Da Simone Martini ad Antonio Canova: è un vaggio attraverso otto secoli di storia, dal Duecento a oggi, quello che propone la mostra «La Maddalena, tra peccato e penitenza», allestita a Loreto, negli spazi del Museo-Antico Tesoro della Santa Casa, in occasione del Giubileo 2016.
Una cinquantina di opere si propongono di illustrare la storia di questa donna che Tommaso d’Aquino aveva definito «apostola degli apostoli» e Gregorio Magno «peccatrice perfetta e assoluta, che diviene discepola di Cristo».
Prostrata ai piedi del Signore nell’atto di ungergli i piedi con essenze preziose, oppure dolente e piangente abbracciata al legno della croce, infine lieta di recare l’annuncio della Resurrezione agli apostoli, la figura della Maddalena, esempio paradigmatico di conversione, ha destato l’interesse dei maggiori artisti dal Medioevo al Neoclassicismo.
La mostra di Loreto, allestita fino all'8 gennaio, ne illustra vari momenti della vita attraverso una selezione di opere appartenenti alle collezioni marchigiane, a partire dalla tavola di Carlo Crivelli di Montefiore dell’Aso, uno dei ritratti più seduttivi della Maddalena mai disegnato. Qui l’artista veneziano ritrae la donna nelle vesti di una provocante ragazza dallo sguardo tentatore, mentre la fenice ricamata sulla manica dell’abito evoca il suo percorso di conversione alla fede.
Nell’età della Controriforma questa figura biblica conosce una grandissima fortuna nell’iconografia sacra, come testimonia la tela di Orazio Gentileschi proveniente dalla chiesa della Fabriano.
Ritratta con un atteggiamento insieme sensuale e di pentimento, da peccatrice e da santa, la Maddalena appare in opere di grande bellezza e intensità. Il ferrarese Ercole de’ Roberti la fa esplodere in lacrime e la racconta con un «verismo»che ricorda le Maddalene disperate e «urlanti», in terracotta, dei «Compianti sul Cristo morto» di Guido Mazzoni e di Nicolò dell’Arca. In lacrime e urlante appare anche nell’opera di Ercole de’Roberti. Luca Giordano e Ignazio Stern la dipingono, invece, nuda e in estasi. Benedetto Luti la restituisce agli occhi del visitatore in ginocchio, nel tentativo di raccogliere un vasetto che è caduto e preoccupata per il prezioso contenuto, nel quadro «Cena in casa di Simone Fariseo».
Giulio Cagnacci disegna la Maddalena in una posa statica, Antonio Cavallucci le dà uno sguardo dolce e languido insieme. Opere di altissima qualità sono anche quelle di Moretto da Brescia, Matteo Loves, Desiderio da Settignano, Simone Martini, Orazio Gentileschi, Mattia Preti e Luca Giordano.
Persino Antonio Canova, scultore generalmente poco attento alle tematiche religiose in linea con il laicismo prevalente nei suoi anni, ha affrontato la figura della Maddalena mostrando il momento del suo ravvedimento, a conferma che il percorso di fede della giovane peccatrice potesse rappresentare per l’affermato scultore veneto un nuovo cimento artistico.
Una mostra, dunque, di grande interesse quella di Loreto che punta i riflettori sulla figura della Maddalena, alla quale l’ultima esposizione era stata dedicata una trentina d’anni fa dalla città di Firenze.
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Simone Martini, Santa Maria Maddalena (Polittico di S. Domenico), 1320-1321. Tempera, oro e foglia d'argento su tavola, cm 94,5 x 46 x 4,5. Orvieto, Opera del Duomo; Museo Diocesano; [fig. 2]Carlo Crivelli, Parte inferiore Polittico di Montefiore dell'Aso con Santa Caterina d'Alessandria, San Pietro Apostolo e Santa Maria Maddalena. Seconda metà del 1400, cm 184,2 x 54, tempera su tavola. Montefiore dell’Aso, Polo museale San Francesco, Rete museale Musei Piceni
Informazioni utili
«La Maddalena, tra peccato e penitenza». Museo-Antico Tesoro della Santa Casa - Loreto.
Orari: dal Lunedì al venerdì, ore 10.00-19.00, sabato e domenica, ore 10.00-20.00. Ingresso: intero € 8,00, ridotto € 6,00, ridotto scuole € 4,00. Informazioni: tel. 071.9747198 o tel. 06.68193064, museoanticotesoro@gmail.com. Sito internet: www.artifexarte.it. Fino all'8 gennaio 2017.
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