ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

martedì 12 novembre 2019

«Pedigree», Rodrigo Hernández rilegge la storia del marchio Campari

Si respira il clima festoso e colorato del Messico alla Galleria Campari di Sesto San Giovanni. Lo spazio museale alle porte di Milano, centro di ricerca e produzione culturale nato nel 2010 in occasione dei centocinquant’anni dalla fondazione della nota azienda di beverage, ha da poco aperto le porte a una personale di Rodrigo Hernández (Città del Messico, 1983).
«Pedigree» -questo il titolo dell’esposizione, per la curatela di Ilaria Bonacossa- allinea otto sculture che l’artista sudamericano ha voluto mettere in dialogo con una speciale carta da parati optical realizzata in omaggio alla vicenda della famiglia Campari e alla sua storia imprenditoriale e creativa.
Si rinnova così il sodalizio tra il celebre marchio milanese e «Artissima», la fiera internazionale d’arte contemporanea di Torino, che dal 2017 ha dato vita al Campari Art Prize, riconoscimento riservato ad artisti under 35, selezionati in base alla «ricerca sul potere evocativo del racconto, sulla dimensione comunicativa e sulla capacità narrativa» della loro opera.
Rodrigo Hernández, presentato nell’ambito dell'edizione 2018 del prestigioso evento mercantile piemontese dalla galleria Madragoa di Lisbona, si è aggiudicato il riconoscimento dopo Sári Ember, vincitrice nel 2017, e prima di Julian Irlinger, premiata soto pochi giorni all'Oval del Lingotto.
A selezionare il lavoro dell'artista sudamericano è stata una giuria composta da Lorenzo Fusi, direttore di Piac - Fondation Prince Pierre di Monaco, da Abaseh Mirvali, direttrice e capo curatrice del Contemporary Art Museum Santa Barbara, e da Claire Tancons, co-curatrice della Sharjah Biennal 14.
Rodrigo Hernández -secondo la motivazione data per l'assegnazione del riconoscimento- «rivisita una storia e un'estetica che trae spunto dall'iconografia Meso-americana così come dal modernismo europeo e dalle avanguardie italiane, e li reinterpreta nuovamente puntando sugli elementi e le componenti più essenziali di questi linguaggi e tradizioni. In tal modo, crea un vocabolario nuovo e unico, ma allo stesso tempo ricorda le molte storie e i riferimenti da cui ha attinto».
Attraverso un vocabolario formale del tutto personale e unico, sospeso tra ironia e classicità, e per mezzo di installazioni, sculture e disegni, l’artista sudamericano ricorre per le sue opere a elementi tratti dall’iconografia antica, dalla storia dell’arte e dalla quotidianità.
Ispirato dall’ambiguità delle immagini, Rodrigo Hernández sviluppa i propri lavori lasciandosi guidare dall’immaginazione e dalle associazioni personali, legate spesso a suggestioni letterarie, come ad esempio i testi di Rovert Walser, Juan Rulfo e Patrick Modiano. Da quest’ultimo, in particolare da un suo scritto omonimo, prende le mosse il titolo «Pedigree» dato alla mostra: l’autore in questo volume parla di sé come «un cane che finge di avere un pedigree», stimolo accolto dall’artista per ragionare sull’importanza di un certificatore di qualità.
Rodrigo Hernández ha scelto di intrecciare il tono e la struttura di questa narrazione autobiografica con la sua lettura della storia di Campari. «Ispirato e affascinato dalla vita del fondatore Gaspare -ha raccontato l'artista, mi sono trovato a riflettere sul significato e le implicazioni che la creazione dell’identità di una marca potesse avere nell’Ottocento».
Fonte di ispirazione sono state le originali testimonianze d’arte e design custodite nel museo aziendale di Sesto San Giovanni.
L’artista ha, più precisamente, focalizzato la sua attenzione sull’ideazione e sulla registrazione di un pioneristico «logo» ottocentesco: uno stemma Campari, rappresentante uno scudo con la figura di due cani accoccolati e sormontato da un elmo con foglie ornamentali.
Da questo spunto sono nate le nuove sculture dell’artista, che uniscono elementi astratti e figurativi, come ad esempio cani, edifici, uomini e macchine, dando vita a figure totemiche apotropaiche dai colori vivaci che richiamano alla memoria lo stile di un altro grande artista che ha lavorato per Campari: Fortunato Depero.
La mostra, allestita al secondo piano del museo, offre anche l’occasione per scoprire o riscoprire la Galleria Campari, spazio dinamico, interattivo e multimediale, interamente dedicato al rapporto tra il noto marchio del bevarage e la sua comunicazione attraverso l’arte e il design, i cui spazi sono stati disegnati da Mario Botta tra i 2007 e il 2009.
Il museo di Sesto San Giovanni deve la propria forza all’unicità e alla ricchezza dell’Archivio storico, vero e proprio giacimento culturale trasversale, che raccoglie oltre tremila opere su carta, soprattutto affiche originali della Belle époque, ma anche manifesti e grafiche pubblicitarie dagli anni ‘30 agli anni ‘90, firmate da importanti artisti come Marcello Dudovich, Leonetto Cappiello, Fortunato Depero, Franz Marangolo, Guido Crepax e Ugo Nespolo. Negli spazi di viale Gramsci sono visibili anche caroselli e spot di noti registi come Federico Fellini e Singh Tarsem, ma anche oggetti firmati da affermati designer come Matteo Thun, Dodo Arslan, Markus Benesch e Matteo Ragni.
Le opere sono esposte sia in originale sia in versione multimediale, rielaborate da giovani Interaction Designer (Cogitanz) utilizzando modalità digitali quali un video-wall con quindici schermi dedicati ai caroselli dagli anni ‘50 agli anni ‘70, 8 proiettori in alta definizione che proiettano su una parete di trentadue metri manifesti d’epoca animati, video dedicati ad artisti, immagini tratte dai calendari Campari e spot pubblicitari dagli anni ‘80 a oggi. Infine, un tavolo interattivo con dodici schermi touch screen consente di fruire gran parte del vasto patrimonio artistico dell’azienda.
Quella di Campari si configura così come una storia fatta di brillanti intuizioni, di campagne pubblicitarie raffinate, di una strategia comunicativa all’avanguardia che ha vestito il prodotto di arte e design e ha saputo associarlo alla cultura e alla creatività italiane, traghettando il marchio verso il futuro. Un futuro di cui il Campari Art Prize è un piccolo, ma importante tassello.

Didascalie delle immagini
Installation views, Rodrigo Hernández, Pedigree, Galleria Campari, Ph Marco Curatolo

Informazioni utili 
Rodrigo Hernández - Pedigree. HQs Gruppo Campari, Viale Gramsci, 161 - Sesto San Giovanni (Milano). Orari e biglietto: visite guidate gratuite su prenotazione dal martedì al venerdì, alle ore 10.00, 11.30, 14.00, 15.30 e 17.00; ogni secondo sabato del mese, alle ore 10.00, 11.30, 14.00, 15.30 e 17.00 |Aperture serali, alle ore 20.00, nelle giornate del 12 novembre e del 3 dicembre 2019. Opzione 1) Visita gratuita, su prenotazione. Opzione 2) Art&Mixology (per un pubblico maggiorenne): visita guidata condotta da uno storico dell'arte e da un bartender + cocktail experience. Su prenotazione fino a esaurimento posti, € 25,00 a persona. Informazioni e prenotazioni: galleria@campari.com, tel. 02.62251. Fino al 14 febbraio 2020. 

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