Sono passati quarant’anni dalla prima edizione della Settimana internazionale della performance, che si tenne nel giugno del 1977 alla Galleria d'arte moderna di Bologna, ad eccezione dell'azione di Hermann Nitsch -che ebbe luogo nello spazio centrale di quella che all'epoca era l’ex chiesa di Santa Lucia- a - e di alcune installazioni nella città. Per ricordare questa ricorrenza il Comune di Bologna e l'Istituzione Bologna Musei stanno sviluppando un ampio progetto di valorizzazione dell'evento che fu un vero e proprio spartiacque per la cultura artistica della città e per la storia del museo stesso. Attraverso il recupero e la riproposizione delle fonti storiche e documentali, favorendo l'accesso del pubblico a materiali non facilmente reperibili, il Mambo - Museo d’arte moderna di Bologna vuole rendere disponibili testimonianze e documenti relativi alle azioni performative, per definizione immateriali e non permanenti, che si succedettero dal 1 al 6 giugno 1977, riportando al clima stesso di quell'esperienza.
Come primo atto delle celebrazioni del quarantennale della Settimana della performance (che vedranno la realizzazione in città di molte iniziative ad essa ispirate come l'imminente Live Arts Week e la mostra di Ginevra Grigolo al Mambo), grazie al contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, le Edizioni Mambo hanno realizzato la ristampa anastatica del volume di documentazione della manifestazione, edito nel 1978 da La Nuova Foglio Editore con il titolo «La Performance», diventato nel tempo introvabile e attualmente non disponibile per il pubblico.
Il catalogo, identico per contenuti a quello originale, presenta il materiale fotografico relativo alle performance che videro la partecipazione di numerosi artisti, tra i quali Marina Abramović e Ulay, Laurie Anderson, Giuseppe Chiari, Fabio Mauri, Hermann Nitsch, Luigi Ontani, Vettor Pisani e Fabrizio Plessi. Il volume si apre con la prefazione di Franco Solmi, allora direttore della galleria d’arte moderna, e prosegue con un testo critico di Renato Barilli e le schede firmate da Francesca Alinovi, Roberto Daolio e Marilena Pasquali suddivise secondo le sette categorie scelte come temi unitari di riferimento per le performance: il corpo, i sensi, iperestesia, la musica, la parola, la ricerca dell'identità, la ricerca sul sociale.
Il testo, in vendita al corrainiMambo artbookshop, documenta quanto avvenne a Bologna quarant’anni fa per sei giorni, lungo le sale espositive e negli spazi esterni del museo, dove si succedettero ininterrottamente dal pomeriggio alla sera quarantanove azioni di artisti italiani e internazionali. «Sotto gli occhi di tutti, almeno dei presenti, avvengono -così ricorda Renato Barilli- le esibizioni nude e dirette del corpo con tutti i suoi prolungamenti; ma l’occhio nudo degli spettatori che fanno circolo è prontamente doppiato dai molti occhi meccanici o elettronici degli apparecchi fotografici e delle ‘camere’ che coi loro clic e il loro tenace ronzio fanno da sottofondo…». La riflessione del curatore metteva così a fuoco il carattere particolare di esperienze artistiche immateriali e impermanenti e la necessità di affidarne la testimonianza al film, al video e all’immagine fotografica.
Sempre nell’ambito delle celebrazioni per i quarant’anni della Settimana internazionale della performance, il Mambo propone la mostra «My way, A modo mio» che ripercorre quarantaquattro anni di attività di Ginevra Grigolo, figura chiave e punto di riferimento con la sua galleria Studio G7 nelle vicende dell'arte contemporanea a Bologna, precipuamente per quanto riguarda la ricerca e l’innovazione.
La gallerista è omaggiata attraverso un’esposizione, visibile dal 30 aprile al 28 maggio, che riunisce nella Sala delle ciminiere e nelle stanze attigue centocinquanta opere di sessantuno artisti, in cui grandi presenze internazionali si affiancano ad artisti di generazioni più giovani.
Il percorso espositivo è volutamente non cronologico e rispecchia il gusto e le esperienze di Ginevra Grigolo, mescolando i percorsi tematici con cui si è confrontata negli anni. È lei stessa a raccontarlo: «gli anni Settanta mi hanno vista abbracciare il multiplo nella sua totalità, amandone il concetto e la forma. Ho inaugurato con Pistoletto, ho raccontato la pop americana ed inglese, ho conosciuto e dato spazio al gruppo dei torinesi, e poi ho cominciato un lavoro di personali dove la conoscenza dell’artista e la piena consapevolezza del suo lavoro sono state fondamentali per orientarmi al pezzo unico. L’amore per la pittura è stato affiancato dal fascino che ha sempre provocato in me anche la scultura [...]. Tengo molto a sottolineare come ogni artista sia stato per me scoperta, conoscenza e amicizia, e come ricordo tutti con equa importanza nella diversità di ricerca che hanno condiviso con me. […] La mostra vuole dunque raccontare con fare divertito e consapevole quella che è la mia storia, includendone i momenti più importanti e sottolineando come ciò che è entrato in galleria è riuscito anche a trovare dimora in spazi pubblici e privati. Non si tratta di qualcosa di cronologico, è amore per l’arte e per quello a cui ho dedicato tutta la mia vita».
Tra le opere in mostra, di cui rimarrà documentazione in un catalogo edito da Corraini, spicca un video inedito di Marina Abramovic, della quale rimane memorabile per la storia della galleria la performance con Ulay che si tenne nel 1977, dal titolo «Relazione nel tempo»: i due artisti rimasero seduti schiena contro schiena con i capelli legati tra loro per diciassette ore. Mentre David Tremlett, che fu chiamato per la prima volta allo Studio G7 nel 1998 e in seguito realizzò a Bologna l'opera permanente A new light nella cappella di Palazzo Re Enzo, ha realizzato appositamente per la mostra un wall drawing site specific di grandi dimensioni.
Il pubblico potrà, inoltre, vedere un'ampia scelta di pubblicazioni (come la rivista mensile «G7 Studio» nata nel 1976), fotografie d'epoca e materiali documentari relativi alla storia della galleria.
Informazioni utili
Catalogo «La Performance». Testi di Francesca Alinovi, Renato Barilli, Roberto Daolio, Marilena Pasquali, Franco Solmi. Edizioni Mambo, Bologna 2017. Dati tecnici: 21 x 28 cm, pp. 200 b/n. ISBN: 978-88-96296-13-4. Prezzo: € 25,00. Informazioni: Mambo – Museo d'arte moderna di Bologna, via Don Minzoni, 14 – Bologna, sito web: www.mambo-bologna.org.
.«My way, A modo mio». Mambo, via Don Minzoni, 14 – Bologna. Orari: martedì, mercoledì, domenica e festivi, ore 10.00 – 18.00 (fino alle ore 19 nei martedì degli incontri con gli artisti); giovedì, venerdì e sabato, ore 10.00 – 19.00; chiuso il lunedì. Ingresso: intero mostra € 6,00, ridotto mostra € 4,00 (Card Musei Metropolitani Bologna e altre riduzioni); intero cumulativo € 10,00, ridotto cumulativo € 8,00. Informazioni: tel. 051. 6496611 o info@mambo-bologna.org. Sito web: www.mambo-bologna.org. Dal 30 aprile al 28 maggio 2017.
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