Torino e Palazzo Madama si arricchiscono di un nuovo gioiello. Dopo un accurato progetto di riqualificazione degli spazi del fossato, che ha visto in prima linea la Fondazione CRT, lo storico maniero sabaudo inaugura, nella giornata di lunedì 4 luglio, il suo "nuovo" giardino medioevale.
Le prime notizie sul parco del castello di Torino risalgono al 1402, con i documenti che registrano le spese per l’ingrandimento dell’edificio durante il governo di Ludovico, principe d’Acaia (1402-1418).
A citare l'opera viridaria (l'arredo verde) del maniero sono i Conti della Vicaria e Clavaria di Torino, ossia i registri in cui il clavario (che, nel Medioevo, amministrava la città per conto dei principi d’Acaia e, poi, dei duchi di Savoia) annotava le spese sostenute per la manutenzione del castello e delle fortificazioni cittadine.
Il nuovo progetto del giardino ha seguito le indicazioni contenute in documenti, conservati presso l’Archivio di Stato di Torino (Sezioni Riunite) e afferenti a periodo che va dal 1402 al 1516. Seguendo queste fonti lo spazio ha rispettato la tradizionale suddivisione in hortus (orto), viridarium (bosco e frutteto) e iardinum domini (giardino del principe), come anche la presenza degli arredi tradizionali (falconara, porcilaia, recinto delle galline).
L'hortus, organizzato secondo uno schema a scacchiera formato da aiuole rettangolari, era lo spazio frequentato dal principe e dai giardinieri del castello, che curavano le piante necessarie a rifornire regolarmente le cucine di legumi, ortaggi, aromi e erbe medicinali. Il viridarium, che a Torino impegnava oltre cinquanta persone, era, invece, un boschetto con piante ad alto fusto, spesso posto fuori dalle mura del castello, in un’area in cui erano ubicate la porcilaia, la falconara, la colombaia e i mulini. Oltre a castagni, noci, salici, pruni, sorbi, ciliegi, ulivi e palme -tutti citati nei documenti antichi-, una parte di questo terreno era occupata dalla vigna del principe, che produceva il vino per la mensa del castello.
Il iardinum domini, invece, era lo spazio privato dei principi, per la lettura, la conversazione, il riposo e il gioco. Nel Medioevo si trovava sul limite meridionale della città, vicino alla cinta muraria e alla Porta Fibellona; era chiuso da mura costeggiate da cespugli di more, lastricato in pietra e presentava un pergolato di vite. Il suo aspetto doveva essere molto simile a quello tramandatoci da tappezzerie e miniature del Quattrocento: circondato da un fitto prato millefleurs, presentava come arredi fissi la fontana, ricca di rimandi alla letteratura cortese dell’epoca, sedili in laterizio rivestiti d’erba e una serie di vasi in maiolica decorata, con piante profumate come lavanda, salvia, maggiorana.
In questo nuovo spazio di Palazzo Madama verranno messe a coltura delle piante e delle specie vegetali citate nelle carte antiche, oltre a piante e erbe non specificatamente descritte nelle fonti, ma certamente presenti nei giardini medievali tra Italia e Francia, in base alle indicazioni fornite dai trattati di agricoltura e piante medicinali del XIV e XV secolo.
La ricostruzione del giardino medievale consentirà, dunque, l’approccio a specie vegetali ormai marginali, recuperando il senso e il valore della bio-diversità.
Grazie a questo giardino sarà, inoltre, possibile attivare laboratori didattici su temi legati all’ecologia della città, all’importanza delle aree verdi nella vita delle comunità, alla loro storia e ai problemi della loro tutela di oggi.
La disponibilità di un nuovo spazio all’aperto permetterà, infine, di potenziare l’offerta culturale di Palazzo Madama. Da questa estate, dunque, in quella che fu la sede del Senato Supalpino sarà possibile assistere a manifestazioni e celebrazioni sotto le stelle, circondati da una fitta vegetazione che ha il sapore della storia.
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Giardino medioevale di Palazzo Madama, Torino. Simulazione della vista panoramica; [fig. 2] Giardino medioevale di Palazzo Madama, Torino. Simulazione dell’orto; [fig. 3] Giardino medioevale di Palazzo Madama, Torino. Simulazione dell’ingresso; [fig. 4] Giardino medioevale di Palazzo Madama, Torino. Progetto.
Informazioni utili
Giardino medioevale di Palazzo Madama. Palazzo Madama, piazza Castello (ingresso lato via Accademia delle Scienze)- Torino. Orari: martedì-sabato 10.00-18.00, domenica 10.00-20.00, chiuso lunedì. Ingresso: intero € 7,50, ridotto € 6,00, gratuito per ragazzi fino ai 18 anni (il biglietto consente anche la visita alle collezioni permanenti del museo e alle mostre temporanee). Informazioni: tel. 011.4433501. Siti Internet: www.palazzomadamatorino.it e www.fondazionetorinomusei.it. Apertura al pubblico da martedì 5 luglio 2011.
ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com
mercoledì 29 giugno 2011
martedì 28 giugno 2011
«Omissis», il teatro contemporaneo si dà appuntamento in Friuli
Gradisca d’Isonzo torna ad essere centro dell’avanguardia performativa nazionale e internazionale. Ancora una volta, la città friulana ospita «Omissis. Festival dello spettacolo contemporaneo». L'iniziativa, promossa dall’associazione culturale «Mattatoioscenico», porterà nel territorio goriziano compagnie provenienti da Polonia, Slovacchia, Romania, Germania e Italia, tutte accomunate da un’indagine artistica che riflette sull’oggi e sui nuovi linguaggi teatrali e scenici.
Titolo di questa edizione del festival, in cartellone da giovedì 30 giugno a sabato 2 luglio (con molte prime nazionali e anteprime regionali), è «Presenti», termine –spiegano gli organizzatori- inteso nella sua duplice accezione: «sia da un punto di vista temporale come la riflessione sulle problematiche e le ricchezze dell’oggi, sia da un punto di vista fisico, come coloro che ci sono, ovvero gli artisti, le compagnie, il pubblico e l’organizzazione».
Corpo, azione, musica, video, ironia, passione, dolore, sofferenza, amore: questi gli ingredienti della nuova edizione della kermesse gradiscana, che vedrà alternarsi performance, teatro, video, danza, in varie location naturali e storiche, con un'attenzione particolare al lavoro di giovani talenti attivi nel Friuli Venezia Giulia.
A fare da filo rosso tra i vari appuntamenti della manifestazione friulana -che attiverà anche quest’anno un media center, a cui spetterà principalmente il compito di produrre filmati per il sito internet omissisfestival.com- sarà una retrospettiva video sulle principali manifestazioni europee dedicate alle arti performative, con focus su Austria (con il «Festival Spectrum» di Villach), Croazia (con «Queer Zagreb») e Macedonia (con «F.R.I.K.» - Festival di Skofije).
«Omissis» entrerà, però, nel vivo con lo spettacolo «Cattivi pensieri» dell’attore Giulio Morgan, in programma alle ore 19 di giovedì 30 giugno. Un’ora e mezza dopo, alle 20.30, la rassegna farà tappa alla sala «Bergamas» con l’anteprima regionale di «Enimirc», performance teatrale del duo italo-taiwanese Fagarazzi & Zuffellato, in cui, attraverso uno spregiudicato uso dei video e con il coinvolgimento diretto degli spettatori, vengono ricostruite le dinamiche di un delitto.
La manifestazione troverà, quindi, casa alla galleria «Spazzapan» e al Palazzo Monte di Pietà, dove, in contemporanea (alle 22 circa), si esibiranno due giovani artiste, una friulana e l’altra romana: Francesca Martinelli, con «Enjoy» e Francesca Fini, con l'anteprima regionale di «Performing the mirrow».
La Fini inaugurerà anche il percorso artistico di venerdì 1° luglio, quando, alle 20 e alle 20.30, verranno presentate, ancora in anteprima regionale, due repliche della performance «Western meat market», tesa a raccontare, attraverso un semplice contatto, il rapporto della nostra cultura con la carne intesa come l’essenza stessa, materiale e fisica, dell’altro.
Il festival si sposterà, quindi, al Lapidario civico, dove, alle 21.00, il duo italo-tedesco «VestAndPage» presenterà, in anteprima regionale, «Balada corporal IV», performance in cui gli spettatori si raduneranno attorno agli interpreti per smuovere l’espressività dei loro corpi e delle loro parole. Spazio, quindi, nel cartellone alla danza con la prima nazionale di «Dedublarea», spettacolo della coreografa rumena Madalina Dan, che, con ironia e distacco, indaga gli stereotipi e l’utilità, l’accessibilità e le problematicità del balletto contemporaneo. Un’ora dopo, alle 23, la seconda giornata di «Omissis»si chiuderà al Palazzo Monte di Pietà, dove si terrà un’altra anteprima nazionale: «Transfera 1.2», progetto performativo del gruppo polacco «Suka off», in cui il ruolo di maschio e di femmina è destinato a sciogliersi in una cosa sola attraverso processi fisici e multimediali.
L’ultimo giorno del festival si aprirà, invece, all’insegna della sorpresa, con una curiosa performance di danza, la coreografia «Green light» della slovena Mateja Bucar, che, dalle 19 alle 22, occuperà le vie principali del centro storico. In contemporanea, alle 20 (con replica alle 21), l’artista romana Francesca Fini presenterà, presso la galleria «Spazzapan», la sua terza proposta per la manifestazione gradiscana: l’anteprima regionale di «Shadow», performance alla cui base sta il desiderio di creare un cortocircuito che contamina i due linguaggi apparentemente più lontani del mondo: Shakespeare e un video-game.
Al Lapidario civico andrà, invece, in scena, alle 20.30, un’altra sezione del progetto sul contatto attori-spettatori, realizzato dal duo italo-tedesco «VestAndPage»: «Balada corporal I». Mentre piazza Unità d’Italia farà da scenario, a partire dalle 21, al concerto della musicista inglese Gemma Williams, che coinvolgerà il pubblico con le note della sua arpa.
A seguire, alle 22, al Nuovo andrà in scena uno degli spettacoli più attesi di questa edizione del festival: l’ultima creazione dello spregiudicato e innnovativo duo ricci/forte, «Grimmless», opera che rilegge i saperi popolari raccolti dai fratelli Grimm in forma di fiaba e che ritesse così il mondo archetipico e sognante dell’infanzia.
Mentre a chiudere la kermesse saranno, alle 23.15 e presso la sala «Bergamas», i polacchi «Suka off» con la prima nazionale di «Puppenklink» (spettacolo consigliato ad un pubblico adulto), dove verrà ricreato un luogo astratto, abitato da figure bianche, che attraverso un processo di trasformazione e trasgressione da entità neutre diventeranno entità fisiche, sessuali.
Con la sua ventina di eventi live e con i suoi cinque Paesi ospiti, «Omissis. Festival dello spettacolo contemporaneo» si configura, dunque, come uno degli eventi italiani più interessanti per scoprire cosa bolle in pentola sulla scena performativa europea, soprattutto su quella dell’Est.
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Locandina dell’edizione 2011 di «Omissis. Festival dello spettacolo contemporaneo»; [fig. 2] Una scena dello spettacolo «Grimmless», che il duo duo ricci/forte porterà in scena sabato 2 luglio, alle ore 22, negli spazi del Teatro Nuovo Comunale di Gradisca d’Isonzo, nell’ambito di «Omissis. Festival dello spettacolo contemporaneo»; [fig. 3] Un ritratto di Francesca Fini. L’artista sarà protagonista ad «Omissis. Festival dello spettacolo contemporaneo» con tre performance: «Performing the mirrow» (giovedì 30 giugno, dalle ore 22.00: Palazzo Monte di Pietà), «Western meat market» (venerdì 1° luglio, dalle ore 20.00 – galleria regionale d’arte contemporanea «Spazzapan»); «Shadow» (sabato 2 luglio, dalle ore 20.00 - galleria regionale d’arte contemporanea «Spazzapan»); [fig. 4] Una scena di «Balada corporal IV», che il duo italo-tedesco «VestAndPage» proporrà venerdì 1° luglio, alle 21.00, al Lapidario civico. [fig. 5] Alcune sequenze della coreografia «Green light» della slovena Mateja Bucar, che aprirà la terza giornata del festival «Omissis. Festival dello spettacolo contemporaneo».
Informazioni utili
«Omissis. Festival dello spettacolo contemporaneo». Sedi varie– Gradisca d’Isonzo (Gorizia).
Biglietti: # «Enjoy», «Performing the mirrow», «Western Market», «The shadow» € 3,00; # «Enimirc», Dedublarea», «Transfera 1.2», «Balada corporal IV», «Balada corporal I», «Puppenklinik» € 5,00; # «Grimmless» € 10,00 (ridotto € 5 ,00 per studenti under 26 e over 65).
Prenotazioni: tel. 0481.961345 o cell. 345.4450657 (per la limitatezza dei posti disponibili, la prenotazione è consigliabile per le performance in programma al Palazzo Monte di Pietà e alla galleria regionale d’arte contemporanea «Luigi Spazzapan»). Botteghino: da mercoledì 29 giugno, alle ore 18.00, e fino a sabato 2 luglio 2011, presso la sala «Bergamas», in via Bergamas 3)
Informazioni: mattatoioscenico@gmail.com e info@omissisfestival.com. Sito web: www.omissisfestival.com. Altri contatti Internet: www.facebook.com/mattatoioscenico; www.youtube.com/mattatoioscenico; www.mattatoioscenico.com; www.gradiscaturismo.it.
Da giovedì 30 giugno a sabato 2 luglio 2011.
Titolo di questa edizione del festival, in cartellone da giovedì 30 giugno a sabato 2 luglio (con molte prime nazionali e anteprime regionali), è «Presenti», termine –spiegano gli organizzatori- inteso nella sua duplice accezione: «sia da un punto di vista temporale come la riflessione sulle problematiche e le ricchezze dell’oggi, sia da un punto di vista fisico, come coloro che ci sono, ovvero gli artisti, le compagnie, il pubblico e l’organizzazione».
Corpo, azione, musica, video, ironia, passione, dolore, sofferenza, amore: questi gli ingredienti della nuova edizione della kermesse gradiscana, che vedrà alternarsi performance, teatro, video, danza, in varie location naturali e storiche, con un'attenzione particolare al lavoro di giovani talenti attivi nel Friuli Venezia Giulia.
A fare da filo rosso tra i vari appuntamenti della manifestazione friulana -che attiverà anche quest’anno un media center, a cui spetterà principalmente il compito di produrre filmati per il sito internet omissisfestival.com- sarà una retrospettiva video sulle principali manifestazioni europee dedicate alle arti performative, con focus su Austria (con il «Festival Spectrum» di Villach), Croazia (con «Queer Zagreb») e Macedonia (con «F.R.I.K.» - Festival di Skofije).
«Omissis» entrerà, però, nel vivo con lo spettacolo «Cattivi pensieri» dell’attore Giulio Morgan, in programma alle ore 19 di giovedì 30 giugno. Un’ora e mezza dopo, alle 20.30, la rassegna farà tappa alla sala «Bergamas» con l’anteprima regionale di «Enimirc», performance teatrale del duo italo-taiwanese Fagarazzi & Zuffellato, in cui, attraverso uno spregiudicato uso dei video e con il coinvolgimento diretto degli spettatori, vengono ricostruite le dinamiche di un delitto.
La manifestazione troverà, quindi, casa alla galleria «Spazzapan» e al Palazzo Monte di Pietà, dove, in contemporanea (alle 22 circa), si esibiranno due giovani artiste, una friulana e l’altra romana: Francesca Martinelli, con «Enjoy» e Francesca Fini, con l'anteprima regionale di «Performing the mirrow».
La Fini inaugurerà anche il percorso artistico di venerdì 1° luglio, quando, alle 20 e alle 20.30, verranno presentate, ancora in anteprima regionale, due repliche della performance «Western meat market», tesa a raccontare, attraverso un semplice contatto, il rapporto della nostra cultura con la carne intesa come l’essenza stessa, materiale e fisica, dell’altro.
Il festival si sposterà, quindi, al Lapidario civico, dove, alle 21.00, il duo italo-tedesco «VestAndPage» presenterà, in anteprima regionale, «Balada corporal IV», performance in cui gli spettatori si raduneranno attorno agli interpreti per smuovere l’espressività dei loro corpi e delle loro parole. Spazio, quindi, nel cartellone alla danza con la prima nazionale di «Dedublarea», spettacolo della coreografa rumena Madalina Dan, che, con ironia e distacco, indaga gli stereotipi e l’utilità, l’accessibilità e le problematicità del balletto contemporaneo. Un’ora dopo, alle 23, la seconda giornata di «Omissis»si chiuderà al Palazzo Monte di Pietà, dove si terrà un’altra anteprima nazionale: «Transfera 1.2», progetto performativo del gruppo polacco «Suka off», in cui il ruolo di maschio e di femmina è destinato a sciogliersi in una cosa sola attraverso processi fisici e multimediali.
L’ultimo giorno del festival si aprirà, invece, all’insegna della sorpresa, con una curiosa performance di danza, la coreografia «Green light» della slovena Mateja Bucar, che, dalle 19 alle 22, occuperà le vie principali del centro storico. In contemporanea, alle 20 (con replica alle 21), l’artista romana Francesca Fini presenterà, presso la galleria «Spazzapan», la sua terza proposta per la manifestazione gradiscana: l’anteprima regionale di «Shadow», performance alla cui base sta il desiderio di creare un cortocircuito che contamina i due linguaggi apparentemente più lontani del mondo: Shakespeare e un video-game.
Al Lapidario civico andrà, invece, in scena, alle 20.30, un’altra sezione del progetto sul contatto attori-spettatori, realizzato dal duo italo-tedesco «VestAndPage»: «Balada corporal I». Mentre piazza Unità d’Italia farà da scenario, a partire dalle 21, al concerto della musicista inglese Gemma Williams, che coinvolgerà il pubblico con le note della sua arpa.
A seguire, alle 22, al Nuovo andrà in scena uno degli spettacoli più attesi di questa edizione del festival: l’ultima creazione dello spregiudicato e innnovativo duo ricci/forte, «Grimmless», opera che rilegge i saperi popolari raccolti dai fratelli Grimm in forma di fiaba e che ritesse così il mondo archetipico e sognante dell’infanzia.
Mentre a chiudere la kermesse saranno, alle 23.15 e presso la sala «Bergamas», i polacchi «Suka off» con la prima nazionale di «Puppenklink» (spettacolo consigliato ad un pubblico adulto), dove verrà ricreato un luogo astratto, abitato da figure bianche, che attraverso un processo di trasformazione e trasgressione da entità neutre diventeranno entità fisiche, sessuali.
Con la sua ventina di eventi live e con i suoi cinque Paesi ospiti, «Omissis. Festival dello spettacolo contemporaneo» si configura, dunque, come uno degli eventi italiani più interessanti per scoprire cosa bolle in pentola sulla scena performativa europea, soprattutto su quella dell’Est.
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Locandina dell’edizione 2011 di «Omissis. Festival dello spettacolo contemporaneo»; [fig. 2] Una scena dello spettacolo «Grimmless», che il duo duo ricci/forte porterà in scena sabato 2 luglio, alle ore 22, negli spazi del Teatro Nuovo Comunale di Gradisca d’Isonzo, nell’ambito di «Omissis. Festival dello spettacolo contemporaneo»; [fig. 3] Un ritratto di Francesca Fini. L’artista sarà protagonista ad «Omissis. Festival dello spettacolo contemporaneo» con tre performance: «Performing the mirrow» (giovedì 30 giugno, dalle ore 22.00: Palazzo Monte di Pietà), «Western meat market» (venerdì 1° luglio, dalle ore 20.00 – galleria regionale d’arte contemporanea «Spazzapan»); «Shadow» (sabato 2 luglio, dalle ore 20.00 - galleria regionale d’arte contemporanea «Spazzapan»); [fig. 4] Una scena di «Balada corporal IV», che il duo italo-tedesco «VestAndPage» proporrà venerdì 1° luglio, alle 21.00, al Lapidario civico. [fig. 5] Alcune sequenze della coreografia «Green light» della slovena Mateja Bucar, che aprirà la terza giornata del festival «Omissis. Festival dello spettacolo contemporaneo».
Informazioni utili
«Omissis. Festival dello spettacolo contemporaneo». Sedi varie– Gradisca d’Isonzo (Gorizia).
Biglietti: # «Enjoy», «Performing the mirrow», «Western Market», «The shadow» € 3,00; # «Enimirc», Dedublarea», «Transfera 1.2», «Balada corporal IV», «Balada corporal I», «Puppenklinik» € 5,00; # «Grimmless» € 10,00 (ridotto € 5 ,00 per studenti under 26 e over 65).
Prenotazioni: tel. 0481.961345 o cell. 345.4450657 (per la limitatezza dei posti disponibili, la prenotazione è consigliabile per le performance in programma al Palazzo Monte di Pietà e alla galleria regionale d’arte contemporanea «Luigi Spazzapan»). Botteghino: da mercoledì 29 giugno, alle ore 18.00, e fino a sabato 2 luglio 2011, presso la sala «Bergamas», in via Bergamas 3)
Informazioni: mattatoioscenico@gmail.com e info@omissisfestival.com. Sito web: www.omissisfestival.com. Altri contatti Internet: www.facebook.com/mattatoioscenico; www.youtube.com/mattatoioscenico; www.mattatoioscenico.com; www.gradiscaturismo.it.
Da giovedì 30 giugno a sabato 2 luglio 2011.
lunedì 27 giugno 2011
A Bergamo e provincia un’estate all’insegna di Lorenzo Lotto
E’ all’insegna di Lorenzo Lotto l’estate di Bergamo. In occasione della mostra «Vincere il tempo. I collezionisti: la passione per l’arte e il dono alla città», attualmente allestita al Palazzo della Ragione, l’Accademia di Carrara presenta al pubblico tutte le opere del maestro veneziano, conservate presso la sua pinacoteca. Ma propone anche, dal 9 luglio al 26 agosto, visite guidate gratuite sul territorio, alla scoperta dei colori e della luce di quello che in molti considerano il periodo più felice e sereno della carriera (e probabilmente anche della vita) del pittore rinascimentale, noto, tra l’altro, per la sontuosa «Madonna del Rosario» di Cingoli e per la raffinata «Annunciazione» di Recanati (la celebre tela con il gattino terrorizzato dall’apparizione dell’angelo).
Bergamo, infatti, ha un significato particolare nella parabola artistica e personale di Lorenzo Lotto, perché in questa città, che lo vide soggiornare dal 1513 al 1525, il «genio inquieto del Rinascimento» conobbe un periodo di serenità esistenziale e professionale, incontrando il favore incontrastato di committenti generosi, libero così di lasciar spaziare la propria creatività. Uno stato d’animo, questo, che si rispecchia nei colori vivaci e brillanti, nelle «invenzioni», nel gusto per la luce, nell’indipendenza dalle regole e nella galleria umanissima di umori e «caratteri» presenti nelle numerose opere realizzate per il territorio (molte delle quali, oggi, disseminate nei musei di tutto il mondo), dai ritratti alle pale d’altare e ai cicli di affreschi.
Al Palazzo della Ragione sarà possibile ammirare, tra l’altro, due capolavori della ritrattistica: il «Ritratto di giovinetto» e il «Ritratto di Lucina Brembati», tela celebre non solo per l’indagine sul volto della donna, lontano da ogni intento di idealizzazione, ma anche per il carattere sottilmente allusivo dei dettagli e per la luna che costruisce, nel fondo, un curioso rebus sul nome della dama raffigurata.
L’originalità e la grazia con cui Lorenzo Lotto narra la storia sacra si rivela, invece, nella strabiliante ricchezza di colore delle «Nozze mistiche di santa Caterina» o nella luce e nella tensione drammatica delle tre tavole che compongono la predella della grande «Pala Martinengo», raffiguranti il «Martirio di santo Stefano», la «Deposizione di Cristo» e il «Miracolo di san Domenico».
Con la mente intrisa delle luci e dei colori di questi capolavori, si può, quindi, partire alla scoperta delle tele lottesche, presenti sul territorio. Proprio dietro il Palazzo della Ragione si trova, per esempio, la basilica di santa Maria Maggiore, con le splendide tarsie disegnate dall’artista ed eseguite dal maestro intagliatore Francesco Capoferri. Scendendo per via Porta dipinta, è, invece, possibile visitare la chiesa di san Michele al Pozzo Bianco, dove sono conservate le «Storie della Vergine»; mentre lungo via Pignolo è possibile fare tappa al Museo Diocesano, dove è custodita «La Trinità», e alla chiesa di san Bernardino, al cui interno si trova il dipinto del famoso angelo «scrivano».
All’incrocio con via Tasso, il turista incontra, poi, la chiesa di santo Spirito, dove splende la pala «Madonna in trono e santi» e, proseguendo verso largo Belotti, può visitare la chiesa di san Bartolomeo, dove è custodita la grandiosa «Pala Martinengo» (l’opera che segnò, nel 1513, l’arrivo di Lotto a Bergamo).
La visita in città si chiude alla chiesa di sant’Alessandro in Colonna, al cui interno si trova la delicata tempera del «Compianto sul Cristo morto». Da qui è possibile partire in direzione val Brembana. D’obbligo è una sosta alla parrocchiale di Ponteranica, dove è conservato il dipinto con l’angelo annunciante in rosa, vera e propria “icona” della pittura dell’artista; mentre nella chiesa di Sedrina è possibile ammirare l’ultima tela del periodo bergamasco: la pala con la «Madonna in gloria e santi».
La val Cavallina incanta, invece, i turisti con gli affreschi dell’oratorio Suardi di Trescore Balneario, che rappresentano, per ampiezza e complessità di tematiche, una delle opere più significative del percorso artistico di Lotto. Celebre la grande figura del Cristo-vite, che campeggia sulla parete dove l’artista narra, con il gusto del racconto popolare e della sacra rappresentazione, gli episodi della vita di santa Barbara.
Proseguendo fino alla chiesa di san Giorgio a Credaro si può, poi, visitare la cappella affrescata dal pittore con una bella Natività e vedere il dipinto «San Giorgio che uccide il drago».
Ultima tappa sulle orme di Lorenzo Lotto è la splendida «Assunzione della Vergine», custodita nella parrocchiale di Celana di Caprino Bergamasco, nella zona collinare della val san Martino.
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Lorenzo Lotto, «Nozze mistiche di santa Caterina e il committente Nicolò Bonghi», olio su tela. Bergamo, Accademia di Carrara; [fig. 2] Lorenzo Lotto, «Ritratto di Lucina Brembati», olio su tavola. Bergamo, Accademia di Carrara; [fig. 3] Lorenzo Lotto, particolare degli affreschi per l’oratorio Suardi a Trescore Balneario (Bergamo), 1524; [fig. 4] Lorenzo Lotto, particolare del Polittico per la chiesa parrocchiale dei santi Alessandro e Vincenzo, a Ponteranica (Bergamo), 1522.
Informazioni utili
Vincere il tempo. I collezionisti: la passione per l’arte il dono alla città ospita Lorenzo Lotto. Palazzo della Ragione, Sala delle Capriate Piazza Vecchia - Bergamo Alta. Orari: da giugno a settembre, martedì-domenica 10.00-21.00 e sabato 10.00- 23.00; da ottobre a maggio: martedì - venerdì 9,30-17,30 e sabato e domenica 10.00-18.00. Ingresso: intero € 5,00; ridotto e gruppi € 3,00; scuole, giovani card e family card € 1,50. Prenotazioni e visite guidate: tel. +39.035.218041. Informazioni: tel. +39.035.399677. Sito web: www.accademiacarrara.bergamo.it. Fino al 25 settembre 2011.
Lorenzo Lotto. Visite guidate sul territorio. Calendario: 9 luglio, ore 10 (in lingua inglese); 16 luglio, ore 10 (in italiano); 23 luglio, ore 10 (in lingua inglese); 13 agosto, ore 10 (in lingua inglese); 26 agosto, ore 10 (in italiano). Informazioni e prenotazioni: tel. 035.218041 e tel. 035.399677.
Bergamo, infatti, ha un significato particolare nella parabola artistica e personale di Lorenzo Lotto, perché in questa città, che lo vide soggiornare dal 1513 al 1525, il «genio inquieto del Rinascimento» conobbe un periodo di serenità esistenziale e professionale, incontrando il favore incontrastato di committenti generosi, libero così di lasciar spaziare la propria creatività. Uno stato d’animo, questo, che si rispecchia nei colori vivaci e brillanti, nelle «invenzioni», nel gusto per la luce, nell’indipendenza dalle regole e nella galleria umanissima di umori e «caratteri» presenti nelle numerose opere realizzate per il territorio (molte delle quali, oggi, disseminate nei musei di tutto il mondo), dai ritratti alle pale d’altare e ai cicli di affreschi.
Al Palazzo della Ragione sarà possibile ammirare, tra l’altro, due capolavori della ritrattistica: il «Ritratto di giovinetto» e il «Ritratto di Lucina Brembati», tela celebre non solo per l’indagine sul volto della donna, lontano da ogni intento di idealizzazione, ma anche per il carattere sottilmente allusivo dei dettagli e per la luna che costruisce, nel fondo, un curioso rebus sul nome della dama raffigurata.
L’originalità e la grazia con cui Lorenzo Lotto narra la storia sacra si rivela, invece, nella strabiliante ricchezza di colore delle «Nozze mistiche di santa Caterina» o nella luce e nella tensione drammatica delle tre tavole che compongono la predella della grande «Pala Martinengo», raffiguranti il «Martirio di santo Stefano», la «Deposizione di Cristo» e il «Miracolo di san Domenico».
Con la mente intrisa delle luci e dei colori di questi capolavori, si può, quindi, partire alla scoperta delle tele lottesche, presenti sul territorio. Proprio dietro il Palazzo della Ragione si trova, per esempio, la basilica di santa Maria Maggiore, con le splendide tarsie disegnate dall’artista ed eseguite dal maestro intagliatore Francesco Capoferri. Scendendo per via Porta dipinta, è, invece, possibile visitare la chiesa di san Michele al Pozzo Bianco, dove sono conservate le «Storie della Vergine»; mentre lungo via Pignolo è possibile fare tappa al Museo Diocesano, dove è custodita «La Trinità», e alla chiesa di san Bernardino, al cui interno si trova il dipinto del famoso angelo «scrivano».
All’incrocio con via Tasso, il turista incontra, poi, la chiesa di santo Spirito, dove splende la pala «Madonna in trono e santi» e, proseguendo verso largo Belotti, può visitare la chiesa di san Bartolomeo, dove è custodita la grandiosa «Pala Martinengo» (l’opera che segnò, nel 1513, l’arrivo di Lotto a Bergamo).
La visita in città si chiude alla chiesa di sant’Alessandro in Colonna, al cui interno si trova la delicata tempera del «Compianto sul Cristo morto». Da qui è possibile partire in direzione val Brembana. D’obbligo è una sosta alla parrocchiale di Ponteranica, dove è conservato il dipinto con l’angelo annunciante in rosa, vera e propria “icona” della pittura dell’artista; mentre nella chiesa di Sedrina è possibile ammirare l’ultima tela del periodo bergamasco: la pala con la «Madonna in gloria e santi».
La val Cavallina incanta, invece, i turisti con gli affreschi dell’oratorio Suardi di Trescore Balneario, che rappresentano, per ampiezza e complessità di tematiche, una delle opere più significative del percorso artistico di Lotto. Celebre la grande figura del Cristo-vite, che campeggia sulla parete dove l’artista narra, con il gusto del racconto popolare e della sacra rappresentazione, gli episodi della vita di santa Barbara.
Proseguendo fino alla chiesa di san Giorgio a Credaro si può, poi, visitare la cappella affrescata dal pittore con una bella Natività e vedere il dipinto «San Giorgio che uccide il drago».
Ultima tappa sulle orme di Lorenzo Lotto è la splendida «Assunzione della Vergine», custodita nella parrocchiale di Celana di Caprino Bergamasco, nella zona collinare della val san Martino.
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Lorenzo Lotto, «Nozze mistiche di santa Caterina e il committente Nicolò Bonghi», olio su tela. Bergamo, Accademia di Carrara; [fig. 2] Lorenzo Lotto, «Ritratto di Lucina Brembati», olio su tavola. Bergamo, Accademia di Carrara; [fig. 3] Lorenzo Lotto, particolare degli affreschi per l’oratorio Suardi a Trescore Balneario (Bergamo), 1524; [fig. 4] Lorenzo Lotto, particolare del Polittico per la chiesa parrocchiale dei santi Alessandro e Vincenzo, a Ponteranica (Bergamo), 1522.
Informazioni utili
Vincere il tempo. I collezionisti: la passione per l’arte il dono alla città ospita Lorenzo Lotto. Palazzo della Ragione, Sala delle Capriate Piazza Vecchia - Bergamo Alta. Orari: da giugno a settembre, martedì-domenica 10.00-21.00 e sabato 10.00- 23.00; da ottobre a maggio: martedì - venerdì 9,30-17,30 e sabato e domenica 10.00-18.00. Ingresso: intero € 5,00; ridotto e gruppi € 3,00; scuole, giovani card e family card € 1,50. Prenotazioni e visite guidate: tel. +39.035.218041. Informazioni: tel. +39.035.399677. Sito web: www.accademiacarrara.bergamo.it. Fino al 25 settembre 2011.
Lorenzo Lotto. Visite guidate sul territorio. Calendario: 9 luglio, ore 10 (in lingua inglese); 16 luglio, ore 10 (in italiano); 23 luglio, ore 10 (in lingua inglese); 13 agosto, ore 10 (in lingua inglese); 26 agosto, ore 10 (in italiano). Informazioni e prenotazioni: tel. 035.218041 e tel. 035.399677.
venerdì 24 giugno 2011
Fai, tre «Concerti sotto le stelle» nella cornice di villa Panza
Evocano il dialogo tra musica e teatro i tre appuntamenti serali della rassegna «Concerti sotto le stelle», promossi dal Fai – Fondo per l’ambiente italiano, con il sostegno della «Borletti-Buitoni Trust» e con il patrocinio delle amministrazioni comunale e provinciale di Varese. Scenario della manifestazione, che si avvale della direzione artistica di Fabio Sartorelli, sarà la cornice del cortile d’onore della settecentesca villa Panza.
A «dare il la» alla rassegna, giunta alla sua undicesima edizione, toccherà, nella serata di mercoledì 29 giugno, al soprano Elena Xanthoudakis, vincitrice di oltre ottanta premi internazionali, tra i quali il «Borletti-Buitoni Trust Awards 2011» e il «Maria Callas» di Atene. Il programma del concerto, che avrà inizio intorno alle 21.15, affronterà un repertorio quanto mai vario, comprendente alcune «arie antiche» da salotto, come «Alma del core» di Antonio Caldara e «Le Violette» di Alessandro Scarlatti, ma anche pagine immortali di Georg Friedrich Haendel, Wolfgang Amadeus Mozart e Maurice Ravel.
Grande spazio verrà dato, inoltre, all’opera lirica italiana, della quale verranno, per esempio, presentate due arie di Gaetano Donizetti: «Quel guardo il cavaliere» e «Regnava nel silenzio», tratte rispettivamente dal «Don Pasquale» e da «Lucia di Lammermoor»; mentre Giacomo Puccini sarà ricordato con la riproposizione di una delle più celebri romanze della «Turandot», «Signore ascolta», e con il brano «O mio babbino caro», dall’opera «Gianni Schicchi», ma anche con «Sole e amore», raffinata aria da camera per voce e pianoforte, ispirata ai versi della poesia «Mattinata» di Giosuè Carducci.
Nell’anno dei centocinquanta anni dell’Italia unita, non poteva, infine, mancare un corposo omaggio a Giuseppe Verdi, autore simbolo del Risorgimento musicale, del quale verranno proposte le arie «E’ strano! E’ strano!» e «Sempre libera», dalla «Traviata», e «Caro nome che il mio cor», dal «Rigoletto».
Altre giovani stelle del firmamento musicale internazionale brilleranno a villa Panza, nella notte di mercoledì 13 luglio (sempre alle 21.15), quando ad occupare la scena sarà il «Quartetto Navarra», vincitore della «Borletti-Buitoni Trust Fellowship 2007» e protagonista di collaborazioni trasversali con musicisti, pittori e con il gruppo di danza del coreografo Wayne MacGregor (artista famoso per il suo «Swan Lake», tutto maschile). Il loro concerto proporrà ai presenti, oltre a brani di Franz Joseph Haydn e a Ludwig van Beethoven, il «Quartetto per archi n.13 in la minore D.804» di Franz Schubert, meglio conosciuto come «Rosamunde» e così intitolato per la presenza di un tema tratto dalle musiche di scena per un omonimo lavoro teatrale.
Chiuderà la rassegna dal Fai – Fondo per l’ambiente italiano il pianista francese David Kadouch, vero e proprio genio della tastiera (a soli 13 anni, l’artista ha suonato, sotto la direzione del grande violinista Itzhak Perlman, alla Metropolitan Hall di New York e l’anno successivo ha riempito, con le sue note, la sala Grande del Conservatorio «Čajkovskij» di Mosca).
Il suo concerto, in programma martedì 26 luglio (sempre alle ore 21.15), proporrà la «Hob.XVII.6» di Franz Joseph Haydn e due brani di Franz Liszt : una variazione del brano «Weinen, Klagen, Sorgen, Zagen…» di Johann Sebastian Bach e la trascrizione del «Coro delle filatrici», tratto dall’opera «L’olandese volante» di Richard Wagner. Il gran finale toccherà, invece, agli scintillanti «Quadri di una esposizione» di Modest Petrovič Musorgskij, omaggio quanto mai pertinente con la natura espositiva di villa Panza.
Il ricavato delle serate, il cui biglietto di ingresso è fissato ad euro 25,00 per ogni concerto, verrà utilizzato per sostenere il Fai nella sua missione di tutela dell’arte, della natura e del paesaggio italiani e nella sua attività di sensibilizzazione dei cittadini al bello.
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Veduta di villa Panza di Varese. Foto di Giorgio Majno; [fig. 2] Ritratto di Elena Xanthoudakis; [fig. 3] Ritratto di David Kadouch.
Informazioni utili
«Concerti sotto le stelle 2011». Villa Panza, piazzale Litta, 1 – Varese. Ingresso: € 25,00, iscritti Fai e possessori Tigros Card € 22,00. Informazioni: tel. 0332.283960; faibiumo@fondoambiente.it. Sito web: www.fondoambiente.it. Note: in caso di cattivo tempo i concerti si terranno alla sala Napoleonica delle ville Ponti, adiacente a villa Panza. Programma dei concerti: mercoledì 29 giugno 2011, ore 21.15 - Elena Xanthoudakis, soprano; mercoledì 13 luglio 2011, ore 21.15 - Quartetto Navarra; martedì 26 luglio 2011, ore 21.15 - David Kadouch, pianista. Fino a mercoledì 13 luglio 2011.
A «dare il la» alla rassegna, giunta alla sua undicesima edizione, toccherà, nella serata di mercoledì 29 giugno, al soprano Elena Xanthoudakis, vincitrice di oltre ottanta premi internazionali, tra i quali il «Borletti-Buitoni Trust Awards 2011» e il «Maria Callas» di Atene. Il programma del concerto, che avrà inizio intorno alle 21.15, affronterà un repertorio quanto mai vario, comprendente alcune «arie antiche» da salotto, come «Alma del core» di Antonio Caldara e «Le Violette» di Alessandro Scarlatti, ma anche pagine immortali di Georg Friedrich Haendel, Wolfgang Amadeus Mozart e Maurice Ravel.
Grande spazio verrà dato, inoltre, all’opera lirica italiana, della quale verranno, per esempio, presentate due arie di Gaetano Donizetti: «Quel guardo il cavaliere» e «Regnava nel silenzio», tratte rispettivamente dal «Don Pasquale» e da «Lucia di Lammermoor»; mentre Giacomo Puccini sarà ricordato con la riproposizione di una delle più celebri romanze della «Turandot», «Signore ascolta», e con il brano «O mio babbino caro», dall’opera «Gianni Schicchi», ma anche con «Sole e amore», raffinata aria da camera per voce e pianoforte, ispirata ai versi della poesia «Mattinata» di Giosuè Carducci.
Nell’anno dei centocinquanta anni dell’Italia unita, non poteva, infine, mancare un corposo omaggio a Giuseppe Verdi, autore simbolo del Risorgimento musicale, del quale verranno proposte le arie «E’ strano! E’ strano!» e «Sempre libera», dalla «Traviata», e «Caro nome che il mio cor», dal «Rigoletto».
Altre giovani stelle del firmamento musicale internazionale brilleranno a villa Panza, nella notte di mercoledì 13 luglio (sempre alle 21.15), quando ad occupare la scena sarà il «Quartetto Navarra», vincitore della «Borletti-Buitoni Trust Fellowship 2007» e protagonista di collaborazioni trasversali con musicisti, pittori e con il gruppo di danza del coreografo Wayne MacGregor (artista famoso per il suo «Swan Lake», tutto maschile). Il loro concerto proporrà ai presenti, oltre a brani di Franz Joseph Haydn e a Ludwig van Beethoven, il «Quartetto per archi n.13 in la minore D.804» di Franz Schubert, meglio conosciuto come «Rosamunde» e così intitolato per la presenza di un tema tratto dalle musiche di scena per un omonimo lavoro teatrale.
Chiuderà la rassegna dal Fai – Fondo per l’ambiente italiano il pianista francese David Kadouch, vero e proprio genio della tastiera (a soli 13 anni, l’artista ha suonato, sotto la direzione del grande violinista Itzhak Perlman, alla Metropolitan Hall di New York e l’anno successivo ha riempito, con le sue note, la sala Grande del Conservatorio «Čajkovskij» di Mosca).
Il suo concerto, in programma martedì 26 luglio (sempre alle ore 21.15), proporrà la «Hob.XVII.6» di Franz Joseph Haydn e due brani di Franz Liszt : una variazione del brano «Weinen, Klagen, Sorgen, Zagen…» di Johann Sebastian Bach e la trascrizione del «Coro delle filatrici», tratto dall’opera «L’olandese volante» di Richard Wagner. Il gran finale toccherà, invece, agli scintillanti «Quadri di una esposizione» di Modest Petrovič Musorgskij, omaggio quanto mai pertinente con la natura espositiva di villa Panza.
Il ricavato delle serate, il cui biglietto di ingresso è fissato ad euro 25,00 per ogni concerto, verrà utilizzato per sostenere il Fai nella sua missione di tutela dell’arte, della natura e del paesaggio italiani e nella sua attività di sensibilizzazione dei cittadini al bello.
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Veduta di villa Panza di Varese. Foto di Giorgio Majno; [fig. 2] Ritratto di Elena Xanthoudakis; [fig. 3] Ritratto di David Kadouch.
Informazioni utili
«Concerti sotto le stelle 2011». Villa Panza, piazzale Litta, 1 – Varese. Ingresso: € 25,00, iscritti Fai e possessori Tigros Card € 22,00. Informazioni: tel. 0332.283960; faibiumo@fondoambiente.it. Sito web: www.fondoambiente.it. Note: in caso di cattivo tempo i concerti si terranno alla sala Napoleonica delle ville Ponti, adiacente a villa Panza. Programma dei concerti: mercoledì 29 giugno 2011, ore 21.15 - Elena Xanthoudakis, soprano; mercoledì 13 luglio 2011, ore 21.15 - Quartetto Navarra; martedì 26 luglio 2011, ore 21.15 - David Kadouch, pianista. Fino a mercoledì 13 luglio 2011.
giovedì 23 giugno 2011
Toscana, santa Caterina da Siena in una tavola inedita del ‘400
E’ con una piccola mostra che il Museo Diocesano di Pienza, in Toscana, celebra il cinquecentocinquantesimo anniversario della canonizzazione di santa Caterina da Siena, dottoressa della Chiesa e patrona d’Italia e d’Europa, insieme con san Francesco d’Assisi.
Da sabato 25 giugno e fino a domenica 4 settembre, la sede museale diretta da Gabriele Fattorini esporrà un’inedita tavola quattrocentesca raffigurante la domenicana senese in atto di benedire un devoto. L’opera, provenente da una collezione fiorentina, rappresenta una rilevante acquisizione per l’iconografia cateriniana quattrocentesca ed è stata attribuita da Andrea De Marchi al poco conosciuto pittore bolognese Cristoforo di Benedetto (documentato dal 1456 al 1497). Un artista, questo, che, nella seconda metà del Quattrocento, seppe arricchire il sostrato tardogotico del suo stile, aggiornandosi sulle novità rinascimentali “padovane”, diffuse nell’ambiente artistico felsineo da Marco Zoppo e dai veneziani Antonio e Bartolomeo Vivarini.
Il dipinto, come evidenziato da Matteo Mazzalupi, doveva essere destinato a un piccolo altare o al sepolcro del giovane uomo che vi è effigiato di profilo.
Per quanto fosse una terziaria, santa Caterina (la cui canonizzazione avvenne nel 1461, per volontà di papa Pio II; l’elevazione a patrona è, invece, del 1939) veste l’abito delle monache domenicane, ma tale sostituzione è comune già nel Quattrocento. La mano destra benedice il suo devoto, mentre nella sinistra sono visibili i due consueti attributi del Crocifisso e del cuore. Poco in basso, raccolto in un vaso di gusto antiquario, si trova, invece, il giglio, fiore che –spiega il biblista senese Benedetto Rossi, nel pieghevole che accompagna la mostra- vuole essere simbolo della purezza, fisica e di cuore, della santa.
In occasione dell’inaugurazione (prevista per il tardo pomeriggio di sabato 25 giugno, alla chiesa di San Francesco a Pienza), verrà presentata anche la mostra «I caratteri di Caterina», allestita nel vicino Museo della Fabbriceria della Cattedrale, per volontà della Società bibliografica Toscana. L’esposizione, curata da Mario De Gregorio ed Ettore Pellegrini, allinea libri antichi e incisioni cateriniane, databili tra il XV e il XVIII secolo.
Didascalia delle immagini
[fig. 1] Cristoforo di Benedetto, «Santa Caterina da Siena e un devoto inginocchiato», tempera e oro su tavola, cm 107 x 55. Firenze, Antichità Dei Bardi; [fig. 2] Un libro esposto nella mostra «I caratteri di Caterina» al Museo della Fabbriceria di Pienza.
Informazioni utili
«Santa Caterina da Siena e un devoto inginocchiato». Museo Diocesano, corso Rossellino 30 – Pienza. Orari: mercoledi-lunedì, ore 10.00-13.00 e 15.00-19.00. Ingresso: € 4,10, ridotto € 2,60 (comprensivo della visita al museo). Informazioni: tel. 0578.749905. Da sabato 25 giugno (inaugurazione: ore 17.00) a domenica 4 settembre 2011.
Da sabato 25 giugno e fino a domenica 4 settembre, la sede museale diretta da Gabriele Fattorini esporrà un’inedita tavola quattrocentesca raffigurante la domenicana senese in atto di benedire un devoto. L’opera, provenente da una collezione fiorentina, rappresenta una rilevante acquisizione per l’iconografia cateriniana quattrocentesca ed è stata attribuita da Andrea De Marchi al poco conosciuto pittore bolognese Cristoforo di Benedetto (documentato dal 1456 al 1497). Un artista, questo, che, nella seconda metà del Quattrocento, seppe arricchire il sostrato tardogotico del suo stile, aggiornandosi sulle novità rinascimentali “padovane”, diffuse nell’ambiente artistico felsineo da Marco Zoppo e dai veneziani Antonio e Bartolomeo Vivarini.
Il dipinto, come evidenziato da Matteo Mazzalupi, doveva essere destinato a un piccolo altare o al sepolcro del giovane uomo che vi è effigiato di profilo.
Per quanto fosse una terziaria, santa Caterina (la cui canonizzazione avvenne nel 1461, per volontà di papa Pio II; l’elevazione a patrona è, invece, del 1939) veste l’abito delle monache domenicane, ma tale sostituzione è comune già nel Quattrocento. La mano destra benedice il suo devoto, mentre nella sinistra sono visibili i due consueti attributi del Crocifisso e del cuore. Poco in basso, raccolto in un vaso di gusto antiquario, si trova, invece, il giglio, fiore che –spiega il biblista senese Benedetto Rossi, nel pieghevole che accompagna la mostra- vuole essere simbolo della purezza, fisica e di cuore, della santa.
In occasione dell’inaugurazione (prevista per il tardo pomeriggio di sabato 25 giugno, alla chiesa di San Francesco a Pienza), verrà presentata anche la mostra «I caratteri di Caterina», allestita nel vicino Museo della Fabbriceria della Cattedrale, per volontà della Società bibliografica Toscana. L’esposizione, curata da Mario De Gregorio ed Ettore Pellegrini, allinea libri antichi e incisioni cateriniane, databili tra il XV e il XVIII secolo.
Didascalia delle immagini
[fig. 1] Cristoforo di Benedetto, «Santa Caterina da Siena e un devoto inginocchiato», tempera e oro su tavola, cm 107 x 55. Firenze, Antichità Dei Bardi; [fig. 2] Un libro esposto nella mostra «I caratteri di Caterina» al Museo della Fabbriceria di Pienza.
Informazioni utili
«Santa Caterina da Siena e un devoto inginocchiato». Museo Diocesano, corso Rossellino 30 – Pienza. Orari: mercoledi-lunedì, ore 10.00-13.00 e 15.00-19.00. Ingresso: € 4,10, ridotto € 2,60 (comprensivo della visita al museo). Informazioni: tel. 0578.749905. Da sabato 25 giugno (inaugurazione: ore 17.00) a domenica 4 settembre 2011.
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