ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

martedì 16 giugno 2020

Dalla Fondazione Cini a Palazzo Ducale, continua la riapertura dei musei a Venezia

È stata la prima istituzione di Venezia a riprendere le attività per il pubblico subito dopo il lockdown per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19. Ancora prima delle Gallerie dell’Accademia e della Collezione Guggenheim, nei primi giorni di riapertura dopo la quarantena, ovvero ai primi di maggio quando tutti i musei italiani erano ancora chiusi, la Fondazione Giorgio Cini è uscita per calli e campielli e ha proposto un progetto en plein air con l’affissione pubblica di alcune riproduzioni delle opere che sarebbero state esposte nella mostra «Piranesi Roma Basilico», che avrebbe dovuto aprire in aprile, ma che era ancora chiusa a causa della quarantena. 
Quella rassegna, a cura di Luca Massimo Barbero, apre finalmente le porte al pubblico. L’appuntamento è fissato per sabato 20 giugno, giorno in cui ritorna di nuovo accessibile anche la sede espositiva di Palazzo Cini a San Vio, raffinata casa-museo, visitabile dal 2014 grazie a una partnership con Generali, che al proprio interno, negli spazi del piano nobile, propone un ragguardevole percorso nell’arte dal XIII al XVI secolo con capolavori di Filippo Lippi, Beato Angelico, Botticelli, Piero di Cosimo e Pontormo.
Il progetto espositivo nasce in occasione dei trecento anni dalla nascita di Giambattista Piranesi (Venezia, 1720 - Roma, 1778), artista a cui la Fondazione Cini rende omaggio mettendo in dialogo la sua arte incisoria con la fotografia di Gabriele Basilico.
Al secondo piano del museo veneziano nel sestiere di Dorsoduro, a metà strada tra le Gallerie dell’Accademia e la Collezione Guggenheim, viene in particolare svelata al pubblico una selezione inedita del lavoro del grande fotografo milanese, commissionatogli dalla Fondazione Cini nel 2010, all’epoca della mostra «Le arti di Piranesi. Architetto, incisore, antiquario, vedutista, designer».
Il visitatore potrà ammirare, nello specifico, alcuni dei luoghi più simbolici della Città eterna rappresentati in venticinque stampe originali dall’incisore veneziano -selezionate dal corpus integrale a lui dedicato, conservato nelle collezioni grafiche della Fondazione Cini e acquisito negli anni Sessanta dal lungimirante Vittorio Cini- e ventisei vedute di Roma di Gabriele Basilico, realizzate con le stesse angolazioni delle incisioni piranesiane.
Il fotografo milanese, ispirato dalle celebri pagine che la scrittrice Marguerite Yourcenar dedicò all’artista settecentesco agli inizi degli anni Sessanta del secolo scorso, ha ripercorso con la macchina fotografica tutti i luoghi delle vedute piranesiane restituendone la straordinaria modernità.
Di questo insieme di opere saranno esposti, fino al prossimo 23 novembre, ben dodici scatti inediti, che sono pubblicati anche nel catalogo edito da Contrasto nel 2019, all’interno del quale sono contenuti i testi di Luca Massimo Barbero, Mario Bevilacqua, Michele De Lucchi, Pasquale Gagliardi, Alessandro Martoni, Roberta Valtorta, oltre a una conversazione dello stesso Gabriele Basilico con il regista Amos Gitai.
Palazzo Cini a San Vio riapre in sicurezza, nel rispetto delle norme indicate dal Mibact per contrastare il Coronavirus, e con un orario ridotto (dal venerdì alla domenica, dalle 12 alle 20), promettendo ai suoi visitatori -come molti musei italiani- una visita più intima e riflessiva del solito.
Dal 26 giugno la Cini renderà di nuovo accessibili anche i suoi spazi sull’isola di San Giorgio, a partire dal Labirinto Borges, con un servizio di visite guidate, ovviamente accessibili previa prenotazione, in programma tutti i fine settimana (dal venerdì alla domenica, dalle 11 alle 19).
Dopo le Gallerie dell’Accademia e la Collezione Peggy Guggenheim, che hanno riaperto rispettivamente il 26 maggio e il 2 giugno, Venezia allarga, dunque, l’offerta culturale per i suoi cittadini e turisti e apre altri luoghi della cultura. Oltre alla Fondazione Cini, dallo scorso sabato 13 giugno hanno iniziato a essere di nuovo accessibili, con orari flessibili e nel fine settimana, anche i Musei civici, o meglio Palazzo Ducale (sabato e domenica, dalle 10 alle 18), il Museo del vetro a Murano (sabato e domenica, dalle 11 alle 17) e il Museo del merletto a Burano (sabato e domenica, dalle 12 alle 16); il primo con un biglietto fortemente ridotto (di euro 13 per gli adulti e di euro 5 per i ragazzi fino ai 18 anni) e gli altri a ingresso gratuito.
Mentre, a partire dal 22 giugno, Ca’ Rezzonico – Museo del Settecento veneziano, Palazzo Mocenigo, Casa Goldoni e il Museo di storia naturale ritorneranno accessibili con percorsi educativi e visite guidate in esclusiva, da prenotare on-line, per un massimo di dieci persone a gruppo e con una guida turistica abilitata, ovviamente nel rispetto di una serie di regole per contrastare la diffusione del Coronavirus.
I Musei civici hanno pensato anche ai più piccoli, ai bambini dai 7 agli 11 anni, proponendo anche quest’anno il Summer camp, con attività strutturate secondo le attuali esigenze di sicurezza ma sempre stimolanti e divertenti, che andranno ad occupare il cortile di Ca’ Rezzonico e Forte Marghera.
Tra i musei di nuovo aperti al pubblico c’è anche la Fondazione Querini Stampalia, visitabile gratuitamente solo nei fine settimana (sabato e domenica, dalle 11 alle 17) per un numero limitato di visitatori in contemporanea e su prenotazione. L'ingresso alla fondazione, dove è attualmente allestita una bella mostra sul ristorante «All’angelo» e sulle avventure delle Avanguardie novecentesche ai suoi tavoli, è consentito solo ad utenti e visitatori già dotati di dispositivi di protezione personale (guanti e mascherine) e previa sottoscrizione di autocertificazione in merito alla propria salute e di misurazione della temperatura corporea.
Il Coronavirus ha, dunque, costretto la città a rallentare i propri ritmi. Ora ritornano le code fuori dai musei, ma il turismo -almeno per ora- è senz’altro più sostenibile di prima e una gita fuori porta, ben organizzata prima della partenza, con prenotazioni on-line a pinacoteche e spazi espositivi, si rivela un’ottima idea per ammirare la bellezza fragile di una città senza eguali al mondo, che sembra «uscita -diceva Lord Byron- dal tocco della bacchetta di un mago».

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Giambattista Piranesi, Veduta interna del Pantheon, incisione all’acquaforte. Venezia, Fondazione Giorgio Cini, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe. | Gabriele Basilico, Pantheon, interno, stampa ai sali d’argento con trattamento al selenio, 2010. Milano, Archivio Gabriele Basilico; [fig. 2] Giambattista Piranesi, Piramide di Caio Cestio, incisione all’acquaforte. Venezia, Fondazione Giorgio Cini, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe | Gabriele Basilico, Piramide di Caio Cestio, stampa ai sali d’argento con trattamento al selenio, 2010. Milano, Archivio Gabriele Basilico; [fig. 3] Giambattista Piranesi, Veduta dell’Arco di Settimio Severo, incisione all’acquaforte. Venezia, Fondazione Giorgio Cini, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe | Gabriele Basilico, Arco di Settimio Severo, stampa ai sali d’argento con trattamento al selenio, 2010. Milano, Archivio Gabriele Basilico; [fig. 4] 7) Giambattista Piranesi, Veduta del Ponte e Castello Sant’Angelo, incisione all’acquaforte. Venezia, Fondazione Giorgio Cini, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe | Gabriele Basilico, Ponte Sant’Angelo e il Vaticano, stampa ai sali d’argento con trattamento al selenio, 2010. Venezia, Fondazione Giorgio Cini; [Figg. 6 e 7] Turisti in coda a Palazzo Ducale nel primo giorno di riapertura dopo l'emergenza sanitaria per il Covid-19

Informazioni utili
www.cini.it
www.visitmuve.it 
www.querinistampalia.org

Per saperne di più
La Fondazione Cini esce tra calli e campielli di Venezia

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