giornate di lunedì, mercoledì e venerdì, dalle 16.00 alle 18.00, e sette giorni prima degli spettacoli in “sala grande”, anche il martedì e il giovedì, sempre dalle 16.00 alle 18.00. E’ possibile prenotare telefonicamente allo 0331 679000 nei seguenti orari: dal lunedì al venerdì, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00, e il sabato,dalle 9.30 alle 12.30.

 
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Vittorio Tosto; [fig. 2] Antonio Signorello nei panni di Manrico de Il trovatore. Foto: Silvia Consolmagno; [ fig. 3] Sonia Kang nei panni della zingara Azucena de Il trovatore. Foto: Silvia Consolmagno.

Informazioni utili
Il trovatore. Melodramma in quattro atti e otto quadri. Musica di Giuseppe Verdi. Libretto di Salvatore Cammarano e Leone Emanuele Bardare. Regia di Antonio Signorello.Interpreti: Lisandro Guinis (il conte di Luna), Donatella Giansanti (Leonora), Sonia Kang (Azucena), Antonio Signorello (Manrico), Yutaka Tabata (Ferrando), Elisabeth Escher (Ines), Tim Weiler (Ruiz), Giorgio Balestra (un messo). Con l'orchestra sinfonica di Lecco (direttore d'orchestra: Edoardo Sarcess) e con la corale Santa Cecilia di Arluno e il coro Laudamus di Nerviano (maestro del coro: Andrea Dellavedova). Costumi: associazione Settima Diminuita di Bologna. Scenografie e luci: Giancarlo Comolli. Attrezzature di scena: Ruggero Saronio. Teatro Sociale, piazza Plebiscito 8 - 21052 Busto Arsizio (Varese). Mercoledì 3 dicembre 2008, ore 21.Ingresso: intero € 16,00; ridotto € 12,00. Informazioni: tel. 0331.679000.